Con Marta decisi di prendermi una pausa di un paio di giorni, adducendo delle scuse abbastanza sensate. La mi vita notturna ormai era fatta di puro sesso, spesso molto volgare a casa sua senza pause.Il pomeriggio invece mi dividevo tra studio e palestra frequentando sempre Marco che ormai sembrava essersi messo l’anima in pace, circa le sue probabilità con me. Dopo avergli fatto qualche sega mi ero dato al sesso etero e di lui me ne sbattevo, salvo poi correre da lui per farmi raccontare le performance con mia zia.Un giorno mi invitò ad andare a trovarlo intorno alle sette, così feci ed al mio arrivo trovai mia zia che usciva di casa sua.Appena mi vide Marco mi salutò e mi fece segno di raggiungerlo.Salutai lui e mia zia, che per nulla imbarazzata mi salutò con un bacio sulla guancia.-Mi raccomando non me lo traumatizzare-disse salutandoci.Io non diedi peso alla cosa, e mi lasciai raccontare come erano andate le cose. Una scopatine veloce mi disse, niente di speciale, comunque soddisfacente.-ma non parliamo di me-dimmi piuttosto come va con quella maialina che ti è capitata–al solito, oggi e domani non la vedo mi prendo una bella pausa–ti si sta consumando l’uccello a furia di scopare, buono a sapersi–ma che intendeva mia zia con non lo traumatizzare?-Marco mi versò da bere e mi spiegò che aveva raccontato a mia zia delle cassette, delle seghe assieme e delle nostre prime effusioni.Sbiancai per un attimo ma poi mi ripresi subito. Capirai ormai niente mi sorprendeva più, al mondo c’era tanta di quella troiaggine che davvero non era strana quella libertà da parte di una mia consanguinea.Pareva che alla zietta piacesse essere guardata e dopo un giro di parole mi disse che l’indomani avrei potuto, anzi dovuto assistere ad una loro bella seratina.Imbarazzato immaginai la scena ma poi mi sciolsi. Era lei quella a dover provare maggiore imbarazzo, non di certo io.Accettai con il sorriso, non mi pareva vero quello che mi si proponeva ed anche se sarebbe stato un passo indietro farsi una sega rispetto ad una sana scopata, ero felice perché quella era una signora sega.Marco mi disse che era lieto che ne fossi felice, ma che mia zia aveva messo di mezzo una condizione, e cioè che io avrei dovuto fargli un pompino.Risi pensando ad uno scherzo, poi capii che di scherzo non si trattava ed al solito mandai Marco a fanculo.-Non se ne parla, al massimo ti faccio la solita sega-marco si mise nudo e statuario mi si avvicinò mentre ero seduto sul divano.-Scegli tu, ma pensaci bene, hai visto che cazzo di roba che è tua zia, quando la vedi una scopata del genere, in diretta–Senti a differenza di te io non sono frocio, quindi questo te lo puoi scordare–mi scopo tua zia e ti sembro frocio? Quella tua bocca da puttana me la voglio godere per bene, e ringrazia dio che non ha chiesto altro–tanto lo so che sei tu a volerlo-Marco mi sorrise e tirandomi in ginocchio mi invitò a fargli un bel servizio.Lo presi in mano masturbandolo piano, il mio scopo era quello di farlo venire masturbandolo così si sarebbe placato, ma senza darmi il tempo di reagire mi accostò il glande alla bocca.La cosa non mi fece schifo ed anzi mi stuzzicò molto. Ne avevo voglia, volevo succhiargli il cazzo e vederlo trombare mia zia. Mi toccai accogliendo il pene della bocca e dopo avergli lucidato il glande, accolsi il vermone moscio tra le labbra, cercando di impegnarmi per fare un bel lavoro.In breve il pisello gli venne duro, il puzzo di maschio era fortissimo, il sapore molto aspro ma gradevole.Mi piaceva spompinarlo ed il pensiero di fare anche del grande sesso etero mi lasciava indifferente.Comunque non padroneggiavo ancora il suo strumento e viste le ovvie difficoltà Marco concluse da solo, riversandomi una bella sborrata in faccia.Ne bevvi una parte tanto per sapere che sapore aveva, il resto lo lasciai gocciolare sulla mia faccia, mentre marco soddisfatto mi porgeva dei fazzoletti per pulirmi. Gli dissi che era un bastardo ma per lui fu facile capire che non ero sincero.Ci accordammo così per il giorno dopo andai in palestra e salutai appena Marco rammentandogli l’appuntamento. Il giorno dopo, ricevetti visita da mia cugina che aveva appena passato un esame e voleva riposarsi e fare quattro chiacchiere con qualcuno.Mi raccontò che la sua migliore amica Paola, era andata via per studiare a Milano e che quindi in quel periodo si sentiva sola. Acconsentii ad uscire con lei, ma solo per il giorno seguente non volendo assolutamente perdermi lo spettacolo in programma per la sera.Dopo due ore di chiacchiere la salutai dandole appuntamento per il giorno seguente.Andai in palestra e salutai appena Marco timoroso di spezzare la magia, gli rammentai ancora dell’appuntamento e poi mi allenai.Terminai apposta prima di lui e scappai via dopo una doccia veloce.Mi preparai al meglio senza eccedere nei particolari, feci un paio di telefonate, tra cui a Marta chiedendole come andassero le cose e poi mi recai da Marco volontariamente in ritardo.-Era ora, lo sai che non si fanno aspettare le signore-salutai mia zia ed imbarazzato consumai un cocktail veloce con loro, tutto scorreva lentamente e tranquillamente, ma sia io che loro sapevamo bene quale era il punto di arrivo di quelle chiacchiere.Il ghiaccio si ruppe del tutto quando mi zia si disse lieta di averci dato piacere con le sue performance, che Marco inoltre le aveva raccontato della mia esperienza con Marta, e che quindi era lieta che non fossi un segaiolo, ma un porcellino aperto a molte vedute.-Sei proprio bravo- mi disse strizzandomi l’occhio e lei e Marco si guardarono complici, prima di fissare me. Mia zia lo baciò con passione, lasciandosi tastare per bene il culo.Ogni tanto mi guardava e sorrideva, sperando di ricevere attenzioni sul collo o sul torace.Sciolse i capelli e senza smettere di baciarlo si produsse in un movimento sensuale con le anche.Marco si strappò la canottiere praticamente senza fatica. Il suo torace lucido invito la troia a leccarlo e massaggiarlo con servilismo, mentre con quelle labbrone all’infuori gli ciucciava il dito medio. A turno continuavano a fissarmi divertititi. Mia Zia fece scattare il vestito ed in reggiseno ed autoreggenti rosse faceva la sua bella figura. Più che una attricetta sembrava una pornodiva esperta.Anche Marco si liberò del superfluo, il suo cazzo resisteva come al solito alle prime effusioni, ma qualcosa mi diceva che in quel coito ci sarebbe stato da divertirsi.Spinse mia zia verso il basso.-In bocca puttana!-Lei scese disegnando una verticale con la bocca, poi cadde in ginocchio senza aspettare nemmeno un secondo di più e con la lingua percorse tutta la mazza penzolante sino ad ingoiarlo.Non fece su e già ma lo tenne in bocca lavorandolo con la lingua.Ciucciò e lecco a lungo, sino a lavorare le palle, mentre con ponderati movimenti lo segava prepotentemente.-Visto la zia?-mi disse Marco.A me non pareva vero di poter godere di quella visione privata, e non mi azzardai a parlare.Marco la fece alzare e piegare in due, per farle continuare il pompino, mente lui si spingeva oltre la schiena per infilarle due dita nella vagina umida.Due minuti e l’enorme cazzone tornò tra le mani del legittimo proprietario, che senza garbo lo sbatteva sulle labbra della donna comunque sorridente. Diede dei colpetti leggeri e poi sempre più forte, da bastardo maschilista che trattava le donne come bambole per scopare.Erano in sintonia però, molto affiatati. Dovevano aver scopato ancora parecchio di recente.Mentre cominciavo a toccarmi, i due ripresero a baciarsi con foga. Il collo le tette, e poi ancora quella bocca meravigliosa.-Giù!-disse ancora con prepotenza.Mia zia tornò in ginocchio, carezzando le cosce possenti dell’uomo, uomo che però la volle sdraiata sul pavimento.Avendola ai suoi piedi, sfruttando una mira degna, lasciò che delle gocce si saliva colassero dalla sua bocca alla figa, sulle tette e sul ventre. Lei mugolante gli carezzava le caviglie lasciandolo fare.Finalmente la distese sul letto troneggiando con la mole imponente che lo contraddistingueva, e con voracità mangiò quello che lei aveva da offrirgli tra le cosce. Mia zia gradì e toccandosi i seni con forza mi gettò un occhio.Ci fissammo sino a che Marco soddisfatto dei gemiti della donna, prese a scoparla velocemente, sempre più rapido, troncando in maniera del tutto inaspettata il coito orale. Quasi comica quella scena, che scherzi a parte, aveva portato quel suo cazzone nella capiente vagina si quella troia.Il rapporto appena intrapreso si arrestò di colpo. Altro capovolgimento.Mi zia si mise a sedere, Marco insultandola le fece assaggiare il sapore della sua stessa figa pompata per pochi secondi, piazzandoglielo in bocca con arroganza comunque al solito condivisa.La donna succhiò come priva di volontà, ed a ogni comando era pronta ad obbedire.Dopo averla fatta posizionare a novanta gradi, lo stallone mi indicò il cassetto del comodino.Lì dentro c’era un flaconcino che lo avrebbe aiutato a sfondarle agevolmente il culo.Glielo presi e porgendolo mi allontanai, ma lui mi richiamò.Ne versò un po’ sulle mani per lubrificarsi il pisello, ed il resto lo diede a me per lo sfintere della zia.Io la guardai e lei con un cenno di assenso ed un sorriso mi sciolse.Mi impegnai per scavare bene in quell’ano che mi parve capiente, e prima con un dito, poi con due ed infine con tre, in circa dieci minuti preparai la strada al fortunato.Durante l’operazione mia Zia mi aveva assistito, spesso contorcendosi e spingendo.-Dai infilalo tu-mi disse Marco.Io non feci nulla.-Forza, non è la prima volta che lo tocchi-.Ormai preso nella rete, gli afferrai il cazzo, e lo portai al buco, infilai appena il glande e poi fece da solo.Prese a scopare a il culo con cattiveria, afferrandole le terre, portandola verso l’alto, schiaffeggiandole i glutei e chiamandola anche puttana numerose volte. La parte più bestiale era certamente quando affondava in lei tendendola per i fianchi e ruggendo come un leone.-Forza troia, tuo nipote vuole un bello spettacolo, puttana, puttana-urlava.La aiutò a voltarsi e sollevandole le gambe verso l’alto, tornò a scoparla nel culo, stavolta facendo valere anche tutta la mole ed il peso.In breve mia zia, per sua fortuna elastica, dovette portare le ginocchia alla testa in modo da reggere la furia che la stava spaccando. La pompò instancabile, senza fermarsi emettendo grugniti e decine di smorfie diverse. Lei stava per dire qualcosa tra un urlo e l’altro, ma con la lingua le tappò la bocca, riempiendola di saliva.Lo stallone salì sul letto sfilandosi la lei.Tremavo all’idea che una cosa del genere potesse capitare anche a me. E meno male che tutto sommato quello stronzo era coscienzioso e non mi aveva inculato.Da quella posizione, Marco la penetrò a fatica, vista l’erezione, dall’alto verso il basso, come una pompa idraulica.Era una forza della natura, sempre energico, con ritmi costanti e veloci. Avendo tutti e due i buchi a disposizione si sbizzarrì nello scoparli a turno. Piacere e dolore, dolore e piacere.Io dovetti masturbarmi per forza, però riuscivo a non venire, intenzionato a non perdermi nulla di quella scopata.Non era finita.Ora toccava a lei stare sopra, a cavalcioni, mentre lui sul bordo del letto la scopava comodamente seduto.Mia zia notò solo in quel momento che mi stavo masturbando e mi sorrise per un breve attimo.Tutti e tre eravamo sudatissimi, anche se loro due certamente più di me.Di nuovo sotto, e con Marco che insisteva costantemente per tenerla sempre sulla corda, mia zia implorò di smettere. Era già venuta ed io non me ne ero nemmeno accorto.Marco le schiacciò le tette facendole sentire il peso del busto.Lei si abbandonò senza dire nulla e quando lo stallone si decise a concludere, si animò quel tanto che bastava ad prendersi una sborrata direttamente in bocca, esausta da quella scopata frenetica.Dovette far tutto da sola, visto che marco braccia lungo i fianchi si limitava a gustarsi il pompino.Solo in un secondo tempo le scopò la bocca, e venne contraendo ancor più, i suoi glutei scolpiti, quella schiena enorme e vistosa.Lo tenne dentro a lungo, anche finita l’eiaculazione, e non una goccia di seme pareva uscire, probabilmente aveva bevuto tutto.Mia zia gli sorrise.I due si fissarono complici.Dopo una trentina di secondi, lei venne da me, quasi del tutto nuda e sudata. Odorava di sesso.Sedette sulle mie ginocchia, strusciandomi la coscia sul cazzo, mi avvicinò e dopo una carezza mi baciò.Aveva tenuto in bocca lo sperma di Marco, e lentamente me lo stava versano nella bocca e sulle labbra.Troia, puttana, pensai, e sebbene appena schifato, l’idea di poterla baciare mi avvinse.La lascia fare, e venni sporcandole la coscia.Lei continuò a baciarmi, le mie labbra erano tutte impiastricciate di seme ed umori, le accarezzai timidamente il seno e la vidi staccarsi da me, mentre un filo di sborra e saliva univa le nostre bocche.Il capezzolo scivolò tra le mie dita. Il filo che ci univa si spezzò dividendoci.Dopo essermi pulito la bocca, rimasi lì, stanco e pensieroso.
Aggiungi ai Preferiti