Erano due settimane che Nina non vedeva comparire le mestruazioni e non aveva i soliti sintomi che le procuravano sempre forti mal di testa e mal di reni.Sentiva però, ogni tanto un senso di nausea, una tensione insolita del seno ma soprattutto un bisogno di urinare più spesso.Prima di parlarne con Teresa, sua cugina, Nina che già sospettava la causa, cercò di documentarsi fra i vari testi sull’argomento, nella grande libreria nella quale anche lei era impiegata.Giunse alla conclusione di essere incinta. Quando lo riferì a Teresa questa si dimostrò preoccupata sebbene tentasse di rassicurare la cugina adducendo la cosa a semplice ritardo. Nina non si sentiva ne sorpresa ne angosciata, anzi appariva tranquilla, si direbbe quasi felice di quel miracolo dovuto all’amore infinito per il cugino, alla passione che li aveva travolti circa un mese prima.Da quanto Giannino era partito si erano sentiti spesso, si scrivevano lunghe lettere piene di passione e di progetti almeno da parte di Nina.Non riusciva a dimenticare l’ultimo giorno di permanenza del cugino a Genova con lei, quando trascorsero l’intera giornata chiusi in casa, mentre Teresa era al lavoro.Giannino quel giorno pesò addosso a lei ininterrottamente aprendosi la strada in quella fessura abbondantemente lubrificata e desiderosa di essere continuamente penetrata, perché lei pensava con angoscia a tutto il tempo che sarebbe rimasta senza quel meraviglioso strumento.Quel giorno Teresa era particolarmente ricettiva, gemeva appena penetrata e bastava quello per farla andare su di giri come un motore spinto in prima marcia.Era bello sentirlo dentro, sentirsi riempita con ogni millimetro della sua mucosa. Era un piacere sentirlo fremere mentre godeva in lei.Tutte e due quel giorno ed in quelli precedenti non si erano mai posto il problema della pericolosità dei rapporti non protetti.Nina non si preoccupava minimamente di ciò, lei era euforica e felice di godere come aveva sempre sognato con quel membro favoloso. Giannino nelle sue missive si dimostrava meno espansivo, più realista, non assecondava molto i sogni della cugina, anche se era sempre gentile e tenero. Lui era molto impegnato nello studio di biologia ed aveva in programma un lungo stage presso una grande società di ricerche di New York, ospitato in quella città dalla famiglia di sua zia, la sorella di sua madre. Sua zia stessa gli aveva procurato quell’opportunità. Era intenzionato a fare il ricercatore e quella era un’occasione da non perdere.Parlava con entusiasmo di questa prospettiva e Nina ne era felice per lui, perciò non volle assolutamente informarlo sul suo stato. Non voleva che si sentisse obbligato e rinunciasse a realizzare i suoi progetti. Lo zio, inoltre, non glielo avrebbe perdonato, sarebbe già stato uno scandalo conoscere la gravidanza.Nina da parte sua non aveva nessuna intenzione di rinunciare a portare avanti la gravidanza! Era il frutto del suo amore! Tra l’altro non aveva preoccupazioni economiche, oltre al lavoro aveva anche una discreta rendita che la fattoria del padre procurava, quindi non disse nulla assicurandosi però la complicità di Teresa. I mesi trascorsero, le due cugine erano sempre più attaccate, più affiatate.Giannino desiderava recarsi a Genova prima di partire per gli Stati Uniti anche se aveva pochissimo tempo dall’ultimo esame all’università di Napoli alla partenza. Nina lo distolse da tale proposito anche se il desiderio di abbracciarlo, di sentirlo ancora una volta suo, era perenne. Non ritenne opportuno fargli conoscere, alla vigilia della partenza, così sospirata,lo stato avanzato di gravidanza in cui si trovava.La ragazza rimase a casa dal lavoro due mesi prima della data presunta del parto. Occupava il suo tempo nelle letture preferite e nel preparare deliziosi manicaretti a Teresa, a pensare al cugino lontano e sognare come sarebbe bello vederselo vicino, crescere insieme la creatura che aveva in grembo. Forse era solo un sogno perché le notizie di Giannino dagli Stati uniti si diradavano. Nelle rare missive lui comunicava che era molto impegnato nello stage, era entusiasta del soggiorno , si soffermava volentieri nella descrizione dei suoi parenti americani e della loro cortesia. Trascurava però di rivelare alla cugina l’enorme successo che riscuoteva con le ragazze del suo entourage e soprattutto con Kate una deliziosa avvenernte ventenne che lo aveva irretito attirandolo in una morbosa e tempestosa relazione fatta solo di sesso. La passione travolgente per Nina esplosa nell’estate trascorsa, che per la ragazza era puro amore e dedizione, per Giannino sembrava acqua passata. Nina percepiva questa situazione e con sofferenza lo confidava alla cugina Teresa, la quale sempre insistentemente la pregava di riferire a Giannino che aspettava un suo bambino, ma Nina era invece ancora più determinata a nasconderlo. Lei amava il bel cugino ma non voleva e non poteva obbligarlo col ricatto di un figlio.Kate era coinquilina di Giannino nella grande casa di sua zia, era una giovane nipote del marito dello zio anch’egli italoamericano. Aveva posto gli occhi addosso a quel bellissimo ed aitante ragazzo Italiano decidendo a prima vista che sarebbe stato lui il primo che l’avrebbe deflorata.La ragazza ventenne, un’autentica bellezza, alta e perfettamente perfezionata nelle forme longilinee, sportiva, castana con riflessi ramati nei capelli e gli occhi verdi.Sprizzava sesso da tutti i pori, con quei seni prorompenti, solo la presenza era già provocante, come lo sguardo audace e penetrante.Kate non aveva avuto rapporti sessuali, ma era una infaticabile masturbatrice, perché aveva una ossessionante paura delle malattie veneree. Non trascorreva mai una sera senza che si dedicasse almeno ad un ditalino, a volte arrivava a tre o quattro consecutivi per poter scaricare le sue energie sessuali che non riusciva a placare con le proprie attività sportive.Era sempre attorniata da amici o aspiranti fidanzati che sapevano che, con lei, non sarebbero riusciti ad ottenere più di una sega, delle quali lei era esperta prodigatrice. Continuavano tutti a frequentarla, a cercarla, sperando sempre l’impossibile.Qualcuno era riuscito a vederla nuda, portandola alla massima eccitazione, ma dopo gl’inutili tentativi di penetrarla non potevano che accontentarsi di una sega. Kate era sempre tentata di prendere in bocca il membro del partner del momento e succhiarglielo, ma si era sempre bloccata, con le labbra a pochi centimetri dal glande, facendosi poi schizzare sulle tette, andando subito poi a lavarsi con cura.Aveva comunque deciso, quel ragazzo italiano atletico le piaceva, le ispirava fiducia, era pulito, non le faceva paura, quindi cominciò a tessere la rete. Giannino appena la conobbe rimase colpito della bellezza di quella ragazza italoamericana . Vedendosela, poi, sempre attorno in quella grande casa non potè fare a meno di guardarla con occhi concupiscenti. Cominciò a desiderarla più che qualsiasi altra donna. Si frenava per rispetto dello zio, che era sempre preoccupato della esuberanza di quella nipote.Giannino aveva saputo da amici ed amiche comuni, del resto la stessa Kate non faceva mistero delle proprie caratteristiche, ma la trattava con la sua solita gentilezza, mantenendo accuratamente le distanze. Questo fatto però aveva esasperato la determinazione di Kate a conquistarlo a farlo suo.Aveva tutte le armi a disposizione e Giannino come tutti sarebbe cascato nella rete, lei non aveva altro interesse, che il sesso anche se la paura la frenava. Faceva in modo di provocarlo mostrandogli le tette, perché lei, se lo poteva permettere, quando spesso le camicette gli si aprivano davanti senza che mostrasse di farci caso.L’occasione si presentò una mattina di festa quando la casa era libera, gli zii erano partiti per una vacanza.Giannino come al suo solito era uscito prestissimo per il footing in Central Park.Kate si era attardata a fare le solite abluzioni per poi distendersi sul divano. Non era solita masturbarsi al mattino ma quel giorno si sentiva eccitata e Giannino non sarebbe rientrato prima di un’ora.Il caso volle che scoppiasse un furioso temporale e Giannino, tutto inzuppato, decise di rientrare subito.Kate era a metà dell’opera quando sentì sbattere la porta d’ingresso.Non smise il movimento della mano destra, ora frenetico, lungo la fessura infuocata. Voleva riuscire a godere prima che Giannino entrasse nel soggiorno. Non fece in tempo e lui la vide a cosce divaricate, nuda, soltanto con la camicetta aperta dalla quale una tetta fuoriusciva che la mano sinistra stava strizzando.Fermò le mani, ansante, arrossendo fino alla radice dei capelli.Giannino la vide e le disse: “Continua pure, io vado su a farmi un bagno, sono tutto inzuppato… il temporale mi ha sorpreso!”Ancora una volta il temporale fu galeotto, causa di avvenimenti eccitanti per Giannino, se lo chiedeva tra se sorridendo mentre si voltava per lasciare la ragazza a completare l’opera.Kate, però, superato il primo momento d’imbarazzo, pensò che era l’occasione buona per approfittarne:“Non andare, fammi almeno finire con la tua assistenza?”Giannino sapeva, Kate stessa glielo aveva confidato, che era solita masturbarsi, ma non aveva mai ricevuto una simile richiesta da una ragazza. Tornò indietro e la vide come riprendeva l’atto interrotto, mentre nei suoi pantaloni inzuppati sentiva avanzare l’erezione. Posò lo sguardo attirato dal quella meravigliosa conchiglia molle che faceva perdere la testa a tutti coloro che la conoscevano e non riuscivano a possedere.Giannino non aveva mai visto una natura così bella negli ultimi tempi, tutta depilata, deliziosa, umida, due labbra perfettamente regolari, eccitante da far svegliare un cadavere.Immobile, con voce incerta, quasi timoroso disse:“Vuoi che ti dia una mano?”“Si, toccami, stringimi tutta!“ Giannino accolse l’invito.“.oh si così afferra anche un seno, più forte..daiii ..oh..siii! Godo..Giannino..ohhhh!” gridò mentre quel bel corpo era scosso da violenti fremiti.Giannino l’abbandonò rilassata, facendo un’ ultima carezza sul quel magnifico corpo. Ma accidenti, com’era eccitato ora! Avrebbe desiderato perdersi fra quelle cosce oscenamente spalancate! Introdursi in quella fessura pronta, aperta, dolcissima che aveva davanti agli occhi.“ Va meglio adesso? “ Ebbe la forza di chiederle.“ Grazie! Ma io voglio di più da te! “ e così dicendo si sollevò dal divano e, sollevandosi sulle punte, dal momento che lui era ancora più alto di lei, gli posò un bacio sulla bocca. Era nuda dalla vita in giù, con le tette fuori della camicia aperta, si strinse al petto del ragazzo, che senti quella mammelle appuntite premere sulla tuta inzuppata. Giannino rispose al bacio, aprì le labbra incontrando con la sua la lingua della ragazza.Il bacio fu lungo, mentre Giannino sollevava le mani per afferrarle i seni e lei spingeva il pube in avanti per sentire la rigidità del membro. Glielo fece sentire bene contro il ventre nudo, prima di staccarsi da lei, a malincuore, con un certo affanno.“ Kate, tu hai goduto, io no! E’ meglio che vada a farmi il bagno, sai non vorrei dovermi masturbare?”“ Cosa c’è di male? Ti aiuto io, tanto per ricambiare!”“ No cara! E’ tanto che non lo faccio sai? Di solito godo in una bella passerina! Nella tua sarebbe da favola! Come mi trovo adesso ti penetrerei in un baleno. Tu sei vergine e poi non hai paura delle malattie? Non ho nemmeno il preservativo!”“ Ma con te non ho paura! Ormai ho deciso e questa verginità sta diventando un peso. Solo tu puoi liberarmene!”“ Sono lusingato e tentato di ubbidirti seduto stante, ma sono tutto inzuppato, sporco. Se deve succedere voglio almeno che sia bello, nel pulito. Vado in bagno subito!”Giannino però era ancora incollato al pube della ragazza, con le tette serrate fra le mani, non riusciva a staccarsi.“Sento che il tuo membro ha una voglia pazza di entrare nella mia cosina, sono pronta sai! Sentimela? Metti la mano, capirai quanto ti desidera!”Lui esitò, poi lasciò una mammella e scese lì fra le labbra di quel delizioso mollusco che avrebbe voluto succhiare, ingoiare! Era calda di umori e con le dita lo senti anche internamente. Quel contatto fece fremere la ragazza che serrò le cosce stringendogli le dita.Lo squillo improvviso del telefono li fece sobbalzare. Questo diede modo a Giannino di staccare la mano dal sesso della ragazza.“Vado in bagno! Rispondi tu” Giannino stava nella vasca da bagno, con la doccia a telefono. Mentre faceva la doccia stava anche riempiendo la vasca d’acqua tiepida e schiuma profumata.La vasca era quasi piena quando Kate apri la porta del bagno per riferire:“Era la zia. Ha detto che stasera non rientrano, il tifone forte ha interrotto la strada e allungano di un giorno la vacanza. Ha detto di arrangiarci. Tu che ne dici cominciamo subito?” Ammiccò sorridente.In un batter d’occhio entrò nella vasca, dopo aver buttato da parte la inutile camicia che aveva indosso.Era uno schianto quella ragazza! Era difficile resisterle ed una nuova erezione, nell’acqua tiepida lo dimostrava.Erano seduti l’uno di fronte all’altra e Kate gli prese un piede, portandoselo a contatto del sesso. Lui vi strofinava l’alluce dentro.“Ti piace se ti masturbo così? ““No adesso non più. Ora ti voglio dentro, voglio che mi prendi, voglio sentirmi riempita da questo mostro!” Lei lo aveva afferrato e ne sentiva, meravigliata, tutto il suo vigore, la sua grossezza.“Uhm è fantastico, non ne ho ancora sentito uno così bello! Fammelo vedere!”Finalmente potè ammirarlo, era potente, completamente eretto. Lo guardava affascinata. Poi si alzò di scatto e nel tentare di girarsi scivolò sulla schiena cadendo col sedere sul membro eretto . Si trattenne però sul bordo della vasca, ma passò l’altra mano fra le gambe afferrando il membro e dirigerlo alla fessura. Il glande, reso scivoloso dalla schiuma, penetrò senza difficoltà, tenuto fermo dalla ragazza stessa, che con un grido di dolore e di gioia contemporaneamente, si deflorò con quel mazzuolo di carne, tutto sprofondato nella vagina.“Kate!!” esclamò Giannino.”Si!! Sono tutta tua! “ Strillò, cominciando a muoversi su di lui. Giannino superato lo shock iniziale, cominciò a gustare le sensazioni che provava, così introdotto in quella conchiglia che sembrava rinchiudersi intorno al membro.Lei si piegò in avanti cosicchè da permettergli di muoversi più agevolmente. Giannino stava sbattendo quella favolosa ragazza, gli era tutto dentro! Le passo le mani sotto le ascelle, per afferrarle le mammelle e stringerle mentre entrambi si muovevano uno incontro all’altra. Lui si accorse che stava per godere ed affannosamente la spinse via, mentre schizzava facendola alzare.“Non voglio metterti incinta, Kate!”“Non dovrebbe essere pericoloso, non dovrei essere nei giorni fecondi!”“E’ sempre meglio non rischiare! Mi hai preso di sorpresa però! Sarei stato molto delicato e ti avrei fatta godere come non mai!” “Non volevo essere più vergine, ormai avevo deciso. Abbiamo tanto tempo per godere! Procurati tanti preservativi!! Poi prenderò la pillola! Così potrai prendermi in ogni occasione ed in piena libertà. Sarò solo tua!!”Nel dire così diresse il getto della doccia verso il suo sesso, l’acqua prima rosa presto rimase incolore. I ragazzi si asciugarono e mentre lei lo stringeva al seno, Giannino ebbe un brivido, un sudore freddo all’improvviso.Lui la fine della scorsa estate, non ebbe tanti scrupoli con Nina! La penetrò in continuazione senza minimamente preoccuparsi degli eventi. Ma subito si rassicurò!Nina non aveva avuto conseguenze in seguito alla passione amorosa che li aveva accecati mesi fa. Non gli aveva mai accennato niente nelle varie lettere. Lui però aveva trascurata abbastanza quella bella cugina lontana! Questi pensieri gli erano sopraggiunti in quel frangente, ma decise di pensarci poi. Intanto a Genova una sera, qualche giorno prima di questi fatti, prima di cena Nina rivolgendosi a Teresa:“Ho paura di aver mangiato un po’ troppi spaghetti con il pesto a pranzo, sai quanto mi piacciono! Più che un bruciore di stomaco, penso che sia un po’ di indigestione!”“Vai a distenderti un po’. Cercherò io di mettere insieme qualcosa per una cena leggera.”Dopo la cena,che Nina, non aveva onorato, Teresa la osservava apprensiva dicendo:“Ma cosa c’è? Sei verde! Eppure non hai quasi cenato!”“No credo ancora quei dannati spaghetti.” Era lo stesso dolore che ogni tanto si trasformava in fitte lancinanti, già provato prima di cena. Adesso era più fitto.Passarono pochi minuti da quando Nina si ritirò che usci dalla sua camera e si fermò sulla soglia della cucina, ancora vestita. Aveva uno aspetto strano, ma il suo viso era illuminato da un sorriso .“Teresa!”Teresa non riusciva ad interpretare quella espressione.. Nina aveva un’aria radiosa che Teresa non le aveva mai visto prima.“Sai..non credo sia mal di stomaco il mio …credo invece che possa essere il bambino” Così dicendo scoppiò a ridere mentre si sentiva al settimo cielo. Aveva un po’ paura perché era troppo presto, mancavano una ventina di giorni, ma si sentiva eccitata. Il bambino finalmente stava per nascere.“Vuoi dire che hai già le doglie?” Teresa diventò di colpo bianca in viso.“Potrebbe essere!”“Ma non è presto? “ rispose preoccupata TeresaNina annui ma sentiva che stava per partorire. Era finita l’attesa ma era anche l’inizio! Poi come se non avesse più la pazienza di spiegare si sedette ed allungò la mano per prendere quella di Teresa: “ Senti qui!” Teresa aveva appoggiato la mano sul ventre. Ne tastò la superficie gonfia, dura“Ti fa male?”“No, ho come la sensazione che sia molto, molto teso, sembra quasi che voglia esplodere” Sorrideva!“Cosa devo fare?” Le mani di Teresa tremavano e Nina si mise a ridere.“Se adesso perdi la testa e ti spaventi ti picchio. Sono contenta che tu sei qui, per fortuna. Chiama un taxi, andiamo in ospedale. Prendi la valigetta, già pronta li affianco al letto”Passò mezz’ora e Nina era già in sala parto. Le doglie aumentavano rapidamente e non c’era quasi più un momento per tirare il fiato. Teresa era tesa nella camera affianco e fu la prima dopo la spasmodica attesa che era sembrata un’eternità, ad entrare nella sala parto e ricevere la notizia dalla stessa Nina, raggiante con gli occhi lucidi.“E’ femmina, Teresa! Ti presento Aurora!”Anche dagli occhi di Teresa sgorgavano le lacrime:“Oh..come è bella!” Era piccola, rotonda e mentre piangeva il suo visino aveva assunto un colore paonazzo.Poi improvvisamente si cacciò un minuscolo pollice in bocca e il pianto cessò mentre Nina scoppiava a ridere, guardando sua figlia.Teresa non aveva mai visto niente di più bello al mondo come nell’espressione di quella neo-mamma. Le pareva di non riuscire più a smettere di piangere mentre Nina, silenziosa e fiera, sorrideva distesa con la bambina fra le braccia; guardò di nuovo Teresa che aveva capito. Se ne era accorta anche lei. Per quanto fosse così piccola, Aurora assomigliava tanto a Giannino.Dopo pochi giorni, Nina e la sua bambina erano già a casa. Teresa guardava Nina che allattava la bambina: “Ti fa male, quando succhia?”Nina fece segno di no con un sorriso poi abbassò gli occhi su sua figlia, bianca, rosea, con il faccino lucido, dopo la prima settimana di vita. “No non fa male. Può sembrare assurdo ma ho l’impressione di essere stata fatta proprio per questo. Pensa credevo che non mi sarebbe piaciuto!”“Sei sempre convinta di non avvertire Giannino? Non ti pare che abbia diritto di sapere….e a tuo Zio?”“No, Teresa, lo sai come la penso! Giannino è da quasi un anno negli Stati Uniti e quelle poche volte che mi ha scritto si è sempre dimostrato così entusiasta della vita che sta facendo. Non posso distoglierlo e poi sembra che voglia legarlo a me dal momento che lo sento freddo nei miei confronti.Mi occuperò io della mia bambina! Nemmeno lo zio dovrà saperlo.”“Va bene, Nina, rispetto la tua decisione, sai quanto ti sono vicina, non sei sola, ormai tu ed Aurora siete la mia famiglia.Il legame che univa le due cugine era ormai indissolubile. Stavano condividendo i momenti più rari e preziosi della vita. Giannino quell’anno rimase a New York, non pensò di tornare in Italia.Il pensiero per Nina era offuscato dalla morbosa sfrenata vita sessuale che aveva intrapreso con Kate, la quale sembrava una ninfomane. Giannino era l’uomo ideale per le sue esigenze. Era bello, irresistibile, sempre pronto a soddisfarla con quel membro infaticabile. Lei ne era assoluta padrona di quello strumento. Giannino lo usava in modo egregio in ogni anfratto di quel corpo mozzafiato, che non aveva più segreti per il ragazzo.Kate aveva superato la paura delle malattie veneree, aveva iniziato a prendere la pillola e non ne aveva mai abbastanza di quel membro sempre pronta a soddisfarla.. Giannino era molto resistente e più delle volte lei godeva a ripetizione prima che lui scaricasse la sua tensione erotica in un buco qualsiasi di quel corpo splendido. Aveva il cervello annebbiato, ma non si poteva dire che fosse innamorato di quella ragazza meravigliosamente bella che non era altro che una bomba sexy.Giannino stava però cominciando a perdere colpi seri, tanto da rinviare la presentazione della tesi in biologia per l’ultima sessione degli esami di laurea all’università di Napoli.Giustificò la mancata partenza perché non voleva perdere l’occasione di fare un giro turistico per gli Stati Uniti. La tesi l’avrebbe presentata l’anno successivo.Informò di questo anche Nina la quale sempre innamorata del bel cugino sembrava avesse perso le speranze di rivederlo. Si era quindi, dedicata anima e corpo alla bimba che cresceva senza padre, ma si poteva dire con due madri.Si rimise a studiare per prendere un diploma superiore ed ebbe l’occasione di rilevare la libreria nella quale era impiegata, dato che i proprietari anziani avevano intenzione di cederla.Nina riuscì a vendere la fattoria nell’Irpinia e con il ricavato trattò l’affare, riuscendo anche a mettere da parte un buon capitale da investire.In tutte queste operazioni fu ben consigliata e seguita dalla cugina Teresa, esperta ed accorta donna d’affari.La situazione economica di Nina era florida, era serena con la bimba e l’inseparabile cugina Teresa. Non aveva occhi per alcun altro uomo, benché fosse una giovane bellissima donna. Il suo pensiero era sempre li per il bel cugino a New York.Passò un altro anno, Giannino presentò la tesi, fece solo un salto di pochi giorni a Napoli, per laurearsi e ripartire subito per New York. Riferì in un’emozionante telefonata, per Nina, che doveva ripartire subito in quanto ormai faceva parte di uno staff di ricercatori in quella grande società a New York e non poteva lasciare il lavoro che aveva intrapreso.Era la verità perché nel frattempo era riuscito a svincolarsi dalle grinfie ninfomani di Kate, la quale si era subito consolata altrove.Giannino si buttò a pesce nell’attività nella quale progrediva con successo, tanto che negli anni successivi furono i genitori che si recarono a fargli visita a New York. Ebbe, però, il tempo e la serenità di riprendere contatti epistolari più frequenti con Nina, l’unico legame con l’Italia, dal momento che anche i genitori si erano trasferiti in America.Nina era felice di tale riavvicinamento, ma non rivelava mai al cugino che era padre di una deliziosa bimba, già di cinque anni. Rimandava sempre al momento opportuno.La bimba alle prime domande sul suo papà ebbe risposte certe. Sapeva già che il suo papà era molto impegnato in America, un posto tanto lontano. Era un uomo importante e ne conosceva le sembianze dalle foto che la mamma non le nascose. Ne aveva una sempre ben in evidenza su una mensola nel salotto della sua nuova bella casa. Nina a trent’anni era una donna affermata, affascinante, bellissima, molto ambita, ma inattaccabile con profondo cruccio di Teresa che non si stancava mai di invogliarla a lasciarsi andare. Giannino ebbe molto successo a New York con i risultati di una importante ricerca sulla biologia molecolare e cellulare, per cui si era sviluppato un particolare interesse da parte di diverse Università occidentali, fra cui quella di Genova, per certi risultati raggiunti che facevano fare passi da giganti nel mondo della ricerca.Giannino era il responsabile del progetto ed Italiano, per giunta. Fu invitato quindi ad illustrare le tematiche, le tecniche ed i risultati da parecchie università. Scelse quella di Genova, nella quale sarebbe dovuto rimanerci per un lungo periodo per attivarvi corsi particolari. Aveva preferito Genova, invogliato dalla prospettiva di rivedere la cugina che ricordava sempre con nostalgia.Era entusiasta di questa opportunità e Nina fu felicissima, al settimo cielo quando seppe della notizia.Non annunciò il fatto alla figlioletta, allora di otto anni, che si mostrava sempre più desiderosa di vedere il suo papà di cui conosceva soltanto le foto di alcuni anni prima.Giannino neanche, annunciò la data del suo arrivo.Una mattina d’inizio d’estate, un giovane signore, elegante, alto, robusto con una barba ben curata con occhiali scuri da sole, si apprestava ad entrare nell’elegante libreria, in pieno centro, che Nina e Teresa avevano completamente trasfornmata.Giannino infatti non la ricordava com’era la prima volta che la vide, con vecchi scaffali di legno, libri alla rinfusa.La libreria era elegante, modernissima, ben disposta e suddivisa con scaffalature tematiche in ampi locali che erano intervallati ogni tanto da piccoli salottini dove i clienti si potevano soffermare per consultare le pubblicazioni.Giannino si aggirava un po’ incuriosito fra gli scaffali, quando scorse una bimba in uno di quei salottini, in ginocchio appoggiata con i gomiti ad un tavolino, intenta a scrivere o a disegnare. Ebbe un sussulto, alla vista di quella testina rossa chinata, che gli riportò la memoria venti anni indietro. Si avvicinò ed un tuffo al cuore lo fece sobbalzare quando la bimba nel girarsi lo fisso con quegli occhietti vispi e con sguardo sorridente. Era deliziosa! Il visino punteggiato da lentiggini, come Nina piccola, soltanto gli occhi erano scuri e rotondi, non avevano l’ovale particolare della sua cuginetta. Ma chi era quella bimba? Dei brividi strani gli percorrevano la spina dorsale. Gli tremavano le gambe nel constatare l’impressionante somiglianza alla sua cuginetta. Si inginocchiò alla sua altezza e con voce emozionata e sussurrata le chiese:“Ciao, come ti chiami?”La vocina gentile che udì lo fece trasalire e perdere la cognizione per un attimo.“Aurora e tu chi sei? “ Era Nina piccola che rispondeva! Non poteva riconoscerlo sotto quella barba e gli occhiali scuri. Ma quando si tolse gli occhiali e soprattutto pronunciò il fatidico nome: “Sono Giannino, vengo dall’America!” La bimba senza esitazione gli buttò le braccia al collo gridando felice:“Ma sei tu? Il mio papà!…. Mamma!!”Giannino era paralizzato, stretto da quelle braccine, tremava dall’emozione mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime.Alle urla della bimba comparve prima Teresa e poi Nina che osservavano la scena con occhi stralunati.Giannino nella maniera più scioccante seppe di essere padre. La gioia, l’emozione offuscarono il disappunto di averlo cosi per tanto tempo ignorato anche perché ritenne plausibili le giustificazioni di Nina. Non potè darle torto!Era felice! Inoltre la bimba gli dava ampi motivi per esserlo con la sua gioia esuberante e le coccole che gli faceva.Nina finalmente potè stringere al cuore quel suo cugino ritrovato che aveva sempre amato con profonda dedizione da tutta la vita. Giannino, ebbe assegnato dall’Università un alloggio in una località rivierasca, fra Genova e Savona, proprio sul mare. In una giornata libera ed assolata di quella estate chiese a Nina di trascorrerla solo con lei al mare in quel luogo meraviglioso che voleva farle conoscere. Teresa si sarebbe occupata della bambina.Comprò un pollo arrosto, frutta, e tanto altro ben di Dio per il pranzo.“Vuoi fare una festa con tutta questa roba?” quando gli vide sistemare tutte quelle leccornie.“Certo Nina, per averti ritrovata!” Così dicendo si inchinò e quando si rialzò si trovò così vicina a lei e le tese le braccia stringendola stretta.Nina si senti travolta da qualcosa che non aveva più provato da quella favolosa estate di nove anni prima, e vi si abbandonò.Non avrebbe potuto resistere neanche se avesse voluto, d’altra parte non lo voleva. Voleva semplicemente trovarsi li, con lui, sentire il calore della sua pelle, la forza di quelle braccia, il profumo, di quel corpo familiare, che le era rimasto impresso nelle narici tutti quegli anni.Lui con delicatezza le mise una mano sotto il mento ed alzandole il volto verso il proprio la baciò, con dolcezza in un primo momento e poi con sempre maggiore veemenza la tenne stretta a se con le braccia e la bocca senza lasciarle le labbra.“Ti amo Nina” Disse quando riuscì a staccarsi ansante, da quel corpo, guardandola con desiderio.“Ti amo anch’io… lo sai… non ho mai smesso di amarti!”“Andiamo sulla spiaggia a fare un bel bagno e mettiamo un po’ di cibo in una cesta mangeremo li?” Le chiese Giannino mentre ammirava carico di desiderio il minuscolo bikini che improvvisamente si rivelò quando Nina si tolse la camicetta e la gonna. La lasciava quasi nuda. Proseguendo con quelle occhiate ammirate e sorridente prosegui: “ E tu pensi che possa nuotare in mare con una come te che si presenta in questo stato? Annegherei senz’altro?”“Non fare il furbo, corriamo invece, facciamo chi arriva prima! “ Scattò all’improvviso, come faceva sempre venti anni prima, quando di sorpresa gli faceva la stessa proposta e lei arrivava per prima al laghetto tuffandosi con il cuginetto dietro. Questa volta anche se le falcate erano lunghe, seguita da lui che contemplava quel corpo conturbante, fu superata. Passandole davanti la colpi con mano larga con una sonora pacca sul sedere e tuffarsi nella prima ondata che sopraggiungeva verso la riva. Nina lo seguì nel tuffo pronta alla vendetta per il colpo ricevuto.L’acqua era piacevolissima sulla loro pelle calda per il Sole. Giocarono felici a lungo, come da bimbi facevano nel laghetto della fattoria. Giannino cercò di spingerla sott’acqua, ma lei svelta gli sgusciava fra le mani. Nel tentativo di afferrala le strappò il reggiseno, liberando quei seni meravigliosi.“Se non stai attenta, Nina, finirò per strapparti anche quella specie di pezzuola che porti addosso!” Era proprio un’ipotesi di costume quello di Nina, ma tutti i suoi costumi erano così .“Vuoi proprio provocare..vedo”“Sei insopportabile” rideva Nina felice. “Lo sarò presto se devo continuare a contemplare tutto quel ben di dio che hai?”Lei scoppiò a ridere e insieme ritornarono sulla spiaggia. Nina era felice, spensierata.“Ho una fame! E tu?” Si sedettero su un grande telo di spugna, sulla spiaggia e guardarono avidamente la cesta. Chiacchierando e ricordando tante cose comuni divorarono quasi tutto.Giannino all’improvviso era rimasto assorto nei propri pensieri, facendosi serio. Nina preoccupata gliene chiese ragione.“Sei stata tutti questi anni sola.. Nina.. Ma perché non mi hai cercato?”“Lo sai Gianni… te lo ripeto? Non potevo caricarti di pensieri che avrebbero nuociuto alla tua carriera… non potevo.. Ti amavo troppo!” Nina si protese a prendergli la mano e con un tenero sorriso:“Tutto è già successo.. ora sei qui!” Per un attimo i magnifici occhi verdi ebbero un luccichio e Giannino la prese fra le braccia.“Mi spiace Nina”“Non Giannino, non deve dispiacerti. Perché ci sono state anche molte cose belle. Aurora, la libreria, Teresa. Tu….Tu c’eri sempre sai!” Si staccò da lui sedendosi un po’ in disparte con un sorriso tenerissimo.“Come sei bella! Un giorno…” ma non ebbe il coraggio di dirlo restando li seduto ad ammirarla.“Cosa?..un giorno?”“Si solo che..un giorno..”“Giannino ..dimmelo! “ Si alzò, bella seducente, con aria altera. “ Dimmelo!!”“Un giorno.. anche subito vorrei farti diventare la mia principessa ““E tu… il principe Azzurro.. oh Giannino ma tu lo sei sempre stato per me!”“Nina , non hai capito.. io non voglio più perderti ora che ti ho ritrovata?”“Si Giannino..sono troppo felice ora..sai la mia risposta!”Ma ecco all’improvviso, non se n’erano accorto assorti nella loro estasi, un acquazzone, foriere di un temporale stava abbattendosi sulla spiaggia.Fecero giusto in tempo a racimolare le cose intorno e si diressero verso la casa, poco distante dalla spiaggia.Nonostante il temporale incombente c’era un caldo afoso nel locale prospiciente la spiaggia, allora si diressero verso la camera posteriore più fresca che rappresentava uno spogliatoio con doccia. Nina entrò sotto la doccia con Giannino. Rideva spensierata alle storie del cugino che le lavava la schiena per ripulirla dalla sabbia. Ma ad un tratto ogni chiacchiera cessò perchè Giannino la costrinse a girarsi verso di lui. Con lentezza, come attratti da una forza magnetica si baciarono sotto lo scroscio dell’acqua.Nina si sentì circondata la vita da quelle forti braccia ed il corpo schiacciato contro quello di lui. All’improvviso, provò il desiderio spasmodico, lo stesso che con molta evidenza Giannino provava per lei, mentre l’acqua continuava a scrosciare su di loro. Lo stare così abbracciati non bastava, del resto l’escrescenza di Giannino che premeva sul pube di Nina era un fatto evidente. Giannino chiuse il rubinetto dell’acqua, il silenzio si fece profondo rotto solo dall’affanno prodotto da quei baci appassionati. Il piccolo stanzino della doccia era pieno di vapore, i due avevano i capelli incollati. Giannino baciava dolcemente le belle ciglia di Nina mentre piano piano le toglieva il minuscolo slip.Le mormorò dolcemente alle orecchie, mentre lei faceva scorrere le mani sul petto di lui.“Ti ho tolto quella specie di pezzuola che ti era avanzata”Lei sorrideva con gli occhi chiusi, poi Giannino si abbassò a baciarle i seni. Lo fece con tanta delicatezza anche mentre afferrava con le labbra quei capezzoli duri che Nina si senti spasimare di desiderio per lui…… oh come lo desiderava!Gli lo chiese così : “ Ti amo .. Giannino!”“E’ da tanto tempo vero..amore mio!” Doveva saperlo questo, Giannino, ne era certo. Nina fece cenno di si. Ora si rendeva conto Giannino come fosse stata la solitudine in cui Nina era vissuta per anni. Gli pareva strano.. ma gli faceva anche piacere, anche se lui era la causa di quella solitudine e le sussurrò ancora:“ Da molto tempo , tesoro?”Lei fece ancora cenno di si e proprio in quell’attimo a Giannino sembrò di amarla ancora di più.“Da prima di Aurora “ confermò lei“Oh amore mio!” Poi la strinse più forte e la tenne a lungo sul suo petto. Aveva un grande desiderio di ripagarla per tutti quegli anni senza il suo amore. Ma non poteva restituirglieli. Poteva darle soltanto il presente. Cosi con infinita dolcezza, la avvolse nell’accappatoio, la portò nella stanza da letto, ampia, con panoramici finestroni che affacciavano sul mare.Li cominciò ad amarla, mentre fuori senza che loro se ne accorgessero la tempesta infuriava. Era destino! La loro passione era sempre accompagnata da furiosi temporali .La accarezzò dolcemente, le passò la mano lungo il corpo e lei si allargò a lui. La penetrò possedendola a lungo con quel membro inesauribile. La portò al godimento una volta, una seconda volta e un’altra ancora. Lui resistette a lungo per sfinirla di piacere per poi consumarsi in lei spossato per addormentarsi insieme a lei fra le sue braccia.Quando Nina si svegliò, il sole illuminava la camera, le nubi temporalesche erano state spazzate via.Giannino anch’egli risvegliatosi dalla profonda dormita, ricordava cosa fosse successo ma non ricordava dove fosse.Nina sembrava aver capito perché gli disse:“Sei qui con me tesoro. Non riesci neanche ad immaginarti quanto ti amo”Era un modo stupendo di svegliarsi. Nina sorrideva rannicchiandosi di nuovo fra le sue braccia, poi d’un tratto s’irrigidì, sollevandosi di scatto:“Oh mio Dio!”“Qualcosa non va?” osservò con preoccupazione, Giannino.“E se resto incinta?”Lui sorrise e la baciò sulla punta del naso:“In tal caso vorrà dire che Aurora avrà un fratellino o una sorellina e ciò non potrebbe farmi che un piacere immenso” “Oh Giannino! Mai e poi mai ho pensato di poter avere un altro figlio” Sembrava così dubbiosa e stupefatta, che Giannino la strinse ancora a se più forte.“Quante cose, tesoro, non hai pensato per molto tempo. Dobbiamo recuperare il tempo perduto. Ma ora non pensiamo a niente. Se dovesse succedere quello che dici ben venga. Poi oggi non ti lascerò in pace, voglio amarti fino allo sfinimento. Mi dovrai portare a pezzettini da Aurora e Teresa “ Nina ridendo:“Ma si Giannino… io ti amo! Amami ancora.. prendimi quanto vuoi!“ e così dicendo gli afferrò il membro già duro e lo accarezzò, lo vezzeggiò mentre lui la baciava di nuovo.Pensava che Giannino era tutto ciò che le importava ora e lo desiderava più che mai.Si adagiò di lato e con un cenno lo invitò… senza parole ad entrare in lei.Giannino era pronto, s’introdusse facendola godere subito di nuovo, facendola fremere di piacere, facendola implorare di non staccarsi quando lui si sollevava per prendere un po’ di fiato.Fu come se fossero sempre vissuti insieme. C’era tanta naturalezza nei loro atteggiamenti, tanta semplicità.Nina, dopo anni di vita in solitudine,non si sentiva nemmeno un po’ imbarazzata poi a girare tutta nuda per quell’alloggio.Giannino la prendeva in continuazione, la penetrava in ogni posizione con tutta la fantasia che aveva. Nina era sbalordita da simile resistenza e cedeva sempre, del resto era ciò che voleva stupita di fronte a quel bellissimo aitante ragazzo.
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