Ritornai a casa, infilai la chiave nella porta, entrai e salutai Cinzia: “Come va?” esordii come mio solito (Scontato, io!). “Bene amore – fu la risposta avvicinandosi a me – Sai, oggi ho pensato molto a noi e forse ho capito cosa non va tra noi. Vuoi saperlo?” Pensai tra me e me “un’altra bella seratina!”. Ed invece Cinzia appoggiandomi la mano sul membro mi disse seccamente “FARE L’AMORE IN UN MODO PIÙ SELVAGGIO” e dicendo questo strinse con dolcezza e decisione il mio pene. Riuscii malapena a balbettare un “in che …senso, avrei voluto dire, ma non ce la feci; in un attimo mi ritrovavo la sua mano nei pantaloni e la lingua vicino all’orecchio che sentivano una cosa che faticai a credere di sentire dopo quasi sette anni di conoscenza. “E siccome mi sento un po’ responsabile… ho deciso di riparare; ti voglio bene amore – proseguì – e questa sera ho deciso di dimostrartelo!” A quel punto si staccò quasi con violenza dalla mia presa, mi passò dietro la schiena, mi prese i polsi e me li legò. “Ma che fai” fu il mio primo confuso commento. “Fidati e poi chi è l’uomo dei due? Chi è il pauroso della coppia? Prova a lasciarti andare…” Completò l’opera di bloccaggio bendandomi; “no, questo no!” le intimai a metà tra il serio e lo scherzoso. “Si, questo e molto altro amore, fidati… e poi ho bisogno di due minuti”. Detto fatto! Passarono due minuti in cui sentivo dei rumori dal bagno, dalla stanza da letto, dall’entrata, ma tutti molto confusi poiché la benda mi copriva l’orecchio. All’improvviso, partì la musica e forse fu proprio questo a distrarre ulteriormente il mio scarso udito, fatto sta che all’improvviso sentii la sua mano che s’infilava sotto la mia canottiera e la sua bocca che mi baciava sul collo. Ero completamente passivo e me la immaginavo in piedi dietro la sedia alla quale mi aveva legato che con una mano mi accarezzava e con l’altra si masturbava. All’improvviso la mano che aveva infilato sotto la canottiera arrivò vicino al mio membro ormai gonfio ed impaziente. Con l’altra mano mi prese la testa da dietro la nuca e la portò verso la sua vagina; o almeno così inizialmente pensai perché non ritrovavo la solita peluria che mi piaceva accarezzare. Fu una sensazione strana e, non potendo vedere, con la lingua iniziai ad esplorarle il basso ventre fino a realizzare. “Ma ti sei depilata!?” fu la mia reazione d’istinto. “Sì e non immagini ancora cos’altro ti aspetta” disse slacciandomi i pantaloni e abbassandoli insieme alle mutande. “Dai slegami amore” dissi quasi implorandola. Il mio pene ormai era al limite e desideravo essere “attivo” almeno in quell’ultimo frangente. “Niente affatto!!?” fu la sua risposta secca e perentoria. “Ma ti sono arrivate le tue cose” proseguii io mentre la sua mano destra cominciava a menare su e giù il mio membro ormai duro e gonfio. “No! – intimò con voce ferma come non l’avevo mai sentita – Mi sono informata, ho letto e ti chiedo solamente di rilassare evitando di continuare a fare domande idiote, grazie” concluse la frase e ricominciò a leccare e succhiare il mio pene mentre con l’altra mano si masturbava (e questo lo immaginavo dal fatto che mentre leccava gemeva. Riuscii a “resistere” solo un paio di minuti, o forse fu semplicemente Cinzia, giacché era lei a comandare il gioco, a farmi resistere. Poi improvvisamente raggiunsi l’orgasmo, eiaculai e nello stesso momento anche lei raggiunse l’orgasmo. Dal mio pene continuava ad uscire sperma a getto ed il fatto che la sentivo godere mi fece immaginare una scena da “Shining” in cucina, con lo sperma al posto del sangue. Fu a quel punto che mi tolse la benda e la vidi in lingerie di pizzo bianco, reggicalze, perizoma trasparente e reggiseno a balconcino. Sul petto aveva delle “macchioline” bianche che realizzai essere sperma nel momento esatto in cui com! inciò a leccarselo e spalmarselo addosso. “Allora ti è piaciuto? – disse continuando con una mano a spalmarsi lo sperma sul petto e con l’altra toccandosi – Credo di sì dalla quantità che hai versato – proseguì accennando un sorriso beffardo” Riuscii a liberarmi. Per un momento mi sentii molto “Bruce Willis”. La presi con forza, la sdraiai di pancia sopra il tavolo ed infilai il mio uccello ancora duro nella sua vagina bagnatissima. Cominciai a fotterla finché scivolai sul pavimento e le diedi un colpo un po’ più forte degli altri. “Ahi!?” – fu la sua prima esclamazione, seguita da una frase che mi lasciò di stucco – Finalmente hai capito come OGNI TANTO vuol essere scopata una donna!!?”. Una scossa percorse il mio corpo che continuo sempre più forte incitato dai suoi mugolii di piacere finche dopo poco raggiunsi contemporaneamente un secondo incredibile orgasmo. Fu una serata incredibile che mi diede la conferma di quanto “imprevedibile” sappia essere una donna innamorata.
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