Tranquillamente accoccolati sotto il piumino, i due si gustavamo la notte silenziosa. La solita luna rischiarava la stanza, non c’era bisogno della abat-jour. Le mani vagavano mollemente sui corpi e ogni tanto si sfioravano. Lei ama molto le carezze alle mani. Lei adora quando lui le disegna cerchi con il pollice, sui polsi. Lei gli passa le lunghe dita affusolate sulle belle labbra carnose e lui gliele lecca piano uno ad uno. Un formicolio sottile avanza, sale lungo il braccio, corre lungo la colonna e si annida direttamente all’inguine. L’idea si è messa in moto. Il piccolo oggetto bianco è tra loro. Lei lo prende e con la giusta vibrazione, segue i contorni dell’inguine di lui. Piccole scariche, direttamente al cervello. Lei sotto ad offrirgli la sua rosa madida di rugiada. Lui sopra. Lei ha una lingua stupenda. Questo il pensiero di lui quando si sente inumidire tutto il perineo. Le vibrazioni sulle natiche, seguono il solco più segreto. E ancora la lingua di lei a rilassare il piccolo fiore scuro. La lingua, la vibrazione, la lingua. La carezza avvolgente di tutto ciò che conta in questo momento. Una piccola pressione. La vibrazione ora sembra entrare in lui. E’ aumentata. E’ quasi scandalosa. Non gli dà tregua. Vorrebbe sottrarsi, ma non può. Un piacere lontano, quasi irreale. Di più, lei spinge il piccolo oggetto e pone delicati umidi baci tutt’intorno ad esso. Lui non ha più volontà. Sente la vibrazione impossessarsi del suo ventre e del suo cervello. Sente le mani e la lingua di lei accompagnarlo in questo viaggio. E’ quasi insopportabile, ma non ne può fare a meno. Ancora, di più, più forte, fino a quando lei lo prende e vuole che le invada la bocca, il palato, la gola. La vibrazione scema. La bocca di lei è un invito troppo grande per non lasciarsi finalmente andare.
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