Simona quel giorno compiva 18anni, tutta la sua vita l’aveva vissuta in un istituto per orfani gestito dalle suore, fino a 14anni i suoi giorni erano divisi tra la scuola, la preghiera e i lavori che le suore le affidavano, giocare non era previsto. Al compimento dei 14 anni le dissero che doveva aiutare per il suo mantenimento e le avevano trovato dei lavori come donna di servizio presso delle famiglie che si rivolgevano alle suore per avere aiuto in casa, solitamente erano tutti lavori pesanti che la sera la lasciavano stremata.Solitamente quando arrivava la mattina la padrona di casa le faceva l’elenco dei mestieri che doveva fare durante la giornata, ma un giorno arrivando non trovò nessuno, cominciò a svolgere i mestieri di sempre, stava lavando le tazze della colazione quando un uomo entrò in cucina, era l’uomo più brutto che lei aveva mai visto, anche se per la verità non erano molti gli uomini con cui aveva avuto a che fare, era poco più alto di lei, molto robusto, quasi grasso, era tutto sudato, probabilmente si era appena svegliato, i capelli sporchi gli si erano incollati alla testa, si meravigliò vedendo Simona, gli disse di essere Enrico il padrone di casa e che la moglie, Elena, era dovuta partire urgentemente, mentre le parlava la guardava in un modo strano, le si avvicinò e l’abbracciò prendendola alle spalle, se la tirò contro il suo petto e lei poteva sentire l’odore di sudore di lui, con le mani le perse le tette stringendole fino a farle male, poi la fece girare e la costrinse a socchiudere le labbra mentre la baciava, aveva un alito pestilenziale, sapeva di aglio e di carne putrida, Simona si divincolò e riuscì a scappare, tornò dalle suore che vedendola sconvolta le chiesero cosa fosse successo, ma lei sentendosi in colpa non volle dire nulla, spiegò solo che la signora era dovuta partire e che lei era tornata indietro.Dopo quella volta non incontrò più Enrico, ogni volta la signora Elena era in casa e a poco a poco Simona si dimenticò quell’episodio.Quando arrivò il giorno del suo 18 compleanno le suore le dissero che non poteva più rimanere con loro, doveva cercarsi un lavoro e una casa, le diedero 10 giorni per andarsene.Simona era disperata, non sapeva cosa fare, anche la signora Elena si accorse che aveva pianto e le chiese il motivo, quando Simona glielo disse Elena le disse di non preoccuparsi poteva rimanere con loro, le avrebbero dato vitto e alloggio e anche una piccola cifra che poteva mettere da parte, Simona accettò con gioia.Si trasferì il giorno dopo, portò le sue poche cose, che stavano in una borsa e si sistemò in una stanzetta al piano terreno.Per tutto il giorno la signora Elena la fece lavorare, ma anche se i mestieri erano sempre gli stessi la signora la trattava diversamente dal solito, era più severa e la sgridava spesso per un nonnulla, quando arrivò la sera Simona portò in tavola la cena e rivide dopo tanto tempo il Signor Enrico.Finita la cena Elena disse a Simona che doveva portare il caffè al marito che la aspettava nello studio per dirle quali cose si aspettava da lei, Simona bussò alla porta ed entrò, Enrico era in piedi vicino al caminetto acceso, le fece segno di avvicinarsi, mentre beveva il caffè che lei aveva portato non staccava gli occhi da lei, le disse che si ricordava ancora il bacio che le aveva rubato qualche anno prima, e visto che lei non aveva raccontato nulla a nessuno era segno che anche a lei era piaciuto, Simona scosse la testa per negare ma lui alzando una mano le fece segno di stare zitta poi la mano scese e si posò sulla spalla di lei, con il pollice le carezzava il collo, poi si insinuò sotto il vestito, scese piano fino al seno che cominciò a palpare, Simona non sapeva cosa fare, rimaneva immobile, era terrorizzata, Enrico le ordinò di non muoversi mentre con le dita era riuscito a raggiungere un capezzolo, lo strinse forte facendola gridare, quando Simona aprì la bocca per farsi sfuggire un lamento lui le impedì di chiuderla prendendole la faccia con l’altra mano e avvicinandosela cominciò a leccarle prima le labbra e poi penetrando con la lingua nella sua bocca prese a leccarle la lingua e i denti, lasciando cadere molta saliva nella bocca di lei. Simona cominciò a piangere silenziosamente, lui la lasciò andare e le promise che si sarebbero divertiti insieme poi la accompagnò dalla moglie e le disse che doveva comprare dei vestiti più adatti per Simona, e le fece l’esempio di alcuni conoscenti.Il giorno dopo la signora Enrica uscì e quando tornò porse a Simona un pacco contenente i vestiti che d’ora in poi doveva indossare, conteneva un reggiseno di pizzo minuscolo, un paio di slip altrettanto ridotti, una gonnelina nera tutta arricciata sulla vita, una camicetta bianca, dei calzettoni bianchi e delle scarpe con un tacco che a Simona pareva vertiginoso, ma d’altra parte per lei era tutto strano, non aveva mai visto dei vestiti simili dalle suore.Quando alla sera portò in tavola la cena il Signor Enrico si complimentò con la moglie per la scelta dei vestiti, mentre mangiava volle che Simona girasse intorno per vederla meglio e quando era sicuro che la moglie non lo vedeva quando incrociava lo sguardo di Simona non perdeva occasione di fargli l’occhiolino o di passarsi la lingua sulle labbra.Finalmente la serata finì e Simona si potè ritirare in camera, era sfinita, si era appena messa sotto le coperte quando vide la maniglia della porta che si abbassava, rimase a guardarla terrorizzata, la porta si aprì piano ed entro Enrico che con un dito sulla bocca le ordinava di non parlare, le si avvicinò e con una mano la spinse sul letto poi le si sedette di fianco, le disse che era tutta la sera che pensava di rimanere solo con lei, si abbassò e posò le labbra sulle sue, con una mano le abbassò il mento costringendola ad aprire la bocca, la baciò con foga, Simona sentiva la saliva di lui bagnarle il mento, poi Enrico si alzò e le slacciò la camicia da notte mettendo in vista i seni di lei, erano piccoli uno stava comodamente in una delle sue mani, li strinse come per sentire la consistenza poi iniziò a leccarli prendendo tra le labbra prima e tra i denti poi i capezzoli che inconsapevolmente cominciavano a rizzarsi.Simona rimaneva rigida fra le sue braccia, troppo terrorizzata anche sono per piangere, quando lui le sollevò la camicia sulla pancia mettendo in mostra le mutandine bianche lei lanciò un piccolo grido subito zittito da una mano di lui sulla bocca.Enrico le disse che doveva stare zitta altrimenti l’avrebbe cacciata di casa in piena notte, poi le abbassò le mutandine e passò le dita sui peli biondi che coprivano la figa di Simona, con un dito la carezzava e scendendo sempre più giù lo spinse fra le labbra della figa che però trovò completamente asciutta, gli chiese se era vergine e lei fece di si con la testa.Enrico disse che ci avrebbe pensato lui, ma non quella sera, con sua mogli in casa non poteva, si rialzò e sbottonandosi i pantaloni fece uscire il cazzo, era scuro, grosso, anche se Simona non poteva fare confronti con altri, tenendolo con la mano lo avvicinò alla bocca di lei e le disse di leccarlo, Simona non voleva le faceva schifo, il cazzo puzzava di piscio e aveva una patina biancastra che ricopriva la punta, ma Enrico le strinse un seno molto forte e quando lei stava per gridare le cacciò il cazzo in bocca violentemente mandandolo a sbattere contro la gola, Simona si sentiva soffocare ma le mani di lui appoggiate alla sua nuca la spingevano contro il suo pube e lei non riusciva a liberarsi, finalmente quando pensava che sarebbe morta soffocata lui cominciò a tirarlo fuori un poco per poi spingerlo ancora a fondo, iniziò così il suo primo pompino, quando lui lo tirava fuori lei respirava a fondo perché quando lui lo spingeva cercava di entrarle fino in gola, fortunatamente per lei dopo qualche minuto Enrico cominciò a tremare e preso il cazzo fra le dita le sborrò in faccia.Simona non sapeva quello che stava succedendo, all’inizio pensò che le stesse pisciando addosso, ma poi vide che quella cosa con era pipì, era troppo densa, le rimaneva appiccicata alle labbra, ai capelli, sugli occhi, quando Enrico finì, sempre tenendo il cazzo in mano, usandolo come un pennello le spalmò la sborra per tutto il viso e poi le ordinò di pulirlo con la lingua, Simona fece come le era stato ordinato, aveva appena finito quando sentirono la Signora Elena che chiamava il marito, lui si riallacciò i pantaloni e raggiunse la moglie lasciando Simona sconvolta per quello che era successo.
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