Sono una donna di trentasei anni, separata da cinque, molto giovanile e con un corpo di cui vado fiera e che molte ventenni mi invidiano. Da quando io e mio marito ci siamo lasciati non ho più avuto altre relazioni sentimentali. Da quando io e mio marito ci siamo lasciati non ho più avuto altre relazioni sentimentali.Vivo con i miei due figli: Sara e Luca.Questa è l’incredibile storia di come, in meno di due mesi, mi sono trasformata da irreprensibile mamma a totalmente perversa schiava sessuale di mio figlio.A settembre dell’anno scorso mia figlia Sara decise di vivere in collegio per essere più comoda nella frequenza dell’istituto d’arte che frequenta e che si trova in una città vicina.Restammo quindi a casa io e Luca da soli. Con mio figlio ho sempre avuto un rapporto molto conflittuale e spesso teso; Luca, da quando io e mio marito, suo padre, ci siamo lasciati non riconosce più in me nessuna autorità. Spesso è svogliato e gli scarsi risultati che riesce a fatica ad ottenere a scuola sono causa di continue liti. Esce con gli amici e torna tardi, incurante delle mie minacce e dei miei rimproveri. Solo a suo padre sembra dare retta, quelle rarissime volte che lo prego d’intervenire.Una sera di fine settembre ero in camera mia a leggere un libro quando mi parve di sentire strani rumori provenire dalla stanza di Luca; mi avvicinai senza fare rumore e attraverso una spiraglio della porta della camera di mio figlio vidi Luca che si masturbava gemendo.Rimasi impietrita, senza sapere cosa fare: avrei voluto allontanarmi senza farmi vedere ma le mie gambe si rifiutavano di obbedirmi. Gli occhi incollati alla mano di mio figlio che scorreva sul suo sesso, lungo e sottile.Erano anni che non avevo rapporti e sono ancora giovane: cominciai a sentire un piacevole tepore in mezzo alle gambe e senza rendermene conto infilai la meno sotto alla corta camicia da notte e cominciai ad accarezzarmi. Una parte della mia mente mi faceva vergognare e mi rendevo conto di fare una cosa ignobile e vergognosa ma non riuscivo a smettere di masturbarmi spiando mio figlio.Probabilmente mi sfuggì un gemito o urtai inavvertitamente qualche cosa; chiusi un attimo gli occhi proprio mentre un irrefrenabile orgasmo mi travolgeva. Quando li riaprii mio figlio era in piedi davanti a me e mi fissava sconvolto. Non mi fu possibile staccare la mano immediatamente dal mio sesso e rimasi ancora tre o quattro secondi ad accarezzarmi davanti a Luca.Quando finalmente riuscii a riacquistare il controllo cercai confusa di spiaccicare una qualche giustificazione, ma potei solamente dire “Luca, scusa se ti ho disturbato, io…””Mamma… Mi stavi spiando… cosa…”non resistetti alla vergogna e scappai in camera mia nascondendomi il viso tra le mani.La mattina dopo, mentre Luca era a scuola, pensai per tutto il tempo a come avrei dovuto affrontare l’argomento di quanto successo la sera prima. Quando a pranzo mio figlio entrò in casa ero imbarazzata come non mai ma Lui, sorprendendomi, si comportò come se nulla fosse successo. Anzi, era particolarmente allegro e, cosa rara, mi raccontò di come era andata la mattinata, dei suoi amici, di quello che avevano in programma per il fine settimana. Pranzammo chiacchierando tranquillamente del più e del meno.Quando a fine pasto Luca si alzò, ritirandosi in camera sua a studiare, mi trovai a pensare che in fondo doveva aver capito anche Lui la situazione imbarazzante e sperai che avesse archiviato il fatto come una semplice sciocchezza.Gli gridai dalla cucina”Luca, vuoi il caffè?””Si grazie mamma, me lo porti per favore?”Quando entrai in camera di mio figlio per poco non saltai, io e tutta la tazzina del caffè!Luca era disteso sul letto, nudo e con il sesso turgido e teso. La sua mano destra scorreva lentamente lungo quell’asta: mi sentii mancare e con voce rotta riuscii a dire”Luca… Cosa stai facendo?”Lui, con la maggiore naturalezza possibile mi guardò sorridendo”Mamma, credi che il mio pene sia normale?””Ma Luca… io…non…””Vienimi vicino….”Mi avvicinai lentamente e Luca mi prese la mano, guidandola a sfiorare il proprio sesso con la punta delle dita”Ho paura di essere inadeguato con le ragazze…””Ma no tesoro, sei normalissimo,… anzi…””A te piace il mio pene mamma?””Ohh… Mio Dio, Luca… Cosa stai dicendo…?”Ma, nonostante tutta la mia volontà, non riuscivo a smettere di sfiorare il sesso di mio figlio con le dita. Mio figlio, mio figlio… Quel pensiero mi inorridiva ed al tempo stesso mi faceva impazzire dall’eccitazione.Poi improvvisamente Luca si scostò dalla mia mano, si coprì con il lenzuolo, prese la tazzina che ancora reggevo e, come se niente fosse successo, mi disse”Grazie per il caffè, mamma! Adesso vorrei riposare.”Rimasi li qualche secondo come un ebete senza sapere cosa dire o fare, poi mi girai ed uscii in silenzio dalla stanza.Ritornai in cucina, sconvolta ed eccitata dalla scena che avevo appena vissuto; per il resto del pomeriggio mi passai più volte le dita sotto il naso cercando di rintracciare una minima traccia del profumo che il sesso di Luca vi aveva lasciato. Durante la notte non potei non masturbarmi fino a sfinirmi.Da quel giorno mio figlio cominciò a farsi sorprendere sempre più spesso nudo. Girava per casa lasciando il proprio sesso scoperto e spesso, mi si avvicinava sfregandosi addosso a me in modo da farlo sembrare del tutto casuale. A volte, quando era in erezione, mi prendeva la mano e la avvicinava a se, lasciando che con la punta delle dita io gli sfiorassi il sesso.Sempre, in quelle occasioni, ripeteva la solita domanda”Ti piace il mio pene mamma?”Le prime volte cercavo di rimproverarlo”Luca smettila! Ti pare la maniera di andare in giro?”Ma lui sorrideva e si scherniva”Ma dai mamma… Sono tuo figlio.. Mica sarai imbarazzata da me…”Dopo una settimana quelle furtive carezze che Luca mi concedeva, anzi, quegli sfioramente leggeri in punta di dita, perché appena cercavo di afferrarlo meglio Lui si ritraeva, diventarono per me importanti come l’ossigeno stesso. Mi vergognavo e maledivo, ma non più riuscivo a farne a meno.Da anni non passavo le notti ad accarezzarmi come da quando era cominciato quello strano gioco con mio figlio. Ero poi continuamente messa in imbarazzo da quella sua domanda insistente”Ti piace il mio pene mamma?”Un pomeriggio davanti alla mia esitazione nel rispondere Luca stava già per allontanarmi la mano da suo sesso, quando con un filo di voce non riuscii trattenermi dal rispondere”Ohh.. Sii Luca… Mi piace… Mi piace tanto….”Per la prima volta mi permise di afferrarlo nel palmo della mano e potei finalmente massaggiarlo cinque o sei volte a tutta mano.Mentre lo masturbavo, godendomi quel premio, mio figlio mi guardava sorridendo”E brava mamma…”Dopo due settimane avevo ormai capito che Luca desiderava che fossi io a chiedergli di poterlo accarezzare. Quando mi domandava “Ti piace il mio pene mamma?”avevo imparato a rispondere”Si Luca, Tanto…”solo allora mi permetteva di afferrarlo e di masturbarlo.La svolta cruciale avvenne una domenica. Erano due settimane e qualche giorno che praticavamo quello strano gioco.Dopo un giorno intero senza che mio Figlio si interessasse a me, non riuscii addirittura ad impedirmi di essere io stessa ad andare a cercarlo in camera sua”Luca… Potrei accarezzarti un poco? Sai che mi piace tanto…”Lui mi guardò con aria trionfante e sorridendomi mi rispose”Mamma, se vuoi toccarmi devi chiederlo per favore!”Ero scioccata ma ormai avevo perso ogni freno inibitore. Sentivo già che quella situazione scabrosa scaldava il mio sesso come brace ardente”Per favore… Luca… Posso toccarti?””Mamma, mamma… Facciamo un patto. Io do una cosa a te e tu dai una cosa a me…Rispondimi… Tu la notte ti masturbi pensando a me, vero?” “Per favore Luca… Cosa mi fai dire… Io…””Rispondi, oppure vattene!”Il tono duro ed autoritario mi lasciò senza fiato e senza volontà”S…si… Mi accarezzo…””Pensando a me?””…S… Si! Pensando a te…””E brava mammina… Tocca pure se vuoi…”Quella notte mi accarezzai e piansi; godevo e soffrivo in un misto di vergogna ed estasi dei sensi. Era come se il mio corpo vivesse una nuova primavera e mai, in precedenza, avevo provato sensazioni così intense come quelle che mi provocava accarezzare mio figlio. Quella notte, per la prima volta, desiderai che anche lui mi toccasse; che usasse il mio corpo per il proprio piacere; inorridii, ma mi resi conto che desideravo che mi ordinasse le cose più oscene.Il giorno dopo Luca mi chiese”Ti sei masturbata questa notte mamma?”Oramai la mia volontà vacillava sempre più pericolosamente; non pensai neppure per un secondo di osare mentirgli”Si Luca… Mi sono accarezzata…””No Mamma! Ti sei masturbata, non accarezzata!””Si Luca, scusa… Mi sono masturbata pensando a te…”Poi successe una cosa strana: Luca mi chiese”Ti piace il mio cazzo mamma?”Usò volutamente quel termine volgare; non pene o sesso. Come prima mi aveva corretto sul termine Masturbare, invece che accarezzare, adesso voleva sottolineare che a me, sua madre, piaceva il suo cazzo. Sessualmente e senza nessun filtro di decenza o apparenza.Sentirgli usare quel linguaggio volgare parlando con me mi fece esplodere le viscere e sentii il mio sesso inondarsi di umori tiepidi”Si… Tesoro… Mi piace da impazzire il tuo cazzo…”Nuova ondata di umori nel mio sesso”Avresti voglia di prenderlo in bocca mamma?”Gemendo e trattenendomi a stento dal masturbarmi, li davanti a mio figlio quindicenne, risposi”Ohh si Luca… mi piacerebbe tanto…””Allora ricordati le regole mamma! Io do una cosa a te e tu ne dai una a me! Da oggi non voglio più che indossi le mutandine ed il reggiseno. In casa indosserai solamente gonne corte e vestitini leggeri ed io, forse e se sarò soddisfatto dal tuo comportamento, ti permetterò di succhiarmi il cazzo!”Dopo appena tre settimane dall’inizio di quel gioco perverso mi ritrovavo a girare per casa seminuda per obbedire ai capricci di mio figlio, aspirando e sospirando nella speranza che lui, con un gesto della mano, mi facesse sollevare la gonna per verificare se avevo ubbidito, prima di permettermi di stringere tra le labbra il suo cazzo.Anelavo e desideravo più di ogni altra cosa che mi toccasse, che mi strizzasse i seni nudi sotto le camicette, ma Luca non sembrava intenzionato a farlo. Ma ormai avevo imparato, e così mi ritrovai a chiedere”Luca, scusa… Vorrei… mi piacerebbe tanto essere toccata da te… Cosa vuoi che faccia per essere toccata?”Il giorno dopo mi ordinò di depilarmi completamente il pube e le ascelle, poi mi fece rimanere completamente nuda, a parte delle scarpe con il tacco a spillo. Volle che raccogliessi i capelli e che mi truccassi perfettamente. Quando fui pronta mi fermai in piedi davanti a lui”Brava mamma… Sei bella sai? Da oggi mi servirai così come sei adesso, nuda! E se non sarò contento del tuo comportamento varrai punita, chiaro?””Si Luca… è chiaro… Ho capito…””Ora mamma voglio che ti masturbi qui davanti a me, in piedi, e tenendo le gambe bene allargate. Avanti, ubbidisci!””Ohh mio Dio Luca…”Ma la mano scese, indipendente dalla mia volontà, verso il mio pube totalmente rasato ed esposto agli sguardi di mio figlio. Dopo pochissimi minuti raggiunsi un orgasmo devastante; per diversi secondi rimasi a gemere ed a contorcermi davanti a Luca.Quella sera, per la prima volta luca allungò una mano per afferrarmi un seno e mentre lo martoriava senza nessuna delicatezza ed esperienza disse una cosa che mi sconvolse”Ho sentito papà che lo diceva una sera che avevate litigato… Diceva che sei una puttana! Ha ragione, sei proprio una brava puttana… Vero mamma?”Cominciai a piangere per quella offesa, ma cosa ero diventata se non una puttana per quel ragazzetto che si divertiva ad umiliarmi?”Si Luca… Sono una puttana… Sono la tua puttana e ti ringrazio…””Brava mammina… A proposito; hai goduto senza chiedere il permesso! Questa sera ti frusterò in mezzo alle cosce per punizione, e poi, magari se ne ho voglia, ti toccherò un poco quella figa che fa le bave li sotto. Sei contenta mamma puttana?”L’ultima domando ed il linguaggio in generale erano volutamente umilianti, offensivi e richiedevano, da parte mia, una totale e completa accettazione dei nuovi ruoli che si erano venuti e creare. Io ero la puttana e Mio figlio il mio padrone.”Si Luca…. Grazie…”
Aggiungi ai Preferiti