—Allora ragazze siete pronte? Ci siamo?— si annunciò Luca chiudendo la porta dell’aula che aveva al centro un ampio letto esagonale. —Si— risposero quasi contemporaneamente le due sue nuove allieve. —Non siete un po’ emozionate?— tornò a chiedere Luca togliendosi la giacca di pelle nera. Sonia passandosi i capelli castani dietro le orecchie ripose per prima —Si, sono emozionata perché è la prima volta che lo faccio… — e sorridendo tormentò con le unghie la cucitura dei jeans —Ho il cuore che mi batte all’impazzata— —E tu Valeria?— chiese Luca voltando lo sguardo verso l’altra ragazza castana dai capelli più scuri ma sempre acconciati a caschetto che poco distante ascoltava senza paralare ma dimostrando comunque d’essere fortemente emozionata. —E anch’io non lo ho mai fatto in quella maniera…— rispose flebilmente per l’eccitazione —Vorrei essere più calma, ma non ci riesco perché un po’ mi sento in imbarazzo— —Già, già ragazze siamo ancora tutti vestiti, anzi siete ancora vestite, avete ragione ad essere in imbarazzo— l’interruppe Luca —Direi proprio che è il momento per voi di spogliarvi, di mettervi finalmente nude l’una di fronte all’altra— —E come facciamo… andiamo di la…— accennò Sonia indicando la porta degli spogliatoi. Luca scosse la testa —Diciamo che per le prossime volte, appena arrivate, potete passare subito nello spogliatoio e liberarvi subito dei vestiti, e per non imporre il vostro corpo vestito a gli altri e voi stesse…— ispirò leggermente ed aggiunse —Ma per oggi ognuna di voi spoglierà l’altra— Valeria sgranò gli occhi —Non ho mai spogliato una donna, una ragazza… ho paura di sbagliare, ho paura di rovinarmi la prima volta— Luca le si avvicinò e cingendole le spalle con dolcezza le disse —Non ti preoccupare, lasciati andare e fai naturalmente quello che ti senti, quello che in fondo nell’intimo sai fare— fece una pausa poi aggiunse subito —Adesso ci alziamo insieme e dopo di che ti aiuterò a spogliare Sonia, ti va?— Valeria scosse la testa affermativamente e s’alzò. —Tu sei pronta Sonia?— —Si, sono emozionata spero che vada tutto bene— —Certo ragazze, ora ascoltatemi bene! Dovete spogliare la vostra amica perché volete baciarle il sesso, le volete leccare le mucose che per l’eccitazione saranno già bagnate, anzi già dovreste percepire la vostra passera umida— —Cosa devo fare?— chiese Valeria avvicinandosi a Sonia. —Bene Valeria, dimmi cosa vuoi avere da lei?— Valeria deglutì —voglio la sua…— —Vuoi la sua?— incalzò Luca. —Voglio vedere la passera,— disse di getto —voglio baciare la passera di Sonia…— —E poi?— Valeria rimase un attimo soprappensiero, quindi rispose di getto —voglio farle vedere la mia, perché mi baci anche lei— Luca esultò sorprendendo le donne che lusingate presero coraggio —Bene quindi fai rimanere Sonia in piedi e tu inginocchiata davanti a lei non perdere mai di vista la sua passera— l’imbeccò Luca —Quindi slacciale i jeans e abbassali— Valeria lentamente si inginocchiò di fronte a Sonia tenendo il naso ad un palmo dal cavallo dei pantaloni dell’amica e con mosse incerte andò alla ricerca del bottone —Vado bene, così?— chiese senza mai distogliere lo sguardo dalla stoffa attillata dei jeans che era sempre di più scura per l’umido incipiente. —Si benissimo, dai slacciale i pantaloni.— la gratificò Luca che aggiunse subito —Non sei ansiosa di vedere come ha la passera Sonia?— —Si,— rispose Valeria sganciando il bottone dei jeans. —E tu Sonia?— —Io cosa?— farfugliò con un leggero groppo alla gola. —Cosa stai pensando?— —Che se non si sbriga mi spoglio da sola!— —No lascia fare lei!— disse Luca alzando una mano —Porta pazienza, poi toccherà anche a te spogliarla!— Intanto Valeria aveva fatto scorrere la lampo e scoprendo la stoffa del tanga bianco sempre più scuro ed umido sul cavallo dove si vedeva nettamente disegnato il perimetro delle valve. Due mani frenetiche abbassarono i pantaloni lungo le cosce e senza subire altre imbeccate abbassò il tanga rimanendo estasiata di fronte al sesso completamente depilato. —E’ bella vero?— le chiese Luca —Si— disse deglutendo Valeria —Adesso capisco perché hai insistito che ci depilassimo completamente! Io mi sono trovata bella, ma lei lo è di più!— —Si va bene, ma adesso perché non la baci?— l’incitò Luca. Valeria non se lo fece ripetere e lesta si buttò sul pube riuscendolo a mala pena a sfiorarlo perché Sonia con un gesto involontario ritrasse il sedere —Sonia stai ferma la rimproverò— —Abbracciala, Valeria…— le suggerì Luca —Cingile le anche, mettile le mani sulle chiappe e palpale il culo mentre le baci la passera— Valeria ubbidì e finalmente riuscì a baciare il sesso dell’amica, e per la prima volta nella sua vita insinuò la lingua tra le mucose, spinse le dita tra le natiche beandosi del calore del corpo di Sonia, godendo del corpo di una donna. Macchiandosi le guance, le labbra e il naso di umori vaginali tenne stretta l’amica finché ebbe fiato, poi emozionantissima riemerse estasiata —Che bello, che forza, che scossa— —Adesso devi liberarle le tette, vai a leccarle i capezzoli…— riprese a guidarla Luca. Valeria scattò in piedi facendo perdere l’equilibrio ad una Sonia talmente frastornata dal piacere che cadde a sedere sul letto. —Con calma, Valeria, spogliala con calma— consigliò Luca, ma lei non lo ascoltò e afferrati i lembi del maglione di Sonia lo sfilò energicamente dalla testa. La camicetta era bianca con dei leggeri ricami sul seno che lievitava mosso da un respiro affannoso: Sonia, divaricando per quanto possibile le ginocchia, si perse negli occhi di quella ragazza che la stava letteralmente travolgendo. Iniziò a detestare i jeans tesi e arricciolati alle caviglie che la costringevano legata in una strana postura impedendole di aprire completamente le gambe scoperte dal ginocchio in su. Valeria arricciolò la camicia ancora allacciata lungo il busto scoprendole completamente l’addome. —Valeria, toglile le scarpe, prima della camicia— suggerì Luca. —Va bene— ansimò Valeria togliendo con furia una dopo l’altra le due scarpe di cuoio nero leggermente affusolate da risultare sin troppo eleganti indossate con i jeans. —Dopo i gambaletti, passa alla camicetta— dispose Luca —Non puoi lasciarle le tette coperte a lungo! Appena le hai scoperto la passera è buona creanza scoprire sempre il seno— Udite quelle parole Sonia si rialzò dal letto come un gatto per agevolare Valeria nell’opera di svestizione; percepiva nettamente il seno scoppiarle dentro le coppe ormai troppo piccole a contenere tutta la sua magmatica eccitazione. Le piccole mani di Valeria correvano frenetiche lungo la fila di bottoni di madreperla bianca sganciandoli ad uno ad uno finché la camicetta, finalmente, non cadde a terra. Davanti a lei ci fu solo la canottiera di raso bianco dalle spalline rastremate e sottili che caddero subito di lato per l’irruenza di Valeria. Le mani sotto la canottiera cercarono smaniose i ganci che uno dopo l’altro caddero rilasciando le coppe sospinte in alto dalla turgida elasticità del seno: una coppia di capezzoli bucò la stoffa e la fantasia di Valeria che estasiata li strizzò, li sfiorò… li solleticò procurando brividi e scosse di piacere ad una sempre più eccitata Sonia. —Valeria sfilale canottiera e reggiseno! Spogliala completamente perché solo così l’avrai tutta per te!— l’incitò ancora Luca che era costretto a guidarla nei minimi dettagli tanto era eccitata e frastornata —Tutti i tuoi sensi devono essere coinvolti nel tenero abbraccio con Sonia, e se giochi con i suoi capezzoli devi condividere il suo calore, il suo turgore…— girò attorno alle due ragazze per scorgere i loro visi contratti dall’estasi —Mani, corpo, calore… ma non solo! Amplifica la tua libido con i suoi vagiti e con la forma, il colore del suo corpo. Guardala, scrutala… conoscila sotto ogni sua forma!— Sonia sollevò le braccia facendosi sfilare la canottiera che appallottolata assieme al reggiseno finì a terra proprio nel preciso istante in cui un fremito tellurico le piegò le gambe; cadde di nuovo sul letto assaporando il suo orgasmo. —I pantaloni… sfilale i pantaloni— ordinò Luca ad una Valeria sempre più frastornata che, inginocchiatasi immediatamente davanti alle gambe di Sonia ancora avvolte ai polpacci dalla stoffa blu dei jeans, si arrabattò a trovare il fondo dei pantaloni. Tirò convulsamente svolgendo le volute raggrinzite della stoffa leggermente elasticizzata finché non liberò definitivamente le gambe di Sonia. Guardò con ammirazione e cupidigia le gambe semi aperte, il corpo flessuoso, il viso contratto in una smorfia di piacere e quando tornò alla vulva arrossata con le mani le divaricò senza indugio le ginocchia. Di fronte a lei si parò la linea della vulva che dall’alto del monte di venere scendeva sino alle natiche separando due valve oblunghe, quasi asciutte e meno polpose delle sue; un umida rima centrale, più scura e frastagliata rapì inesorabilmente l’attenzione di Valeria. —Sonia porta i calcagni il più vicino a te,— dispose Luca, spiegando —e quando li senti vicino al sedere spalanca le cosce perché noi dobbiamo poterti vedere in un sol colpo la passera ed il sedere— Valeria aiutò Sonia nei movimenti rimanendo davanti alle sue gambe aperte sempre più eccitata e sudata nei vestiti che ormai iniziava a detestare. Quando le gambe davanti a lei si divaricarono al massimo le si parò di fronte lo spettacolo formidabile del monte di venere che sovrastava gli organi interni arrossati e lambiti da un filamento biancastro di umori raggrumati tra le rime che solitario colava verso il basso, verso l’ano. —Sonia, adesso devi mettere le tue mani sotto le tue chiappe in modo da allargarle con le dita per mostrarci meglio la tua passerina ed il culetto— spiegò Luca guidando le mani della ragazza nel divaricare al meglio le natiche che offrirono all’istante il nocciolo anale. Valeria non stava più nella pelle, e impaziente aspettava un cenno di Luca per buttarsi sull’amica; nervosa si sfregava le mani chiaramente impacciata nei vestiti —Luca cosa debbo fare ora, mi spoglio?— —No, ti spoglierà Sonia! Anche lei dovrà provare cosa si prova a desiderare a poco a poco il corpo di una ragazza— stabilì risoluto Luca che dopo un lungo sguardo le suggerì il da farsi —Adesso delicatamente divaricale le grandi labbra e sempre con molta attenzione trovale il clitoride e prendilo tra le labbra— Valeria ubbidì e lentamente si avvicinò cercando di dominare il tremore delle dita; l’indice, il medio fecero leva sul pollice estendendo le pieghe più esterne della vagina sempre più irrorata. Sonia sbuffava ansante ad ogni tocco collezionando nella sua mente tutti quei gesti che con il passare dei secondi si facevano sempre più precisi. Finalmente il clitoride rotondeggiante occhieggiò tra le pieghe più interne —Toccalo delicatamente con le labbra— si raccomandò Luca —Lo so!— rispose decisa Valeria, e poi quasi a scusarsi —Sono una donna anch’io!— quindi lasciato lo sguardo di Luca tornò sulla vulva e lentamente aspirando il forte profumo di Sonia poggiò le sue labbra al clitoride. Sussultò sospinta dall’amica ma non lasciò la presa. Con prontezza di riflessi le cinse i fianchi continuando imperterrita a rigirare la punta della lingua su quella appendice carnosa tanto sensibile quanto energica; ad ogni tocco cresceva allargandosi a palla. —Vai verso il perineo— suggerì Luca —Spostati altrimenti la fai venire in un attimo— Valeria non rispose ma si mosse subito con la lingua prendendo a solcare con la punta le pieghe più interne fino a soffermarsi qualche secondo sul perineo, sollecitazione che Sonia gradì moltissimo. Sfilò quasi subito le mani dalle proprie natiche iniziando a carezzare la testa di colei che le stava facendo vivere quei momenti così unici e rari avvolgendo nervosamente le dita tra i dritti capelli castani. Strinse gli occhi percependo il brontolio che dal basso ventre stava montando senza freni; si umettò le labbra aspettando con ansia il culmine del piacere, il momento più alto del suo appagamento: strinse i capelli ed aspettò. Valeria percepì appieno lo stato di Sonia. Aveva ascoltato il canto del suo ventre, si era inebriata del suo profumo ed infine aveva ostacolato le scosse inconsulte del suo bacino stringendola a sé: decise allora di muoversi dal perineo. Staccò un attimo le labbra e piuttosto di salire verso il clitoride scese verso l’ano picchiettandolo per una manciata di secondi prima di venire stretta tra le cosce di Sonia. Fu colta di sorpresa quando le gambe serrarono la sua testa in una morsa ferrea, ma appena si fu liberata applicò istintivamente la bocca sulla vulva appena in tempo per ricevere la calda melassa degli umori vaginali sulla lingua. Il viso tutto, e in particolare le guance erano bagnate degli umori di una donna, ed era di una donna quel corpo magnifico che lei aveva spogliato —Sono una ragazza felice, completa— pensò raggiungendo il culmine della sua eccitazione librata verso l’alto da un orgasmo lungo e sincopato che le produsse un fiotto di umori così violento e abbond! ante che pensò di essersi urinata addosso. Quel falso equivoco nacque e morì nel volgere di un attimo perché era tale e tanta la consapevolezza d’aver ottemperato ad un bisogno così vivo ed ineluttabile ch’era fiera d’aver portato all’orgasmo una ragazza come lei. Adesso l’amore per il suo uomo poteva essere più vero più forte, ora che sapeva che sino alla fine dei suoi giorni avrebbe potuto gioire incondizionatamente del sesso con gli uomini e con le donne, come madre natura aveva disposto. —Luca, Sonia è stato il momento più bello della mia vita— asserì con impeto Valeria appena la respirazione convulsa le permise di parlare —, e non lo dico perché sono qui adesso… lo dico perché è la cosa più bella che mi sia capitata da venticinque anni a questa parte— —Neanche quando hai scopato con un ragazzo?— le chiese Luca leggendo la medesima domanda nel viso di Sonia. Valeria ristette qualche attimo pensierosa poi guardando entrambi in faccia aggiunse con una autorevolezza che non sapeva di possedere —Finora non ho mai scopato così bene con un uomo, cioè non ho mai ricercato con tanta forza il sesso. Cioè, se avessi messo il medesimo impegno nella ricerca del piacere, mio e del mio partner come ho fatto oggi molto probabilmente avrei provato sensazioni simili anche con il mio ragazzo.— allargò le braccia —Ma ora capisco di non aver mai raggiunto il vero orgasmo, quello con la ‘o’ maiuscola— Luca assentì con il capo e sorridendole le rispose —Grazie per la tua sincerità— Valeria abbassò lo sguardo vergognosa —Ho detto solo quello che pensavo— —E ti sembra poco,— intervenne Sonia cingendole le spalle con un braccio —Io posso dire di conoscere ragazze che per il solo fatto di vedere due donne che si baciano in tram si lasciano andare in escandescenze puerili recriminando chissà quali nefandezze— sedette sul bordo del letto assieme a lei ed aggiunse —Mi vergogno un po’ a dire le stesse cose che hai detto tu poco fa, ma anch’io non ricordo d’essermi mai sentita meglio— Valeria si agganciò ai suoi occhi con un sorriso solare —Dici sul serio— —Si— —Questa è la cosa più bella che mi hanno mai detto— sussurrò abbassando lo sguardo vergognosa —Ma dimmi cos’è che stai pensando adesso?— —Di spogliarti e di restituirti ogni stilla di piacere che tu, prima, mi hai fatto provare— rispose sinceramente Sonia in quel momento così alto e pregnante che aveva escluso in qualche modo Luca. Si abbassò inginocchiandosi di fronte a lei iniziando dalle scarpe da tennis di tela che slacciò con molta calma. —Vorrei spogliarti standoti di schiena— propose studiando la reazione di Luca che con un cenno impercettibile del capo acconsentì —Voglio guardarti da dietro,— aggiunse rinfrancata dal permesso del loro insegnate —Voglio baciarti infilando la faccia tra le tue chiappe abbondanti— —Sarà il tuo culo, abbondante— ribatté prontamente lo scherzo Valeria che in realtà poteva vantare una silhouette asciutta e longilinea lungo tutto il suo metro e sessantanove come del resto Sonia; risero entrambe. —Allora Sonia, come mi devo mettere?— —Girati, voglio le tue chiappe— rispose Sonia poggiandole mani ai fianchi cercando il bottone che teneva chiusi i lembi della gonna scozzese alta poco di più di un palmo. Valeria si girò e Sonia approfittò per passare le mani sotto la gonna alla ricerca delle mutandine che essendo molto sgambate l’elastico era passato sulle ossa pelviche. Raggiunse con l’indice di entrambe le mani i lembi del tanga ma non tirò, portò invece la faccia sotto la gonna seguendo il profumo di sesso come un cane da tartufi. Il precedente orgasmo di Valeria aveva lasciato delle tracce evidentissime nelle mutandine in parte sepolte nel taglio delle natiche fin oltre il perineo, su per la vulva. Odorò con soddisfazione poggiando il naso tra le natiche e quindi con molta calma, gustandosi il momento, abbassò l’indumento; l’arricciolò sulle gambe finché non cadde attorno alle caviglie. Sonia a quel punto liberò prima una gamba, poi l’altra facendo in modo che Valeria rimanesse a gambe divaricate e lentam! ente come era scesa risalì. Il naso non si fermò alle natiche e la bocca trovò subito la via della vagina e un primo risucchio sancì l’ingresso della lingua di Sonia nella vagina di Valeria che urlò come impazzita. Non cadde malgrado avesse perso l’equilibrio perché Sonia sotto di lei la sorreggeva proprio come quei puntelli che nelle statue equestri sono posti sotto la pancia del cavallo a ripartire il peso di tutta la struttura. Le mani la stringevano ai fianchi tirandola verso il basso mentre il viso, la bocca, la lingua spingevano dentro di lei verso l’alto; percepiva distintamente i tocchi al clitoride, gli ingressi più o meno profondi che in breve tempo la prepararono per un nuovo orgasmo. Per una frazione di secondo temette di cadere, invece, saldamente trattenuta da Sonia si produsse in un sonoro orgasmo che bagnò anche il capelli dell’amica, e i vecchi umori si unirono ai primi in un tripudio di felicità. —La gonna, Sonia, toglile la gonna— suggerì Luca e prontamente l’indumento cadde a terra. Valeria stremata sedette sul letto e Sonia sempre in ginocchio dietro di lei cominciò sbottonarle la camicetta palpandole i piccoli seni finché le mani non furono sotto, a cercare frenetiche, i capezzoli irti; solo allora scoprì che non indossava reggiseno. Con pochi gesti riuscì a sfilarle contemporaneamente camicetta e canottiera. Valeria indossava solo i corti calzini bianchi e per il resto era finalmente nuda; con un sorriso si distese sul letto iniziando a masturbarsi; Luca e Sonia stettero qualche istante a guardarla estasiati gemere convulsamente gorgogliando felice del compimento di quel suo desiderio di carnalità. —Poggiale la passera sulla bocca, e fai altrettanto tu— impartì Luca —Come?— —Mettiti a cavalcioni su di lei in modo da poggiarle la passera da leccare e poi distenditi a leccarla pure tu!— —Il sessantanove, no?— —Esatto brava il sessantanove, soltanto che qui non devi ciucciare un uccello, ma succhiare una passera!— Sonia eseguì la figura erotica assegnatole da Luca che per agevolare Valeria le aveva messo un cuscino anatomico sotto la nuca; la vulva si poggiò velocemente sul volto arrossato di Valeria che prese subito a leccare con molta calma i punti sensibili che lei come donna conosceva molto bene. Con le mani tendeva le pieghe della vulva lanciando la lingua in profonde penetrazioni alla ricerca degli inestimabili grumi di umori filamentosi che risucchiava pienamente soddisfatta. Resistette per alcuni istanti accucciata in posizione eretta sul volto di Valeria poi anche lei non poté nulla al fascino della vulva e si buttò tra le cosce dell’amica allargandole dall’interno. Convulsamente prese a risucchiare ogni umore, ogni stilla di piacere in una furiosa competitiva rincorsa al piacere perfettamente conscia d’aver scoperto la specularità del piacere femminile.
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