Anche il mio amico ci andava forte di notte, convinto che dormissi lo sentivo mugolare come un gatto in calore, mi eccitavano quei flebili lamenti che finivano sempre con un lungo sospiro. Intanto era sopraggiunto febbraio, ancora un mese e addio a tutti, ma le sorprese non erano finite, infatti, un giorno cercavo dei filtri dell’olio che avrei fatto sostituire il mattino dopo, la “spina” così chiamavo il nuovo arrivato era in franchigia, immaginate cosa trovai sotto lo scatolo dei filtri? Due riviste pornografiche di ragazzi che ne combinavano di tutti i colori, mi rimase impressa la foto di un ragazzo che si scolava in bocca un preservativo pieno di sperma, ebbi una fitta sotto le palle e una voglia matta di godere ma proprio mentre pensavo di spararmene una giunse “spina” felice e contento, quando però vide i filtri nuovi diventò rosso da far paura dandomi la prova che quei giornali erano suoi, se fosse stato furbo avrei pensato che chissà da quanto tempo erano lì, i filtri non si sostituiscono spesso se il motore è fermo. Feci finta di niente, non mi sarei mai permesso di giudicarlo ma la mia opinione su di lui fu diversa, non in senso cattivo intendiamoci! Una sera sul tardi eravamo in plancia a causa di un forte vento, non si riusciva a dormire a causa del rollìo e dei colpi di mare alle murate della barca, stavamo entrambi zitti e persi nei nostri pensieri tanto che ci venne l’infarto per la paura quando entrò il comandante. Ero pratico avevo già rinforzato gli ormeggi di poppa e avevo due cavi a prua su due corpi morti immersi da quattro tonnellate.Il comandante ci canzonò chiamandoci marinai di acqua dolce, ma quando vide che eravamo ben sicuri ci salutò e ritornò a casa, l’arrivo del comandante ci destò e ci mise di buon umore, tanto che a “spina” gli ritornò la parola, fece il caffè di sua volontà e mi offrì una sigaretta poco dopo iniziò ad essere smanioso saliva e scendeva dal locale inferiore, si strofinava le mani , poi le passava sui corti capelli, lo guardavo sott’occhio e m’innervosiva, poi scoppiò e mi confessò che a lui piacevano gli uomini ma che non era mai successo nulla inoltre non aveva nessuna intenzione di crearmi fastidi, non lo avrei mai sospettato se non avessi trovato quei maledetti giornali poi scoppiò a piangere, lo accarezzai su una gamba, perché intanto che parlava si era seduto sulla panca dov’ero io, mi fece tanta tenerezza e gli domandai il perché di quel baccano, ogni uno di noi ha dei segreti basta che questi non diventino problemi, notai che era rincuorato e di rimando mi rispose che non era per la mia scoperta che stava male ma per il fatto che lo avrei considerato un diverso, lo accarezzai ancora e con una leggera pressione gli feci poggiare la testa sulla mia spalla, aveva smesso di piangere ma respirava forte sembrava un mantice, il suo alito sul collo mi dava i brividi e poi non era più alito ma saliva, iniziò a leccarmi e succhiarmi il lobo dell’orecchio, ricordo che faceva molto freddo, ma iniziai a sentire un forte calore specie nei pantaloni, era la prima volta che un uomo mi baciasse il collo e le orecchie perciò mi alzai e tolsi il giubbotto, mentre ero in piedi, Pietro, questo era il vero nome di “spina”, iniziò ad accarezzarmi davanti, era un po’ goffo ma la sua carezza era caparbia e piacevole, non ricordo chi dei due tirò giù la lampo dei miei pantaloni sta di fatto il mio cazzo spuntò ritto e minaccioso come per magia, Pietro era esitante come raggelato, allora gli presi la mano e la poggiai sul cazzo duro, la ritirò subito quando le gocce di liquido prespermatico gli inumidirono la mano ma poi lo riafferrò saldamente e iniziò un lento su e giù, senza guardarmi mi giurò che era la prima volta che toccava, un altro cazzo, gli piaceva, fino a quel momento si era limitato solo a fantasticare, gli credetti perché non era la mano esperta di Antonio, quella si che ti faceva rizzare in quattro e quattro otto, ma la sensazione era piacevole e iniziai a muovere il bacino come se stessi scopando, misi una mano dietro la sua nuca in modo eloquente ma lui faceva forza all’indietro, non voglio mi diceva ma intanto la voglia di prenderlo in bocca era tanta perché dopo una breve insistenza iniziò a leccarmi il glande evitando di leccare la punta dove continue gocce colavano, poi fece anima e coraggio e lo imboccò, ormai eravamo partiti, poco dopo andammo giù in cuccetta, si buttò in ginocchio iniziando il primo pompino della sua vita o forse carriera chissà, intanto si masturbava velocemente, venimmo subito ma quando successe ebbi una eiaculazione a pressione, gli schizzi lo investirono dappertutto, faccia, collo, occhi, era eccitante il suo viso lucido di sperma lui sborrò per terra, notai un’abbondante chiazza che gli feci pulire subito per paura che il legno del pagliuolato si sarebbe macchiato Intanto il cattivo tempo era passato, Pietro mi disse che se il letto fosse stato più grande avrebbe dormito con me, ebbi un’idea, mettemmo i materassi a terra e così dormimmo vicini. Per diverso tempo mi sono chiesto cosa cavolo mi era preso, non immaginate quante volte avrei voluto interpellare uno specialista per sapere a cosa era dovuta la mia improvvisa ricchionaggine. Dormimmo pochissimo anche perché il tempo era tornato minaccioso seppure non come prima. Pietro si svegliò prima, si girò verso di me e poggiò il cazzo duro alla mia anca destra strofinandosi leggermente, a quel contatto mi destai ma feci finta di dormire anzi mi girai leggermente su un fianco portando la mia natica all’altezza del suo cazzo duro, gli ritornò il fiatone, evidentemente era una caratteristica della sua fase di eccitazione, sentivo quel cazzo sempre più minaccioso mi sarei mosso al momento opportuno, intanto il porco lo aveva s’era preso il cazzo tra le dita cercando d’indirizzarlo vicino al solco delle natiche, me lo strofinava per tutta la lunghezza del solco che divide le natiche salendo e scendendo, mi fece ritornare il sangue alla testa, volevo muovermi per farlo smettere ma ero bloccato, il suo cazzo gocciolava come una fontana difettosa e anche il mio era duro e senza che lui se ne accorgesse con la mano sinistra, che era tra il materasso e il mio corpo, mi masturbavo piano. Poi mi mossi e feci finta di svegliarmi in quel momento, mi girai dalla sua parte e gli sorrisi aveva il viso stravolto e i cazzi erano di nuovo pronti, lo sperma tra le natiche mi dava un senso di freddo, era meglio prima con il calore di quella cappella turgida, quasi quasi mi rigiro di culo e mi faccio riscaldare pensai ma la mia mano era già partita, avevo il cazzo di Pietro, anzi la cappella di Pietro nel palmo della mano e altrettanto lo era la mia in mano a Pietro, iniziammo a farci una sega poi non so cosa mi prese, ero al punto di non ritorno, sta di fatto che mi buttai con la bocca in mezzo alle gambe e per la prima volta leccai un cazzo e due belle palle dure, le leccate divennero succhiate era eccitante andare su e giù mentre lui mi chiavava in bocca con entrambe le mani artigliate dietro la mia nuca, cercai di imitare il pompino di Antonio, il porco mi dava delle incapocchiate fino alle tonsille, mi meravigliai di me stesso, di come riuscissi a contenerlo fino in gola,a parte che non era enorme, ma quel cazzo in bocca era afrodisiaco, portai le mie mani sulle sue natiche, inumidii il dito medio ed iniziai a strofinarlo direttamente sul buco, Pietro si contrasse un pò ma poi si rilassò e senza togliermi il cazzo di bocca si girò imitando le mie gesta, avvertivo un solletico che dall’ano si trasmetteva direttamente al glande e viceversa, ecco perché Antonio voleva provare il gusto del cazzo infondo al culo era una sensazione sublime, Antonio…ora si che sono pronto pensai.Pietro venne prima di me, ero come impazzito tenni il cazzo in bocca fino ai primi due spruzzi che ingoiai subito, il resto lo tenni in bocca per farlo poi colare intorno al cazzo fino al pube, non mi piacque il gusto della sborra ma era eccitante sentire il cazzo che pulsava e poi ti vomitava in bocca. Venni anch’io e istintivamente cercai di ritirarmi ma Pietro mi trattenne conficcandomi tutto il dito nel culo e continuò a succhiare, lui ingoiò quasi tutto, quando tornai al suo fianco solo un rivolo gli solcava un lato della bocca che si affrettò a leccare mi disse che era stato stupendo avrebbe voluto gridare dalla gioia, condivisi la sua gioia poiché anche a me era piaciuto tanto. Erano circa le sette del mattino ed era ancora buio, sistemammo i materassi nelle rispettive cuccette, fui io a finire per primo e quando mi girai Pietro litigava col materasso e le lenzuola perché non era capace di rifarsi il letto; per farmi passare doveva spostarsi ma non gli chiesi permesso e mi strusciai al suo culo tondo e duro, gli ritornò il buonumore, aggiustò le lenzuola alla meglio poi preparò il caffè. Quella mattina si annunciava piovosa, meglio così, anche se la pioggia mi rattristava aveva il pregio di non far spuntare rotture da parte del comando, Pietro ed io stavamo sempre a toccarci tra le gambe, durante la giornata ci spompinavamo diverse volte senza per forza godere, era già una goduria la cappella bagnata in bocca, a volte ci venivano dei dolori al basso ventre tanto era lo stuzzichìo reciproco schizzavamo come due porci in calore. Anche per me si avvicinava il giorno del congedo, e Pietro a volte andava in paranoia, dicendomi che fino alla fine del suo periodo non lo avrebbe fatto con nessuno, spiegandomi che non avrebbe mai tradito il nostro segreto, lo ringraziai e per la prima volta facemmo lingua in bocca, fu lui a forzarmi le labbra ed io ricambiai succhiando e leccandogli la lingua, sempre senza trascurare di stringerci e accarezzarci i cazzi sempre sull’attenti.Pietro era un bel ragazzo, molto pallido però, specie ora che lo facevo sborrare in continuazione, aveva due canali violacei sotto gli occhi, mi raccontò molte cose di se anche che era fidanzato e che il cazzo gli piaceva da sempre, da quando giovanissimo spiava un suo cugino molto più grande che si masturbava, quel cazzo diventò il suo idolo perché ai suoi occhi era enorme ma non si fece mai scoprire; anch’io gli raccontai molte cose, che non capivo il perché di questi miei appetiti sessuali, eppure le donne mi piacevano, anche se risaliva alla primavera precedente l’ultima mia scopata con una donna, poi c’era stato Antonio ma a Pietro questo non lo confidai anzi gli dissi che era la prima volta che avevo a che fare con un altro cazzo.Qualche settimana prima del congedo inculai Pietro, successe una sera che mi portò all’esasperazione e non mi faceva godere, ero disteso di schiena e lui da sopra in posizione di sessantanove, non sapevo se godere per il cazzo che avevo in bocca o se per la bocca che avevo sul cazzo fu Pietro a eliminare ogni dubbio, quando mi ebbe insalivato ben bene si spostò da quella posizione e mi venne sopra a cavalcioni, vedevo il suo buco del culo umido in corrispondenza del mio glande, lo avevo accarezzato e anche leccato fino a renderlo morbido e voglioso, Pietro fece entrare la capocchia e si fermò, lo guardai in viso, aveva gli occhi rivolti all’insù e senza cambiare espressione si sedette di forza urlando: che bellooohoo…mhmm…Rileggo il mio scritto sembra che Pietro ed io non facessimo altro ma non è così, entrambi avevamo specifiche mansioni oltretutto al mattino, in qualità di direttore di macchina, dovevo recarmi in ufficio per compilare il giornale di macchina e svolgere servizio di segretario. Dopo le quattordici eravamo più liberi ma sempre reperibili, se uno di noi andava in franchigia doveva lasciare un recapito, all’epoca la parola cellulare ti faceva pensare a qualcosa letto solo sul libro di scienze.Durante il servizio militare ebbi anche diverse avventure, con due ragazze del posto e con una donna sposata in villeggiatura, cose furtive poiché erano impegnate, come trovavo anche il tempo di telefonare a casa di Antonio, sempre felice di sentirmi, mi presentò la moglie per telefono, mi accennò che se andavo a trovarli mi avrebbero sorpreso, in altre parole Antonio era riuscito a confidarsi con la moglie spiegandole chiaramente che voleva scoparla mentre lo inculavano, ma non riuscivano mai a concludere perché quando erano sul punto di cedere uno dei due si tirava indietro, quindi Antonio era sicuro che con me entrambi non avrebbero avuto esitazioni… …sarà! Pensavo.Intanto giunse il momento del congedo, dovetti recarmi alcuni giorni a Messina per il disbrigo delle pratiche, lì ebbi la gioia di rincontrare tanti dei miei amici conosciuti a Taranto durante l’addestramento, ci furono momenti di vera baldoria felici di ritornare al mondo ma ci sbagliavamo, perché a parte le fasi chiavatorie mi sono sempre pentito di essermi congedato, in quei tempi non era difficile rimanere sotto le armi e intraprendere una carriera, ma da un altro lato volevo girare il mondo, sette anni prima mi ero iscritto all’istituto tecnico nautico proprio per quello.Pure con Pietro ci fu il commosso abbraccio d’addio, anche se ci promettemmo eterna amicizia entrambi sapevamo che non ci saremmo più rivisti e così è stato; oggi a 46 anni, lui un anno in meno, mi chiedo che fine avrà fatto, se ha sempre pensato al nostro rapporto o se come me gli è balzato alla mente in qualche sporadica situazione, non lo saprò mai come so che mai avrò il coraggio di cercarlo, oggi con i mass media tutto è possibile ma preferisco lasciar dormire il fantasma.. (mi sa che ormai s’è risvegliato) ;-))
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