Io abito in una grande villa inizio secolo, sepolta nel verde di un grande giardino, sulla collina bolognese. Vivo con gli suoceri, persone deliziose, che stanno sempre nelle loro stanze e cercano di non disturbare o “intromettersi”, come dicono loro. Mio marito è spesso via per affari, per lunghi periodi e io, altrettanto spesso, mi annoio a morte. La mattina, pur svegliandomi sempre abbastanza tardi, adoro indugiare nel mio grande lettone circolare, nelle mie lenzuola di seta profumata, con la mia gatta, un enorme palla di pelo bianco, che si struscia contro di me. E, con il mio amatissimo portatile, mi butto in C6 e chatto con tanti amici e tante amiche che, poco alla volta, ho imparato a conoscere. Durante la bella stagione, quando la temperatura lo permette, resto seduta sul mio lettone con il portatile sulle ginocchia, senza assolutamente niente addosso o, al massimo, con un trasparentissimo pagliaccetto…. e me lo posso permettere tranquillamente, in quanto siamo veramente isolati e non c’è nessuno che possa curiosare dalle finestre. Una mattina accadde l’imprevisto.Stavo chattando con una ragazza siciliana, una creatura dolce e sensibile che, da un po’ di tempo, trovava nella mia compagnia la possibilità di confidarsi e di sfogarsi. Aveva una carica emotiva e sensuale fortissima e i nostri discorsi finivano spesso in veri e propri amplessi omosex on-line. Riusciva ad eccitarmi al punto che, riuscivamo a raggiungere assieme l’orgasmo. Quella mattina, mentre ero china sul portatile e stavo “ascoltando” i suoi sospiri ebbi la sensazione di un movimento, di una presenza estranea. Alzai lo sguardo e vidi, riflessa nel grande specchio alla mia destra, la finestra aperta sul giardino e, sporgente dal davanzale, la testa di un uomo….Per un attimo mi mancò il respiro, poi ricordai che era stato programmato l’inizio di alcuni lavori di manutenzione esterna e certamente quello doveva essere uno degli operai. Io adoro tutto ciò che è trasgressivo, tutto ciò che è imprevisto e “proibito”. Fu per questo che, istantaneamente, mi imposi di star ferma, di far finta di niente. Continui a battere sui tasti e, con la coda dell’occhio, guardavo la finestra riflessa nello specchio. Intuii subito che lui, un bel ragazzo moro con la barbetta e l’orecchino, non si era reso conto che io l’avevo visto, e continuava a sbirciare. Lentamente, molto lentamente, continuando a voltargli le spalle per dargli sicurezza, mi sfilai il baby che avevo addosso. Cominciai a tendere le braccia e, stirandomi e sbadigliando vistosamente, girai su me stessa e mi lasciai scivolare distesa sul letto, con le gambe penzoloni dal bordo. Ero riuscita a mettermi sdraiata, con la testa al centro del letto e i piedi rivolti verso la finestra dov’era lui… Io so di essere ben fatta e dovevo essere uno spettacolo, così, a gambe aperte, con la fighetta in mondovisione…. Cominciai ad accarezzarmi, dolcemente, facendomi scorrere le dita in su e in giù, lentamente dentro il taglietto; e ad ogni passaggio, allargavo vistosamente la mano e mostravo il dito medio che si introduceva nel buchino!!! Fingendo di godere ruotavo il capo da una parte all’altra, e tenevo d’occhio il grande specchio: lui era là, con gli occhi fuori dalle orbite, che mi guardava impietrito. Allora mi alzai di scatto e, sorridendogli, mi avvicinai alla finestra. Fu tanto improvvisa la mia mossa, o fu il sorriso a tranquillizzarlo, chè lui non si mosse nemmeno. Io, tenendo la mano sulla fighetta, sempre sorridendogli, mi avvicinai al davanzale. A quel punto il suo viso era a mezzo metro da me; sollevai una gamba allargandola ancora di più, e ricomincia ad accarezzarmi furiosamente. Sempre più in fretta, sempre più a fondo. Lui non mi guardava nemmeno, aveva gli occhi sulla mia mano… Ormai stavo per esplodere, l’eccitazione di un uomo che mi guardava mentre mi facevo da sola era troppo forte!Quando raggiunsi il culmine, allungai l’altra mano, presi la sua che era appoggiata sul davanzale, e, infilandomela fra le gambe, gli godetti in mano urlando come una ossessa!Sempre sorridendogli estrassi la sua mano da me e chiusi lentamente la finestra.
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