Lasciai anche Messina tra abbracci e scambi di numeri telefonici mai composti, un’usanza tra congedanti che, penso succeda ancora oggi, almeno credo. Ero al settimo cielo, pur sapendo che erano anni di crisi per il settore marittimo e non era facile trovare subito un imbarco, ma per ora m’interessava solo casa mia, era il primo traguardo il resto sarebbe stato storia, finalmente a casa, dopo pochi giorni mi resi conto che non era tutto come avevo immaginato, non sembrava più la casa dov’ero cresciuto e che avevo lasciato diciotto mesi prima, anche se c’ero ritornato diverse volte in licenza, forse riabituarmi alle leggi/regole dettate da mio padre mi andava un po’ stretto e forse per questo rimpiansi, quasi subito, di non essere rimasto in Marina Militare, avevo avuto la fortuna che il comandante mi adorava e avrebbe fatto il possibile per farmi rimanere presso il suo comando.Facevo il pari e il dispari se chiamare Antonio, mi vergognavo un po’ chiedergli aiuto ma lo feci dopo un ennesimo litigio in famiglia, non usai mezzi termini dissi che avevo bisogno d’aiuto e lui non si sottrasse, anzi aggiunse che in qualsiasi momento sarebbe stato lieto di aiutarmi e che mi avrebbe anche ospitato per qualche tempo, inoltre sarei dovuto arrivare di venerdì sul tardi pomeriggio poiché il week-end era tutto libero per entrambi, il ragno era tornato a tessere la sua ragnatela o forse non aveva mai smesso di tesserla. Un venerdì mattina partii per Genova con il cuore pieno di speranza, ma maggiore era la curiosità di vedere fino a che punto avremmo osato Antonio, Maria ed io, tutte le volte che c’eravamo sentiti non s’era mai più parlato di sesso o di voglie strane, era tutto sottinteso; li trovai alla stazione, Maria conosceva solo la mia voce lo stesso dicasi per me, le feci subito una buona impressione in quanto mi salutò come chi saluta un vecchio amico, poi parlottò con il marito e mi sorrise, Antonio mi strizzò l’occhio, sembrava un cagnolino festoso. Arrivammo a casa loro, ci trovavamo poco fuori Genova, una piccola villetta con molto verde intorno, era sera tardi e non vidi molto, l’interno era un incanto, una vita di sacrifici di entrambi i coniugi, che alle soglie dei 50 anni speravano di godersela ancora per altrettanti anni, glielo augurai di cuore. Antonio e Maria non avevano avuto la gioia di avere figli, nonostante nessuno dei due avesse problemi, erano semplicemente incompatibili per concepirne uno, lo avevano stabilito i medici dopo anni di calvario, in comune accordo avevano deciso di non adottarne poichè Maria aveva trovato un buon lavoro e ciò la distrasse dal voler essere mamma a tutti i costi, ora la sua vita era serena diceva, ma un velo di tristezza era palese nei suoi occhi, anche se per pochi attimi. Mi chiesero tante cose al riguardo i miei progetti per il futuro e gioirono per il mio ottimismo. La cena fu a base di frutti di mare e salse piccanti, vino del posto e dolci a volontà, poi ci spostammo in sala, un enorme salone arredato con gusto come tutto il reso d’altronde, non c’erano pareti, cosa insolita per me, pensavo che quel tipo di appartamento si vedevano solo nei film, stavo sorseggiando il mio amaro ma non mi sfuggì l’occhiata d’intesa tra loro, infatti, Maria si allontanò lasciandoci soli seduti sul divano uno di fianco all’altro, mi sembrò che Maria stesse ancora lì o magari ci stesse ancora guardando che Antonio mi aveva già abbrancato il basso ventre, cercai istintivamente di dissuaderlo perché Maria era ancora vicinissima anche se di spalle o poteva girarsi da un momento all’altro, ma se avessi parlato al muro avrei avuto di sicuro ascolto e in verità ben sapevo che era tutto prestabilito, ma pur sapendolo mi sentivo imbarazzato, non sapevo con esattezza il mio vero ruolo,nonostante lo immaginassi, poichè l’estate scorsa Antonio era stato molto esplicito nella sua fantasia, di quella volta che godetti al solo pensiero di farmeli entrambi. Fu così che ci trovò Maria, io seduto con Antonio in ginocchio a spompinarmi il cazzo con maestria, che però non voleva saperne di ergersi in tutto il suo turgore, mi imbarazzava la presenza della donna, dal canto suo Maria si ripresentò ai nostri occhi con un completino assai succinto che non lasciava dubbi sui suoi progetti a brevissima scadenza, Antonio neanche la guardò, tanto era impegnato nel pompaggio e nel menarsi il cazzo duro, Maria si sedette al mio fianco osservando come il marito procedeva, poi guardandomi dritto negli occhi mi confermò che era lei la maestra di tutta quell’arte, riuscii a farle un mezzo complimento avevo già la lingua che saettava nella sua bocca, simulò un pompino alla mia lingua nonostante si sentisse impacciata peggio di me ma durò poco, infatti, si mise di fianco al marito a iniziò la sua opera, il primo obbiettivo furono le palle, le succhiò una ad una con lascivia senza smettere di osservare il marito che ora pompava a tutto vapore, intanto dalle palle era passata all’asta obbligando il marito a succhiarmi voluttuosamente solo la cappella non potendo fare il su e giù per tutta la lunghezza del mio cazzo, ormai rassicurato e svettante, guardavo estasiato quei due visi stravolti dalla libidine, il mio era di sicuro in condizioni peggiori osservavo la lingua di Maria che mi leccava con gusto, intanto aveva afferrato il cazzo del marito e lo menava lentamente, vedevo solo il braccio della donna che operava in modo eloquente e non potetti farne a meno di piegarmi per guardare il cazzo di Antonio, era enorme 20 cm abbondante, conoscevo solo la sagoma di quel cazzo, mai visto in carne, non che sfigurassi al cospetto, ma ero diversi centimetri più piccolo. Non erano trascorsi dieci minuti che Maria si accorse degli spasmi dei muscoli addominali e del tremore alle mie gambe, di scatto distolse il marito dal mio cazzo baciandolo in bocca, e senza togliergli la lingua dalla bocca, lo attirò a se distendendosi di schiena sulla moquette con Antonio in mezzo alle sue splendide gambe, fu sempre Maria a mettere la mano tra i loro corpi per indirizzare il cazzo nella sua figa, emettendo in contemporanea un lungo sospiro che si tramutò in urlo quando il capocchione le investì l’utero, dopo pochi sbattimenti poggiò le mani sulle natiche del marito allargandole, proiettando ai miei occhi il buco che tanto desiderava essere violato, mi portai dietro di lui, quelle manovre mi avevano arrapato più del pompino di poco prima, leccai avidamente il culo aperto davanti ai miei occhi, non per tanto tempo poiché morivo dalla voglia di scoparmelo, Antonio cavalcava la moglie facendosi scopare nel culo, era lui il direttore d’orchestra, io ero solo piegato leggermente sulle ginocchia tenendomi il cazzo con una mano, in modo che rimanesse in linea con il movimento di va e vieni che lui stesso imprimeva nella fica di Maria, che a sua volta gridava come un’ossessa dalla goduria. Antonio impazzì quando la mia cappella profanò il primo stadio del suo retto, fermandosi e rilassandosi poi piano ricominciò l’andirivieni in modo che il retto s’abituasse all’estranea intrusione, ripeto ero eccitato al massimo e con un colpo di reni gli fece affondare il cazzo fino alle palle, forse gli toccai la prostata, perché s’irrigidì un breve istante, facendo una smorfia di dolore, poi riprese a chiavare e farsi chiavare gridandomi di sganasciargli il culo e di riempirglielo quando me lo avrebbe chiesto, non ero sicuro di farcela ero pronto a godere infatti gli riempii il culo poco prima che lui urlasse, stavo ancora godendo quando iniziò la fase sborratoria di Antonio, riuscii a sentire solo: mio Dio che bellooo.. hoo, che ero già accasciato sulla schiena di Antonio con il cazzo sempre tutto conficcato nel culo, Maria non aveva mai smesso di urlare, poi anche per lei giunsero quei tremori che la resero inerme e semisvenuta. Restammo diversi minuti in quella posizione, il primo a muoversi fu Antonio, spostò un braccio dietro e facendomi capire di girarmi senza estrargli il cazzo dal culo, rotolammo sul fianco mentre io ero aggrappato saldamente ai suoi fianchi in modo da fargli piacere, mentre ci rigiravamo notai la figa di Maria, era tutta rossa e colava sperma, era stupendamente attraente, me la sarei fatta subito ancora insozzata di sperma. Il cazzo cominciava a ritirarsi, cercai di non farlo uscire conficcandomi ancora più profondamente, nel frattempo avevo iniziato ad accarezzargli le palle e il cazzo moscio, Antonio aveva il braccio libero avvinghiato ai miei reni non voleva liberarsi del mio cazzo dal culo ma era inevitabile, uscì da solo; ci spostammo verso Maria sembrava che dormisse ma non era così, sott’occhi aveva visto tutto e le sue labbra sorridevano complici, sapeva quanto il marito avesse desiderato quel momento. Andammo in bagno, facemmo la doccia e restammo nudi, era da un bel po’ trascorsa la mezzanotte e la stanchezza fece capolino. Maria mi preparò un morbido letto che era spuntato da un mobile a muro, era una donna che nonostante gli impegni di lavoro riusciva a tenere quella casa come una bomboniera, ci lasciammo la buonanotte sia Antonio che io la baciammo spudoratamente, ci pregò di smetterla altrimenti ci avrebbe fatto sborrare ancora, a quelle parole scappai sotto le coperte mentre Antonio scappò in camera, sorrise tanto, assicurandoci che tra non molto ci saremmo pentiti di essere scappati.Il cambio d’ambiente non mi procurò la solita insonnia o forse ero veramente esausto, dormii come un ghiro fino alle dieci, aprii gli occhi e sobbalzai, a pochi centimetri dal mio viso c’era Maria che mi guardava felice, mi sussurrò un grazie e mi baciò la sulla fronte, ero solito svegliarmi sempre col cazzo duro, molti dicono che è la vescica piena ma non era sempre quello il motivo, Maria passò una mano sotto le lenzuola e me lo strinse iniziando una leggera sega, gli chiesi dove fosse Antonio ma neanche mi rispose, aveva spostato le lenzuola e con una volluttà da capogiro iniziò la sua opera di pompinara, fu allora che notai i caratteri somatici di quel viso, non erano gli stessi di quelli che avevo visto sulla foto, mi venne il dubbio che non fosse la stessa persona era molto più bella da vicino e sprigionava tanta sensualità, aveva 41 anni ma non ne dimostrava più di 35, forse il fatto di non aver partorito figli aveva preservato la sua gioventù, il pompino era in pieno svolgimento, le avevo afferrato un seno complimentandomi che fossero così duri, smise di succhiarmi e si distese in modo da farsi succhiare e leccare il seno, mentre la mano agiva al posto della bocca. Nonostante fossi un tipo sveglio non ero ancora capace di capire quello che una donna predilige durante l’atto sessuale, sono cose che si apprendono con l’esperienza, fu lei stessa a farmi capire che le piaceva un mondo essere leccata o meglio succhiata il clitoride, Antonio era più propenso a succhiare cappelle che clitoridi mi disse e lei moriva dalla voglia, allargò la bellissima fica e indicandomi col dito il posto che dovevo leccare, poi succhiare forte e anche mordere leggermente, eseguivo tutto quello che mi diceva mi portò per mano passo passo, poi feci tutto da solo, saltava come una pazza, mi diede una figata sul labbro che mi ruppe a sangue ma continuai nonostante tutto, leccai sangue mischiato ai suoi liquidi la feci godere in quel modo tra urla e pugni sul letto, continuai a leccarla piano, sapevo che era un punto sensibile e si sarebbe sottratta se avessi insistito, la leccavo leggermente come faceva Antonio sul mio glande appena dopo goduto, lo apprezzò perché si rilassò mugolando e dicendomi che ero bravissimo, il cazzo era semirigido, avevo rivolto tutta la mia attenzione a lei, ero ancora immerso tra quelle gambe che sentii la mia cappella in un luogo caldo umido, era Antonio, si era goduto tutta la scena, iniziò il suo classico bocchino con la variante però di girarsi offrendomi la spettacolare visione di quel cazzo enormemente duro, lo guardai e non esitai a prenderlo in mano e dopo un breve accenno di sega, lo imboccai, era grosso ma riuscivo a fargli il mulinello come faceva lui, Maria si era ripresa e ci guardava con aria vogliosa, venne prima da me e mi aiutò nel pompino, poi andò ad aiutare il marito senza più spostarsi fino a quando eruttai lunghi fiotti di sperma che i due si suddivisero in parti uguali, continuai a succhiare fino a che Antonio mi venne sulle labbra, mandai giù qualche schizzo tutto il resto finì sul viso e sul collo, ci pensò Maria a ripulire il tutto con la bellissima lingua.Mancava poco alle tredici del sabato, prepararono un pranzetto coi fiocchi che mandammo giù voracemente, aiutammo Maria nelle faccende e poi tornammo a coccolarci, stavolta Maria ci succhiò entrambi, poi messosi a pecora volle che il marito assistesse e senza masturbarsi a come la inculavo, il pegno era che se si toccava il cazzo non gli toccava più godere con uno di noi, Antonio accettò di buon grado ma dubitai che ci riuscisse poiché il cazzo era già livido di voglia, ci mettemmo in modo che Maria potesse spiare il marito, mentre io iniziavo a leccarle figa e culo, s’introdusse due dita in figa e poi nel culo, ci provocava, sapeva che l’avremmo ripagata a suon di cazzo, iniziai ad incularla, era rilassata e serena, si teneva entrambe le natiche spalancate offrendomi la visuale completa del suo culo aperto, si vedeva che era allenata a tale pratica, infatti, riusciva a sollecitare l’ano fino a presentarlo ai miei occhi come una scura ed enorme vocale O maiuscola, iniziai la mia discesa, lei stringeva il cazzo tra quelle pareti di carne, era bravissima, riusciva a stringere talmente forte da bloccarne l’ingresso, era lei che decideva la dose di cazzo che doveva entrare, giocai d’astuzia lei pensava che stessi al suo gioco, glielo feci credere ma all’ennesimo suo permesso di pochi altri millimetri diedi uno scatto fulmineo, tanto da schiacciarmi le palle, non si scompose mi disse solo: finalmente ti sei deciso!!! Continuai a trapanarla, uscivo completamente aspettavo che l’ano mi facesse l’occhiolino e incapocchiavo più forte, iniziò a godere ero io a condurre il gioco ora. Antonio stava scoppiando ma lei neanche lo ascoltava quando lo reputò allo stremo lo invitò a fotterla prima in bocca poi in figa, la scopammo forte come due belve in calore, stavolta svenne davvero, tanto che quando ce ne rendemmo conto ci spaventammo, lei ritornò tra noi dicendo che non era nulla ma Antonio non era dello stesso avviso e volle portarla in ospedale, ero dello stesso avviso, magari era solo un problema di pressione, meglio però un parere medico, il medico del pronto soccorso la visitò senza riscontrare anomalie, leggermente la pressione bassa, comunque le prescrisse tutta una serie di accertamenti che avrebbero messo in evidenza una qualsiasi disfunzione. Il referto diceva che era uno stato di stress, e sfido io la canzonò il marito in macchina, stai sbrodolando in continuazione forse dovresti metterti da parte e… mi strizzò l’occhio, ma non aveva finito di parlare che Maria lo prendeva a pugni dicendo che avrebbe scopato più di prima che lei lo sapeva che quelle fantasie, solo pensate fino a qualche giorno prima, erano la causa di tali scompensi e così dicendo mise un braccio in mezzo ai due sediolini per afferrarmi il cazzo che rimase in posizione di riposo, ero ancora mezzo impaurito dal pallore che aveva Maria pochi minuti prima, anche se ora il suo colorito era roseo.Mi diede un pizzicotto di stizza vedendo che il mio cazzo non la ripagava e giurò di farmela pagare, intanto Antonio rideva e lei continuò a menarlo ridendo come una ragazzina, l’atmosfera era più serena, ci fermammo ad una gelateria e gustammo un bel gelato, poi c’incamminammo verso casa era sul tardi pomeriggio quando arrivammo, pregai Antonio di preparare lui qualcosa o se si fidavano avrei fatto io, poco dopo ero tra i fornelli, preparai uno spaghetto con il pomodoro fresco e basilico l’unica cosa che mi riusciva benissimo, infatti entrambi si complimentarono e fecero la classica scarpetta nel piatto, Maria mi sgridò perché a momenti avevo cucinato solo per me, che faccia tosta pensai, dal pacco della pasta non mancavano più di due etti in tre mangiammo un chilo di pasta a momenti, volle sapere perché a lei non gli riuscisse farlo così buono, l’arte non s’insegna è un dono naturale e mi beccai un tovagliolo unto sul viso, Antonio rideva e per lui ci fu un mezzo bicchiere d’acqua, che gli fece fare un’espressione da idiota, momenti mi strozzavo dal ridere, era tremenda Maria, mai avrei immaginato che fosse così simpatica, insistemmo che avremmo sparecchiato noi ma fummo spediti a quel paese, ci fece riaccomodare in sala, ci raggiunse poco dopo, io ero seduto sprofondato sul divano, Antonio era disteso con la testa sulle mie cosce, guardavamo la TV con poco interesse, Maria si sedette al mio fianco, si abbasso e baciò il marito poi fece lo stesso con me, il bacio durò più a lungo, intanto Antonio s’era messo a pancia in giù e stava provvedendo a denudarmi, in men che non si dica mi ritrovai di nuovo nudo, Antonio mi baciava dappertutto iniziò il pompino sapendo che ne andavo matto, ma fu scostato da Maria che iniziò a sua volta un meraviglioso pompino, ero partito, avvertii che qualcosa mi solleticava l’ano era un dito delicatissimo, diventava sempre più intraprendente fino a che fu saldamente piantato nel mio culo, era il modo preferito di Maria, come mi aveva già detto Antonio a lei piaceva spompinare ficcandoti due dita nel culo, mi rilassai era oltremodo libidinoso, mi leccava, nello stesso tempo cavalcava sul cazzo duro del marito che era disteso, poi volle che mi girassi in modo da incularmi con la lingua, non esitai anzi a dir il vero volevo qualcos’altro e non attesi molto, dopo che mi ebbe lubrificato a lungo, fece alzare il marito e tenendolo per il cazzo lo guidò al mio buco ormai voglioso, pensai che quel cazzo duro mi avrebbe spaccato in due, ma Maria ci mise tutta l’attenzione possibile, se mi contraevo mi sussurrava parole dolcissime obbligando il marito di fermarsi, ma Antonio era un cinghiale imbizzarrito e dopo l’ennesimo stop mi diede una spinta che mi mozzò il fiato sentii il culo spaccarsi, cercai di sottrarmi ma Maria mi menava il cazzo e poi lo prese in bocca, Antonio era fermo, per esperienza sapeva che il culo si sarebbe abituato e dopo pochi minuti mi chiavò, come stesse chiavando la più troia delle puttane, non capivo da che parte provavo piacere, era un insieme di libidine che proiettava il centro dei miei sensi nel culo e nel cazzo poi dal cazzo al culo, oggi la chiamerei “la giostra della libidine” sborrammo in sincronismo, il mio primo spruzzo raggiunse la gola di Maria nel preciso istante che il primo spruzzo di Antonio investisse il fondo del mio culo, pensavo di svenire dal godimento quei due non mi davano tregua e mi spomparono fino all’ultima goccia.
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