Le notti seguenti furono ancora notti di battaglia. Chiara era lo strumento di piacere di Francesco e Federico. Ormai Lana era quasi sempre assente. Per quasi tutto il tempo c’erano con lei due uomini. Federico prendeva con lei una matrimoniale e in piena notte la lasciava preda di Francesco. A volte passavano tutta la notte senza concederle di venire.. La riempivano, le venivano tra i seni, in bocca,dovunque volessero. Poi Francesco tornava in camera e Federico le concedeva le sue mani per venire. Non era sempre così ad ogni modo, ma a Chiara piaceva da morire. Continuò così fino all’ultima notte.Nell’ultima notte accadde qualcosa di diverso. Fina dal mattino c’era qualcosa di particolare nell’aria. Innanzitutto ricomparve Lana. Chiara la trovò distesa acanto a lei al mattino, al posto di Federico che si era addormentato nudo con una mano sul suo seno. Chiara si costrinse a non pensare a quanto così surreale la situazione. Lana la guardò con un sorriso sornione. Chiara sentì l’impulso di darle un bacio leggero come quella volta in strada. Le si avvicinò alle labbra e la baciò quasi di rapina. Lana rise:• Ti sei alzata di buon umore, piccola mia… -• Ma tu non eri in vacanza? – chiese Chiara• Oggi è il compleanno di Francesco – Lana sfoderò il suo solito sorriso malizioso – Mi devi aiutare a fargli un regalo -• Sorpresina? -• Non sto esattamente pensando a una cravatta… – Lana si mise a cavalcioni su Chiara. Era completamente nuda. Chiara le vide il pube in bella evidenza.• Comincia a interessarti? – chiese Lana. Chiara ci pensò seriamente su:• Credo di no. Mi interessa quell’affare che ha Federico tra le gambe. Ma tutta questa storia mi fa interessare a te. E mi fa trovare molto sottile la differenza tra un uomo e una donna. No, non credo che mi interessi particolarmente questa cosa pelosa che mi hai messo a pochi centimetri dalla faccia – rise – però non mi infastidisce e se vuoi un po’ di attenzione… -• Ora no. Voglio conservare le energie per stasera -• Allora cos’hai in mente? C’è qualcosa che Francesco desidera? -• Be’ una ce l’ho sotto di me ma ne ha già avuto in abbondanza – Lana sorrise guardando Chiara – L’altra la desidera da morire ma non sa ancora di desiderarla – Chiara guardò Lana interrogativamente. Lana aveva un sorriso diabolico che era tutto un programma: – Comunque ora dimenticatene fino a stasera. Vedrai. E stai al mio gioco -Non disse altro. La giornata passò pigramente. Gironzolarono come turisti per la città, visitarono una vecchia abbazia fuori mano e tornarono a cenare. Chiara aveva comprato un piccolo regalo per Francesco e glielò consegnò a cena. Francesco la baciò leggermente sulle labbra nel ringraziarla e Lana finse un moto di gelosia: “Finché ho le tette, voi due tenetevi a distanza l’uno dall’altra e ricordate che mi dovete obbedienza”. Il clima era molto spensierato e il tempo passò in fretta. Quando furono al caffè, Lana propose di finire la serata in un locale che aveva adocchiato sulla strada vicina. Era una sorta di disco-pub, un posto abbastanza carino ed elegante. Chiara accettò incondizionatamente, memore dell’avvertimento della mattina e Francesco finì per adeguarsi. Mentre tornavano in albergo per cambiarsi, Francesco sussurrò a Chiara che Lana doveva avere in mente qualcosa di particolare, visto che non gli aveva fatto un regalo e che aveva l’aria cospiratrice. “Ma tanto tu devi far parte del complotto” fece poi, sempre rivolto a Chiara. “Chissà” rispose lei “forse so molto e forse non so niente”. “Di certo nessuno di noi due sa mai bene cosa ha davero in mente quella strega di Lana”. Era la verità e lo sapevano entrambi.Arrivati in albergo Lana ordinò a Francesco di cambiarsi in camera sua e di aspettarle lì, poi andò a prepararsi nella stanza di Chiara. Sulla porta della stanza la prese tra le braccia e la baciò:• Sai che cominci a piacermi anche quando sono Lana? -• Tanto non ti sposo – rispose Chiara. Entrarono in camera e cominciarono a spogliarsi. Lana era sempre più bella e Chiara la guardava ammirata. Indossarono due abiti da far paura, poi Lana disse a Chiara di sceglierne un terzo nel suo guardaroba. Chiara le chiese perché, ma Lana non rispose. Si limitò a ripeterle: “Scegline uno che farebbe svenire un uomo come Francesco”. Chiara scelse un abito di Lana, di un colore rubino intenso, molto aperto sulla schiena. Lana apprezzò la scelta, disse a Chiara “ora seguimi e fai tutto quello che ti dico”, poi fece cenno di uscire e raggiunsero la camera di Francesco. Lui era in accappatoio, non aveva resistito alla tentazione di infilarsi sotto una doccia. Disse alle donne di dargli ancora un paio di minuti, perché in fondo era il festeggiato. Lana sussurrò qualcosa all’orecchio di Chiara, poi disse ad alta voce: “Dai Chiaretta, dagli la prima parte del suo regalo”. Chiara si avvicinò a Francesco e senza troppi convenevoli, infilò una mano sotto il suo accappatoio, gli afferrò il pene e cominciò a masturbarlo mentre lo baciava sul collo. Francesco restò immobile, un po’ preso in contropiede. Lana lo spinse verso il letto e l fece sdraiare. Con gran rapidità, Lana gli scivolò dietro e gli legò le mani alla testiera. Occorre dire che lui si lasciò legare di buon grado.• Tutto qui quello che sai fare? – sbottò Lana verso Chiara – Prenderglielo in mano? – Chiara scivolò con la bocca lungo il corpo di Francesco e cominciò a leccargli il cazzo. Lui si godeva immobile la sua lingua.• Sta cominciando il tuo regalo di compleanno, Fra – disse Lana. Chiara continuava a prendergli il cazzo in bocca con maestria. Lana la raggiunse inginocchiandosi sul cazzo di Francesco e la aiutò. Si alternarono con le lingue, passandoselo di bocca in bocca e di tanto in tanto baciandosi tra loro per scambiarsi i suoi umori. Dopo alcuni minuti Francesco cominciò a venire copiosamente nella bocca di Lana. Lana bevve il suo seme, mentre Chiara gli ripuliva il pene con la lingua. A Francesco sembrava di essere trattato come un principe.• Ti stiamo trattando proprio come una principessa – disse Lana.• Come un principe vorrai dire – sospirò Francesco ritrovando il fiato.• No – rispose Lana – Da ora in poi proprio come una principessa – Francesco guardò Lana perplesso e Chiara fece altrettanto. Poi una luce cominciò a farsi strada nelle loro teste:• Lana cosa vuoi fare? – chiese Francesco con un pizzico di tensione. Lana lo guardò sorridendo:• Qualcosa che vuoi fare anche tu -• Io non voglio fare proprio niente – Francesco provò a muoversi ma aveva dimenticato di avere i polsi legati.• Invece mi sa che lo desideri molto più di m e non hai il coraggio di ammetterlo… -• Lana… – (la voce di Francesco era quasi diventata supplichevole)• …guarda come ti sta eccitando solo l’idea… – Effettivamente, nonostante fosse appena venuto, il cazzo di Francesco ricominciava a prender vita. Lana stava guidando il gioco da sola, sfoderando un’autorità naturale che Chiara e Francesco non potevano non riconoscerle.• … e stavolta non sono i miei trucchi che ti aiutano… – Lana spinse dolcemente la testa di Chiara verso di lui. Obbediente, lei si chinò a prenderglielo di nuovo in bocca:• E io cosa faccio l’assistente all’uccello di Francesco? – rise• Fra un po’ avrai un’amica che ti farà compagnia, non preoccuparti – • …Lana, per favore, non farmi scherzi… – la voce di Francesco si spense in un sospiro quando la bocca di Chiara si avvolse intorno al suo cazzo. Chiara cominciò a leccarglielo dolcemente, andando su e giù lungo l’asta, accarezzandogli le palle e affondandoselo quasi fino in gola. Francesco cominciò a perdere fiato.• Dimmi che non le ho insegnato bene alla mia Chiaretta… – sussurrò Lana. Francesco aveva gli occhi chiusi.• Ora dimmi che lo vuoi – sussurrò ancora Lana. Francesco non rispose. Chiara continuava il suo lavoro, succhiando e leccando.• Dimmi che lo vuoi, Fra. Dimmi che lo desideri. Perché io so che lo desideri – Francesco schiuse leggermente le labbra come per parlare, poi le richiuse. Chiara fece entrare il suo cazzo in bocca per intero. • Lo vuoi, Fra? – sussurrava Lana. Chiara continuò ad accarezzargli le palle, muoveva su e giù la testa avvolgendolo con la lingua. Lana continuava a sussurrare quella frase “lo vuoi Fra?”, in modo ipnotico, Francesco continuava ad aprire la bocca come per parlare e poi a richiuderla di scatto, impedendosi di far uscire sillaba, lo vuoi, Fra, lo vuoi ipnotico e finalmente le labbra di Francesco di aprirono per lasciare uscire definitivamente la risposta, LO VOGLIO, disse, lo voglio, fai quello che devi fare, così disse, Lana si aprì in un sorriso e -in un tempo assolutamente impercettibile, Chiara si ritrovò ad avere le labbra appoggiate ad un pube femminile, stava baciando un sesso femminile, la lingua affondata sulle labbra, sollevò lo sguardo e vide davanti a lei una donna, che in qualche modo misterioso le ricordava Francesco, ma che non era Francesco, semplicemente una donna. Ebbe un sussulto spaventato, non aveva mai assistito a niente del genere, anche se lo immaginava, non aveva mai visto nessuno trasformarsi davanti a lei, anzi sotto di lei. Lana non le diede il tempo di stupirsi, portò una mano alla sua nuca e lo costrinse a leccare quel sesso bagnato. Lei lo fece e anche con una certa voluttà. Infilò la lingua nella fessura umida e le cercò il clitoride. Leccò e succhiò, leccò e succhiò, finché non sentì la donna sotto di lei – Francesco – venire e urlare di piacere (dicono che il piacere di una donna sia molto più forte, no?). Lana sorrideva soddisfatta.• mmh… mi sembra proprio che ti sia piaciuto – disse a Francesco (alla donna che ora era Francesco) – O sbaglio? – Lei (Francesco) mugugnò.• Però mi sai che non era la lingua di Chiaretta, che volevi, vero? – Francesco scosse la testa in senso di diniego.• E già, mi sa che bisognan procurarti un cazzo, vero Chiara? -• Forse anche più d’uno -rispose Chiara – mi sembrava piuttosto calda – Lana e Chiara risero. Poi rise anche Francesco (la donna):• Troie – sussurrò a mezza voce, col respiro ancora affannoso. Poi si sollevò a sedere sul letto e si guardò allo specchio sulla parete di fronte. Era una donna bellissima. E soprattutto si sentiva donna. Lana e Chiara decisero di trovare un nome per Francesco, ora che era una donna, e scelsero Elena. Poi aiutarono Francesco (Elena) a vestirsi. Elena non aveva idea di come truccarsi e le due (tre) donne si divertirono non poco a prepararla per la serata. Quando furono pronte Lana aggiunse il tocco finale. • Stasera saremo tutte diverse da come siamo di solito – disse. Socchiuse gli occhi e Chiara sentì che le era accaduto qualcosa. Si guardò allo specchio e non si riconobbe. Era diversa. Molto bella, non così diversa da quello che era di solito, ma diversa. Lo stesso era accaduto a Lana. Si impose di non soffermarsi troppo a riflettere sulla cosa e di pensare che fosse una specie di travestimento carnevalizio. La straordinarietà di tutti quegli eventi non consentiva raziocinio. Ad ogni modo, tutte e tre insieme, erano uno spettacolo mozzafiato. Poi cominciò la serata vera e propria. Lana aveva scelto un locale all’aperto un po’ fuori città. Né Chiara né Elena avevano idea di come lo avesse scovato. Era effettivamente un posto molto bello, uno di quei locali dove la gente può bere e se vuole anche ballare, ma soprattutto un posto particolarmente… caldo, per così dire. Quando fecero il loro ingresso fecero voltare molte facce. Non erano vestite in modo particolarmente appariscente, ma c’era qualcosa in loro che faceva perdere agli uomini la capacità di girare gli occhi da un’altra parte. Passarono mezz’ora a disfarsi di corteggiatori non desiderati. Chiara studiava Elena con molta attenzione. Aveva una certa impacciatezza che poteva essere facilmente scambiata per vezzo. Soprattutto emanava quella forma di attrazione che, in modo diverso e complementare, aveva trovato in Federico. Il sentirsi completamente di un sesso, senza aver del tutto dimenticato l’appartenenza all’altro. Un certo padroneggiare a livello inconscio i meccanismi di seduzione, proprio grazie a quella conoscenza intima dei desideri del sesso opposto. Era questo -ora lo capiva- che la stregava di Federico e la stessa cosa, ma in modo femminile, si percepiva in Elena. Chiara si chiese se avrebbe mai avuto il coraggio di chiedere a Lana di farlo anche a lei… Elena intanto aveva catturato l’attenzione di un paio di ragazzi ai quali sembrava interessata. Lana si avvicinò a Chiara e le disse: “Devi sceglierne uno, ma non uno a caso. Devi scegliere quello che vuoi. Solo quello che vuoi più di ogni altro. O lui o nessuno. Delle seconde scelte stasera non ci interessa. Chiaro?”. Chiara annuì stupita. Lana aveva già tutto in mente, sapeva esattamente cosa sarebbe successo quella serata, in ogni minimo dettaglio e non era per magia, era per una forma di… padronanza della situazione. Stava guidando tutte loro e lo faceva – se ne rendeva conto solo ora – sin da quando erano partite (partiti?) da casa. Aveva sempre avuto tutto in mente. Chiara si disfò a sua volta di un tizio particolarmente insistente e vide Lana parlare con Elena. Subito dopo Elena e Lana si allontanarono dai due ragazzi e si persero nella folla. Chiara rimase sola per un po’. Si decise ad andare a bere qualcosa e, mentre beveva, lo vide. Vide il ragazzo che avrebbe scelto. La cosa straordinaria era che non si chiese neanche per un attimo se gli sarebbe piaciuta, se per caso lui fosse lì con qualcun’altra o se per ironia della sorte magari fosse gay. Sapeva -semplicemente sapeva- che lei avrebbe scelto lui e lui non avrebbe potuto fare niente per difendersi. Si sentiva come un animale predatore in stato di grazia. Puntò dritta su di lui come avrebbe fatto un’aquila con un coniglio sorpreso in campo aperto. Gli si avvicinò e si fermò a pochi centimetri dalla sua faccia.• Ciao – gli disse. Lui ebbe un moto di sorpresa per la decisione con cui era stato raggiunto. Non si chiese neanche per un istante se per caso non si fossero conosciuti già da qualche altra parte:• Ciao – le rispose. Era italiano. Ma questo Chiara lo sapeva.• Mi offri qualcosa da bere o la offro io a te? – E mentre lo diceva vide Lana ed Elena sedute ad un tavolino appartato con due uomini. Non dette al ragazzo il tempo di rispondere:• Mi offri una cosa abbastanza forte a tua scelta e me la portì a quel tavolo, dove ci sono quelle due ragazze, dietro alle quali non sbaverai più che dietro a me… – Lui restò a bocca aperta e obbedì, sentendosi una via di mezzo tra un cretino ed uno che ha vinto la lotteria di Capodanno. Chiara raggiunse le amiche.Lana presentò i due uomini, francesi, Alain e Luc. Uno dei due aveva forse del sangue caraibico, o forse era solo abbronzato. Parlavano un po’ francese un po’ italiano, ma in qualche modo si capivano. Il ragazzo italiano tornò dopo un po’ con due beveroni baldanzosi e sedette di fronte a Chiara, senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso, come se ne fosse stregato. Parlava perfettamente francese e si capiva bene con i due uomini (anch’io parlo molto bene il francese). Dei due francesi Luc era il più allegro, teneva banco, sfoderava ironia e un certo savoir-faire. Non staccava gli occhi di dosso a Lana, mentre il suo amico era tutt’occhi per Elena. A Chiara venne il dubbio che in questa strana divisione di competenze ci fosse lo zampino di Lana, così come in quel certo senso di onnipotenza che la rendeva sicura che chiunque avesse scelto quella sera, sarebbe stato suo. Al tavolo si beveva molto e si rideva molto. Sotto c’era una tensione sessuale quasi palpabile. Ad un tratto qualcosa dentro di lei scattò e decise di prendere l’iniziativa. Si voltò verso Alain, seduto accanto a lei e gli chiese in qualche modo se c’era spazio sulle sue gambe. L’uomo annuì, un po’ confuso ed emozionato. Doveva essere il timido della comitiva. Chiara si scambiò uno sguardo di intesa con Elena per assicurarsi il suo consenso, poi si alzò e, tenendo gli occhi incollati negli occhi del ragazzo italiano, si mise a sedere sulle gambe del francese, avendo cura di sollevare con nonchalance la gonna e di lasciare i nudi slip in contatto con i pantaloni dell’uomo. Mentre lo faceva si stupiva con se stessa di quello che faceva e più se ne stupiva, più la sua eccitazione si accresceva. Poi, sempre seduta sulle ginocchia del suo uomo, si sporse attraverso il tavolo fino a raggiungere l’italiano, donandogli una generosa panoramica della sua scollatura:• Ho il bicchiere vuoto – disse – Ti andrebbe di prendermi qualcos’altro? Prometto che più tardi offro io. – Il ragazzo fece fatica a rispondere. Si alzò come imbambolato e andò a prenderle un Martini.(Mi costa una certa fatica riportare tutto questo)Quando il ragazzo si allontanò Chiara perse parte del suo interesse in Alain. Lui avvicinò timidamente una mano alla sua gambe, fingendo di posarla su di lei per mancanza di spazio. Lei si spostò impercettibilmente per agevolargli il passaggio. Quando il ragazzo italiano tornò Chiara si sporse nuovamente verso di lui per ringraziarlo e nel farlo spinse il culo Alain. L’uomo posò l’altra mano sulla sua schiena e cominciò ad accarezzarla. Chiara continuava a non staccare gli occhi da quelli del ragazzo italiano, mentre Lana ed Elena scherzavano con lui. Mentre Luc raccontava, in un italiano stentato, una storia divertente, Chiara si sporse per la terza volta verso il ragazzo, stavolta affondando letteralmente il culo sulla patta del francese. Poi, a bassissima voce, gli sussurrò:• Parli bene francese – Il ragazzo rispose di sì cercando di non affondare troppo smaccatamente lo sguardo nel seno di lei.• Mi dici come si dice una cosa? -• Cosa? – • Infilami un dito nella figa, per favore – Il ragazzo divenne rosso. Lei rise prendendolo in giro:• No, non lo sto dicendo a te. Voglio dirlo a lui, ma non so come si dice in francese. MI sono seduta sulle sue gambe proprio per farmi toccare ma se aspetto lui ci metterà una vita… deve essere troppo timido – Diceva tutto questo con smaccata malizia e un divertita provocazione.• Sai, oggi è il compleanno di Elena e se la serata dovesse… scaldarsi… sarebbe naturale che la maggior parte delle attenzioni venissero riservate a lei… così meglio portarsi avanti, no? – Il ragazzo la guardava esterrefatto. • Insomma me lo dici o no come si dice infilami due dita dentro, per favore. Per favore, ci vuole sempre, no? Bisogna essere educati… – A quel punto qualcosa scattò in lui. Rise di gusto e finalmente si rilassò:• Sai non ho capito una cosa: sei sempre così, hai qualcosa di particolare stasera o mi stai semplicemente prendendo per il culo? -• La seconda – disse lei ridendo con complicità – E dopo se farai il bravo forse ti permetterò di farmi la festa. Ma ora aiutami a farmela fare da lui – Il ragazzo le disse come si diceva in francese. E qualcosa in più.Nel frattempo, Alain, timido ma non stupido, aveva infilato le mani sul suo grembo, approfittando della posizione di Chiara per sfiorarle non visto la base dei seni. Chiara gli mise un braccio sulle spalle e lo avvicinò a sé. Poi gli sussurrò la frase in francese. Gli altri videro Alain impallidire, poi un certo movimento sotto il tavolo, Chiara sollevarsi leggermente, probabilmente per dar modo all’uomo di scivolarle con la mano sotto la gonna. L’altra mano le stava adesso palpeggiando un seno. Chiara cominciò ad emettere qualche sospiro, sempre fissando il ragazzo davanti a lei. • Ti sta coccolando quel signore lì, Chiaretta? – chiese Lana.• È sempre così? – chiese il ragazzo italiano rivolto a Lana• Non sempre. Ti conviene approfittarne se te lo permette – A quel punto il futuro andamento della serata era ormai più che chiaro e Luc propose di andare a casa sua, utilizzando la sua auto e quella dell’italiano. Le donne accettarono, ma Chiara chiese ad Elena:• Me lo presti ancora un poco, questo qui? -• Solo se dopo ti ricordi che la festa è mia – Chiara le diede un bacio sulla guancia. Parlavano di dividersi gli uomini come se si fosse trattato di sciarpe. I francesi ed il ragazzo italiano ne erano frastornati e confusi, eccitati e stupiti. Chiara pretese che il ragazzo italiano guidasse l’auto mentre lei ed Alain sedevano dietro. Elena e Lana si allontanarono con Luc.In auto, Chiara ebbe il primo orgasmo della serata, con le mani di Alain. Il ragazzo, dopo aver posizionato adeguatamente lo specchietto retrovisore, non si era perso un istante della scena. Il resto lo aveva ascoltato con mugolii inequivocabili. Arrivarono a casa di Luc in dieci minuti. Scesero dalla Due Cavalli gialla del ragazzo. Luc scese stravolto dall’auto e Chiara vide Lana ripulirsi con u fazzoletto l’angolo della bocca. Salirono in casa in silenzio, c’erano delle difficoltà linguistiche che rendevano difficili le brevi battute. Una volta entrati in casa, Lana spiegò, metà in francese e metà in italiano, che era il compleanno di Elena. Tirò fuori una macchina fotografica e propose di realizzare una specie di servizio erotico, in cui Elena sarebbe stata al centro dell’attenzione. Gli uomini accettarono.Lana cominciò a fotografare Elena da sola, vestita. La casa aveva un bel terrazzo nascosto alla vista degli altri appartamenti che divenne un set perfetto. Poi le spalline del vestito di Elena scesero giù, l’orlo si alzò, comparve il bordo di un paio di autoreggenti. Gli uomini erano visibilmente eccitati. Mentre Lana fotografava, Chiara aveva distrattamente posato una mano sulla patta del ragazzo italiano e gli accarezzava delicatamente la protuberanza che si era formata. Nel frattempo lo stuzzicava sussurrandogli nell’orecchio. Gli chiedeva se gli era piaciuto lo spettacolo in macchina, se la sua due cavalli (a proposito, esistevano ancora in vita macchine del genere?) aveva mai assistito a spettacoli simili, se aveva portato altre donne in quell’auto. Gli spiegava che si era fatta toccare guardando lui e pensando a lui. Dopo un po’, Elena era quasi nuda con l’eccezione delle calze che gli uomini avevano voluto tenesse su. Lana aveva cominciato a richiedere la presenza di figure maschili sul set. Nella prima foto in coppia, Elena era inginocchiata ai piedi di Luc, con la guancia posata sulla patta dei suoi pantaloni. Nella seconda aveva infilato una mano dentro la cerniera e lo cercava. Nella terza compariva anche Alain, le mani a coppa sotto i suoi seni, mentre Luc le porgeva il membro verso le labbra. Da allora in poi cominciò il gioco vero e proprio. Elena intimò a Lana di smettere di infastidirla con le pose perché voleva solo essere scopata. Afferrò l’uccello di Luc e se lo ficcò tutto in bocca. Alain non ci pensò su due volte, lo tirò fuori e le entrò dentro da dietro, spingendoglielo con energia fin dove poteva arrivare. Lana fotografava. Chiara tirò giù la zip del suo ragazzo e lo liberò:• Be’ finora ti ho un po’ maltrattato… se vuoi partecipare anche tu alla festa di Elena, fallo…- • Io voglio sfondare te – rispose lui.• Allora vieni qui – fece lei. Si appoggiò col culo ad un tavolo e aprì le gambe. Lui le si avvicinò, le scostò la gonna, gli slip omai fradici e in un attimo le fu dentro. Lei venne praticamente subito, accorgendosi con la coda dell’occhio dei lampi di flash che la macchina fotografica di Lana le rivolgeva contro. Appena soddisfatta, Chiara liberò il ragazzo e gli impose di continuare con Elena, che nel frattempo aveva la bocca piena del seme di Luc. Vedendo il ragazzo arrivare, Elena si liberò di Alain, fece sedere il ragazzo su una sedia e gli salì su a cavalcioni. Lui cominciò a impalarla con soddisfazione, la sbatteva con foga. Lana mise da parte la macchina fotografica e, indicando Alain, disse a Chiara: e questo qui? Mica possiamo lasciarlo così… Si avvicinò ad Alain e gli prese il cazzo tra le mani. Lo portò dentro, vicino al divano, poi si appoggiò ai braccioli porgendogli il culo e gli porse la figa da dietro. Lui entrò già umido di Elena. Subito dopo Elena ebbe il suo primo orgasmo femminile grazie al ragazzo italiano. Le esplose dentro riempendola mentre lei urlava di piacere. Chiara osservò la scena con voluttà. Il ragazzo le piaceva. Le piaceva molto. Si ripromise che dopo, tornata ad essere la vera Chiara anche fisicamente, l’avrebe cercato. Il resto della serata fu tutto per Elena. La presero più volte, a turno o insieme, presero possesso della sua figa, del suo culo, della sua bocca, regalandole ondate di piacere. Spesso Lana e Chiara fotografarono le scene. Andò avanti fino a notte tarda, poi il ragazzo italiano le riaccompagnò alla macchina sulla sua due cavalli.Questo fu il raccontò di Chiara come lo fece a me. Un racconto che io trovo intrigante anche se particolarmente inverosimile. Eppure ci sono delle cose che mi turbano. E non parlo solo dell’idea di immaginare la mia ragazza Chiara in quel tipo di situazioni, no, non è quello. È qualcosa di diverso. È il sapere che ci sono certe cose che Chiara non può conoscere come accadute a me che ritrovo in quel racconto. Ho passato un’estate in Francia del Sud una volta e conobbi tre donne e successero delle cose. Tutto questa Chiara non lo sa.Rifletto su queste cose mentre torno da casa di Chiara, sulla mia due cavalli gialla e mi chiedo chi ho scopato in quella notte. O se davvero ero io.
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