Da un po’ di giorni mio figlio Andrea, un bel ragazzo diciannovenne dai capelli scuri, mi guarda con occhi diversi dal solito, è cambiato qualcosa in lui solitamente così mammone, non v’è dubbio che si sofferma sulle mie rotondità con occhio voglioso, anche in presenza di Giorgio, mio marito, pure lui un bell’uomo quarantacinquenne.Lui è il mio unico figlio, d’accordo è diventato maggiorenne ed io non sono certo una donna da buttare, porto bene i miei quarant’anni e mi compiaccio quando per strada vedo che ancora molti si girano ad osservare le mie forme sinuose, però quegli sguardi insistenti di Andrea mi turbano non poco.Quello che però in un certo senso più mi sgomenta è quella sfumata aria complice che mi par di leggere negli occhi dei miei due uomini, come se loro fossero i cacciatori ed io la preda, è ormai un pensiero fisso anche se a volte, da sola in casa, mi ritrovo a sorridere divertita dandomi della stupida: Paola mi dico, ma cosa ti prende davvero pensi che tuo marito e tuo figlio abbiano la mente malata come la tua, suvvia non essere sciocca!All’improvviso quando meno te lo aspetti i sogni diventano realtà, nel mio caso mi sono piombati addosso come macigni, quasi soffocandomi, avevo immaginato un percorso fantastico ricco di inebrianti emozioni, invece sono divenuta una puttana servile, obbligata a donare il mio corpo per le gioie altrui. A tavola in cucina dopo aver servito la cena, conversiamo del più e del meno, quando al pari di un fulmine a ciel sereno Andrea si rivolge a suo padre chiedendogli: papà la mamma è davvero brava a fare i pompini?Ho un sussulto ed il mio viso si dipinge di rosso, sono costretta a chinare gli occhi non riuscendo a tenere lo sguardo di Andrea, aspetto con il respiro affannato che Giorgio faccia una scenata a nostro figlio, che lo redarguisca fin’anche con un paio di sberle per la sua insolente impudenza, così volgare ed inaspettata.La risposta tarda a venire e per me è come il consumarsi di un supplizio, lento ed inesorabile, un minuto d’orologio mi scandisce i secondi come se i battiti fossero delle punte acuminate che mi si infilzano nelle tempie, sto per urlare quando la voce di Giorgio mi colpisce al pari di un uppercut: sì è bravissima, ha le labbra calde e sensuali, la sua bocca si avvita sull’uccello facendoti perdere la tramontana, sa prosciugare tutta l’essenza e berla fino all’ultima goccia.Riesco a borbottare qualcosa che probabilmente non percepiscono tanto è sfumata la mia voce: ma, ma, siete impazziti, cosa vi prende a tutti e due……In un baleno mi rendo conto della loro complicità, ho un groppo in gola, fuggo disperatamente in camera, mi butto sul letto e comincio a singhiozzare come una bambina.Resto lì distesa e piangente, a momenti sconvolta a tratti impaurita, le mie impressioni erano tutte vere anzi oltrepassavano le fantasticherie di una mamma, a cui in fondo non fanno dispiacere gli sguardi velatamente erotici del giovane figlio.Andrea da quasi un anno frequenta assiduamente Carlotta, una sua coetanea timida e sensuale con gli occhi chiari, entro i quali avevo scorto un’inconfondibile traccia di maliziosa sessualità, per lui quindi non rappresento l’iconografia di quel corpo femminile ancora da scoprire, ma qualcosa di diverso, che mi sfugge e mi opprime.La porta della camera si apre silenziosamente, sento Giorgio che si avvicina al letto, resto bocconi con la testa schiacciata sul cuscino, il corpo è scosso dai singulti, mi sento offesa ed umiliata, tento di sottrarmi alla carezza della sua mano sui capelli: dai fa la brava, sussurra lui, è una curiosità che Andrea aveva da qualche giorno, da quando l’ho scoperto in casa con Carlotta mentre lei glielo stava succhiando.Queste parole mi fanno girare di scatto, il mio volto è affranto e bagnato dalle lacrime che ho versato copiose, Giorgio sa come prendermi, mi sbottona la camicetta raggrinzita, mi strizza i capezzoli e mi eccita mentre sussurro: sei un porco, non mi avevi detto niente!Sì è vero sono un porco ma tua sei la mia troia, non ti ho detto nulla, questa sera ti avrei raccontato tutto se non fossi scappata, sono stato a guardarli di nascosto, la ragazzina è un po’ inesperta ma ci sa fare, lo succhiava fino alla radice ma con troppa foga: il pompino è un arte magica, dev’essere lento e struggente, caldo e sensuale.Porco, porco, bisbiglio ancora mentre sento le sue mani che mi strapazzano la fica inzuppata, vorrei sottrarmi e non concedermi, punirlo per aver consentito quelle frasi impudiche a nostro figlio, ma non riesco a sottrarmi, divento un bamboccio di pezza quando sono eccitata e cado come un frutto maturo mentre egli aggiunge: spogliati puttana, voglio vederti prona sul cazzo fintanto che raccoglierai in bocca tutta la mia sborra, se sarai brava ti racconterò qualche altro particolare di questa storia.Giorgio si distende sul letto appoggiando la schiena sulla testiera, è ancora vestito e vuole guardarmi bene mentre glielo succhio, sono sconvolta dalla libidine mi accuccio in mezzo alle sue gambe e lo sfodero dai pantaloni incollando le labbra alla cappella, ho la fica nera e pelosa che stilla umori e che si contrae spasmodicamente, dimeno il culo mentre ascolto le sue parole, sono al colmo della libidine senza sapere che offro uno spettacolo indecente a mio figlio, che si è infilato in camera senza che me ne accorga.La salita sul letto di Andrea è talmente improvvisa che mi accorgo di lui nello stesso momento in cui mi trafigge con la sua spada, mi lascio trasportare dalla lussuria, il suo piolo ardente mi strazia, si conficca e si ritrae dentro la mia carne lasciando una scia rovente, ho già la bocca piena di sperma quando mio figlio alza il ritmo delle stoccate: alla fine si scarica ed io ne assorbo gli spruzzi che si propagano come un fiume fuori dagli argini mentre trangugio il seme aspro di Giorgio.Passata l’ebbrezza di quegli attimi che ti catapultano nello spazio, facendoti galleggiare nell’emisfero priva di gravità, guardo sbigottita i miei due uomini di casa, le cui virilità si stanno rammollendo, ho timore di incrociare i loro sguardi, sono la sola completamente nuda e scomposta peccaminosamente sul letto.Andrea mi si rivolge con tono incredibilmente duro che mi mette in soggezione: alzati e vieni in bagno, su muoviti!Vuole che mi risciacqui sul bidet davanti a lui, accenno una flebile protesta ma Andrea mi blocca la testa mettendomelo in bocca, appoggio le labbra sul glande e faccio roteare la lingua: il flusso caldo mi inonda la gola, bevo il piscio di mio figlio imboccando un sentiero impervio da cui non farò più ritorno.Nei giorni a seguire scopro che la complicità tra padre e figlio era cominciata prima di quanto pensassi, anzi Giorgio che già aveva notato le occhiate di Andrea nei miei confronti, si era fatto confidare i turbamenti materni entrando anche nell’ambito dei rapporti sessuali fin lì raggiunti con la giovane Carlotta. Andrea gli aveva confidato che la sua ragazza era ancora vergine, oppressa in tal senso dalla severità del padre che non tralasciava occasione per ricordarle quelli che per lui erano dei sani principi da non trasgredire, aveva fatto molta fatica a piegare la sua resistenza anche per cominciare quei palpeggiamenti che sono il sale dei primi approcci amorosi.La ragazza all’inizio aveva l’incubo di farsi togliere le mutandine, tanto che Andrea aveva reagito ad un morso di Carlotta che non voleva sentir ragione, con un ceffone dicendole: basta, mi hai stufato con questa storia, mi hai fatto promettere che non dovevo violare la tua integrità e passi, ma adesso hai oltrepassato ogni limite, vattene non ti voglio più vedere!Erano soli in casa come qualche pomeriggio accadeva quando io andavo a trovare mia madre, Carlotta era caduta in un pianto dirotto, aveva chiesto scusa ma Andrea aveva fatto il duro fintanto che lei con la bocca impastata di lacrime accettò di denudarsi.Andrea volle spogliarla lui stesso scoprendo ogni intimo angolo di quello splendido corpo, le succhiò i seni deliziosi aggrappandosi alle corolle appuntite mentre con la mano le donava il piacere di una masturbazione intensa, seppur rude ed affrettata per la scarsa esperienza.Quella era stata la prima occasione in cui se lo era fatto succhiare, venendo quasi subito con un fiotto di sperma che si era spalmato sulle labbra e sul viso.Giorgio mi barattò con Carlotta ed a mio figlio non parve vero di ricevere quella proposta, si fece scoprire con la ragazza in casa mentre lei nuda gli stava facendo un pompino, Andrea fece bene la sua parte fingendo di calmare l’irritazione del padre che aveva fatto irruzione nella stanza, la ragazza era rimasta ammutolita ad ascoltare la ramanzina, terrorizzandosi quando mio marito minacciò di avvisare anche i suoi genitori.No, no questo no, ti prego, l’aveva implorato Andrea prendendosi una sberla che ben si inseriva nella sceneggiata; Giorgio allontanò nostro figlio dicendogli di andare a fare quelle compere di cui io avevo lasciato una lista, invitando invece Carlotta a rivestirsi che l’avrebbe riaccompagnata a casa lui stesso.La ragazza si era rannicchiata sul sedile passeggero, e seppur molto imbarazzata rispose con voce spenta a tutte le domande che Giorgio le rivolgeva, finchè ebbe quasi un mancamento nel sentire la mano di Giorgio che si appoggiava sulle ginocchia: rimase immobile senza spostarsi di un millimetro anche quando il palmo scivolò dentro le cosce raggiungendo le mutandine.Cercò di trattenere il respiro affannoso e si lasciò masturbare in silenzio, come fosse un atto dovuto, poi la voce di Giorgio la fece trasalire: sei tutta bagnata, ti piace farti toccare vero, confessa che sei una sporcacciona e che non aspettavi altro!Carlotta si stupì nel sentire la sua voce che rispondeva: sì è vero sono una sporcacciona, mi scusi, mi scusi!Giorgio aveva imboccato una stradina secondaria e non mollò quel bocconcino prelibato sussurrando con voce ormai rotta dall’eccitazione: hai anche tanta voglia di fare un pompino al papà del tuo ragazzo, vero puttanella?Sì, signor Giorgio rispose la ragazza affranta.Fu lei stessa con la testa calata sul ventre a sbottonargli la patta impugnando la verga tesa prima di prenderla in bocca, continuò a succhiarla quasi con disperazione, anzi accelerando il ritmo quando avvertì una mano che le palpava il culo dentro le mutandine e che subito dopo le forzava con un dito il forellino.Lo sperma scivolò dalla bocca al mento e dalla cappella alla peluria del ventre di Giorgio, che continuò a forzarle l’orifizio invitandola a passare la lingua lungo l’asta che emanava le ultime pulsioni, affinché imparasse a sorbire appieno il gusto della sborra.Da quando mio marito ha permesso ad Andrea di possedermi, in loro presenza ho sempre il cuore in subbuglio, faccio fatica a rispondere, mi metto in apprensione per un nonnulla anche perchè non ho più avuto il coraggio di affrontare l’argomento con Giorgio, che al pari di mio figlio si comporta come se nulla fosse accaduto, ho come l’impressione che vogliano mandarmi in una crisi di nervi.Anche Carlotta è profondamente turbata, è sicura che Andrea sia all’oscuro di quanto accaduto con suo padre, anzi lui l’ha più volte tranquillizzata dicendole di aver convinto il papà a metterci una pietra sopra e di aver ottenuto la sua parola che non avrebbe fatto alcun cenno ai genitori di lei.Dopo qualche giorno di comprensibili resistenze Carlotta si è fatta convincere ed è ritornata a casa nostra, Andrea le aveva giurato che noi eravamo fuori città e che saremmo rientrati a sera tardi: altro non era che una trappola per lei e di riflesso anche per me.L’attrazione ha sempre un ruolo determinante nei giovani e Carlotta non fa eccezione in questo, la ricerca di nuove emozioni induce ad allentare quei principi difensivi che solitamente frenano gli approcci, sono entrambe nudi nella camera matrimoniale e si regalano un piacere diverso mentre si avvinghiano in posizione di sessantanove, è così che li troviamo quando rientriamo a casa con Giorgio, il quale con una scusa mi aveva trattenuta fuori ben sapendo quello che sarebbe accaduto in nostra assenza.Giorgio mi fa cenno di entrare in silenzio, ci togliamo le scarpe, comincio ad intuire qualcosa ma tutto mi diventa chiaro quando ci affacciamo alla porta socchiusa, non ho più dubbi sulla complicità tra padre e figlio, sono costretta a portare una mano alla bocca per arginare un grido di stupore.Mio figlio e Carlotta sono troppo impegnati nella loro performance, non si accorgono della nostra presenza ed io mio eccito nel vedere la scena mentre Giorgio scatta delle foto con una macchina digitale: in primo piano vi è il volto deturpato della ragazza, incollata al cazzo di Andrea, si muove con frenesia senza cadenzare il ritmo del pompino, le gote si gonfiano e si svuotano, le labbra si inturgidiscono, i loro corpi si scuotono, sobbalzano sul letto anticipando di qualche attimo l’estasi finale.Il piano che hanno architettato non prevede la nostra intrusione, Andrea deve continuare a demolire la sua ragazza approfittando dell’euforia che permea le menti dopo l’orgasmo prima che si raggiunga l’appagamento, la distende al suo fianco, la bacia, le mani sono libere di stuzzicare i punti più sensibili, bisbigliano, si amano profondamente, poi colgo distintamente la voce di Andrea che le dice: girati adesso che voglio leccarti il culo!Carlotta ha un attimo di riluttanza ma poi come tutte le donne non disdegna la proposta, anzi la affronta con una punta di maliziosa impudenza che le si dipinge sul viso, affonda la faccia sul cuscino e solleva in aria il culetto rotondo, guardo Andrea che le spalanca i glutei, è proprio porco come suo padre, capisco dove vuole arrivare quando vedo comparire a fondo letto, da sotto le lenzuola, un tubetto di vaselina, osservo estasiata la lingua che si intrufola solcando l’orifizio, spingendosi all’interno alla ricerca degli anfratti oscuri.Avrei voglia di urlare e mi prende un’insaziabile voglia di essere presa, violentata, Giorgio continua a scattare foto poi avverte che il mio ansimare sta divenendo pericoloso, sa che quando sono eccitata mi lascio andare rumorosamente, vengo trascinata via da quella postazione e sbattuta a pancia sotto sul tavolo della cucina ove mi imbavaglia con un canovaccio per soffocare i miei gemiti colmi di lussuria. Ci prova gusto a raccontarmi cosa ha fatto in macchina con la ragazzina, mi dimeno mentre mi strappa di dosso le mutande raccogliendo nei polpastrelli parte della fiumana che sgorga dalla mia vagina, insiste sui particolari, le sue parole mi provocano un senso di rabbia ma anche di intensa libidine, crollo di schianto, le palpebre si chiudono, avverto l’asta che mi trafigge, anche la sua resistenza è allo stremo e mi inonda.Andrea spalma di vaselina il buchetto di Carlotta, ella ha paura e vorrebbe fermarlo ma è costretta a desistere quando la minaccia di toglierle l’altra verginità, esegue la stessa operazione anche sulla verga dura che è ritornata a svettargli davanti, poi comincia a sodomizzarla mentre mio marito riprende a scattare foto.Il culetto di Carlotta è più accogliente del previsto, i lamenti attutiti dal cuscino si trasformano in guaiti eccitati mentre l’uccello affonda progressivamente verso il raggiungimento della meta prefissa, Andrea comincia a stantuffarla facendosi strada nel canale lubrificato, la costringe ad ammettere che le piace farsi inculare: oh sì, sì, riempimi tutta, sì, sì, così, così, mi piace tanto, continua, continua ti prego.Le foto si susseguono fintanto che Andrea si abbranca con forza ai fianchi della ragazza, le fiondate diventano spasmodiche, è l’inizio dell’oblio, lo sperma si propaga denso nell’intestino mentre Carlotta si affloscia sotto il peso di lui che svuotandosi ha perso le forze.Andrea è andato ad accompagnare a casa Carlotta che non sospetta di nulla, quella sera a cena la tensione che ristagna in cucina si taglia con il coltello, all’improvviso è mio figlio che butta la maschera: allora mamma sei contenta del tuo bambino, perché non mi dici nulla di oggi?Siete davvero due porci, tu come tuo padre, borbotto io avvampando e chinando lo sguardo mentre con la coda dell’occhio seguo Andrea che si alza e si porta dietro di me poggiandomi le mani sulle spalle, mi carezza il collo con i due pollici mettendomi i brividi, sposta i palmi sul davanti e scende dentro la scollatura abbrancando i seni, li stringe con forza mentre tento di ritrarmi: dai smettila, cosa avete in mente maiali, sussurro ansimando mentre avverto che mi sto eccitando.Voglio fare il culo anche a te mammina risponde lui.Non faccio nemmeno in tempo a ribattere che mio marito interviene: dai Paola accontentalo, non vorrai lasciarlo con la voglia o peggio costringerci ad usare la forza!Vigliacchi, vigliacchi, mormoro mentre mi portano in camera, ho gli occhi lucidi per il delirante piacere che mi travolge al pensiero che verrò presa da entrambe, mi spogliano, mi toccano, mi stuzzicano, mi pizzicano, mi sculacciano, punendomi perché sono già troppo eccitata.Mi siedono a fondo letto e sfoderano i loro cazzi duri come il legno, devo usare la lingua per inumidire le crespe venature che li gonfiano, mi sento puttana fino al midollo, mi abbandono alle loro voglie, il mio corpo diventa solo un oggetto di piacere, possono usarmi per soddisfarsi, ciò li rende tronfi, pieni di boria, mi adeguo e partecipo attivamente scoprendo che quel giuoco mi attrae, sono anch’io complice delle loro perversità.Carlotta sta aspettando Andrea e spalanca la porta di casa convinta di trovarselo davanti, rimane attonita ad osservare la figura di Giorgio sul cui volto si stampa un sorriso equivoco ed un cenno di saluto, quell’uomo le incute timore, non si chiede nemmeno perché sia arrivato lui al posto del figlio, sa che la può ricattare ma mai avrebbe creduto a tal punto dal veder sparpagliate sul tavolo del salotto alcune istantanee che la ritraggono.Si sente perduta, vorrebbe sprofondare, ha un nodo alla gola, ascolta impietrita la voce di Giorgio che da dietro le sussurra vicino ad un orecchio: lo sai che sei proprio una viziosetta, non ti limiti solo ai pompini ma ti piace anche prenderlo nel culo, non temere io so mantenere i segreti, Andrea non sa nulla e non gli diremo dell’esistenza di queste fotografie come pure non diremo nulla al tuo papà!Mi piacciono le puttanelle come te, false santarelline che invece non vedono l’ora di fare le sporcaccione, e di poter soddisfare non solo il proprio ragazzo ma anche il di lui papà, perché è questo che vuoi vero porcellona?Carlotta annuisce mentre due grosse lacrime le solcano il viso, lascia che le mani di Giorgio le aprano la gonna che sfila a terra con un lieve fruscio, la fa piegare in avanti con i gomiti appoggiati sul tavolo, ha il corpo scosso dai singulti ma non dice una parola, davanti agli occhi ha le foto motivo di quel ricatto, li chiude per non esasperarsi e nello stesso momento si chiede come possa avere la fichetta così pregna di umori, ritiene sia la paura o forse il fatto che lei è veramente una puttana.Gli slip vengono abbassati e le dita solcano le sue preziose nudità mentre Giorgio le chiede: vuoi che ti lecchi il culetto anch’io? Lei non riesce a rispondere si limita ancora ad annuire ma l’uomo adesso vuole sentire la sua voce, glielo richiede mollandole un paio di sculaccioni, egli dosa la forza in maniera che trasmettano l’effetto di una maggior eccitazione, intanto le ha sollevato anche la maglietta scoprendo con soddisfazione che non indossa l’intrigante reggiseno, agguanta una tettina appuntita e ne stuzzica il capezzolo turgido tra il pollice e l’indice.Sì, sì mi lecchi il culetto la prego signor Giorgio, sussurra Carlotta con voce intrisa di libidine.La ragazzina non riesce a spiegare a sé stessa la sua totale remissività, le sue frammentate parole sono come dei flash che formano dei pensieri istantanei prima di fuggire veloci come un battito d’ala, è sempre più inzuppata e quando lui scende più giù ad assaporare il profumo della vagina suggendone gli umori e poi il clitoride, ella con uno scossone da conferma all’esclamazione che Giorgio emette a bocca piena: sei proprio una troietta libidinosa!Poi si lascia andare: sì, sì, sono una porca, non so trattenermi, godo, godo, sì, sì mi punisca signor Giorgio, ha ragione sono proprio una libidinosa….una ninfomane.Lui torna a sculacciarla e Carlotta si morde le labbra, vorrebbe subire in silenzio ma non sa trattenersi ed alza il tono quasi gridando, incitandolo perchè continui a punirla.Lo ha sentito armeggiare, adesso avverte anche il glande che le sbatte sulle natiche, resta qualche istante con il fiato sospeso pensando che voglia sodomizzarla senza usare le stesse cautele usate dal figlio, ma le intenzioni di Giorgio sono diverse da quelle che immagina.Le schiaccia il dorso con una mano cercando di bloccarla sul tavolo, mentre punta la cappella sull’ultimo baluardo sussurrando con voce che sembra un rantolo: voglio essere io a toglierti la verginità!No, no, non lo faccia la prego biascica Carlotta quando ormai è troppo tardi, il cazzo si è introdotto con facilità entro quel nido vischioso, lei ne sente la consistenza che gonfia il grembo, Giorgio si muove piano e lei lo accompagna in quello struggente lento andirivieni dimenando il culo, la tiene sulla corda, lei ansima vistosamente stordita dal piacere che le trasmette quella spada vibrante che pare le laceri i tessuti.Sì, sì, ancora, come è grosso, oh sì mi piace tanto, di più, di più, biascica Carlotta che pare aver perso il contatto con la realtà, ciò accentua l’avvicinarsi dell’apoteosi in Giorgio, il ritmo diviene più serrato, le mani mordono la pelle delicata della ragazza, con fatica riesce a ritirarsi prima che gli spruzzi di sperma schizzino via fiondando le cosce ed il culo della ragazzina.Sul pavimento una piccola traccia ematica da conferma della perduta illibatezza.Carlotta è corsa in bagno a ripulirsi minuziosamente, Giorgio l’ha lasciata sola eseguendo analoga operazione entro il lavello in cucina, poi ne ha atteso il ritorno in salotto seduto sul divano.Passano diversi minuti prima che la ragazzina torni mogia mogia al cospetto di Giorgio, passata l’euforia dell’amplesso sono ritornati gli incubi, ha gli occhi arrossati dal pianto, ora è ancor più bella, brilla di luce accecante, il suo corpo elegante e minuto coperto da mutandine e maglietta le da un’aria sbarazzina, quasi provocatoria, che fa rizzare l’uccello.Giorgio la fa avvicinare, le fa togliere la maglietta e la lascia qualche istante scopertamente imbarazzata osservando i seni appuntiti che danzano liberi da ritenzioni.Adesso voglio che ti fai un ditalino qui davanti a me!Carlotta con il volto infiammato infila lentamente una mano entro le mutandine, prima di raggiungere la fessura ha uno scuotimento che preannuncia il dilatarsi della vagina, sommersa com’è dalla linfa che la irrora, l’agitazione delle membra evidenzia la crescente eccitazione, incolla due dita sul clitoride, respira a bocca aperta, ascolta la voce dell’uomo che detta nuovi ordini, li esegue meccanicamente e raggiunge un orgasmo esplosivo che la fa barcollare.Gli occhi della ragazza sono simili a due fessure, guardano annebbiati Giorgio che si è tirato fuori l’uccello, la mano di lui si muove lentamente scappellando il glande violaceo, ne rimane affascinata finchè un sussurro la scuote: su salimi sopra, voglio che sia tu ad impalarti adesso!Carlotta si sfila le mutandine, viene accolta dalle sue braccia, si inginocchia sul divano, sente la cappella che le sfiora il pube, è stravolta dal piacere, lascia che le sue mani accompagnino l’unione dei sessi, quando avverte un dito in culo si scatena, si immola su quell’asta vibrante come una condannata al patibolo, rivolta la testa all’indietro, la bocca le si riempie di gemiti di piacere.Adesso la ragazza urla sguaiatamente, la bocca di Giorgio trattiene all’interno un capezzolo, ne strizza il bottoncino racchiuso tra i denti, ella non sa più trattenersi e farfuglia freneticamente: sì, sì, chiavami porco, ti piace fottere la ragazza di tuo figlio vero puttaniere!Nei giorni a seguire Carlotta subisce il fascino di quella persona adulta che riesce a farla eccitare solo con lo sguardo, i suoi occhi la penetrano, la dominano, le incutono paura ma nello stesso tempo le trasmettono una forza disibinitoria senza eguali, accetta situazioni e comportamenti sempre più indecenti, che finiscono con il coinvolgermi, inaspettatamente, senza lasciarmi il tempo di riflettere o di reagire.E’ una domenica mattina quando Carlotta arriva a casa nostra, Andrea è uscito senza dir nulla dell’arrivo della sua ragazza, mi accorgo che mio marito la sta aspettando dal come la saluta e la fa accomodare in salotto, ordinandomi con tono brusco di servire un caffè in attesa del rientro di nostro figlio.Leggo negli occhi della ragazzina ansia e timore, cerco di stemperare la tensione allontanandomi per preparare quanto richiesto, ma non resisto alla voglia irrefrenabile di spiarli, so che Giorgio si aspetta questo mio atteggiamento, ne ho avuto le avvisaglie dai discorsi seppur evasivi dei giorni precedenti.Capto le parole di Carlotta che fuoriescono dalla bocca come fossero dei lamenti sommessi: per favore Giorgio, no, non qui, la signora Paola può arrivare da un momento all’altro!Sta buona puttanella, ribatte lui, non succederà nulla, su da brava sollevati la gonna, svelta dai se non vuoi che cominci a sculacciarti!Giorgio è seduto in poltrona e tiene la ragazzina in piedi in mezzo alle gambe, come Carlotta ubbidisce mostrando le candide mutandine egli ne solca la fessura sopra il tessuto leggero, ella ansima con la bocca socchiusa, si lascia frugare dando l’impressione di essere adusa a quei toccamenti lascivi.Vuoi che ti lecchi la passerina?Carlotta gorgoglia un sì spaventato anche se si lascia abbassare le mutandine e solletica dolcemente la nuca di mio marito durante l’azione mordace della sua lingua.Vorrei urlare ed avventarmi su di loro per fermarli ma non ci riesco, anzi mi accorgo che sono spaventosamente eccitata, corro in cucina a spegnere il caffè e ritorno un attimo dopo nella stessa postazione impugnando una banana che ho raccolto di fretta.Guardo la scena usando la banana sbucciata come un vibratore per lenire le fitte che provengono dalla mia fica fradicia, faccio fatica a tenere gli occhi aperti anche se vedo con estrema chiarezza quello che succede in salotto, ora la ragazzina è stata fatta girare e piegata in avanti espone il suo bel culetto entro il quale guizza come una saetta la lingua di mio marito.Non dura molto quella lubrificazione salivale, Giorgio la fa piegare sul divano con il culo per aria e la testa affondata sui cuscini, estrae dalla tasca un tubetto di crema con cui spalma lo sfintere ed il suo randello teso, la sormonta e comincia ad incularla, guardo attonita il cazzo che entra ed esce con facilità entro quel buchetto già esplorato da mio figlio.Il volto di mio marito si trasforma in una maschera dalle sembianze feline, agguanta per i fianchi la sua preda, la sbatte con rinnovata intensità alla ricerca di quell’orgasmo che sente vicino e che lo fa grugnire di soddisfazione nel momento in cui scarica lo sperma entro il canale rettale.Mi avvicino a loro come uno zombi ed assorbo lo sguardo truce di Giorgio che nota il mio stato con ancora la banana piantata nella fica, una sberla mi disincanta mentre la sua voce mi fa rabbrividire: come ti permetti di spiarci troia, guarda come ti sei ridotta, sembri una bagascia!Carlotta rimane impietrita con il viso schiacciato sul divano, un rivolo scuro si dirama nel solco tra le natiche, resta appiattita in silenzio quasi senza respirare, come fosse una persona nell’ombra che teme di essere scoperta, dal fruscio degli indumenti capisce che Giorgio mi sta spogliando, lo schiocco di un’altra sberla anticipa le scuse che lui pretende da me per essermi introdotta senza il suo permesso.Debbo succhiare il cazzo imbrattato di residui fecali, inginocchiata ai piedi di Giorgio sento che il randello acquista nuovo vigore, ritorna a pulsare, con la coda dell’occhio vedo che la ragazzina ha spostato appena la testa di lato per osservare di sottecchi, avendo percepito i rumorosi risucchi che accompagnano la suzione, poi mio marito mi blocca e mi fa rialzare in piedi.Carlotta non riesce a soffocare il suo respiro diventato rantolo nel vedere quel che Giorgio mi ha ordinato di fare: debbo impugnare la banana e riprendere ad usarla fino in fondo per scoparmi da sola, mentre lui si diverte a martoriarmi le tette ed il culo con le mani che somigliano a due tenaglie.Mi becco altre due sonori ceffoni prima di eseguire il nuovo ordine: ora debbo usare la banana, che gocciola dei miei umori vaginali, per scopare Carlotta, la sua fichetta risucchia il frutto all’interno e la troietta sculetta quasi ad approvare la mia azione che diventa man mano sempre più ficcante, infine si scompone avvertendo la mia lingua che si insinua tra le rotondità raggiungendo il buchetto rugoso.Giorgio cadenza i ritmi, fa rivoltare la ragazzina il cui volto è stravolto dalla libidine, le impone di sbottonarsi la camicetta e di strizzarsi le tettine appuntite mentre lui le spalanca le cosce tenendole divaricate per le caviglie, da me vuole che degusti la banana conficcata interamente nella vagina, mangiandone un pezzetto per volta in uno con gli sbrodolamenti che fluiscono copiosi.L’apoteosi si compie quando Giorgio mi scopa alla pecorina continuando a trattenersi sulle caviglie della ragazzina, che poi accetta senza alcun tentennamento di svuotarmi la passera colma dello sperma appena fiondatovi dentro da mio marito, mentre lui la sculaccia trattandola come una bambina viziosa.Questa mia prima esperienza saffica, per di più con la morosa di mio figlio, mi ha lasciata intontita, facendomi scoprire una sfaccettatura nuova, diversa, fin quasi irreale, adesso basta che una donna mi guardi perché mi si inumidisca la fica, ciò ovviamente mi rende ancor più succube dei miei due uomini di casa, che approfittano di ogni occasione per buttarmi nella mischia.Patrizia è la sorella più giovane di mio marito, è sposata con un meridionale e si è trasferita colà da diversi anni, hanno una figlia sedicenne, quest’ultima ha dei problemi di salute e necessita di alcune visite specialistiche al nord, per cui le ospitiamo a casa nostra, mio cognato deve ripartire subito per impegni di lavoro e dopo un paio di giorni mia nipote viene ricoverata in una clinica per degli esami.I primi responsi sono negativi e pare proprio che Maria non abbia nulla di grave, mia cognata è più serena e finalmente riesce anche a sorridere essendo scemata la preoccupazione, resta comunque stressata e si vede che ha voglia di riposarsi per cui d’accordo con Giorgio, dopo pranzo, di fatto la obblighiamo ad usare la nostra camera matrimoniale ove può stare più comoda.Giorgio aspetta che si sia spogliata e distesa a letto sotto le lenzuola prima di entrare lasciando la porta leggermente socchiusa, credo voglia sincerarsi che la sorella riposi tranquilla ma mi sbaglio, dopo qualche minuto mi affaccio e resto sconcertata: le mani di mio marito sono nascoste dalle lenzuola ma inequivocabilmente vagano sul corpo della sorella che bisbiglia qualcosa che non percepisco.E’ solo una questione di pochi attimi perché tutto mi diventa chiaro ascoltando la voce di Giorgio che ha sollevato le lenzuola scoprendo il bel corpo nudo della sorella, la quale indossa solo un paio di ridotte mutandine che poco nascondono della sua rigogliosa foresta dorata: hai voglia che ti visiti vero, come quando eravamo ragazzini, ti piaceva tanto giocare al dottore.Questa volta la risposta gorgogliata di Patrizia mi giunge chiara: dai Giorgio non scherzare, di là c’è tua moglie Paola e poi sono passati talmente tanti anni, non farai sul serio?Certo che faccio sul serio, tu non stai molto bene ed io sono il tuo dottore, lo sai che devi fare la brava bambina e lasciarti visitare, non devi aver paura ma dirmi solo dove ti fa più male, ci penserò io a curarti!Seguendo un rituale antico come il tempo che era ancora ben nitido nella memoria, Patrizia ritorna ragazzina e sussurra con voce infantile: sì, sì, dottore mi visiti, farò la brava!Giorgio affonda entrambe le mani unite sull’inguine evitando di toccare le mutandine, palpa a fondo la zona costringendo la sorella ad allargare le cosce: è qui che ti fa male o da qualche altra parte?Patrizia ha uno sbuffo e sussulta, poi risponde pianissimo: no lì no, ho un dolorino in mezzo alle gambe, lì vicino!Lui la esaspera, sposta un po’ più avanti le mani finchè i polpastrelli si ritrovano a ridosso del bordo delle mutandine: allora è qui che senti il dolore?No, no balbetta Patrizia come se fosse in trance.Giorgio la fa sollevare sui gomiti e le mette un cuscino sotto la schiena, poi stira verso l’alto le mutandine, arrotola il tessuto sul davanti facendolo diventare come il filo di un tanga, schiude le grandi labbra della sorella e le sfrega con la stoffa leggera, usandola come fosse una raspa, mentre continua a torturarla: su dai adesso dimmi dove vuoi che ti visiti!Lì, lì, sospira Patrizia che ormai si muove come una forsennata.Lì dove, non capisco dimmi esattamente!Nella figa, è bollente, mi brucia dentro!Sei proprio una bella sporcacciona lo sai che si chiama vagina, ti pare questo il modo di rivolgerti al dottore, insiste Giorgio penetrandola a fondo con tre dita.Scusami, scusami……Non bastano le scuse sai cosa voglio dalle mie pazienti vero?Oh sì, sì, vuoi sborrarmi in bocca, tiralo fuori, dammelo ti prego!Patrizia ingoia in un colpo solo l’asta svettante di suo fratello, lo succhia miagolando come una gatta in calore, Giorgio si gira verso la porta e mi fa cenno di entrare, guardo abbagliata la ficona di mia cognata, che non ha nemmeno il tempo di percepire le mie fauci che si scatenano strappandole ogni più intimo delizioso sugo.Quando le brezze del piacere si diradano Patrizia ci guarda estasiata e sussurra: mio Dio non sapevo che eravate così sporcaccioni, era tanto forse tempo che non mi capitava niente di simile!Il rientro in casa di Andrea ci impone di risistemarci in fretta, mio marito si apparta con lui ed io già immagino cos’abbia in mente, Patrizia si è rimessa quieta sotto le lenzuola quando suo fratello rientra con mio figlio, l’approccio è tutto un programma anche se Patrizia non percepisce subito le intenzioni dei due porconi.La zia non si sente molto bene, è stanca, forse è stata la tensione per tua cugina, dovresti farle uno dei tuoi massaggi sulla schiena, sai Patty lui è molto bravo!In pochi attimi Patrizia si ritrova bocconi con la testa affondata nel cuscino, Andrea le spalma un unguento e comincia a massaggiarla facendo scorrere le mani sui fianchi ove va a palpare anche i seni, mia cognata sussulta affannata avvertendo che si sta eccitando; seguendo la spina dorsale Andrea giunge al bacino, le abbassa le mutandine e scopre interamente le natiche.Ora Patty fatica a soffocare i gemiti che debordano malgrado ella cerchi di tenere la bocca incollata al cuscino, le dita di Andrea scorrono entro le maestose mezzelune e forzano l’orifizio, prima una falange poi due aprono il canale malgrado i tessuti oppongano resistenza, ella infatti si era fatta sodomizzare solo da ragazzina dal fratello non ripetendo più l’esperienza con il marito.Ti prego Andrea cosa stai facendo mormora Patty sollevando appena la bocca dal cuscino.Non te lo immagini zietta, mi ha detto il papà che te lo faceva anche lui quando eravate ragazzi!Patty ha uno scatto gira la testa verso il fratello dall’altro lato del letto, ha solo il tempo di esclamare: porci, puttanieri, mi volete distruggere!Giorgio le aggancia la testa mettendola di traverso, l’uccello rientra nel forno caldo della sorella che sbuffa succhiandolo con avidità, Andrea è già prono dietro di lei e glielo pianta in culo facendole arcuare la schiena, è una scena che mi sconvolge e sono costretta a sditalinarmi con furia raggiungendo un orgasmo intenso quanto quelli che inondano mia cognata.Patrizia analogamente al mio modo d’essere è turbata da quanto avvenuto così inaspettatamente a casa nostra e lo si vede dal come si rapporta con noi, timorosa quasi di rivolgere la parola.A pranzo intuisco che Andrea sta combinando qualcosa, la sua mano è sotto la tavola e sicuramente si sarà posata tra le gambe della zia che le siede sulla destra, Patrizia continua a mangiare con il capo chino, il volto le si è arrossato, faccio finta di far cadere a terra il tovagliolo per guardare e come prevedevo ha le cosce spalancate e mio figlio le sta scavando la fessura da sopra le mutandine.Giorgio se ne va per un impegno, io mi alzo per sparecchiare ma Andrea mi blocca: fermati qui non vedi che questa sporcacciona ha una voglia matta di farsi leccare la figa!Patrizia si sposta di fianco al tavolo e si solleva il vestito dopo essersi sfilata le mutandine, io debbo chinarmi a novanta gradi per inserire la lingua entro la sua fessura, mi tengo in equilibrio con le mani sulle sue cosce, esponendo così il mio bel culo a quel porcone di mio figlio.Oggi tocca a te mammina, sei contenta vero che ti faccio il culo.Patrizia guarda allucinata la scena non credeva che in casa ci fossimo spinti a tanto, poi borbotta: sì, sì inculala questa troia di tua mamma che mi sta prosciugando la passerona!Mia nipote viene dimessa non le hanno trovato nulla, sta bene, Patrizia trasuda felicità da tutti i pori della pelle quando usciamo dalla clinica ove l’avevamo accompagnata, telefona al marito che le verrà a prendere il giorno seguente, una sola cosa la rattrista dover rinunciare a quel ritrovato menage incestuoso che aveva caratterizzato gli anni giovanili, ma ha già in mente di ritornare per sottoporre la figlia ad ulteriori controlli, ci saranno perciò altre occasioni per partecipare alle coinvolgenti trasgressioni della famiglia del fratello, e noi l’aspettiamo a braccia aperte.
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