Quella notte non aveva chiuso occhio, non poteva, fra poche ore avrebbe vissuto un sogno il suo sogno e la sua mente si affollava dei pensieri più disparati. La sveglia… finalmente una liberazione. La mattina, presa una giornata di ferie, preso un taxi per l’aeroporto era andata di corsa all’imbarco…. era in ritardo e non poteva, non DOVEVA perdere quell’aereo.Ce l’aveva fatta… l’aereo era decollato e lei stava volando incontro al suo desiderio più intenso e profondo.Sull’aereo aveva preso un piccolo beauty case ed era andata alla toilette dove si era spogliata completamente dei suoi abiti ed aveva indossato solo un paio di calze autoreggenti e l’impermeabile che aveva accuratamente allacciato in vita.Seduta al suo posto nuovamente si era immersa nei suoi pensieri….. scrollando la testa si era guardata intorno… seduto accanto a lei c’era un uomo distinto di mezza età con un portatile in mano aveva tutta l’aria di essere un manager…. l’uomo la scrutava incuriosito… fissando quelle provocanti autoreggenti che si intravedevano attraverso le gambe accavallate della donna, sembrava chiedersi che cosa fosse quella strana collana che sporgeva dal colletto del suo impermeabile.Lei gli piazzò un sorriso educato e severo che lo fece voltare imbarazzato e ritornare al suo portatile.L’aereo era atterrato, lei si alzò di scatto, aveva dentro di sé un mix di emozioni contrastanti e fortissime che le facevano tremare le gambe, aspettò che la gente si accalcasse davanti agli oblò di uscita dell’aereo e si mise in coda, voleva essere l’ultima a scendere dall’aereo, avere più tempo per riflettere e vincere le sue emozioni.Senza accorgersene si trovò all’aeroporto e si guardò intorno cercando quello sguardo, lo sguardo di lui. Lo riconobbe tra mille persone, molto distante da lei e le gambe le tremarono di più per l’emozione. Lei la slave, la sub stava per incontrare per la prima volta Lui il suo Master il suo Dom colui che tanto venerava, pensò tra di sé, l’altra metà della mela…..Si fece forza e gli andò incontro altera e fiera come Lui avrebbe voluto guardandolo dritto negli occhi. Erano l’uno di fronte all’altra …finalmente…. lei sempre fissando i suoi occhi vinse l’istinto di buttargli le braccia al collo e di baciarlo appassionatamente, solo riuscì ad allentare ulteriormente il colletto dell’impermeabile e a mostrare con fiero compiacimento il suo collare e pose una catena con gancio sulla mano di Lui. Il suo Master agganciando quel collare l’aveva ammessa alla sua corte, l’aveva consacrata come sua slave.Andarono a pranzare in un ristorante non molto lontano raccontandosi mille cose guardandosi, scrutandosi incessantemente, ma con entrambe un solo pensiero rivolto al poi a…. QUEL giorno.Dopo cena Lui la condusse in un cottage fuori città un bel posto di campagna piuttosto isolato.Entrarono in una bella stanza tutta in legno con un camino già acceso e una bottiglia di champagne tenuta in freddo il Master aveva predisposto tutto, avendo cura di non tralasciare il minimo particolare.Lui la afferrò con fermezza e le slacciò facendolo scivolare a terra l’impermeabile, trovandosela completamente nuda con il collare le calze autoreggenti e le scarpe con un tacco vertiginoso.Fissò il suo sguardo su di lei contemplandola, scrutandola nei minimi particolari: valutandola. Le disse “sei la mia cagnetta, la mia troietta” si sfibbiò la cinta e la sfilò dai pantaloni se la attorcigliò sulla mano destra e sfiorò ogni centimetro del suo corpo con la ruvidezza del suo cuoio.Le impartì il suo primo ordine “Chinati e leccami i piedi!” lei ubbidì prontamente passando la sua lingua sui suoi piedi. Lui, completamente nudo e in erezione, cominciò a toccarsi e a masturbarsi, e ritraendo il piede dalla bocca di lei si allontano’ dalla stanza. Tornò nudo e imponente con del laccio e la fece sedere su una sedia alla quale la legò saldamente. Le afferro e le frustò col suo pene duro il viso bendato. Applicò sui suoi seni delle pinze per capezzoli molto strette e le carezzo la clitoride con un vibratore sfiorandole contemporaneamente quasi ogni parte del corpo con i suoi genitali. Assicurandosi di averle applicato bene la ball gag in bocca, onde evitare di sentire fastidiosi lamenti, prese a toccarle insistentemente la vagina e a dilatarla sempre di più fino a entrare dentro la sua mano che ritrasse dopo un poco per continuare a toccarla e stimolarla prima con le dita e poi con la punta turgida del suo pene fino a penetrarla sempre più velocemente e violentemente.… e quando si accorse che lei era sul punto di avere un orgasmo immediatamente si fermò ordinandole “Non venire…non ancora!”Le liberò la bocca e le sfiorò le labbra con il pene intriso del suo umore “Leccalo… prendilo …ti piace il tuo sapore?”Lei prese sapientemente a leccare prima i testicoli, poi la base del pene fino a salire sempre più su infilando la sua lingua umida di saliva, mista al suo liquido vaginale, nella fessura della sua punta.Lui le afferrò i capelli e tirandoli la penetrò oralmente fino quasi ad arrivarle in gola.”lo vuoi…. vuoi il tuo nutrimento?” le chiese e lei con gli occhi lo implorava di onorarla della sua linfa vitale.E così fece facendoglielo bere tutto e spruzzandole pure il volto.La slegò la accarezzò e baciò teneramente, ascoltando le parole di gratitudine e devozione che lei non smetteva di proferire.Dopo un po’ di tempo la fece mettere carponi e la fece gattonare verso un’altra stanza e la rinchiuse dentro una gabbia di ferro.Dalle sbarre fece passare un frustino rigido, del tipo che usano i fantini con il quale le tormentava ogni parte del corpo insistentemente.Perse una boccetta di olio immerse e intinse il manico del frustino e glielo avvicinò alle natiche tracciando dei cerchi come se volesse fare dei disegni sul suo sedere nudo finchè piano piano lo avvicinò all’ano e delicatamente, ma con fermezza la penetrò. Non volendo trascurare alcuna parte del suo corpo, le porse attraverso le sbarre un vibratore elettrico e le ordino’ di usarlo in vagina.Lasciandole il frustino dentro e messosi in piedi sopra il tetto della gabbia le orinò addosso.Facendola uscire e levandole il frustino e il vibratore la fece inginocchiare davanti a lui e le versò il resto delle sue orine sui seni e sul ventre. Prese le mani di lei e le fece accarezzare il corpo intriso e gocciolante del suo liquido “Leccati le mani ….e puliscimi …..!” ordinò. Lei prese a leccarsi le mani, scoprendo quel sapore amaro e pizzicante che aveva tanto sognato di assaporare dal corpo del suo Dom e sapientemente ma molto delicatamente per gustarne completamente il sapore gli pulì il pene.”Ho una sorpresa per te….” e disse a un certo punto, socchiuse il battente di una porta le mostrò fieramente e sorridendo compiaciuto una croce di legno molto grande. La fece alzare e le immobilizzò gli arti con delle catene saldate ai quattro vertici della croce. Prese il gatto a 9 code e la frustò sapientemente, perché con il dolore voleva amplificarle il piacere, mentre la eccitava con qualsiasi cosa gli capitasse a tiro sfiorandola anche con le sue mani e con i piedi e facendole colare la cera di due candele, una rossa e l’altra nera, sui seni, molto abbondantemente, quasi a volerne ottenere un calco. Le permise di avere un orgasmo.La liberò dalle catene e la fece sdraiare sul pavimento.Prese a mordicchiarle e a baciarle la pelle bianca soffermandosi sui seni sul pube.Si accovacciò sul suo ventre e defecò.Lei era troppo stordita dal piacere, dall’eccitazione e dalle forti sensazioni che stava provando e accolse quella roba calda come un dono che il suo Dom le stava facendo.Il Master alzatosi in piedi le cosparse il corpo di feci spalmandogliele con i piedi.Le ordino’ di toccarsi, di masturbarlo e di leccare il suo pene per pulirglielo. Lei quasi in un’estasi ipnotica ubbidì, e il Dom la premiò regalandole un altro assaggio del suo liquido seminale.La fece alzare e la condusse in bagno dove dapprima la lavò, prendendosi cura amorevolmente di quel corpo da cui aveva tratto tanto piacere, poi Le ordinò di lavarlo minuziosamente e la sub eseguì il suo compito con devozione e gratitudine.”Preparati…. ti porto a cena” le disse sorridendo e indicandole degli abiti molto particolari, di latex che lasciavano ben poco all’immaginazione e che anzi evidenziavano la biancheria intima che avrebbe dovuto indossare: un reggiseno trasparente con bordi in pelle borchiata e un paio di mutandine che aveva una cernierina lungo la fessura dei genitali. Indossate le scarpe di pelle lucida nere con tacchi vertiginosi e fibbie alle caviglie e il suo impermeabile, uscirono.In automobile lei aveva l’obbligo di sfilare il suo impermeabile mostrando i seni agli altri automobilisti e di non smettere di carezzare per nessun motivo con le mani il pene del suo Dom.Cenarono in un ristorante raffinato, non smettendo mai di provocare gli altri clienti ed il personale, toccandosi ed eccitandosi a vicenda.Usciti dal locale il Padrone condusse la sua schiava in un club privè.Lei fece in tempo a guardarsi intorno incuriosita, nella sala SM del club, che il suo Dom le bendo’ gli occhi e davanti a tutti la spogliò facendo scivolare l’impermeabile e sfilandole il succinto abito.La guidò con la mano attraverso la sala, le incatenò le mani in un palo metallico; lei percepì ad un tratto che il suo Master si era allontanato e si rese conto di essere sola.Sentiva che il suo corpo era posto all’attenzione generale e pur essendo imbarazzata, sperava che il suo Dom non l’avrebbe abbandonata.Ad un tratto sentì dei passi e delle risa sommesse di alcune persone che le si stavano avvicinando e che le stavano alitando addosso.Era impaurita, ma cercò di trattenersi, sussultando e contorcendosi il meno possibile, voleva avere un certo contegno agli occhi del suo Master che forse (e lo sperava vivamente dentro di se) era in un angolo della sala ad osservare e a soppesare ogni sua minima reazione, o semplicemente a compiacersi e godere della situazione.Ad un tratto, come un branco di lupi che ricevono il comando dal capobranco, le persone presero a sfiorarla a toccarla a sculacciarla e a usare delle bacchette sul suo corpo fremente.Sentì mille mani maschili, femminili, nude o munite di oggetti di varie forme ruvidi o lisci, pesanti o morbidi come piume e anche corpi che si accanivano su di lei sempre più insistentemente in ogni parte del suo corpo dal viso alla punta dei piedi. Stava provando sensazioni fortissime terrore puro, misto ad eccitamento totale.Quando stava per raggiungere il culmine dell’umana sopportazione a livello di emotivo, improvvisamente il silenzio regnò attorno a lei e sentì il calore e la carezza di una sola mano, che per lei era riconoscibilissima, quella del suo Padrone che la liberava.Le levò la benda che le copriva gli occhi e tirando la catena del suo collare, la condusse in un angolo un po’ appartato della sala.C’era un muro nero con delle fessure dalle quali sbucavano genitali maschili e femminili , natiche e seni di altre persone poste dall’altro lato della parete.Lei ebbe l’ordine di piegarsi senza inginocchiarsi leccare e succhiare ad uno ad uno quello che fuoriusciva dai buchi di quella strana parete.In questa posizione fu facile per il Dom contemporaneamente giocare con il suo ano e il suo pube e penetrarla alternandosi in ambedue gli orifizi.Lei era come un animaletto domestico, che eseguiva i suoi ordini mansueta, con piacere e devozione. Quando però lo sguardo del suo Dom si posò su una coppia di schiavi che imploravano di ricevere ordini da lui e di giocare con lei, la slave con uno sguardo implorante, ma fermo gli fece capire che non avrebbe gradito affatto. Non si sentiva, almeno per ora di condividere il suo Master con nessun’altro schiavo, era la sua prima volta nel mondo SM ed ancora non era pronta a considerare un rapporto Dom/sub, che non fosse esclusivo e unico…….. IL MASTER E LA SUA SLAVE e basta…..Forse col tempo e con la dovuta maturità avrebbe fatto anche questo per il suo Master se avesse capito che per lui era qualcosa di importante.Lasciarono il locale e rientrarono nel cottage di campagna.Si abbandonarono sul letto stanchi ma felici, lei appoggiò le guance sui suoi piedi, in segno di devozione e gratitudine e si addormentò felice.Suonò la sveglia…….. che delusione!Il Master l’accompagnò all’aeroporto.Si persero l’uno negli occhi dell’altra e si baciarono appassionatamente.Lei era malinconica ma al contempo felice perché, lo sentiva dentro di sé, quella non sarebbe stata l’ultima volta.
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