Mentre si preparava per uscire i pensieri di Antonella guizzavano veloci.-Bellissimo! Semplicemente bellissimo. Quando ho raccontato alle altre come mi aveva palpata quel marocchino… marocchino? boh!… è stato semplicemente bellissimo–E che facce! Sabrina mi ha abbracciata ridendo accogliendomi nel “club delle fiche”, club che al momento conta solo due membri io e lei–E’ stata una settimana da spasso, ho ridotto Franca una pezza da piedi lei che si da sempre arie da gran fica eppure ancora non l’hanno neanche sfiorata!–Vediamo oggi come mi metto per mandarlo fuori di testa, oggi proviamo senza reggiseno. Sì, basta questo. Pantaloni… il completo viola andrà benissimo, pantaloni aderenti, camicetta leggera ed una giacca da indossare in ufficio. I nuovi sabot intonati… cazzo che tacco, ma che mi ha detto la testa! Tacco alto e punta stretta, finirà che stasera avrò i piedi come due pagnotte… però ci stanno di un bene, lo stesso punto di viola… Franca diventerà pazza di rabbia.-Ed ora via verso nuove avventure!–Cazzo che traffico! Vuoi vedere che stamattina devo rinunciare, eppure sento che è pronto ad allungare le mani. Chissenefrega, vuol dire che oggi arriverò con qualche minuto di ritardo… ecco! –Ci siamo, operazione bottoni… fatto, tutto slacciato. Un leggero velo di rossetto per far risaltare i capezzoli… fatto. Andiamo-Antonella chiude per un brevissimo istante l’ininterrotto flusso di pensieri per chiamare l’uomo al semaforo.”Hei! Mi dai una pulita per favore?”L’uomo corre a pulire i vetri ma appoggia solo la spazzola e rimane a guardare le tette di Antonella che spuntano dalla camicetta.Scivola lentamente verso il finestrino aperto, Antonella sorride guardandolo dritto negli occhi, pigramente pensa che è un bell’uomo e che quasi quasi se lo farebbe…All’improvviso si apre la portiera dell’ospite e sale un uomo che le punta immediatamente un coltello al fianco.”Parti! Stai zitta e parti!””Chi sei? Scendi! Scendi oppure urlo!””Prima di scendere ti buco la pancia. Allora che fai strilli?””Chi sei? Non ti conosco… vuoi la borsa? Prendila, io sto zitta, non strillo.””Falla finita e parti””Per favore scendi…”La punta del coltello spinge decisa contro il fianco di Antonella bucando la camicetta e graffiandole il costato.”HAI! Fermo! Per favore fermo! Parto, sì adesso parto…””Verso fuori, andiamo a prendere il raccordo e stai zitta””Sì, va bene basta che non mi ammazzi…”L’uomo le tiene una mano sul collo ed il coltello puntato contro il fianco, non dice una parola fino a quando non arrivano sull’ardeatina.”Adesso vai piano”La voce dell’uomo è bassa e potente ed Antonella sobbalza, è la prima cosa che dice da oltre un quarto d’ora.”Gira a destra, in quel viottolo”Una strada sterrata, piena di buche che si inoltra nella campagna e che ad un certo punto arriva ad un piccolo slargo dove ci sono due macchine.Da una scendono un paio di zingari che cominciano a girare intorno alla panda mentre Antonella viene caricata sul sedile posteriore dell’altra, una decrepita Peugeot che una volta, molto tempo fa, doveva essere stata rossa.Non appena il suo rapitore sale di fianco a lei la Peugeot parte lasciando gli zingari già intenti alla demolizione della panda.Antonella è in mezzo tra il suo rapitore ed un indiano con i braccio sinistro fasciato.”Ciao troia, ti ricordi di me?” le chiede l’uomo fasciato.”Per favore lasciami andare”Antonella fa la voce da bambina e sfodera il suo più bel sorriso a cui finora nessuno ha saputo resistere.”Non ti viene in mente lurida troia?”La mano sana dell’uomo si posa sulla sua coscia e comincia a salire, Antonella cerca di trattenerla ma l’altro uomo le blocca le mani. La mano è arrivata fino su e le palpa la fica con forza.”L’altra volta portavi la gonna, quando ti ho toccata sei partita di scatto e mi hai spezzato il braccio.”Nel pronunciare l’ultima parola l’uomo le pizzica con forza il monte di venere per poi tapparle subito la bocca.”Non urlare troia, non ancora. Risparmia il fiato per dopo che ti servirà”L’uomo sorride mettendo in mostra dei denti gialli e cariati, un leggero soffio le porta alle narici l’alito pesante che esce da quella bocca.”Per favore” supplica Antonella guardando l’uomo che la trattiene.”Per favore” pigola con la vocina da bambina sorridendo al suo rapitore.Antonella deve torcere il collo per guardarlo, lo supplica con gli occhi mentre l’altro le palpa le tette.L’uomo le afferra con una mano i polsi bloccandoli dietro la schiena di lei e con l’altra mano le solleva il viso baciandola. La lingua dell’uomo le fruga in bocca a lungo mentre l’altro continua a strizzarle le tette ed Antonella risponde con vigore al bacio, come se dalla sua reazione dipendesse la sua vita. E non ha torto.Quando il bacio finisce Antonella gli sorride certa di averlo convinto a lasciarla andare ma lui invece le stringe ancora più forte i polsi e comincia a giocare con un capezzolo mentre parla.”Fino ad ora ti sei divertita a fare la troia per gioco, adesso è venuto il momento di farlo per davvero. Per giocare hai rotto il braccio di Mil e per fartela pagare sia io che il mio amico Hereat che guida abbiamo dovuto correre un rischio, un grande rischio. Adesso devi ripagarci per il nostro rischio e devi ripagare il braccio di Mil.””Chiama mio fratello, lui pagherà ma non farmi del male”La mano si serra sul seno e stringe forte. Dolore, un calore intensissimo, la bocca si apre per urlare ma nuovamente la mano sporca di Mil la chiude.”Non hai capito che sei diventata una cosa nostra, una delle nostre puttane. Tuo fratello pagherà per riaverti, ma solo quando lo vorremo noi. Nel frattempo non sei altro che un pezzo di carne a nostra disposizione, per divertirci e per farci fare soldi”La mano lascia il seno riprendendo ad accarezzarlo. Il dolore ha tolto il fiato ad Antonella che boccheggia mentre la Peugeot cigolando ed imbarcandosi pericolosamente, esce dal raccordo in direzione della discarica di Malagrotta.Sulla rampa di uscita incrociano molte auto e riprendere fiato ed urlare è una cosa unica per Antonella, ed altrettanto unica è la reazione dei due uomini. Due pugni la colpiscono allo stomaco piegandola in due, i resti della colazione schizzano fuori imbrattando il freno a mano ed Hereat inizia a bestemmiare.”Strappale la camicia Shuk che do una ripulita””Che puzza! Ma che ti sei mangiata troia?” borbotta Mil tappandosi il naso.Shuk lascia i polsi e comincia a strattonarla per strappare la camicia che alla fine viene via.Piccole lucine rosse si accendono nel buio della mente di Antonella mentre continua a vomitare, le tette fanno male, lo stomaco fa male, la gola brucia.Shuk la tira su tirandola per i capelli, ha dato una ripulita alla macchina ed ora strofina la camicia strappata sul viso di Antonella.”Ce la facciamo per qualche giorno poi la diamo in cura a Rosie” dice Shuk gettando via la camicia.”Solo noi o la affittiamo a qualche fratello?” chiede Hereat che soffre di un cronico bisogno di soldi.”Hei! Prima stufiamoci noi e poi la affittiamo per un paio di giorni. Rosie se la può prendere dopo, per finire il lavoro” protesta Mil.”Vedrai, quando Rosie avrà finito con te ti sarà dimagrito questo tuo bel culone, ed anche le tette non saranno più così sode ma io ti avrò goduto per bene ed a quel punto tu sarai pronta a farci guadagnare bei soldi” ridacchia Mil riprendendo a palparle le tette.”Mica è detto” sghignazza Shuk “ultimamente Rosie fa delle bombe di ormoni per portare su le tette. Agli italiani piacciono grosse e toste, le troie con tette scarse o mosce rendono poco””Se per questo anche agli africani piacciono le culone con le tette grosse, ci vanno pazzi” ride sguaiatamente Hereat.Alla fine arrivano ad un casolare abbandonato e, a giudicare dalla puzza, Malagrotta non deve essere lontana.La casa è la base di una banda composta prevalentemente da macedoni mussulmani e da un gruppo di pakistani, questi ultimi vengono accettati non solo perché sono musulmani anche loro ma sopratutto per via dei loro contatti pugliesi che consentono di trafficare in carne umana.Sono divisi in due gruppi, da una parte quelli che si incaricano del “reclutamento delle ragazze”. Termine nel quale fanno ricadere qualsiasi azione dal vero e proprio acquisto da altri gruppi, al rapimento, alla schiavitù.Fonte quasi inesauribile è il fiume di disperati che arriva in gommone e dal quale vengono prelevate le ragazze più giovani e carine.I clandestini sono come un branco di selvaggina braccata da predatori, una volta che sono sbarcati alla bene e meglio sono incalzati dalla polizia e da una decina di gruppi come questo che se li prendono li ripuliscono di tutto e si portano via chiunque vogliano. Le preferite sono giovanissime madri con il loro bambino, diventano delle schiave ubbidientissime.E per chi protesta c’è una coltellata nella pancia.L’altro gruppo è composto da un numero imprecisato di paranze di tre persone che gestiscono cinque ragazze ognuna.Il casolare è il momentaneo punto di arrivo delle ragazze, dove vengono “istruite” e dove le più ribelli vengono usate come esempio di cosa succede a chi non ubbidisce.Funge anche da bordello per tutti gli illegali che gravitano nell’area. Certe sere c’è più fila che all’ingresso dei musei vaticani, con pochi soldi possono sbattersi una ragazza per quanto vogliono e non è una forma di sconto per fratelli di disgrazia, è che il capo ritiene che non c’è niente di meglio per chiudere una “istruzione” che una settimana di lavoro al bordello, dove si debbono accontentare anche cinquanta uomini a sera.Se si sviene non c’è problema, una secchiata d’acqua gelata e si ricomincia, e se questo non basta è lo stesso tanto per quanto sono arrapati si scopano le ragazze anche se sono svenute.E in una baracchetta attaccata al casolare vive Rosie, una somala di mezza età. Una grassa megera sudicia, con la faccia sfregiata dal vaiolo che ha lavorato per anni nel suo paese come carceriera di detenute politiche. Prima di incappare nel “piccolo incidente” che l’ha costretta alla fuga, ha ammazzato di botte la figlia di un diplomatico incarcerata per errore che si era caparbiamente rifiutata di farla godere, è riuscita a farsi una preparazione completa su come si spezza la volontà di una persona e la si riduce ad un giocattolo ubbidiente.La polizia è venuta più volte a fare visita al casolare ma un efficiente sistema di vedette è sempre riuscito ad avvisare, così che all’irruzione tutto ciò che la polizia ha trovato è stata la solita accozzaglia di illegali che, parole dell’assistente sociale, cercava di sbarcare il lunario in una decorosa povertà.Le prime volte hanno portato via qualcuno le ultime volte nessuno, da qualche mese non vengono neanche più, passa di mattina una volta ogni tre o quattro settimane l’assistente sociale che trova sempre lo spettacolino pronto.Ma tanto la banda non rimarrà per molto al casolare, cambiano ogni otto-dieci mesi al massimo. L’hinterland di Roma è letteralmente disseminato di casolari abbandonati ed in rovina. Bastano pochi soldi per rimetterli in sesto e la manodopera non manca mai. Molti si lamentano di questi continui spostamenti ma il capo è un fanatico della sicurezza ed un teorico del rischio minimo.Pur di non far correre rischi a quanto è riuscito a realizzare è disposto a spendere ed a perdere tempo e guadagni per piegare completamente le ragazze. Alcune bande di albanesi le stuprano e le riempiono di botte per qualche giorno poi le sbattono sul marciapiede ma le ragazze come possono scappano, i fatti invece danno ragione ad Ardeem. In tutto le paranze della banda gestiscono un centinaio di ragazze ma si contano sulle dita di una mano quelle che sono scappate, ed ancora meno si sono rivolte a qualche associazione per smetterla con quella vita. Nessuna è mai arrivata viva ad un commissariato e questo è merito di Rosie… e degli esempi che quelle poche hanno dato a tutte le altre.Antonella viene fatta scendere dalla macchina e con uno spintone viene catapultata nel casolare. Lo spettacolo di una donna con indosso solo i pantaloni ed un paio di sandali, scarmigliata e piangente non stupisce nessuno dei presenti.”Chi si vede, Shuk è un pezzo che non ti fai vedere””Ciao Ardeem, vedo che qui non è cambiato niente”Ardeem è il capo della banda ed è seduto ad un tavolo a mangiare della frutta.”I pagamenti sono arrivati regolarmente?” chiede Shuk”E tu credi che se così non fosse non ti sarei venuto a trovare?” risponde sorridendo Ardeem.Trecentomila al giorno per ogni ragazza è quanto deve versare la paranza di Shuk nel fondo della banda. Sia che le ragazze lavorino, sia che stiano a casa. Ma Shuk non si lamenta anche così guadagna dei bei soldi, se una delle sue ragazze porta a casa meno di un milione per sera sa che potrebbe tornare a trovare Rosie.”Allora, chi ci hai portato Shuk?””Può aiutarmi? Per favore mi può aiutare?” la vocina di Antonella è incredibilmente fuori luogo.”Un’italiana!? Ma che cazzo ti dice la testa!” ruggisce Ardeem alzandosi e passando immediatamente a parlare in macedone.Shuk sapeva che Ardeem non sarebbe stato contento ma non ha potuto dire di no a Mil. Era già stato duro convincerlo a passare qualche ora al semaforo -Che bisogno abbiamo di stare al semaforo! Le ragazze guadagnano di più con una marchetta che noi con un giorno di sbattimento!- aveva urlato quando Shuk ce lo aveva spedito la prima volta -Sei un coglione Mil un illegale che si fa vedere ad un semaforo, specialmente dalla polizia, è un poveraccio che cerca un lavoro, uno che non crea casini e se spende un po’ di soldi è perché se li è guadagnati. Mentre un illegale imballato di soldi e che non fa niente è da tenere d’occhio, si fanno domande su di lui, si indaga. Capito?”Quando Mil aveva rivisto la troia al semaforo aveva dato fuori di testa, voleva ammazzarla al semaforo ma Shuk era riuscito a calmarlo. Alla fine di una animata discussione Hereat era stato incaricato di seguirla per qualche giorno.Shuk non capiva cosa avesse quella donna, l’aveva vista solo una volta mentre passava in auto, ma anche Hereat era attirato da lei. Per la prima volta non aveva pensato ai soldi ma a scoparsi l’italiana. Incredibile.Così alla fine Shuk aveva dovuto cedere ed aveva organizzato la cosa, ora era all’epilogo previsto doveva convincere Ardeem che non si era bevuto il cervello.Aveva pensato a lungo a cosa dirgli ed alla fine aveva trovato un argomento che forse, con molta fortuna, avrebbe potuto convincerlo.”Aspetta Ardeem non ti incazzare subito, lascia che mi scusi e che spieghi. Mi scuso per non averti consultato prima, per non aver chiesto la tua benedizione ma tra partorire l’idea ed avere l’opportunità di metterla in pratica è passato pochissimo tempo. Lo so che come scusa è debole ma la sua debolezza è dovuta alla sua verità.””Non lisciarmi il pelo Shuk””Non lo farei mai Ardeem non sono uno stupido e lo sai””Allora vai avanti accetto le scuse ed ora spiegami perché dovrei correre questo rischio” borbottò Ardeem indicando Antonella.Hereat l’aveva fatta avvicinare al tavolo facendole poggiare le palme sul piano. Il leggero pianto le faceva tremare leggermente le tette ed Ardeem le seguiva come ipnotizzato.”Vedi Mil ha avuto un incidente al semaforo, colpa dell’italiana, e voleva vendicarsi. Brutta cosa la vendetta solo rischio e niente guadagno…””Vedo che fai tesoro delle mie massime””Certo, io ti ascolto sempre con attenzione. Dunque mi sono spremuto il cervello su come far avere a Mil la sua vendetta e contemporaneamente guadagnarci sopra. Un nuovo business per differenziare le attività. Ed alla fine mi è venuto in mente che potevamo fare dei piccoli rapimenti, gente semplice facile da prendere facile da lasciare e che si vendesse bene. Donne che hanno sempre fatto una vita comoda e che Rosie avrebbe piegato con facilità. Si ricava dal rapimento e dal lavoro della donna. Tempi brevi due, massimo tre mesi ed un centinaio di milioni di ricavo, forse più.”Ardeem continuava a guardare Antonella cercando di capire se Shuk lo stesse fregando in qualche modo, ma da quello che vedeva si capiva immediatamente che Rosie avrebbe piegato questa italiana come niente. Alla fine sospirò e si voltò verso Shuk.”Come volete fare?””Adesso è nostra, ci togliamo lo sfizio per un paio di giorni e poi la sbattiamo nel bordello per un paio di sere, come al solito Hereat ha bisogno di soldi, dopo di che la passiamo a Rosie””Hereat quanto vuoi per la tua quota?” chiese Ardeem”Vuoi rilevare la mia quota? E perché?””Questa donna mi prende alle palle, ho voglia di farmela per bene””Voglio farmela anche io!””Quanto?””Te la vendo tra due giorni…””Adesso, quanto?””Cazzo Ardeem! Ma…””E’ la mia ultima domanda, quanto?””Dieci e subito” sbottò Hereat”Va bene, lo sfizio te lo leverai quando passerà al bordello”Ardeem guardò Shuk ed indicò Mil un semplice cenno del capo fu sufficiente e ripassò all’italiano.”Mil ho comprato la quota di Hereat ma non voglio privarti della tua vendetta, io me la prendo dopo pranzo e la passo a Shuk domattina. Dal pomeriggio sarà di Rosie” disse Ardeem stiracchiandosi.Era stato detto tutto, deciso tutto. Mil schiumava di rabbia ma sapeva che lui non contava niente mentre Ardeem e Shuk avevano giocato insieme da bambini. Afferrò i capelli di Antonella e le leccò le lacrime.”Hai un buon sapore, ora vieni ad assaggiare il mio”I singhiozzi di Antonella ed il rumore dei suoi tacchi sui mattoni erano gli unici suoni nel casolare, non c’erano ragazze al momento ma ne erano attese per il pomeriggio del giorno dopo. Rosie avrebbe avuto un nuovo gruppo da istruire ed altri soldi da aggiungere al suo gruzzolo.Mil la condusse in una stanza contenente un unico arredo, un grande letto senza cuscini e con un lenzuolo candido.Antonella rimase ferma ai piedi del letto come ipnotizzata dal suo candore, Mil si fermò dietro di lei e con la mano sana le accarezzò leggermente il sedere.La mano scivolava leggera compiendo lenti cerchi poi, all’improvviso, calò velocemente afferrando e spingendo il medio tra le natiche. Il dito trovò immediatamente il buco del culo come guidato da un infallibile istinto, e iniziò a spingere con movimenti lenti e potenti.Antonella si afferrò alla sponda in ferro battuto del letto chinando leggermente la testa in avanti mentre Mil le dava dei leggeri calcetti sui piedi facendole divaricare le gambe.”Mi sono innamorato della tua bocca dal primo momento che l’ho vista, ed adesso voglio proprio vedere se le tue belle labbra sono capaci di mantenere tutte le promesse di piacere che fanno. E poi quei dentini bianchi come perle, come sono seducenti! Usali bene, per dare piccoli, leggeri morsetti che mi eccitano molto. Ma se per sbaglio stringeranno troppo sappi che passerò tutta la mattina a farteli saltare uno ad uno a forza di cazzotti.”Un veloce sguardo bastò ad Antonella per capire che Mil non mentiva ma lei non poteva, non voleva, lui puzzava di selvatico ed era sporco, non poteva, non voleva, non…Questi pensieri fecero sì che Antonella involontariamente scotesse leggermente la testa come se negasse e Mil le sferrò un cazzottone al fianco facendola finire lunga per terra senza fiato. Antonella sbatté violentemente la guancia al suolo rimbalzando come una pallina e Mil la afferrò al volo per i capelli mettendola in ginocchio ancora boccheggiante.”Non mi piace essere contraddetto, e non mi piace aspettare preparati a fare il miglior pompino della tua vita o quelle belle perline bianche che hai in bocca cominceranno a tintinnare sul pavimento”Ringhiò a denti stretti Mil mentre si slacciava i pantaloni e le sbatteva in faccia il cazzo. Antonella aprì la bocca e se lo mise dentro, voleva fargli un buon pompino così non l’avrebbe picchiata ancora ma semplicemente non riusciva ad andare avanti. Il forte sapore di formaggio le diceva che Mil non si lavava da parecchio e già sentiva i primi singulti del vomito. La mano di Mil abbandonò la sua nuca ed Antonella stava per togliersi quel coso schifoso dalla bocca quando sentì un pezzo di metallo freddo poggiarsi sulla sua guancia.Antonella alzò gli occhi e vide Mil che sorrideva mentre le pompava leggermente il cazzo in bocca. “Non provare a sputarlo fuori o il mio amico si prenderà il tuo occhio”Il metallo acuminato girò lentamente sulla sua guancia movendosi fino sotto la sua palpebra.”Voglio il miglior pompino che sai fare, tutto l’impegno che hai. Sono convinto di averti dato la giusta motivazione” Concluse Mil spingendo in avanti il bacino ed aumentando la pressione del coltello.Antonella era terrorizzata certa che se non lo avesse sbocchinato per bene le avrebbe cavato un occhio. Così succhiò con forza, leccò, massaggiò le palle mentre dava dei piccoli morsetti sulla cappella. Tutto per accontentarlo.Si accorse che lui si stava togliendo la cinta e lo guardò senza toglierselo dalla bocca.Mil era sempre sorridente mentre raccoglieva la cinta.”Continua a succhiarmelo mentre ti finisci di spogliare. Fai uno strip, uno strip eccitante oppure la sentirai sul quel bel culone che ti ritrovi”Antonella si era alzata in piedi pur rimanendo piegata per continuare a succhiarlo ed aveva iniziato a slacciare i pantaloni quando una cintata la prese sul sedere mentre il cazzo le veniva spinto in gola.”Non ti ho detto di fermarti, stupida troia”Un’altra cintata scese violentemente sul sedere e questa volta la fibbia la centrò sotto una natica facendole esplodere un piccolo sole rosso al posto della coscia. Cosciente che fermarsi voleva dire prendere altre cintate Antonella continuò a togliersi i pantaloni mentre cercava di mantenere una specie di ritmo con la bocca. Il perizoma seguì velocemente ma Mil non sembrava contento, lei si era completamente spogliata e lo stava succhiando meglio che poteva, cos’era che non andava, che cos’altro poteva volere?Mil aveva girato la cinta impugnando la fibbia ed una frustata scese sulla sua schiena.”Sei una troia pigra e lenta mi stai facendo una pompino di merda, sarà meglio che ti dai una mossa oppure rimpiangerai di essere nata.”Antonella iniziò a succhiarlo velocemente mentre le cintate le piovevano sul sedere ma il dolore non le permetteva di infilarselo bene in gola.”Ficcatelo tutto in bocca stupida troia che voglio sborrarti in gola”Mil aveva smesso di frustarla per afferrarle la nuca e spingerle tutto il cazzo in bocca ed Antonella cercò di ingoiarne il più possibile afferrandolo ai fianchi e tirando.-Questo diavolo mi sta soffocando a furia di spingermi questo schifoso coso in bocca!- Lacrime, saliva ed un filo di muco le impastavano il viso mentre cercava di soddisfarlo per evitare altre frustate, affondava il naso nel pube dell’uomo ed ormai non sentiva più nessun odore solo quello del terrore, il suo terrore. Forte, acido e pungente.Mil le lasciò la testa e riprese a frustarla, la cinta si avvolse al centro del sedere e la punta colpì violentemente il clitoride.Ad Antonella mancarono le gambe e cadde in ginocchio boccheggiando incapace di emettere il pur minimo suono mentre Mil, abbandonata la cinta, l’afferrava per i capelli e continuava a fotterla.Il tempo si era dilatato per Antonella ed un’eternità dopo quella cosa che le riempiva la bocca le schizzò un caldo getto di sborra in gola, ed ancora e ancora. La mano le teneva ferma la testa e non poteva sottrarsi e per non soffocare Antonella ingoiò gran parte dello sperma tra conati di vomito.Disgustato Mil le assestò un calcio facendola rotolare sul pavimento, si spogliò completamente e si avvicinò nuovamente ad Antonella accosciandosi vicino alla sua testa.”Stupida troia, non vali un cazzo come bocchinara la tua bocca bugiarda promette il paradiso ma vedrai che imparerai. Adesso alzati e mettiti sul letto con il culo in aria. vediamo se perlomeno sai farti sbattere.”Antonella girò leggermente la testa per guardarlo mentre si sollevava, le tette sporche dello sperma che aveva vomitato, i capelli arruffati, una scarpa sì ed una no. Fece per sfilarsi anche l’altro sabot ma Mil si alzò di scatto e le rifilò un altro calcio nelle costole.”Chi ti ha detto di toglierti le scarpe? Rimettile! Mi eccitano le donne con i tacchi alti, voi troie italiane andate sempre in giro vestite in modo da farcelo scoppiare nei pantaloni.”Antonella era sconvolta, si rimise velocemente anche l’altro sabot e si pulì il viso con l’orlo del lenzuolo.-Quest’uomo è un animale, gli ho fatto il miglior pompino possibile ma non gli basta e il suo arnese è ancora duro. E’ appena venuto e ce l’ha ancora duro! A Piero non gli rimane duro neanche per cinque minuti… già Piero. Mi starà cercando? Si sarà accorto che sono sparita, che stamattina non sono in ufficio? E come potrebbe mai trovarmi, sono in casolare sperduto nella campagna inginocchiata ai piedi di questo… questo… indiano! Con il suo coso puzzolente a dieci centimetri dal naso e mi ha appena…-Le lacrime le correvano sulle guance ma a Mil non glie ne fregava niente, l’unica cosa che vedeva era una stupida troia bianca che non gli ubbidiva e rimaneva inginocchiata a piagnucolare. La mano scattò e le strattonò violentemente i capelli mentre una ginocchiata la colpiva in mezzo alle spalle.”Sul letto vacca!”L’urlo ed i colpi fecero guizzare Antonella carponi sul letto. La mano di Mil scivolò tra le sue gambe che involontariamente si chiusero per protezione ma una cintata le ricordò chi comandava.”Apri le gambe troia, mostrami la squisita ospitalità che voi italiane riservate a quelli come me”Antonella continuava a piangere calde lacrime con la testa poggiata sul letto ma non poteva disobbedire a questo animale e così, lentamente, le gambe si allagarono di nuovo.Uno schiaffo la fece sobbalzare.”Non è abbastanza stupida troia, afferrati le chiappe ed allargale, adesso!”Mortificata ed umiliata mise bene in mostra le sue parti intime, nessuna ribellione era possibile con questa bestia.Qualcuno aprì la porta della stanza ma lei non era in grado di vedere chi fosse.”Rimani così che voglio vedere se è il caso di fotterti o di farmi un giro nel tuo culetto” biascicò Mil allontanandosi.Rimase ferma, esposta allo sguardo di chiunque fosse entrato o passasse nel corridoio.”Sembra che ti sei divertito ad abbronzarle il sedere, allora come procede? Ti diverti?” disse Shuk sorridendo.”Questa stupida troia mi ha fatto un pompino, uno schifo di pompino. Avrei dovuto vendere io la mia quota ad Ardeem invece di Hereat, la mia solita fortuna!”Shuk osservò per bene le parti intime che erano esposte come per una visita ginecologica, sorrise e gettò un tubetto sul letto.”Non mi riterrei così sfortunato al posto tuo, a me toccherà domani pomeriggio e tutto quello che può essere colto sarà ormai stato preso. Il tuo guaio Mil è che non osservi bene, fallo adesso, osserva bene e ringrazia la tua fortuna”Mil guardò con attenzione stirando sempre più le labbra in un sorriso da lupo.”Vergine! Non ci posso credere, è vergine! Questa stupida ciucciacazzi finora ha usato solo la fichetta, ma noi rimedieremo. Certo che rimedieremo!””Ungila per bene ed ungiti anche tu, altrimenti la sfonderai talmente che per noi non ci sarà nessun piacere” disse Shuk mentre usciva e richiudeva la porta.La mano di Mil passava e ripassava nel solco tra le natiche ungendo per bene, ogni tanto aggiungeva del gel sul dito e l’infilava per lubrificare bene anche dentro.”No per favore… non l’ho mai fatto… mi farà malissimo… per pietà…”Il piagnucolio era una specie di melodia che eccitava maggiormente Mil, ad ogni flebile lamento il suo membro aveva un sobbalzo e s’induriva maggiormente. Ormai era tutto ben lubrificato, tutto pronto.”Girati ed apri le gambe, voglio guardarti negli occhi quanto ti rompo il culo”La voce roca dell’uomo giungeva indistinta ma la spinta della mano che le premeva sul sedere per farla girare era inequivocabile. Lentamente si girò e sollevò docilmente il bacino quando lui le mise un cuscino sotto il sedere.Mil si afferrò strettamente il cazzo e con piccoli colpi fece entrare nell’ano solo la cappella ignorando i gemiti di lei. Il lubrificante svolgeva egregiamente il suo compito e non incontrò nessuna resistenza.”Sei pronta bella signora? Ora afferrati le gambe che ti faccio vedere qual’è la migliore ospitalità che voi italiane ci potete offrire”Mil la afferrò al fianco e la penetrò lentamente infilandole dentro fino all’ultimo centimetro.Antonella spalancò la bocca storcendo le labbra, le sembrava che un coltello infuocato la stesse penetrando devastandole le viscere. Poi arrivò il sollievo quando iniziò a ritrarsi per poi essere nuovamente sostituito dal dolore quando entrò di nuovo. Appoggiò una mano sul petto dell’uomo cercando di spingerlo via ma senza risultato.”Ti piace bella signora? Guardami negli occhi e reggiti bene queste cazzo di gambe! Lo sai che è un piacere incredibile vedere il mio cazzo che entra ed esce dal tuo culo? Vederti spalancare la bocca quando ti entro dentro, sentirti gemere, tremare; sentire il calore che mi avvolge ogni volta che te lo metto dentro. Non ha prezzo! Non ha prezzo…”Mil se l’inculava lentamente penetrandola con forza fino alla fine, ma dopo poco l’eccitazione era tale che aumentò il ritmo fino a farlo diventare una scopata frenetica.Antonella si mordeva le labbra mentre si teneva le gambe, ormai il dolore era diminuito di molto ed era rimasto solo un forte senso di schifo. La cosa peggiore era dover guardare questo animale puzzolente che se la godeva un mondo a farle il culo. Il ritmo velocissimo e l’ansimare le dicevano che mancava ormai poco alla fine della tortura, ed infatti Mil cominciò a gemere sempre più forte ed i movimenti a farsi incontrollati.Un ultimo affondo e sentì qualcosa di caldo entrarle nelle viscere mentre lui emetteva un lungo gemito e si sdraiava su di lei.Antonella abbassò le gambe e rimase con Mil sopra fino a quando bastò un piccolo movimento per farlo scivolare fuori di lei e farlo rotolare sul letto ancora ansante a fissare il soffitto.”Mi hai svuotato per bene stavolta, ma prima di mandarti da Ardeem riuscirò a darti un’altra ripassata.”La voce di Mil era impastata e rotta dal fiatone ma anche se le avesse urlato nelle orecchie per Antonella non avrebbe fatto nessuna differenza. Si era rannicchiata in posizione fetale ad occhi chiusi momentaneamente persa in un altro universo dove non esistevano Mil e gli altri, dove il suo culo non pulsava di contrazioni basse e profonde, dove la sua bocca non sapeva di sperma, dove era ancora una signora che poteva permettersi di squadrare dall’alto questi… questi… negri e liquidarli con un insofferente piccolo gesto della mano.Si risvegliò al battibecco concitato tra Mil ed Ardeem, era arrivata l’ora di pranzo e Mil aveva passato la mattinata a dormire ma Ardeem lo cacciò fuori senza tanti complimenti.Mentre Ardeem si avvicinava sorridendo al letto Antonella emerse dal suo torpore e comprese che ora era il suo turno.
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