Il nostro medico di famiglia è una quarantenne castana, alta circa 1,75 abbastanza carina. Qualche giorno fa l’ho chiamata per una visita a casa: stavo piuttosto male la sera prima ed avevo avuto la febbre a 38: temevo che fosse influenza. Così alle dieci di mattina si presenta la dottoressa Camilla M: io in realtà di febbre non ne avevo più ma lei mi vista lo stesso. Non ho niente, dice, devo stare a casa un altro paio di giorni giusto per rimettermi bene in sesto e poi posso tornare al lavoro. Quando la dottoressa ha suonato il campanello io stavo preparandomi un caffè, decido quindi di proseguire nella preparazione e, per cortesia , ne offro anche a lei: – Le va un caffè dottoressa?- – Beh, si tanto questa è l’ultima visita che devo fare.- La dottoressa si siede sul divano ed io noto che sotto l’impeccabile tailleur blu calza delle decolté anch’esse blu tacco 80 mm… senza calze. La dottoressa M. non è una fashion victim, anzi in fatto di abbigliamento è anche troppo classica: veste sempre molto elegante e le calze le toglie proprio solo per poco tempo in estate fra luglio e la metà di settembre. Mi è parso subito strano vederla senza calze a fine ottobre. Beviamo il caffè, parliamo un po’ del più e del meno poi, forse indulgo un po’ troppo sulle sue decolté: – Tua moglie mi ha raccontato tutto, caro.- Non ci siamo mai dati del tu e questo passare ad un tono così confidenziale mi spiazza assolutamente, riesco a balbettare: – Scusi dottoressa? Le ha raccontato cosa mia moglie?- – Chiamami pure Camilla. Mi ha raccontato che cosa fate un paio di volte a settimana, che sei bravo a leccare i piedi e che ti piace essere sottomesso e che dopo scopi proprio alla grande.- Resto di sale: che io e mia moglie giochiamo a questo gioco lo sanno solo alcune sue amiche ed ogni tanto ci siamo divertiti, ma questo… – Forza, datti da fare!- Non provo nemmeno a reagire, anzi comincio ad eccitarmi: in fondo la dottoressa è una bella donna, ha dei piedi sexy e mi è sempre sembrato un peccato che portasse le calze quasi sempre. -Agli ordini Signora- Il gioco comincia: mi inginocchio davanti a lei, quasi mi prostro, le sfilo prima una scarpa, poi l’altra, afferro dolcemente la caviglia destra e comincio con qualche leccata della pianta. Sento l’aroma della pelle, continuo a leccare, poi passo a leccare anche l’altra pianta dal tallone alla base delle dita. – mmmm, tua moglie ha ragione, se proprio bravo, succhia bene schiavo!- Mi fa l’effetto di uno shock, mi ficca le dita in bocca ed io comincio a succhiare, passo la lingua fra le dita una per una, poi passo all’altro piede. Succhio, succhio, succhio. Poi lecco, poi mi ficca in bocca i due alluci ed io me li faccio scorrere dentro e fuori dalla bocca come se stessi facendo un pompino – tra l’altro so benissimo come si fa perchè mia moglie è un’ottima pompinara ed anch’io mi difendo, all’occorrenza-. Quando è una mezz’ora buona che le adoro i piedi la dottoressa mi intima di fermarmi: -OK, basta adesso, ora c’è la seconda parte: so che la tua mogliettina ti disciplina per bene, lo voglio fare anch’io. Vedi, mio marito è piuttosto autoritario, mi tratta piuttosto rudemente ma mi scopa poco, io mi devo rifare di entrambe le cose quindi… ecco il mio tariffario.- Prende un foglio dalla borsa da medico che era rimasta ai piedi del divano e me lo porge: 1 pompino con sborrata in faccia: 20 ciabattate sul culo nudo 1 pompino con sborrata in bocca: 50 ciabattate sul culo nudo 1 69: 50 ciabattate sul culo più 20 cinghiate scopata di figa: 50 ciabattate sul culo più 50 cinghiate scopata di culo: 100 cinghiate – Allora? Sarò la tua puttana, ma devi pagarmi a seconda di quello che vuoi fare.- Si rimette le scarpe e si spoglia di tutto il resto. Mi spoglio anch’io, non so cosa fare, ho già il cazzo di marmo ma qualsiasi cosa mi costerà dolore… Fanculo, questa vuole fare la puttana? ed io glie la faccio fare e non le do la soddisfazione di tirarmi indietro. – allora ti rompo il culo Camilla: sei una gran puttana.- – Certo che sono una puttana, come tua moglie è una troia, tu sei un masochista anche un po’ bisex e magari cornuto.: dico qualcosa di sbagliato?- No, naturalmente è tutto vero: mia moglie è una grandissima troia, mi sottomette, si fa lavare i piedi con la lingua, mi sculaccia e mi frusta. Ma si fa scopare in tutti i buchi, fa dei pompini fantastici ed ingoia tutto. Qualche volta se la sbattono anche i colleghi. E qualche volta la donna l’ho fatta anch’io e so perfettamente che sapore ha il cazzo. Sono nudo, mi metto a novanta mentre Camilla prende una pesante cintura di cuoio a fascia larga da donna. Comincia a cinghiarmi, con lentezza ma con fermezza, sistematicamente prima una chiappa, due colpi, poi l’altra altri due. E mi insulta, mi chiama verme, troia, schiavo, culattone di merda, frocio… e giù cinghiate. Quando arriviamo a cento ho gli occhi rossi di lacrime e il culo è così malridotto da essere insensibile. -Bravo, sei proprio uno schiavo eccezionale- – e tu sei una gran puttana rotta in culo- -Certo, sono pronta- Si spalma il buco del culo con del gel, quello che si usa per palpare la prostata e mi dà un preservativo stimolante. Lo indosso e decido di sfondarla senza troppi preamboli. Glielo metto dentro per metà strappandole un grido, poi lo affondo fino ai coglioni – ho un cazzo di 20 cm- e comincio a sbatterla sempre più forte. – Si sfondami, siii ahi godo… godo- – Puttana, bagascia, vacca rotta in culo ti apro in due- E via così. Cerco di rimanere concentrato, per resistere ma quando, dopo un quarto d’ora circa non ce la faccio più lo tiro fuori di colpo, strappo il preservativo ed afferro Camilla per i capelli, la costringo a girarsi e glielo ficco in gola. Lei cerca di reagire ma le blocco la testa e finalmente le riverso un fiume di sborra nell’ugola: cinque schizzi potenti, sento che lei fa fatica ad ingoiare tutto ma ci riesce, non ne esce nemmeno una goccia. Ci accasciamo tutti e due sul divano: – Ho goduto veramente come una troia infoiata, ma ti devo fare pagare il pompino…- I patti sono patti, mi rimetto in posizione: Camilla decide che 50 ciabattate possono equivalere a 30 cinghiate ma il mio culo è veramente a pezzi. -Ti supplico Camilla, facciamo 20, ti lecco ancora i piedi per un’altra mezzora.- Ci pensa un po’ su, poi accetta: mi da le 20 cinghiate che merito e poi si fa leccare per benino i piedi – veramente bellissimi- per un’altra mezzora. Alla fine si riveste: sembra di nuovo una professionista seria, s’infila anche un paio di collant coprenti blu, mi saluta e se ne va.
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