Tutto iniziò circa 4 anni fa, quando ero al penultimo anno del liceo classico, a fine Marzo quando ci sono le padelline di metà quadrimestre. Il mio rendimento scolastico era scarso e, se non avessi recuperato in qualche materia, rischiavo seriamente la bocciatura. Di solito con due insufficienze gravi ed un 5 si veniva bocciati, ed io in greco ed in matematica non avevo speranze di recuperare mentre il 5 in filosofia lo potevo recuperare se avessi fatto bene il compito. Naturalmente i miei non furono molto contenti della padellina e mi chiesero spiegazioni, io gli spiegai la situazione e loro mi intimarono di mettermi sotto con la filosofia perché non avrebbero tollerato una bocciatura. Mi ci misi d’impegno ma nonostante tutto, ad una settimana dal compito, avevo solo una gran confusione in testa e, quando mia madre mi risentì mi sgridò fortemente dicendomi che non sapevo nulla e se la mia preparazione era in quello stato il compito l’avrei consegnato in bianco. Io mi giustificai dicendo che il programma era troppo vasto e che a studiare tutti quei filosofi tutti insieme mi confondeva solo ancora di più le mie idee, lei non volle sentire scuse dicendo che dovevo studiare e basta. Il giorno dopo a scuola me ne stavo tutto svilito in classe guardando fuori dalla finestra il cortile d’entrata della scuola, me ne stavo così sornione a pensare a come potevo rimediare a questa situazione non dando importanza alla lezione di greco, materia della quale ormai ignoravo l’esistenza; i pensieri mi scorrevano veloci ma non trovavo vie di uscite e sperare di copiare il compito era un rischio troppo alto e non potevo correrlo. All’improvviso vedo la macchina di mia madre parcheggiata nel cortile e vedo lei fare la rampa d’entrata e subito pensai che è l’orario di ricevimento del professor Tusi (il docente di filosofia) e sicuramente ci starà andando a parlare. “professoressa posso andare in bagno che non mi sento molto bene?” domandai con tono sofferente “vai vai, tanto che tu ci sia o non ci sia è uguale!” rispose seccata la prof di greco, così fingendomi moribondo uscii dall’aula, poi sgattaiolai verso l’aula ricevimenti. Mi affacciai sul corridoio e vidi il prof che stava facendo entrare mia madre nell’aula, e si accomodarono lasciando la porta aperta, io naturalmente mi misi ad ascoltare gettando ogni tanto un’occhiata all’interno della stanza. Mia madre gli chiese notizie sul mio rendimento ed il prof cominciò ad aprire registri e spostare fogli in maniera molto goffa ed impacciata, tenendo sempre gli occhi incollati su mia madre che quella mattina indossava dei jeans con un maglioncino a “v”, dal quale le sue grosse pere sembravano scoppiare per la gioia degli occhi dell’impacciato prof. Dovete sapere che quest’uomo è da sempre una sorta di barzelletta nella scuola : quasi quarant’anni, pelato con una lunga barba, scapolo e nella scuola veniva sempre canzonato per il fatto di essere stato beccato una volta in bagno a masturbarsi, era il tipico sfigato che però se te la poteva far pagare (scolasticamente parlando) non ci pensava due volte. Trovati i fogli che mi riguardavano scosse la testa e disse a mia madre che mi avrebbe messo 6 solo se avessi preso minimo 7 al prossimo compito. Allora mia madre appoggiò i gomiti al banco facendo sporgere il suo prorompente “ma Gino, posso chiamarla si così, non potrebbe almeno dirmi il filosofo che metterà nel compito…” disse mia madre con fare molto civettuolo, “certo che mi può chiamare Gino, ma vede…non si può…è illegale…farei un torto agli altri…” borbottò lui ormai come rapito da quella donna e nascondendo a fatica una gigantesca erezione. Io osservavo allibito, non mi sarei mai aspettato di vedere una scena del genere quando d’un tratto mia madre gelò il sangue del docente dicendo “se mi dice il filosofo e l’argomento se vuole lei può oggi pomeriggio interrogare me, sono sicura che io sono preparatissima a rispondere alle sue domande più nascoste..” poi gli fece l’occhiolino e si fece ancora più avanti col busto; non sapevo più cosa pensare, ero rimasto di sasso quando sentii Tusi balbettare tutto rosso “venga oggi pomeriggio alle 5 in biblioteca…ho le chiavi e li penso che la potrei ..ehm..interrogare tranquillamente..” e sentite quelle parole mia madre si sporse in avanti e gli diede un bacio sulla fronte poi fece per riprendere la borsa ed io di corsa tornai in classe. Mi sedetti stravolto, non potevo credere a quello che avevo visto e sentito, schiumavo rabbia ma nel frattempo ero anche terribilmente eccitato, non avevo mai visto mia madre comportarsi così ed il fatto di saperla che nel pomeriggio si sarebbe concessa al mio prof mi arrapò in maniera indicibile, avevo sempre sognata di vederla scopare e questa occasione non potevo lasciarmela sfuggire così decisi che nel pomeriggio l’avrei spiata. Telefonai a casa all’uscita e dissi a mio padre che non sarei tornato a pranzo perché mi fermavo da un mio amico (povero cornuto…) e che sarei tornato a cena, infatti non avrei mai potuto resistere a parlare con mia madre sapendo quello che si accingeva a fare. Vagai di bar in bar scolandomi una gran quantità di alcolici perché la testa mi stava scoppiando per l’eccitazione, poi alle 5 meno un quarto entrai a scuola, mi nascosi nel bagno vicino la biblioteca e aspettai che arrivasse mia madre. Alle cinque in punto sentii un rumore di tacchi provenire dal corridoio e come sentii la porta chiudersi mi precipitai fuori, senza far rumore presi un banco e mi sporsi dalle finestrelle che si trovano nella parte alta delle aule. All’interno il professore era seduto dietro la scrivania, sembrava più calmo, mentre mia madre gli era seduta davanti : indossava un cappotto nero con sotto delle calze con tacchi molto alti, il trucco era pesante e le dava un aspetto da vera troia, molto arrapante. Dopo qualche secondo di silenzio Gino con voce ferma le disse “signora, vediamo i suoi argomenti, poi passeremo agli esami”, mia madre allora si alzò, slacciò il cappotto facendolo cadere e…per poco non caddi io, sotto indossava solo perizoma e reggiseno leopardati, oltre naturalmente al reggicalze, “vado bene…” disse con tono molto sensuale la mia madre troia, ebbi un’erezione smisurata, era troppo bona con quelle chiappane di fuori e quelle due montagne morbide che strabordavano dal reggiseno, non resistetti e misi una mano dentro la tuta e cominciai a masturbarmi. Anche il prof rimase allibito, poi si tirò indietro con la sedia, si slacciò i pantaloni ed estrasse una verga molto ben fatta, lunga e dura con una cappella violacea che sembrava stesse esplodendo “molto bene, non abbiamo molto tempo quindi direi di passare subito agli orali” disse scuotendo il cazzo. Lei si avvicinò, si inginocchiò e cominciò a fissarlo, poi lentamente cominciò a leccargli il cazzo senza mai toglierli lo sguardo dosso; poi cominciò a pompare spingendo il bastone fin in gola, poi lo riguardava e dopo qualche leccata se lo rificcava di nuovo fino alle palle in bocca strappando urla di soddisfazione all’uomo “siiii, siiii che pompinara, non ho mai goduto tanto, siiii continua che mi fai impazzire…; intanto io non resistetti e mi sborrai copiosamente nelle mutande, ma la vista di mia madre che succhiava quel randello in maniera così vorace, con la saliva che le stava disfacendo tutto il trucco era troppo. “siiii che pompinara, ho sempre saputo che eri una porcina, ora passiamo alle attività manuali, prendilo tra le tue tettone” disse Gino ormai in estasi, ora mamma gli stava facendo una spagnola memorabile senza mai staccargli gli occhi di dosso “lei ha veramente un bel cazzo, non vedo l’ora di passare agli altri esami..” e così dicendo aumentava la velocità di quella incredibile spagnola. Di colpo Gino si alzò, la fece sdraiare sulla scrivania e glielo ficcò dentro in sol colpo, “ora passiamo alla ginnastica, ahhh sei bollente, che vaccina che sei” e così dicendo le martoriava le tettone che schizzavano da tutte le parti sotto i potenti colpi dati dall’uomo che sembrava volesse spaccarla. Intanto avevo rincominciato a segarmi, pensavo che il prof era sicuramente era vita che non scopava perché la stava chiamando con un ritmo incredibile, ora la teneva per le gambe e la pistonava con colpi tremendi strappandole grida di godimento “siiii siii spaccami siii, dai bel torello spaccami non ti fermare, siiiii godooooo” urlò mia madre scossa da un orgasmo violentissimo, ora era lei che si alzò e gli diede le spalle, girò la testa e con una faccia da gran troia disse all’uomo “che ne dice di farmi anche gli …anali!!!”, l’uomo non se lo fece ripetere due volte e la penetrò in un sol colpo rincominciando a pomparla furiosamente. Io non sapevo più che pensare, vedevo mia madre ricevere in culo un cazzo di notevoli dimensioni che entrava senza difficoltà, chissà come quante volte glielo avevano sfondato quel magnifico culo, e povero mio padre che non è a conoscenza di questo lato nascosto della moglie, ma che io finalmente ho scoperto. Ora il prof la incula con colpi violentissimi, facendole ballare quelle tettone in modo furioso, e ricoprendola di insulti “sei una grandissima rotta in culo, hai un culo fondatissimo chissà in quanti te lo hanno fatto, vacca tettona, ti spacco in due puttanona !!!”, mentre mia madre ormai in estasi gridava “tanti, tanti…siii mi piace continua siii che sono una puttanona spaccami tutta, siii..”. Quelle parole mi fecero rabbrividire e venni di nuovo, sporcando in modo incredibile la tuta, ma come ributtai lo sguardo sulla scena vedevo che ora Tursi la teneva per i capelli schizzandole sul viso una quantità incredibile di sperma che la imbrattarono tutta, capelli occhi tette, era tutta uno schizzo, poi si tirò indietro e disse all’uomo “allora, sono stata promossa…”, i due scoppiarono in una fragorosa risata mentre io rimisi a posto il banco e me la svignai. Quando mamma tornò a casa era normalissima, poi a cena (chissà quante altre volte dopo aver ricevuto un trattamento simile si è seduta a tavola con noi come se nulla fosse successo) visto che eravamo solo noi due mi disse “sono stata a parlare col tuo professore di filosofia stamattina, è stato gentilissimo, ti vuole aiutare e mi ha fatto capire che al compito probabilmente ci sarà “il metodo” di Cartesio, ma tu zitto, tienitelo per te mi raccomando !”, “certo, sei grande mamma, ti voglio bene…” risposi io mentre le davo un bacione sulla guancia, “vado subito a studiarlo” e me ne andai in camera mia pensando una sola cosa, che mi madre era una troia di prima categoria e che da quel giorno in poi l’avrei seguita di nascosto molto di più…
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