Il vento che entrava dal finestrino completamente aperto era simile per temperatura a quelli dei deserti africani, ma con il condizionatore fuori uso e il sole a picco non era certo pensabile di chiudermi dentro. L’autostrada era praticamente deserta e del resto solo pochi matti come me si ritrovavano in macchina a quell’ora: le tre del pomeriggio. Ero riuscito a concludere il mio lavoro con tre giorni d’anticipo e quindi ero di ritorno a casa. Purtroppo mia moglie e i miei figli si ritrovavano al mare a Policoro, una località sul mar Ionio e raggiungerli era piuttosto dura considerando che non ero neanche arrivato ad Orte. La stanchezza che avevo accumulato nei giorni precedenti si faceva sentire e inoltre il mio stomaco iniziava a brontolare. Fermarmi a mangiare sull’autostrada non mi allettava per niente e visto che comunque non ce l’avrei fatta ad arrivare fino a destinazione, decisi di fermarmi subito e pernottare per poi ripartire la mattina prestissimo. Ad Orte uscii dall’autostrada certo di trovare qualche buona locanda con una buona cucina umbra. Purtroppo l’ora non era delle migliori e non trovai nessun locale dove poter mangiare. Dopo essermi fermato un paio di volte per chiedere indicazioni, nel giro di una mezz’oretta mi ritrovai a Todi. Prima di entrare proprio nel paese vidi l’insegna di un agriturismo e decisi di fermarmi. Mi venne incontro un fattore che con un ampio sorriso mi diede il benvenuto. Era un uomo piuttosto alto e con spalle robuste. Era difficile attribuirgli un’età ma comunque mi sembrava mio coetaneo o poco più. In ogni caso il suo modo gioviale di parlare mi mise a mio agio. Percorremmo uno stretto viottolo completamente avvolto dai cipressi. Dopo una cinquantina di metri mi apparve una costruzione piuttosto rustica ma ben tenuta. Sulla destra, poco lontano, c’era un grosso capannone in legno che evidentemente doveva essere una stalla. – Eccoci arrivati – disse l’uomo – qui ci sono le stanze.- Senta, visto che ho un certo appetito…- Non si preoccupi, le faccio portare in camera uno spuntino. Però mi farebbe piacere se mi desse del “tu”. – Come vuoi… ma non so il tuo nome.- Io mi chiamo Antonio, ma tutti mi chiamano Toro.- Bene Toro, però più che uno spuntino mi farebbe piacere pranzare perché non mangio da ieri.- Capisco, però tenga presente che qui si cena alle sette e fra poco saranno già le cinque.Pensai allora che tutto sommato era meglio così: con tutta calma mi sarei fatto una grandiosa doccia e poi in attesa della cena mi sarei fatto un giretto nell’agriturismo.- Allora d’accordo come dici tu, Toro, ma almeno lo spuntino lo gradirei prima che svenga per la fame, e poi anche a me farebbe piacere che mi dessi del “tu”: io mi chiamo Mario.- Bene Mario, non preoccuparti, sei in buone mani.Ciò detto Toro mi aprì la porta della camera e mi lasciò. Era uno stanza ben arredata. I mobili erano di buona fattura e c’era anche il televisore collegato al decoder satellitare. Per prima cosa mi sfilai la camicia zuppa di sudore. Mi sarei buttato volentieri sotto la doccia, ma da li a poco sarebbe arrivato Toro con lo spuntino. Infatti dopo qualche attimo sentii bussare.- Entra pure Toro, la porta è aperta.- È permesso? Posso?Una voce femminile mi fece trasalire. Era una ragazza bionda piuttosto robusta ma non grassa. Anch’essa come Toro aveva un’età indefinita. Le si potevano dare tranquillamente 20 anni come 15. Indossava un top molto scollato che lasciava ben poco all’immaginazione e un paio di pantaloncini ridottissimi che le lasciavano scoperte buana parte delle chiappe e come se non bastasse erano anche a vita bassa, ma talmente a vita bassa da lasciare completamente fuori l’elastico degli slip. Rimasi immobile e imbambolato senza dire una parola.- Papà mi ha detto di prepararle un tramezzino. Ho pensato che le andava bene con pomodoro e insalata.- Tu… tu sei la figlia di Toro?- Si signore. Le ho portato anche una birra fredda.- Grazie, sei molto gentile. Come ti chiami?- Mi chiamo Cristina, ma tutti mi chiamano Bambi.- Come nel cartone animato? – Già. – annuì sorridendo – proprio così.- Va bene, ti ringrazio.- Per la cena si faccia trovare giù per le sette.- Ci sarò, stai tranquilla – le dissi accompagnandola alla porta.La guardai mentre si allontanava per il corridoio. Aveva un fisico notevole e quei pantaloncini infilati nelle chiappe lo facevano risaltare ancora di più. Nel chiudere la porta pensai che la ragazzina era molto molto sexy e proprio per questo mi sembrava strano che il padre la facesse andare in giro conciata in quel modo. Comunque non diedi peso più di tanto alla cosa e come un ossesso trangugiai il tramezzino facendolo seguire dalla birra buttata giù tutta d’un fiato. Finalmente ero riuscito a dare tregua al mio stomaco anche se in cuor mio avevo sperato in qualcosa di più. Dopo una solenne doccia mi buttai nudo sul letto con il telecomando in mano.Guardai l’orologio: erano quasi le sette. Scattai in piedi e mi vestii in tutta fretta. Giù nel cortile c’erano Toro e Bambi che mi aspettavano.- Vieni Mario, noi generalmente quando il tempo è buono ceniamo all’aperto dietro la stalla.- Per me va bene, basta che si mangi.- Non ti preoccupare, ti ho fatto preparare una cena speciale. Spero che ti piaccia.Ad aspettarci c’erano due donne.- Questa è mia moglie – disse Toro presentandomi una specie di cariatide umana.- Molto lieta signora – le tesi la mano un tantino intimorito.- Qui tutti mi chiamano Gioia anche se il mio nome è Vera.- Se per lei va bene la chiamerò anch’io Gioia.- E questa è Rosalba mia suocera, la mamma di Gioia.- Mi chiami pure Nonna. Qui tutti mi chiamano così.- A quanto pare da queste parti i soprannomi sono di uso comune…- In effetti questa è una nostra tradizione – disse Toro – ma ora a tavolaNel prendere posto a tavola mi scrutai le due donne. Gioia era molto alta e aveva due seni enormi messi in risalto da una leggera maglietta aderente e trasparente. I suoi enormi capezzoli non erano affatto nascosti dalla sottile stoffa. Come la figlia indossava anch’essa un paio di pantaloncini, però molto più casti. La suocera di Toro a sua volta indossava una camicia completamente sbottonata ma annodata sulla pancia, che lasciava quasi completamente scoperto il reggiseno nero di almeno due misure più piccolo del necessario. Aveva una gonna ampia e svolazzante piuttosto al di sopra del ginocchio. Insomma mi ritrovavo di fronte uno spettacolo piuttosto eccitante. Toro sembrava piuttosto indifferente all’abbigliamento delle donne e ancora di più indifferente al fatto che qualcuno potesse ammirare le grazie della figlia e della moglie. Una volta seduto mi ritrovai di fronte a tanto di quel ben di Dio che in un primo momento pensai di dovessero intervenire altre persone: salame affettato, caciotta di pecora, prosciutto di Norcia e vino a volontà. Le quantità erano industriali. Poi la Nonna si alzò per ritornare dopo poco con un piatto da portata pieno di un profumatissimo risotto al tartufo. La donna non disdegnò di riempirmi il piatto mettendomi sotto il naso il suo abbondantissimo seno. Ero imbarazzatissimo e il mio volto lo lasciava vedere perfettamente.- Non ti preoccuperai mica? – disse Toro con una sonorissima risata – Guarda che Nonna non ha mai ucciso nessuno.Scoppiammo tutti a ridere, compreso Nonna. Dopo aver praticamente divorato il risotto toccò a Gioia alzarsi per portare in tavola una deliziosissima porchetta. Anche questa volta fui il primo ad essere servito e come aveva fatto Nonna prima, anche Gioia praticamente mi schiaffo i seno in faccia. – Come può vedere mia madre non ha nulla da invidiare alla nonna – disse con un sorriso malizioso Bambi.- È proprio così. – aggiunse Toro sempre ridendo – A volte sono preso dall’indecisione.- Sei proprio un porco – disse Gioia sorridendo – almeno trattieniti quando ci sono ospiti.- Ma mamma, non vedi che il signor Mario si diverte anche lui? Bambi rideva veramente di gusto e anche io mi sentivo allegro come non mi accadeva da molto tempo. Toro continuò a fare battute allusive e la cosa sembrava essere contagiosa, tanto che tutti ormai sembravamo conoscerci da tempo e anche intimamente. Bambi non mancava di fare complimenti sugli attributi della mamma che a sua volta non disdegnava omaggiare le grazie di Nonna. Ad un certo punto Bambi si alzò dicendo:- Ora è il momento del dolce – e scomparve.- Ora potrai gustare un dolce che Bambi ha fatto con le sue mani.- Se è come il suo culetto è sicuramente buono…Il vino aveva fatto il suo effetto. Mi resi conto di aver fatto un apprezzamento troppo pesante e mi attendevo una brutta reazione. Invece la solita grassa risata di Toro significò che aveva apprezzato la mia battuta:- Hai proprio ragione. Mia figlia ha un bel culetto, vero Gioia?- È proprio così. L’ho fatta proprio bene.Rimasi interdetto. Quegli apprezzamenti non erano proprio quelli che ci si poteva aspettare da parte di due genitori e fu per me naturale e istintivo chiedere se Bambi fosse veramente la loro figlia. Questa volta fu Gioia a ridere sonoramente:- Ma certo che è nostra figlia. Ricordo ancora i dolori di quando l’ho partorita. Cosa te lo fa dubitare?- Non volevo offendere… è solo che…- Ho capito – intervenne Toro questa volta seriamente – forse il nostro modo di parlare e di agire ti sembra troppo aperto? Se vuoi possiamo anche essere più formali.- Assolutamente no. Anzi… il vostro modo di fare è molto piacevole e inoltre erano anni che non mi rilassavo più così. È solo che non capita spesso d’incontrare persone come voi.- Vuoi dire che siamo fuori di testa? – Toro riprese il suo tono scherzoso- Se voi siete fuori di testa, spero proprio di essere contagiato.Con quella mia domanda cretina ero quasi riuscito a rovinare la cena. Per fortuna riprendemmo subito a ridere e scherzare. Dopo pochi attimi ricomparve Bambi con in mano un vassoio zeppo di frittelle. In un primo momento non capivo, ma mi rendevo conto che aveva qualcosa di diverso. Non riuscivo a capire: indossava sempre le stesse cose eppure sembrava vestire diversamente. Mi resi conto che l’ultimo bicchiere di vino versatomi da Toro aveva avuto un effetto bomba. Non mi girava la testa ma riuscivo a mettere a fuoco con molta difficoltà e mi ci volle del tempo per capire che quello che Bambi aveva di diverso era solo il modo d’indossare quel poco che aveva: il top che prima portava annodato davanti ora lo era dietro in modo da formare come due coppe indipendenti l’una dall’altra lasciando così quasi completamente scoperti i seni abbondanti; i pantaloncini poi erano tirati su all’inverosimile tanto che davanti le si vedevano i peli dell’inguine e dietro la stoffa spariva tra le chiappe lasciandole aperte; inoltre davanti erano sbottonati e la cerniera quasi del tutto aperta. Era uno spettacolo veramente arrapante.- Per gustare le frittelle di mia figlia occorre una cosa da bere. – disse Toro prendendo una bottiglia da una cesta vicino- Ma no Toro. – cercai di oppormi – ho già bevuto troppo- Non vorrai farmi questa scortesia? È un vino dolce leggermente spumante che ho fatto io. E poi è molto leggero.- E vada per lo spumantino.Mentre Bambi mi porgeva il piatto con le frittelle Toro si alzò per versare ad ognuno di noi il vino. Notai allora, attraverso la leggera stoffa dei pantaloncini che indossava, un notevole rigonfiamento. Pensai subito che era dovuto alle grazie della figlia, la quale sembrava quasi nuda e con molta disinvoltura. Ma subito mi diedi del cretino: un padre non poteva godere delle grazie della propria figlia.Le frittelle erano veramente eccezionali così come del resto il beveraggio. Solo che all’ennesimo bicchiere versatomi tutto iniziò a girarmi intorno. Feci per alzarmi ma fu inevitabile il mio crollare a terra. Una fragorosa risata generale fu l’ultima cosa che sentii.La luce del sole del mattino mi procurò un dolce risveglio. Mi ritrovai nudo sul letto con il telecomando vicino. Mi bastarono pochi attimi per mettere tutto a fuoco. Mi venne subito in mente la cena della sera prima: era stato tutto un sogno? Probabilmente si. Infatti altre volte mi era capitato di ubriacarmi, ma la mattina successiva ne avevo dovuto sopportare le conseguenze, mentre invece in quel momento mi sentivo meravigliosamente bene come non accadeva da tempo. Certo che avevo fatto un sogno particolare. E poi, che figura. Dopo che avevo detto a Toro che avevo una gran fame, non mi ero nemmeno presentato a cena. Era evidente che la stanchezza aveva preso il sopravvento sulla fame. Solo che avevo una strana sensazione: il sogno che avevo fatto mi sembrava di una realtà inaudita, poi man mano iniziai a ricordare alcuni particolari che non potevano appartenere ad un sogno. Mi alzai e mi affacciai alla finestra: no, non avevo sognato affatto. Giù nell’aia c’era Nonna che dava da mangiare agli animali. Ricordai allora della situazione piccante che si era venuta a creare a cena. Fu naturale però credere che i fumi dell’alcool mi avevano fatto vedere cose che non esistevano. Mi piaceva però rivedere l’immagine di Bambi che sculettando faceva di tutto per mettersi in mostra e anche se era frutto solo della mia fantasia mi ritrovai con una notevole erezione. Era allora il caso di dare sfogo alla mia fantasia con una bella sega. Feci per ritornare a stendermi sul letto quando bussarono alla porta:- Sono Toro, posso entrare? Ho visto la finestra aperta è ho capito che eri sveglio.- Un atti…Non feci in tempo neanche ad agguantare un paio di slip dalla valigia che Toro era già dentro.- Accidenti – disse con la solita risata – vedo che sei piuttosto su di morale.- Scusami – dissi balbettando e cercando di coprirmi – ma appena sveglio…- E di cosa ti scusi? Siamo tra uomini. Inoltre qui in campagna non ci formalizziamo facilmente. E poi secondo te chi ti ha messo a letto ieri sera dopo averti spogliato?Recuperai un paio di slip che infilai dando le spalle a Toro. Mi disse che se volevo fare colazione in camera mi avrebbe portato del buon latte di mucca appena munto con del buon caffè e i biscotti fatti da Nonna. – Ti ringrazio Toro, solo che vorrei partire quanto prima- Non preoccuparti, qui il servizio è piuttosto rapido – disse andandoseneMi misi seduto sul letto. Tutto sommato mi dispiaceva andarmene da quel posto che mi dava una sorta di tranquillità interiore. Mentre comunque mi accingevo a rimettere la mia roba in valigia sentii bussare alla porta.- Entra pure Toro.- Sono io – disse Gioia – Buongiorno.- Bu… buongiorno. – dissi sorpreso. Poi cercando di scusarmi della mia quasi totale nudità – mi aspettavo di vedere Toro… non credevo…- Ma non ti vergognerai mica? – disse ridendo – noi qui siamo abituati a ben altro. Peccato che devi partire altrimenti…- Altrimenti?…Gioia mi sorrise languidamente e dopo aver appoggiato la colazione sul tavolino si girò e andò via. Solo allora notai come era vestita: era scalza e indossava una gonna molto corta adatta più ad una ragazzina che a lei. Sopra invece aveva quello che mi sembrò un top anche piuttosto piccolo. Il fatto di camminare scalza la faceva ancheggiare particolarmente.Consumai velocemente l’ottima colazione e sempre deciso a partire mi accingevo ad andare nel bagno quando mi colpì il cestino della carta con diversi fazzolettino appallottolati. La cosa m’incuriosì non poco, anche perché ero certo di non averne usati ed ero anche sicuro che la sera prima il cestino era vuoto. Mi chinai e presi uno di quei fazzolettini: era inequivocabilmente pieno di sborra: era mai possibile che mi ero masturbato ma che l’ubriachezza non me lo faceva ricordare? No, certamente non era possibile. E allora cosa era successo in quella stanza mentre eravamo a cena? Ma se non c’erano altre persone oltre a me e alla famiglia di Toro, di chi era quel liquido biologico? Mi ritornarono in mente le parole che poco prima aveva pronunciato Toro:” E poi secondo te chi ti ha messo a letto ieri sera dopo averti spogliato?”… Provai ad immaginare una scena di sesso tra me e Toro, ma subito scartai l’idea. Non era possibile che, anche se ubriaco, avessi fatto sesso con un altro uomo. Però… però stranamente quel pensiero mi fece venire il cazzo duro. Ma che cazzo stava succedendo? A 46 anni mi ritrovavo eccitato al pensiero di un altro uomo? E poi, in che posto ero capitato? Quelle donne… sembravano tutte così vogliose… e poi… poi non facevano altro che mettersi in mostra, anche in presenza di Toro. E anche la figlia non disdegnava di mostrarsi anche in presenza del padre. Insomma ero preso da mille interrogativi. Pensai allora che volendo sarei potuto rimanere ancora, visto che volendole fare una sorpresa, non avevo ancora detto a mia moglie che già ero di ritorno. Decisi allora di rimanere. Almeno un’altra giornata. Mi preparai e scesi.Giù nel cortile c’era solo Bambi che sembrava mi aspettasse:- Buongiorno- Ciao Bambi, i tuoi genitori?- Mamma e papà sono appena andati al laghetto. Sai oggi è sabato e per noi tranne che per le cose indispensabili è una giornata di riposo.- Senti, se la camera non è già prenotata da qualcuno, mi farebbe piacere rimanere ancora un giorno.- Non ci sono problemi, non deve venire nessuno.- Allora se è così faccio un giretto.- D’accordo, io rimango qui.Mi misi allora a gironzolare ritrovandomi sul retro della stalla dove avevamo cenato la sera prima. Tutto sembrava in ordine come in un ristorante in attesa di clienti. Mi guardai intorno come per cercare qualche traccia della sera prima e poco lontano, sotto un albero, notai che c’erano dei vestiti. Mi avvicinai e raccogliendoli mi resi conto che c’erano i pantaloncini di Bambi, il top e i pantaloncini di toro. Poco più in là c’erano i vestiti di Nonna e Gioia. Tutto lasciava presuppore che la sera prima, finita la cena, si erano dati tutti ad un’orgia incestuosa. In un attimo mi ritrovai con il cazzo duro. L’incesto era da sempre un argomento che mi eccitava terribilmente. Con la mente piena di pensieri erotici lentamente mi avviai verso il laghetto. Nell’avvicinarmi ad una piccola radura avvertii distintamente dei gemiti che senza ombra di dubbio erano emessi da qualcuno che faceva sesso. Cercando di non fare rumore mi avvicinai di più coprendo la mia presenza da un grosso cespuglio. Lo spettacolo che mi si presentò davanti per un attimo mi sconvolse. Gioia e Toro erano completamente nudi. Ma la cosa sconvolgente non era questa, bensì il fatto Gioia era in ginocchio dietro Toro che messo alla pecorina gemeva senza ritegno. Da quell’angolazione non riuscivo a vedere più di tanto ma un loro movimento fece si che riuscissi a distinguere per bene ciò che stavano facendo: Gioia aveva la mano infilata nel culo di toro fin oltre il polso e lo stantuffava fin quasi a sfilargliela per poi ripiantargliela fino in fondo. Toro ne godeva come una matto a giudicare dai suoi versi. Era la scena più eccitante che avessi mai visto e non potei fare a meno di sfilarmi i pantaloni per masturbarmi. Ma un movimento maldestro mi fece inciampare facendomi rotolare fuori da cespuglio.- Ma che fai? Ci spii? – disse Gioia indubbiamente spaventata dal rumore improvviso, ma senza per altro scomporsi più di tanto.- Io… veramente… non volevo…- Non dire cazzate e unisciti a noi – disse Toro – ci divertiamo un pochinoNon me lo feci ripetere e in un attimo fui vicino a loro anch’io completamente nudo. Gioia sfilò la mano dal culo di Toro che rimase spaventosamente aperto. Rimasi lì imbambolato a fissare quella caverna di carne completamente aperta.- Non hai idea di quanto mi faccia godere, dovresti proprio provare.Non c’era alcun dubbio che la cosa gli piacesse, perché le dimensioni praticamente mostruose del suo cazzo erano il segno di quanto godesse a farsi sfondare il culo.- Vedo che neanche il tuo cazzo disdegna la cosa – disse Gioia – se vuoi puoi provare.- Veramente io non sono abituato… però…- Hai il culo vergine? Vieni qui che ci penso io.Gioia senza darmi il tempo di riflettere mi mise alla pecorina e in un attimo iniziò a leccarmi il culo riempiendolo di saliva. Avevo il cazzo di Tori sotto il naso e devo dire che la cosa non mi dispiaceva affatto. Era proprio a pochi centimetri dalla mia bocca e desideravo succhiarlo. Era la prima volta che desideravo una cosa del genere, ma proprio quando mi decisi a farlo Toro si alzò e mi venne dietro. La delusione di non aver compiuto quel gesto fu tale da non farmi rendere conto che avevo il cazzo di Toro puntato sul mio buco del culo. Quando me ne resi conto era già tardi: con un colpo di reni e senza ritegno Toro m’infilzò il suo enorme cazzo. Mi sentii come spaccato in due con il respiro bloccato. Non riuscii nemmeno ad urlare per l’atroce ed infinito dolore. Seguirono alcuni secondi d’immobilità assoluta. Ripresi fiato ma la voce continuava a non uscire. il dolore era immenso e sarei voluto scappare via, ma c’era qualcosa. Qualcosa che mi faceva rimanere lì, in quella posizione e con il cazzo di Toro ben piantato nel culo. Inoltre mi resi conto che il mio cazzo stava per scoppiare. Si, nonostante il dolore la cosa mi piaceva. Lentamente Toro iniziò a muoversi nel mio intestino. Il dolore non era affatto scomparso ma era passato in secondo piano. Ora una sensazione piacevolissima faceva sì che desiderassi il cazzo di Toro ancora più in profondità. Toro dovette avvertire questa mia sensazione perché all’improvviso cominciò ad affondare con forza i colpi. Sentii il mio cazzo pulsare: uno, due, tre, quattro fiotti copiosi di sperma schizzarono e la cosa sembrava non dovesse finire mai. Era la prima volta da adulto che sborrassi senza neanche toccarmi. Poi all’improvviso Toro si fermò e lanciò un urlo disumano. Una sensazione di calore m’invase il culo: mi aveva sborrato dentro. Ma non ebbi il tempo di riflettere neanche questa volta che ancora con il cazzo in tiro mi si buttò sotto ingoiando il mio cazzo e succhiandomelo come un’idrovora. Di nuovo mi ritrovai con il suo bastone di carme a pochi centimetri dalla bocca.- Dai – disse Gioia – prendiglielo anche tu in bocca. Succhiaglielo.Non me lo feci ripetere due volte e in un attimo mi ritrovai a sbocchinarlo come una puttana. Aveva ancora il cazzo sporco di sperma e la cosa mi piaceva e anche molto. In pochi attimi sborrai di nuovo e questa volta nella bocca di Toro che non smise di succhiarmi. Pochi istanti e il cazzo di Toro mi riversò in bocca tanto di quello sperma che in parte fui costretto a deglutire per non soffocare. Mi accasciai a terra affannando e privo di forze. Toro sembrava addirittura svenuto. Lanciai un occhiata a Gioia pensando che tutto sommato lei non aveva goduto ancora, ma era ben lungi da me l’idea di soddisfarla e neanche il marito ne aveva intenzione. Come se avesse letto nei miei pensieri:- Credo proprio che dovrò farmi aiutare da qualche altro per godere anch’io. Voi due siete proprio fuori uso.- Credo che ti dovrai accontentare di qualche arnese – dissi divertito – non vedo altri uomini nei dintorni.- Come al solito voi uomini credete di essere indispensabili. Non sapete neanche lontanamente il piacere che due donne si possono dare tra di loro.Rimasi stupito. In quel posto non solo non avevo visto altri uomini, ma non c’erano neanche altre donne al di fuori della figlia e della mamma di Gioia. Riflettei per un attimo: allora l’incesto c’è davvero? Si, non c’era altra soluzione. Ma mentre iniziavo a volare con la fantasia da dietro allo stesso cespuglio dove mi ero nascosto io comparve Bambi:- Disturbo?Per un attimo mi si fermò il cuore. Di sicuro Bambi stava lì già da un pochino di tempo e aveva avuto modo di spiarci. Ma la calma di Toro e di Gioia mi fece capire che era abituata a certi spettacolini.- Vieni pure tesoro, vieni dalla mamma.- Vedo che come al solito sei rimasta a bocca asciutta. Possibile che ti fai sempre fregare.- Lo so tesoro, ma sai bene che vedere tuo padre alle prese con un altro cazzo mi fa impazzire. E poi so che ci sei sempre tu ad aiutarmi.- Mammina, lo sai che non lo faccio per te. Lo faccio solo perché mi piace leccare la tua fessa fradicia.Senza aggiungere altro Bambi si denudò completamente e si tuffo tra le cosce della mamma che nel frattempo si era stesa a terra e aveva alzato le gambe spalancandole. Bambi era lì in ginocchio che muoveva la testa come un’ossessa succhiando la pucchiacca della propria genitrice. Di fronte a me c’era il suo magnifico culo. Le si vedeva perfettamente il buco del culo che era di notevoli dimensioni. Di sicuro aveva ospitato anche il cazzo del padre e forse anche la mano della mamma. Più sotto spiccava la fessa completamente depilata e sguaiatamente aperta. Da dove mi trovavo potevo sentire distintamente il rumore della leccate di Bambi. Poi Gioia cambiò posizione mettendosi a 69 sotto la figlia iniziando anch’essa a leccarle la pucchiacca. Il mio cazzo ormai aveva di nuovo assunto proporzioni mostruose e quello di Toro non era certo da meno. Stavo per avvicinarmi alle due per godere di più dello spettacolo, quando Toro si alzò di scatto posizionandosi dietro la figlia. Vidi il suo cazzo entrare senza difficoltà nel culo della figlia la quale gradì non poco il trattamento dimostrandolo con un urlo non certo di dolore. A mia volta allora mi piazzai con il cazzo teso davanti alla bocca di Bambi che senza alcun preambolo iniziò a sbocchinarmi lasciando la fessa della mamma.- Dai Toro, forza. Sborrale nel culo a questa troia di tua figlia. Riempila dello stesso sperma che l’ha procreata. Punisci tua figlia che a preferito un cazzo alla mia fessa. Pisciale nel culo.- Si Gioia, ora le piscio nel culo a questa stronza di nostra figlia.Lo vidi concentrarsi e diventare paonazzo per lo sforzo, poi il suo viso si rilassò: stava pisciando. Stava riempiendo il culo della figlia con della calda urina. Bambi mugolò. Il trattamento le piaceva. Le tolsi il cazzo dalla bocca e mi misi anch’io dietro di lei per guardare meglio. Vidi un rivoletto uscirle dal culo, ma era troppo poco per essere una pisciata. Dopo un bel po’ di tempo Toro fece cenno di aver terminato la pisciata e come si fa con una bottiglia di spumante le tolse di colpo il cazzo dal culo. Gioia allora di colpo si posizionò a bocca aperta dietro al culo della figlia che appena assicuratasi che la mamma era pronta rilassò i muscoli dell’ano facendo uscire un forte getto di urina dal suo culo che riempi in un istante la bocca di Gioia che provvide subito ad ingoiare tutto per poterne prenderne altro. Io e Toro ci trovavamo uno di fronte all’altro con i nostri cazzi in mano intenti a goderci lo spettacolo masturbandoci. Toro sborrò quasi subito. Il suo sperma mi arrivò copioso proprio sul cazzo ed io senza ritegno me lo spalmai tutto sulla cappella e sulle palle. Poi anch’io gli sborrai addosso e fu lui questa volta a spalmarsi la mia sborra sul cazzo. Nel frattempo grazie alla figlia Gioia aveva avuto un orgasmo violentissimo e Bambi per avere la sua parte le si era seduta sulla faccia. Pochi colpi di lingua della madre bastarono per farle raggiungere l’orgasmo. Poi la vidi concentrarsi per poi pisciare sulla bocca di Gioia che come prima non se ne perse neanche una goccia.

