In macchina stavo dirigendomi verso casa. Avevo con me la mia bella cugina Maria Grazia, insieme avevamo fatto un sopralluogo nella sua nuova casa, di cui stavo curando l’arredamento. Suo marito non era potuto venire con noi in quanto impegnato per motivi di lavoro alla clinica presso cui lavorava come chirurgo estetico. Era una brutta serata e a tratti violenti scrosci di pioggia si abbattevano sulla mia BMW. Con Maria Grazia dovevamo controllare alcune foto di interni nel mio appartamento, dove vivo e svolgo il mio lavoro di architetto. Mia cugina era avvolta in una lunga pelliccia, ma sotto aveva una minigonna e delle calze autoreggenti nere che mi avevano un pò arrapato, devo ammetterlo. L’ho però sempre rispettata come non ho mai cercato di approfittare di nessuna delle mie clienti. Aveva anche una bellissima scollatura e un filo di perle preziose. Ogni tanto si era anche intravisto un ridotto reggiseno di pizzo nero. Appena siamo entrati in casa mi sono subito accorto che qualcosa non andava per il verso giusto. La luce era accesa nel mio studio e si sentivano rumori strani. Ladri, ho subito pensato, anche se la porta non aveva segni di scasso. Maria Grazia non ha sospettato di nulla ma ha urlato quando due ragazzi, col volto scoperto, sono avanzati verso di noi. Uno aveva un coltello tipo Rambo, l’altro un revolver. “State calmi!” ho appena detto che subito un pugno il pieno stomaco mi faceva stramazzare a terra. Mi sono ripreso solo dopo pochi minuti. Ero praticamente immobilizzato al termosifone della stanza da letto. I due erano sopra Maria Grazia, l’avevano già spogliata, lasciandola con le autoreggenti il tanga e il reggiseno di pizzo ed erano tutti e tre sul mio letto. Uno le teneva le braccia sopra la testa e intanto le frugava le belle tette, soffermandosi sui capezzoli a lungo e con molta lascivia. L’altro le aveva allargato le cosce e le stava leccando la fica. Lei tentava in tutti i modi di liberarsi, ben potendosi immaginare quello che le sarebbe toccato di lì a poco. “Lasciatela… vi darò tutto quello che volete, ho molto contante con me…”, “Stai zitto e guarda come cavalchiamo la gran zoccola di tua moglie, per adesso fa la ritrosetta, ma poi vedrai che le piacerà… appena sentirà i nostri bei cazzi dentro di lei pronti a farla godere come una perfetta troia…”. Evidentemente si erano ancor più eccitati pensando di stare stuprando la moglie davanti al marito e in effetti anch’io mi accorsi che stavo avendo un’erezione micidiale nel vedere come maneggiavano il corpo di Maria Grazia. Dopo che si ebbe stancato di leccarle la fica con un colpo di coltello le tagliò il tanga e me lo buttò proprio in faccia, per sfregio. In un attimo potei sentire il profumo del sapone intimo usato da mia cugina. “Ti prego no … NO… NO… sono una donna sposata… se mi vieni dentro mi metti incinta… NO… No… “E’ proprio quello che voglio: fecondare una calda femmina col mio seme e proprio davanti a quel cornuto del marito che non può fare niente per impedire che il mio cazzo lungo e duro si gode la sua femmina e la chiavi fino a fecondarla… ” così dicendo le infilò il suo superbo arnese in un solo colpo e cominciò a pomparla. Col suo compare si contendevano i bei seni di Maria Grazia che continuava a supplicarli di lasciarla andare. Ora il reggiseno era volato via e mia cugina aveva solo le autoreggenti nere e una nerchia che la stava chiavando fino in fondo. La mia erezione era sublime. Il fatto che lei continuasse a difendersi dallo stupro aveva su tutti una carica erotica fortissima e i due, tra l’altro, dimostravano di non avere affatto fretta nel compiere l’opera. Quello che le teneva le mani immobilizzate era riuscito a sbottonarsi i pantaloni e le aveva introdotto in bocca un cazzo di ragguardevoli dimensioni. “Succhia, succhia… ehi amico… hai una moglie che è una delizia… mi sta spompinando proprio a dovere… ” e in effetti Maria Grazia non aveva potuto impedire! l’introduzione nel membro virile nella sua bocca e l’energumeno entrava e usciva da lei come se la bocca fosse davvero la fica della donna. Intanto il secondo stupratore aveva accelerato i ritmi e stringendole forsennatamente le belle tette, come se gliele volesse fare esplodere dal piacere, e mentre le leccava i capezzoli, che erano già turgidi, eiaculò nella fica di mia cugina. Lei urlò “No non lo fare… esci fuori… sborra fuori di me… disgraziato…” ma tutto fu inutile. Nemmeno una goccia del suo sperma andò sprecata, lui continuò a spingere il suo cazzo dentro di lei, praticamente a fottersela nel suo stesso seme, ancora per qualche minuto. L’altro, appena capì che l’amico aveva terminato, lasciò perdere la bocca di Maria Grazia e, scostando l’amico, se la sistemò alla pecorina. “Il culo no……..”. Ma quello già le aveva entrato ripetutamente l’indice dentro l’ano e poi glielo aveva allargato. “Sembri vergine di culo… tuo marito non ti incula quasi mai, a quanto sto vedendo, tanto meglio, ti farò godere come una troia di lusso e tu impara che a rispettare il culo delle mogli non conviene affatto, tanto poi sempre lo trovano chi se le sodomizza e poi magari ci prendono gusto e vogliono solo essere inculate…” Non ne potevo più. La mia eccitazione era davvero all’estremo, Maria Grazia mi era sempre piaciuta ma mai avrei immaginato di vederla trattata così eroticamente. Ma lei continuava a ribellarsi, con radidi colpi di coscia cercava di far perdere il bersaglio all’inculatore. Alla fine quello si seccò per davvero, le immobilizzò le cosce e introdusse a forza il suo membro nel culo di Maria Grazia che guaì a lungo. L’altro intanto le si era parato dinanzi e le aveva entrato il cazzo in bocca. L’inculatore, dopo che si ebbe sistemato dentro il retto di mia cugina, iniziò ad accarezzarle le spalle e poi le arpionò le tette a piene mani, facendola gemere dal dolore, poi le accarezzò la fica e vi introdusse l’indice. Eccitato dal precedente pompino le eiaculò dentro il retto. “Che troia che sei… l’hai preso dappertutto e proprio davanti a tuo marito… a proposito… ho l’impressione che durante l’inculata tua moglie sia venuta un paio di volte… che troia…” Ma per Maria Grazia la serata non era ancora finita. Mi slacciarono e vollero che io la scopassi. Lei naturalmente cercò di difendersi ma fu tutto inutile, la sistemarono sopra di me e subito il mio cazzo, già in tiro per i precedenti spettacoli, le entrò nella fica. Fu fatta un pò inchinare verso di me, che quasi le potevo baciare i seni e vedevo chiaramente i capezzoli induriti ed eretti per il piacere. Poi uno la inculò mentre io continuavo a scoparla nella fica. Sentivo attraverso i suoi tessuti molli il cazzo inculatore che non le dava tregua. Lei gemeva e mi offriva le sue mammelle, piene e sode. Adesso stava davvero godendo. Sentii le sue contrazioni sulla punta del mio pene, lunghe e dolcissime. L’altro stupratore intanto le aveva un’altra volta infilato il cazzo in bocca. “Ecco tua moglie che ne prende tre di cazzi contemporaneamente, adesso sta godendo … non ci sono più dubbi… ” Io venni dentro di lei, con un fiotto abbondante e bollente. Credo che anche gli altri due venissero dentro Maria Grazia quasi nello stesso istante.
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