Più di una volta, mentre faceva l’amore col Berlini aveva pensato a suo marito. Col suo capo era molto diverso. Era un uomo impetuoso ed insaziabile e la costringeva a subire ogni cosa, suo malgrado, con un’intensità selvaggia. I loro incontri, sin dal primo, erano stati dei conflitti dai quali era uscita sempre sconfitta. Alla fine, aveva ammesso a se stessa che quell’individuo l’aveva dominata, da padrone qual’era. Con suo marito, invece, era totalmente diverso. Durante l’atto sessuale lui si muoveva delicatamente, rispettosamente, consentendole di controllare le proprie sensazioni. Lo amava più di ogni altro uomo; anzi, non amava nessuno all’infuori di lui, però…. Erano le 20.oo passate quando digitò il numero dal telefono della sua stanza d’albergo, Paolo le rispose al primo squillo. “Amore, ancora al lavoro?” “Cosa andrei a fare a casa, da solo? Dimmi tu, invece. Come va a Milano?” Aspettava la telefonata di sua moglie ma cinque minuti prima non aveva saputo dire di no a Marzia, la sua segretaria. Così aveva alzato la cornetta col cuore in gola mentre la giovane, inginocchiata ai suoi piedi, lo deliziava con una pompa strabiliante. La stronzetta aveva alzato gli occhi, incrociando il suo sguardo, per sorridendogli maliziosamente mentre gli lanciava mugolii di piacere senza smettere di ciucciare. Non aveva potuto fare a meno di ammirarle il seno, sodo ed abbondante, e le cosce marmoree. Una delizia da spolpare, pensò. “Sei solo? Ti posso parlare?” Ebbe un sussulto, sua moglie aveva sentito i lamenti di Marzia? “Cer… certo. Sono solo per te, amore.” “Io… io … Non ti farà piacere sentire quel che ho da dirti.” D’un fiato si era liberata del primo fardello, ma sarebbe riuscita a proseguire? Alzò gli occhi e capì che non aveva scampo. “Amore, ma va tutto bene?! Hai avuto problemi nel lavoro?” Doveva essere così. Qualcosa di storto turbava sua moglie, magari l’avevano rimossa dall’incarico. Se era così – considerò – era una buona notizia. Avrebbe smesso di fargli le corna con quel porco di milanese. Si rilassò poggiando la mano libera sulla nuca della ragazza, accarezzandole i capelli e guidandola nel saliscendi. “No! Il lavoro va benissimo. Però, … tu sai chi è il dott. Bernini?” Certo che lo sapeva. Era proprio lui il porco che aveva sodomizzato sua moglie in mezzo al bosco insieme a quell’altro stronzo. Se ci pensava gli veniva il fuoco negli occhi. Istintivamente infierì su Marzia, schiacciandole la testa verso il suo inguine. Quasi l’affogava! “Si gioia. Il tuo grande capo, no?” Nel mentre gesticolava mille scuse alla ragazza che lo squadrava sbigottita, costretta a rialzarsi e ad allontanarsi perché colta da un attacco di tosse. “Si, proprio lui.” “Non è contento di te?” “No, anzi!!” tentennava, non riusciva a far decollare la conversazione, ma come poteva? Cercò con gli occhi solidarietà, comprensione ma trovò uno sguardo inflessibile e rabbioso. “E’ qui con me.” “Chi? Bernini? Ma sei anche tu al lavoro?” Seguiva la telefonata distrattamente. Era attratto dal ritorno di Marzia e sperava tanto che non fosse irata con lui, ma che riprendesse la sbocchinata interrotta. “No! Sono nella mia stanza in albergo.” Bang!! Ma che ci faceva quell’uomo con sua moglie in albergo? Intanto Marzia si stava avvicinando alla sua poltrona, non era incazzata e gli stava sorridendo; ma lui nemmeno la vedeva. “E’ lì con te? Ma perché?” che cazzo voleva quell’uomo da sua moglie? Era giunta al momento della verità! “Lui … vuole avere un rapporto con me… e vuole che tu sia d’accordo!!” “MA CHE CAZZO DICI???!!” Si ritrovò in piedi, con le gambe che gli tremavano. Marzia rimase terrorizzata dal suo urlo ma non poté fare a meno di sorridere vedendo che il pene era rimasto semieretto. Anzi, stava allungandosi nuovamente. “Amore, per piacere non rendere tutto più difficile. Calmati!” Calmarsi??? E come poteva?? Quel bastardo si era già spupazzato la sua bella moglie ed ora voleva pure il suo consenso?? Se lo avesse avuto d’avanti in quel momento lo avrebbe ridotto all’osso!! Ed invece di fronte a lui c’era Marzia che lo guardava con aria smarrita. Non capiva cosa stesse accadendo ed era rimasta con quel sorriso da deficiente stampato sul viso. Lei si era sentita una disonesta mentre ripeteva quella frase a suo marito. L’aveva provata e riprovata col Bernini per tutto il pomeriggio e gli era uscita dalla bocca tutta di un botto. A quel punto doveva proseguire. Non c’era possibilità di ripensamenti, il suo capo era stato chiaro: “mia cara, il suo posto continua a far gola a molti suoi colleghi… e non è detto che le mie valutazioni siano sempre positive.” Vide la mano avvicinarsi e, come nei patti, parlò al telefono cercando di non pensare che aldilà c’era il marito ad ascoltare la sua voce. “ha poggiato le mani sulle mie gambe. Siamo seduti sul letto uno accanto all’altro.” Cazzo!! Ma diceva sul serio??? Voleva veramente che la ascoltasse?? “TU SEI IMPAZZITA!!! IO CHIUDO!!!” “NO AMORE!!!! NON FARLO!!! MI LICENZIA SE LO FAI!” Seguì un silenzio interminabile. Marzia osservava il suo capo diventare paonazzo mentre urlava. Non seppe spiegarsi il motivo, ma si avvicinò a lui, incominciando ad accarezzargli il viso ed il collo con ambedue le mani. Quando capì che il marito non aveva riattaccato, Giovanna riprese a parlare con un filo di voce. “Amore le sue mani sono salite sotto la gonna, mi sta sfilando le mutandine e… Ti vuole parlare. Vuole che glielo succhi un po’. Scusami, se puoi.” Silenzio, rumore di una cornetta che passa da una mano all’altra, poi una voce dura, roca. “Dottore, quale piacere conoscerla anche se sol…” “LURIDO PORCO. BASTARDO, MA IO TI R….” “LA FINISCA!!” Rimase scioccato per la determinazione di quell’uomo. “Me la scoperei ugualmente, tanto vale saperlo. Mi spiace invece per lei. Solo com’è non potrà che farsi una sega sentendo sua moglie godere.” “STRONZO!!! NON SONO SOLO!” “Ah no?! Non le credo.” In quel momento che lo credesse un bugiardo contava quasi di più che stesse per trombasi sua moglie. Allungò la cornetta verso Marzia. “Fatti sentire..” La ragazza, pur non capendo, disse un “pronto?”. “HAI SENTITO BASTARDO??” “Benissimo. Ne sono lieto. Allora mi ascolti. Sua moglie è in ginocchio che mi lecca il palo. Faccia altrettanto con quella ragazza. E’ una ragazza, no? Dalla voce avrà vent’anni. Glielo ha già preso in bocca altre volte, vero? “VERISSIMO, LURIDO VERME!!” Marzia non capì perché improvvisamente fu presa per le braccia e costretta ad inginocchiarsi. Seppe solo che si ritrovò col pene che le gonfiava le guance e con la mano che le premeva la testa in avanti, obbligandola a tenerne una buona parte dentro la bocca. Cercò di pompare alla bella e meglio, sperando che venisse presto. Il Bernini si allontanò solo un attimo dalla cornetta per rivolgersi alla donna accucciata tra le sue gambe. “Ora basta, Signora. Si giri!” La voce del suo direttore l’aveva riportata alla realtà. A quel punto staccò le labbra dal pene che sino ad allora aveva leccato e succhiato, rialzandosi, rimanendo a fissare la propria immagine riflessa nello specchio dell’armadio. Era ancora vestita di tutto punto ad eccezione delle mutandine che, poco prima, l’uomo le aveva abbassato sino alle caviglie; con un gioco di piedi le fece scivolare sul pavimento. Si guardò il viso. Aveva mantenuto intatto il trucco, lieve ma perfetto; solo le guance sembravano particolarmente arrossate. Niente da dire: per avere superato i quaranta era in perfetta forma! Cercò di respirare in modo regolare e di riprendere il controllo di sé stessa. Un attimo dopo sentì l’uomo issarsi premendole con forza da dietro. Fu costretta a piegarsi in avanti, cadendo sul letto. Appoggiò la fronte sul cuscino, stringendosi il petto tra le braccia e scoppiò a piangere. “Ed ora che le prende?” Si girò a guardarlo, singhiozzando. In quel momento l’uomo aveva poggiato le ginocchia sul bordo del materasso e stava chinandosi su di lei, con il telefono stretto nella mano sinistra ed il cazzo che svettava in primo piano. Tornò a fissare davanti a sé, asciugandosi le lacrime con un lembo del lenzuolo. “Mi scusi, dottore. Io … mio marito non è solo, vero?” Il Berlini ridacchiò grottescamente. “E’ questo che la preoccupa? Sarà mica gelosa?” Lei sospirò. Come poteva rispondergli che sì, era gelosa da impazzire. Calò la testa. “Si.” Mantenendo il tono di scherno, l’uomo non perse l’occasione per stuzzicare le ire del marito, da troppo tempo rimasto silenzioso dall’altro lato della linea telefonica. “Dottore … ha sentito sua moglie?? E’ gelosa che lei non sia solo. Non le va a genio che lei si stia spupazzando quella giovane. A che punto è la pompa?” “LURIDO VERME.. IO…” “Io che cosa?! La finisca una volta per tutte. Lei non è migliore di me!! Mi ascolti, invece .. se lo lasci dire, sua moglie ha delle chiappe incantevoli. E la ragazza da lei??” Chissà perché quell’affermazione cambiò completamente il suo umore, facendolo sentire complice di quell’individuo che stava per violare la sua donna, e non provava più né rabbia né astio. Del resto, se quell’uomo era nella stanza d’albergo con lei, qualcuno lo aveva fatto entrare. Decise di accettare la contesa. “ha due natiche che non hanno nulla da invidiare ad una brasiliana.” Il Bernini stava liberandosi dall’impaccio della cornetta del telefono, mantenendola tra la spalla e l’orecchio, tenendo piegando il capo leggermente sulla sinistra, quando sentì quelle parole. Ne fu compiaciuto. “Questo è il modo di parlare! Allora, se non le dispiace, le racconto…” “Sono tutto orecchie. Mi dica..” “La sua dolce metà è distesa sul materasso, supina. Sto provvedendo ad abbassare la cerniera della gonna ed ho incominciato a sfilargliela. Che panorama!!” Osservava Marzia continuare a pomparlo con un buon ritmo ma, a quel punto, la sua attenzione era tutta per la conversazione telefonica. “Che le succede?” “Amico! La vista del culo di sua moglie, dalla pelle vellutata, me lo ha fatto crescere un altro po’!” Si sentì fiero per lei. “La ringrazio… Come intende procedere?” Era succube di quell’uomo. Gli parlava, aspettando disposizioni sul da farsi. Ma era impazzito??!! “Perché non operiamo nello stesso modo? Che ne pensa?” “Ma sì, certo.” Marzia sentì la sua mano accarezzarle il viso e spingerla delicatamente indietro. Alla fine si trovò lontana dalla mazza. Lui le fece cenno di alzarsi e di dargli la schiena. Capì subito quel che sarebbe accaduto e la cosa non le dispiaceva affatto! Poggiò le mani sulla scrivania e piegò leggermente il bacino in avanti per agevolarlo. “Allora? Io aspetto solo lei..” “Eccomi, mi scusi. Ci sono..” “Al tre. Uno.. due , tre..” Sentì sua moglie gemere proprio nello stesso momento in cui faceva mugolare Marzia. Le penetrazioni erano avvenute simultaneamente. Ora si trattava di far godere la ragazza più di quanto quell’uomo avrebbe potuto donare a sua moglie.
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