Ero in crisi con la mia ragazza, e come tutte le volte mi sfogavo con il mio migliore amico, Davide che e’ mio coetaneo (18 anni), l’unico che quando avevo qualche problema, trovava sempre la soluzione a tutto, senza chiedermi mai niente in cambio. Era una mattina di Domenica, gli telefono a casa sua e dalla cornetta: “Pronto chi e?”. “Scusa Davide, sono Luca?” “A sei tu? Ma che cazzo di ore sono?” “Le sette, lo so che sei stato a ballare!” “Ti sei fatto male?” “No?” “Dimmi tutto!” “Sai i soliti problemi con la mia ragazza?” “Cazzo ancora?” “Si, non so cosa fare?” “Ascolta io e tre miei amici, abbiamo organizzato un’uscita in macchina verso la costa Toscana! Eh Luca allora? Cosa decidi?” “Bhe non so?” “Guarda che andiamo al mare dalla mattina al tardo pomeriggio e ci divertiremo tanto!” “Ne sono sicuro! Puoi passare a prendermi. Diciamo verso le otto mezza?” “Sicuro?” “Certo sono sicuro, a Davide scusa se ti o svegliato!” “Lascia perdere oramai mi ai svegliato”. “Ciao Davide”. “Ciao Luca ci vediamo dopo!” Andare al mare insieme a lui con i suoi amici senz’altro un motivo valido di distrazione e, perché no, di avventura, e magari a rimorchiare le ragazze nei posti di villeggiatura. Ad un tratto il citofono: “Luca scendi?” Presi l’occorrente da mare e scesi le scale con uno strano stato di agitazione, entrai in macchina Davide mi presenta: Andrea, Fabio e Marco, cui due sono più’ grandi di noi e uno coetaneo nostro. Era un calda mattina d’estate quanto partimmo verso il mare. “Allora al mare. Che si fa?” Dissi contento. “Vedrai Luca! Vedrai! Ritornerai cambiato nel tempo!” Questa frase mi fece aumentare l’agitazione oltre il livello di guardia. Ero dietro tra Marco e Andrea e tutto il tragitto era stato un continuo susseguirsi di curve alla velocità’ di 60/90 km/h; tutte prese con molta leggerezza, per cui quando arrivammo a destinazione, ero veramente stranito per il continuo sobbalzare a destra e a sinistra, e avendo fatto tutto il tragitto tenendomi saldamente al sedile davanti per non rischiare di sbattere violentemente contro Marco e Andrea. Arrivati a destinazione scendemmo dall’auto, facemmo un bel respiro a pieno polmoni e accantonati i vestiti nell’auto restammo solo con i costumi. Quel giorno ci siamo messi d’accordo di preparare i panini, il vino, le bibite e qualche sigarette e decidemmo di andare in barca per raggiungere qualche isolotto dove ci sono i nudisti e Davide aveva detto che l’avrebbe avuta a disposizione per tutta la giornata. Davide diceva di sapere tutto della navigazione sul mare, anche se pochi di noi gli credevano. Ma quello che importava era di passare piacevolmente alcune ore in compagnia, senza pensieri. La barca non era gran ché, ma reggeva e sembrava solida e salimmo a bordo scherzando. Ci allontanammo lentamente dal pontile remando, io e Andrea, ai remi e Davide al timone. Quando fummo in mezzo al mare ci lasciammo portare dalla corrente. Fabio e Marco, si erano sistemati abbastanza in centro, che non lasciava molto spazio di movimento. Anzi, i due sembravano tenersi saldamente, quasi per la preoccupazione di cadere in acqua. In breve tempo giungemmo in una piccola spiaggia sufficientemente isolata raggiungibile solo via mare.La corrente era debole, così dovemmo riprendere i remi. Davide puntò deciso verso la spiaggia. Ancorammo la barca e scendemmo, con un certo sollievo per il fatto che, almeno per un po’, non avremmo dovuto remare oltre. Eravamo soli e ci godevamo la pace di quei momenti ed il silenzio rotto solo dal mare. Nonostante questo sistemiamo i nostri asciugamani sdraiandoci per prendere il sole. Eravamo tutti euforici scambiavamo battute e opinioni su questa e su quella ragazza del nostro paese. Il calore era insopportabile e presto ci tuffammo a rinfrescarci. In acqua si sa, si gioca e si scherza, godendosi il refrigerio. Dopo una mezzora uscimmo fuori stremati e tutti sdraiati sulla riva dove le onde infrangeva sui nostri costumi trasparenti, evidenziando la nostra tuberanza sproporzionata, notammo che eravamo visibilmente eccitantissimi. Tra le risate generali tutti ci guardavamo e toccavamo le nostre tuberanza ridemmo come matti e al momento opportuno loro si alzarono e avvicinandosi a me con un rituale di sfottamento e prima che io potessi rendermi conto mi furono sopra. Cercai di alzarmi ma non ne ebbi il tempo di reagire che subito fui bloccato a terra tenendomi gambe e braccia ferme. A quel punto non capivo più niente le loro mani incominciarono a farmi solletico e palparmi ovunque ridendo come matti. A quel punto ero in loro balia, eravamo tutti eccitati e strusciavano le loro tuberanze sul mio corpo facendomi sentire le loro durezza, ero rimasto a panza per aria in un attimo calo il silenzio i loro sguardi complici s’incrociarono stavano in ginocchio intorno a me. Solo adesso notavo a due centimetri dal mio naso i pacchi di nerchie dure chiusi dentro ai loro costumi trasparenti, che evidenziava le forme dei loro cazzi induriti e grosse palle. Questo non mi faceva nessun effetto! Notare tutti quei cazzi arrapati era una cosa fuori da ogni mio pensiero! Io capì dove volevano arrivare ma era tardi, si abbassarono tutti e quattro i costumi porgendomi i loro cazzi davanti alla mia bocca per invitarmi a leccarli uno ad uno, ma mentre io giravo la testa a destra e a sinistra per impedire di ficcarmi le loro nerchie dritto in bocca, cercavo disperatamente divincolarmi dalla morsa. Ma alla fine dimenandomi e involontariamente mi rivolsi a pancia sotto mettendo in mostra il mio fantastico culetto sotto ai loro occhi eccitati all’inverosimile e fu subito oggetto delle loro attenzioni. Subito le loro dita incominciarono scostare il mio costume permettendo la mostra del mio buco del culo, fino ad arrivare a strapparmelo di dosso lasciandomi a terra completamente nudo e alla loro mercede. Mi resi subito conto che la cosa stava andando male e cercai di convincerli a lasciare stare, che lì non lo avevo mai preso e promisi che se la smettevano non avrei raccontato niente a nessuno. Ma loro sordi dalle mie suppliche continuavano con le dita ad esplorare le mie natiche bianche e sode, che invogliavano a violare quel prezioso buchetto, una due tre alla volta fino a farmi urlare per il terrore ed il dolore. A quel punto l’unica cosa che dovevano decidere era chi doveva essere il primo a sverginarmi e subito esclusero Andrea perché aveva un cazzo fuori dal normale e se fosse passato lui per primo, non sarebbe rimasto niente per gli altri. Ma? il prescelto era quel superbastardo del mio amico “Davide”, che dopo avermi insalivato ben bene Davide prova a penetrarmi mentre gli altri mi tenevano fermo. Fabio intanto sfregava il sua nerchia sulla mia faccia, mi tappava il naso costringendomi ad aprire la bocca per infilarci il suo cazzo fino in gola. Ma nonostante la saliva Davide non riusciva a sfondarmi il buco del culo per lui ero troppo stretto. Per facilitare la cosa Marco diete a Davide il suo olio abbronzante per spargermelo intorno al buchetto e spingendo dentro prima con un dito e poi, piano piano con due aprendosi leggermente la strada. Mentre Davide procedeva ad ungermi il buchetto del culo, Fabio con il suo pezzo di nerchia forzava le mie labbra, poi introdusse nella mia bocca l’asta di carne, che mi spalancava le labbra e mi scese dieci centimetri in gola. Per un minuto rimasi in quella posizione, il porco si godeva la mia bocca. Poi Fabio iniziava a pompare con la sua trivella dentro e fuori, si fermava solo quando il glande arrivava a fior di labbra, per poi riaffondarla con tutta la forza giù arrivando in gola ad ogni affondo e a tratti sconvolto dal mio viso iniziavo a strozzarmi, le lacrime mi scendevano lungo le guance mentre sentivo Davide che da dietro, una volta “lubrificato” a dovere mi punta ancora la sua cappella sul mio buchetto e questa volta le operazioni andarono a buon fine mi stava infilando il suo grosso cazzo, con colpi sempre più profondi tra il suo enorme godimento. La fitta profonda che avvertivo non potevo urlare perché avevo in bocca il cazzo di Fabio che ogni movimento mi spingeva sempre più a fondo. Intanto Davide aumentava la velocità come un forsennato a fare su e giù, su e giù, stantuffandomi per bene il culo e mentre gli altri osservavano pregustando il loro turno. La violenza di Davide era sempre più forte, accelerava i colpi, e gemeva forte e subito dopo mi venne in culo con un grugnito animalesco, sentii immediatamente il culo bagnato di sborra, tanta sborra. Ma dopo qualche minuto anche Fabio svuota dentro la mia bocca e in gola il suo caldo seme godendosi come mai aveva fatto prima. Uno schizzo dietro l’altro, e io fu costretto ad ingoiare tutto quello che scaricava, il sapore era nauseabondo. Senza dare tempo di riprendermi, Davide si posizionava davanti alla mia bocca e Marco infilava il suo cazzo nel mio culo ormai completamente spanato. Davide si limitava a farsi ripulire solo il cazzo. Fu la volta di Marco mettermelo in bocca lasciando libero il culo a Fabio, credevo che bastasse leccargli il cazzo come avevo fatto con Davide, invece si fece fare un pompino e in sequenza, anche gli altri due Davide e Andrea. Dopo aver accolto anche i loro carichi di sperma, sborrandomi sul viso e nel culo mi sentivo quasi sollevato pensando che ormai fosse tutto finito, invece dimenticavo il pezzo forte il cazzone di Andrea che mi fotteva per ultimo. Ma era il momento che tutti attendevamo con curiosità (tranne me), era quello in cui il cazzo enorme di Andrea doveva entrare nel mio culetto. Mentre mi tenevano fermo gli supplicai di smettere ma ciò non faceva altro che aumentare la loro eccitazione, quindi Andrea posizionava il suo cazzone tra le mie chiappe e nonostante l’olio ed i residui delle precedenti sborrate mi penetra a fatica straziandomi il mio povero orifizio. Andrea incominciava a pompare su e giù tra le mie lacrime e le grida di dolore ma lui invece di sborrarmi dentro, al momento di godere uscì fuori e si portò davanti al mio viso costringendomi ad aprire la bocca per farmi bere tutto la sua sborra, quindi, non contento, obbligandomi a restare con la bocca aperta mi versava in gola anche un’interminabile pisciata obbligandomi a bere anche la sua urina. Quando tutto finì, ero stremato rimasi sdraiato a terra con il culo nudo all’aria gocciolante della loro sperma senza proferire parola. Tutti e quattro intanto cominciarono a tirarsi su i costumi con aria soddisfatta. Mentre Davide rimase fermo a fissarmi mentre ero ancora a terra davanti a loro mi urla: “Brutta troia, tirati su adesso e monta in barca cosi non rombi più con la tua ragazza, ora sei tu la nostra ragazza!” A quella battuta tutti scoppiarono a ridere e dopo mi prendevano in giro. Ma io non ci facevo caso obbedii un po’ spaventato ed istintivamente mi coprivo con il costume. Il culo mi faceva un male cane, la gola mi bruciava e volevo tanto scappare via ma avevo una paura boia di farli incazzare. E mentre loro, una volta risaliti in barca mi dicevano che si erano divertiti e volevano ripetere l’esperienza, potevo tornare anche i giorni seguenti e mi avrebbero soddisfatto.Nel tragitto di ritorno, fu infatti meno spericolati dell’andata perché a turno mi limavano il culo. Ed io faticai non poco a rimanere seduto al mio posto. Comunque, in un modo o nell’altro siamo ritornati al paese che già’ era notte alta e c’era nessuno svegli. Tutto questo è accaduto alcuni anni fa: non ho più cercato il mio amico nè lui mi ha telefonato, ma io, di tanto in tanto ripenso a quelle parole: “Vedrai Luca! Vedrai! Ritornerai cambiato nel tempo!” Ma nel mio dolore cercai di non vederlo più quella carogna.
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