Erano mesi che avevo un chiodo fisso, sodomizzare la mia fidanzata .Ogni volta mentre facevamo l’amore le titillavo l’ano e le dicevo che avevo una voglia matta di entrare lì. Roberta che gradiva sicuramente i miei massaggi mi diceva che si sarebbe piaciuto anche a lei ma che aveva paura di provare dolore e che quindi non se la sentiva anche se la cosa la stuzzicava molto.Poi una sera mentre tutte due molto eccitati, e anche leggermente brilli, ci stavamo stuzzicando nei preliminari, Roberta con uno sguardo molto sornione che non le avevo mai visto prima mi dice: “Senti un po’ se davvero come dici tu la sodomia non è dolorosa purché la si faccia con calma e con la giusta quantità di vasellina, io mi farò sodomizzare solo dopo che io avrò sodomizzato te!”Beh che la mia Roberta fosse un po’ porcellina lo sapevo, ma che lo fosse fino a questo punto proprio non lo avrei mai immaginato, e anche l’idea di sentire il mio sfintere violato da qualche fallo improvvisato non mi entusiasmava affatto. Alle mie evidenti proteste però Roberta insistette che se non faceva male a lei non lo avrebbe fatto neanche a me e che quindi quello era il dazio da pagare per avere la sua verginità anale.Che dire, un po’ perché avevo una voglia matta di inculare la mia fidanzata, un po’ per i fumi dello champagne accettai il suo ricatto.Roberta allora mi guardò con un sorriso e disse:”Certo che il mio culo ti deve proprio essere andato in fissa, girati e mettiti in posizione” Io un poco timoroso ubbidii e lei cominciò molto dolcemente a leccarmi l’ano. Devo dire che quella fu una mossa vincente primo perché la sua lingua mi dava delle sensazioni di piacere mai provate prima e poi perché mi rilassò moltissimo sia mentalmente che fisicamente. Dopo una decina di minuti di questo delizia cominciò a forzare il mio sfintere con un dito che cedette alle sue pressioni senza difficoltà e senza procurami il minimo fastidio, anzi la cosa mi piaceva. Quindi al primo dito se ne aggiunse un secondo non prima però di avermi abbondantemente unto l’ano con qualcosa che poi scoprii essere della banalissima crema nivea. La sensazione che provai fu intensa ma non dolorosa. Roberta cominciò così un lento va e vieni per alcuni minuti dopo di che mi disse all’orecchio: “Ecco ora sei pronto” e sfilate le dita dal mio sedere sentii un oggetto cilindrico fare pressione sul mio sfintere ormai abbondantemente lavorato dalla mia fidanzata. All’inizio sentii un po’ di dolore ma lasciò quasi subito il posto ad una piacevole sensazione di pienezza mai provata prima molto intesa e devo dire assai goduriosa. Intanto Roberta mentre faceva andare lentamente avanti e indietro la candela che mi aveva infilato nel culo, con l’altra mano mi prese a massaggiarmi i testicoli alle base del pene e contemporaneamente spense la mia potentissima erezione con uno dei suoi pompini da favola. Devo dire che ebbi l’orgasmo più inteso mai provato fino a quel momento in vita mia e che lo rifacciamo spesso.Naturalmente dopo sodomizzai Roberta, ma questa è un’altra storia.
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