Sara era in crisi con il fidanzato e non era certo la prima volta.Questa volta però Paolo l’aveva fatta grossa, si era scopato una in settimana bianca mentre lei era dovuta rimanere a casa con l’influenza. Ovviamente quello stronzo se ne era anche andato a vantare con gli amici senza preoccuparsi minimamente del fatto che lei potesse venire a saperlo. Sara era al colmo della rabbia e, salita in macchina, prese a guidare senza meta rimuginando e rodendosi il fegato fino a quando, senza volerlo, non giunse nelle vicinanze della baracca di Assan. Assan era un nordafricano che Sara aveva conosciuto qualche tempo prima durante una festa organizzata su di un barcone lungo il fiume; il ragazzo abitava in una catapecchia poco lontano dal barcone e, attratto dal movimento, si era intrufolato con alcuni amici. Sara l’aveva trovato simpatico, e da allora si erano incontrati altre volte in occasione di altre feste del genere ed una sera Sara era persino andata a casa sua, se casa poteva definirsi il tugurio in cui viveva con altri suoi conterranei, e lì avevano avevano passato tutta la notte assieme, fumando e pomiciando fino all’alba.Da allora Sara non aveva più visto Assan, anche perché era cominciata quella storia con lo stronzo, ma quella sera Sara accostò la vettura al marciapiede e spense il motore. L’idea di Paolo che si scopava un’altra nella stanza d’albergo alle sue spalle continuava a frullarle per la testa facendola andare su tutte le furie, mentre una gran voglia di rendergli pan per focaccia iniziava a farsi largo prepotentemente.Si accese una sigaretta ed uscì dalla vettura. La luce era poca ma lei ricordava bene il punto in cui uno stretto sentiero si partiva dal bordo del muraglione per discendere in mezzo al canneto. A tentoni seguì la stradina e si accostò alla catapecchia, trattenendo il fiato per sentire se qualche rumore proveniva dall’interno, poi si azzardò a gettare un’occhiata.Alla tenue luce della luna Sara scorse Assan sdraiato sul lurido materasso che gli faceva da giaciglio: il giovane dormiva quasi completamente svestito; accanto a lui una giovane nuda dormiva profondamente. Entrambi dovevano essere sotto l’effetto di una bella fumatina serale,Sara percepiva l’odore dolciastro nell’aria.L’occhio le cadde sul membro del giovane che, ancora umido dell’ultimo rapporto con la ragazza accanto a lui, riluceva alla luce della luna semieretto: Assan con ogni probabilità aveva gradito la scopata e stava sognando qualche variazione sul tema. Sara che, bisogna dire, era una ragazza che difficilmente resisteva a certi richiami, si avvicinò carponi e, inginocchiatasi accanto al ragazzo, inizio ad accarezzare con la punta delle dita la pelle nuda lungo le gambe fino ad arrivare al pene. Sotto il tocco della ragazza il membro del giovane iniziò a reagire, gonfiandosi rapidamente. Vedere il cazzo di Assan sollevarsi per effetto delle sue dita cominciò ad eccitarla, come anche la eccitava l’appiccicaticcio dello sperma sotto le dita. Sara abbassò la testa ed iniziò a sfiorare con le labbra l’asta umida mentre con la mano massaggiava il sacchetto dei testicoli.Il pene emenava un odore acre, un misto di sperma, di liquido vaginale, e di poco pulito, un odore selvatico che non mancò di colpire le narici sensibili di Sara.Le labbra della ragazza si inumidirono al contatto del pene: tirata fuori la lingua cominciò a leccare l’asta oramai eretta partendo dal basso, all’attaccatura dei testicoli e salendo fino alla cappella: il pensiero che il cazzo del giovane fino a poco prima era dentro la fica di quella sconosciuta ed il sapore residuo del rapporto sulla sua lingua avevano un effetto perverso ed afrodisiaco.Sara aprì le labbra e lo prese in bocca cominciando a lavorarlo con la lingua; immediatamente Assan iniziò ad agitarsi nel sonno mentre Sara scendeva delicatamente fino a toccare con il naso il ventre per poi risalire fino alla punta. Il respiro del giovane si faceva sempre più pesante ed intenso mentre Sara aveva preso a muovere ritmicamente il capo; la sconcezza della situazione le faceva girare la testa e, inavvertitamente, iniziò ad accarezzarsi la fica mettendosi una mano nelle mutandine. Trovo la sua fichetta già abbondantemente bagnata e la cosa ebbe l’effetto di amplificare l’eccitazione. – La mia fichetta è proprio una porca – pensò – mica è colpa mia.Nel frattempo Assan mezzo sveglio e mezzo rimbambito dal fumo, prese a muovere il bacino come se stesse scopando. Sara afferrò il cazzo di Assan e cominciò a fargli una sega mentre con la lingua percorse il tratto dai coglioni al culo più volte cospargendolo di saliva. A questo punto Assan si svegliò pienamente e abbassati gli occhi vide Sara in ginocchio accanto a lui che gli menava il cazzo con la testa ficcata tra le sue gambe, mentre sentiva sotto di lui la lingua della ragazza che gli riservava un piacevolissimo bidet di saliva. La cosa durò un po’ di tempo, Sara gli riprese il cazzo in bocca e cominciò a spompinare con maestria, utilizzando sapientemente la lingua attorno all’asta e facendo appoggiare la punta della cappella sul fondo morbido del palato per poterla stringere con la gola.Assan era venuto da poco e quindi aveva bisogno di molto tempo per venire, ad un certo punto la fermò prendendola per i capelli:- Aspetta – disse – ancora no.Sara lo guardò in viso per la prima volta ancora in preda all’eccitazione del pompino. La saliva le colava da un angolo della bocca ed il respiro era pesante; la mano nelle mutandine oramai era zuppa di liquido come anche gli stessi slip. – Alzati e spogliati, voglio vedere come sei bella ! – disse Assan. Sara asciugandosi la bocca col dorso della mano, si alzò in piedi e, mentre Assan accendeva una piccola lampada a spirito, lei cominciò a spogliarsi sotto i suoi occhi .Mentre si spogliava, Sara sentiva gli occhi del maghrebino che le percorrevano la pelle dalle gambe alle tette alla fica; le sembrava di percepire fisicamente il tocco di quello sguardo sul corpo nudo e, quando rimase completamente nuda al centro della stanza, senti che l’umiliazione di spogliarsi in quel modo, lì dentro, nella stamberga sul fiume, in qualche modo si sommava all’umiliazione delle corna ricevute da Paolo e che la combinazione, stranamente, era eccitante. Adesso aspettava solo un ordine da Assan: essere sua, essere di quel ragazzo quasi sconosciuto, obbedire ai suoi ordini, soddisfare le sue voglie, era adesso per Sara un’umiliazione e, allo stesso tempo, una rivalsa sul fidanzato. Intanto Assan, fissandola, proseguiva ad accarezzarsi l’uccello mentre la giovane accanto a lui continuava nel suo sonno profondo.Assan poi si alzò improvvisamente ed iniziò a spingerla contro una parete della baracca, il contatto delle sue mani sulla pelle fece rabbrividire di piacere Sara che indietreggiò.Con movimenti piuttosto esperti il ragazzo iniziò a massaggiarle le tette guardandola fissa negli occhi; le dita le stringevano i capezzoli dapprima dolcemente poi più rudemente per poi afferrare le tette alla base strizzandole. Sara cominciò ad ansimare sensibilmente quando sentì la lingua del giovane bagnarle lentamente i capezzoli e chiuse gli occhi.Quando aprì gli occhi si rese conto, nella fioca luce della lampadina, di essere ora con la schiena nuda completamente appoggiata alla parete di lamiera ondulata e cartone mentre Assan le leccava e le mordicchiava i seni. Iniziò a massaggiare con passione i fianchi e la schiena del giovane che, abbassatosi, aveva cominciato a dedicare sempre maggiore attenzione alla fica di Sara penetrandola prima con un dito poi, via via che la fica della giovane si inumidiva sempre più, con due ed infine con tre. Assan si alzò e, scostandosi dalla giovane, proseguì a penetrarla con le tre dita, muovendole dentro la fica bagnata, mentre Sara iniziava a muovere il bacino spingendo le spalle nude contro la parete ed allargando le gambe per consentire una maggiore penetrazione. I loro sguardi erano fissi l’uno sull’altro in un crescendo di desiderio e di aspettative sulle prossime mosse.Quando Assan percepì le sue dita che oramai si muovevano in un lago di umori, repentinamente levò la mano allontanandosi di alcuni passi verso il centro della stanza.Sara non poteva fare a meno di fissare il membro del giovane che, se possibile, sembrava crescere ulteriormente e con una mano corse subito a sostituire il tocco del nero..- Vieni qui. – Le disse l’uomo massaggiandosi lentamente il cazzo al centro della stanza. Sara, imbambolata, staccò le spalle dal muro e, con passo incerto, iniziò ad avanzare. – Non così! – le intimò Assan – in ginocchio, e continua a tenere le dita nella fica. Sara si smarrì, la richiesta era inaccettabile quanto inattesa, sapeva di doversi rifiutare, eppure il tono della voce di Assan e soprattutto la cappella turgida dell’uomo lì a due passi, esercitavano una tentazione incredibile. – Mi tratta come una troia – pensò -.Il pensiero di essere una troia la eccitava, forse aveva fatto bene Paolo a tradirla, lei non era degna neanche di leccargli i piedi, si immaginava in ginocchio che leccava la fica di una sconosciuta mentre Paolo la trombava. Il cazzo di Paolo per una sconosciuta, lei non ne era degna, poteva solo pulire il liquido che cadeva dal coito, non era degna di altro.- Allora? – che vuoi fare? Non ti piacerebbe toccarlo? Se non ti va lasciamo perdere, mica ti obbliga nessuno.Le andava! Cadde sulle ginocchia, completamente nuda come era, e continuando a muovere le dita dentro la vagina, iniziò ad avanzare tra i materassi ed i rifiuti sparsi in terra.- Con dignità però – disse Assan – stai dritta e guardami negli occhi.Ad ogni ordine che le dava, Sara sentiva la fica bagnarsi ulteriormente mentre avanzava sulle ginocchia verso il centro della stanza, il suo sguardo non poteva fare a meno di concentrarsi sempre più sulla cappella turgida dell’uomo.Assan la guardava avanzare nella luce fioca che le ricadeva sulle spalle ben fatte, sui capelli chiari, sulle cosce sui seni e non credeva ai suoi occhi: era bella, una donna bianca completamente nuda ed in ginocchio davanti a lui e che obbediva ad ogni sui ordine.Arrivata a mezzo metro, Assan la fermò con un cenno: – Ti avevo detto di guardarmi negli occhi non di guardarmi il cazzo – le disse bruscamente. Sara non sapeva che fare, pensò che Assan aveva ragione, gli stava guardando il cazzo e la fica le pulsava dall’eccitazione: un forte desiderio di prendere in bocca quel cazzo eretto la stava assalendo sempre più irresistibiile.- S..scusa – disse con un filo di voce alzando gli occhi e guardandolo in viso questa volta.Il nero sorrise sdegnosamente – Sei proprio una troia, vorresti prendermelo di nuovo in bocca vero? -Sara annuì. – Lo vuoi in bocca o no?Sara guardò nuovamente il cazzo mentre Assan continuava a massaggiarselo, non poteva staccare gli occhi ed era presa da una voglia irresitibile di leccarne la cappella, di sentirsela sulla lingua, di prendere quel cazzo in bocca fino a dove fosse riuscita a farlo entrare. – Si – disse – lo voglio in bocca.Sara sentì il suono delle parole come fossero proferite da un’altra persona; cominciò a ripetere la frase a mezza voce “lo voglio in bocca”,le piaceva ascoltarsi mentre lo diceva.- Ancora no, disse Assan tranquillamente – avvicinati invece e succhiami le palle, ma metti le mani dietro la schiena. Sara sorrise, incrociò i polsi dietro la schiena e, mentre il giovane continuava a massaggiarsi il cazzo, infilò la testa sotto lo scroto ed iniziò a leccare lentamente i testicoli cospargendoli di saliva.Il nero la guardava soddisfatto dall’alto mentre lei prendeva in bocca un testicolo e cominciava a succhiarlo diligentemente.- Brava, così va bene – disse con un respiro leggermente appesantito – adesso l’altro.Sara lasciò andare il testicolo e prese l’altro, succhiando delicatamente, quindi di sua iniziativa lasciato il testicolo cominciò a leccare l’interno coscia del nero sorpassando con la lingua lo scroto ed infilando sempre più la testa tra le gambe, laddove più forte si percepiva l’odore animalesco e poco pulito del ragazzo. Nel frattempo qualcosa si mosse all’esterno e, senza che Sara se ne rendesse conto, cinque altri giovani, probabilmente che rientravano da qualche vagabondaggio notturno, entrarono silenziosamente nella baracca pensando di trovare gente addormentata . Ovviamente rimasero completamente di sasso quando, nel chiarore del lumino, scorsero il delizioso quadretto.Sara era piuttosto presa dal servizietto di cui stava favorendo il suo amico e non si rese conto subito dei nuovi arrivati, Assan però li vide e fece loro cenno di entrare:- che fate lì, entrate no? guardate che bell’animaletto mi è venuto a trovare stasera.Sara alzò la testa ma il nero la spinse con una mano nuovamente al suo lavoro dicendo – tu continua a leccare – Sara proseguì diligentemente a leccare le gambe dell’uomo, consapevole adesso di avere gli occhi di cinque estranei addosso e, non sapendo neanche perché, si sentì di dover ripagare gli astanti di tanta attenzione e cominciò a scendere con la lingua sulla gamba di Assan verso la caviglia; nel fare ciò allargò ancora di più le natiche verso i nuovi venuti mantenendo i polsi incrociati dietro la schiena. Uno di essi, un po’ sbronzo, si fece subito coraggio ed avanzò verso i due cominciando ad accarezzare il culo della ragazza che, al contatto con le dita del nero, ebbe un sussulto.- Veramente un bel culo – esclamò sghignazzando mentre infilava un dito lercio tra le natiche e lo passava sulle labbra della fica di Sara – ma cazzo! è bagnata fradicia!.Sara era veramente un lago e lei stessa non si capacitava, era perfettamente consapevole di essere in ginocchio completamente nuda, intenta a leccare le parti più luride del giovane sotto gli occhi di cinque sconosciuti, era perfettamente consapevole che uno di essi la stava frugando nelle parti più intime eppure la sua eccitazione non faceva altro che aumentare; istintivamente spinse la fica umida contro il dito del giovane che vi penetrò leggermente.Le venne la pelle d’oca mentre il dito veniva raggiunto subito da un altro ed entrambi penetravano lentamente nella fica; Sara cominciò a muovere ritmicamente il bacino mentre, proseguendo a leccare l’altra gamba del nero, risaliva lentamente verso il cazzo.Assan la prese per i capelli:- dove vuoi arrivare troia! – le disse guardandola negli occhi – il mio cazzo lo puoi avere solo quando lo decido io, intesi?.Sara annui mentre il suo respiro diventava sempre più affannoso a causa del giovane dietro di lei che aveva provveduto ad inserirle nella fica un terzo dito.Assan la spinse verso il pavimento e Sara fu costretta ad appoggiare le mani a terra mettendosi carponi mentre anche gli altri ragazzi si avvicinarono facendo circolo e cominciarono prima l’uno poi l’altro ad accarezzarla un po’ ovunque.Uno più diligente degli altri inizio a massaggiarle lo sfintere con un dito umido di saliva mentre l’eccitazione di Sara cresceva in maniera incontrollata e dalla gola cominciavano a fuoriuscire mugolii di piacere; Assan intanto si era seduto su un materasso godendosi lo spettacolo.Uno dei ragazzi, oramai incapace di resistere oltre, si levo i pantaloni e scoprì l’uccello già eretto avvicinandolo al volto di Sara. La ragazza percepì l’odore del membro vicino alla sua bocca e, rendendosi conto di essere al centro dell’attenzione tirò fuori la lingua iniziando timidamente a leccare la cappella dell’uomo, mentre lanciava uno sguardo di sfida ad Assan, seduto poco discosto. Il giovane si sedette e Sara, seguendolo carponi, iniziò a spompinarlo lentamente facendo scorrere le labbra lungo l’asta e facendo sparire e riapparire la cappella. Il cazzo non sembrava grosso come quello di Assan, però era piuttosto lungo e la punta le arrivava fino in fondo alla gola. In breve l’iniziale sapore di urina stantia sparì nella sua gola lavato dall’abbondante salivazione mentre varie mani avevano cominciato a frugarla in tutti gli orifizi. La saliva iniziava a scorrere lungo l’asta scolando sulle palle del ragazzo che, ad un certo punto, presala per i capelli, accelerò il ritmo del pompino.Ovviamente a questo punto un altro dei ragazzi si liberò degli indumenti e, inginocchiatosi dietro di lei, la penetrò nella fica; Sara emise un rantolo e lasciò entrare il cazzo che aveva nella bocca fino in gola. In questa posizione iniziò poi a muovere la lingua intorno al membro e spinse ulteriormente il naso tra i peli pubici del giovane.Intanto il ragazzo dietro, presala per i fianchi, cominciò a scoparla con maggior convinzione tirandola violentemente verso di sé e arrivandole ad ogni colpo fino alle ovaie; Sara emetteva mugolii soffocati dal cazzo che continuava a tenere gelosamente in bocca mentre con la mano destra ne accarezzava delicatamente i testicoli.Era adesso completamente in balia dei due sconosciuti e li lasciava fare: un cazzo dal diametro consistente la stava penetrando con violenza mentre l’altro ragazzo usava la sua bocca per farsi una sega come se lei fosse un semplice oggetto di piacere. Sara non resistette a lungo, i colpi alle ovaie e la sensazione di avere gli sguardi di sei maschi puntati addosso la fecero venire copiosamente con forti contrazioni e dovette aggrapparsi alle gambe di quello che le teneva il cazzo in bocca per non cadere. Contemporaneamente, eccitato alla vista delle inconsulte contrazioni del corpo nudo di Sara, anche questi cominciò a muovere il bacino in maniera sempre più concitata, spingendole tutto il cazzo fino nella gola e scopandola con sempre maggior foga.Ad un certo momento, arcuando le reni, cacciò un urlo soffocato ed iniziò a versarle fiotti di sperma direttamente in gola. Sara sentì i fiotti di sperma fluirle in gola ma, contrariamente al solito, invece di ritrarsi, prese ad ingoiare il liquido caldo dal cazzo dello sconosciuto, il quale continuava a premerle sulla testa con tutte e due le mani. Nel frattempo, dietro, l’altro continuava a scoparla con sempre rinnovata intensità ed anche lui in breve iniziò a venire abbondantemente senza prima farle la cortesia di togliersi dalla fica.Sara a questo punto cercò di divincolarsi e cadde a sedere in terra: – Bastardo – disse – ma sei pazzo! mi è venuto dentro, brutto stronzo! – Sara aveva perso rapidamente tutta l’eccitazione e guardandosi intorno sembrò rinsavire di colpo comprendendo lo squallore e la gravità della situazione: toccandosi con la mano la fica si accorse che stava gocciolando sperma sul pavimento e cominciò a piagnucolare: – Vi denuncio, brutti bastardi!La giovane che fino a quel momento aveva dormito si svegliò al trambusto e stropicciandosi gli occhi guardò Sara perplessa. Assan, che si era messo accanto a lei ed aveva osservato la scena massaggiandosi l’uccello si alzò in piedi e si avvicinò a Sara:- E adesso cosa ti succede? Te la prendi con noi? Razza di troia, non dire che non ti piaceva. E voi cosa dite, le piaceva o no? – disse con arroganza guardando i suoi compagni.- Le piaceva sì, eccome – disse uno toccandola sul culo con la scarpa. – ma adesso le fa schifo!.- Ma no che non le fa schifo – disse Assan – è solo questione di tatto, bisogna avere tatto, no carina? E nel dire così la prese per i capelli torcendole la testa: – Adesso apri la bocca piccola – Sara cercava di divincolarsi ma Assan la tirò per i capelli con maggior violenza e le assestò un rovescio sul viso. – Ho detto apri la bocca e stai ferma.Sara in realtà non riusciva a disobbedire ad Assan e, pur singhiozzando sommessamente, aprì la bocca e questi, raccolta una buona quantità di saliva le sputò sulla lingua; Sara accolse la saliva in bocca.- Adesso tienila lì – le disse strizzandole una tetta con violenza. La giovane sul materasso battè allegramente le mani allo spettacolo. – Adesso vai da ciascuno di loro in ginocchio e fai lo stesso. – disse Assan – finché non ti avranno sputato tutti in bocca. – Avanti – Nel dire così Assan la colpì violentemente con un calcio tra le gambe. Sara, ginocchioni, si diresse uno ad uno dagli altri mentre lo sperma le colava lungo le cosce. Ogni volta apriva la bocca e il ragazzo di turno le sputava in bocca. Quelli che sbagliavano la mira e la colpivano sugli occhi o sul viso ripetevano l’operazione. Alla fine Sara aveva la saliva di tutti e sei gli uomini in bocca ed il viso coperto di sputi; Assan fece cenno anche all’altra ragazza e quella, avvicinatasi, sputò anch’essa in bocca a Sara. Essere umiliata anche dalla ragazza fu per Sara il culmine della perversione e dell’eccitazione, si sarebbe gettata in terra a baciarle i piedi se avesse potuto chiudere la bocca e, se non fosse stato per la saliva che le impediva di parlare, l’avrebbe ringraziata di averla degnata del suo sputo; sentiva che essere trattata come una fogna le piaceva da morire ed inconsapevolmente iniziò a massaggiarsi le tette in attesa di un nuovo ordine di Assan.- Va bene signorina adesso ingoiala. – Sara non aspettava altro e, chiusa la bocca, provò ad inghiottire ma fu presa da un conato di repulsione: Assan allora le strizzò nuovamente con forza le tette e a questo punto gli occhi di Sara si riempirono di lacrime mentre d’un colpo ingoiò tutta la saliva . – Così va meglio, vero piccina ? Secondo me la signorina ci sta riprendendo gusto, vero che ti piace di nuovo? Facci vedere come ti ecciti, strofinati per bene la fica.Sara cominciò lentamente a massaggiarsi il clitoride ancora umido dello sperma del ragazzo.- Non così, avanti! Sai come si fa, infila le dita dentro.Sara all’ordine del nero cominciò a penetrarsi con due dita impiastricciandosi di sperma direttamente dentro la sua fica.- Vedi? Cosa ti dicevo? Disse il nero, vi conosco a voi troie bianche, siete sempre in calore. Tira fuori le dita e leccale ora.Sara estrasse le dita coperte di uno spesso liquido biancastro e se le infilo in bocca pulendole con la lingua, poi ricominciò a masturbarsi come prima. Il nero a questo punto con una mano le spinse il viso contro il pavimento e con l’altra iniziò a colpirla con violenza sul culo. Sara sussultava sotto i colpi vigorosi dell’uomo mentre continuava a masturbarsi la fica.L’effetto congiunto del dolore dei colpi e del movimento delle dita le davano un senso di stordimento mentre la fica cominciava a bagnarsi copiosamente.- Alla ragazzina piacciono le sculacciate – rise forte Assan e continuò a colpirla per un tempo che a Sara sembrò infinito.Poi presa una bottiglia vuota da un angolo la mise ritta al centro della stanza. – Va bene, adesso accucciati sulla bottiglia ed infilatela nella fica finché non ti dico basta.Sara si infilò l’orlo della bottiglia tra le labbra della vagina e iniziò così a scendere lungo il collo della bottiglia facendosela penetrare nella fica umida; l’abbondante secrezione dovuta alla sculacciata agevolava lo scorrere del vetro e la fica iniziava a dilatarsi.La bottiglia era penetrata per metà circa e Sara sentiva le labbra della fica dilatarsi sempre più mentre il collo iniziava a toccarle le ovaie. L’uomo a questo punto, preso un pezzo di corda, legò le mani della ragazza dietro la schiena e Sara rimase così in equilibrio semiaccovacciata al centro della stanza.- Adesso io mangio qualcosa, tu mi raccomando non muoverti. Così dicendo Assan e i due che l’avevano scopata si rivestirono ed iniziarono ad approntare una rapida cena mentre gli altri tre le si avvicinarono.Uno dei due le si parò di fronte con il cazzo eretto ed iniziò a strofinarle la cappella sulle labbra.Sara premurosamente estrasse la lingua quanto più possibile iniziando a leccargli la punta della cappella mentre l’uomo le si avvicinò ulteriormente e Sara si lasciò penetrare la bocca.Nuovamente l’eccitazione di avere un cazzo nuovo in bocca ed il dolore della dilatazione dovuta alla bottiglia immersa per più di metà nella fica combinati ebbero un effetto sorprendente su Sara che cominciò a leccare spasmodicamente la cappella dell’uomo .Questi rimaneva fermo in piedi, i pugni sui fianchi, godendosi lo spettacolo della ragazza bionda che scorreva avanti ed indietro la testolina bionda lungo il suo cazzo mentre cercava di rimanere in equilibrio con la bottiglia infilata nella fica. Il lavoro proseguì per alcuni minuti mentre il membro dell’uomo si ingrossava contro le pareti della bocca di Sara, e la saliva le colava dagli angoli della bocca. La fatica e la posizione scomoda la fecero coprire di sudore; mentre gli altri intanto guardavano la scena con piacere ridacchiando.Sara sentiva il cazzo dell’uomo gonfiarsi contro il palato e pensava che era veramente una troia se si eccitava a scoparsi la bocca da sola con il cazzo di quel ragazzo nero.Cominciò ad accelerare il movimento ed a scorrere la lingua sulla cappella e lungo l’asta fino a che l’uomo, come il precedente, con un colpo di reni le caccio tutto il cazzo fino in gola e tenendole la testa schiacciata contro l’addome cominciò a venirle direttamente nell’esofago.Quando sentì gli schizzi caldi di sperma Sara non riuscì a trattenersi ed iniziò a venire dimenando il bacino per sentire il collo della bottiglia premere dentro di lei.Finito il lavoretto l’uomo estrasse il cazzo completamente pulito e venne immediatamente sostituito da un altro e la cosa proseguì fino a che tutti e tre i ragazzi vennero a turno nella bocca di Sara. Finito che ebbe di ingoiare lo sperma dei tre le si avvicinò l’altra ragazza che iniziò a schiaffeggiarla in viso.- Bella biondina – le diceva – ingoi tutto quello che ti passano vero?Sei veramente un cesso umano, una latrina.Mentre la ragazza la insultava Sara immediatamente cominciò a leccarle il clitoride a piena lingua assaporando il succo che la donna eccitata produceva sempre più copiosamente. I capezzoli di Sara strofinavano sulle cosce della ragazza ed il lavoro di lingua proseguì a lungo. Dopo circa un quarto d’ora uno dei ragazzi, finito di rifocillarsi, si avvicinò nuovamente a Sara e cominciò a massaggiarle le tette, pizzicandole i capezzoli.- Hai delle belle tette. -disse- .Effettivamente Sara aveva delle belle tette, piene e morbide, inoltre erano da sempre una delle sue parti più sensibili ed infatti sotto il tocco non proprio delicato del ragazzo, i capezzoli reagirono immediatamente. – Ringrazia quando ti fanno i complimenti – disse Assan.- Grazie – disse Sara con un filo di voce, e sentendosi realmente lusingata per l’apprezzamento.- E guardalo negli occhi troia Sara alzò lo sguardo e guardando il ragazzo ripetè ad alta voce – grazie -Il giovane intanto ci prendeva gusto e pizzicava i capezzoli di Sara sempre più crudelmente tirandoli a sé con forza.I seni si deformavano sotto la trazione e Sara faticava sempre più a mantenersi in equilibrio sulla bottiglia che oramai non andava oltre in quanto era giunta ad un punto di massima dilatazione; ciononostante, arcuando la schiena, sporse i seni in modo da facilitare il ragazzo e, guardandolo, gli sorrise.Il giovane allora con un ghigno beffardo le sputò in viso ed iniziò a schiaffeggiarle le tette con violenza; colpita dallo sputo, Sara tirò fuori la lingua per leccare la saliva dell’uomo che le colava sul viso e la inghiottì. La cosa non mancò di eccitare selvaggiamente i ragazzi che iniziarono a coprirla di sputi, sul viso, sul seno; quindi uno dei giovani le spalancò la mascella con le mani e gli altri le sputarono nuovamente tutti a turno in bocca insultandola. Sara iniziò nuovamente a bagnarsi, nonostante la bottiglia oramai infilata da circa mezz’ora nella fica, e quando uno degli uomini iniziò a sbottonarsi i pantaloni tirando fuori il cazzo, spalancò la bocca cercando di raggiungerne la cappella con la lingua. Questa volta però il giovane le voltò le spalle e, massaggiandosi il pene, le porse il culo intimandole di leccare per bene; Sara iniziò timidamente a leccare con la punta della lingua una delle chiappe.- Ha detto di leccare il culo, non hai sentito? – le disse Assan.Sara allora iniziò a percorrere a piena lingua le chiappe luride del nero bagnandole di saliva, quindi inserì la lingua nella fessura del culo: lì la cosa cominciava a farsi difficile in quanto l’uomo aveva un sapore disgustoso ma Sara proseguì imperterrita nonostante la repulsione.Non riusciva più a resistere ed amava essere oggetto di piacere per quegli sconosciuti, avrebbe voluto che Paolo, i suoi amici i suoi genitori fossero lì a vedere, le dispiaceva quasi che nessuno lì avesse una telecamera per poter riprendere tutto, per poter documentare quanto era troia.Si sentiva la più vile e disgustosa delle creature della terra, non solo per l’abiezione degli atti compiuti, ma soprattutto per il godimento provato nel compierli. Così pensando impiegò quindi maggior lena nel percorrere più volte con la lingua tutta la fessura fino allo sfintere, qui provò a penetrare con la lingua mentre il giovane apprezzava il lavoretto emettendo dei grugniti di piacere, Assan alzatosi le spinse la testolina di Sara a fondo contro il culo dell’amico- Lecca per bene -.Sara bilanciandosi con le mani legate infilò il viso fino al naso ed iniziò a penetrare con la lingua nel buco del culo del giovane che iniziò ad emettere dei rantoli di soddisfazione. Oramai era spossata, le gambe non la reggevano più, ciononostante non poté fare a meno di muovere il bacino sulla bottiglia per poter sentire il collo muoversi dentro di lei e presa dall’eccitazione continuò ad inondare di saliva il culo del nero. La saliva scendeva lungo la fessura ed iniziava a colare lungo le cosce del giovane fino a terra mentre Sara oramai strofinava il naso nel culo e si percepiva distintamente il rumore della lingua bagnata e dei risucchi di saliva.La ragazza senza più ritegno cadde in ginocchio.- Ti prego allarga le gambe – disse – ho voglia di leccarti le palle, e infilata la testa tra le gambe dell’uomo, arrivò a leccargli i testicoli.Il ragazzo dovette apprezzare l’iniziativa perché emise dei rantoli ancora più sonori masturbandosi più rapidamente Sara oramai era fuori di sé e cominciò a leccare l’interno della coscia del ragazzo scendendo giù fino ai piedi, mentre con il bacino continuava a muovere la bottiglia dentro di sé; sentiva le tette strusciare per terra ed il culo completamente inerme e a disposizione di chi avesse voluto: si sentiva totalmente succube di quegli uomini e la cosa la faceva letteralmente impazzire e, cosa ancor più strana, il pensiero che anche una donna fosse adesso testimone della sua depravazione, aggiungeva un ulteriore elemento d’eccitazione.Sara sentì le dita di uno dei ragazzi esplorarle lo sfintere slargandolo gradualmente e penetrare facilmente all’interno, poi appoggiata la cappella sul buco iniziò a spingere ed il cazzo penetrò con facilità per un terzo. Sara emise un grido; nessuno le aveva mai infilato il cazzo nel culo, neanche Paolo era mai arrivato a tentare una cosa del genere. Non che Paolo non ne avesse voglia, ma lei si era sempre rifiutata ad una simile pratica degradante: ricordava ancora della sua ira quando Paolo glielo aveva proposto ed aveva osato addirittura munirsi di vaselina come misura preventiva. Ed ora quest’individuo con un affare che le sembrava spropositato la stava squartando senza che lei facesse nessuna resistenza. L’urlo di Sara non impensierì affatto il tipo che con un altro colpo lo infilò dentro completamente. La presenza del collo di bottiglia ovviamente restringeva lo spazio a disposizione e Sara sentì un dolore lancinante mentre il cazzo dell’uomo andava a sfregarsi sul collo della bottiglia. Sara iniziò ad urlare dal dolore ad ogni colpo dell’uomo e, nel far questo, smise di leccare l’altro che, giratosi, si inginocchiò e, infilandole il cazzo in bocca, cominciò a pompare.Il giovane che la sodomizzava intanto, eccitato dalla situazione, impugnò la bottiglia ed iniziò a muoverla impietosamente nella fica per sentire maggiormente l’effetto sul suo cazzo. Sara non capiva più nulla, un rivolo di saliva le scendeva dalla bocca mentre il negro la scopava spingendo il cazzo fino alle palle, delle fitte lancinanti al culo si accompagnavano a brividi di godimento che la percorrevano tutta e le facevano venire la pelle d’oca. La bottiglia era completamente cosparsa di liquido vaginale e Sara iniziò a venire, con un mugolio continuo di intensità crescente, fino a che esplose in urla soffocate mentre contrazioni violente la scuotevano completamente. Poco dopo anche l’uomo che le scopava la bocca non si trattenne ed iniziò a venire con foga sputando sperma sul fondo del palato della ragazza. Sara sentì il liquido caldo in bocca ed incavò le guance succhiando il cazzo dell’uomo come volesse aspirarlo, ancora una volta, non sapeva più quante oramai, la gola e lo stomaco di Sara accoglievano lo sperma di uno sconosciuto. L’uomo quindi estrasse il cazzo dalla bocca e glielo porse perché lo pulisse, cosa che Sara fece diligentemente asportando con cura tutte le gocce che ancora fuoriuscivano ed infilando la lingua nella fessura della cappella. L’altro che la stava inculando a questo punto decise che era il suo turno ed iniziò a venire inondandole il culo. L’intestino che si riempiva di liquido caldo le diede una sensazione mai provata e mentre con la lingua stava ancora percorrendo l’asta dell’altro uomo fino a lambirne i coglioni iniziò a venire nuovamente, accasciandosi con la testa sul pavimento in preda a contrazioni di piacere.Gli uomini allora si ritirarono e la lasciarono carponi, con le mani legate, mentre Sara continuava a dimenarsi nuda sul pavimento lurido della capanna, scossa da orgasmi consecutivi, mentre un rivolo di sperma le usciva dalla bocca slargandosi sul pavimento.La donna a questo punto, avvicinatasi le estrasse finalmente la bottiglia dalla vagina mentre Assan decise che era giunto il suo turno e, spogliatosi nuovamente, si accucciò sul viso di Sara presentandole il culo.- Visto che ti è piaciuto tanto quello del mio amico, vediamo che ne pensi del mio.Sara, ancora ansimante per gli orgasmi, sussultò, la vista dal basso del culo e del sacco dei testicoli di Assan la faceva impazzire. Assan iniziò nuovamente a massaggiarsi il cazzo e Sara, sollevando la testa dal pavimento, con la lingua iniziò a percorrergli i testicoli prendendoglieli a turno in bocca e succhiando delicatamente, poi iniziò a leccare arrivando fino allo sfintere. Assan si allargò allora le chiappe in modo che la giovane potesse penetrare meglio con la lingua nello sfintere e poi le si sedette sul viso, mentre con le mani cominciò a colpirle i seni con violenza.Ad ogni colpo Sara emetteva un rantolo soffocato mentre con il viso completamente immerso nel culo del nero cercava ancora, imperterrita, di penetrare quanto più possibile con la lingua. I colpi sui seni proseguirono a lungo mentre ogni tanto il nero si sollevava per permettere a Sara di respirare: inizialmente colpì i seni a piene mani frontalmente poi, strizzandone uno alla base, iniziò a schiaffeggiarlo ed a morderlo con crudeltà, quindi passò all’altro, e così a turno.Sara soffriva terribilmente, soprattutto quando le strizzava i capezzoli eretti tra i denti con una cattiveria senza pari, ma allo stesso tempo godeva ed istintivamente allargò le gambe, mentre la fica umida reclamava nuovamente di essere riempita.Uno degli altri ragazzi allora, tornato in tiro, si avvicinò nuovamente e sollevatole le gambe estrasse il cazzo ed iniziò a pomparla nella fica.La donna, che fino a quel momento era rimasta a guardare, vista la remissività di Sara decise di passare nuovamente all’azione e, estratta dal materasso una delle grappette di acciaio, piuttosto robuste, che servono come cuciture del tessuto, tirato con violenza un capezzolo di Sara, iniziò a perforarlo con quel arnese.La ragazza cacciò un urlo tremendo ed iniziò a divincolarsi ma quello che la scopava le bloccò saldamente le gambe mentre Assan le si sedeva nuovamente sul viso; con le mani legate Sara non poté fare nulla molto per sottrarsi alla tortura. Il metallo appuntito trapassò a fatica il capezzolo e la faccenda durò qualche minuto, la donna dovette tirare con forza tremenda il capezzolo per riuscire a farlo perforare dal metallo ed il dolore per Sara fu inimmaginabile, alla fine ed un rivolo di sangue iniziò a sgorgare dalla ferita. Assan chiuse il metallo ad anello mentre la donna passò ad eseguire la stessa operazione sull’altro seno.Sara era completamente inerme e pervasa dal dolore mentre l’uomo che la scopava stava accelerando i colpi pieno di eccitazione alla vista dell’operazione. Finita l’operazione la donna iniziò a tirare con forza i due anelli deformando con crudeltà i due seni fino a farli allungare almeno del doppio rispetto alla loro dimensione naturale, quindi tenendoli in quella posizione, chiese ad uno dei ragazzi, di colpirli con una canna. Il giovane, strappata una canna dal terreno, inizio a colpire con violenza le tette di Sara mentre la donna le tirava con sempre maggior forza per non lasciarsele sfuggire.Sara dal dolore era completamente paralizzata. – Perché ti sei fermata disse Assan? ContinuaSara, con uno sforzo sovrumano, si ricordò di dover procurare piacere ad Assan con la sua bocca e riprese a leccargli lo sfintere. Poi Assan sollevatosi le infilò il membro in bocca stavolta spingendolo completamente dentro, i suoi grossi testicoli le sbattevano sul naso. Anche in questa posizione Sara voleva far venire Assan, aveva una voglia irresistibile di sentire anche il suo sperma, e cominciò a muovere la testa per quanto possibile nella sua posizione ma in questa situazione devastante iniziò nuovamente a venire con un urlo soffocato per l’orgasmo e per il dolore ai seni, stringendo con forza le gambe intorno ai fianchi del maghrebino che la scopava.Assan intanto, giunto all’apice con un urlo animalesco iniziò a venire; a Sara sembrava che lo sperma non finisse mai di scorrerle nell’esofago e lo sentiva scendere caldo fin nello stomaco. Quando Assan ebbe finito si rialzò e lasciò il posto all’altro che, estratto il pene dalla fica di Sara, glielo infilò anch’egli in bocca, venendo quasi immediatamente. Gli altri giovani intanto avevano iniziato a darsi da fare con l’altra donna che, sdraiata su uno dei materassi, stava godendo sotto i colpi di una doppia penetrazione. Ad uno ad uno, i giovani scoparono la donna e, al momento culminante, scaricarono il loro sperma nella gola di Sara che, sdraiata in terra aspettava paziente ed accoglieva avidamente lo sperma di tutti e sei i maschi. Quando tutti furono venuti, Assan nuovamente eccitato, decise di completare il servizio. La voltò bruscamente e postala carponi, puntò la cappella contro il foro e spinse fino penetrare per metà. Sara sentì i muscoli dello sfintere dilatarsi allo spasimo e gli occhi le si riempirono di lacrime. Un urlo le uscì dalla gola quando Assan, con un colpo di reni, infilò tutta la cappella nel culo di e penetrò fino a metà del membro. Sara, con il volto sul pavimento, iniziò ad urlare selvaggiamente sotto i colpi violenti dell’uomo; il pene di Assan le penetrava inesorabile dentro l’intestino, lasciandosi una scia di dolore insopportabile Sara sentiva l’enorme membro sfregarla violentemente fin dentro le profondità delle viscere, mentre la fica, violata dalle luride dita dell’uomo ricominciava a produrre un’abbondante secrezione vischiosa. Ogni colpo era una pugnalata e le contrazioni dello stomaco le fecero rigurgitare buona parte dello sperma fin lì inghiottito sul pavimento.Completamente abbandonata Sara venne nuovamente, mentre Assan la scopava nel culo, e nella foga dell’orgasmo strofinava il volto sul pavimento scivolando con il viso sullo sperma che le era uscito dalla bocca, poi sentì il membro uscirle dal culo e si trovò voltata sulla schiena.Assan aveva deciso di passare alla fica e Sara, non appena venne penetrata, iniziò un nuovo orgasmo, molto più violento del precedente mentre Assan scopandola, la tirava con forza a sé afferrandole i ferri sui capezzoli. Sara urlava come un animale mentre gli orgasmi si susseguivano senza che riuscisse a controllarsi.Assan, giunto al punto decisivo non seppe controllarsi e, cercando di venirle in bocca, eiaculò sul viso della ragazza e sul pavimento mentre Sara scossa dagli spasmi, cercava di cogliere qualche goccia di sperma, ripulendo con amore poi il cazzo delle ultime gocce che continuavano ad uscire.A questo punto Assan, soddisfatto, si alzò in piedi.Tutti i presenti la stavano guardando, nuda, sdraiata in terra, con il viso ed i cappelli in una chiazza di sperma, e con il corpo ancora scosso dalle ultime contrazioni.Sara li osservò e capì che si aspettavano ancora qualcosa da lei, e soprattutto che lei stessa desiderava stupirli e mostrar loro qualcosa di bello. Faticosamente, con le mani legate,, riuscì a sollevarsi nuovamente sulle ginocchia e, tirata fuori la lingua, iniziò a leccare il lastricato tra i materassi, pulendolo da tutto lo sperma rigurgitato poco prima. Sentiva il liquido oramai freddo e scivoloso scenderle in gola, accompagnato da tutto ciò che assieme ad esso la sua lingua raccoglieva dal terreno.Intanto gli altri, nel vederla inginocchiata ed intenta a leccare il pavimento iniziarono ad insultarla, colpendola con calci sui fianchi, sul culo, sulla schiena ed anche sul viso. Uno infilata una scarpa nella pozza gliela porse da leccare, e Sara la pulì diligentemente con la lingua mentre gli altri la colpivano senza pietà finché un calcio più violento degli altri la rivoltò sulla schiena Sara, supina, aprì la bocca per poter ricevere gli sputi che arrivavano copiosi sulla lingua mentre offriva il seno ai colpi inarcando la schiena, oramai nulla più le sembrava abbastanza, i limiti erano stati tutti superati e Sara era pronta a qualsiasi depravazione, anzi si può dire che desiderasse in ogni modo che i sei uomini e la donna passassero ogni limite con lei..La giovane, anche lei in preda ad una sorta di delirio, le si accovacciò sul viso ed iniziò lentamente ed orinare e Sara, inizialmente sorpresa, capì che non altro si meritava ed aprì la bocca per accogliere obbediente il piscio della donna.Il getto di liquido caldo e maleodorante era troppo irregolare, parte le finiva in gola ma il resto le scorreva sul viso e sugli occhi mentre parte fuoriuscendole dalla bocca scorreva sulle guance bagnandole i capelli ed infine il pavimento. Assan applaudì, – Ma che bella idea, anch’io – disse Sara, che stava pulendo diligentemente la fica della donna dalle ultime gocce di urina, fu messa in ginocchio e Assan postosi in piedi di fronte a lei, iniziò a pisciarle lentamente in bocca; Sara allora guardandolo negli occhi, gli accolse la punta della cappella tra le labbra in modo che Assan potesse pisciarle direttamente nella gola; ogni tanto il nero si interrompeva consentendo a Sara di deglutire, non una goccia andò perduta. Anche gli altri allora passarono per la bocca di Sara ed alcuni di loro nuovamente eccitati, iniziarono a pomparle in gola fino a venire, tenendola saldamente per i capelli poi, senza neanche spostarsi, le pisciavano nell’esofago. Alla fine Sara si accasciò in terra esausta e i cinque uomini la trascinarono fuori dalla stanza lasciandola nel buio della notte con le mani legate…
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