Cerco di impormi la calma. Respiro profondamente ed eccomi nuovamente padrona delle mie emozioni, per ora. Il cuore ha smesso di battere furiosamente e quello strano formicolio alle gambe e alle braccia si è attenuato. Ma ci sono le “farfalle” che continuano a volare nel mio stomaco e la testa che continua a girare. Ti sto aspettando, sto aspettando di vederti comparire da un momento all’altro. Inganno i pochi minuti che mi separano dal tuo inevitabile e ormai prossimo arrivo tentando di concentrarmi su un articolo del quotidiano appena acquistato. Leggo le parole che non hanno però alcun significato per me, la mia mente troppo presa nel figurarmi per l’ennesima volta il nostro incontro. Non ho idea di come reagirai quando i tuoi occhi incontreranno i miei, ma so già che la tentazione di gettarti le braccia al collo, d’essere afferrata dalle tue braccia sarà incontenibilmente forte, la tentazione di stringermi a te per farti percepire il calore del mio corpo, la tentazione di guardarti negli occhi un istante prima di chiuderli mentre affondo la mia lingua nella tua bocca, la tentazione di circondare delicatamente con le mie mani il tuo viso per guardarti fisso vedendomi riflessa nei tuoi occhi . So già che resistere all’impulso di fare tutto ciò sarà quasi impossibile. Eccoti! Non ho fatto nulla di tutto quello che avrei voluto, tu ed io probabilmente troppo imbarazzati. Forse allora tu farai quanto mi hai raccontato l’altro giorno al telefono? Una volta avvicinati alla mia macchina mi avresti spinta su di essa per schiacciarmi con il tuo corpo e le tue mani frenetiche mi avrebbero accarezzato cercando di indovinare le mie morbide forme attraverso i vestiti, mentre le tue labbra e la tua lingua assaporano il gusto della pelle del mio collo? Nulla di tutto ciò. Siamo saliti cercando di rompere il ghiaccio che non c’è quando ci scriviamo e ci parliamo per telefono. Parole su parole su parole. Mi racconti di te ed io ti racconto di me. Piccoli episodi della nostra vita, piccole ma grandi esperienze che hanno segnato e modificato il nostro carattere. Ci raccontiamo delle nostre famiglie di aneddoti divertenti, ma poi quasi a seguire un tacito e concordato codice di comportamento non parliamo più di loro. Ci concentriamo su noi stessi per tenere il mondo lontano da dove siamo. Esistiamo solo noi e siamo tutto ciò di cui in questo momento abbiamo bisogno. Non voglio essere qualcun’altra, voglio essere me stessa, voglio farti vedere come sono, a rischio di farti fuggire. Voglio farti vedere la grandezza delle mie emozioni, voglio farti vedere l’onda travolgente di turbamento che la tua vicinanza mi provoca. Mi fermo, finalmente. Il buio ci circonda, il crepuscolo ha lasciato il posto alla notte e solo la fioca luce di un lampione sopra di noi illumina l’abitacolo e i nostri visi. Giro leggermente il mio corpo verso di te, in modo da poterti guardare .. E non so quale sia stata la frase o la parola o . il silenzio. ma eccomi improvvisamente persa nel tuo abbraccio, la mia mano ti accarezza piano la gamba, le tue braccia mi cingono forte. Lo sapevo! Sapevo che il tuo abbraccio sarebbe stato così: caldo ed energico! Sapevo che sarebbe riuscito a trasmettermi tutto il calore del tuo cuore! I tuoi occhi nei miei sono pieni di dolcezza e serenità. Guarda dentro di me e troverai le rassicurazioni che cerchi, guarda il mio sorriso e troverai tutto l’affetto e la comprensione di cui hai bisogno! Il mio corpo trema di desiderio sotto il tocco lieve delle tue dita, il tuo sapore è dolce come miele, la tua bocca calda e morbida, la tua lingua che gioca con la mia con passione irruenta e vorace. I minuti passano. Tu mi vuoi come io voglio te. Ho bisogno di sentire il calore della tua pelle a contatto con la mia. Staccandomi a malincuore da te sono io che formulo per prima la domanda, ma sono sicura che ti ho anticipato solo di poco: “Andiamo..?” Il tempo sembra fermarsi e mi ritrovo dopo poco in piedi di fronte a te nella tua stanza d’albergo, le luci spente, avvolti da una semi oscurità. L’unica fonte di luce è quella che proviene dalla strada filtrando attraverso la finestra. Il tuo respiro è appena più veloce, consapevole di quanto sta per accadere. Oddio quanto ti desidero! Le mie mani attorno al tuo viso, le mie labbra morbide e calde che posano lievi baci sui tuoi occhi, sulla tua fronte, sulle tue gote, sul tuo mento ed in fine sulla tua bocca. Lentamente ti tolgo la giacca, la cravatta, ti sbottono la camicia chinandomi a baciare il tuo petto, succhiandoti i capezzoli. Le tue mani non smettono di accarezzarmi e la tua bocca non smette di pronunciare il mio nome in una cantilena appena sussurrata, senza sosta. Il nostro patto. Il nostro patto era che io dovessi prendermi cura di te. Mi inginocchio e lentamente slaccio la cinta dei tuoi pantaloni, li sbottono e ti aiuto a sfilarli. Vedo attraverso il leggero cotone dei boxer la tua mascolina virilità spingere e tirare il tessuto, indurito dal desiderio di me. Sorrido e alzo il viso per guardarti. Vorresti baciarmi ma scuoto la testa: non ancora, non adesso. Abbasso i boxer liberando la tua asta, turgida, vogliosa, orgogliosa. La mia lingua accarezza delicatamente la base e gioca con i testicoli facendoti emettere un gemito di inaspettato piacere. La mia lingua ora scorrere lenta dal basso verso l’alto per tutta la sua lunghezza. Una volta raggiunto l’apice circondo con le labbra il glande gonfio e rosso e ridiscendo giù. Il tuo fallo freme sotto il tocco della mia lingua. Il tuo respiro è ora molto più accelerato e il mio nome che continui a pronunciare è quasi un rantolo soffocato. Ti accolgo nella mia bocca, tutto, fino in fondo, fino in gola, le mie labbra strette attorno ad esso. Hai quasi gridato di piacere e le tue dita perse fra i miei capelli spingono leggermente la mia testa. Mentre sei nella mia bocca, la mia mano destra accarezza i testicoli, massaggiandoli delicatamente e la mano sinistra avvolta alla base del tuo sesso, segue il ritmico movimento della mia bocca. Vorrei vedere il tuo viso trasfigurato dal piacere che ti sto facendo provare, vorrei vedere i tuoi occhi nei quali non c’è più volontà bensì solo desiderio e godimento. Ma non abbandono quello che sto facendo con un piacere quasi egoistico. Sento infatti che il liquido caldo – prova tangibile del mio immenso desiderio – mi ha bagnato il perizoma, ed un leggero dolore, acuto coinvolge tutto il ventre e le labbra gonfie del mio sesso. Vinco la voglia di buttarti sul letto e di montarti per accogliere la tua asta dura e bollente dentro di me. Voglio prima sentire il sapore del tuo sperma, voglio prima sentirti esplodere nella mia bocca e so che sei vicino, molto vicino. La pressione esercitata dalle tue mani sulla mia testa per accompagnare il movimento è infatti più decisa. Le mie labbra strette attorno alla tua asta che esce ed entra dalla mia bocca calda e la mia lingua che continua ad accarezzarla hanno raggiunto il loro scopo. Con un lungo gemito strozzato il respiro si interrompe, le mani si fermano e sento il tuo fallo vibrare nella mia bocca riempiendola del tuo nettare che bevo avidamente. Ti pulisco accuratamente con piccoli e lenti colpi della mia lingua. Le tue gambe tremano, i tuoi polmoni ancora assettati di aria si concedono lunghi e profondi respiri. Mi rialzo e ti guido dolcemente, tenendoti le mani, fissando i miei occhi nei tuoi e rassicurandoti con il mio sorriso, verso il letto. Ti siedi e ancora leggermente incosciente con la mente inebriata e travolta dalle emozioni vissute mi guardi mentre mi spoglio.”Ora voglio scaldarti con il mio corpo. Ora voglio accarezzarti senza fretta, voglio guardarti e farmi guardare. Voglio che i tuoi occhi scorrano su di me come farebbero le tue mani”.Spero che la mia voce suoni alle tue orecchie sensuale e dolce. Spero che la mia voce ti dica che va tutto bene, che questa sera noi ci apparteniamo l’un l’altro in una finestra senza tempo. Sdraiata accanto a te, su un fianco, con una gamba arrotolata ad una tua ti guardo, non mi stancherei mai di farlo, voglio ricordarmi del tuo viso con questa espressione appagata e serena che spero di aver contribuito a farti assumere. Seguo con il dito indice i tuoi lineamenti: le sopracciglia, il naso, gli zigomi, le labbra socchiuse, la mia mano vaga senza fretta lungo il tuo corpo, sentendo ancora la tua pelle fremere sotto il mio tocco. Ogni tanto deposito un bacio leggero là dove le mie dita ti hanno appena accarezzato. Apri gli occhi e mi guardi come se mi vedessi per la prima volta. I tuoi occhi nei miei: “Vieni qui” mi dici con un fil di voce e mi abbracci così stretta da soffocarmi. Cerchi la mia bocca e freneticamente la tua lingua si insinua in essa. Non riesco a respirare, il peso del tuo corpo, il tuo abbraccio, la tua lingua spinta fino in fondo: che dolce morte sarebbe!! Ma mi lasci prima che le forze mi abbandonino, ti stacchi un po’ da me per guardarmi meglio. Stai per dire qualche cosa ma ti poso un dito sulle labbra: “Ssshhh. le parole non servono e in ogni caso non sarebbero sufficienti.” Mi sorridi e fai in modo che il mio capo si poggi sul tuo petto, carezzandomi la schiena e i capelli. Ho il battito del tuo cuore nelle orecchie, mentre la mia mano vaga raminga sul tuo corpo nudo. Dopo le carezze ti faccio girare prone e seduta sulle tue natiche, con la peluria del mio sesso che ti solletica la pelle comincio a massaggiare le tue spalle e la tua schiena con un olio profumato. Le mie mani esercitano una leggera pressione sui tuoi muscoli e sento che si stanno cominciando a rilassare. I tuoi occhi sono chiusi e il silenzio che ci circonda è rotto solo dai nostri respiri. Ogni qualvolta la pressione delle mie mani si fa più decisa il tuo respiro si ferma per essere seguito da un lungo gemito.Le dita camminano dalle spalle fino all’attaccatura dei tuoi glutei e poi di nuovo su, lentamente, fino alla nuca. Quando sento il tuo corpo rilassato ti faccio girare e trovo la tua asta che sta reagendo alle mie sollecitazioni. Ti guardo, sorrido e mi chino per affondare la mia lingua nella tua bocca mentre le tue braccia mi legano forte a te. Bacio la tua fronte, le tue palpebre socchiuse, le tue labbra, i miei seni morbidi che ti accarezzano il torace, i miei capelli sciolti che ti solleticano il viso. Mi alzo e mi sistemo cavalcioni sulle tue cosce. In quella posizione ricomincio a massaggiarti con l’olio. Le mani aperte partono dal collo scendono lentamente accarezzando la pelle bollente del tuo petto, disegnano un semicerchio all’altezza dello sterno, si riuniscono sull’addome per poi afferrare delicatamente la tua prepotente virilità. Rifaccio il percorso inverso e guardo la tua espressione rapita dall’intensità delle sensazioni che stai provando. Il tuo ventre si abbassa e si alza più velocemente, i respiri si fanno più brevi e meno profondi. Quando le mie mani arrivano al punto di partenza mi alzo leggermente e accolgo il tuo sesso finalmente nel mio ventre caldo e liquido, dentro di me. Un istante. Per un istante i nostri respiri si fermano i tuoi occhi nei miei per assaporare fin nel profondo delle nostre anime la perfezione assoluta di quell’attimo. “Come sei calda.” mi dici. E il mio bacino comincia a muoversi con movimenti lenti e circolari. Verrei in pochi istanti vista la mia incontenibile eccitazione ed il piacere così a lungo rimandato; e infatti bastano pochi affondi del tuo bacino contro il mio sesso, che il corpo è squarciato da un violento ed esplosivo orgasmo coinvolgendo tutte le cellule, partendo dal profondo del mio ventre. La mia testa si getta all’indietro e le tue mani sono sui miei seni con le dita che stringono i capezzoli duri. Grido il mio immenso piacere mentre il mio corpo continua a muoversi freneticamente attorno alla tua pulsante virilità dentro di me. Appena il mio respiro si calma, il mio corpo smette di tremare e la mia mente riacquista un minimo di lucidità, mi giro e sempre sopra di te ti offro la schiena e le natiche, ti riaccolgo dentro di me. In questo modo so che tu mi senti di più e anche io sento il tuo pene strofinare contro le pareti del mio sesso, sento la sua punta premere fin nel profondo del mio buco, sento il mio clitoride massaggiato dai tuoi testicoli. Riesco a vederlo bagnato dei miei umori entrare ed uscire da me. Che immagine sublime ed eccitante! Anche in questo modo bastano pochi istanti (o sono minuti?) e dal mio clitoride sollecitato sta per nascere una nuova ondata di piacere. “Riempimi, riempimi del tuo liquido caldo.” Ti dico prima di perdere nuovamente il controllo sul mio corpo ancora una volta scosso dal piacere. Sento la tua voce lontana gemere, i tuoi affondi sono più convulsi, il mio bacino si muove come impazzito .. poi . più nulla. Abbandonati l’uno sull’altra con i respiri affannosi, rauchi, gli occhi chiusi per cercare di trattenere ancora per qualche istante l’immenso godimento provato. Mi rannicchio fra le tue braccia e restiamo così, immobili ed addormentati sotto le coperte, un unico corpo, un’unica anima. Mi sveglio. Devo andare via. Cerco di non fare rumore mentre mi rivesto. Ti guardo dormire con una espressione beata e serena che mi ricorda quella di un bambino. Un bacio leggero e veloce, una carezza lieve sul viso e mi chiudo la porta dietro le spalle. Una volta fuori dall’albergo chiudo gli occhi e respiro profondamente per riempirmi i polmoni dell’aria fresca della notte. La finestra aperta nel tempo per farci vivere quel poco a noi concesso si stava chiudendo. Ricevo un messaggio sul cellulare: è tuo e leggo: “Le parole non bastano per dirti tutto quello che vorrei dirti. Grazie”. Sorrido piena di tenerezza e mi avvio verso la macchina, fiduciosa che prima o poi quella finestra si riaprirà nuovamente per farci ritrovare.
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