Steso in quel morbido letto, la testa poggiata su quel profumato cuscino fiorato, gli occhi chiusi che raramente si aprivano e intravedevano entrare dalle imposte chiuse qualche pallido raggio di sole di un pomeriggio quasi giunto al termine. Immobile, prigioniero, assuefatto a quella bocca che lentamente si muoveva sul mio pene eretto, sentivo quelle morbide labbra bagnate che si muovevano su e giù con moto costante, sentivo la saliva che colava lungo l’asta, sentivo quella lingua che sapeva come rendermi inerme di piacere…quella lingua che conosceva come farmi felice. Ero caldo, il corpo si irrigidiva sempre di più, ansimavo quasi in silenzio, presto sarei venuto, in quella bocca che più di una volta mi ha resto felice. Così poggiai una mano tra quei capelli biondo platino che coprivano il viso, intanto il movimento si faceva più veloce e l’orgasmo era sempre più vicino. Vennì. riempì quella bocca di liquido che non accennava a fermarsi, attimi di godimento che sembravano interminabili. Apri gli occhi, sudato e estasiato, la bocca colante sperma si levò dal pene ed io riuscì a guardare quegli occhi azzurri grandi, quel viso rosero e dolce. Il silenzio venne rotto dalla domanda che spesso mi veniva posta; “Sono stata brava?” non potei dir altro che: “Sei stata bravissima!!! ti voglio bene Marta”… anche io te be voglio tanto bene Papà.
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