Il telefono mi ridestò da un sonno lungo e ristoratore. Che palle in casa non doveva esserci nessuno, quindi necessariamente dovetti alzarmi.Alzai la cornetta.-Ciao amore-era mia zia che chiamava col cellulare da un qualche posto.-Ciao zia- risposi stanco-Ti disturbo–No figurati-dovetti pentirmi di quelle affermazioni quanto prima.Mia zia, impegnata nella sua nuova attività commerciale con suo nuovo compagno, pareva aver sempre mille cose da fare, ma in realtà se la spassava allegramente senza fare un cazzo di niente.Mi parlò a lungo e mi domandò aiuto per diverse spese.In pratica, visto che avevo lo scooter, dovevo scorazzarla da un negozio all’altro per fare prima e muoverci più agevolmente nel traffico.Non ho ancora imparato a dire no e l’accontento.Ci vediamo due giorni dopo.Lei è vestita di nero, ha trentacinque anni, ma si concia come una ventenne.Tette, naso e bocca rifatti, una cura maniacale della persona su due tacchi che la facevano svettare su tutti.Ma guarda che cazzo mi tocca fare per i parenti stronzi. La vedo sempre le voglio bene e tutto il resto, ma un minimo di contegno.Mi consolai pensando che mi avrebbero creduto il ganzo di quella strafiga (che poi in effetti, tolta la prima impressione strafiga non era, tettone e labbrone a parte che fanno sempre effetto).Ci salutiamo e partiamo subito. Intuisco dai luoghi e dalle sue vaghe spiegazione che i luoghi che dobbiamo visitare sono tutti per missioni diplomatiche, fortunatamente brevi.Ci accostiamo al terzo luogo. Uno studio legale. Mia zia entra ed io al solito resto li ad aspettarla.Mi annoio ma all’improvviso spunta fuori Marco.Eccolo! Penso.Marco mi saluta, chiacchieriamo un po’, ma le mie risposte sul cosa ci faccio in quel posto non lo convincono. Attende e viene ripagato.Mia zia esce dal portone e si unisce a noi.A malincuore presento i due e mi faccio piccolo. So che Marco non dirà nulla di compromettente, che non si sognerebbe neppure di farlo, eppure l’avere lì, di fronte ad una mia parente l’uomo che mi ha fatto dubitare della mia sessualità, mi snerva.Da lontano vero Carlo, camminare bello beato stragogandosi un gelato. Carlo è un amico, di vecchia data. Non lo vedevo da un po’, casualmente da quando mi deve cento euro. Brutto stronzo.Assentarsi non sarebbe il massimo ma quella occasione non me la potevo lasciare scappare.Dico a mia Zia che non ci metterò molto e mi lancio all’inseguimento.Raggiungo Carlo e simpaticamente gli cingo il collo con il braccio.Lui è sorpreso, io contento. -Sei mio stronzo-.Quando tornai al punto in cui avevo lascia Marco e mia zia, i due non c’erano più.Setacciai i negozi attorno ma invano. I rassegnai ad estendere oltre le ricerche e fu così che li ritrovai.Li ritrovai dopo poco, impegnati come non mai a ridere ed a spassarsela.Mi avevano praticamente dimenticato, ma non potevo immaginare che quello stronzo di Marco ci sapesse fare così tanto con le donne.Mia zia non era certo uno stinco di santa, ma nemmeno una che la dava via al primo venuto, anzi per quel che ne sapevo era fastidiosamente selettiva.Camminavano fianco a fianco, lui le teneva mezza mano sul culo, lei invece attorno alla vita.La zietta sculetta allegra, lasciando che la mano andasse su e giù sulle belle chiappette non più di primo pelo che si ritrovava.Si fermarono di fronte ad un paio di vetrine e le cose sembravano funzionare per il meglio.Ero incazzato perché quello stronzo dopo essersi quasi scopato me adesso palpeggiava il culo di mia zia per strada.Chissà che faccia avrebbe fatto il fidanzato se l’avesse vista in quel momento, con un uomo conosciuto due ore prima a fare la civettuola e forse qualcosa di piùCome pedinatore non saprei definirmi, ma presi com’erano, mi veniva facilissimo seguirli e spiarli.Dopo un po’ tornarono indietro, e senza curasi del ritardo mi cercarono in giro.Non mi videro ovviamente, ma la cosa non parve preoccuparli. Presero la macchina di lui ed partirono con calma.Non smisi di seguirli, anche se con lo scooter per strada, diventava più difficile.Sia Marco che mia Zia conoscevano il veicolo ed il casco.Pregai perché non fosse come supponevo, e fortunatamente non si avviarono verso casa sua.L’auto posteggiò a circa una trentina di chilometri dal punto da cui eravamo partiti.Andavano ad un ristorante. In pochissimo tempo l’aveva praticamente rimorchiata, una donna che passeggiava con suo nipote ed invischiata in una relazione seria. Come poteva dargli così tanta corda.Me ne andai senza ovviamente improvvisate improbabili, ed in mezzo al traffico tardai il rientro sulla mia tabella.L’indomani andai con gli amici in montagna, saltando due sedute in palestra incurante di quello che succedeva nel resto del mondo.Tornato a casa ritrovai la voglia di maneggiare i pesi solo al volgere della nuova settimana, cosicché lunedì ero lì.Con Marco chiacchierammo poco, fino a che negli spogliatoi non divenne garrulo ed irritante come al solito.-Incredibile tua zia, simpatica in gamba, ci siamo fatti parecchie risate–Immagino, che cazzo avrete fatto di così bello poi–Ma sai che sei sempre più incazzato, dovresti imparare a rilassarti, cos’è sei geloso?–E se fosse?–Di me o di lei-Lo mandai a fanculo ma la faccenda mi stuzzicava, l’idea di quella grossa massa di muscoli che si scopava mia zia mi aveva affascinato, anche se sinceramente non supponevo fossero arrivati a tal punto.-Mi ha fatto un bel pompino, lo sai-Lo osservai meravigliato, poi come per dire: Ma va!-Credi che ti mentirei?-Non ero arrabbiato, tutt’altro. Improvvisamente notai di come si fosse instaurata una certa intima amicizia tra noi, che aldilà dei miei atteggiamenti, era viva e presente.-Siete andati a casa tua?–No, in macchina–Ha bevuto?-finsi ancora di non credergli e fui sarcastico.-Una parte, il resto l’ha sputata nel fazzolettino dopo averla tenuta in bocca per bene. Ciuccia da matti con quelle labbrone rifatte–Come lo sai che si è rifatta le labbra?–Labbra e tette me lo ha detto lei-Dopo una sola giornata, la mia zietta, si era fatta scopare in bocca, aveva confidato dettagli personalissimi della sua vita.-Poi si vede abbastanza-concluse.-Lo sai che è fidanzata?–Devi dirlo a lei non a me, comunque stasera fai un salto a casa mia!–Come no, di corsa ci vengo–Ti giuro che non ti tocco, voglio raccontarti il resto dai, poi ho una bella sorpresa per te-.-Il resto?–Guarda che non sei stato via solo un giorno!-Proprio non volevo essere usato un’altra volta per il tiro al bersaglio, ma l’idea di farmi raccontare ancora i particolari della relazione con quella troia di mia zia mi spinsero ad andare.A casa sua fui accolto decentemente, era vestito di pantaloncini e maglietta, io indossavo la solita tuta della palestra.Ci accomodammo sul divano e dopo aver bevuto qualcosa, mi feci raccontare altri dettagli.Pare che dopo aver conquistato il culo tramite i palpeggiamenti arditi che le aveva distribuito per strada, i due si fossero spinti oltre con un bel piedino al ristorante, che poi si era concluso con petting e pompino.-Se la sai prendere è una vera forza–E tu l’hai presa?-Si illuminò-Ah giusto, la sorpresa..Si alzò e da un cassetto vicino a televisore tirò fuori una vhs sorridendomi e sventolandola.-Guarda un po’!–Che c’è sopra?–Io che mi scopo tua zia!-Trasalii a quelle parole. Non poteva essere una cazzata, altrimenti non mi avrebbe offerto la prova senza nemmeno una richiesta, però era impossibile credere che l’aveva convinta a farsi riprendere ed in così poco tempo.Lui non disse nulla e si limitò a gustarsi le mie espressioni che mutavano continuamente.Altro che convinta, la telecamera l’aveva piazzata lo stronzo che si era probabilmente recato in camera con un scusa.Cenetta e filetto hard privato, bella seratina alle spalle di una donna che certo un po’ puttana lo era, ma di sicuro non avrebbe accettato di farsi riprendere.Ebbi la conferma di ciò dal fatto che l’immagine fosse fissa, e comunque la pellicola una merda in generale.Ma quello che si vedeva bastava.La festicciola era cominciata in prossimità della porta fuori campo, poi l’aveva condotta sul letto, dove anche se male potei vedere le tettone di mia zia leccate e strizzate a dovere.Il rapporto non pareva esagerato o particolarmente fantasioso. Erano molto presi, e riservarono parecchio spazio ai preliminari.Dopo un quarto d’ora di semplice petting spinto, passarono dalla leccatina di figa fino ad un bel pompino con tanto di leccata di palle.Lei andò sopra, e nella ripresa dava le spalle.Mia zia imponeva un ritmo molto lento, fino a che presa dalle mani di lui, si mise a cavalcare.Era oscena ed esagerata negli urli, ma non fingeva era chiaro. Volle farsi chiamare troia ed ovviamente Marco nel video l’accontentava, schiaffeggiandole di tanto in tanto il culo che sbatteva velocemente su e giù.La zia venne, e Marco non appagato passò a dirigere scopandola alla missionaria, affondando con potenti colpi di reni nella figa depilata della donna che continuava ad urlare oscenità.Spesso si arrestava di colpo e la baciava a lungo, facendo roteare il bacino a destra e sinistra.Si sfilò da lei, la invitò a sistemarsi al centro del letto(dando il fianco alla telecamera) e posizionandosi a cavalcioni le infilò il cazzo tra mani e tette, scopandosi quelle meraviglie dure e siliconate.Che intesa, e che scopata, e che troia.Nulla di spaziale certo, ma di lunga durata, tanto che mi aspettavo la cassetta finisse da un momento all’altro.Marco vene tirandosi indietro, senza bisogno di usare le mani.Sborrò nel solco tra i seni e così rimasero.Poi sulla cassetta c’erano le varie risatine che avevano seguito la scopata, qualche altra moina, risatine ed altro.L’audio era pessimo e la cassetta si interruppe.Il mio cazzo era durissimo, ma non mi faceva vergogna mostrarlo.-Dai tirati una sega-mi disse Marco.-Non scherare–Guarda che così ti fai del male, tra un po’ buchi i pantaloni.Aspettai stranito ed alla seconda richiesta mi tirai giù la tuta fino alla vita.Marco mi imitò ma stando in piedi.-Mai fatto in compagnia?-Io feci di no.Sedette di fianco a me e mi offrì il pube.-Hai detto che non mi toccavi–E non lo sto facendo, ti sto offrendo una variante, facciamoci una sega a vicenda-Non pensai e gli afferrai il cazzo cominciando a menarlo, ma appena la sua mano si poggiò sul mio, mi tirai indietro.-Senti facciamo come l’altra volta, cioè, fammi quello che hai fatto l’altra volta-Marco scoppiò in una fragorosa risata-Lo sapevo, ti è piaciuto è?–Smettila non sai un cazzo–Ci vuole tanto a dirlo?–Io non sono frocio, però quando l’altra volta mi hai toccato in quel modo, mi hai fatto godere, e poi con il corpo che ti ritrovi mi dai i brividi, mi attrae la tua forza. Contento?-dissi tutto senza pensare, vomitando quelle che pensavo in realtà-Ok pivellino, giù sdraiato, io a te e poi tu a me-Passivamente obbedii, lui si spoglio ed indosso gli anfibi.Posizionandosi sopra di me, mi osservò statuario, poi beffardo strusciò la suola sul mio glande per un minuto, prima di iniziare il movimento masturbatorio.Venni in breve, ma durai il doppio della volta precedente.-Ora tocca a me pagarti vero–So aspettare-.E sapeva farlo, il suo intento era quello di farmi tornare la voglia in modo da poter lavorare meglio.Niente tiro al bersaglio, ma una sega mentre con la mano libera gli carezzavo i glutei offrendogli la bocca. I nostro baci erano lunghi e tutti a bocche spalancate.Gli lasciai tastare la lingua con la sua, e quando venne mi spruzzò la mano e la coscia.-Ah, zia e nipote, bel duo–Magari potessi scoparmi io mia zia!-Marco mi strizzò l’occhio. –A quello ci penso io, tu accontentati di una bella sega!-

