Marco osservava la pioggia attraverso i vetri della finestra, mentre la madre, seduta poco lontana da lui, cuciva. Il caminetto scoppiettava, dando alla stanza un distensivo tono di calore domestico. La giornata scorreva tranquilla, volgendo verso la sera. Fu la donna, ad un tratto, a rompere il silenzio: “Hai una fidanzata, Marco?” Il ragazzo si girò verso di lei, leggermente sorpreso da tale domanda. Non aveva problemi a confidarsi con la madre, ma in quel momento non si spiegava molto la ragione di tale curiosità. Comunque non ebbe problemi a rispondere: “No, in questo periodo no”. La madre non staccò gli occhi dal tessuto nel quale ritmicamente passava l’ago. “Non hai un po’ voglia di fare del sesso?” Stavolta la richiesta lo sconvolse. Per quale motivo la madre voleva sapere questo da lui? Che intenzioni aveva, di interrogarlo? Non si era mai interessata di ciò che lui faceva con le proprie compagne. “Beh…” borbottò incerto “a volte, ovviamente, sì. Però non è un bisogno…” “Tranquillo” si affrettò a chiarire lei “non ti sto facendo il terzo grado. E’ solo che so cosa si prova a non farlo per un bel po’ di tempo”. Tale affermazione in parte lo calmò, ma dall’altro lato accrebbe in lui una certa meraviglia. In effetti la madre era ancora piuttosto giovane, e spesso il figlio si era chiesto come si sentisse senza attività sessuale. Non gli sembrava avesse un amante. Dunque ora ne ebbe la conferma.”Ah… Beh, vedo che ci capiamo abbastanza…” tentò di sorridere, anche se nel suo intimo qualcosa iniziava ad agitarsi. La donna lo osservò con finto divertimento, e quanto affermò subito dopo contribuì a dimostrare la piega che stava assumendo la conversazione: “Sai, talvolta ho talmente voglia che mi spoglierei anche qui in casa…” Sua madre non era mai stata così esplicita e diretta. Gli aveva sempre dato l’impressione di una donna schietta e abbastanza disinibita, ma mai si sarebbe aspettato una dichiarazione tanto audace. A maggior ragione, il ragazzo si sentì confuso ed agitato. Non era abituato a simili discorsi con lei. Discorsi seri. La donna invece sembrava mantenersi calma. Ma in tale apparente calma poteva celarsi qualunque cosa, pensò istintivamente lui. Decise di essere franco a sua volta: “Intendi stare in giro nuda?” “Sì” replicò subito lei “pensi sia una cosa molto sbagliata?” La richiesta sembrava indicare una sincera incertezza. “No, perché?” gli venne spontaneo rispondere “non ti vede nessuno… Lo potresti anche fare, se vuoi”. “Ne sentirei un po’ il bisogno” confessò lei “Non ti spiacerebbe vedermi svestita?” Il ragazzo sentì istantaneamente il membro ingrossarsi. Se ne vergognava un po’. Era sua madre, e tali pensieri non lo avevano mai nemmeno sfiorato. Ma ora che la osservava da un particolare punto di vista, si rendeva conto che il corpo di lei non era affatto male, e in fondo meritava di essere esibito. Forse lui non doveva essere lo spettatore prescelto, ma senza dubbio l’idea lo intrigava non poco. Si vergognava ancora, ma ebbe la forza di invitarla a mettere in pratica i suoi intenti: “Se vuoi spogliarti fallo pure, per me va bene!”. “Allora non ti dà fastidio se mi vedi nuda?” ripeté la madre. “No, no. Stai tranquilla” confermò lui “togliti pure i vestiti” La risposta sembrò giungerle come una liberazione. Si capì da come immediatamente posò la stoffa su una sedia e cominciò a slacciarsi i bottoni dell’abito che indossava. Il figlio la osservava rapito. Tolse rapidamente il grembiule, e senza nemmeno guardarlo negli occhi mise mano ai collant, calandoseli alle caviglie e sfilandoli velocemente quasi fossero gli indumenti più fastidiosi del mondo. Si mostrò lui nella sua biancheria intima, gli inviò un caldo sorriso e, vedendosi ricambiata, non esitò a slacciarsi il reggiseno. Al vedere le sue poppe, sode, bellissime, con i capezzoli lunghi ed eretti, il cuore di Marco iniziò a martellargli freneticamente nel petto. Non ebbe nemmeno il tempo di assaporare del tutto la visione, che subito lei si sfilò anche le mutandine. Era nuda, ora, di fronte a lui. 45 anni, tette stupende, un corpo eccezionale per la sua età. Quasi niente cellulite, gambe vellutate e snelle. I suoi capelli d’oro, lunghi e ricci, le ricadevano come splendidi gioielli sulle spalle scoperte. Tra le cosce spiccava un folto triangolo rossiccio, fiero e maturo come lei. Il cuore gli batteva all’impazzata, e il pene sembrava scoppiargli. Sperò che non si notasse troppo. Lei gli si avvicinò con un languido sorriso. Non sembrava minimamente intimidita dalla nudità totale. Ad ogni movimento le si intravedevano le labbra della vulva. Lei sembrava mostrarle come la cosa più naturale di questo mondo. Fu proprio la visione sensualissima della passera materna a fargli perdere ogni razionalità, inducendolo ad esprimere liberamente la sua libidine: “Come sei bella, mamma!” balbettò del tutto in balia di lei. “Ti eccitò?” sussurrò la donna. “Tantissimo…Tantissimo” rispose ansimando per la tensione. “Allora fammi un po’ vedere il pisellino, ti va?” Perse ogni residuo controllo. Non cercò nemmeno di abbassarsi solo la lampo: si calò direttamente pantaloni e mutande. Il membro schizzò fuori dritto e in piedi come mai prima di allora. Lo mostrò alla madre. “Bravo!” disse lei ammirata. Ed istantaneamente si chinò di fronte a lui facendo scivolare con maestria la cappella nella sua bocca. Non resistette un secondo di più: una raffica incredibile di sborrate la investì come un fiume in piena. Non finiva più di schizzare. La bocca le traboccava di sperma, e il figlio fece in tempo a sborrarle abbondantemente anche sui seni. Era venuto subito, ma non poteva essere altrimenti. Non aveva mai visto sua madre nuda. E non aveva idea di che fica stupenda avesse. Ma ora i peli materni erano bene in vista, e avrebbe sfidato chiunque a resistere per più di qualche secondo di fronte ad una gnocca così adulta e calda. Comunque il cazzo non accennò ad ammosciarglisi, e rimase in tiro anche quando le sparò gli ultimi spruzzi di sborra in faccia. Sua mamma sorrise senza la minima inibizione, pur essendo totalmente innaffiata di seme. “Finalmente un bel cazzo duro… Quanto sei bello, amore!” esclamò spalmandosi addosso la sborra. Sentendola dire parolacce senza problemi e vedendola godere, Il figlio si rese conto a questo punto di aver instaurato con la madre un vero rapporto di sesso reale e disinibito. Le accarezzò la testa mentre lei, bella nuda, restava accucciata di fronte a lui. Ora che aveva le gambe larghe, i peli sembravano davvero un accogliente nido, aperto e pronto per essere penetrato. Inghiottì le ultime gocce di sborra e riprese il bocca il pene del ragazzo, perfettamente duro, iniziando a succhiarlo con intensità. Lui godeva come un maiale, al di là di ogni immaginazione. La cosa che lo arrapava di più era starsene in piedi, nel bel mezzo del soggiorno, col cazzo fuori e sua madre tutta nuda, abbassata, che glielo ciucciava. Sentiva di avere acquisito un amante eccezionale e soprattutto non effimera. Era sua madre, e sapeva che da quel momento gli avrebbe dato sesso ogni volta che lui voleva. Gli fece un intenso pompino, fino a farlo sborrare di nuovo, riempiendosi ancora di sperma, che si spalmò anche addosso. Lei poi si rialzò e slinguarono a lungo appassionatamente, palpandosi a vicenda e strofinandosi i corpi nudi con frenesia. La madre successivamente allargò le gambe, e lui capì che era il suo turno: si chinò e allungò per la prima volta la lingua sulla sua passera. Era bagnatissima. La lingua di lui affondò tra le labbra quasi senza trovare resistenza, se non carne morbida e bagnata, grondante di caldi umori. La leccò a lungo… lei iniziava a gemere, con intensità sempre crescente. Accarezzava freneticamente la testa del figlio, e con gli occhi chiusi assaporava tutto il piacere dei suoi abili colpi di lingua. “Continua… continua amore… non fermarti” sussurrò con voce fremente… Lui le infilò un dito dentro, mentre le mordicchiava il clitoride. Lei quasi strillò. Le gambe presero a tremarle. Si accasciò a terra di fronte a lui, sdraiandosi sulla schiena ansimando, non riuscendo a reggersi in piedi per i brividi che la percorrevano. La sua passera gocciolava come un rubinetto aperto, e il figlio bevve avidamente… Poi alzò gli occhi su di lei, senza togliere il dito dalla sua fica, anzi, iniziando a muoverlo in circolo, esplorando le pareti interne della vagina. “Ti piace mamma?” chiese con la parte inferiore del viso fradicia di broda. “Sì, amore… sei bellissimo… sei fantastico… ti prego… mettimelo dentro ora… dammelo… riempimi tutta!” lo pregò lei, ora praticamente impazzita dalla libidine. Marco non si fece pregare. Si liberò degli abiti, si distese sul pavimento, sopra di lei, e semplicemente fece scivolare il pene nella passera materna. Come un gesto ovvio, già prestabilito, programmato nel suo inconscio chissà da quanto tempo. Avvertì una sensazione di liberazione indescrivibile mentre iniziava a muoversi dentro di lei. Gli sembrava quasi di essersi liberato di un freno inconscio… qualcosa che l’aveva bloccato sino ad allora, senza che se ne rendesse conto. Solo un’ora prima gli sarebbe sembrata un’assurdità, ma ora non gli sembrava per nulla sbagliato. Sua madre era calda e bagnata. E lui voleva solo godere e soddisfarla. La scopò con energia sempre crescente, spingendolo fino in fondo… affondando sempre di più ad ogni colpo… fino alle palle. Lei si lasciò del tutto andare, urlandogli di continuare, di chiavarla con quanta forza aveva… di farla sentire piena. Le afferrò le tette mentre glielo martellava dentro. Lei strinse le gambe attorno al corpo del figlio, quasi imprigionandolo in quella posizione, assaporando tutto il fuoco che il suo cazzo faceva divampare in lei. Lui colse l’occasione, e la invitò ad aggrapparsi a lui, passando le braccia sulle sue spalle. Quando la madre obbedì, lui senza toglierle il membro, si alzò in piedi, sollevandola. Iniziò a chiavarla reggendola, senza nemmeno cercare appoggio: semplicemente il piacere annullava in lui qualunque sensazione di fatica. Non durò comunque molto, perché già si sentiva al culmine. Si lasciò andare, venendole dentro dopo pochi istanti. Un torrente di sperma caldo si riversò in lei, che quasi svenne dall’orgasmo immenso e lungo che iniziò a scuoterla non appena avvertì la sborra del figlio che la inondava, calda e densa. Crollarono. Stavolta entrambi. Si distesero sul pavimento, lì dove si trovavano. Si abbracciarono e baciarono a lungo, con calma, trasmettendosi tutto il calore dato dall’energia che si era scatenata in loro. Marco le accarezzò i seni, il corpo, i fianchi, iniziando forse solo ora a rendersi conto di quanto stupenda fosse. Le leccò piano la pelle, baciandola e mordicchiandola, mentre il respiro tornava piano piano regolare. Restarono in silenzio per lunghi minuti. Fu lei, infine, a parlare per prima, sussurrandogli: “devo fare la pipì”. Era normale, lui lo sapeva bene. Ma non aveva alcuna intenzione di rompere quel momento di intimità profonda che si era creato fra loro. Vederla alzarsi e andare in bagno avrebbe rovinato tutto, quasi come un sipario che sancisse la fine della scena. Ma era una scena che lui non aveva alcuna intenzione di chiudere. “Falla qui”, le rispose con naturalezza. Lei lo osservò con espressione incuriosita. “Sei sicuro? Qui?”. “E qual è il problema?” ribatté lui “Sei qui con me… cosa c’è di male? Devo farla anch’io, tra l’altro”. Lei sorrise, ancora un po’ titubante. Fissò per qualche istante il vuoto, come se stesse rimuginando qualche pensiero particolarmente intricato. Ma alla fine sorrise di nuovo, si girò su un fianco verso il ragazzo con le gambe leggermente aperte, e senza aggiungere altro lasciò che fosse la sua passera a parlare, consentendo ad un primo, timido spruzzo di urina di uscirle liberamente, andando a bagnarle le cosce e il pavimento stesso. Vedendo il figlio sorriderle ed accarezzarla, prese maggiore coraggio, e il getto si fece più pieno e convinto. Ormai si stava formando un piccolo laghetto, che già andava a lambire le gambe del figlio, accanto a lei. Lui per tutta risposta avvicinò il braccio alla fonte del getto, lasciando che si bagnasse abbondantemente. Gli piaceva la pipì della madre: era calda e il fruscio provocato dal contatto col pavimento lo eccitava. Quando finì, lui si abbassò e le rileccò direttamente la figa, bevendo le ultime gocce di quel nettare dorato. Venne quindi il suo turno: prese in mano il cazzo, che già mostrava i cenni di una semi erezione, chiuse gli occhi e si concentrò, finché non sentì la piscia finalmente uscire. Orientò il getto direttamente sul corpo di lei, inondandole la pancia e la passera, e poi più su, fino ai seni. Era eccitantissimo. Lei si massaggiò tutta, sospirando. Sentivano entrambi, lentamente, tornare la voglia. Lui finì, si fece rileccare la cappella e poi si alzò quasi di scatto; prese in braccio la madre e la condusse in bagno. Deponendola nella vasca, aprì il rubinetto, ed entrò a sua volta. Slinguarono a lungo, l’uno sull’altra. Le mordicchiò i capezzoli. Man mano che l’acqua calda saliva, gli interruttori erotici in loro scattarono quasi all’unisono. Lei semplicemente si girò, sorridendo, mettendosi a pecorina ed offrendogli il buchetto posteriore. Non servì nemmeno inumidirlo: il cazzo scivolò dentro quasi senza sforzo, nella carne già in parte ammorbidita dal calore dell’acqua. La inculò a lungo, con colpi non frenetici, ma forti e costanti. L’orgasmo le esplose mentre lui la penetrava quasi aggrappandosi ai suoi seni. Lui la fece girare e le innaffiò la bocca di sperma. Lei inghiottì fino all’ultima goccia, e una parte la sputò sulle tette, spalmandosela. Fecero un lungo bagno insieme. Sapevano entrambi che si trattava del primo di una lunga serie…
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