Come mi sono ridotto…Io, fino a qualche tempo fa classico maschio omofobico meridionale, mi trovo ora inginocchiato ai piedi del letto del mio (oramai ex) migliore amico, lo vedo cavalcare la mia (anch’essa ex) ragazza e sono pronto, come ogni volta, a prendere in bocca il suo cazzo colante di sperma, ancora caldo per la scopata appena finita Volete sapere come è andata? Perchè ora mi trovo in queste situazione? Beh, tutto è nato quasi per caso un pomeriggio di circa due mesi fa: mi trovavo col mio migliore amico sotto la doccia di uno spogliatoio, dopo una partita di calcetto con i nostri amici. Eravamo soli, ritardatari come sempre, e stavamo in silenzio a lasciare che l’acqua ci scivolasse sulla pelle, quando i miei occhi, fino ad allora rigorosamente etero, furono attratti in maniera spasmodica dall’enorme cazzo che penzolava tra le gambe muscolose del mio amico. Era un affare bello grosso, credo oltre 23 cm a riposo, e nella mia mente si formò l’immagine di lui che me lo spingeva in bocca con forza Era la prima volta che avevo fantasie di questo genere,ma ciò che volevo in quel momento non era solo il suo cazzo,ma era la voglia di essere la sua puttana, la sua troia di merda, il suo schiavo. Cercai di reprimere ciò che mi stava passando in testa, ma non ci riuscii…Ero come posseduto, l’unica cosa che volevo in quel momento era la sua grossa mazza davanti al viso, alla mia bocca, null’altro mi importava Gianluca, questo è il nome del mio amico anche se ora sono abituato a chiamarlo unicamente Padrone, si accorse del fatto che gli stavo fissando da un po’ il cazzo e più irritato che meravigliato mi urlò: ” Che cazzo guardi? Sei diventato frocio?!” Io non gli risposi, ma quel tono di voce imperioso, autoritario, fece scattare in me la molla definitiva, che avevo tentato di reprimere in quei minuti. In quel momento non volevo nient’altro che lui, e non volevo essere nient’altro che il suo personale schiavo succhiacazzo. Senza pensarci su mi gettai in ginocchio, e mi trovai così a pochi passi dalla sua zona proibita: il suo lungo pisello, mai così vicino, mi inebriava col suo profumo, la sacca delle palle penzolava lì vicino alle mie labbra, la macchia scura dei suoi peli era un groviglio che avrei voluto lappare. ” Che cazzo stai facendo ? ” mi urlò dall’alto il mio futuro signore, ed io per tutta risposta gli presi il cazzo nel palmo della mano, mantenendolo alla base. ” Chiavamelo in bocca, ti prego, Gianluca, lo voglio !” gli dissi io dal basso, mentre i miei occhi guardavano con voluttà la capocchia rossa che facevo fuoriuscire dalla pelle mentre glielo menavo. Dopodichè gli sollevai il cazzo ed iniziai a baciargli la punta: l’odore forte di maschio, un misto di urina, sperma e sudore, mi assalì le narici e mi diede ancora più forza nel continuare quello che stavo facendo. In quel momento non mi importava delle conseguenze, non mi importava di quello che lui avrebbe potuto pensare o dire agli amici, non mi importava nulla della mia dignità, del fatto di trovarmi con il pisello di un mio amico in mano e a pochi centimetri dalle mie labbra, come una puttana qualsiasi da 10 euro a bocchino Gianluca non oppose resistenza: si fece prendere il cazzo, se lo fece baciare e poi mi disse ” Finalmente ti sei mostrato per quello che realmente sei: una puttana di merda che chissà da quanto tempo non vedeva l’ora di fare questo, che chissà da quanto tempo si sparava seghe pensando a come spompinarmi il cazzo !” Ed io ” Si, Gianluca, sono una troia, la tua troia, voglio esserlo a vita, voglio che usi la mia bocca per godere quando vuoi ” Stavo per infilarmi finalmente la sua grossa mazza in bocca quando Gianluca mi fermò mantenedomi la testa ” Se vuoi mettertelo in bocca devi prima dirmi che sarai da questo momento la mia puttanella personale,uno schiavo ai miei ordini !” ” Si, lo sarò, sarò tutto quello che vorrai ” e per rafforzare il mio concetto dissi ” Sarò il tuo schiavo sessuale, Padrone ” Gianluca rise a quella mia affermazione, si vedeva che voleva sfruttare il momento per rendere un suo amico il suo schiavo personale a vita, e quindi colse la palla al balzo ” No, stronzo, non sarai solo il mio schiavo sessuale, sarai il mio domestico, il mio cameriere, ti trasferirai da me (Gianluca è uno studente fuori sede) e sarai il mio servo 24 su 24, ti userò in tutti i modi possibili, sarai il mio leccapiedi, il mio cesso personale…” ” Si, mio padrone, non desidero altro che essere sottomesso da te, mio signore ! ” E mentre dicevo questi toccavano con la lingua la punta sempre più dura del cazzo del mio ex amico, che si stava ingrossando sotto le mie mani ” Puttana, allora succhia! “. Il padrone mi diede il suo permesso, soddisfatto della mia resa totale e del futuro che lo attendeva: un futuro da Dio in terra, da Padrone assoluto che dominava su uno schiavo umile, sottomesso, pronto a fargli da zerbino, da domestica, da cesso umano Non me lo feci ripetere due volte, e aprì la bocca il più possibile per accogliere quel cazzo maestoso, enorme, duro come roccia. Per la prima volta stavo spompinando il pisello di un altro, una mazza che mi penetrava sempre più in fondo, arrivando a toccarmi la gola, costringendomi ad aprire in modo innaturale la bocca. Avevo i peli del pube sotto al naso e l’odore di sudore di quelli mi entrava nel cervello. Il padrone mi manteneva la testa di lato e godeva, il suo cazzo gli aveva permesso di appropriarsi della vita di un altra persona, in maniera totale e completa Gianluca mi scopò in bocca a lungo, penetrandomi con forza,violando la mia bocca vergine con prepotenza, fregandose di me e del dolore alla mascella, come solo un Padrone sa fare. Mentre lo spompinavo, mi apostrofava con parole quali Puttana, troia succhicazzi, ricchione di merda e mi ricordava quale sarebbe stata la mia vita da quel pomeriggio sotto la doccia, una vita fatta di umiliazioni, sottomissioni, cazzi in bocca, piedi sudati in faccia e molto altro ancora, tutte cose che in questi due mesi di schiavitù ho provato e riprovato Ma mentre gli succhiavo il bastone mantenendolo in mano, non mi pentivo di nulla, avevo ottenuto ciò che desideravo, anche se a caro prezzo. E se la sottomissione era il prezzo da pagare per poter sentire sulla lingua quel pisello di notevolissime dimensioni, non mi sembrava poi tanto alto. Dopo oltre dieci minuti, quando le ginocchia cominciavano a farmi male e la mascella se ne era andata a puttane, il mio signore arrivò: mi mantenne la testa con più forza, mi scopò in bocca con più violenza, assestandomi colpi come se quello fosse stato il culo di una troia da strada e poi, finalmente, mi arrivò in gola. Il padrone mi buttò giù per l’esofago una quantità enorme di sperma caldo, odoroso e rimase col pisello nella mia bocca ancora per qualche minuto, quasi per farmi assaporare il gusto della mia nuova condizione di suo schiavo. Ed io, per fargli capire che lo ringraziavo di quello che aveva fatto, iniziai a leccargli la capocchia, asportando tutte le tracce di sborra e facendolo così godere ancora Dopodichè, il Padrone uscì dalla mia bocca, lasciandomi indolenzito in più punti e con un enorme vuoto. Da quell’istante capii che non potevo vivere senza colmare quel vuoto, e che glielo avrei preso in bocca o dove lui avesse voluto per altre mille volte E così è stato.
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