Ti ricordi?? Ero appena stato assunto nella tua azienda. Dopo cinque anni passati in uno studio legale alle porte della capitale. Il mio grado era interessante e ben retribuito. Appena ingaggiato ho dovuto subito mettermi a caccia di una nuova segretaria. Decisione difficile, complicata, quella di scegliere tra tante candidate. Appuntamenti, colloqui e alla fine ne restano due. Tutte e due capaci, giovani e carine. Ma una attira particolarmente la mia attenzione. Bionda, gambe slanciate, culo pieno e tette grosse. Da urlo. Anche il viso è molto carino. Occhi neri, capelli neri, naso delicato e due labbra carnose che fanno venire in mente pensieri molto precisi. Con riflessi continui e precisi nella zona del basso ventre. Anche sul posto di lavoro, la prima impressione era ottima. Già, perché eri sobria nel vestire, puntuale e preparata. Immediata, l’idea di provare a farti capire certi tuoi modi di fare avrebbero costituito l’elemento basilare della scelta. Unico difetto rilevante, un fidanzato geloso. Una mattina entri nella mia stanza. Mi colpisce subito il tuo abbigliamento. Ineccepibile nel vedersi, ma la gonna era un tantino più corta, non subito sopra al ginocchio, come al solito, ma un palmo più sopra. Il tailleur disegnato al millimetro per te: con una scollatura che, senza mostrare troppo, fa capire senza problemi che le spagnole devono essere una delle tue specialità. Ti siedi ed inizi a spiegarmi una tua idea. Avvicinandoti a me. Molto, troppo forse vista la nostra scarsa confidenza. Poi accavalli le gambe, continuamente. Mostrandomi delle cosce tornite ma lisce. Carnose ma delicate. Difficile non guardarti. Non pensare di toccaretele. Te ne accorgi e me lo fai notare. “Mi piace il suo sguardo ”, dici.“Lei è molto interessata a questo posto, vero?” ti chiesi. “Certo, adoro il mio lavoro e fare progressi vuol anche dire crescere nei rapporti e nei guadagni”. “Vuole dei figli in tempi brevi?”.“No. Io e il mio fidanzato dobbiamo prima metterci a posto con il lavoro. Poi, magari…;”. “Va bene – dissi – il problema qui è che siete tutte e due molto brave. Mi manca però quel qualcosa che faccia indirizzare la mia scelta verso una o l’altra. Ma se lei ad esempio, mi spiegasse meglio il tutto domani sera a cena forse riuscirebbe a farmi cambiare idea”. Diventi rossa e ti appelli alla gelosia del tuo fidanzato, prima di arrenderti ed accettare. “Va bene, ma che cosa dico al mio ragazzo?? Sa, la proposta è un po’ improvvisa, e lui mi cerca e mi telefona in continuazione”. “Gli dica che ha una cena di lavoro. Appuntamento alle otto domani sera, allora”. “Va bene”. Ti alzi e ti guardo subito il culo. Sperando di entrarci dentro, aprirlo e svuotarci le palle entro poche ore. Il giorno successivo la giornata scorre noiosa, lenta, lentissima. La sera ci salutiamo normalmente, poi fuggo a casa e arrivo puntuale e profumato all’appuntamento. Arrivi su una Clio. Ti apro lo sportello. Non sono i capelli raccolti e tenuti da una fermaglio rosso, né la porzione di seno che schizza fuori dalla scollatura del tailleur che mi colpiscono, ma la bellissima minigonna che lascia intravedere due stupende cosce velate dalle calze.“Ciao”, mi dici passando al tu.“Ciao”, ti dico io “Sei bellissima”. Le nostre chiacchiere continuano fino all’arrivo. Le cena ci sta tutta, la conversazione scorre veloce e interessante, anche per merito di una buona bottiglia di vino rosso. Un Chianti di quelli un po’ pesanti.Che ti porta a non fare grande resistenza quando alla fine della cena di dico: “Sei intellligente, piacevole e preparata. Ma vorrei analizzarti meglio in un posto un po’ in disparte”. Tu incassi, mi guardi; sbatti le sopracciglia e ti alzi. E vedo solo un attimo d’indecisione nel momento di varcare la soglia della stanza: non l’incertezza di chi si pente, ma quella di chi sa che sta per fare un passo decisivo nelle scelte della sua vita.Appena dentro le quattro mura ritorni subito quella di prima.“Ti voglio esaminare più da vicino. Sai, il mio sogno è sempre stato quello di fare il medico”. “Già – mi dici – ma tu sei laureato in economia”.“Forza, poche storie, si spogli. Che esamineremo tutti i suoi sintomi”. Ti togli la giacca. Poi via il vestito, la camicetta e la gonna.Sotto hai delle mutandine e reggiseno di pizzo, identiche al tailleur e al reggicalze. Mi guardi e io sento che è già durissimo. Già pronto a conoscerti. A fondo. E così inizio a strusciarti le mani sul corpo. Ti sgancio il reggiseno e prendo le tue grosse mammelle in mano. Poi scorro le dita intorno ai capezzoli, che comincio a stimolare tra pollice ed indice.Il tuo volto mostra che gradisci molto la cosa. Chiudi gli occhi e ti sdrai sul letto. Io mi metto accanto a te e mi tuffo con la lingua sulle tue cosce. Nel frattempo cerco di liberarmi da tutto quello che ostruisce la libertà del mio cazzo, che è ormai di marmo. Ti tolgo le mutande: “Stia attento dottore, lì è una zona minata”, mi dici ansando. Hai un culo da favola. Lo vedo per la prima volta e stringo le chiappe. Le massaggio e poi metto il cazzo in mezzo alle chiappe e lo struscio come se mi stessi facendo una spagnola. “Dottore, il sederino mi fa un po’ male – dici – che cura potrei fare?”.“Lei ha bisogno di una cura a base di proteine e vitamine. Proverei a somministrarla per via orale. Venga qui che ho una sciroppo ottimo, che fa al caso suo”. “Va bene dottore” dici facendo la voce seria e ti metti in ginocchi di fianco a me, rivolta verso il mio cazzo che svetta poderoso. Lo prendi e cominci a scorrere l’asta con la mano destra mentre con la sinistra mi massaggi le palle. Po lo cominci a succhiare. Mi piace da morire e sento che la sborra non tarderà ad arrivare. Lo senti anche tu: “Devo bere tutta la medicina?”, mi chiedi con voce roca in un attimo in cui non hai il cazzo in bocca. “Si – ansimo – ingoiala tutta fino all’ultima goccia”. Sento il tuo alito caldo sulla cappella e la bocca scende giù fino a prenderlo tutto fino alla base. Intanto ti infilo un dito nel culo, per prepararlo al “dopo”. Poi non ce la faccio più, ti spingo il cazzo in gola e sborro. Fai un mugolio di sorpresa, soffocato dallo sperma che schizza copioso e ti allaga la bocca. Tu inghiotti tutto, a più riprese. E alla fine affondi completamente il cazzo in bocca e tiri lentamente su la testa, serrando le labbra, fino a che il cazzo esce, sfinito, con uno schiocco dalle tue labbra. Ti metti di nuovo a sedere e dici dopo esserti passata la lingua sulle labbra“Visto?? … Ho bevuto tutta la medicina”. Poi, più seria:“Credevo di non farcela, me ne hai fatta tanta come non ne avevo mai presa”. Sorrido e penso al tuo culo. Lo voglio più di ogni altra cosa. E continuando a fare il gioco del medico, ti dico: “ Adesso vediamo se la cura ha avuto effetto. Si inginocchi qui tra le mie gambe….. Brava, cosi. Ora fletta il busto fino a piazzare il cazzo tra le sue tette. Ecco ……cosi…adesso metta le mani ai lati del seno e le comprima fino a farlo aderire perfettamente a quell’asta che le farà da guida. Ecco adesso, muova il busto su e giù”.Che spagnola, ragazzi. Il cazzo era ancora bagnato della tua saliva e della sborra che avevi appena ingoiato. E scorreva benissimo tra quelle mammelle giganti. La voglia, logico, era quella di insistere, pompare, spingere e allagarti le tette e il viso. Ma mi trattenni, per fortuna. L’obiettivo era sempre quello: il culo. “Adesso devo farle un iniezione. Si metta a pancia in giù”. Sorridi. Mentre ti palpo con gusto quel culone da paura”. Ti lecco la fica adesso, da dietro. Poi passo al buco nero. Già pregusto il momento magico in cui lo riempirò di sborra calda. Tu sospiri. Io ti infilo di nuovo un dito in culo. E’ stretto, evidentemente non è stato molto visitato in passato. Meglio. Per me, naturalmente.“Mmmmmhhhhh”. Stai godendo. E ti irrigidisci un po’ quando ti punto la cappella sulla rosellina. E spingo. Fino ad allargarti le budella e infilartelo tutto dentro. Ed è bellissimo il contatto di quelle chiappe ampie e morbide con le mie palle. Inizio a pompare poi, vado su e in giù nel tuo culo, fino a che ti abitui e posso cominciare a scopartelo con forza. E’ bellissimo, e vorrei continuare a fartelo per ore. Ma è dura. Ancora più dura sentendo le tue reazioni.“Ahhhhhhhhhh, sto godendoooo. Spingimelo dentroo ….tutto nel culooooooooooo, dai che godooooooooo. Finalmente goddooooooooo”.Non posso trattenermi e ti rispondo:”Siiiiiiii…….. brutta troionaaaaa…. Ti apro il culo, te lo rompooooooo……… e tra poco te lo allago …..”.“Ohhhhhh, ecco godo, godo con il culooooooo”.Sborri anche tu. E io ti seguo a ruota.“Eccola piccola… prendi la sborraaaaaaaa………. tutta nel culllllooooooo …. Siiiiiiiiiii…. Sborrooooooooo”.Te lo affondo tutto dentro, mentri godi, e ti inondo di sborra l’intestino. Gli schizzi sono tantissimi, la goduta immensa. E gli ultimi, deboli spruzzi te li sparo sulle chiappe. Ti ricordi???
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