Sono cresciuto all’interno di una famiglia strana, mio padre ricco e colto, abusava di tutte le domestiche che lavoravano in casa, le sceglieva lui personalmente, tutte appena maggiorenni, più erano timide meglio andavano. Durante il colloquio conoscitivo, cercava di metterle in imbarazzo per vedere se diventavano rosse, quelle, erano le sue preferite, gli piacevano docili e sottomesse, con alle spalle una famiglia inesistente, e possibilmente dalle forme morbide e generose. Mia madre ci abbandonò quando io e i miei fratelli eravamo ancora piccoli, ho avuto spesso il dubbio che fosse scappata da lui e non dalla famiglia. Mio padre era un uomo molto severo e rigido con tendenze sadiche, ed io purtroppo o per fortuna ho preso tutto da lui, mi ricordo spesso quando ancora bambino rubavo dalla sua biblioteca i classici libri di erotismo sadomaso, tipo Histore d’O, o i racconti del Marchese De Sade, mio padre si accorse più di una volta di questo mio vizietto ma non disse mai niente, anzi mi regalò alla prima occasione, un volume francese con delle illustrazioni in bianco e nero dove si parlava di disciplina e punizioni, le donne erano sempre sottomesse al volere di qualcuno, uomo o donna che fosse, venivano sempre legate e fustigate, non ho idea di quante seghe mi feci su quei disegni, ma sicuramente segnarono per sempre la mia vita sessuale. Oggi sono sposato, da circa due anni vivo con una ragazza fantastica, la amo profondamente e lei ama me, sono riuscito col tempo ad imporle la mia dominazione, e lei che è tendenzialmente timida e sottomessa ha accettato senza remore i miei giochi perversi. Quasi tutte le sere quando rientro in casa lei mi bacia affettuosamente ed io che non vedo l’ora di rivederla contraccambio amorevolmente, ceniamo scherzando e tubando come due adolescenti, dopo però, subito dopo la cena, lei sa che la voglio schiava e sottomessa, quindi mi raggiunge nel mio studio con lo sguardo basso, seminuda, si inginocchia accanto alla mia poltrona ed attende ordini. Sono ossessionato dal suo culetto, mi intriga da morire la sua elasticità, arrivo ad allargarlo con oggetti di grande dimensione, eppure subito dopo è di nuovo stretto e accogliente, sono arrivato anche a farla dormire per tutta la notte con un cuneo nel buchettino, e una volta tolto, il culettino si richiude immediatamente e torna quello di una verginella. Laura, questo è il suo nome, ogni volta soffre e gode, ha imparato a eccitarsi nel sottomettersi al maritino, abbiamo quindi una vita sessuale fantastica anche se qualche volta ne approfitto un po’ ma lei capisce sempre che lo faccio per amore e desiderio del suo corpo e mi perdona appena le concedo l’orgasmo. L’altra sera sono rientrato nervoso e stanco, Laura ha capito immediatamente che poteva andare incontro ad una serata “pesante” , è rimasta silenziosa tutta la sera, poi l’ho vista entrare nel mio studio completamente nuda, solo con il collare e il guinzaglio. Che piacere, è sublime avere una donna così disponibile e sottomessa, l’ho lasciata per qualche minuto inginocchiata al mio fianco poi, ho preso il guinzaglio e l’ho tirata verso di me: “Ho visto degli ortaggi freschi in cucina, lavali bene e portameli con del lubrificante, forza dolcezza mettiamoci al lavoro.” Lei è scattata all’ordine e dopo pochi minuti è rientrata col necessaire, aveva gia i capezzoli turgidi, e lo sguardo lucido di eccitazione, ha preso posizione sul tavolino basso davanti alla mia poltrona, si è inginocchiata abbassando il busto fino a toccare il piano di legno, poi con le mani si è allargata le chiappe bianche e sode mettendo in evidenza il mio amato fiorellino, che meraviglia, un brivido ha percorso la mia schiena, mi sono chinato a baciarla languidamente sulla bocca sussurrandole parole d’amore, poi ho iniziato a lubrificarle il buco del culo. Dio com’era stretto, ho dovuto lavorare parecchio con le dita per facilitare il lavoro successivo, prima una, poi due, lentamente sono riuscito a farlo cedere, ogni volta che la sentivo gemere di dolore, mi fermavo le accarezzandole la schiena: “coraggio bambina, respira, concentrati, siamo ancora lontani dai tuoi standard, ho intenzione di farci entrare quella grossa zucchina che ho visto prima, ma stai tranquilla l! o facciamo gradualmente, prima le carote, poi le zucchine piccole e poi la prescelta…” . “Ti prego amore con calma, per ora va tutto bene ma quella zucchina che hai scelto è enorme, mi fa paura da morire”. Laura tremava, ma non sentiva dolore, aveva la figa bagnata che faceva i fili fino al piano del tavolo, eravamo già alla terza carota, ma le dimensioni erano più che accettabili, l’anello di carne era ancora pieno di grinze, segno che eravamo molto molto distanti dalla dilatazione massima. Ogni tanto mi fermavo per toccarle il clitoride, la sentivo sospirare di piacere, le è sempre piaciuto sentirsi piena, mi ha sempre confidato di godere con il culo pieno. Ecco è arrivato il momento, ho rinnovato la lubrificazione per non farle troppo male, e comincio la grande introduzione, non era la prima volta che arrivavo a quelle dimensioni ma la sua elasticità la porta ogni volta a riiniziare da capo, comincia a lamentarsi, cerco di calmarla con parole dolci: “Tranquilla piccola, non deludermi, se mi ami devi farlo, rilassati e lasciami giocare”. Devo spingere forte, devo forzare l’orofizio, la parte iniziale della zucchina è grande e tonda, poi si assottiglia leggermente, un urlo di dolore accompagna l’introduzione della punta, poi riesco a farla scorrere fino alla fine lasciando sporgere solo alcuni centimetri, Laura aveva la schiena sudata e gli occhi lucidi, respirava affannosamente ma era felice, era riuscita ad accontentare il suo uomo. Ho il cazzo duro, sento il! tessuto dei pantaloni che tira, ma devo resistere, voglio godermi quello spettacolo per ancora parecchio tempo, infatti decido di darle un cuscino da mettere sotto il viso per farla stare più comoda e torno ad accomodarmi sulla mia poltrona con quello spettacolo davanti, guardo quell’oggetto verde che spunta tra le sue chiappe bianche, intorno il rosso scuro del buco del culo tirato come un tamburo e mi godo quello scintillio di colori. Non potrei mai vivere senza di lei, la amo alla follia, contrariamente a mio padre che amava costringere le donne a sottomettersi alle sue sadiche volontà, io amo la mia donna che non deve essere costretta, mi asseconda per amore e per vizio, non devo mai obbligarla a niente, decido e faccio senza doverla costringere, che centra, anch’io adoro la frusta, mi capita ogni tanto di appendere Laura con le braccia in alto e frustarla ma non arrivo mai a lacerarle la pelle e non lo faccio mai senza il suo consenso, le dico gentilmente che ho voglia di batterla e lei china il viso in senso affermativo. Le cose si sono complicate qualche giorno fa, mio padre si è trasferito da noi per qualche giorno, ed ha cominciato subito a tartassare Laura, niente di personale, anzi ha un bel rapporto con sua nuora, le fa splendidi regali e non manca mai di lodarla per le sue capacità,ma coglie tutte le occasioni possibili per farla arrossire o per coglierla in fallo. Con mio padre ho sempre avuto un buon rapporto, molte confidenze soprattutto legate alle nostre preferenze sessuali, lui ad esempio sa che Laura mi lascia fare tutto quello che voglio, e spesso mi chiede di raccontargli i particolari, Laura non è contenta ma non ha mai fatto dimostranze ed io evito di parlarne davanti a lei. La sera io e mio padre ci ritroviamo nel mio studio a chiacchierare del più e del meno, l’astinenza dai giochi fatti in libertà con Laura mi pesa tanto, ma dopo, quando salgo in camera, so che viene il bello della serata. Ieri sera mio padre, che è ancora un bel uomo oltre che nel pieno delle forze mi ha! chiesto a bruciapelo di poter assistere ad una sessione di “giochetti” con mia moglie: “Oltretutto Dario me lo devi, ti ricordi quando eri adolescente e ti lasciavo assistere alle scorribande con le domestiche di casa? Ecco ora è arrivato il mio momento, ora sono io che voglio assistere, ho sempre fatto questo genere di cose a donne che subivano terrorizzate, non ho mai goduto di una donna remissiva per natura che gode nell’essere sottomessa, cosa ti costa? Laura non ti ha mai negato niente perché dovrebbe opporsi?“ Rimasi pensieroso per alcuni minuti poi chiamai Laura, forse era meglio farle il discorsetto davanti a papà, sarebbe stata più vulnerabile: “Amore, mio padre ha un desiderio ed io non me la sento di negarglielo, sta a te decidere, lui è sempre stato buono e generoso con te, pensaci prima di rispondere e soprattutto sappi che sarei proprio orgoglioso se tu accettassi, quindi veniamo al dunque, vorrebbe assistere ad un nostro incontro amoroso, sai di cosa parlo, non baci e carezze ma quello che viene prima.” Laura non sapeva chi guardare dei due uomini che aspettavano la sua risposta, abbassò lo sguardo rossa in viso e rimase in silenzio per qualche secondo: “Non sono io a dover decidere ma il mio padrone, se lui desidera far partecipe suo padre io non posso oppormi”. Le tremava la voce, in quel momento il mio amore per lei mi faceva sentire l’uomo più felice del mondo, che donna fantastica, quando parlava di me in terza persona mi esaltava. Mio padre intervenne: “Sei un uomo fortunato Dario, ti invidio, e tu Laura sei la donna che ogni uomo desidererebbe. Laura uscì qualche minuto, poi rientrò pallida e nuda, aveva solo lasciato le calze autoreggenti, prese posto inginocchiandosi sul tappeto tra noi uomini, le mani dietro la schiena, la testa bassa, la bocca socchiusa. Avevo un’erezione da sballo, e mio padre non era da meno, lo vidi sistemarsi il membro eretto dalla stoffa dei pantaloni. Decisi su due piedi di dedicare la serata al mio vecchio: “Papà sarai tu il regista della serata, cosa vuoi vedere?” “Vorrei sculacciarla tanto per cominciare, poi vedremo…”. Si mise Laura sulle ginocchia e cominciò a batterla a mani nude, contrariamente alle sue abitudini era calmo, non esagerava, ogni tanto le infilava un dito nella figa, e guardandomi sottolineava l’eccitazione della donna. Dopo qualche minuto, posizionò Laura a quattro zampe e cominciò a masturbarla nel buchino del culo, con un dito solo senza forzare, anche per lui quella del culo era una passione, ma vedevo Laura ritirarsi non era rilassata e non dipendeva certo dalla presenza del suocero: “Cos’hai Laura, non mi sembri distesa, di solito non fai storie per un dito nel sederino, cosa succede?” “Scusatemi tanto ma non sono andata in bagno oggi e temo che vi sporchiate, non riesco a rilassarmi così”. “Bene” Intervennemio padre. “Possiamo sempre darti un aiutino, che ne dici Dario, non dirmi che non le hai mai somministrato un clistere?” “Si, non sarebbe la prima volta, ma preferisco che sia tu a farlo”. Laura da brava bambina si alzò, e noi maschietti la seguimmo in cucina, nel giro di qualche minuto era tutto pronto, la sacca dell’enteroclisma era appesa sopra al tavolo della cucina e la mia docile donna stesa sul tavolo con le chiappe leggermente sollevate, mio padre aveva gli occhi lucidi di eccitazione, lo guardavo prendere la cannula, lubrificarle il buchetto con professionalità, era impaziente si vedeva: “Dario tienile le chiappe divaricate che iniziano i giochi”. Le allargai le chiappe e vidi gli umori che le bagnavano l’interno delle coscie, era eccitata anche lei. Mio padre infilò la grossa cannula fino in fondo cercando di introdurre anche parte del tubo, Laura spingeva il culo verso l’esterno per aiutarlo, con immenso piacere suo suocero cercava di accontentarla, mentre il liquido caldo inondava l’intestino del mio amore, mio padre continuava a muovere avanti e indietro la cannula, Laura in silenzio sorbì tutto il clistere, era abituata, i primi tempi del nostro matrimonio, era prassi giornaliera, ora invece succedeva di rado che ero io a farle il lavaggio, ci pensava da sola prima del mio rientro, ma su di me aveva sempre un grosso effetto sottoporla al clistere, mi faceva sentire potente, le permettevo di liberarsi solo quando i crampi la facevano tremare, abituandosi a trattenere il liquido aveva acquisito, secondo me, tutta quella elasticità anale che tanto mi esaltava. Il liquido finì presto e mio padre decise di aggiungere ancora un po’ di acqua: “Laura, tesoro riesci a resistere se aumentiamo ancora la quantità?“ “Penso di si, signor Lazzetti, suo figlio arriva a 3 litri prima di smettere, quando lo faccio sola invece non supero mai i 2.” “Bene tesoro, ancora un poco di pazienza e puoi andare a scaricarti.” “No papà, Laura sa che deve trattenere il liquido fino al limite della sopportazione, quindi concludi la somministrazione e poi mettile questo cuneo nel culo, fungerà da tappo fino a quando non decido che è arrivato il momento, nel frattempo la dolce bambina ci spompinerà a turno.” Laura scese dal tavolo ubbidiente e si inginocchiò ai nostri piedi, a turno io e mio padre le infilavamo il cazzo in bocca tenendola per i capelli. Dopo circa un quarto d’ora le diedi il permesso di andare in bagno anche perché eravamo troppo eccitati e temevo di non farcela a trattenermi. Laura dopo pochi minuti ci raggiunse di nuovo, riprese la sua posizione a pecorina ai piedi di papà, allargandosi il culo: “Sono pronta, può ricominciare da dove aveva interrotto”. Mio padre prese il vasetto del lubrificante e ricominciò ad introdurvi le dita, Laura sospirava di piacere e muoveva le natiche in maniera inequivocabile, mi misi davanti a lei e le infilai il cazzo in bocca, ero eccitato da morire, vedere mio padre che allargava il culo a mia moglie mentre mi facevo spompinare era uno spettacolo unico. Finimmo i nostri giochi in poco tempo, eravamo tutti troppo eccitati per continuare a lungo, Laura fece un pompino a mio padre mentre io la fottevo nel culo. Il giorno successivo mio padre fece un regalo a Laura, le fece trovare in giardino un dondolo di ferro battuto, era un oggetto veramente bello, di fattura artistica, lei lo ringraziò dandogli un timido bacio sulla guancia, li vidi entrambi arrossire, evidentemente il mio destino è vivere all’interno di “strane famiglie”.
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