Capitolo 1 – Week EndRacconto: Se quella sera… emozioniCapitolo 2 – LunedìRacconto: Se quella sera… InquietudiniCapitolo 3 – MartedìRacconto: Se quella sera… MenateCapitolo 4 – MercoledìRacconto: Se quella sera… Intrighi e confidenzeCapitolo 5 – GiovediRacconto: Se quella sera… Certezze e novitàCapitolo 6 – VenerdìRacconto: Se quella sera… Misteri e doveriCapitolo 7 – Sabato&DomenicaRacconto: Se quella sera… Ognuno si arrangia come puòCapitolo 8 – LunedìRacconto: Se quella sera… SorpreseCapitolo 9 – MartedìMisteri e incomprensioniKarin era davanti allo specchio intenta a lavarsi le mani, Taddeo giuntole alle spalle le disse pacatamente “Ieri sera quando mi hai proposto un incontro sessuale… beh, ho trovato la cosa molto carina e dolce” Era tesa come una corda di violino, e lui restò in silenzio per lunghi secondi guardandola da capo a piedi. Indossava dei pantaloni neri con un golf scollato che le valorizzava il seno e gli occhi, sentendosi, non sapeva come, nuda sotto quello sguardo. “Né sono lusingato”Vincendo una certa qual ritrosia rispose sottovoce “Frena non né sono più tanto sicura”Taddeo attese una sua nuova reazione, strana, per aver constatato l’euforia della sera prima sembrava dimenticata, abbassò subito lo sguardo per sapere cosa fosse successo alle sue gambe: indossava un paio di pantaloni larghi e privi di forma “No, aspetta non ti giustificare, non essere precipitosa ascolta quanto sto per chiederti, sei pronta?” Sentiva che l’interesse di Karin aumentava; era come se, col passare dei secondi, ogni ansietà della ragazza stesse svanendo, e leggera come un soffio rispose, “Si!”Era davvero bella, in piedi di fronte a lui, gambe lunghe leggermente divaricate, scarpe basse, pantaloni neri, un bellissimo seno ed un viso intrigante, vivo. A Taddeo sembrava impossibile che quella ragazza, visibilmente impacciata, fosse capitata a lui, e sapeva che per continuare ad esserle amico doveva aiutarla ed imporsi con autorevolezza, perché se solo l’avesse trascurata, Karin sarebbe fuggita. Palleggiando per pochi secondi con lo sguardo un paio di volte dallo specchio alle gambe, ed esprimendo garbo e ammirazione disse “Bene, poche donne sarebbero capaci di offrirsi con tanta naturalezza ad un uomo coinvolgendo anche la moglie. Credimi, in genere noi uomini siamo molto meschini e piuttosto che rinunciare ai favori di un’altra donna siamo disposti a tradire tutto e tutti”La scontentezza e l’ansietà di Karin s’erano intensificate per i suoi innumerevoli tentativi di assumere un comportamento pacato e ragionevole, ma non vi riuscì “E noi donne siamo ingorde, gelose e bastarde; e comunque, sai la distinzione dei latini dell’altra sera… persona ed individuo, ecco mi ha fatto molto pensare. Allora la domanda?”Taddeo represse con forza il leggero disappunto che stava per impadronirsi di lui “Forse in parte mi hai già risposto, per te cos’è la fedeltà coniugale?” chiese, accompagnando le sue parole con un leggero sarcasmo. Karin agganciò gli occhi di Taddeo infondendogli tutta la consapevolezza che quello che stava per dirgli era più che importante “Non lo so, è una storia lunga, però stamattina mi sono alzata con questa idea: l’amicizia tra un uomo e una donna deve poggiare su una solida onestà sessuale, altrimenti è solo conoscenza”Taddeo sorrise ammirato “Mi sei diventata una filosofa””No dai, sono seria” L’ansietà di Karin era più che percettibile e solo allora Taddeo prese la decisione di accordarle tutta la sua attenzione, in modo che potesse sfogarsi e confrontarsi con lui; leggermente dispiaciuto per la battuta fuori posto le accordò tutto la sua attenzione, “Scusa, continua””Taddeo, siamo onesti quand’è che ci imponiamo una monogamia sessuale? Forse quando siamo molto giovani, ma è qualcosa che ci aiuta a vivere meglio? A me sembra proprio di no. Diamo troppa poca importanza all’atto fisico in sé stesso, e troppo ai falsi sentimenti, e sono quasi certa di una cosa: darla via per amicizia non è poi così sbagliato””Benvenuta nel mondo dei vivi”La sera prima, Karin s’era preoccupata sorprendendosi della sua stessa compiacenza ed aveva declinato l’invito ma ora si rendeva conto, minuto dopo minuto, che non poteva più ignorare i suoi istinti, come soffriva delle allusioni ironiche di Taddeo “Si, si prendi pure per il culo”Il turbamento che Taddeo leggeva nei suoi occhi non contraddiceva la serietà dei suoi propositi, e tentando una riconciliazione in extremis tentò di calmarla “Ma stavo scherzando, dai adesso cosa ti prende..””Niente, niente mi sento solo un po’ delusa” rispose infilandosi il camice ed uscendo dallo spogliatoio.***Ultimamente ad Ettore era capitato di parlare assiduamente con Luisella su quali e quanti modi di sedurre colpivano la sua fantasia; erano solo pareri e quelle diverse considerazioni li trovavano sempre di più d’accordo sull’esprimere senza reticenze la propria libido. Si era fatto mentalmente una lista per come preferiva vedere una donna vestita, per poi spogliarla, sfogliandola petalo dopo petalo come un bocciolo di rosa. L’aveva vagliata e modificata nel corso degli anni facendola assomigliare sempre di più ad una sinfonia dell’eccitazione.Erano le otto e quarantacinque del mattino e con un po’ di nostalgia ripensò alle calze di Luisella, che Luisella di tanto in tanto indossava, ricamate nella parte alta e rette da un reggicalze, in modo da resistere in posizione fino all’ultimo. Il pene crebbe nei boxer e quel lieve formicolio convinse Ettore ad impugnare il proprio sesso irrequieto; diede un paio di colpi svogliati, ma un perizoma di pizzo dimenticato da Luisella nel suo bagno risvegliò totalmente la sua libido. Lo prese fra le dita; era una di quelle mutandine che all’occorrenza si poteva mimetizzare fra le natiche senza doverla sfilare, ed indossata sopra il reggicalze la si poteva eliminare facilmente senza togliere nient’altro. La masturbazione si fece più frenetica. La sua Luisella poteva anche desiderarla così agghindata nei loro incontri privati, ma gradiva di gran lunga la sola completa nudità assieme ad altri amici, durante le loro frequenti orge. Tra amici ciò che contavano erano di gran lunga i giochi erotici, cioè tutte quelle combinazioni che nella coppia non potevano essere realizzate; le donne si concedevano completamente alle attenzioni delle loro amiche e lui amava prenderle, possederle aumentando e sublimando l’accesa libidine della sua compagna e di tutte donne.Si appoggiò con una natica al lavandino del bagno proseguendo placido nella masturbazione con in mente il reggiseno aperto sul davanti per risultare invisibile sotto il vestito, magari sotto una camicetta di seta, una giacca o un corsetto. Passò alla gonna che preferiva rigorosamente a tubo e lunga appena sotto il ginocchio, con uno spacco abbondante per favorire le visite della mano, e per finire un bel paio di scarpe eleganti dal tacco alto.Percepì l’orgasmo montare proprio nel medesimo istante in cui squillò inopportuno il cellulare. Imprecò e cercando di contenersi realizzò che era una chiamata di Luisella, difatti la cavalcata delle Valchirie era il giungle riservato al numero della sua donna. Strinse il pene alla base percependo distintamente lo sperma ribollire inquieto. Con una corsa afferrò il telefono poggiato dalla sera prima sul comò della camera “Ciao, bella””Dove sei in macchina””No mi stavo tirando una sega in tuo onore”Luisella rise sommessamente “Beato te””E’ tutto quello che hai da dire, in fondo sei tu quella vorrei avere adesso nuda con me… alla pecorina diciamo””Lo so, scemo… è che né ho ricevuta un’altra…””Di che?””Di rosa rossa!””Ancora?””Già!””Ma tu adesso dove sei?””In albergo. Siamo passate qui per lasciare giù la valigia, e Lecceti sarà a momenti qui…””Di la verità che ti sarebbe piaciuto prendere una matrimoniale, eh?””Non ti preoccupare… vedrai che se stasera non mi senti è perché gli la sto leccando””Senti, adesso ti metti una mano su quella bella patata depilata e ti tocchi… ricorda dobbiamo venire insieme””Non ho tempo…””Si dai, adesso infili una mano sotto la gonna, sposti le calze, e…””Ho le collant””Cazzo, allora ti sfili la gonna abbassi le mutandine… e poi cerchiamo di venire insieme”Ettore percepì nettamente lo strusciare dei vestiti attraverso l’apparecchio e quando tornò ad udire la voce di Luisella riprese in mano il pene strizzandolo leggermente “Io sono pronto…””Anch’io, lo sono anch’io… ho le dita che sfiorano il campanellino, che vanno giù e su””Lo sento caldo, lo sento caldo…””Amore lo sai che ho trovato un’altra rosa rossa, qui, nella mia stanza d’albergo?””Uh, come?””C’è un uomo che mi si vuole fare, mi si vuole scopare…””Ma sarà poi un uomo?””Non lo so, non so più niente amore… senza di te non so più niente… mi manchi tanto!””Sbrigati a tornare, passerina mia”Pensieri, parole e qualche scontroTaddeo guardò Karin intenta riordinare un fascio di documenti. Tutto quel candore di cellulosa bianca era risucchiato nel buco nero della sua chioma corvina. Anche lui veniva assorbito da quel vortice di primitiva passione ed era attratto a passarle le dita fra i capelli, a sfiorarle i fianchi, sfilarle gli indumenti e gli sembrava di percorrere con gli occhi un morbido paesaggio invernale, di notte e con un piccolo dolore nel cuore. Di lei detestava quell’interpretazione incoerente della purezza simbolica, ma in fondo desiderava aiutarla. “Si può sapere cos’hai?””Te l’ho già detto mi sento derubata, mi sento presa per il culo””Ma da chi? Non da me spero””Ecco, voi uomini pensate sempre a voi stessi. Invece di capire il motivo della nostra insoddisfazione cercate solo di pararvi il culo”Ma quegli incontri pervasi di parole e insegnamenti si raggrumavano nella diffidenza di due corpi estranei prigionieri della stessa linfa ma grottescamente interrotti nei pensieri. Karin lo assecondava cercando il piacere della trasgressione nascosto nelle parole di Taddeo, ma sotto la pelle, incastrato fra le dita, legato ai movimenti e alle inquietudini c’era l’incognita del senso di colpa. Taddeo era sempre più stanco di quella reazione: lui non era lei, e lei lo afferrava per trascinarlo nella complicazione rarefatta dei suoi sogni “Beh ti capisce è bravo”Karin si girò verso di lui incollerita urlando “Ah si, eh? Prima mi ecciti, mi butti nell’arena, e poi mi chiedi perché sono insoddisfatta. Adesso ho voglia!”Taddeo ormai arrabbiato prese dalla ventiquattrore una busta contenente delle foto ed uscì lasciandola sola “Toh, guarda se ti può interessare”***Un infermiera con un carrello tintinnante di flaconi e confezioni mono uso di strumenti entrò assieme a Karin “Buon pomeriggio Professore”Taddeo salutò a sua volta, e senza gesti plateali si mise a fissare Karin, e si stupì a guardarla con tanta intensità. Stava poggiata a ridosso della parete metallica dell’ascensore, fissandolo con quel suo sguardo antracite in silenzio. Quel colore che di notte risplendeva di sfumature verdi e il mattino dopo s’accendeva di riflessi d’acciaio, si fuse in una sola tonalità, dove di tanto in tanto scintillavano gli ardori di un fuoco appena acceso. L’infermiera continuò a verificare il contenuto del suo carrello per tutta la durata della corsa dal quinto a terzo piano, quando le porte s’aprirono salutò con deferenza Taddeo “Professore, dottoressa”Taddeo guardò Karin in silenzio con l’espressione di chi si aspettava qualcosa di più di quel furtivo scrutarsi, lei lo intuì subito e gli si avvicinò percependo quello sguardo profondo e distratto allo stesso tempo. Karin ricambiò lo sguardo trovandolo cento, mille volte più bello, tanto bello da far paura. Aspettò la chiusura delle porte, e finalmente quando furono soli, quasi sottovoce, disse con estrema sincerità, “Le ho apprezzate, ed ho anche capito d’aver esagerato, e ancora mi sento un po’ confusa e fuori posto”Taddeo ebbe la sensazione che fossero i soli occhi a vedere, non lei, troppo impegnata a godere di quelle forti emozioni “Capisco, dimmi cosa posso fare per te””Ho un grosso piacere da chiederti””Dimmi pure”Non passò che una frazione di secondo nello sguardo di Karin, che Taddeo iniziò a scorgervi i primi vagiti d’un anelito carnale “Fammi parlare con Paola, con tua moglie”***Taddeo aveva preso ad affettare il cavolfiore che presto avrebbe saltato in padella tenendo il lungo coltello con entrambe le mani: con pochi colpi secchi e ritmati spezzò l’ortaggio che finì nell’olio caldo. Nell’aria si propagò un profumo inteso di aglio e cavolfiore che invase la cucina, tanto quanto il profumo di pelle e vitalità che si sprigionava dai loro corpi nudi. Aspirò più intensamente. Aveva imparato a riconoscere al volo il profumo di sua moglie Paola, e da quando non coprivano più i loro sessi con gli indumenti intimi o altro avevano scoperto una rara felicità interiore che non pensavano neanche lontanamente si potesse ottenere soltanto rimanendo nudi. Percepiva il dolce dondolare dello scroto e il pene lievitare ritmicamente come una sorta di polmone, come altrettanto apprezzava le valve glabre di Paola sempre un poco più scure e arrossate per l’eccitazione, e in quei momenti il profumo di quella vulva poteva anche farlo impazzire. In un certo senso era grato ad Ettore per aver imposto quella regola, che lui adesso non stentava a definirla essenziale, della rasatura inguinale per le donne prima ancora della nudità integrale. Negli anni aveva elaborato un alto concetto di sesso conviviale ed era ormai giunto alla chiara conclusione che la nudità durante un orgia era d’obbligo, cosi come la cura del corpo: l’assenza di peluria in un corpo di donna era perciò indispensabile.Guardandosi alle spalle, verso la zona della cucina dove Paola stava apparecchiando, le disse “Karin vuole vederti, ha visto qualche nostra foto e vuole parlare con te. Credo voglia avere la conferma di quanto le ho detto; stare nudi, masturbarsi, scopare in gruppo, e tutte queste belle cose”Paola finì di poggiare i bicchieri e prendendo le posate dal cassetto rispose “Se le hai detto tutto tu, io cosa debbo fare?”Taddeo rise della battuta e aggiunse “Dai che tra donne vi capite meglio, e poi credo che tu le debba far conoscere la tua migliore amica””E se non le piace?”Taddeo prese a girare il cavolfiore che sfrigolava nella padella “Di piuttosto se è troppo bigotta per provare. L’istinto c’è sempre, e di questo non mi preoccupo, e dei condizionamenti invece si””Senti non mi avevi detto ch’era anche bigotta””No, no è solo un po’ distratta. Credo che abbia passato gli anni del liceo e dell’università a studiare a testa bassa senza curarsi minimamente di sé stessa. Falle un discorsetto preciso e lei capirà al volo: è molto brillante, sai”Paola mettendosi le mani su i fianchi sottolineando un risentimento che realmente non c’era “Ehi, non ti sarai mica innamorato di quella ragazzotta?”Taddeo si girò, inginocchiandosi, verso di lei facendo in modo da abbracciarle i fianchi e spingendo il naso tra le labbra della vulva “Sei scema, questa patata non la voglio mica perdere”Paola ansimò e presolo per le orecchie lo esortò a smettere “Amore, sono eccitata ma anche tanto affamata, di cibo tregua per almeno un oretta.”Taddeo riemerse ergendosi in piedi e dopo averla baciata profondamente scappò verso i fornelli dicendole “Ok, per dopo. Ma dimmi cosa ne pensi: io avevo in mente domani e sera, quando io faccio la notte te la mando qui. Anzi uscite insieme e poi la fai anche dormire qui. E’ meglio che si abitui subito alle nostre abitudini””In che senso?””Falla spogliare subito appena arrivate in casa. Anzi fallo subito tu, così la metterai subito davanti al fatto compito. Karin è una di quelle che può diventare tremendamente allusiva ed evasiva quando deve affrontare qualcosa che non comprende fino in fondo. E questo vale un po’ per tutte le cose, anche in ospedale,””Taddeo, ma tu non sei una donna, lascia fare a me!””Paola, ti amo””Anch’io”
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