“Atrofia testicolare, mi dispiace” disse il medico alzando lo sguardo dalle analisi. A Roberto si bloccò il respiro. “E adesso?” disse con il poco fiato che gli rimaneva. “Dovrà prendere il testosterone. In questo modo conserverà i caratteri secondari maschili. Purtroppo dovrà farlo per tutta la vita” rispose il medico. “E l’attività sessuale?” si fece coraggio Roberto Il medico rimase un attimo in silenzio. Guardò fisso il suo paziente negli occhi e rispose con voce ferma e calma. “Per quella non c’è niente da fare”. Prima di questi fatti, Roberto si godeva i suoi trent’anni. Era un bel giovane moro, con degli occhi scuri. Simpatico con gli amici, era di solito considerato attraente dalle ragazze. Era fidanzato con Silvia da tre anni, ma ogni tanto si concedeva qualche scappatella ed in qualche caso delle relazioncine alternative (così le chiamava dentro di sé). Poi all’improvviso un calo della potenza sessuale, i primi consigli del medico. Le spiegazioni tranquillizzanti, si tratterà di un po’ di stanchezza, gli dicevano. Ma la situazione non migliorava, anzi. Le analisi di diverso tipo. Un’ecografia, infine, aveva messo in mostra come all’interno dello scroto di Roberto si fosse formata una vasta zona ematica, che comprimeva i testicoli. Roberto si era allora ricordato di una pallonata presa giocando a calcetto. All’inizio il dolore era stato grande, ma a chi non sono successi incidenti del genere? La cosa era migliorata nel giro di pochi giorni e Roberto se ne era scordato. Mentre lui pensava ad altro, però, l’ematoma non si era riassorbito ed aveva continuato a comprimere i testicoli. Il sangue non irrorava i tessuti più preziosi che un uomo abbia ed i suoi testicoli avevano pian piano smesso di funzionare. Dopo la diagnosi del medico, il mondo gli crollò addosso. A Silvia non ebbe il coraggio di dire la verità. Le raccontò che non era più innamorato di lei e questo spiegava perché non riuscisse più a fare l’amore con lei. Lei pianse, ma accettò la sua decisione. All’inizio Roberto si sforzò di continuare la vita di prima. Non raccontò a nessuno la verità sul suo problema. Certo agli amici sembrò subito diverso. Lui con le ragazze non era mai stato timido ed all’improvviso le fuggiva come fossero appestate.. Era poi così taciturno, spesso di cattivo umore. Molti fra gli amici preferirono allontanarsi da lui, che li lasciò andare come un pezzo della vita, che ormai non ci appartiene più. Ma il momento peggiore per Roberto era la notte. Non riusciva a non sognare. Spesso aveva degli incubi, in cui si vedeva trasformato in un mostro informe. Ma i peggiori erano i sogni belli, quelli in cui tornava quello di prima, innamorato di Silvia. Il risveglio, infatti, era orribile. Scoprire che la riacquistata virilità era solo un miraggio era il peggiore modo per riprendere contatto con la realtà. Una notte in cui era particolarmente angosciato, prese una decisone importante. Se non posso più essere carne, sarò pesce, si disse. Ruppe i rapporti con i pochi amici rimasti e smise di prendere il testosterone. I mutamenti cominciarono piuttosto presto. La prima a cambiare fu la voce. Perse il suo timbro maschile per assumere un tono più gentile, niente affatto sgradevole. Molti bulbi piliferi si seccarono e per gli altri, Roberto fu implacabile con le cerette. La barba smise di crescergli ed anche lì fu facile estirpare i pochi peli rimasti. Si lasciò crescere i capelli fino a formare una bella chioma. Non gli crebbe un vero e proprio seno, ma le ghiandole mammarie si gonfiarono, fino a divenire una discreta prima naturale. Roberto, o meglio Robby, come si ribattezzò cominciò ad indossare abiti femminili. Prima solo l’intimo, sotto gli abiti da uomo, poi anche il resto approfittando della sera per uscire. Una volta, guardandosi allo specchio, vestito da donna, provò un brivido di compiacimento. Bene si disse sono pronto per riprendere la mia vita sessuale. Su internet trovò facilmente un sito di annunci e lasciò il suo: “Stupenda transex italiana, giovane ed ancora inesperta, carca giovane stallone per percorrere sentieri inesplorati. Ti voglio discreto e gentile”. Prima di inviare rilesse l’annuncio. Con amarezza aggiunse “sono solo passiva”. La sua mail fu intasata di risposte. Erano uomini di ogni parte d’Italia. Alcuni messaggi erano pieni di insulti. Altri erano rozzi e volgari. A molti erano allegate foto con membri dalle dimensioni più svariate. Robby ne scelse uno di un ragazzo che abitava nella sua città. Anche lui aveva allegato una foto che lo ritraeva nudo. Il suo pene era di dimensioni piuttosto ridotte e questo rassicurò Robby. Era allegato un numero di telefono, Robby lo compose. La voce del ragazzo gli sembrò subito gradevole e si misero d’accordo per incontrarsi. Robby si preparò con cura all’appuntamento, si truccò, apponendo in particolare un bel rossetto rosso sopra le labbra. Indossò dell’intimo sexy, una gonna corta anche se non cortissima, un bel paio di calze auto-reggenti, delle scarpe con tacco a spillo. Carlo, così si chiamava il ragazzo dell’annuncio, passò a prenderla e la portò a cena fuori. All’inizio Robby si sentiva in imbarazzo, ma poi cominciò a sciogliersi. Per la prima volta parlò con qualcuno dei suoi trascorsi problemi di salute e della sua scelta di varcare il Rubicone sessuale. Carlo raccontò di come sentisse il bisogno di sperimentare sempre nuove sensazioni in campo sessuale. Dopo cena Carlo, da perfetto gentiluomo riaccompagnò Robby a casa, e lei gli chiese se voleva salire. Carlo accettò e pochi minuti affondava la sua lingua nella bocca di Robby. Per lei era la prima volta che veniva baciata da un uomo, la cosa le sembrava strana, ma non mancò di risvegliare sensazioni che aveva dimenticato. Si spogliarono reciprocamente. Carlo fece sedere Rabby, rimasta in intimo, e le sfilò le scarpe e le calze. Come si ritrovò il piede nudo di lei fra le mani, non resistette alla tentazione di portarlo alle labbra. Passò la lingua su tutto il palmo del piede e sulle dita. Quell’odore lo inebriava. Inginocchiato davanti a lei, afferrò le mutandine e cominciò ad abbassarle. Trovò il pene di Robby, addormentato come sempre, tuttavia non poté fare a meno di baciarlo e dare una veloce leccatina alle palle. “Sono solo passiva” rammentò Robby. Fu poi la volta di lei a scoprire il corpo di Carlo. Quando gli abbassò i boxer, trovò il cazzo in erezione. Lo accarezzò teneramente. Chi me lo doveva dire, disse quel poco di Roberto che rimaneva in vita. Ma Robby riebbe il sopravvento, aiutata da una spintarella sulla nuca di Carlo, prese in bocca quel cazzo e cominciò a succhiare. Carlo notava la poca esperienza della donna, ma anche il suo impegno, e cominciò ad incoraggiarla. “Dai leccamelo, cicucciami il cazzo. Ho voglia di sborrare”. L’opera di Robby diede i suoi frutti e spinse Carlo ai limiti dell’orgasmo. Lui la fermò con una carezza. “Sto per venire” le disse. “Vuoi farlo nella mia bocca o preferisci il sedere?” Gli disse Robby, con un’audacia che non si conosceva “Voglio il culo”. Robby prese una crema ed unse il cazzo dell’amante quindi si cosparse l’ano. Si mise alla pecorina, cercando di aprire il più possibile le natiche. Lui si mise dietro di lei e cominciò a spingere. Per Robby era la prima volta e al primo dolore voleva smettere. Ma lui fu deciso, nel tenerla ferma, mentre spingeva. “Rilassati” le disse. La cappella di Carlo cominciò a frasi strada nel corpo di lei. Robby faceva di tutto per rilassare le sue membra, in modo da consentire un passaggio più agevole all’amante. “Brava, così” le disse lui. Infine il cazzo entrò e Carlo cominciò a pompare. “Brava, stai ferma, non opporre resistenza” lui le ripeteva. In breve, l’eccitazione di Carlo lo portò vicinissimo all’orgasmo. Si fermò un attimo: “mi piace incularti ed a te, ti piace prenderlo nel culo?” “si” “allora dimmelo” “mi piace prenderlo nel culo” Carlo diede ancora un paio di colpi poi il suo corpo si irrigidì nell’orgasmo. I fiotti di sborra calda colpirono le pareti dell’intestino di Robby, che quasi piangeva dall’emozione. Posso fare ancora sesso, si disse.
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