Ho perso il padre che ero ancora giovanissima e da allora ho sempre vissuto sola con mia madre, una donna spenta dagli eventi della vita e dalla malattia. Con la perdita di suo marito ha perso anche la gioia di vivere, fa vita ritirata rifiutando i contatti con il mondo esterno, non un amico, non un conoscente, esclusi gli zii che a volte vengono a trovarci rompendo la monotonia delle nostre giornate. Proprio così, ho detto la nostra, perchè mia madre è riuscita a coinvolgere anche me nella sua misantropia in maniera tale che, nonostante i miei diciotto anni, ancora non sono riuscita ad avere nè un’amica, nè un amico con i quali poter confidare i miei sogni, le mie speranze e tutte quelle cose, magari anche di sola fantasia, che sono il bagaglio di ogni ragazza della mia età. Quanto fantasticare nella mia stanza, seduta al mio tavolino appoggiato contro la finestra, gli occhi persi nel vuoto! Sognavo un bel ragazzo dal volto ancora sconosciuto, ma con gli occhi azzurri ed i capelli biondi, mi vedevo stretta fra le sue braccia, coccolata ed accarezzata dalle sue dita, le sue labbra che mi baciavano dolcemente… sogni, soltanto sogni fantastici che purtroppo non potevo condividere con nessuno. Anche quel giorno, che avrebbe dovuto veder festeggiato il mio diciottesimo compleanno, ero immersa nei miei pensieri, l’unico sfogo che mi permetteva di evadere e trovare un poco di felicità virtuale. Vagavo felice chissà dove e chissà con chi, ora non ricordo, quando il trillo del campanello della porta di casa viene ad interrompere le mie fantasticherie. E’ zia Cristina, ha in mano un pacchetto che deve contenere una torta ed è venuta a porgermi gli auguri. “Ciao Nadia, Tanti, tanti auguri! Come ti sei fatta bella!” La zia è la moglie del fratello di mio padre ed è l’unica che di tanto in tanto si ricorda di noi, è sempre stata molto gentile ed affettuosa, come del resto anche zio Stefano, suo marito. Soltanto il comportamento scostante di mia madre ha impedito che tra di noi potesse nascere un rapporto di maggiore affetto e confidenza. Saluta mia madre che, probabilmente con uno sforzo enorme, riesce ad abbozzare un tiepido sorriso che, peraltro, subito si spegne nella consueta maschera di tristezza. In quel momento sento nascere nel mio cuore un senso di ribellione, un moto di rifiuto alla mia situazione paradossale. Con le lacrime che mi inumidiscono gli occhi, per la prima volta, come se solo in questo momento si fosse accesa la luce nella mia mente, solo in questo istante mi appare in tutto il suo reale grigiore la mia breve e già così commiserevole vita. La zia si accorge subito del mio turbamento e mi abbraccia stretta al suo seno accarezzandomi il viso solcato dalle lacrime. “No piccola mia non fare così, oggi è giorno di festa e non devi piangere, qui, qui fra le mie braccia, sorridi piccola mia, lo sai vero quanto ti voglio bene?” Da quanto tempo non sento una parola di affetto? Da tanto, da troppo e mi sciolgo in un pianto disperato che è solo lo sfogo naturale della tristezza accumulatasi nella vana attesa di un sentimento mai trovato. Mi lascio stringere e coccolare dalla zia, il viso nell’incavo del suo collo respiro il tepore della sua pelle ed il profumo dei suoi capelli, come sa di buono e di pulito! “Io non sto bene, me ne torno a letto!” Mia madre ci dà la notizia come fosse un problema capitale, come al solito fa rotolare su chi le sta vicino il peso dei suoi pensieri, ma stavolta non mi lascio coinvolgere, rimango indifferente, troppa è la felicità dovuta alla presenza della zia, anzi, il fatto che se ne vada mi fa ancora più felice perchè resterò sola con lei. Apro la confezione del pasticcere e taglio due porzioni abbondanti di torta. Come poche volte mi è accaduto rido di gusto, felice per i miei diciotto anni e con la bocca impiastricciata di crema e zucchero bacio zia Cristina sulle guance inzaccherandola tutta. Ridiamo anche di questo. “Piccola mia, io e zio Stefano vorremmo farti un bel regalo per il tuo compleanno, c’è qualche cosa che desideri in modo particolare?” Sono imbarazzata, nessuno mi ha mai fatto regali e non so quale desiderio esprimere. “L’estate è alle porte e come il solito noi partiamo per la nostra casa in montagna, ti piacerebbe come regalo venire a passare questi mesi insieme a noi?” La notizia mi sconvolge di gioia ma non ho neppure il tempo di assaporarla perchè il pensiero di mia madre subito mi raggela. “E con la mamma come faccio…? Non ho il coraggio di dirglielo…” “Non preoccuparti di tua madre, lo sai che i suoi guai e la sua vera malattia sono solo i suoi pensieri, lascia fare a me ci penserò io a parlarne con lei e vedrai che non ci saranno problemi.” “Ahh zietta come sono contenta!” L’abbraccio ancora con forza e ci baciamo le gote a vicenda, di nuovo respiro il suo profumo caldo e gradevole, di nuovo mi prende una sorta di eccitazione che questa volta quasi mi blocca il respiro. La zia si accorge della mia reazione e vuole sapere: “Che c’è Nadia, cosa ti succede? Ti ho detto che non devi preoccuparti per tua madre, non pensarci.” “Non è per quello… è per il tuo profumo zia, non so cosa mi capita, ma mi batte forte il cuore e mi fa venire l’affanno, senti!” Le prendo una mano e la comprimo con forza fra i seni. “Senti come batte forte!” La zia sorride e mi guarda negli occhi. “Piccola mia… non è nulla di grave, anzi sono contenta che ti accada, ti stai solo eccitando per i miei baci e le mie carezze… non sei mai stata baciata da un ragazzo? O anche da una tua amica, una compagna di scuola?” Faccio segno di no con la testa, mi manca la voce per la sorpresa e lo stupore di quello che la zia sta dicendo, eccitata da lei, dai suoi baci… la guardo come se la vedessi per la prima volta. E’ bella e porta meravigliosamente i suoi quarantacinque anni, gli occhi verdi, le labbra piene e carnose, quelle labbra che lentamente si stanno avvicinando di nuovo al mio viso, si posano a sfiorarmi la guancia per scivolare poi dolcemente sulla mia bocca. Il cuore mi batte impazzito nel petto quando quelle labbra, morbide e calde, dischiudono dolcemente le mie. Per la prima volta una lingua mi penetra la bocca donandomi l’ebbrezza del primo bacio sensuale. “Ti piace? Non è forse bello baciarsi così?” Faccio segno di sì col capo perchè non riesco a parlare per l’eccitazione, per la mano della zia che ora ha preso ad accarezzarmi i seni. Li sfiora dolcemente sulle punte per poi strizzarli teneramente e mentre mi tiene avvinta in un nuovo struggente bacio, scivola dentro la camicetta e fa sgusciare fuori dal reggiseno le giovani mammelle. “Come sono belle e turgide Nadia! Lascia che le baci.” Le sue labbra sono sui miei seni e suggono le piccole rosee punte che si ergono dure e raggrinzite per il piacere. Mi succhia e titilla i capezzoli in punta di labbra, a volte li mordicchia coi denti procurandomi spasmi dolcissimi, poi riprende a baciarmi sulla bocca e a tratti mi sussurra frasi che mi riempiono di eccitazione. “Vorrei poterti avere tutta nuda per baciare la tua pelle in ogni punto… sul ventre, fra le cosce, il tuo culetto tenero, tenero. Mi piacerebbe toccarti e baciarti dove nessuno ha mai osato… e a te non piacerebbe? Vorresti provare?” Non attende il mio consenso, la sua mano è già sotto la gonna e mi accarezza le cosce, le forza e le dischiude per arrivare alla mia femminilità dove si sofferma un attimo sopra le mutandine. Mio Dio come sono confusa, vorrei impedirle di prendersi tanta libertà, ma è così bello! Sto provando emozioni mai avute, sono tutta un fremito ed uno strano languore si impadronisce lentamente del mio corpo. Chiudo gli occhi e mi lascio andare godendomi il piacere delle carezze che le mani della zia mi stanno procurando. Istintivamente paragono le nuove sensazioni con quelle che solitamente mi procuro nelle mie solitarie masturbazioni. E’ molto più bello quello che sto provando con lei, non c’è proprio paragone, è infinitamente più bello… mi lascio andare quasi paralizzata dal languore che mi sale dall’inguine mentre dalle labbra dischiuse mi esce il respiro corto e affannoso dell’incipiente piacere. La voce della zia mi riporta bruscamente alla realtà: “Anche tu devi accarezzarmi… avanti toccami, prova, non aver paura!” Mi forza la mano fra le sue gambe inguainate nelle calze e siccome non la muovo ci pensa lei a portarla sul suo inguine facendola scivolare sotto le mutandine. “Accarezzami la fessura come sto facendo con te, senti come sono già bagnata, come desidero le tue carezze. Ora muovi le dita, così…! Brava, impara come si fa a dare piacere!” Solo allora mi rendo conto che le sue dita hanno preso possesso della mia natura e si stanno muovendo con agilità e a ritmo frenetico nella vulva. Faccio appena in tempo a rendermi conto di come il sesso della zia è più grande e carnoso del mio, di come è pieno di umori e di come è molto più peloso che subito gli occhi mi si richiudono e mi abbandono al primo vero orgasmo della mia vita che sta squassando le mie membra. Mi lascio andare a quel piacere mai provato prima e come se io mi trovassi altrove, sento la mia voce emettere rauchi rantoli subito soffocati dalla zia che preoccupata di zittirmi mi chiude la bocca con la sua. “Ti è piaciuto? Ti prometto che quando saremo in montagna ti farò divertire ancora di più e forse… potrei anche avere in serbo qualche altra bella sorpresa.” La prima settimana di Giugno gli zii passano a prendermi con la macchina e caricate le mie poche cose si parte. Col cuore in tumulto lascio casa mia con la sua pesante atmosfera e felice come poche volte lo sono stata mi metto nelle mani della zia che ha promesso di farmi dimenticare il passato insegnandomi ad affrontare la vita con gioia e serenità. Poche ore più tardi arriviamo a Predazzo, una ridente cittadina del Trentino. La casa degli zii è una piccola villetta unifamiliare posta all’estremità del paese sulla strada che porta ai trampolini di salto con gli sci. “Questa è la tua cameretta.” Sono introdotta in una stanza che è un sogno, mai avrei pensato di poter abitare anche un solo giorno in un ambiente così bello e luminoso dove tutto sembra sorridere alla vita pur nella sua semplicità. Mi giro ed in uno slancio d’affetto abbraccio e bacio entrambi gli zii, non riesco neppure ad esprimere a parole la mia gioia che peraltro traspare evidente dai miei atteggiamenti. Zio Stefano è compiaciuto nel vedermi così felice e tenendomi un braccio appoggiato sulla spalla mi conduce a visitare tutta la casa. “Ricordati che qui sei a casa tua, vai dove vuoi e fai quello che vuoi, se ti servisse qualche cosa di particolare non hai che da chiedere e se ora hai bisogno di andare in bagno per rinfrescarti fallo subito che poi usciamo a fare spese. La zia mi ha detto che hai necessità di qualche cosa di pesante da metterti la sera, sai qui rinfresca parecchio quando scende il sole.”Mi hanno regalato magliette e maglioni, un paio di giacche pesanti, una giacca a vento e delle scarpe adatte alla montagna e lo zio ha voluto che prendessi ad ogni costo delle camicette molto eleganti. Non ho mai avuto tanti regali e così belli neppure sommando tutti i miei diciotto natali. Sono felice come una bimba e mi sorprendo a cantare con lo zio coretti di montagna, cantare… non avevo mai cantato prima di allora! La sera, dopo cena, zio Stefano esce per andare a salutare degli amici mentre io e la zia rassettiamo la cucina. Ho appena finito di riporre nell’armadietto gli ultimi piatti che mi sento prendere da dietro. Zia Cristina mi cinge con le braccia, le mani sul seno e con la bocca mi alita sul collo. “Per un paio d’ore saremo sole, vuoi che ci divertiamo un po’ come l’altra volta a casa tua? Vieni andiamo di sopra.” Mi conduce nella sua stanza e subito mi sbottona la camicetta, lentamente mi spoglia lasciando cadere a terra i vestiti, poi vuole che sia io a fare altrettanto a lei. Quando rimane praticamente nuda, con le sole calze e reggicalze, mi soffermo a rimirarla, è veramente bella. Il seno è alto e sodo, mi invita a baciare i capezzoli bruni che subito si raggrinziscono sotto l’azione della lingua, mi incita a leccarla, a scendere più in basso sul ventre piatto, a scoprire nuove sensazioni e a farla godere. Esito, quando guidata dalle sue mani che pilotano la mia testa, arrivo a sfiorarle il pube rigoglioso di pelo riccio e nero, mi comprime il capo sul ventre e la bocca viene in contatto con la sua pelle. Respiro l’afrore del suo sesso, mi riempie le narici e m’inebrio di eccitazione, ma non ho il coraggio di immergerci la lingua, ne ho il desiderio ma non ci riesco, solo quando lei si apre la fessura con due dita e mi costringe a metterci la bocca, timidamente la stuzzico con la lingua. “Più forte tesoro! Con la lingua lì… sul clitoride, accarezzalo con la punta, ora risucchialo in bocca e stuzzicalo con le labbra, brava così…. mi stai facendo godere bambina mia, godo nella tua bocca, ahh che bello…!” Si agita scompostamente negli spasimi dell’orgasmo e anch’io finalmente eccitata per la mia prima completa esperienza saffica, riesco ad immergermi in lei con la lingua leccandole il sesso con maggior decisione. Alla fine la zia si acquieta, ma subito mi ricambia le attenzioni. Mi sdraia sul letto e mi spalanca le cosce, si da un gran daffare baciandomi in ogni dove, percorre con la bocca ogni centimetro della mia pelle dal ventre all’incavo dell’inguine, dal vertice più alto della vulva al punto più intimo fra le natiche. Ondate di brividi di piacere mi pervadono il corpo e quando la sua lingua, dopo avermi frugato per ogni dove, lambisce l’ano cercando di penetrarlo e poi raggiunge il clitoride, è una vera e propria esplosione dei sensi. Sento di aver perso il controllo del mio corpo e pur avendo gli occhi chiusi, vedo scoppiettare scintille di ogni colore, solo quando passa l’ondata irresistibile del piacere mi accorgo di aver affondato tre dita nella vagina della zia. Ho paura di averle fatto male e sono spaventata, ma subito lei mi tranquillizza, anzi vuole che continui il massaggio e con la mano mi guida il polso regolando il movimento della masturbazione. Guardo stupefatta il gioco delle mie dita che spariscono nell’anfratto umido e villoso, i suoi mugolii di piacere cominciano ad aumentare di intensità fino a trasformarsi in invocazioni perchè vuole essere penetrata con maggior forza e in profondità. “Ahh piccola mia come mi hai fatto godere è stato quasi bello come far l’amore con un uomo, quando avrai il tuo ragazzo ti accorgerai del piacere che saprà darti quando gli permetterai di far l’amore con te.” “L’ho sentito dire da alcune compagne di scuola che l’hanno già provato, ma è veramente così bello? Alcune dicono che hanno sofferto, che fa male.” “Forse per alcune la prima o la seconda volta, ma poi non c’è più dolore solo piacere e per la maggior parte delle donne è piacere da subito. Io con tuo zio ad esempio non ho mai sofferto, mi è piaciuto anche quando mi ha tolto la verginità.” “Come è stato con lo zio… mi puoi raccontare? Dimmi della tua prima notte di nozze!” “Ancora devi sbocciare all’amore e già hai di queste curiosità morbose, vieni vicino baciami porcellina mia… la prima notte di nozze io e lo zio ci siamo riposati, la mia verginità, se è a questo che volevi alludere, se l’era già presa un paio d’anni prima in una sera di primavera in mezzo ad un prato, da quella volta abbiamo fatto l’amore ogni volta che potevamo e devo dirti che tuo zio se la cava piuttosto bene.” “E com’è…? Voglio dire…” “Com’è cosa? Vuoi sapere come ce l’ha?” Maliziosa mi guarda negli occhi, sembra pensierosa e poi sbotta: “Ce l’ha grosso, abbastanza da far impazzire di desiderio ogni donna, ma soprattutto non si stanca mai, è in grado di far l’amore per delle ore. Ti piacerebbe poterlo vedere? Aspetta un attimo!” Apre lo stipo di un armadio pieno di videocassette, ne prende una a caso e mi fa cenno di seguirla in salotto. Accomodata su dei cuscini fra le braccia della zia sono in trepidante attesa, curiosa di poter vedere il sesso di zio Stefano, mi immaginavo di vederlo nudo sotto la doccia o in qualche altra innocente occasione, invece… la scena inizia con la zia che si sta spogliando proprio nella stanza da letto dove abbiamo appena finito di far l’amore. Lo zio è già nudo e lo si vede di spalle, aiuta la zia a finire di spogliarsi poi le accarezza i seni. Quando lei le si inginocchia davanti, lo zio si sposta di lato ed il membro appare turgido e proteso in avanti in tutta la sua dimensione. “Mamma come è grosso! Che cazzo!” L’esclamazione mi è uscita spontanea nella sua volgarità e la zia ridendo mi accarezza le mammelle stuzzicandomi i capezzoli. “Puoi ben dirlo, guarda con quanta fatica riesco a prenderglielo in bocca.” Osservo sempre più arrapata la scena libidinosa del cunnilinguo fin quando lo zio si sposta di lato; a quel punto zia Cristina interrompe la visione. “Già finito zia? Dai fammene vedere ancora un po’!” “Per oggi basta hai già visto abbastanza… e poi dopo ci sono cose che per ora preferisco tu non veda.” Sono stupita per prima della mia ostinazione, ma sono decisa a guardare ancora un po’ di quello spettacolo e allora mi giro verso la zia, la bacio in bocca con tutta la passione che la mia inesperienza le può dare e mentre repentinamente le infilo due dita in vagina, rinnovo il mio appello: “Ti prego zia solo ancora un poco…” La sento titubante ed insisto nella mia richiesta, poi improvvisamente mi affiora una domanda su un particolare che fino a quel momento non avevo considerato e che mi lascia senza fiato. “Ma zia scusa… ma chi riprendeva quelle scene mentre tu e lo zio…? La telecamera era in movimento, non era fissa!” “Sei proprio un diavolo, sei ingenua ma ho sottovalutato la tua intelligenza, va bene ti farò vedere il seguito, pretendo però il tuo silenzio con tutti su quello che vedrai!” Avuta la mia solenne promessa riaccende il video e aspetto di vedere il resto con trepidazione. Ecco lo zio che si sposta di lato, prende la zia che è ancora in ginocchio e la fa voltare di tre quarti. E’ ora inginocchiata davanti ad un altro uomo che le sta porgendo il pene in erezione, lei glielo accarezza dolcemente, lo umetta sulla punta e lentamente se lo lascia penetrare nella bocca. Le sue labbra cingono la canna di carne, la massaggiano nel movimento costante di va e vieni quindi si staccano e la lingua saetta rapida lungo tutta l’asta fino ai testicoli, poi riprende il pene con la bocca per proseguire la struggente, languida carezza. Lo zio la fa alzare per sdraiarla sul letto e le divarica le gambe mentre lo sconosciuto inizia a baciarla sul pube, uno stacco della scena e lo zio non si vede più. Il suo posto è preso da un terzo uomo che scosciato sulla testa della zia le sta infilando il pene nella bocca. Assisto, sempre più sconvolta dalla libidine, a quello che non avrei mai pensato di poter vedere, mi stringo forte alla zia che sbaciucchiandomi sul collo mi masturba velocemente fra le cosce fradice. “Guarda bene ora, attenta a quello che mi faranno…” La telecamera ballonzola un po’ poi rimane immobile e fissa, riappare lo zio che si sdraia supino sul letto, la zia si libera dei maschi e si accomoda scosciata sul membro dello zio, in quella posizione è penetrata nella vagina mentre riprende nella bocca il pene che già stava succhiando. Il terzo uomo le si avvicina, la fa piegare in avanti e con le mani le allarga le natiche iniziando a leccarle l’ano poi l’agguanta per i fianchi e messosi nella giusta posizione la penetra di dietro. E’ a quel punto che la zia alza il volume del televisore e mi giungono le grida animalesche dei tre uomini che si stanno dando da fare su di lei. E’ troppo per me, non resisto più e godo senza ritegno. “Ahh godo zietta… come mi piace vederti far l’amore con quegli uomini… sverginami zia, con le tue dita ti prego, affondale dentro di me!” Non connetto più, mi disinteresso totalmente delle scene filmate e rovesciata la zia sulla schiena mi butto famelica con la bocca fra le sue gambe leccando e lappando come una forsennata. Anche la zia mi ricambia succhiando da esperta ed alla fine ci abbandoniamo entrambe all’estasi suprema del piacere. Respiriamo con affanno e mentre ci riprendiamo le lancio un’altra supplica: “Zia mi piacerebbe provare con un uomo, se pensi che sia diventata abbastanza grande per farlo devi aiutarmi a trovare qualcuno che faccia l’amore con me, al più presto… subito! Me ne è venuta una tale voglia che potrei uscire da casa per andare a farmi fare dal primo che capita.” “Porcellina mia sei proprio come me, hai il sangue che ti scalda le vene, ma devi imparare ad avere pazienza e fare le cose con calma per la tua stessa sicurezza. Una bella ragazza come te può trovare con irrisoria facilità mille uomini pronti a morire fra le tue cosce, ma poi ti faresti la fama di essere una femmina facile e di cattivi costumi, perchè così ti giudicheranno gli stessi che ti avranno posseduto. Se invece avrai pazienza e ti lascerai guidare da me, potrai trovare degli amici discreti disposti a fare per te qualunque cosa ti piaccia, nella riservatezza delle mura domestiche.” “Zia dimentichi che io non ho mura domestiche, non posso portare in casa i miei amici con mia madre che fa da guastafeste! Devi aiutarmi tu ospitami a casa tua e mi piacerebbe…” L’idea mi è venuta improvvisa e per la sua audacia la voce mi si strozza nella gola, ho il cuore che batte impazzito mentre formulo balbettando l’oscena richiesta: “Mi piacerebbe che fosse lo zio il primo… col suo coso… come mi è piaciuto il suo cosone! Mi piacerebbe far l’amore con lui, insieme a te… col suo sesso così grosso. Ahh come vorrei dividere il letto con voi due, anche perchè vi voglio bene e se poi lo zio gli piacesse di farmi prendere anche dai vostri amici, come ha fatto con te, non direi di no. Come mi piacerebbe provare zia, sono tutta un fuoco, senti come mi sono bagnata solo al pensiero! Ti prego zia, accontentami se puoi, parla con lo zio… pensi che dirà di si?” La zia interrompe il fiume di parole generato dalla mia eccitazione: “Va bene ti prometto che ne parlerò con lui, magari questa sera stessa appena rincasa, ma ora devi cercare di calmarti, sei troppo agitata e poi si è fatto tardi ed è ora di andare a dormire.” Mi accompagna in camera mia e dopo avermi rimboccato le coperte mi dà la buona notte baciandomi sulla bocca. Fatico ad addormentarmi per i troppi pensieri causati dall’eccessiva agitazione, ma alla fine il sonno ha la meglio e mi addormento felice. Il mattino durante la colazione sbircio timorosa lo zio per intuire se sa già oppure no, mi sento il viso tutto caldo e probabilmente devo essere rossa come un peperone perchè, è inutile negarlo, provo anche un poco di vergogna, ma con delusione lo vedo tranquillo, forse non sa ancora nulla. Più tardi quando si esce per le solite spese, con tatto cerco ancora di osservare gli atteggiamenti dello zio, non riesco a capire se è stato messo al corrente dei miei desideri, nulla traspare dai suoi atteggiamenti e mi sento sempre più a disagio. Anche la zia si comporta come se nulla fosse e non fa alcuna allusione ai fatti della sera prima. Cominciano a sorgermi dei dubbi, mio Dio e se lo zio quando lo viene a sapere si arrabbia e racconta tutto alla mamma? No, dopo quello che ho visto anche lui è compromesso e poi la zia non lo permetterebbe… oppure si? Il mattino trascorre, la mia mente è sempre più annebbiata e sento la testa gonfia come un pallone a causa di tutti questi arzigogoli. A tavola per il pranzo si parla di cose amene, dei vicini, si fanno discorsi che non mi interessano, la mia attenzione è tutta sullo zio per vedere se fa anche una lontana allusione a quello che più mi sta a cuore. Un altro dubbio: la zia ne ha già parlato con lui o deve ancora farlo? Ahh come sto soffrendo, si decidessero una volta per tutte, anche a dirmi di no piuttosto che questa attesa sfibrante… ed ora anche il mal di pancia, mi stanno venendo le mie regole. Dopo il pranzo rifiuto una passeggiata nei boschi per potermi mettere a letto ed avviso la zia della nuova situazione. Passano i giorni ed il mio pensiero è diventato una vera e propria ossessione, lo zio non accenna a nulla e mi convinco che non sappia ancora, ma cosa aspetta la zia a parlargliene? Il quinto giorno, da quando mi sono venute le mie cose, siamo a tavola per la prima colazione e la zia insieme con il caffè mi porge una pastiglietta piccolissima. “E’ per il tuo mal di pancia, prendila e non soffrirai più!” Mi guarda sorridendo, ma il suo sorriso ha qualche cosa di strano, come se mi volesse prendere in giro. Lo zio continua a leggere il suo giornale e non fa caso al nostro discorso, evidentemente la cosa lo lascia del tutto indifferente, faccio per parlare perchè vorrei delle spiegazioni, ma zia Cristina mi blocca all’istante imponendomi il silenzio col dito teso davanti alle labbra. Più tardi nel piccolo giardino, mentre io e la zia siamo sole e stiamo dando l’acqua ai fiori, ne approfitto per chiedere: “Cos’è questa storia del mio mal di pancia?” Mi guarda sorniona e mi sorride con malizia prima di rispondermi: “Giorni fa non avevi forse chiesto il mio aiuto per quello che sai? O mi sono sbagliata? Bene se vuoi avere le tue brave esperienze coi maschietti senza rischiare… dei mal di pancia, capisci ciò che voglio dire vero? E’ bene che tu prenda una di quelle pastiglie tutti i giorni senza saltarne neppure uno. Mi hai capito bene?” “Ora credo di si, mi stai dando la pillola perchè non resti incinta vero? Allora lo zio sa già tutto e non mi ha detto nulla. Mi stai preparando per lui, per non farmi correre rischi.” “Uh come corri, per ora fai quello che ti dico e poi vedremo.” Alcune sere dopo sono sdraiata sul divano con la testa in grembo alla zia che sta guardando il televisore, il programma è di una tale noia che mi appisolo colta dal sonno. Nel dormiveglia sento una mano che con molta delicatezza mi accarezza le gambe sotto la sottana, come è piacevole quel tocco delicato della zia, le sue dita sapienti che mi accarezzano l’incavo dell’inguine sollecitandomi meravigliose sensazioni. Allargo le cosce per favorire la sua carezza, perchè mi raggiunga dove la mia carne è più sensibile, brava zia proprio lì sul clitoride, ahh come muovi bene quelle dita… sto già andando in estasi… sto già per godere, godo dolcemente col viso sul suo grembo, sorretta dalle sue braccia mentre delicatamente mi accarezza il viso. Un tuffo al cuore ed apro di colpo gli occhi lanciando un piccolo grido di sorpresa. La mano che così delicatamente mi sta dispensando il piacere è quella dello zio! E’ lui che si è addentrato con le dita fra le mie cosce, che mi sta masturbando così piacevolmente! “Zio Stefano!”“Si Nadia?” “Continua ancora zio… non ti fermare… ti ho desiderato tanto! Ohh come ti desidero zietto caro!” Ora la zia mi sostiene fra le braccia e mi bacia sulla bocca, unisco la lingua alla sua che mi fruga fra le labbra, le nostre salive si mischiano e beviamo il dolce nettare. Come fosse un piccolo pene, la zia mi ha infilato la lingua nella bocca che tengo spalancata per poterla accogliere tutta, la risucchio all’interno per quanto posso e la lecco mimando i movimenti del pompino. Avverto come una piccola scossa al bassoventre quando la lingua dello zio raggiunge la mia cosina, frulla come impazzita sul clitoride con piccoli tocchi rapidi, va a perdersi lungo la fessura e penetra nella vagina fino a trovare l’ostacolo non ancora abbattuto. Godo di quella bocca che ha preso possesso del mio sesso, lo contiene tutto mentre morde le grandi labbra delicatamente, i piccoli morsi mi procurano una serie incontrollata di brividi, premonitori dell’orgasmo che quasi subito si scatena incontrollato. La zia non ha mai smesso di baciarmi, come lo zio non ha mai smesso di frugarmi con la lingua, lentamente, sempre dardeggiando rapido, lo sento scendere fra le natiche, che ha divaricato, a vellicare il piccolo foro bruno. Godo ancora e il mio grido di piacere si perde nella bocca della zia. Prendiamo un attimo di sosta anche se le mani di zio Stefano continuano ad accarezzarmi instancabili, mi sfiorano leggere dalle gambe alle mammelle sulle quali si stringono per saggiarne l’elastica consistenza, mi tormenta i capezzoli induriti e poi mi pizzica dolcemente la pelle del ventre per insinuarsi di nuovo più in basso fra le cosce madide d’umori a stuzzicare la fessura. Ebbra di piacere quasi non mi accorgo che mi stanno spogliando, senza pudore mi apro completamente nuda allo sguardo dell’uomo al quale ho offerto la mia prima esperienza. “Prendimi zio, voglio essere tua… il mio primo uomo sulla via del piacere…” “Non ancora piccola, prima devi conoscere meglio il mio corpo, il bastone che penetrerà nelle tue carni forse procurandoti anche dolore, vieni bacialo con la tua tenera bocca, assaporane il gusto, devi imparare questo rito che dà così tanto piacere sia agli uomini che alle donne. Guarda come si innalza orgoglioso, è lui che dovrai soddisfare, il tiranno che entrando in di te come un conquistatore aprirà la dimora del tuo e del suo piacere. Non dovrai temerlo anche se potrebbe farti soffrire un poco, perchè poi sarà un generoso dispensatore di piaceri quali non hai mai provato. Vieni piccola ad accoglierlo fra le tue labbra.” Per un attimo resto un po’ bloccata dalla lirica pomposa delle sue parole, ma la vista dell’uomo semisdraiato sul divano, il primo uomo nudo che vedo, mi accende i sensi della passione e infoiata divoro con gli occhi quel corpo così abbandonato davanti a me e a mia completa disposizione. Con occhi concupiscenti lo guardo fra le gambe leggermente divaricate dove si erge, staccandosi netto dai testicoli, il fallo possente. Vederlo dal vero, ma soprattutto da vicino, fa ancora più impressione. Un grosso cappuccio gonfio e paonazzo sormonta il bastone che non riesco a contenere in una sola mano, sono emozionata quando la zia mi sprona ad afferrarlo insegnandomi la lasciva carezza della masturbazione. Il mio primo pene… ma che dico, il mio primo cazzo! La zia, splendente nella sua nudità, gli vellica i testicoli gonfi e duri, mi incoraggia al rapporto labiale e lentamente mi accosto respirando per la prima volta il profumo del sesso maschile così diverso da quello di una donna. Con le mani tasto la dura colonna facendo scivolare la pelle di seta, la forzo verso il basso per quanto il frenulo mi permetta di farla scendere, il glande svetta ora alto e gonfio e in un attimo è nella mia bocca. La zia mi insegna, mi suggerisce i movimenti che devo fare, con la testa, le labbra, la lingua. Devo farlo entrare nella bocca per quanto possibile e nei miei tentativi rischio a volte di rimanerne soffocata, ma non mi arrendo e cerco di ingoiarne una quantità sempre maggiore, mi piace succhiarlo, mi piace il suo sapore di maschio. Ho le mandibole doloranti per lo sforzo di tenere la bocca spalancata al massimo, ma andrei avanti ancora per ore se lo zio non mi fermasse per concedersi anche alla zia. “Come mi piace fare l’amore con te e la zia, mi sento proprio fortunata per essere qui con voi…” “A questo proposito Nadia ti prego di una cortesia, non ci devi più chiamare zii quando siamo nell’intimità di un rapporto sessuale, solo davanti alla gente continuerai a chiamarci così, altrimenti usa solo i nostri nomi, è più intimo. Ora stai attenta a quello che farò a Cristina, perchè è quello che dopo farò anche a te.” La fa sdraiare sul divano e le divarica le gambe andando ad umettarle il sesso con la lingua poi accosta il bastone alla vulva e si prepara ad immergerlo, ecco ora inizia a spingere e lentamente lo vedo entrare tutto nella vagina. Ho avvicinato il viso ai loro fianchi e riesco a vedere ogni particolare, il movimento progressivo sempre più rapido del pene e l’inizio del godimento da parte di Cristina, oltre che per i suoi sospiri di piacere, me ne accorgo anche per i movimenti incontrollati delle anche che ricevono i colpi possenti. Quando sta per arrivare all’orgasmo le sue grida salgono alte ad implorare di essere irrorata di sperma, vuole sentirlo schizzare nel ventre, ma il suo desiderio resterà tale. Questa sera non è destinato a lei ma sarà tutto per me, per me che già fremo nell’attesa di essere posseduta e violata, di provare questa nuova esperienza, di sentire per la prima volta un uomo godere nel mio ventre e mi stupisco per come anelo ad essere presa senza alcun riguardo, senza provare alcun timore. Stefano si acquieta e giace inerte sul ventre della moglie che ansimando mi accarezza i capelli, ma ecco il bastone di carne che esce dalla vagina lucido delle secrezioni viscose di Cristina, lo afferro con una mano e lo porto alla bocca per succhiarlo ancora infoiata dalla libidine. Mi è concesso poco tempo per assaporare gli aromi mischiati dei due sessi perchè lo zio mi sollecita: “Piccola mia ora tocca a te, sei pronta? Sei veramente decisa a questo passo? Cristina ti preparerà con la lingua, vieni prendi il suo posto e cerca di rilassarti.” Rilassarmi? Sono tutta un fermento e voglio bruciare i tempi anche se è estremamente piacevole sottomettersi alle labbra della zia che è incollata come una ventosa alla mia vulva e, infatti, comincio a godere. Forse è quello che vuole Stefano, che mi bagni bene dei miei umori per agevolare la penetrazione. Non resisto più, ardo dalla voglia di essere penetrata da quel sesso così grosso e duro, di sentirmi trapanata, sfondata e lo grido, lo grido con tutto l’ardore della mia passione: “Fammi tua Stefano, prendimi!” Alla mia implorazione si accosta incuneandosi fra le cosce oscenamente spalancate, sento il suo arnese che è stato appoggiato all’imboccatura della vagina e mi bacia sulla bocca mentre lo pilota con la mano. Lentamente lo sento scivolare forzando per aprirsi la strada nel mio grembo, una spinta decisa ed entra completamente in me dopo aver infranto la fragile barriera dell’imene. Avverto la sua presenza ingombrante che comincia ad agitarsi nel mio ventre. Non ho provato dolore, solo una piccola fitta, che il glande mi ha procurato quando è andato a colpire l’utero. Sentirmi penetrata e completamente riempita da quel magnifico attrezzo e la consapevolezza di essere stata finalmente deflorata, non fa che aumentarmi l’eccitazione ed il piacere prende il sopravvento. Con le gambe avvolgo i fianchi del maschio che si sta affannando sul mio ventre e a mia volta spingo con forza l’inguine andando incontro ai colpi del pene per facilitare la sua penetrazione nella vagina. Lo esorto alla voce ad intensificare i suoi sforzi: “Ancora Stefano, colpiscimi ancora con forza… è bello da morire! Ti sento tutto dentro di me! Ahh come mi piace… così… ancora, ancora… non ti fermare! Ahh che bello, come sto godendo! Il tuo cazzo… mi riempie tutta!” Con gli occhi rovesciati parto per la tangente e non capisco più nulla, sono consapevole solo del piacere che si è impadronito del mio corpo e che sembra non avere mai fine. Godo perduta fra le braccia di quell’uomo che è il fratello di mio padre, mi piace da morire, mi piace essere presa, posseduta, sentirmi sua, vorrei che riuscisse ad entrare tutto in me, non solo il suo sesso, vorrei poterlo contenere tutto nel mio ventre. Stefano si affanna sul mio corpo, spinge e si ritrae, lo sento muoversi in me, in fondo alla vagina mi colpisce ripetutamente l’utero come gli ho chiesto di fare, poi emette un rantolo e sento zampillare nel ventre gli schizzi caldi del suo seme. E’ l’apoteosi, è la molla che scatena un orgasmo ancora più violento, grido la mia passione spalancandomi tutta alle ultime spinte del maschio e mi perdo con la bocca nel sesso di Cristina che nel frattempo si è scosciata sul mio viso. Mai avrei immaginato che il piacere del sesso potesse raggiungere vette sublimi così elevate, le mie masturbazioni solitarie erano veramente nulla al confronto con le forti sensazioni che sto provando. Cristina si è messa in ginocchio fra le gambe del marito e lo bacia fra le cosce, accarezza dolcemente con le dita l’asta che mi ha saputo donare così tanto piacere e che, anche se ora ha perso parte del suo turgore, appare tuttavia ancora possente nelle sue dimensioni. Mi accosto allo zio coprendogli il viso di piccoli baci, non conosco ancora il sapore della sua bocca che trovo leggermente dischiusa nell’affanno della respirazione. Avvicino la mia e con la lingua vado a stuzzicare le sue labbra, penetro all’interno cercando la sua che subito mi si avvinghia e si attorciglia per entrare poi ad esplorare la mia bocca in un bacio che mi riaccende i sensi. A fatica mi stacco da lui perchè all’improvviso mi preme di sapere se è felice come me o se è rimasto deluso. “Grazie per avermi fatto godere così tanto, anche a te è piaciuto Stefano? Dimmi che farai ancora l’amore con me… io ti vorrei ancora, subito… adesso! Dimmi che lo farai!” “Calma Nadia, ora aiuta Cristina così impari come si fa ad eccitare un uomo con la bocca, impara a come fargli riprendere la forza necessaria perchè possa tornare a darti altro piacere.” Con le mani mi sospinge dolcemente il capo verso il suo ventre villoso e unisco la mia lingua a quella della zia che già gli sta vellicando il pube. L’odore acre dello sperma di cui è intriso il pene, mi riempie le nari riaccendendo la mia eccitazione solo in parte sopita, lo afferro con le dita e subito lo porto alla bocca per succhiarne i dolci umori. E’ ancora parzialmente rigido e la sua condizione mi permette di poterlo contenere più facilmente fra le labbra. Vado su e giù con la bocca come ho visto fare Cristina, dardeggio veloce con la lingua sul glande scuro e gonfio e, nello stesso tempo, massaggio con le mani la verga che lentamente si erge sempre più dura fino a ritornare al primitivo turgore. Mi piace questo atto così animalesco e non smetterei mai di succhiare ed ingoiare il dardo che tengo stretto fra le dita, ma è lo zio che mi blocca. “Basta così Nadia o non riuscirò più a darti il piacere che desideri.” Mi rovescia sul divano aprendomi le gambe, strofina la dura appendice fra le cosce e lungo il taglio della vulva ancora intrisa del suo sperma, poi mi penetra ancora, completamente. All’introduzione repentina del pene avverto come una scarica elettrica che mi eccita totalmente, mi avvinghio con le gambe ai fianchi dell’uomo e spingo impazzita col bacino contro i colpi potenti che si stanno scaricando nel mio ventre. Mi bacia sul collo e sulle labbra mentre le spinte del pene producono i primi effetti e sento il piacere incalzare tumultuoso dalla vagina e salire a prendere possesso di tutto il corpo. E’ diverso dalla prima volta, adesso la mia attenzione è tutta rivolta a percepire le sensazioni fisiche che sto provando, con la mente snebbiata e più lucida comincio ad essere più consapevole di cosa significhi veramente essere scopata, penetrata, posseduta. Mi concedo a lui completamente senza pudori, felice di sentirlo violare la mia intimità. Incredibile, stupenda sensazione! Ho un orgasmo che mi innalza alle stelle, ma non faccio in tempo a riprendermi dal primo che un secondo viene a squassarmi le carni… godo, godo come non ho mai goduto, è la sublimazione del piacere della carne. Il pene che si agita instancabile in me, produce mille sensazioni meravigliose e mi sento sfinita dai ripetuti orgasmi che si ripetono a catena uno dietro l’altro. Da quanto tempo mi sta chiavando? Mi sento svenire per il troppo piacere, ma vorrei non smettesse mai, mi piace essere presa così senza riguardi… mi sto concedendo allo zio, al fratello di mio padre… penserà che sono una puttana, ma non me ne frega niente e grido nel pieno della voluttà. “Ancora… ancora Stefano, non smettere mai, chiava la tua nipotina…!” Sono in totale deliquio quando, tra le grida strozzate dello zio, avverto lo sperma bollente invadermi per la seconda volta la vagina e colarmi lungo le cosce, i lunghi spruzzi sono accompagnati dagli ultimi forti colpi dell’ariete che ha martellato le mie carni, che meravigliosa sensazione sentire un uomo morire per te, dentro di te! Finisce così la mia prima completa esperienza con un uomo, ma da quella sera sono stati solo giorni di passione, ha ragione Cristina quando dice che il marito è instancabile, di mattino, pomeriggio o sera, ogni occasione è stata buona per finire a letto con me e con la zia ed ogni volta è stato sempre più bello, sempre più appagante. Ha anche voluto guardarci lesbicare mentre si masturbava vicino a noi per spruzzare poi il frutto della sua fatica sui nostri corpi sudati. A volte abbiamo guardato le cassette video, una delle quali avevo parzialmente già visto, e durante la visione faceva l’amore con me o con la zia. Una volta mi stava prendendo da dietro, sdraiati sul letto, mentre guardavamo sul video la zia che si concedeva a due sconosciuti, non avevo mai osato chiedere prima, ma in quella occasione mi sfuggì la domanda: “Chi sono zio? Non sei geloso di vedere Cristina far l’amore con loro?” “No Nadia, anzi mi eccita in maniera incredibile guardarla fra le braccia di altri uomini, osservarla giocare coi loro sessi, vedere il loro sperma colarle dalla bocca o dalla fica. Ti da fastidio quando a volte divento volgare?” “No Stefano, anzi! In questi momenti di eccitazione o quando sto per godere con te non mi dispiace quella che chiami volgarità, come in questo momento… chiavami caro… godimi dentro mentre guardiamo la zia fare la troia con quegli uomini… e tu Cristina perdonami se ti chiamo così.” “Non preoccuparti piccola mia, in queste occasioni mi piace sentirmelo dire, anche perchè mi sento come quelle donne, libera di concedermi ad ogni maschio e fare con loro tutte quelle cose meravigliose che il perbenismo di certi bacchettoni non approverebbe. Tu piuttosto dimmi se ti piacerebbe farti chiavare da altri uomini. Se quei due fossero qui non ti butteresti fra le loro braccia per farti fare quello che stanno facendo a me…?” “Ahh si… ahh come mi piacerebbe… sto godendo al solo pensiero Stefano, anche tu, anche tu… ti sento godere in me… il tuo sperma, tutto nella mia fica…” Abbandonati sul letto cerchiamo di riprenderci dalla fatica dei nostri cimenti amorosi, ma è mia intenzione non lasciar cadere il discorso sugli amanti che lo zio concede a sua moglie. Vengo così a scoprire che uno dei due, Dario, è loro amico intimo fin da quando erano ancora fidanzati e che già da allora andavano a letto insieme. In seguito altri uomini sono stati inseriti per brevi periodi nel trio ed hanno potuto godere delle grazie di Cristina, a volte anche delle donne hanno preso parte ai loro giochi, ma per lo più per soddisfare le voglie saffiche della zia. Nel fresco della stanza, distesi comodamente sulle lenzuola, Cristina mi racconta delle sue esperienze, di come lo zio sia sempre stato disponibile ad assecondare i suoi desideri sessuali senza mai soffrire di gelosia, di come, a parte Dario, molti uomini si siano temporaneamente succeduti nel talamo nuziale. Ora devo essere io a decidere se voglio provare la medesima esperienza, nulla mi sarà imposto, conteranno solo i miei desideri che saranno esauditi. “Se sei davvero decisa inviteremo Dario che potrebbe anche farsi accompagnare dal figlio, un bel giovane che a letto ha già dato molte soddisfazioni anche a me.” L’idea del figlio mi eccita come una scolaretta e cerco di saperne molto di più. “Com’è Cristina, è bello? E’ alto? Biondo o scuro? Quanti anni ha?” “Uh quante domande, si è un bel giovane, moro, un poco più alto di te e ha venticinque anni, educato e fine, credo proprio che non ti deluderà… soprattutto a letto.” “Allora cosa aspettiamo! Invitiamoli, dai Stefano telefona perchè ci raggiungano al più presto…” “Non strillare così! Non serve telefonare perchè sono qui in paese anche loro, li potremo incontrare oggi stesso quando andremo a fare due passi dopo pranzo… ti conoscono già, abbiamo parlato di te in un paio di occasioni e ti hanno sempre osservato da lontano discretamente per non essere invadenti. Sei piaciuta più di quello che immagini e saranno felici di sapere della tua decisione di conoscerli.”Sono felice ed eccitata nello stesso tempo, avrò l’occasione di far l’amore con altri uomini e non vedo l’ora di poterli avere nudi e frementi fra le mie gambe. Ma dove è finita la ragazzina che solo quindici giorni fa bruciava infelice i giorni più belli della sua giovinezza soffocata dalla misantropia della madre? In che maniera differente gli zii avevano impostato la loro vita, pur vivendo normalmente come tutti, erano riusciti a costruirsi un angolo di intimità ed in quella riservatezza si godevano con pieno appagamento le gioie che la vita sessuale può offrire. Dopo aver pranzato scendiamo in paese e ci sediamo al tavolino di una gelateria, mi sto gustando una coppa di gelato al limone, ma sono irrequieta. “Quando arriveranno zio? Non li hai ancora visti?” Sorride per la mia frenesia. “Un po’ di pazienza Nadia e vedrai che quanto prima saranno qui, abitano proprio lì di fronte e senz’altro ci hanno già visti, infatti, eccoli che stanno uscendo da quel portone.” Alza il braccio e fa un cenno di saluto ai due uomini che sull’altro marciapiede si accingono ad attraversare la strada. Prendono posto al nostro tavolino e lo zio fa le presentazioni: “La mia nipotina Nadia, il mio amico Dario e suo figlio Luca” La conversazione si avvia sui soliti, futili argomenti di circostanza e la mia attenzione è tutta rivolta verso Luca. Mio Dio come è bello! Sono rimasta folgorata e mi perdo nei suoi occhi neri che brillano come due stelle nella notte. Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo viso ed anche lui si è accorto delle mie attenzioni perchè ricambia le mie occhiate sorridendo malizioso e ogni volta che posa il suo sguardo su di me sento il cuore scoppiarmi nel petto per l’emozione. Sono così presa a mangiarmelo con gli occhi che quasi mi sfuggono le parole dello zio che avvisa i suoi amici del mio desiderio di essere partecipe ai loro incontri. La notizia è accolta con soddisfazione ed il sorriso radioso e soddisfatto di Luca mi riempie di gioia a tal punto che non vedo l’ora di poterlo avere tra le mie braccia. Quando ce ne andiamo mi prende dolcemente un braccio con la mano e camminando davanti agli altri, mi chiede di me, cosa faccio, gli studi, le mie passioni. Rispondo, ma quasi non mi rendo conto di quello che dico talmente sono presa dalle sensazioni suscitate dal contatto della sua mano. Anche la sua voce calda e carezzevole mi manda in confusione, mi sto prendendo la cotta per lui, anzi me la sono già presa! Mio Dio come mi piace! Guardo la sua bocca che si muove mentre mi parla, ma non ascolto le sue parole, la mia attenzione è tutta per quelle labbra carnose e ben disegnate, vorrei sentirne subito il calore sulle mie, vorrei poterle mordere e coprire di baci. Mi incollo al suo braccio che stringo forte a me, alcune ragazze che passano ci guardano, noto ammirazione per lui e invidia nei miei confronti e nemmeno si immaginano che fra poco quest’uomo sarà mio, tutto mio. Arrivati a casa entriamo e ci accomodiamo in salotto, fremo perchè non vedo l’ora di far l’amore con Luca, ma subito provo la prima delusione e comincia a divampare il fuoco della gelosia. Lui si è accomodato sul bracciolo della poltrona dove è seduta la zia, le cinge le spalle con un braccio e la sua mano lentamente scende nella scollatura. Le sbottona la camicetta e le accarezza i seni, fa uscire le mammelle dal reggiseno e le massaggia sapientemente stringendo i capezzoli tra le dita. Guardo con rabbia la zia che si abbandona con gli occhi chiusi alla spalliera della poltrona, una mano abbandonata sulla coscia di Luca. Sempre più rabbiosa la osservo accarezzargli l’inguine dove il turgore del sesso gli gonfia i pantaloni. Guarda come gode quella p…! Sono così sconvolta dalla gelosia che neppure mi sono accorta di Dario che mi sta baciando sul collo, la mano perduta sotto la sottana mi accarezza la vulva. Le sue dita esperte si sono fatte strada sotto le mutandine e mi vellicano leggere il clitoride. Più per ritorsione nei confronti di Luca che per mio desiderio, mi abbandono a lui, lo bacio sulla bocca ed impugno il suo sesso che svetta duro fuori dai pantaloni già sbottonati. Stefano in disparte ci sta filmando con la telecamera e forse oggi non parteciperà al banchetto perchè ha già avuto nella mattinata la sua parte di piacere. Dopo avermi rovesciata sul divano, Dario mi sfila le mutandine e subito si dedica con la lingua alla mia fessura, la percorre per tutta la sua lunghezza, con la punta dardeggia e gioca sul clitoride poi, come fosse un piccolo pene, la fa penetrare nella vagina. E’ instancabile nel leccarmi tutto l’interno delle cosce e delle natiche, si sofferma a frugarmi l’ano in cui entra con un dito mentre mi succhia con forza. Comincio a provare piacere e mi offro a lui cercando di aprirmi il più possibile perchè possa leccare ogni centimetro della mia pelle. Raggiungo rapidamente un primo orgasmo mentre nello stesso tempo sento i gridolini della zia che a sua volta gode fra le braccia di Luca, giro appena il capo per vedere, eccola la troia! E’ tutta scosciata sulla poltrona e lui, inginocchiato fra le sue gambe, la sta martellando con forza. In questo momento credo proprio di odiarli perchè mi sento derubata di ciò che credevo fosse già mio. Ondate di rabbia mi travolgono mentre Dario, accomodatosi fra le mie cosce, mi penetra con colpi rapidi e decisi. Comprimo con forza le palpebre per soffocare le lacrime di un pianto incipiente e cerco di non pensare più a Luca, a Cristina, allo zio. Per rivalsa cerco solo il mio piacere che nonostante tutto, lentamente si sta impadronendo delle mie viscere, lo sento serpeggiare come una scarica elettrica, montarmi dal ventre per tutto il corpo e quando un primo orgasmo mi arriva al cervello, gli grido di prendermi con violenza. Grido forte perchè voglio che Luca senta che sto godendo anch’io con suo padre, che sappia che altri uomini possono godere di me, del mio corpo! Dario mi cavalca con furore e sembra voglia entrare in me con tutto sè stesso, mi ha afferrato per le natiche e mi stringe forte a lui ogni volta che affonda un colpo. Così mi piace essere presa! Sentire i colpi del pene contro l’utero che procurano quel leggero dolore così piacevole… l’orgasmo mi coglie improvviso quando sento lo sperma sprizzarmi con forza nel ventre, riempirmi la vagina ed andare ad appagare e spegnere le fiamme della mia lussuria. Una salviettina apparsa miracolosamente asciuga i rivoli che mi scorrono fra le cosce, è lo zio che affettuosamente mi aiuta a pulirmi e ne approfitta per baciarmi le labbra. Si è accorto della mia crisi e di quello che ritengo sia stata un’offesa ai miei sentimenti perchè mi parla con dolcezza: “Allora ti è passata? Ho notato che sei rimasta contrariata per Luca, ma devi imparare che tra noi non può e non deve esistere la gelosia, nessuno di noi deve sentirsi legato in maniera particolare con un altro, almeno per quello che riguarda i nostri giochi amorosi. Adesso, se vuoi, Luca farà l’amore con te, ma magari più tardi potrai vederlo ancora fra le braccia di Cristina. Come vedi anch’io non sono geloso o irritato nel vedere mia moglie far l’amore con i miei amici, perchè in questi rapporti l’unico sentimento che esiste e che ci lega è quello dell’amicizia, l’amore è un’altra cosa, hai capito piccola mia? Ora, se ti fa piacere, concediti pure a lui solo per amicizia o… con amore… questo dipende da te, dai sentimenti che provi in questo momento, ti sei accorta vero che anche Luca ti guarda con occhi strani, diciamo languidi? C’è una strana luce nel suo sguardo che non gli ho mai visto prima! Credo che anche tu abbia fatto colpo su di lui e che colpo!” Rivolgo la mia attenzione sul giovane che sta accarezzando i capelli della zia mentre questa, china sul suo grembo, gli bacia il pene ancora teso, duro e lucido di sperma. Le parole dello zio sembrano essere convincenti eppure continuo a sentire dentro di me il fremito della gelosia, sono scossa, nervosa e mi dà terribilmente fastidio vedere Luca fra le braccia di Cristina. Non resisto più a stare ad osservare i due, uno fra le braccia dell’altra e come colta da raptus, mi alzo di scatto e in preda ad una crisi di pianto corro a chiudermi in camera mia. Il tempo passa e quando cala il sole sono ancora sdraiata bocconi sul letto avvolta della mia nudità. Rimugino i miei tristi pensieri ed ho l’impressione che il mondo intero si sia abbattuto su di me. Un bussare discreto mi riconduce al presente: “La porta è aperta!” E’ la zia che affettuosamente viene a sedersi sul bordo del letto e mi accarezza i capelli e le spalle. “Sei tutta gelata… bambina mia, mi spiace che siamo riusciti a ferirti così profondamente, non ci eravamo resi conto che in te era nata una tale passione per Luca, e mi sento responsabile perchè proprio io sono stata la causa di tutto. Sono venuta per chiederti scusa… a cercare il tuo perdono…” Queste poche parole dette con affetto e sgorgate con tanta semplicità dal cuore hanno il potere di risvegliarmi dalla depressione in cui sono caduta e senza aggiungere verbo mi giro verso la zia e ci abbracciamo con forza. Mi bacia le gote mentre la sua mano mi accarezza leggera la schiena e lentamente sento un piacevole calore riscaldarmi il cuore. Cerco le sue labbra e mi perdo in un bacio dolce e profondo dove le nostre lingue si avvinghiano e si cercano in molteplici giochi. Dopo essermi rivestita raggiungiamo gli altri che stanno attendendoci per la cena e un poco timorosa e vergognosa quasi non ho il coraggio di guardarli in viso anche se, di tanto in tanto, butto timorose occhiate nella direzione di Luca. Al termine della cena e bevuto il caffè, esco in giardino e l’aria fresca della sera mi aiuta a ritrovare la lucidità perduta, ora rivivo la scena dell’amplesso tra la zia e Luca, rivedo il suo pene turgido giostrare fra le cosce e i seni di Cristina, rivedo la bocca della zia aprirsi al bacio lubrico e la lingua dardeggiare sapiente su quel bastone che ho desiderato solo per me. Un tocco leggero sulla spalla mi riporta al presente, è Luca che dolcemente mi fa roteare verso di lui. Ci guardiamo negli occhi in silenzio, non servono parole in questo momento, mi perdo nel suo sguardo col cuore che palpita impazzito di passione… la sua mano mi accarezza una guancia e le sue labbra si schiudono sulle mie. Respiro il suo profumo mentre invade la mia bocca con la lingua guizzante, chiudo gli occhi e sconvolta dal piacere mi abbandono fra le sue braccia. Vorrei che mi prendesse subito, lì sotto il patio del giardino, lo desidero con tutte le mie forze… che importa se dalla strada qualcuno può vederci? Il suo sesso è pronto, lo sento premere turgido contro il mio inguine in fiamme: “Ti voglio! Subito!” Gli sussurro alitandogli sulle labbra il fuoco della mia passione e lui mi prende per un braccio e velocemente mi conduce sul retro della villetta. Entriamo dalla porta di servizio e penso mi voglia portare in camera mia. “No! Non possiamo, non dobbiamo mancare di rispetto agli altri! Andiamo in salotto, dobbiamo renderli partecipi del nostro desiderio, vieni!” Ha detto nostro desiderio, allora anche lui mi desidera! Come in un sogno mi lascio trascinare e come in un sogno mi sento spogliare, mille mani accarezzano il mio corpo bollente e fremente di desiderio… una bocca mi succhia e titilla un capezzolo, alle mie spalle una lingua si intrufola fra le cosce divaricate a suggermi l’interno delle natiche, nelle mani stringo due peni gonfi e duri, di chi saranno? Non lo so e non m’importa di saperlo, con gli occhi serrati godo di tutte queste attenzioni, ora io sono il Sole attorno al quale ruotano i pianeti, sono il centro della lussuria di tutti i presenti e quando due labbra morbide dischiudono le mie riconosco il profumo di Luca e vogliosa, come mai lo sono stata, mi inginocchio davanti a lui per suggergli il sesso fremente. Finalmente è mio! Lo palleggio con la lingua stuzzicando il glande, lo faccio scivolare dentro e fuori la bocca, assaporo il suo aroma di maschio e quando il viso di Cristina si avvicina a sfiorare il mio, con la mano lo guido fra le sue labbra dividendo con lei il piacere di succhiare e sbavare sull’asta vibrante. Mugoliamo di piacere mentre ci dedichiamo al sesso di Luca che ora geme sempre più forte e all’improvviso lo sento mentre si contrae, i suoi muscoli guizzano quando imprime spinte incontrollate al bacino e mentre raggiunge l’orgasmo, la zia dirotta il pene nella mia bocca spalancata, golosa e pronta ad accogliere il seme che sprizza copioso. Abbandono il sesso ancora fremente per baciare sulla bocca Cristina, le nostre salive si mescolano con lo sperma di Luca e schifosamente ci dividiamo e ingoiamo la saporosa miscela. Quasi immediatamente mi abbandono all’orgasmo provocato da qualcuno che da dietro mi sta chiavando con colpi vigorosi. Il bollente liquore del maschio irrora e spegne le fiamme che ardono nelle mie viscere, come in deliquio mi abbandono sul petto di Luca e soffoco il mio grido di piacere sulle sue labbra. Ho ancora gli occhi chiusi quando mi solleva di peso con le sue forti braccia e mentre sale le scale mi stringo a lui cingendogli il collo, mordicchio e sbavo sulla sua spalla fin quando mi corica supina sul letto della mia stanza. “Ora siamo soli – mi sussurra all’orecchio – è stato deciso che questa sarà la nostra notte, solamente nostra… non dovremo dividerci con nessuno!” Mi bacia gentile percorrendo sentieri tortuosi sul mio corpo: dal collo alle labbra, dalla gola alle spalle e più giù fino alle mammelle, sui capezzoli… la sua lingua percorre il solco tra i seni lasciando un’umida traccia dallo sterno fino al ventre che freme sempre più di desiderio… arriva fra le cosce ancora umide di sperma, ne lambisce l’interno fino ad arrivare alla calda fessura ed ecco…! La lingua saetta veloce sul clitoride strappandomi singhiozzi di piacere. Ahh quanto lo desidero… “Prendimi, prendimi! Ti voglio dentro di me, voglio essere tua, solamente tua!” Mi penetra con gentilezza, si muove con colpi lenti e lunghi che hanno il potere di placare in parte la mia lussuria, godo del coito così dolce e tranquillo. Ho perso la nozione del tempo, non so più da quanto si sta agitando nel mio ventre, so solo che sto inanellando un orgasmo dietro l’altro, una serie infinita di orgasmi che mi lasciano col fiato corto e quando credo di non riuscire più a superarne un altro, ecco che Luca, fremendo quietamente, mi irrora di sperma portandomi questa volta ad un’esplosione dei sensi, ricordo ancora il grido che ho lanciato prima di perdere conoscenza. Riapro gli occhi, ma non ho idea di quanto tempo sia passato. Un minuto, un’ora? Luca è coricato sul fianco, il capo sostenuto dalla mano mi guarda sorridendo e senza parlare mi bacia sulla bocca. Il piacere di trovarmi sola con lui mi riaccende i sensi, mi butto fra le sue braccia riempiendolo di baci dove capita, poi all’improvviso mi fermo per guardarlo negli occhi. “Ti amo!” Gli sussurro accarezzandogli il petto villoso. “Anch’io!” Mi risponde baciandomi gli occhi e le labbra. La gioia che quella risposta suscita nel mio intimo è tale che gli occhi mi si bagnano di lacrime, lo stringo forte al seno e piango sommessamente. “Hei! Ma che fai! Mi vuoi annegare?” “Potrai continuare ad amarmi anche se mi vedrai fare l’amore con tuo padre e con mio zio?” “Perchè no, i tuoi zii forse non si amano anche se Cristina si concede a me e a mio padre? Vieni! Non pensare ora a queste cose, stringiti a me, facciamo ancora l’amore.” “Sì Luca prendimi! Se me lo permetterai sarò tua per sempre non solo col corpo, ma anche col cuore, il mio corpo potranno averlo in molti, ma il mio amore sarà solo per te!” Mentre gli parlo mi apre le gambe e scende a baciarmi l’interno delle cosce, vellica la vulva slabbrandola con le dita per poterne leccare meglio l’interno, afferra la punta del clitoride mordicchiandolo dolcemente e mentre mi strappa gridolini di piacere scende nel solco delle natiche a stuzzicare l’apertura più stretta. “Luca prendimi lì dove nessuno è ancora entrato! L’ho visto fare alla zia e le piaceva molto, ora lo desidero anch’io!” “Sei sicura di quello che chiedi? Sei veramente decisa?” “Voglio che tu lo faccia, subito!” La mia risposta perentoria lo mette subito in azione, mi chiede la crema che uso per ammorbidire le mani e sapientemente mi unge dentro e fuori l’orifizio anale poi, dopo avermi fatta coricare prona con un cuscino sotto la pancia, si inginocchia fra le mie gambe aperte a compasso e mi stuzzica col membro in piena erezione. Me lo fa scivolare fra le natiche, lo insinua fra le labbra della vagina e stimolandomi il clitoride mi porta alle soglie del piacere. Ecco ora lo sento strusciare fra le natiche, si avvicina al fiore che deve cogliere e con circospezione tenta di penetrare. La sua indecisione stuzzica maggiormente il mio desiderio e cerco di agevolare l’azione allargandomi le natiche con le mani, il glande finalmente trova la stretta apertura, la stuzzica, la tenta e dopo una spinta più decisa riesce a varcarne la soglia. Solo per quell’inizio di introduzione soffro parecchio, è come se avessi mille aghi conficcati nell’ano, ma non voglio che se ne accorga, così lo sprono a proseguire anche perchè, nonostante il dolore, mi sto eccitando sempre di più. Le spinte di Luca si fanno sempre più decise, sempre più forti, ma quando si decide ad entrare? “Spingi, spingi!” Gli grido infoiata, solo ora capisco il vero senso delle parole della zia quando diceva che in certi momenti si sentiva troia, anch’io in questo frangente provo questa sensazione e senza pudore con volgarità glielo grido: “Ti voglio dentro! Inculami come una troia! La tua troia che vuole essere sverginata nel culo, adesso, adesso, sfondami!” L’invocazione non resta disattesa, una spinta data con maggior forza e con un grido di trionfo Luca si apre la nuova strada, ma al suo grido fa seguito e sale alto nello stesso istante il mio urlo di dolore. Un male incredibile mi squassa l’ano e gli chiedo di smettere, lo imploro di uscire, ma non se ne dà per inteso e continua nel coito. “Devi resistere, tieni duro altrimenti non vorrai più farlo!” Si ferma col pene completamente infilato fino ai testicoli nel mio budello, rimane immobile per abituarmi alla sua invadenza ed anche quando singhiozzo per il dolore non si ritrae. Il tempo passa e ancora non ha abbandonato la sua conquista, anzi ora ricomincia a muoversi con cautela, piccoli movimenti di va e vieni dapprima quasi impercettibili e poi sempre più consistenti. Sembra incredibile ma ora il dolore è scemato ed è sopportabile, su suo invito mi masturbo il clitoride e poco a poco ritorna a far capolino il piacere. Ora mi monta con forza puntellandosi con le mani ai miei fianchi, sono felice di avergli donato l’ultima mia verginità e spero che abbia apprezzato il mio sacrificio, la mia sofferenza. Sono passati parecchi minuti da quando ha ripreso il coito, lo sento mugolare sulla schiena e la sua gioia diventa la mia, ma nonostante mi frulli freneticamente la fica con le dita non riesco a godere. E’ invece Luca che finalmente raggiunge il piacere, non ho avvertito gli spruzzi dello sperma, ma so che ha goduto perchè ansima abbandonato a peso morto sulla mia schiena. Si riprende quasi subito e sfila il membro ancora turgido dal sedere, dolcemente mi apre le natiche doloranti e va a controllare eventuali danni, mi pulisce con un asciugamani e mentre rimuove le sue secrezioni ridacchia rumorosamente. Mi sento quasi offesa, ma come io soffro e lui ride! “Spiegami perchè stai ridendo!” Glielo chiedo fingendo di fare il broncio e lui mi risponde premuroso accarezzandomi i capelli: “Non arrabbiarti, non avevo intenzione di essere offensivo, ma mentre ti pulivo ho visto il tuo culetto così aperto che ho avuto l’impressione che tu avessi due fiche” “Sono ridotta così male?” C’è apprensione nella domanda perchè mi sento crescere dentro una giustificata preoccupazione. “No, stai tranquilla, è normale che il tuo culetto sia molto dilatato appena terminato il coito, ma in pochi minuti tornerà… quasi come prima!” Sorride e tenendomi stretta a lui mi bacia teneramente sulla bocca. E’ nel tepore del suo corpo, accoccolata fra le sue braccia, che la stanchezza vince ogni mia resistenza, chiudo gli occhi e l’ultimo ricordo di quella notte d’amore è il profumo dei suoi capelli. Il mattino successivo ci alziamo tardi, gli zii e il papà di Luca ci stanno aspettando da tempo e quando facciamo la nostra comparsa in soggiorno veniamo accolti da risatine e piccoli lazzi. Supero l’imbarazzo del primo momento e poichè entrambi stiamo al loro gioco, le prese in giro hanno presto fine. I giorni passano velocemente tra gite in montagna, grigliate sugli alpeggi e… tanto sesso. Sia Dario, sia zio Stefano, hanno voluto provare più volte anche loro il mio culetto e poichè ogni volta sentivo sempre meno dolore, ho cominciato a prenderci gusto a farmi sodomizzare e sono arrivata a provare il piacere della doppia penetrazione. Alla fine del mese ero praticamente esausta per gli eccessivi ludi amorosi e se non fosse stato per Luca, giuro che sarei scappata a casa mia. La nostra cotta ormai non era più tale; a poco, a poco si è trasformata in vero amore e alcuni giorni prima della fine delle vacanze abbiamo deciso, tra le grida di giubilo della compagnia, di sposarci approssimativamente la primavera successiva. Passano i mesi, anzi volano! Tra le crisi depressive di mia madre e i preparativi per le nozze, la mia vita non ha un attimo di sosta, anche perchè non rinuncio agli incontri di sesso che continuano con minor frequenza, ma con maggiore soddisfazione da parte mia. Arriva finalmente il giorno agognato e sono frastornata dagli schiamazzi festosi di parenti ed amici che hanno partecipato alla cerimonia. Al banchetto la confusione è ancora maggiore e non ne potevo più di mollare tutti e scapparmene via col mio Luca. “Andiamocene! Non vedo l’ora di stare sola con te.” “Sola con me? Ho ancora una sorpresa da farti come dono di nozze!” “Oh no!” Esclamo contrariata perchè immagino che i nostri compagni di sesso vogliano venire in luna di miele con noi, ma Luca mi zittisce. “Questa sera vedrai!” Più tardi, infatti, quando a casa nostra ci siamo cambiati d’abito e siamo ormai pronti per partire, suona il campanello alla porta d’ingresso. Luca va ad aprire e poi mi chiama in salotto dove mi attende in compagnia di un bel ragazzo alto e moro che avevo già intravisto al ristorante, l’avevo notato perchè in mezzo alla confusione generale mi era sembrato stonato, da tanto era riservato e schivo. “Nadia ho il piacere di presentarti Davide, l’unico mio vero amico… sarà il nostro compagno di viaggio, spero per tutta la vita!” Mi spinge fra le sue braccia e un lungo bacio sulla bocca suggella la nuova conoscenza, mentre le nostre lingue si intrecciano, dapprima un po’ timide poi sempre più spigliate, mio marito da dietro mi sussurra all’orecchio: “Da ora non facciamo più parte del gruppo dei tuoi zii, da questo momento con Davide diamo inizio al nostro gruppo, come fece mio padre con Stefano e Cristina. Ancora tanti auguri amore mio!”
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