Torna silenziosamente verso casa, i pensieri che viaggiano su altri livelli di esistenza, la mente altrove… alza lo sguardo: una splendida mezza luna illumina il cielo. Sorride e mormora mentalmente tra sé: “mezza luna… Herumornya…” Chi le sta accanto nota la sua assenza. Lei sorride e dice qualcosa di strano su boschi e idromele e ghiaccio… il suo amico scuote il capo, sorridendo. Saluta il suo accompagnatore e sale a casa, il freddo le è arrivato alle ossa, negli occhi ancora l’immagine della mezza luna. Entra, il caldo l’avvolge… ed anche il silenzio. Lentamente inizia a spogliarsi, il cappotto scivola dalle spalle, poi è la volta del giacchetto… le spalle son ora scoperte. D’un tratto una strana sensazione… si volta ma… nulla. Sospira e continua a spogliarsi. Sollevando le braccia porta le mani ai piccoli bottoni dietro al collo che tengono allacciato il lupetto nero. All’improvviso sente una presenza dietro di lei che la cinge abbracciandola… un sussurro: “Spogliati per me…” e un lieve tocco che le sfiora i capelli e la nuca. Riconosce la sua voce e sussurra pianissimo con il cuore accelerato “Sì, subito… Herumornya”. Ancora la sua voce nell’orecchio, calda, bassa, dolce: “… e adorami MithSolen…” Chiude gli occhi e continua a spogliarsi lentamente curando ogni gesto, sinuosa. Sente il suo sguardo su di lei. Via il lupetto nero… i lunghi capelli ricadono sulla schiena nuda. Lentamente sbottona i jeans e poi li lascia scivolare in terra, li sfila… La luce del comodino si riflette sul suo corpo nudo creando giochi d’ombra e luce. Uscita di casa come le aveva chiesto il suo Herumor, rimane solo con le calze autoreggenti nere che la rendono tanto “stile manga”. Abbassa lo sguardo, posa il ginocchio sinistro in terra… poi il destro e mormora “Melwa Herumornya… la vostra MithSolen è qui di fronte a voi per donarvi sé stessa… I miei occhi, il mio cuore, la mia mente… per voi. L’unico mio desiderio è di donarVi piacere, i miei brividi e la mia passione. Sono Vostra, solo e unicamente Vostra, Melwa Herumornya.” Divarica le gambe sedendosi sui talloni, offrendogli jalil… inarca la schiena per offrirgli i seni… con la sinistra si sfiora i capezzoli che già si protendono verso di lui per il freddo… e con la destra si sfiora jalil… chiude gli occhi. Odori e sapori tremendamente sensuali cominciano a sprigionarsi dal suo corpo… geme piano, il respiro che si fa breve e profondo… la testa che inizia a girare. Piano si sfiora e jalil offre il suo succo… le sue dita brillano alla luce… la mano sale verso il viso, sfiorando il ventre e lasciando una scia scintillante sulla sua pelle, raggiunge le labbra che si schiudono lentamente… il suo sapore la prende… Ancora con gli occhi chiusi sente il suo sguardo su di lei, sente le gote arrossate, calde e il cuore che corre impazzito sempre più forte… Sente la sua mano sfiorarle i capezzoli, stringerli, un piccolo dolore che si mescola al piacere… Sussurrando tra i gemiti gli chiede il permesso di potersi donare a lui, lo supplica di poter sentire la sua spuma su di lei, sul suo viso, nella sua bocca, di poterlo assaporare… la sua mano scivola sulla sua pelle e si posa su quella di lei… ancora carezze appassionate, poi sente Annatar posarsi sul suo viso… sfiorare le sue labbra… inizia a leccare la sua punta, piano, poi lo accoglie nella sua morbida e calda bocca. Lo assapora e sente le pulsazioni tra le labbra… sente che tra poco il suo Herumor la inonderà, come mare in tempesta, della sua spuma, del suo dono prezioso… I brividi e le scosse iniziano ad attraversare il suo corpo… mormora il suo nome, piano, gemendo e si dona a lui mentre tra le sue labbra riceve la sua essenza, la sua spuma… Può sentire i suoi gemiti, può percepire i suoi brividi… sorride mentre con un dito si pulisce le labbra, poi lecca avidamente le proprie dita per non perdere nulla di lui… apre gli occhi fissandoli nei suoi e si abbandona, vulnerabile e fragile, tra le sue braccia. Sfinita e ancora tremante gli sorride dolcemente e chinando il capo di lato sussurra “Vostra, fino alla fine dei tempi, ciò che Voi vorrete io sarò… e Vi porterò con me, in me… sempre, in ogni luogo… Lisse Lome Melwa Herumornya…” Un sussulto… apre gli occhi… il buio fitto intorno a lei… tra le sue braccia il cuscino… si volta, stupita, guarda l’orologio: le 2.30 passate… il cuore impazzito, brividi e fremiti sulla sua pelle… sorride e mormora piano: “Lisse Lome Melwa Herumornya…. Melwa Meles… mio unico ed adorato Vala…” Stringe forte il cuscino tra le braccia, soffia un bacio mentre lentamente si riaddormenta.
Aggiungi ai Preferiti