Giovedì 30 DicembreIl mattino fu clemente e tutta la comitiva aveva raggiunto le piste dello sci da fondo che Marisa ed Alberto amavano frequentare, erano tutti più o meno provetti in quella disciplina, l’unica che rimase a casa fu Lavinia che preferì studiare. Partirono sgranati, ognuno secondo le proprie possibilità, Francesca e Corinna presero a chiacchierare preferendo un ritmo blando e riposante, mentre i tre uomini presero a pattinare con energia. Federica sotto lo sforzo della spinta ritmica che imprimeva agli sci, cominciò a regolare il ritmo delle gambe e delle braccia respirando con boccate regolari. Danilo era avanti perché aveva il fisico più allenato di lei dalle ore di palestra che durante l’anno spendeva a discapito dello studio; "in ogni caso" pensò "io do’ più esami di lui, ma adesso è davanti a me !" Soltanto sua madre e Francesca erano dietro lei, mentre Enzo e Armando partiti dopo erano in arrivo, e non aveva dubbi, in proposito, sul loro sorpasso, anche suo padre che era il più anziano del gruppo aveva delle buone gambe. "che idea balorda avevano avuto la zia Marisa e lo zio Alberto, di trovarsi alla baita a cinque chilometri dall’ingresso delle piste" pensò ansimante Federica. Cercò allora di concentrarsi su un idea, un pensiero per distogliersi dalla fatica fisica, un modo per automatizzare il più possibile il passo spinta. La prima considerazione toccò per Francesca, e a quel pomeriggio di un anno e mezzo prima, quando su volere di suo padre aveva insistito che la conoscesse per ‘il fatto del bagno’. "fatto … che cazzo di termine …" si rimproverò da sola per la palese situazione che si era venuta a creare tra lei e suo fratello ", scopavano, quello si. Ma era solo sesso" Ricordò che, sia suo padre Enzo che sua madre Corinna, l’avevano presa tutto sommato bene ", però avevano voluto che entrambi avessero sentito cosa aveva da dirgli Francesca e suo marito Armando" recitò a se stessa arrancando lungo gli ultimi metri che le permisero di guadagnare il primo dosso. Giunta sulla sommità della piccola altura, che a piedi avrebbe raggiunto in un fiato, prese a scendere lentamente, e i pensieri le si allentarono, e i ricordi gioiosi di quel venerdì pomeriggio le vennero spumeggianti a galla. Francesca era passata a prenderla a casa sua dopo una consulenza di lavoro. Durante il tragitto cittadino in auto non accadde nulla di rilevante, fu al loro arrivo, a casa di Francesca, che Federica ebbe il primo esempio d’un approccio al sesso, diverso, nuovo e libero. Appena entrate Francesca ripose con ordine il cappotto e la borsetta. Il caldo era evidente per Federica e capì che essere vestite di tutto punto era improponibile se non si voleva subire un bagno di sudore. Poi, entrate in una grande sala accogliente Francesca con un gesto naturale, si slacciò la grande cintura di pelle che la stringeva in vita e la gettò su una delle poltrone di cintz. Fece scorrere l’allacciatura della gonna variopinta, che le cadde d’un colpo ai piedi, per saltare subito fuori dal cerchio formato dalla stoffa sul parquet. La camicetta le arrivava alle anche, più in basso in un ipotetico margine superiore di uno slip inesistente, cosicché‚ l’assenza di questo indumento permise di vedere il glabro monte di venere, davanti come, di dietro, tra le antiche. Si disfece della camicetta e nuda, liberamente, s’abbandonò su una delle poltrone con una gamba a cavalcioni del bracciolo, afferrando una rivista, senza perdere un attimo "E’ da tanto tempo che non leggo questa rivista pornografica con storie scritte dai lettori! E, queste da dove sbucano, le avrà portate Jessica da Londra" stava commentando rovistando tra le riviste poggiate sul tavolino.Si sistemò nella posizione più comoda, le gambe saggiamente allungate e distanti l’una dall’altra. Federica sospirò, e accolse con impeto i pensieri eccitati che la assalivano, e si sedette di fronte alla sua nuova amica, che scoppiò a ridere "Che cos’è questo racconto: L’allegra fattoria delle porcone ? Ti dà fastidio se mi metto a leggere un attimo?""Ma no, Francesca" rispose lei intenzionata a non contrariare la donna, "Erano li per parlare in qualche modo di sesso, ma non sapeva come e quando avrebbero affrontato l’argomento" si disse guardando Francesca tuffarsi nella lettura. Il giornale aperto le nascondeva il volto. Non rimase immobile a lungo: già il suo corpo si animava di rapidi soprassalti, simili agli scatti di un puledro. Sollevò un ginocchio, e la coscia sinistra dischiuse la vagina. Federica tentò di insinuare uno sguardo nello spiraglio della fessura leggermente aperta. "Quale modo migliore di quello, per parlare di sesso" le suggerì un pensiero che liberamente l’era affiorato dal suo più profondo intimo.La mano sinistra di Francesca, quella che non reggeva il giornale, scese senza esitazione, tra le gambe larghe, per cercare un punto che parve subito trovare, e su cui si fermò per un istante. Federica seguì senza distogliere un attimo gli occhi da quella mano dal gesto sicuro, nutrendosi golosamente di quella meccanica eccitante. Federica si spostò, portandosi davanti al compasso aperto, appena in tempo per vedere la mano risalire, scoprendo al suo passaggio la fessura arrossata della vagina. Francesca giocherellò sul rigonfiamento del monte di venere, poi ridiscese, insinuandosi sotto le natiche e ricominciò il suo periplo. Ma stavolta solo il medio era abbassato, le altre dita sollevate con grazia l’accompagnavano come ali aperte: sfiorò la pelle finché‚ il polso, curvato improvvisamente, si riposò. Il cuore di Federica batteva così forte, ed era quasi sopraffatta dall’affanno, proprio come lo sforzo che stava facendo per mantenere il ritmo sugli sci. Francesca proseguì il suo gioco. Il dito si spinse più in profondità, aprendo le labbra. Si fermò di nuovo, disegnò un cerchio, esitò, tamburellò, vibrò con un movimento quasi invisibile. Dalla gola di Federica uscì un suono incontrollato, si stava eccitando.Francesca abbassò il giornale e le rivolse un sorriso "Tu non ti vuoi accarezzare" disse sorpresa. Appoggiò il capo alla spalla, lo sguardo malizioso "Io mi accarezzo sempre quando leggo una bella storia erotica, trovo che sia il giusto completamento alla trama"Federica approvò con la testa, incapace di parlare. Francesca posò il giornale, inarcò le reni, si portò le mani ai fianchi e, con un gesto vivace, dilatò ancora di più la vagina. Poi si distese, chiuse gli occhi, e con due dita tenne separate le rosee mucose "E’ bello, in questo punto, non ti pare"Federica annuì di nuovo. Francesca aggiunse, in un tono banale di conversazione "Mi piace metterci parecchio tempo. Per questo non tocco troppo in alto il clito. E’ meglio il va e vieni lungo i bordi" Il gesto illustrava le parole. Alla fine, le reni della donna disegnarono un arco ed ella si lasciò sfuggire un debole gemito"Oh" disse, "non posso resistere"Il suo dito sussultava sul clitoride come una libellula. Il lamento divenne un grido. Le cosce si aprirono con violenza e si richiusero di colpo sulla mano prigioniera. Gridò a lungo, in modo quasi straziante, e ricadde giù, ansimando. Poi, ripreso fiato in qualche secondo, aprì gli occhi "Davvero, è troppo bello" disse con la testa di nuovo inclinata, quindi introdusse il medio nel sua vagina, con precauzione, delicatamente. Federica si mordeva le labbra, stava ricevendo, provando le emozioni di Francesca, e le stava godendo; le godeva con la vista con il profumo che piano, piano si spandeva nell’aria. Quando il dito fu scomparso sino in fondo, Francesca emise un lungo sospiro. Era radiosa di salute, di soddisfazione per una esigenza soddisfatta "Masturbati anche tu," l’incoraggiò. Federica esitò, come alla ricerca di una improbabile via d’uscita. Ma questo suo smarrimento non durò a lungo, e si rese conto che la cosa migliore per lei era seguire l’esempio di Francesca. Si alzò bruscamente e slacciò i jeans. Se li fece scivolare lungo le gambe insieme alle mutande. Il pullover arancione che accentuava la lucentezza del pube nero sparì con le scarpe da ginnastica. Quando Federica si fu distesa, Francesca venne a sedersi ai suoi piedi, sopra un pouf di peluche "Fede, ti devi rasare, lo sai vero ?" Erano entrambe nella stessa tenuta, completamente nude, e Francesca poteva guardare la vagina della ragazza da una distanza minima.La discesa fu presa con troppa leggerezza e Federica rischiò di cadere; si era fatta troppo avviluppare dai ricordi. Cercò l’equilibrio perso, rinfilò gli sci nelle canaline e riprese a spingere; un falso piano non le favorì il passo."Come preferisci carezzarti" le chiese Francesca con il primo ciuffetto di peli in mano"Come tutte" disse Federica, turbata dal respiro lieve di Francesca che le sfoltiva il pube con un paio di forbici. Se la mano di Federica si fosse posata sul pube rasato e lucido di Francesca provando a scivolare i polpastrelli su quella superficie come la seta …", l’avrebbe senz’altro liberata dalla tensione sensuale e dal disagio" Ma Francesca non le era abbastanza vicina, e lei non osava chiederle nulla. Era bloccata dagli schiocchi secchi delle forbici, usate per sfoltirle il pube, che avevano già liberato una vasta chiazza di pelle bianca."Fammi vedere," le disse soltanto alludendo alla parte trattata con dedizione dalle mani amorevoli di Francesca. Quando il pube fu ricoperto soltanto da una corta e ispida peluria, Francesca le fece aprire completamente le gambe e con delicatezza le ripulì i bordi della vagina. "Adesso ti elimino del tutto la peluria," le annunciò Francesca, e detto ciò le massaggiò la parte con della schiuma emoliente. Pochi colpi di rasoio e il pube fu liscio e pulito; con più attenzione le ripassò i bordi della vagina, e infine dopo averla fatta mettere alla pecorina le tolse ogni pelo fino all’ano. La pelle irritata dalla rasatura fu umettata con lunghe passionali leccate da parte di Francesca.Federica ansimava per la salita, come allora per le attenzioni di Francesca, e come adesso puntellava i bastoncini per non cadere, allora puntellava le braccia dietro la schiena per non rovesciarsi in preda alle meticolose attenzioni di Francesca.La masturbazione fu per Federica un sollievo immediato. Le parve che una coltre svanisse tra lei e il mondo e, via, via che le sue dita, compivano tra le gambe il tragitto familiare, ritrovò una sensazione di pace. Aveva bisogno di ritrovare al più presto una base, un terreno noto; e come, adesso voleva guadagnare la cima del dosso, allora non conosceva miglior mezzo che lo smagliante rifugio dell’orgasmo"Come hai imparato a godere, Federica" chiese Francesca quando la ragazza tornò in sé"Da sola. Sono state le mie mani a scoprirlo," disse Federica ridendo. Si sentiva di buon umore, e adesso aveva voglia di chiacchierare "A quanto anni sapevi già farlo ?" le venne incontro Francesca chiedendole con un’ombra di dubbio nella voce "Da un pezzo! E tu ?" rispose evasiva FedericaFrancesca non rispose e proseguì "E’ in quale punto preferisci carezzarti?""Oh! in diversi. La sensazione è diversa sulla punta, qui sul clito, o vicino alla base" finì indicando con il dito "Per te non è così ?"Ancora una volta Francesca non le rispose chiedendole "Non ho capito, ti carezzi soltanto il clito ?""No, certo. Sotto, in basso! Qui, appena più sotto è sensibilissimo. Basta che lo sfiori con la punta delle dita per godere immediatamente""E che fai d’altro?" insisté Francesca"Mi piace carezzarmi all’interno delle labbra, dov’è bagnato. Dove posso trovare la … la goccia""Con le dita?" si premurò di sapere la donna"Sì," nella voce di Federica vibrò un accento di fierezza, "le faccio penetrare fino in fondo. Se voglio qualcosa di più grosso lo faccio con mio fratello"Solo ad evocare questo tipo di penetrazione, si sentiva mancare. Era così presa dalle immagini dei suoi piaceri solitari e in coppia con Danilo da aver quasi dimenticato la presenza di un’altra persona. Le sue dita cercarono nuovamente la vagina. Avrebbe voluto che in questo istante qualcosa simile ad un pene vi si affondasse. Si voltò di lato, verso Francesca, le palpebre abbassate, le gambe larghe. Doveva assolutamente godere di nuovo. Strofinò con le dita giunte l’interno delle labbra della suo vagina, con grandi movimenti rapidi, regolari, per diversi minuti, finché‚ non si sentì appagata"Vedi, posso accarezzarmi più volte di seguito, senza sosta" le fece notare orgogliosa Federica"Lo fai spesso?""Sì.""Quante volte al giorno?""Dipende. A casa quando sono fuori per la maggior parte del tempo: all’università, in giro per i negozi. Non posso farmi i ditalini più di una o due volte al mattino, facendo il bagno. E poi due o tre volte la sera, prima di addormentarmi. E ancora la notte, quando mi sveglio. Ma quando sono in vacanza non ho altro da fare: e posso accarezzarmi quanto voglio. Senza contare le scopate che faccio con Danilo. L’estate scorsa avevo anche un ragazzo, con lui scopavo in macchina, nella pineta, poi tornata a casa scopavo ancora tutta la notte con Danilo"Rimasero per un certo tempo senza dir nulla, vicine l’una all’altra, assaporando l’amicizia che la loro franchezza stava generando. Federica era felice di aver potuto parlare delle sue cose, di aver superato la sua timidezza. Felice soprattutto, senza osare confessarselo appieno, di essersi masturbata di fronte a Francesca a cui piaceva guardare, che sapeva godere. Già in cuor suo attribuiva ogni pregio a suo padre Enzo, d’averle quasi imposto la frequentazione di Francesca. E adesso cominciava a capire che il sesso non doveva essere mosso dalla trasgressione, ma dalla ricerca di appagamento, libere di poterlo fare e promulgare ", e poi c’era qualcosa di magico nella bellezza di un viso eccitato dall’orgasmo … E quelle cosce, aperte senza alcun senso di disagio, senza preoccupazione per la loro nudità…" "A che cosa stai pensando, Federica ? Sei così seria" E, per giocare, le palpò un seno"Penso al sesso, ad un bel cazzo infilzato nella mia figa," disse Federica. Arricciò il naso, ed entrambe risero a crepa pelle, quasi da rimanere senza fiato."Op, op," fu il grido di richiesta di pista che giunse alle sue spalle, subito seguita dallo sfrecciare di due uomini che cambiando corsia superandola senza problemi. Erano Armando e suo padre che passarono lanciandole un saluto che si perse ovattato nell’ombra fitta del bosco. Li seguì con la vista finché una curva non li nascose alla sua vista; un cartello l’avvisò della strada ancora da percorrere: un chilometro e otto. Sospirò e riprese con metodo la spinta da applicare al passo ", meglio lo sci da discesa" commentò sconsolata "si fa meno fatica. Cara zia Marisa lo faccio solo per te, questa sfacchinata"Il respiro si fece regolare e il battito cardiaco si stabilizzò e con esso il passo, alternato a dovere con le braccia, e la mente si ricollocò docilmente nella sezione dei ricordi"E’ comodo non essere più vergini," commentò Francesca con l’intento di pungolarla "Prima, niente scopate! Non sapevo cosa perdevo!" confermò in tono cameratesco la ragazza"Come hai cominciato, con gli uomini" le chiese quindi Francesca"E’ stato Danilo," disse Federica, a prendermi per primo""Non avevi avuto nessuno, prima diverso da Danilo" esclamò Francesca"No. Insomma, non sul serio. Naturalmente, i ragazzi mi accarezzavano. Ma non ci sapevano fare troppo bene" Ritrovò la sua sicurezza per dire "Danilo, invece, l’ha fatto immediatamente, non c’erano secondi fini. Non ci dovevamo innamorare""Immediatamente?""Sì, al secondo giorno di una vacanza a Rapallo. Danilo mi ha guardata per tutto il tempo con un’aria divertita, come volesse farmi uno scherzo o prendermi in giro. Ha fatto in modo di trovarsi da solo a solo con me, e mi ha detto: sei la mia gemella, ormai siamo adulti che ne diresti di scopare? Ero terribilmente imbarazzata, ma non potevo fare a meno di dirgli la verità. La sera stessa s’è messo a carezzarmi subito le spalle e i seni. Il cuore mi si è messo a battere un po’ meno forte. Ero felice. Tutto avveniva esattamente nel modo in cui avrei potuto sognarlo, anche se in realtà non lo avevo mai sognato. Danilo mi chiese di spogliarmi nuda da sola, ed io m’affrettai a obbedirgli, perché lo volevo. E’ entrato subito, in un modo che non mi fece soffrire. Stranamente, ho goduto tanto da svenire, o addormentarmi, non so. Non ci ho messo molto a imparare!""E i tuoi che hanno detto?""Oh! Niente! Qualche mese più tardi la mamma ha trovato delle gocce di sperma secco sulle mie lenzuola. Io le dissi che non si doveva preoccupare perché erano di Danilo, e che lo facevamo solo per soddisfarci. Il giorno seguente, ero io, che andavo dicendo ai quattro venti che non ero più vergine e che era stato Danilo. Sembrava la trovassero tutti una cosa normale""E Danilo non ti ha chiesto di tenerlo segreto?""No! Nessuno di noi due pensava minimamente a negare le proprie responsabilità. Non avevo neanche intenzione di dirlo in giro per vantarmi. Ci eravamo appena iscritti al primo anno di lettere, io, fisica lui. Ed ero troppo contenta di avere solo un puro sfogo sessuale, e lui lo stesso""Che impressione ti ha fatto, andare con tuo fratello?""A parte il fatto che siamo gemelli, e questo vuol dire molto. Mi sembrava una favola, troppo bello per essere vero. Ridevo come una pazza al pensiero che potevo studiare senza l’assillo di trovarmi subito un fidanzato per scopare. Ai miei sembrava naturale che scopassi liberamente, ma hanno voluto che io venissi da te per raffinare meglio la mia conoscenza sessuale. Hanno cercato di dimostrarci che era meglio assimilare le comuni esperienze altrui, piuttosto che inventare di nuovo la ruota! Che te ne pare? Mio padre era molto ostinato su questo punto, non sopportava l’idea che abbandonassi l’università. Non voleva che noi prendessimo, il tutto, come uno sfogo ribelle, anziché come un naturale e fisiologica attitudine sessuale" Francesca annuì compunta "Giusto, sono pianamente d’accordo" Una lucida fantasticheria la rapì per qualche secondo, e cadde in una sorta di estraniata contemplazione. Quando riprese a parlare, la sua voce tradiva il rimorso per la troppa rigidità assunta, ma anche la blanda determinazione a seguire l’indicazione dei genitori"Ci tengo ancora al rapporto con mio fratello. Non appena mi sarò ambientata, mi rimetterò a caccia di un uomo. Ci sarà pure un ragazzo, da queste parti. E degli esperti in grado di insegnarmi come cavarmela con le faccende di sesso"Con un gesto inequivocabile Francesca le fece capire che quell’argomento non era compreso nel suo ordine del giorno. Riportò a termini più terreni quella ragazzina un po’ saccente "Come pensi di coniugare amore e sesso ?" le chiese, e senza aspettare risposta continuò "Non fare l’errore madornale di accomunare le due cose. Sei giovane e devi pensare a studiare e a farti una cultura senza ingabbiarti con un legame sentimentale. Un uomo, adesso, è per te improponibile" Aspettò un secondo riprendendo fiato, poi aggiunse "Con questo non voglio dire che tu non debba scopare. Mi sembra che tu abbia cominciato benissimo con tuo fratello. Ma non c’è solo lui! Ci sono le ragazze, la masturbazione, il sesso di gruppo. Ci sono tante piccole cose che devi sapere prima che tu possa dire ‘sono una donna che ha capito, ha intuito almeno un dieci percento di cosa significa avere una vita sessuale soddisfacente’" Federica ascoltava apparentemente senza scossoni, sembrava condividere quello che le stava dicendo Francesca."E dopo? Se incontro un uomo ?" chiese timidamente Federica"E’ una questione di carattere. Dovrai essere forte ed essere sempre molto critica nelle faccende di cuore. E tutto questo esula dal discorso sesso, o meglio dovrai distinguere al volo una attrazione sessuale da una di carattere squisitamente sentimentale" attese un attimo e poi con un eloquente gesto delle mani disse "Fede, non ci si innamora in cinque minuti ! Si può desiderare, a botta calda, di scopare con qualcuno, ma certo, non si può parlare d’amare con la ‘a’ maiuscola. Io dico sempre: ti piace qualcuno ? Scopaci fino allo sfinimento, e non solo con lui, e poi dimmi se ne sei ancora innamorata come la prima volta!""Bhe, all’inizio m’era sembrato che fare la ragazza di qualcuno fosse altrettanto divertente che fare la peccatrice con mio fratello, anche se all’inizio l’idea di fare l’amore di notte con uno e di giorno con l’altro mi sembrava buffa." confessò Federica"E dopo? Come vivevi l’inganno nei confronti del tuo presunto ragazzo? Con una falsa apparenza di brava ragazza, chiedevi amore al posto del sesso ? E poi perché parli di peccato ?""Ma no! Voglio dire che scopare con il proprio fratello non è così normale. A qualcuno potrebbe sembrare un’azione sacrilega""E non hai paura d’aver preso le cose un po’ alla leggera, d’essere un po’ sopra le righe?""Paura? Di che?""Bhe, che tu ti stia giustificando con dei luoghi comuni !" Francesca la guardò in tralice "Fede, non prendiamoci per il culo. Prima mi dici che hai sostenuto una doppia vita avendo rapporti sessuali con il tuo amico e tuo fratello, poi mi parli di cose proibite facendoti degli scrupoli perché hai l’abitudine di fare sesso con Danilo. In conclusione sei stata poco sincera con il tuo amico ed hai bollato tuo fratello come degenere!" sospirò palesemente irritata e finì "Se non vuoi che la gente ti consideri degenere a tua volta fa le cose alla luce del sole. Vivi la tua sessualità pacificamente e apertamente senza sotterfugi, senza nascondere i tuoi, e le tue partner"Federica parve scossa dalla veridicità del quadro esposto da Francesca, e dal suo profondo sapeva d’essere in torto."Suppongo che tu abbia ritratto la situazione abbastanza bene. Non ho mai parlato in questi termini con Danilo. Non deve averci neppure pensato lui. E neanch’io." rispose lentamente Federica, quasi fosse stato in atto l’inizio di una revisione interiore "E’ questo che tuo padre vuol farvi capire, a te e a tuo fratello. Ma comunque adesso negheresti il tuo rapporto con Danilo ad un tuo eventuale amico?""Perché ? A pelle ti direi no, ma capisco che sarebbe uno sbaglio; anche se non saprei da che parte iniziare. Ho un mucchio di uomini che mi corrono appresso, ma con nessuno di essi saprei come esprimermi in proposito …""Non riesci a vedere altre combinazioni ? Prova a immaginare le ragazze che tuo fratello ti può far conoscere, e le tue amiche che a tua volta puoi presentare a Danilo ? Non credi che sia un problema d’ambiente ? E cosa mi risponderesti se io adesso ti proponessi di provare con il mio Armando ? Insieme, tutti e quattro. Noi due facciamo sesso insieme e ci facciamo scopare da Danilo e Armando ?""Qui ?" domandò Federica leggermente eccitata dall’idea"Certo, non ti ricordi più cosa abbiamo fatto prima ? Hai detto che non avevi mai fatto sesso così bene, ed eravamo solo in due donne. Aggiungi altre persone ed il gioco è fatto" Federica esitò, la frazione di un attimo. Francesca si spostò mettendosi in ginocchio, chinandosi sopra il bracciolo, con lo sguardo severo d’un insegnante"Ci sono tante cose che devi ancora imparare, come non sapevi che la vagina si rade se si vuole essere in ordine e abbastanza femminili da essere presentabili. Non credi forse che tu debba accantonare certe velleità da autodidatta e cominciare a seguire chi già è passata per certi traguardi ?" catechizzò con un tono che non dava adito a repliche "Non c’è che da guardarti in faccia. Dovresti vedere com’è eloquente la tua espressione per capire che hai bisogno di confidarti con qualcuno" Federica cercò di evitare la risposta, ma senza convinzione "Non è facile dover ammettere che sei una completa cretina … in campo sentimentale""Cosa? Non dire idiozie, non è di sentimenti che stiamo parlando ma di sesso, semplice e diretta soddisfazione carnale !" Francesca continuò con la distinzione casistica "Già, ecco vedi, sono confusa per la novità" Francesca guardò in faccia Federica, che cercava d’essere disinvolta. Improvvisamente Federica cambiò atteggiamento, diventò più umile "Fede sei una cogliona. Ma che cazzo di rivalsa inutile vado cercando ?" si redarguì nel suo più profondo intimo. Come tutti i giovani sentiva ardere il sacro fuoco del contraddittorio ad oltranza, ma in quel momento sentì d’aver raggiunto il fondo e capì che era ora di assimilare e chiedere scusa. La voce le divenne carezzevole "Francesca, devi scusarmi …"Francesca fece una mezza smorfia, rifletté‚ e poi chiese "Questo vuol dire che sei disposta a vivere la tua sessualità con serenità e alla luce del sole ?""Certo.""E cosa lo prova ?" sfidò Francesca, con la voce acuta. Federica la guardò con un’aria indecisa, poi, improvvisamente, disse "Quando mi masturbo penso ad un orgia, ed io sono nel mezzo soddisfatta da uomini e donne"Francesca sembrò elettrizzata. S’alzò in piedi di scatto, si rimise seduta, incrociò le gambe con le mani sulle ginocchia"T’eccita il fatto che sia una cosa proibita ?" le chiese con tono accusatorio e dall’espressione indignata "E cercavi di farmi credere il contrario ?""No, mi eccita sapere che ognuno degli ipotetici partecipanti non ha un nome, ma solo i loro attributi fisici. Sono i cazzi e le fighe che mi attraggono e mi fanno godere. Questo mi attrae godere !" spiegò Federica, con ostentata pazienza "Vengo, quando immagino d’essere ricoperta di sperma e un mare di lingue femminili mi ripulisce capisci ?""E chi sono ?" incalzò Francesca, che pareva non fidarsi più di niente. Federica aspettò un momento, poi nuovamente "Non è il nome che mi interessa, ti ho già detto! E’ il loro sesso che vedo grosso e umido davanti ai miei occhi" Se Federica pensava di far colpo, restò delusa perché Francesca non fiatò. Poi proseguì l’interrogatorio "Chi è che ti fa godere di più ?""E’ uno con un cazzo grosso così" spiegò Federica gesticolando con le mani"E scende molto profondità, dentro di te?""Oh! sì" Federica portò istintivamente la mano sul monte di venere"Inizia a masturbarti, mentre racconti," ordinò Francesca. Ma Federica scosse la testa! Sembrava improvvisamente colpita da afasia. Francesca la esaminò con occhio critico "Su," intimò, "raccontami il tuo sogno erotico masturbandoti dolcemente" Federica cambiò il passo, dapprima lentamente, intimidita, e poi rapidamente, improvvisamente accelerando correva lungo la pista di neve. Era eccitata dalla sua stessa rievocazione e come allora iniziò a raccontare, senza farsi pregare e sforzandosi di non dimenticare nessun particolare. Francesca l’aveva ascoltata tutta intenta, cambiando posizione più volte… Ma non volle esternare i suoi pensieri neanche quando Federica urlò il suo orgasmo"Senti! Ti posso leccare, una leccatina della pace ?" propose Federica "Ma se non mi hai neanche toccata" protestò Francesca. E aggiunse, mostrando un finto dispetto "D’altronde, non so se ti piace"Federica fece una smorfia "Ritengo," esclamò, "che una ragazza sia attratta da un’altra donna soltanto per il suo sesso, a differenza dell’uomo, nel quale la donna può cercare anche l’amore. Adesso voglio del sesso puro, e tu mi hai invogliato con l’idea dell’orgia" Sembrava sincera"Non sono stata io a fraintendere amore con il sesso," precisò Francesca, che cominciava a sentirsi più rilassata"Credo che papa’ abbia avuto una buona idea a farmi venire qui, ma se non ti vado a genio voglio saperlo subito" Federica fece un gesto come per dimenticare tutto e ricominciare dall’inizio"Sono d’accordo, ma voglio che mi prometti che seguirai le mie istruzioni con senso costruttivo, evitando i luoghi comuni e altre facezie simili""Si certo, ma adesso mi insegni a godere ?" le chiese dimessa FedericaA quell’ultimo sprazzo vivido di ricordi Federica aveva preso troppa velocità e cadde perdendo l’equilibrio, proprio prima dell’ultima discesa che l’avrebbe portata alla baita. Giù, in fondo alla discesa vide Enzo, suo padre, vicino ad Armando, suo fratello e ai suoi zii. Era arrivata.La baita era popolata da un mare di turisti multicolori nelle loro tute da sci, il posto essendo un punto di snodo cruciale per le piste da fondo raccoglieva tutti: gente che stazionava per pochi minuti, scisti impigriti che amavano sedersi più al caldo del locale piuttosto che frequentare le piste innevate, e infine gli amanti della disciplina, scattanti e poco inclini alle fermate prolungate. La famiglia di Enzo Baldini, Armando Pierobon, e Alberto Maccarini si collocavano, forse, nella categoria sportivi con moderazione, e quindi poco dopo l’arrivo di Federica, il gruppo finì di congiungersi con Francesca e Corinna, ultime nell’ordine d’arrivo. Saluti, baci e abbracci accompagnarono il gruppetto d’amici e parenti alla ricerca d’un tavolo nel bar della baita di legno scuro e intonaco bianco, in perfetto stile montanaro. L’impossibilità di raggiungere il posto con mezzi di trasporto motorizzati risparmiava l’avventore dal dover sopportare rumori e gas di scarico delle onnipresenti automobili: soltanto una rastrelliera colma di sci variopinti testimoniava per una tecnologia di fine millennio.La vampata di calore, dovuta allo sbalzo di temperatura fra i meno tre dell’esterno e i più diciotto della sala del bar affumicò gli occhialini di Marisa che li sostituì subito con un paio chiari da vista. Il gruppo si sgranò: gli uomini si adoperarono per la ricerca d’un tavolo, e le donne rimaste nei pressi dell’entrata iniziarono un morbido cicaleccio fatto di ‘ti ricordi?’ , ‘ma va …’ e risate di allegria e contentezza. Questo stato di cose durò anche quando seduti intorno ad un comodo tavolo di legno avvolgente i fronti di discussione rimanevano sempre due: le signore impegnate in conversazioni squisitamente femminili, ed anche Francesca, che era tutto sommato estranea alle famiglie Baldini e Maccarini sembrava essere integrata benissimo, e partecipava ciarliera alla rimpatriata; dall’altro lato c’era Alberto che stava facendo un resoconto dei suoi viaggi di lavoro all’estero coinvolgendo Enzo, in quello che era per loro un settore comune: l’imprenditoria italiana oltre confine. L’unico che sembrava in trance era Danilo che era completamente disinteressato dai discorsi di suo padre e ancor meno di quelli che venivano dalle quattro donne. L’arrivo del cameriere bloccò quel flusso inarrestabile di parole e tutti furono obbligati a discutere del menu facendo attendere più del dovuto l’inserviente che s’allontanò dal tavolo con in mano il prezioso e sudato trofeo delle ordinazioni. La pausa forzata suggerì a Danilo un colpo di mano e alzando la voce sopra il brusio vociante della sala esordì "Bhe, visto che nessuno parla, inizio io, dato che di tutta la storia sono quello che ha acceso la miccia"La zia Marisa si voltò verso di lui con un sorriso eccitato e sorpreso "Già, benedetta irruenza, mi ero quasi scordata d’aver incontrato tuo padre l’altro giorno al Planet Tape" e si voltò verso Corinna "Mi ha quasi messo paura, non pensavo di trovare qualcuno che conoscevo, li, tra quegli scaffali. In genere quando scegli un film erotico nessuno ti guarda. Tutti ti ignorano e spariscono appena hanno scelto la cassetta""Io, non sono mai andata a comperare una cassetta porno" ammise Corinna "sono ancora una principiante. I senior, paradossalmente sono i miei figli""Già, me lo diceva Enzo" interloquì Marisa"Sono io, quello che ha avuto la mitica idea di iniziare e adesso ve lo racconto" promise baldanzoso Danilo."Papà, zio ascoltate Danilo altrimenti non la finisce più" Federica aveva cercato di scuotere i due uomini sempre intenti a parlar di profitti, investimenti, acquisizione e di knowhowDanilo si mosse inquieto sulla panca schioccando le dita a mo’ d’esordio "Un anno e mezzo fa’ ho avuto una intuizione …" declamò con l’eloquenza d’un avvocato di quart’ordine"Taglia, vai al sodo" lo stroncò subito la sorella"Fede, lascialo raccontare, in fondo è lui che ha dato il la’… mi sembra, o no ?" Corinna aveva guardato la figlia di sottecchi per farle capire che quelle uscite puerili non rendevano giustizia ai suoi vent’anni. "Grazie, ma’" asserì polemicamente Danilo prima di iniziare "dicevo, due estati fa’ ero impegnato a dare un esame importantissimo e a metà luglio ero solo a Milano mentre tutti erano già a Rapallo""Non ti gasare tanto ! Era l’unico esame che hai voluto dare dalla fine delle lezioni perché rischiavi di partire per il militare, se non ne passavi almeno uno" ringhiò la sua rivalsa Federica "Benedetta giovinezza, sei proterva, bambina mia …" accennò Marisa"Già, hanno vent’anni ma sono come bambini" tagliò corto Corinna rispondendo alla cugina con l’intento di bloccare la figliaDanilo forte dell’appoggio della madre e della zia riprese. Uno sguardo a suo padre, ed anche Enzo gli trasmise il suo appoggio: la sorella era stata zittita con sguardo killer dal padre."Bene, vi dicevo, una sera torno a casa dopo una serata abbastanza pallosa con gli amici e mi capita di buttarmi a letto e di addormentarmi come un sasso. Avevamo mangiato una pizza, bevuto una birra in un pub e poi c’eravamo salutati: io dovevo partire la mattina presto per il mare, e chi più chi meno andava in ferie""Ma non dovevi studiare per l’esame ?" chiese distratto Armando che nella sua rigidità d’ingegnere non concepiva le perdite di tempo nella prossimità degli esami"Proprio quel venerdì mattina avevo dato lo scritto, e, per il lunedì avrei avuto i risultati. Quindi mi sono detto passo un week-end al mare e lunedì mattina saprò di che morte debbo morire" attese un attimo che tutti facessero i loro commenti del caso"io sarei rimasta a studiare" disse subito Federica"anch’io" l’appoggiò Francesca"Ragazzi, però i fatti mi pare diano ragione a lui ?" intervenne lo zio Alberto "altrimenti non saremmo qui, vi pare ?""Grazie, zio! Quindi dicevo stanco come un cammello mi butto sul letto con le finestre tutte aperte per il caldo furibondo che c’era. E adesso viene il bello" annunciò con i soliti toni trionfalistici "Alle tre e mezza mi sveglio con una erezione da cavallo. Avevo un cazzo duro e scappellato che si strusciava su i lenzuoli irritandomi la cappella, mica da ridere …"Marisa arrossì leggermente portandosi una mano alla bocca e Alberto ridacchiò complice, quasi a dire "ti capisco" Il resto della compagnia apprese la notizia con assoluta semplicità, anche Federica sembrava aver abbandonato quell’aria saccente da scolaretta prima della classe; sembrava che l’argomento sesso la trasformasse subito.Danilo stava per riprendere il racconto che subito fu bloccato dalla mano di Francesca che gli sedeva al fianco perché era arrivato il cameriere con le ordinazioni. L’uomo mise giù le cioccolate in tazza e i dolcetti e Francesca allungò lentamente la mano sull’inguine del ragazzo per constatare una discreta erezione. Appena il cameriere si allontanò il primo commento fu "era così quella notte ?""No, di più" rispose il ragazzo e riprese "Non era il cazzo duro che m’ha meravigliato, ma, piuttosto il sogno che avevo fatto. Ero sudato, più per il pensiero che per il caldo…" si fermò un attimo, e attese troppo, tanto che cominciò a percepire il disinteresse nel viso dei suoi zii, gli unici che erano all’oscuro dei particolari. Allora sparò la bordata "Avevo sognato di scopare con Federica ! Il bello è, che quando ho acceso la luce e ci ho ripensato m’è sembrata un ottima idea ! Niente legami sentimentali di sorta, solo e soltanto sesso puro !""Oh, beata ingenuità, è vero Federica ?" chiese la zia Marisa"Si, zia. Ma questo è solo l’inizio, io vengo dopo" rispose senza polemiche Federica "è stata l’idea migliore della sua vita … forse l’unica" aggiunse, poi, dimostrando così di non aver perso lo smalto della pungolatrice.Danilo riprese senza polemizzare, sostenuto dagli sguardi e dagli sbuffi di noia degli altri alle battute della ragazza "Mi sbarazzo delle mutande e comincio una sega, una lenta e saporosa sega tutta incentrata sulla mia sorellina. La vedevo in bagno, in sala, … in garage sulla Mercedes di papà alla pecorina che mi diceva : vieni, vieni …" Il racconto stava prendendo un po’ tutti, anche Francesca che aveva già sentito la storia mille volte."Vengo una prima volta dopo aver ritardato il più possibile l’orgasmo. Ho fatto uno zampillo mega che mi ha stupito. Ero li che rimuginavo sulla fortuna che avevo, perché pensavo: sono giovane e non voglio impelagarmi come con Loretta, non volevo ridurmi a stare con una persona solo per scopare !" azzannò un pasticcino e riprese "Capite ! La trovata quale era ? Scopare con lei, soltanto per darci piacere reciproco, una bella scopata e poi nemici come prima !"Marisa fece un gesto eloquente con le sopracciglia e si mosse inquieta sulla panca di legno "E tu cosa hai da dire, Federica ?" chiese alla nipote"Come ho detto prima sono contenta che l’abbia fatto, e sono felice che la mamma e il papà abbiano capito quanto per noi era importante coltivare il nostro appetito sessuale. Che altro … Non so continua tu Danilo""Grazie sorellina. Quella notte non ho più dormito e alle cinque ero già in macchina. Arrivai molto presto alla casa al mare e subito ho cominciato a tampinarla, farle scherzi … Cercavo un modo per scatenare in lei una qualsiasi reazione. Sono persino entrato a tradimento in bagno occupato da lei, ma niente era irremovibile. Allora ho cambiato tattica e ho puntato tutto sulla richiesta esplicita""Scusa, scusa" lo fermò Alberto "prima voglio sapere da Federica cosa aveva pensato sottoposta a tutte quelle pressioni da parte tua"Marisa fu grata al marito della domanda perché anche lei aveva avuto la stessa necessità, conoscere certi particolari prima che Danilo proponesse la sua versione dei fatti"Niente, subito non ho capito cosa volesse. Anzi quando è entrato di corsa dentro il bagno mi stavo facendo un bel ditalino, e per fortuna che avevo la schiuma che mi copriva la topina, e la mano che la stuzzicava. Sai non sapevo come la pensasse lui, magari poteva sdegnarsi, darmi della troia, … tante cose""E, che idee !" proruppe Marisa "addirittura della troia ! Bisogna essere malati per pensarla proprio così" commentò sdegnata Marisa"Non è il caso di drammatizzare sono cose, non così fuori dal mondo, Marisa. C’è gente che lo pensa, non perché ci creda, ma per convenienza, per evitare a sua volta d’essere bollato con il medesimo marchio" Alberto aveva parlato a voce bassa ma con una tonalità severa."Non parlare con lo scemo. Nella migliore delle ipotesi non si capirebbe chi dei due è il savio" recitò Enzo in appoggio ad Alberto "Va bene, sto zitta" sembrò dire Marisa con una alzata di spalle, poi "Danilo, come hai concluso … ?" chiese "A metà mattina papà e mamma vanno giù alla barca ed noi si rimane soli" alzò le sopracciglia, imitato dalla zia, alludendo ad un finale scoppiettante "Lei era in salone che guardava un canale satellitare, era solo con una magliettina. Non portava nemmeno le mutande""Se fosse uscito anche lui mi sarei masturbata di nuovo, il ditalino della vasca era solo il primo della mattina" precisò Federica"Sei capace di toccarti così tante volte" chiese incredula Marisa"Oh si zia. Anche quattro cinque volte al giorno" le confessò con orgoglio la nipote"A quarant’anni ho preso anch’io a masturbarmi con lena, e debbo dirti che è solo questione d’allenamento, Marisa. Quando hai scoperto i vantaggi e i sollievi che ne ricavi diventa un dolce e improrogabile appuntamento" puntualizzò Corinna"Dai ma’ che continuo" la bloccò il figlio "Vi dicevo, ero lì preso da una grande euforia, e toltomi di dosso gli shorts fastidiosi libero la mia belva che aveva raggiunto le dimensioni della sera precedente. Senza far rumore entro nel salone procurando di arrivare alle spalle di Federica, e all’ultimo minuto le salto davanti chiedendole : ti piace ? Subito non dice niente e mi guarda storto""Certo mi avevi messo paura, stavo prendendo sonno e tu mi sei saltato davanti come un orso" si difese chiarendo Federica"Bhe, io la guardo ed agito il bacino per scuotere l’uccello che era sempre più duro. Lei mi guarda in faccia per un lungo interminabile periodo, tanto che pensai d’aver perso ogni cosa. Poi gli occhi si abbassarono sul mio uccello e il suo sguardo rimase ancorato lì, per molto""Capirai zia, era la prima volta che vedevo un cazzo così, e poi cominciavo ad essere impacciata per la mia verginità, mi sentivo troppo grande per confessare ad un ragazzo che non avevo mai scopato. Così trovai conveniente la proposta. Non sapevo che era ben altro che m’aspettava" aggiunse Federica sconvolgendo la zia"Come, cosa t’aspettava ?" sottolineò incredula"Intendo dire che non avevo intuito pienamente il valore del sesso e che si scopa la maggior parte delle volte per il puro piacere ricreativo. Non so come dire … E’ come il pasto, mangi tre volte al giorno, e gli appetiti sessuali sono come quelli nutrizionali … Insomma non sapevo che si potesse scopare con gli stessi ritmi con cui mi masturbavo""Quindi … ?" incalzò la zia"E quindi in ogni caso gli ho detto si. Poi lui m’ha chiesto di spogliarmi ed io l’ho fatto, siamo andati in camera mia ed abbiamo scopato""Esatto ! La prima volta è stato semplicemente fantastico, non le ho fatto sentire quel male che tutte le donne temono la prima volta, e poi abbiamo fatto la doccia insieme. Quindi siamo tornati in camera ed abbiamo ripreso fino allo sfinimento""E’ vero Federica che non hai sentito male ?" chiese ancora con incredulità Marisa"Si, non chiedermi il perché ma è così" tagliò corto Federica"Anche io le ho chiesto la stessa cosa … ma ho ricevuto più o meno la stessa risposta" confermò Corinna "Ero felice che avesse superato quello scoglio senza particolari traumi e basta. Ho perso le staffe quando ho creduto che ci fosse un altro ragazzo. Renditi conto che quando ho trovato sul suo letto del seme secco ho pensato che fosse di quel suo amico che aveva preso a frequentare. Mi ero arrabbiata perché non mi piaceva, difatti è durato poco più di un mese. E quindi, quando ho saputo che era di Danilo, non mi sono preoccupata più di tanto. Lei ha sempre preso la pillola e non c’erano particolari pericoli se scopava con il fratello. Però con Enzo abbiamo insistito che entrambi si facessero una cultura sul sesso, senza falsi pudori o atteggiamenti malsani" Enzo annuì e dopo aver constatato che le cibarie erano finite chiamò il cameriere con una mano. "Armando m’aveva colpito positivamente per le sue attitudini sessuali sin da quando in ditta c’era stata una mia risorsa che s’approfittava normalmente della sua segretaria." stava spiegando Enzo"Un porco" azzardò Marisa "Una maiala perversa" la corresse Corinna"Si, era una donna americana che si chiamava, si chiama Jenny Mc Hully" spiegò Armando "Aveva degli atteggiamenti di supremazia violenta che esercitava attraverso il sesso. In pratica Enzo la licenziata perché io l’avevo sbugiardata di fronte a tutti perché, per colpa sua, rischiavo di perdere il lavoro di tesi. Avevo aiutato una delle sue vittime a vendicarsi di lei e … a quel punto ero finito nel suo libro nero""A me, quello che premeva, era che Federica e Danilo non prendessero nessun andazzo simile, o peggio subissero da altri simili perversioni. Ho avuto circa un anno per conoscere Armando, prima che i figli iniziassero il loro coinvolgimento sessuale, durante il quale ho prima intuito, poi assorbito la filosofia che reggeva il clan di Armando e Francesca. Ci ho pensato un paio di giorni, quindi ne ho parlato con Corinna ed abbiamo deciso di chiedere a loro un piccolo aiuto"Il cameriere tornò e Enzo ordinò dei tramezzini e della birra per se, Armando ed il figlio; le donne presero dell’altra torta."Non ce stato bisogno di convincermi e siccome avevo già conosciuto Francesca ad una festa aziendale, senza sesso," sottolineò "non ho avuto alcuna remora a mandare i miei figli da lei" dichiarò senza ombra di incertezza Corinna"Coraggioso" dichiarò stupita favorevolmente Marisa"No, semplicemente assennato. Erano privi d’esperienza e tanto valeva che crescessero con della gente fidata" aggiunse"Bhe, avevo dato delle ripetizioni a Federica, e lei mi già conosceva" rispose secca Francesca nei riguardi di Marisa per quella illazione gratuita"Si, zia non essere sospettosa! Non lo è stata la mamma, non vedo perché lo devi essere tu, e pensare male di Francesca" la rampognò Federica"No, no non volevo pensare male di te, Francesca …" Marisa s’era premurata di rispondere alla diretta interessata "e solo che i figli sono più importanti di qualsiasi altra cosa …"Il cameriere ruppe al momento giusto la discussione e tutti preferirono deviare il flusso della chiacchierata su altri fronti meno personali. Infine decisero d’uscire dopo che i panini e le birre furono terminati con gusto."Non biasimo tua cugina per quello che ha detto" sussurrò Francesca in un attimo che si ritrovò sola con Corinna nel bagno del bar "Tranquilla non mi perdo per così poco" aggiunse, quindi, sinceramente Francesca"Grazie" rispose più sollevata CorinnaUscirono che era già mezzo giorno e gli uomini decisero di andare sulle piste per un paio d’ore mentre Francesca e Federica avevano deciso di fare qualche discesa in slittino lasciando Marisa e Corinna discorrere sedute su i tavolini di legno grezzo situati fuori dalla baita."E’ molta bella tua la giacca a vento" disse Corinna "Posso vederla ?" Prese il lembo di vestiario senza aspettare la risposta. Marisa la lasciò fare, e Corinna scoppiò a ridere "Che calda! Puoi indossarla nuda" Marisa arrossì "In realtà, sono molto freddolosa quanto esibizionista, ma non potrei mai indossarla senza nulla addosso, morirei di freddo" Corinna le guardava il corpetto attillato della tuta fantasia, aderente e provocante "Sei bella," le disse "Non vedo l’ora di metterti le mani addosso, in senso buono si capisce. Ma tu l’hai mai fatto con una donna ?" Marisa voleva mentire, raccontarle quando e dove aveva avuto la sua esperienza saffica, ma era una bugia pietosa, e non ci riuscì "Non ho mai avuto l’occasione, lo voglio ma non so con chi farlo …" confessò"Hai delle remore? Hai paura di non farcela? Magari pensi che sia troppo ambiguo ?" insinuò CorinnaMarisa sentì un lieve giramento di testa. Ma che tipo di donna era diventata sua cugina Corinna, che l’osservava con quei grandi occhi chiari, con quel sorriso di freschezza, rivolgendole con quel tono entusiasta senza apparente emozione, domande così stupefacenti? Aprì bruscamente un pesante cancello di legno su un lato della baita, come se questo gesto avesse potuto difenderla "Vieni" le chiese. Corinna ebbe un rapido sorriso. Sbucarono su una terrazza vuota che d’estate ospitava sdraio e tavolini per prendere il sole; ora era ricoperta da un soffice manto di neve non ancora rimosso dagli inservienti. Corinna esclamò "Che fortuna hai! Hai un marito che ti porta in giro per il mondo" per tenere viva in qualche modo la conversazione, poi rimase per un attimo immobile, di fronte al paesaggio degli abeti ricoperti di neve. "Voglio che tu sia la prima, insegnami !" le disse a mezza voce senza voltarsi. Corinna la guardò e le prese la testa tra le mani chiedendole la ragione di quello stato emotivo. Marisa la guardò in viso e ammise "Non ho mai baciato in bocca una donna""Non mi devi baciare in bocca" le disse Corinna che ormai era diventata una esperta "Non hai mai visto un film porno ? Ti stendi subito a sessantanove, e ti butti sulla vagina"Marisa s’aggiusto la tuta attillata sul cavallo "Mi sono inumidita" ammise arrossendo"Che bella notizia, ascolta due giorni fa ho avuto la mia prima saffica con Francesca, e dopo di quella c’è stato un giorno intero di sesso. Prima d’allora non sapevo quanto fosse bello, leccare, assaporare … mentre la tua compagna ti riserva le stesse attenzioni. Mi ero prefissata, quando e se avessi affrontato il momento della cavalcata saffica, di non manifestare l’intensità della novità con un esasperato mutismo, che avrebbero potuto, secondo me, traumatizzare la partner. Al contrario, anche se il tutto si è svolto perfettamente, ho urlato il mio godimento: non è così facile da raccontare, al fine di trarre il massimo godimento, controllare l’intensità delle penetrazioni e contemporaneamente coordinare e organizzare le leccate" Corinna s’era appoggiata alla balaustra vicino a Marisa che ascoltava attenta"Cosa hai provato ad essere nelle braccia d’un altra donna" chiese interessata.Corinna sembrò raccogliere le idee e giocherellando con un grumo di neve rispose "E’ un evento bellissimo, coinvolgente, emozionante, ed è stato sicuramente l’approccio più completo della mia vita, un godimento fatto di, dare eccitazione, e, fiducia in lei nel ricevere lo stesso trattamento"Marisa era sempre più eccitata, ed era da sempre che voleva farlo con un’altra donna ma sentì anche di domandare alla cugina se in quel tripudio d’eccitazione avesse trovato qualcosa di spiacevole"Non ho avuto nessuna esperienza indesiderata, facendo sesso saffico. Ma se debbo cercare un difetto, bhe quello, penso che sia stato un mio problema, è il seguente: durante il sessantanove saffico ho sottovalutato l’eccitamento visivo. Ho scoperto che ci si può eccitare tantissimo con una figa davanti a gli occhi. E’ una esperienza che una volta provata viene facilmente esaltato da donna a donna, nel mio caso Francesca, sua cugina e Federica: forse perché, come è risaputo, le gioie del rapporto saffico portano un’infinita felicità con le memorie di un delicato e reciproco eccitamento" Marisa aveva ascoltato attentamente ed era semplicemente toccata dal racconto della cugina, ne guardava il viso, gli occhi mentre raccontava quell’esperienza che a lei mancava "Come si gode, come ti muovi ? Quando scopi con un uomo segui la sua andatura, ma quando sei li, cosa segui ?""Godi quando le contrazioni si fanno più convulse. In genere cerchi di tenere ferma la tua compagna, tenti di mantenere il tuo viso attaccato alla sua vagina. Nella mia prima volta le contrazioni hanno cominciato ad essere veramente forti di intensità e durata, una dietro l’altra; mi sono attaccata a lei, alla sua vagina leccandola furiosamente, tanto il piacere mi invadeva e mi ubriacava"Marisa si toccò di nuovo il cavallo dei pantaloni constatando un umidore profumato. Corinna senza dirle niente le toccò la vagina sostituendo la sua mano con quella della cugina. "Cosa fai ?"le chiese lei un po’ allarmata "Non ti piace che ti tocchi ?" le rimandò la palla CorinnaMarisa tacque per un attimo poi sussurro "è che siamo in pubblico …""Ma non c’è nessuno !""E’ vero, e la novità che mi frena e mi eccita allo stesso modo … ma tu continua pure" dichiarò ansimante Corinna le rimise la mano sulla vagina e la massaggiò strofinandole la stoffa della tuta "meno male che le tute da fondo sono leggere" le bisbigliò all’orecchio mentre con le dita cercava la zona dove poteva trovarsi il clito."Cosa si pensa quando si è sotto un’altra donna" chiese farfugliando Marisa sotto l’effetto massaggiante delle dita di Corinna"Non posso dire obbiettivamente cosa ho pensato, mentre godevo, più o meno sognavo uomini e donne che scopavano; so solo che ho avuto dei picchi di godimento altissimi e alla fine ero veramente stremata" anche Marisa lo sembrava appesa alla balaustra incapace di reggersi in piedi "Forse non me li immaginavo così forti", continuò Corinna "ed è vero che non si possono descrivere: è come se ti gettassero in aria ripetutamente e ti si aprisse una voragine infuocata dentro di te: non desideri altro che la tua amica ti lecchi sempre con maggiore intensità" Marisa ansimava apertamente e non s’accorse che Corinna le aveva aperto la lampo della tuta che dal petto scendeva sino al cavallo "Ma credo che ogni donna li senta e li descriva in modo totalmente diverso e personale" disse poco prima di infilare dentro la mano fredda."E’ simpatico ritrovarsi con diverse donne affamate di sesso" affermò per evitare le proteste di Marisa, e trovate le mutande mise le dita sotto l’elastico "donne come me e te, speranzose di godere … debbono farlo senza remore" le stava sussurrando in un orecchio ", ma soprattutto è importante trovare delle amiche fidate a tua disposizione, in grado di rispondere ad ogni tuo dubbio o curiosità" quelle ultime parole coincisero con la calata delle dita tra le labbra della vagina. Marisa sospirò per la gelata intrusione che le irrigidì il clito che gonfiandosi finì tra le dita di Corinna"Ed è proprio iniziando con ditalino che s’entra realmente per la prima volta nelle parti intime di una donna, perché è il primo passo prima di affrontare una prova, non solo fisica ma anche psicologica come quella della cavalcata saffica"Quelle ultime parole s’accompagnarono con un brontolio sordo del ventre di Marisa che propagandosi verso l’alto si tramutò in un urlo di piacere. Uno schizzò caldo e profumato bagnò le dita di Corinna che appena ritirata la mano succhiò una parte degli umori che le bagnavano la mano, e il resto lo propose a Marisa che prostrata si era seduta a terra sul pavimento cosparso di neve. La donna percepì il profumo e accettò di buon grado l’inusitato gelato esclamando "Non sapevo che fosse così buono e profumato il mio succo" Corinna prese con due dita un pelo scuro e riccioluto, che si era ritrovata sulla mano estratta dalla tuta di Marisa, e sventolandolo in viso alla cugina le chiese retoricamente "cos’è questo ?" "Un pelo" ripose ancora ansimante Marisa "Non hai l’abitudine di depilarti ?" insisté Corinna"Solo d’estate, lungo i bordi" rispose titubante sicura di essere in errore"Allora mi credi se ti dico che la rasatura completa aumenta l’eccitazione, tua e dell’uomo, che è più bella, e tu sei più femminile, meno rude …" tentò di spiegarsi Corinna "Senti, io fino ad una settimana fa’ non mi ero mai rasata, ma appena mi sono vista allo specchio per poco non sono venuta senza neanche toccarmi. E’ una condizione diversa, più esplicita, meno ipocrita, sei finalmente nuda completamente !"Marisa si era tirata in piedi e si era richiusa la tuta, e continuando a odorare la mano della cugina "Si ti credo" disse "anzi ti dirò di più prima di venire da voi questa sera mi rado""Brava, anche perché altrimenti te l’avrebbe chiesto Francesca" le rispose di rimando Corinna"Più che giusto, sarà fatto"Detto ciò si diressero verso il luogo dell’appuntamento.SeraAlle cinque del pomeriggio erano tutti di ritorno e il freddo pungente della giornata invernale fu sostituito dal caldo accogliente della casa, e le donne poterono spogliarsi subito nude. Appena entrate in casa fu questione di un attimo e i loro corpi furono subito disponibili."Allora saranno qui per le sette e mezza ?" chiese Francesca a Corinna "Si, minuto più minuto meno…"La macchina passò nel vialetto e dopo un attimo due figure si avvicinarono alla porta. La donna indossava una pelliccia, mentre l’uomo una normalissima giacca a vento. Francesca aprì la porta facendoli entrare calorosamente"Entrate, vi prego""Si, zio sbrigati che noi siamo nude" protestò Federica chiedendo che Alberto, ultimo ad entrare chiudesse la porta dell’anticamera."Vi dispiace se mi tolgo la pelliccia" recitò Marisa che sfilatosi l’indumento rimase di colpo nuda calzando solo un paio di scarpe leganti "lo fatto per te Corinna, anche se ho avuto un freddo cane per venire fin qui …" Quel bel corpo di donna fu alla vista di tutti e Corinna esordi "Se conosco bene Francesca dirò : e la fighetta ? Quando si spoglia ? Quando le togliamo quel brutta pelliccia di pelo ?"Federica si allontanò di qualche passo da Marisa, prendendo a roteare su se stessa "Già, zia non lo vedi che noi ragazze siamo tutte rasate ? Siamo pulite sino al buchetto posteriore" e poi quasi a voler suggellare l’incontro "Mi trovi molto cambiata… Sono cresciuta dall’ultima volta che ci siamo visti…" A Marisa fu necessario uno sforzo notevole per riprendere il controllo di se stessa, i suoi occhi rimanevano incollati su quel corpo perfettamente curato, e in particolare dalla abbacinante mancanza del vello pubico; il taglio della vagina danzava leggiadro ondeggiando con il soffice incedere della ragazza. "Sono passati quasi sette anni…. È logico che tu sia cresciuta…. Adesso sei una splendida donna" Si limitò a dire consapevole che la depilazione completa la rendeva ancora più bella ", la completava" pensò. Nei sette anni precedenti Marisa era stata all’estero con il marito per motivi di lavoro, capitando in Italia solo per brevi periodi, e nel frattempo la ragazzina era sbocciata in una splendida donna anche se conservava ancora il carattere e le movenze della fanciulla che aveva conosciuto negli anni passati."Lo sapevo che voi avete l’abitudine di radervi, ma non ho avuto il tempo e la manualità sufficiente, così mi sono detta mi faccio dare una mano da Corinna o dalla mia nipotina" si spiegò Marisa che per altro aveva il vello pubico molto rado e chiaro. "Si, si vieni che adesso lo togliamo" disse Corinna dirigendosi con la cugina verso le camere "Enzo mostra ad Alberto dove si può spogliare"lo zio lo spoglio io !" si propose Federica "Lavinia, aiutami a spogliare lo zio …" Lasciandola nelle mani del marito, Marisa, si rese conto di essere molto dispiaciuta, ma le ci vollero pochi secondi per capire che avrebbe potuto presto godere delle gioie di Federica, e non solo di sua nipote, aveva chiesto a Corinna d’essere la prima. Iniziò per lei un momento d’eccitazione incontrollata e di abbondanti secrezioni d’umore, che bagnarono le mani di Corinna che era intenta a rasarla. Era al settimo cielo e si lasciò cullare dalla passione che ardeva in lei guardando la cugina raccogliere in bocca i suoi umori profumati; al tempo stesso si sentiva depressa al pensiero che gli anni ruggenti della ragazzina tutto pepe erano passati da troppo tempo, e Federica le ricordava quell’età.Il tempo necessario a Corinna di depilare Marisa e le due donne si spostarono in camera."come sei bagnata…" e la bocca di Corinna era di nuovo tra le grandi labbra della cugina. Marisa non aveva più la forza di reagire, si abbandonò completamente e riversò il capo sul letto. Velocemente, sapientemente, dolcemente come non lo era mai stata la sua vagina era leccata, lavata, prosciugata di ogni suo umore che ora si mischiava alla saliva della cugina. Le gambe si allargarono ancora di più per facilitare quello che mai si sarebbe sognata accadesse. Corinna, la fece distendere meglio con un cuscino sotto la testa e le disse "prova anche tu""ma non so come…""fallo come vorresti che lo facessero a te" Così dicendo Corinna si mise a cavalcioni sopra di lei portando la vagina all’altezza della faccia. Era, affascinante e d’una attrattiva mai pensata quella vagina completamente depilata e le grandi labbra si discostavano leggermente per far posto al clito. Marisa tirò fuori la lingua e per la prima volta in vita sua la passò timidamente su quel punto che le era così familiare. Subito assaporò gli odori e il sapore della sua compagna che per facilitarle il compito aveva schiacciato il basso ventre sopra la sua bocca. "Dai leccami…" sussurrò Corinna portando di nuovo la faccia verso la vagina di Marisa "ti lecco anche io … è tanto bello … Fai come me, imitami"Le due lingue affondarono all’unisono e iniziarono a passare prima sul clito, poi sull’utero ed infine Marisa sentì il dito di Corinna che le trapassava l’ano. Marisa perse il controllo ed iniziò a leccare con furia quella che ormai era diventata una vagina bagnata più di saliva che di umori femminili. Corinna affondò ancora il dito nell’ano e iniziò a succhiare il clito della cugina con altrettanta foga. Ad un tratto uno schizzo bagnò la faccia di Marisa. Mugolò eccitata e a sua volta all’ennesimo tocco di Corinna sul clito infiammato, Marisa che godé con forti scossoni che le procurarono un singulto fastidioso."hai visto cosa vuol dire il sesso tra amiche … ti immagini avere una sorella ? Avresti da farlo tutte le sere … almeno per tutti gli anni della giovinezza" le sussurrò in un orecchioQuando Marisa si fu ripresa scesero di sotto "Andiamo giù altrimenti ci danno per disperse" E appena scese trovarono tutti, seduti in sala, davanti al fuoco acceso, ovviamente nudi. "La mia cuginetta aveva un po’ di pelo vicino al buchetto posteriore, ma le labbra erano rasate, non bene, ma rasate" Corinna informò la compagnia, e aggiunse "una figa rasata da due giorni è come un uomo non sbarbato. Punge!" "Non me ne sono mai accorto" intervenne Alberto "e, infondo sono stato io a volere il pelo corto, le ho chiesto di rasarsi quasi subito""E’ vero appena sposati, in viaggio di nozze mi ha fatto rasare" avallò Marisa"Bhe, il pelo sulle grandi labbra te la rende insensibile, e la grattugia di due giorni è impossibile ! Non puoi leccarla neanche se ti pagano !" argomentò Corinna appoggiata da Francesca che annuì palesando tutto il suo supporto morale."In effetti, se non hai una intensa vita sessuale, il pelo non ti disturba più di tanto, ma un buon sessantanove saffico non puoi farlo, se ti cresce il pelo su i bordi della vagina. Perdi ogni sensibilità""No, Corinna ! E’ anche un fatto estetico, io non posso vedermi con del pelo addosso. Non sopporto quello ascellare, figuriamoci quello della vagina. Fin quando non vivi i tuoi spazi di nudità, hai la figa coperta quasi tutto il giorno e non te la vedi. Ma quando ti vesti solo per uscire, cominci a capire che il tuo corpo, è il miglior vestito che hai, e il pelo rappresenta l’ultimo baluardo prima della completa nudità. Ti accorgi che gli amici le amiche ti guardano, e tu guardi loro, e tutti, prima di ogni altra cosa, ti rimirano la vagina, poi il viso. Tutti, anche le donne! Tutti ti fanno i complimenti, si fanno confronti …" intervenne Francesca con ardore."Quando Francesca lavora fuori casa, ed è costretta a portare le mutande è intrattabile, ma quando torna a casa e si spoglia, diventa un’altra" disse tra il serio e il faceto Armando"Dai, Arma, non è cosi vero. Diciamo che soffro la costrizione delle mutande perché ho le labbra molto gonfie, lo vedete tutti ho una figa con due labbrone grosse" finì indicando la sua vagina arrossata dall’eccitazione."Io, sono da poco nel giro, e forse dovrò ritrattare la dichiarazione di poco fa" aggiunse Corinna "Sono tre giorni che vivo nuda, e … oggi quando siamo tornate a casa non vedevo l’ora di spogliarmi, e non perché venivi tu … Marisa, ma perché volevo spogliarmi e basta !"Intanto furono serviti dei dolci con il the, e tutti furono felici di rifocillarsi dopo la giornata passata su i capi da sci, in previsione di una serata movimentata."Dimmi Alberto com’è che tu hai dato la tua Marisa a Enzo ?" aggiunse poi per cambiare discorso"Non mi ricordo bene, ma un giorno devo avergli detto una cosa del tipo ‘ ieri sera ho inchiappettato Marisa’, e dopo lui mi ha detto che con la sua ragazza, perché ancora non eravate sposati, non gli dava il sedere" cercò di ricordare Alberto"E’ vero, la frase non la ricordo, ma ricordo benissimo Corinna aveva delle strane idiosincrasie sul sesso anale" aggiunse Enzo"Non colpevolizzarmi più di tanto, allora ero una ragazzina frustrata. Non eravamo fortunate come loro" disse indicando Federica e Lavinia "anche Francesca, che è la generazione di mezzo, tra noi e le ragazze, si è fatta la prima inculata a quasi trent’anni" lanciò la sua protesta nei confronti del marito e Francesca annuì sulla data della sua prima esperienza anale."Comunque, Alberto mi dice ‘faresti fare una scopata nel culo al tuo futuro cognato ?’" intervenne Marisa "io, accettai, perché mi piaceva molto, e tuttora mi piace moltissimo farmi scopare il culo … ed è finita li, fu solo sesso. Anzi, Corinna ti dirò di più non volli essere baciata, o scopata in figa, solo culo" "bhe, non ho bisogno neanche delle tue scuse ! Allora mi sarei incazzata, ma adesso adoro fare sesso in compagnia, e mi faccio anche inculare" tagliò corto Corinna."Zia, devi tenere le gamba un po’ aperte, si deve cominciare a vedere il taglio" stava spiegando Federica"Si, ma come faccio se sono seduta, non si vede molto la mia fighetta ?" interloquì alla spiegazione didattica della nipote"Marisa, devi stringere le chiappe, e spingere la figa in avanti" commentò Corinna, eseguendo lei stessa le istruzioni, e lasciando morire la precedente discussione."Come va? Tutto bene?" Chiese Francesca ritornando in sala con altri biscotti"Grazie, bene. Stiamo gradendo molto il caldo che c’è in casa" ringraziò Marisa rimirando le curve provocanti di Francesca e di Federica proprio di fronte a lei, anche se sembrava più interessata al bocconcino di Lavinia che stava tenendo i piedi sul tavolino di vetro. La posizione era ideale per proporre la sua vagina dischiusa che si rifletteva sul vetro del mobile. Corinna accortasi che la cugina guardava Lavinia introdusse subito l’argomento sesso saffico "Ti piace la ragazza? Guarda la sua figa come è bella e delicata, ti piacerebbe poterla baciare, leccare una figa così ?" Marisa la guardò interessata, non sapendo cosa rispondere, aveva sempre pensato di farlo con una donna, e prima con la cugina aveva avuto una esperienza eccezionale, ma non pensava di aprire l’orgia con un rapporto saffico. Mentre la donna rimuginava sulla risposta la sua eccitazione era evidente e si manifestava con un profumo forte e imprescindibile."Dai zia, inizia con Lavinia" l’incitò Federica "Lavy ti va di farlo con la zia ?""Certo, figa nuova, ci si prova subito !" rispose Lavinia avvicinandosi a Marisa"Raccontiamoci le nostre esperienze saffiche" propose Corinna "No, dai mamma! Non adesso scopiamo! Magari dopo per riprenderci invece di parlare di spese, casa ed altre cazzate, ci raccontiamo qualcosa di più eccitante" Federica aveva sbottato, e gli altri parvero gradire il commento"Io, lo dicevo per Marisa …" tentò di tenere la posizione Corinna"Lascia, mi sono eccitata, e … voglio provare a farlo con tua cugina ?" chiese infine a Francesca "Che groviglio di cugine …" commentò Lavinia gattonando verso Marisa.Due donne, la mora di quasi quarantacinque anni, fisico esile e asciutto che reggeva bene il peso degli anni, e la ragazzina rossa, ventisei anni fisico atletico e tanta voglia di fare sesso. Entrambe pronte a soddisfarsi. Gli eventi travolsero Marisa, non ricordava nemmeno più il percorso mentale che le aveva fatto desiderare il corpo della giovane. Quello che ricordava perfettamente era l’entusiastica risposta di Lavinia, e non avrebbe nemmeno più dimenticato l’emozione provocata al contatto della lingua sulla vagina umida di lei.Intanto Alberto, il marito di Marisa , si ritrovò fra le mani il pene grosso e scappelato, ed allungate le mani trovò la gamba di Federica, Francesca gli si avvicinò e appoggiandogli i seni sulla sua schiena prese ad accarezzargli il pene. "Alberto, cosa trovi più eccitante pensare di eiaculare dentro una donna o sulla sua faccia ?" gli chiese Francesca mentre saggiava la pelle tesa del membro quasi incompleta erezione"Non ci ho mai pensato, però mi piace vedere una ragazza colpita dalla sborra, anche se, specialmente quando sto inculando Marisa, mi piace sentire defluire lo sperma nel culo di lei" commentò sempre più eccitato l’uomo.Lavinia alzatasi distese Marisa sul caldo tappeto persiano della sala, e mettendole un cuscino sotto la testa le disse "la conosci la posizione del sessantanove ?"Quando finalmente udì quelle parole magiche incominciò per lei quello che sino a pochi giorni prima avrebbe indicato senza esitazioni come l’esperienza più brutta della sua vita. Invece la reazione di Marisa fu eccezionale, e quando credette di aver perso tutto, trovò il paradiso ed allo stesso tempo la compensazione dell’amore etero. Erano le stesse sensazioni che aveva provato con Marisa, ed ora le riprovava con una perfetta estranea "questo è il potere di un paio di gambe aperte" pensò trasognata. Per molti secondi non poté smettere di guardare quella vagina aperta a pochi centimetri dal suo naso, poi per fortuna la voglia la attrasse inesorabilmente, e, iniziò per lei il tempo della passione più sfrenata."Bene allora adesso, io ti vengo sopra e con entrambe le mani ti apro la figa, e con la bocca ti faccio godere …. E guarda che sono brava"Marisa s’eccitò e iniziò a toccarsi "poi ti posso mettere un dito nel culo, nella figa aspettando che tu mi disseti con il tuo miele."E, tu cosa preferisci che l’uomo si scarichi dentro di te, o fuori ?" Alberto riservò la stessa domanda per Francesca che rispose prontamente "Non amo disperdere lo sperma, piuttosto lo voglio in bocca da ingoiare tutto o da dividere con una amica; il suo sapore mi piace molto perché mi trasmette immancabilmente l’orgasmo. Debbo dire che anche sentire le ultime sferzate del coito maschile dentro di me, è una cosa meravigliosa. Ed è vero che quando sei inculata ami sentire la sborra dentro, più che nella figa, specialmente quando hai appena cambiato partner: una inculata via l’altra" si spiegò Francesca nelle pause del suo giocare con il pene di Alberto: mani e bocca stavano sollazzando quella verga imponente.Dopo poco l’uomo si allontanò da Francesca e afferrò Federica per le anche, tenendola sollevata senza il minimo sforzo apparente facendola inginocchiare sul tavolino di vetro assicurandosi che la vagina fosse all’altezza della propria bocca. "Zio, il tavolino è freddo. Ho le chiappe gelate" la protesta finì subito soffocata dai mugolii di piacere causati dalla lingua di Alberto che iniziò a saettare rapida raggiungendo il bersaglio della nipote, e lei l’abbracciò con impeto aggrappandosi alla sua testa incollandogli la vagina alla bocca. "Zio, zio prendi tra le labbra il cicciolo, si il cicciolo che sta uscendo, bravo zio …" Federica stringeva sempre di più la testa di Alberto contro il suo inguine assaporando il rapporto orale ", preferiva farsi leccare da una donna" pensò "è più delicata, ma anche un uomo può essere capace di farlo …" pensò con la lingua dello zio penetrata nella vagina e l’indice conficcato nell’ano.Le due donne coricate sul tappeto persiano lasciarono cadere ogni remora e avviluppate in un tenero abbraccio si stavano scambiando gli umori e i sapori delle rispettive vagine.Per Marisa quella seconda volta saffica fu un’emozione incredibile. Lavinia era così giovane, bella ed arrapata, il suo corpo rispondeva ai suoi tocchi con incredibile prontezza e calore che le riempiva la bocca di abbondanti stille di umori profumati. "lo fai spesso con le ragazze ?" le chiese un attimo staccando la bocca dal magico scrigno della ragazza. Marisa aveva quarantacinque anni, venticinque Lavinia ma su quel tappeto a Marisa parve di avere la stessa età, le sue energie parvero moltiplicarsi, ogni orgasmo di Lavinia le dava nuovo slancio. "Qui o a Milano ?" balbettò qualcosa Lavinia con la faccia semi sommersa dalle natiche"Bhe c’è differenza ?" Si muovevano poco, perché entrambe si perdevano in piccoli colpetti di lingua, e lo studio visivo di ogni piega era sintomo di godimento e passione. "Si qui, sempre. Con Federica passiamo notti insonni attaccate l’una all’altra … ahhh" si rituffò per un breve periodo tra le mucose di Marisa per evitare di perdere un grosso e profumato filamento di miele che assorbì con le labbra poi aggiunse "a Milano, ci sono anche gli impegni scolastici. Ma tutti giorni ho un rapporto con una ragazza, magari da sola, con me stessa! Invece scopiamo tutti i venerdì in un orgia numerosa … ahh" adesso era Marisa che aveva smesso d’ascoltare per rituffarsi dentro Lavinia. Le grida di gioia e singulti di piacere si persero soffocati dal vociare di stupore di Francesca e Corinna commentando il possente pene di Alberto."Marisa sei un portento se riesci a prendere questo cazzo nel culo !" commentò Francesca, anche se non poté ricevere risposta, perché l’interessata era persa tra le gambe di sua cugina. Ma gli occhi puntarono tutti sullo sfintere di Marisa che si rivolgeva a loro bello ed elastico "In effetti hai un bel culo, dopo te lo guardo meglio …" promise Francesca sempre con in mano il pene equino di Alberto che sempre intento a masturbare Federica non si curò ne di lei e di Corinna intente a maneggiarlo "È senz’altro più lungo di venticinque centimetri e grosso almeno il doppio del mio" commentò Armando che cominciava a palpeggiare le chiappe di Corinna."A vederlo fa quasi impressione ! Arma, mi ricorda quella scultura che abbiamo messo in sala a casa nostra" commentò Francesca Il pene era di colore alabastro, ed era percorso per tutta la lunghezza da vene in rilievo, il tutto era molto simile ad una scultura d’epoca romana. Francesca smise quasi subito qualsiasi raffronto artistico e prese a succhiarlo, per quanto le era possibile, ingoiandolo sino a toccare le tonsille. Corinna, dividendoselo con lei lo strusciò fra i seni comprimendoli intorno al pene per iniziare una lenta masturbazione. Il groviglio era tale che Francesca ripresasi l’asta in bocca escluse Corinna che si buttò sul sedere della figlia poco sopra la sua testa. Con le mani le divaricò le natiche, e accostandovi la bocca iniziò a leccarle l’ano, mentre Alberto continuava imperterrito a succhiarle la vagina. Armando e Danilo presero a masturbarsi e invitarono Alberto sul tappeto vicino alla moglie per essere più comodo. "Danilo, adesso tu vai dietro Lavinia e la inculi, mentre io mi faccio tua zia, nella figa" impartì Armando stufo di guardare gli altri già in stato avanzato di eccitamento. Lavinia e Marisa erano sempre allacciate in un sessantanove vorticoso, ed avevano già cambiato molte volte le loro posizioni ruzzolando sul tappeto; adesso Lavinia era sopra ed intenta ad affondare il fallo di gomma nella vagina di Marisa tenendo un buon ritmo nel suo andare e tornare. Quello stato di euforia stava durando da almeno venti minuti e per Marisa tutto andava a meraviglia, non era solo la vagina interessata dai giochi erotici, Lavinia le stuzzicava anche il suo ano, dilatandolo con le dita, e colpo dopo colpo, ad ogni penetrazione, Lavinia le donava un appagamento sino allora relegato alla sola penetrazione fallica. Armando si stancò di vedere quella penetrazione artificiale, preferiva vedere le due donne eccitarsi a vicenda solo con le loro bocche, portarsi naturalmente all’orgasmo solo con le loro mulinanti lingue. Si alzò e le raggiunse, sfilò il membro finto dallo sfintere di Marisa sostituendolo con il suo pene, teso, affondandolo in un sol colpo, con decisione, tra le natiche della donna. "Franci, volevi vedere il culo di Marisa …" mugolò per un brivido erotico poi riprese "guarda come si è riempito del mio uccello …" Marisa si stava facendo visitare entrambi i buchini da Lavinia quando si ritrovò un pene in carne ed ossa appuntato allo sfintere, e scoprì che era eccitante l’idea che tutti potessero approfittare di lei in ordine sperso "doveva essere questo il bello dell’orgia" pensò estasiata. Per lei fu un cambio dolcissimo, non tanto per la diversa dimensione ma quanto perché per la prima volta veniva penetrata mentre stava già avendo un rapporto carnale con un’altra persona; era sopra una splendida ragazza e un pene la stava visitando da tergo ed era una esperienza che lei desiderava da tanto tempo. Marisa dimostrò di gradire tantissimo la sostituzione aumentando il vorticare impazzito della sua lingua sul clito di Lavinia, intenta a sua volta, ad accarezzare i testicoli che sbattevano contro le natiche di Marisa. Passarono gli attimi e, sotto la spinta di Armando e la insistenza intrudente di Lavinia, entrambe incominciarono a cercare l’orgasmo sconquassante, la botta di libidine pura. Alberto portò Federica a fianco di Marisa con l’evidente intento di scoparsi la ragazza. Corinna invece si lanciò rovesciandosi supina sul divano offrendosi per farsi penetrare. "Vieni da me, Fede è giovane e di cazzi come il tuo ne troverà ancora altri. Invece io debbo recuperare, sto diventando una vecchia babbiona, scopami Alberto, vieni da me …" implorò ed Alberto, che avrebbe preferito la nipote, all’inizio oppose una certa resistenza ma poi cedette alle lusinghe della cognata. Buttandosi su Corinna la penetrò con un colpo solo. La violenta introduzione fu accolta con un urlo di stupore "Alberto, che foga, che grosso …" le grida si trasformarono subito in sibili di piacere. Le leggende metropolitane dei super dotati ", raccontavano, in fondo, cose vere" si ritrovò a pensare eccitata dallo scivolare sicuro del glande nella sua vagina umida eccitata dalla sua mente euforica.Federica, intanto si era spostata dallo zio Alberto alla zia Marisa, e alla donna prese a leccarle la vagina tutto intorno, lungo i bordi, e quando il fratello si preparò a sodomizzarla, dopo Armando, prese a leccargli le palle. Lentamente Marisa iniziò a trasformarsi dalla splendida quarantenne poco avvezza alle orge che era in una donna ogni secondo più arrapata e disposta a tutto. Imparò a valorizzare le sue pose, aprendo le gambe tornite in modo da far vedere la sua vagina in ogni minimo dettaglio. A metterla in risalto in ogni sua piega tirandola, ed aprendo la sua fessura con mosse sapientemente studiate. Iniziò a privilegiare la posa della pecorina, meno comoda ma molto più soddisfacente per lei e per il suo partner. Capì subito che era meglio far risaltare le decisa curva delle natiche, divaricata in modo da offrire il suo ano orgoglioso.Danilo distratto dalla sorella e dalla madre fu rapito dalla potenza fisica dello zio ", a vedersi non sembra affatto che abbia una tale nerchia" confessò alla sorella impegnata su di lui in una fellatio.Corinna era letteralmente soggiogata dal pene di Alberto che la penetrava con forza animalesca "che scopata, che duro, che bellezza … sei un portento" urlava la donna impressionata nel sentire il pene entrare e uscire dalla vagina. Francesca la scavalcò appoggiandole la vagina sul viso, "Corinna basta parlare, fa un uso più appropriato della tua lingua …" scherzò, cominciando a baciare la bocca ansimante di Alberto che sta avendo la penetrazione da almeno un quarto d’ora senza aver mai eiaculato. Francesca sotto l’effetto della lingua di Corinna si buttò sulla vagina impalata della compagna spingendo via Alberto che messosi alle sue spalle la penetrò. Alberto infilato il pene nella vagina di Francesca iniziò a scoparla con la stessa foga, estraendo il pene più volte per riaffondarlo ogni volta con forza. La sua bestialità affascinava Francesca che godeva dei colpi ricevuti, e dai liquidi che raccoglieva da Corinna sempre sotto di lei "Sei un vero animale da monta !" urlava quando non aveva il viso schiacciato contro la vulva di Corinna. Danilo incitato dalla scopata dello zio afferrò Marisa per i capelli distogliendola dalla vagina di Lavinia, e così prostrata a quattro zampe, le allargò rudemente le natiche cominciando a penetrarle l’ano "Ti sfondo tutta, ti piace sentirlo nel culo" le disse "E’ il modo di parlare a tua zia !" fu il commento di Corinna all’indirizzo del figlio. "vuoi venire subito ? Falla durare quella inculata" fini di sgridarlo.Marisa parve non sentire il rimprovero della cugina e implorava Danilo di continuare. Il ragazzo era in preda ad un eccitamento animale e non l’ascoltava. Piano, piano in quella condizione di pieno godimento, Marisa, s’eccitò a tal punto che gemeva ormai persa nel turbinio di libidine. Il pene di Danilo era bollente, come lo era la vagina di Lavinia, e Marisa s’eccitava al tatto e inalando il profumo di quei sessi eccitati per lei. Il doppio effetto, di pene e vagina la fece venire come un fiume in piena. Le contrazioni vaginali ed anali bagnarono il viso di Lavinia, e quando Danilo ebbe l’orgasmo, un fantastico calore le inondò il sedere, la calda sborra del nipote la fece urlare di piacere. Solo allora, seguendo l’interminabile strofinio durante l’eiaculazione nel suo ano, si rese conto della quantità di sperma che suo nipote Danilo le stava donando, pareva non dovesse finire mai. Le contrazioni continuavano a depositare sempre del nuovo e caldo latte. Le parve ci volesse un’eternità prima che il glande rosso e congestionato risalisse il retto verso la superficie. E nell’attesa fissava e leccava, incredula, la vagina di Lavinia, sempre sotto di lei, fino a che il membro ancora orgogliosamente eretto di Danilo si appoggiò sulle sue morbide natiche.Federica era estasiata, erano ormai alcuni minuti che guardava la madre e Francesca prendere piacere dallo zio superdotato ", non so quante volte ha già fatto godere la mamma e Francesca, e non è ancora venuto," pensò masturbandosi con dovizia. Francesca era tutta fradicia dei propri umori e stava provando un orgasmo dietro l’altro fino a quando Alberto si sfilò da lei affannato per quella interminabile penetrazione. Marisa emise un gemito. La sua eccitazione crebbe, e con pazienza ed abilità usando le dita si portò all’orgasmo urlando il suo piacere. Ad un tratto s’interruppe, si stava masturbando pensando alle immagini di poco prima. Il membro immenso ed eccitato di Alberto, suo marito, che scorreva nella vagina di Francesca, lo sperma che macchiava copioso le gambe della donna. Si buttò a raccogliere quelle gocce bianche e profumate con lo slancio fanciullesco di sua nipote Federica.Alberto respirava a bocca aperta e un filo di bava gli scendeva dall’angolo della bocca, la moglie, appena riavutasi dagli effetti della masturbazione, gli pulì la bocca e i suoi occhi espressero il desiderio di penetrare Federica."Alberto, stai attento con lei !" fu la raccomandazione della moglie Federica si stese sul divano ed invitò lo zio a succhiarle la vagina come aveva fatto prima. L’uomo fu premuroso e dopo averla umettata per bene regalò alla nipote la sua vera prima scopata intrudente.Enzo che fino a quel momento si era preoccupato di filmare le prestazioni, stufo lasciò la telecamera sul pavimento e prese a penetrare Francesca a carponi sul tappeto, al fianco di Corinna che nella medesima posizione si stava facendo inculare da Armando. Alberto dopo aver eccitato Federica con una lunga masturbazione orale s’apprestò a penetrarla con il suo pene maggiorato. Federica dopo aver preso il pene con le mani lo indirizzò verso le piccole labbra. Il glande si appoggiò delicatamente e la ragazza un poco intimorita si abbandonò in attesa della penetrazione. Alberto con cautela spinse delicatamente, non volendo in alcun modo farle del male, e, a poco, a poco l’enorme pene sparì nella sua vagina. Fu un attimo, Alberto prese a muoversi dentro di lei con colpi lenti e lunghi che le fecero raggiungere le vette più alte dell’orgasmo. Federica si sentiva trasportata, riempita completamente e piacevolmente da quell’ingombrante attrezzo carnale. Prese ad assecondare i movimenti di Alberto concedendosi a lui sempre con maggiore slancio. Godeva con gli occhi spalancati, agitando il capo a destra e a sinistra cercando di rendere tutti partecipi del suo piacere. I singulti di gioia libidinosa salivano chiari ed inequivocabili scaturiti dal quella fantastica penetrazione, che lei invocava incitando lo zio perché le venisse in bocca. Alberto lanciò un urlo selvaggio, sfilò il pene e Federica con la bocca completamente spalancata attese l’arrivo del siluro. Lo zio aveva il pene infiammato e non lo lasciò toccare minimamente alla nipote, e inarcata la schiena, con tre o quattro colpi di sega, scaricò, eiaculandole in gola, tutta la sua linfa vitale. Federica per poco non tossì sputando fuori la calda bevanda. Serrò le labbra gustandosi quella meraviglia mentre Corinna e Francesca si erano messe in ginocchio dietro quel maschio prodigioso tentando di prendersi cura di lui. Corinna fu la più rapida a imboccare golosamente il membro agguantandolo con due mani. "E’ ancora duro come il ferro nonostante abbia scopato per quasi un’ora" fece notare Francesca montandogli cavalcioni con il chiaro intento di farsi penetrare. Lo smorza candela fu deviato da Alberto, e il pene si infilò nella vagina, e Francesca iniziò una estenuante danza erotica agitando i fianchi come una forsennata. Corinna, estromessa dal gioco si avviluppò in un sessantanove stretto e amoroso con la figlia, lambendo delicatamente con la lingua la vagina, bevendone i suoi liquidi e le poche gocce di sperma lasciate da Alberto prima di eiaculare nella bocca della ragazza. La vagina continuava a sgorgare una quantità prodigiosa di umori che Corinna ingoiava lentamente per assaporarne il gusto più a lungo. Enzo a quel punto lasciata Lavinia prese alle spalle Corinna penetrandole l’ano, e Francesca non volle essere da meno, e, chiamato il suo amato Armando, a sua volta si fece sodomizzare. Piegata su Alberto, e con la suo enorme pene completamente dentro di lei, tentò di aprire le natiche per favorire la penetrazione anale. Armando si stava godendo la penetrazione anale con Francesca, che accucciata davanti a lui con il viso appoggiato su quello di Alberto, guardava il magnifico sessantanove tra madre e figlia con Enzo che nello stesso momento sodomizzava Corinna "Dimmi che ti piace il mio culo… che ti piace penetrare il bruno anello di tua moglie … fottimi amore, così… sei tutto dentro di me… ti è piaciuto guardarmi mentre mi facevo penetrare da Alberto … e anche Federica … hai visto che cazzo è riuscita a prendere nella sua vagina …. ahh … sto godendo ancora … ahh …"Anche Francesca alla fine ricevette l’abbondante eiaculazione di Alberto, e poco dopo anche Armando le donò la suo prezioso carico di sperma nello sfintere.Marisa dopo poco incominciò a sentirsi stanca, non riusciva a capire il perché, ma era appagata, e sussultava ad ogni minimo ricordo dell’orgia. Ad un tratto, Corinna si mosse, e lei si voltò e vide le sue gambe spalancarsi, offrendo alla vista di tutti la vagina arrossata "Corinna, mi hai fatto passare il miglior dicembre della mia vita. Sto passano un ottimo dicembre di fine millennio" detto ciò appoggiò il viso arrossato sull’inguine profumato di Lavinia, addormentandosi.Fuori una forte nevicata stava imperversando, e gli ospiti, Marisa e Alberto decisero di restare. Marisa si era addormentata fra le cosce di Lavinia, e Francesca aveva fatto l’ultimo pompino a Danilo che l’aveva sorpreso a masturbarsi in cucina. Enzo teneva sulle sue gambe Federica, ed entrambi si godevano il tepore del caminetto acceso, l’uomo carezzava i capelli di Federica che sdraiata gli poggiava, come la zia, le gote sull’inguine profumato di vagina e di pene."Sei soddisfatta Federica ?" le chiese guardandola di sottecchi "Ti piacerebbe che io mettessi a casa un condizionatore per permetterci di stare nudi tutto l’anno? Specialmente per te e la mamma ?""Ma, non so… credo che tra un po’ vorrò andare a vivere da Francesca…""Credo che tu non possa lasciare la mamma, sei l’unica per ora che la può femminilmente soddisfare …""Bhe, c’è sempre Francesca""Dai ma loro sono un’altra famiglia" e a quelle parole Federica cominciò a carezzare il pene di Enzo. Lo stringeva in pugno per poi allentare la stretta, e ancora per ritornare a stringerlo subito forte. Lo imboccò appoggiandolo prima sulla guancia, poi tentò di addentarlo delicatamente fingendo di morsicarlo. "Si capisco …""Capisci, la sera prima di addormentarsi, magari la mamma vuole te ! E poi insomma lo devi chiedere a lei ! E non è improbabile che Corinna si faccia una amica …"Federica non rispose"Non sarai mica stanca di vivere con noi ?" azzardò l’uomo"Ma papa’, che cosa dici ?! No è che a casa di Francesca si può sapere quando si inizia un orgia ma non si sa quando la si termina" "Bhe credo che le orge del venerdì a casa sua, tu non ne abbia persa neanche una …" "Si, papà resterò ancora con voi … Ma anche Danilo, perché se la mamma vuole me, io voglio lui !" patteggiò la ragazza"Certo !" fu la risposta NotteQuella notte Corinna si infilò in camera di Alberto, Marisa aveva capito l’antifona preferendo dormire con Enzo e Federica; sentivano i loro singulti di piacere attraverso il muro della camera, ed entrambi, già eccitati abbandonarono subito ogni remora a proposito del riposo.La stanza era completamente illuminata, dalle persiane aperte si potevano vedere i pini del giardino e i lampioni globulari che lasciavano intravedere la potente nevicata in atto. Alberto giaceva immobile, perso a rimirare il magnifico corpo della cognata piegato nella doverosa toletta della depilazione dell’inguine. Il sedere di Corinna ondeggiava nell’aria seguendo i fremiti provocati al passaggio liberatorio del rasoio sulla pelle ispida di pelo di un giorno e mezzo. Nella sua mente gli anni erano improvvisamente spariti, sul suo viso comparve un sorriso beato mentre finalmente capiva che quella notte avrebbe potuto rimuovere quel suo sbaglio di gioventù.Alberto strinse a se Corinna, e fra le sue braccia, la cognata che, non aspettava altro, incominciò ad insinuare la mano fra le gambe alla ricerca della sua proboscide.La donna lanciò un gridolino soddisfatto e afferrando il pene con decisone "Lo vedi che alla fine dovrò ricambiare il piacere di Marisa" gridò esultante. Alberto suo malgrado si sentì turbato da quella affermazione, benché i seni della donna si imponessero nella loro voluttuosa consistenza. Era stanco di quella storia ", se Enzo si era inculato Marisa, l’aveva fatto perché era solo sesso, del puro ed innocente sesso. Ora non capiva perché sua cognata volesse continuare a complicarsi la vita con le solite stupidaggini femminili" pensò "cazzo, come sono complicate, alle volte !""Sei il mio passaporto per la felicità" sussurrò la donna ignara delle considerazioni dell’uomo"Perché non sei felice con Enzo ?" fu la domanda scontata ed infelice di Alberto che in ogni caso aveva deciso d’accontentarla nel suo gioco di scambi di cortesie.La donna non raccolse la scortesia, e con pragmatismo continuò "Mi sono sentita in colpa per non averlo soddisfatto prima, voglio dire …" si fermò un attimo.Lui le bacio i capezzoli che sentiva inturgidirsi nella sua bocca. Corinna emise un sussulto, poi Alberto le lecco l’interno delle cosce e la vagina che era già rorida di piacere. Corinna emise rantoli di piacere, e dopo un singulto con voce roca proseguì "sono triste per non aver capito prima che potevo farlo godere col culo …"Alberto le sollevò le gambe succhiandole l’anello bruno, non più stretto, strappandole un gemito di piacere "non lo potevi sapere prima che era piacevolmente eccitante, anzi che il culo è per le donne una seconda figa. Nessuno te lo ha mai detto, anzi nessuno te lo avrebbe mai detto !"Detto ciò le entrò con la lingua nell’ano bagnandolo di saliva provando un piacere folle nel leccare quella carne tenera e calda."Corinna, quando eravamo giovani noi, nessuno ti avrebbe detto mai che il culo poteva darti quell’immenso piacere che hai provato in questi giorni""Voglio che provi a infilami il tuo grosso cazzo… nel mio buchino" gemette di desiderio Corinna Alberto, data la mole del suo pene, era restio, non voleva penetrarla ", almeno non completamente" pensò, ma accorgendosi che nulla avrebbe potuto contro l’insistenza della donna decise di non opporre resistenza. "Coraggio, non aver paura, fammelo nel culo, ti prego…" l’implorava Corinna, sempre più insistente. Dopo qualche istante Alberto prese ad ungerla con le creme che da sempre sua moglie usava in simili frangenti, spalmandole per bene l’unguento fin dentro l’ano. Il dito grassoccio dell’uomo la penetrò più volte muovendosi dentro e fuori; il massaggio piaceva molto alla donna che lo incitava ancora a penetrarla. Alberto appoggiando la schiena sulla testiera del letto fece disporre Corinna a cavallo delle sue anche tanto che il pene si trovò proprio sul taglio della vagina. Corinna iniziò a muovere i fianchi per frizionare il membro sul clito arrossato e turgido. Gocce di umori colavano, bagnando i glande di Alberto, e Corinna fu pervasa dal piacere. La mano impugnò la base del grosso pene che presentava un gradino notevole, e quel tocco le scatenò un fremito violento che le modificò il respiro. Ansimante si alzò per puntellare il glande, prima alla vagina, poi all’ano pulsante. Fu un attimo e lei sedutasi letteralmente sul pene cominciò a lasciarsi andare. Il glande lentamente si aprì la strada nello sfintere e Corinna guardò l’uomo estasiata, e quando si rese conto che il glande era entrato completamente, esultò! La lenta intromissione riprese e la donna cominciò a percepire il sottile piacere della penetrazione anale, che era maggiormente stimolata dalle considerevoli dimensioni dell’organo che transitava nel intestino. La penetrazione terminò placida, il pene era dentro per tutta la sua lunghezza. Alberto non si mosse, era estasiato dalle contrazioni di piacere che disegnavano la felicità sul viso della donna. Corinna si afferrò i seni strapazzandoseli con forza, strizzandosi nervosamente i capezzoli. Alberto le prese dolcemente le mani e si sostituì a lei nel gioco di eccitazione, applicando le sue mani al seno martoriato.Corinna per godere meglio della penetrazione teneva gli occhi chiusi e si masturbava la vagina; le dita correvano veloci sul clito, e si infilavano allargando incredibilmente le pieghe arrossate ", ora non ragiona più…" pensò l’uomo continuando a massaggiare i seni di Corinna."E’ dentro… mi stai penetrando l’ano e non mi fa male… è grosso e mi piace da morire…e a te piace nel mio culo? Sono contenta che tu mi hai preso da dietro… Ahh ti sento tutto dentro di me… come voleva fare Enzo quindici anni fa …""Si Corinna, adesso che lo sai prendere in culo … non fare distinzione tra figa e ano … Ahhh… sto per sborrarti nel culo… Ahhh…"L’urlo di entrambi fu incredibile a testimonianza di orgasmo forte e irresistibile, e quando Alberto si sfilò da lei si gettò sulla vagina per ravvivarle l’eccitazione. La donna sentiva che dalla sua vagina sgorgavano zampilli profumati e dolci di liquido filamentoso che Alberto le portava alla bocca"ti piace il miele che esce dalla tua topina dolce e profumata ?" le sussurrava Alberto all’orecchio Lei per tutta risposta leccava con amore le dita intrise dell’uomo rispondendogli immediatamente con un altro orgasmo che la fece rantolare. Alberto gonfio di libidine la mise alla pecorina penetrandole la vagina. La donna prese ad ondeggiare al ritmo dei colpi di Alberto che la stava letteralmente possedendo. Infine, dopo l’ultima ed estenuante eiaculazione, caddero senza staccarsi, su di un fianco, e così abbracciati si ritrovarono al mattino dopo un lungo sonno rigenerante.Venerdì 31 DicembreLa luce baluginante dell’alba entrava dalle finestre non oscurate dalle persiane rimaste aperte dalla sera prima; quando era giunta stravolta a dormire, e ne lei, che ne Armando si erano accorti della finestra aperta. Si alzò a fatica mentre Armando russava della grossa con la testa sotto il cuscino per ripararsi dalla luce. Gli carezzò lievemente il pene con un dito e si diresse verso la finestra. Aveva il collo dolorante per la posizione che aveva assunto durante una penetrazione la sera prima. Alberto l’aveva rovesciata sul divano a testa in giù facendole poggiare la schiena e il sedere sullo schienale tenendole le gambe in aria; l’uomo in piedi sul divano la penetrava spingendola ripetutamente contro il fondo del divano "Il collo non aveva goduto come il resto del corpo" pensò guardando la nevicata copiosa che imperversava, ammantando inesorabilmente il giardino. Era alta quasi oltre metro, e dopo un giorno di tregua era ripreso a nevicare con la stessa intensità dei giorni precedenti.Uscì dalla camera, e appena aperta la porta s’accorse che Marisa si stava preparando per uscire; entrò bussando sulla sua porta dischiusa "Diavolo!" esclamò Francesca esaminando gli indumenti appoggiati sul letto "Dove devi andare ?""Da nessuna parte in particolare, e che non potevo sapere ieri sera se … era indispensabile un abitino" rispose Marisa pavoneggiando il suo corpo nudo ancora umido dopo la doccia. "Sono miei. Mi piace ogni tanto vestirmi un po’ alla puttanesca, e vedermi seducente"Infilò l’abito scollatissimo. Qualunque donna avesse indossato quell’abito sarebbe apparsa estremamente attraente. Marisa sembrava ancora nuda. Il décolleté scendeva quasi fin sui capezzoli, e mostrava metri e metri di carne burrosa e bianca."Ti troverai circondata da un orda pretendenti, se vai in giro con quell’abito. Correresti meno rischi se uscissi completamente nuda!" scherzò Francesca"Nuda non posso, mi arresterebbero, e poi fa freddo ! Così invece i benpensanti bofonchieranno qualcosa, ma mi dovranno lasciar fare, sempre se apro la pelliccia …""Anche tu dovrai lasciar fare loro, se ti mostri così conciata!" insistette Francesca Marisa scrollò le spalle. Aveva fatto di peggio nella vita. Ricordava una volta d’essere andata dal parrucchiere, con un abito aderentissimo, senza mutande sotto. Seduta sulla poltrona, e con la testa impegnata dalla ragazza addetta al colore, una giovane inserviente tutta sussieghi, s’era accucciata accostandosi un po’ troppo a raccogliere il filo del phon, e la faccia le era quasi venuta a contatto col suo pube. La ragazza aveva spalancato gli occhi, fissando scandalizzata quel punto in particolare. Anche Marisa si era guardata e aveva visto distintamente il taglio della vagina trasparire seducente. Aveva sorriso apertamente alla ragazza, aprendole di più le gambe. Anche questa volta doveva andare dal parrucchiere: perché era la sera dell’ultimo dell’anno."Perché non restate, qui oggi ?" le chiese Francesca"Francesca, Alberto vuole tornare in albergo per evitare problemi con la camera, ed io ho preso appuntamento dal parrucchiere, per questa mattina" spiegò Marisa mettendosi le scarpe eleganti con cui era arrivata la sera prima "il guaio è, che debbo tornare in albergo anche per cambiarmi. Va bene essere provocanti, ma non voglio beccarmi una polmonite proprio oggi. Proprio questa sera … non vorrei perdermi qualcosa …" alluse al baccanale che stavano imbastendo per entrare nel nuovo millennio nel migliore dei modi.Appena Alberto uscì dal bagno, Francesca li accompagnò alla porta dandogli appuntamento per la serata "oggi pomeriggio faccio in modo d’arrivare in tempo per darti una mano in cucina" le aveva detto Marisa dal finestrino dell’auto uscendo dal cancello.Rientrò in casa giusto in tempo per sentire lo squillo del telefono cellulare. Buttò all’aria i moon boot e il cappotto di piumino che la copriva sino alle caviglie e si buttò alla ricerca della fonte del petulante richiamo. La sala era ancora in disordine dalla sera precedente e non stava trovando più nulla; alla fine lo trovò ma non fece a tempo a rispondere. Imprecò. L’oggetto era finito sotto un cuscino del divano e presentava tre chiamate non risposte: le ascoltò, e appena ebbe sentito i messaggi si fiondò in camera da letto "Arma, Arma il tuo amico Matteo sta arrivando con sua cugina" gli disse a voce alta nel tentativo di svegliarlo"m’bhe" fu la risposta bofonchiata da Armando"Dove li metto a dormire ?" rispose isterica FrancescaArmando che al mattino presto non voleva sentire, e discutere di nulla prima d’un caffè forte, fu sul punto di insolentirla. Si frenò appena in tempo per evitare una scenata in favore degli ospiti e replicò duro ma sereno "Lavinia dormirà con noi e nella sua stanza ci metti loro. Anzi metti Lavinia con i ragazzi, ed hai sempre una stanza in più. Oppure Lavinia dorme con Matteo e Stefania" Armando la guardò con aria di malcelato rimprovero, poi senza lasciarle il tempo di replicare ", e poi questa notte chi dorme ?"Francesca si sgonfiò, era livida per la sua dabbenaggine "sei una cogliona" si disse "per certe cose mi perdo sempre in un bicchier d’acqua" bofonchiò uscendo dalla camera dove incontrò Corinna."Francesca non voglio rubarti l’onere della padrona di casa, ma ho mandato Federica e Danilo a mettere a posto la sala …" esordì Corinna dopo averla salutata"Grazie, mi ha appena chiamato una coppia d’amici che stanno arrivando …" l’informò Francesca rabbuiata per il piccolo contrasto avuto con Armando"Bene, sarà una bella festa" rispose sempre gioviale Corinna, e Francesca le raccontò l’accaduto di pochi minuti prima"Non credo che gli si possa dar torto, in questo caso, Francesca mia, dovevi pensarci prima tu" commentò Corinna con il permesso di un’esperienza ventennale di matrimonio. Francesca capì e non replicò: sulle faccende di sesso era lei a condurre il gioco, ma sul bagaglio d’esperienza matrimoniale da Corinna aveva solo da imparare "Andiamo a fare la lista della spesa e mandiamo gli uomini al super" concluse la donna avviandosi con Francesca verso le scale che conducevano al piano terra.In breve le attività esplosero vitali in tutta la casa e la cucina era diventata il suolo d’azione di Francesca e Corinna che avevano comandato i ragazzi alla pulizia degli altri ambienti, e gli uomini presa la lista delle cose d’acquistare uscirono lasciando lavorare in santa pace quella squadra di donne esaltate. Anche se quella mattina lo erano più per l’urgenza delle faccende domestiche, che per quelle pulsioni carnali che avevano governato sovrane nella villa fino a poche ore prima.Corinna manipolando una patata iniziò a pelarla e l’automatismo del gesto s’unì ad un commento che interruppe per un attimo la concentrazione di Francesca "Non avrei mai immaginato che la pecorina fosse così appagante" la patata pulita finì con uno spruzzo nella pentola contenente dell’acqua e una ancora da pulire prese posto della precedente "Sai, non avendola provata mai, si può pensare che sia tutto sommato una posizione animalesca che non ti fa neanche tenere il viso vicino all’uomo. Invece una volta provata non la smetti più. Tante ti possono dire che a ginocchioni sei scomoda,… ma quando poi sei lì è tutta un’altra cosa …" una nuova patata prese il posto della precedente e un nuovo schizzo testimoniò per il progressivo smaltimento del grosso sacco di patate. Francesca l’ascoltava maneggiando il rotolo di carne avvolto su se stesso, legandolo con dello spago, che cercava di tendere al meglio "El Carrito, volgarmente detta Pecorina, è la posizione di maggior soddisfazione per le donne che abbiano un rapporto armonioso con il proprio punto G" Asserì tirando con vigore lo spago."Si parla tanto di punto G, ma è più che altro un altro modo per dire: godo; per nobilitare l’orgasmo …" l’interruppe Corinna continuando imperterrita a pelar patate "E’ soltanto un punto leggendario che esprimere la fascinazione di un Atlantide erotico" terminò l’intermezzo con l’inevitabile tonfo della patata nella pentola. Francesca mise il rotolo di carne nella casseruola ed intervenne "No, Il punto G è una piccola zona della vagina estremamente sensibile, della larghezza di una moneta da cinquanta lire, posta nella parete interna frontale, tra la metà e i tre quarti del condotto vaginale" aveva sciorinato quelle parole con tanta semplicità che sorprese Corinna"Hai potuto appurare che è così ?" la domanda rallentò impercettibilmente la procedura di pulitura delle patate"Non direttamente, l’esperienza è la più immediata forma di insegnamento. Lo sai anche tu, quando cominci a capire che alla pecorina, la scopata dura di più, è più soddisfacente … bhe il passo è breve. Appena hai un attimo di tempo prendi un libro è scopri che forse il maggiore artefice del tuo godimento alla pecorina è il punto G" La porta s’aprì e entrò Federica "ah, qui si parla di scopate, allora non si lavora !""Signorina vieni un po’ qui" le disse Corinna, non appena la figlia le fu vicino ne verificò la vagina e dandole un bacio sulla gota ne controllò l’eventuale presenza di profumi corporei ed aggiunse "Ragazze, questa mattina si lavora, e se vi trovo a fare altro per voi c’è una bella cintura di castità !""Dai, Ma’ che abbiamo lavorato fino ad adesso" si difese FedericaCenaNella sala da pranzo era stato allestito una tavola imbandita degna della migliore tradizione festaiola; un’illuminazione a giorno era il condimento necessario per una grande allegria, e per favorire un orgia coi fiocchi. Il crepuscolo e l’oscurità non sono affatto accettati, chi è felice non accetta di essere scuro. Sì alla notte, ma no alle tenebre. Se non c’è sole, bisogna crearne uno, anzi sei donne praticamente divine.La sala da pranzo era una fornace di cose belle, allegre ed attraenti.Al centro, sopra la tavola bianca sfolgorante, un lampadario veneziano di gocce piatte: tutto scintillava e si compiaceva alla vista e al tatto. Una allegra musica da discoteca si spandeva per le stanze infondendo nei partecipanti una sorta d’eccitazione preliminare al banchetto e quindi all’orgia; Stefania e Federica sembravano contagiate più di tutte da quella atmosfera esternando la loro euforia con un ballo sfrenato.Stefania aveva solo voglia di muoversi. Sola al centro della stanza come fosse in discoteca. Aveva messo le scarpe col tacco e le luci la proiettavano in una miriade d’ombre guizzanti sulle pareti. Aveva proprio voglia di ballare, stavolta elegante, senza nulla di trasparente addosso, ne di una gonna lunga con spacchi abissali e auto reggenti: nuda, voleva essere solo e soltanto elegantemente nuda. Aveva messo una musica ritmata per eccitarsi ed eccitare, assieme alle sue amiche che condividano insieme a lei la gioia del ballo. Stefania era una ragazza di circa ventisei anni, di media statura, piuttosto magrolina, con un viso che, pur non essendo molto bello, racchiudeva in sé il segreto di piacere senza bellezza e di attrarre fino alla passione. Assomigliava molto a suo cugino Matteo, era persino vestita quasi come lui, per la sua assoluta mancanza di desiderio di abbigliarsi elegantemente.Era arrivata alla villa quel pomeriggio, e dopo i saluti, appena giunta in camera aveva preso a spogliarsi ed era rimasta imbambolata davanti allo specchio. Indossava un corpetto che le stava a meraviglia; sgambato esaltava le curve poco accentuate dei sui fianchi e le spingeva i seni verso l’alto fino a fare intravedere i capezzoli rosei regalandole una taglia in più. Allargò le gambe, stando di fronte allo specchio del vecchio armadio inizio secolo, scese col busto ad ammirare, a testa in giù, i suoi glutei rotondi con la striscia di stoffa in mezzo. "Ti posso prendere ?" le mormorò alle sue spalle DaniloStefania urlò dallo spavento "Non si bussa prima d’entrare ?"Danilo non le rispose ma iniziò lentamente ad abbassarle le spalline e Stefania lo lasciò fare: il seno libero ricadde morbido tra mani virili del ragazzo. Danilo le carezzò con delicatezza i seni prima d’abbassarle definitamente il body che cadde finalmente a terra. Entrambi si misero ad osservare allo specchio i due lobi di carne rosea perfettamente glabri, "veramente carina la tua passerina""Scopami, dai che ho voglia …" ansimò con impazienza Stefania "però, lo sai che non voglio vederti così …" sussurrò con un lamento quasi impercettibile "lo sai che poi … è possibile che mi innamori di te …" finì con un rantolo. Lo sguardo dei suoi occhi marroni poteva essere a volte molto allegro e carezzevole, se non fosse stato più spesso ancora serio e pensieroso, a volte persino troppo, soprattutto negli ultimi tempi. Anche sul viso di Danilo si leggevano fermezza e risolutezza, ma si intuiva che quella fermezza poteva essere persino più energica e più intraprendente di quella di Stefania. Si buttarono sotto la doccia che proseguì in un massaggio con crema da corpo che Danilo spargeva senza parsimonia sulle membra toniche e vitali della ragazza piuttosto impulsiva. Danilo a volte arrivava a detestare quell’impulsività: la detestava e al tempo stesso l’incuriosiva.Con entrambe le mani, Stefania, si torturava i capezzoli ridestati dal suo tocco esperto, mentre scrutava il volto umido d’acqua di Danilo. Quel ragazzo era ancora abbastanza giovane per lei, sulla ventina, vestito con eleganza, di maniere gradevoli ma a volte un po’ troppo spicce. La sua tagliata dei capelli a spazzola denotava in lui l’intenzione di spassarsela ancora per un po’. Sapeva all’occorrenza parlare e in generale produceva un’impressione piuttosto piacevole.Stefania portò le mani verso la vagina scostando delicatamente i lobi per mostrare all’amico le immediate richieste sessuale. Si penetro leggermente con l’impugnatura della spazzola, impregnandola dei suoi umori. Si capiva che Stefania non gli era indifferente, ed lui non nascondeva i propri sentimenti. Lei lo trattava amichevolmente scopandoci sempre in ogni luogo, ma ad alcune sue domande indugiava ancora a rispondere, anzi non le piacevano. Danilo, peraltro, era ben lungi dallo scoraggiarsi.Lei estrasse il manico dalla vagina porgendolo a Danilo, che lo rifiutò con galanteria. Stefania era affabile con lui, e negli ultimi tempi aveva preso perfino a frequentarlo in camera soli a soli. Lei iniziò avidamente a succhiare il manico e Danilo la interruppe "Stefi, girati che ti voglio dire una cosa all’orecchio.Stefania appoggiò le ginocchia sul piccolo scendiletto tenendo il viso sul morbido copriletto mentre Danilo da dietro la penetrò. Il pene affondò placido nella vagina e Danilo si riversò sulla schiena di Stefania. "ti amo" le sussurrò in un orecchio.Quindi prese stantuffare a fondo, tanto che a Stefania sembrava che i rilievi delle vene lasciassero l’impronta all’interno della sua vagina. Le contava una ad una mentre una miriade di bollicine argentate le salivano al cervello. Fu un orgasmo totale che coinvolse entrambi. Danilo continuò a penetrarla con forza per almeno dieci minuti, e Stefania sentì che stava preparando un altro orgasmo: sentì partire dal basso ventre un sordo brontolio.Si stesero cosi, Stefania sopra Danilo che aveva davanti a se la splendida vagina depilata della ragazza. Poteva frugare minuziosamente lungo i bordi della vagina, partendo dal pube fin oltre l’ano senza trovare la benché minima traccia di peluria. Percepì la bocca di Stefania impossessarsi del suo pene, prima baciandolo, sfiorandolo appena con la lingua, poi Danilo sentì le labbra succhiargli il glande e piano, piano ingoiarlo. Lui si mise a frugare con la lingua tra le sue labbra, trovando il clitoride, piccolo e roseo: iniziò a succhiarlo provocandole una scossa. Allora prese a leccarla piano con la punta della lingua, sentendo il sapore del suo sperma frammisto agli umori di Stefania che gli gocciolavano sul mento. Danilo decise per una piccola penetrazione digitale, e infilate due dita dentro di lei continuò a succhiarle il clitoride, allietato dalla carezza che i capezzoli di Stefania imprimevano sulla sua pancia. Prese quindi ad accarezzarla, sfiorandole il suo buchino bruno, leccandolo con la lingua; Stefania sussultò dimostrando di gradire molto. Le mani tornarono ad occuparsi del clitoride mentre la lingua entrò pian, piano nell’ano iniziando ben presto a produrre un ticchettio veloce, scaturito dalla punta che entrava e usciva dall’anello bruno, attività che mandò visibilio Stefania che muoveva convulsamente il sedere. Le sue mani accarezzano i testicoli e la sua bocca imprigionava sempre il glande prossimo ad eiaculare. Quella magica prospettiva la fece muovere più in fretta: muoveva i fianchi avanti ed indietro contro le dita e contro la faccia di Danilo."Vengo, si, vengo" e per un attimo Danilo la sentì scivolare via dal suo membro quasi fosse incapace di controllare i fremiti di piacere prodotti dalle sue carezze e dai suoi giochi di lingua.Danilo continuò imperterrito la masturbazione tanto che Stefania con un urlo si mosse scompostamente agitandosi prima di sussurrare "Basta, non toccarmi più" Il tempo necessario per proferire quella piccola e necessaria supplica e Stefania si riappropriò del pene avvolgendolo quasi completamente accarezzandolo con la lingua per tutta la sua lunghezza.Non ci volle molto, e Danilo sentì il fluido scorrergli dalle reni e sgorgare dal glande. La bianca colata non poté trovare di meglio dove posarsi, e, copiosa riempì la bocca di Stefania.Lei si perse per diversi minuti ad assaporare lo sperma nella sua bocca, sperma e succhi vaginali eccitavano le sue papille gustative e piano, piano venivano inghiottite gustando il viscoso nettare. Quando le rimase un ultimo grumo di quel seme afrodisiaco si girò piano, avvicinandosi al viso di Danilo, cercando la sua bocca per un nuovo bacio. Appena lui l’aprì, sentì il suo sapore e quello di lei, e subito la strinse in un abbraccio senza fine.Rimasero così, in silenzio ad ascoltare i loro cuori ed i loro sensi che si stavano placando, fino a che dalla porta socchiusa non comparve Lavina."Cosa dici, facciamo qualcosa anche adesso ?" sussurrò la cugina di Francesca"Certo, ottima idea" avallò Stefania "adesso ho voglia di figa anch’io …""Allora vi lascio" disse Danilo che sapeva benissimo che le due ragazze si sarebbero scambiate attenzioni sessuali e soprattutto pettegolezzi. Stefania si liberò da Danilo andandosi a sdraiare di schiena, e a gambe aperte vicino a lui invitando Lavinia a salirle sopra; vagina e lingua, lingua e vagina, e le due amiche erano già partite per le vette più alte della masturbazione femminile. Il ragazzo orgoglioso e sempre più innamorato di Stefania prese a masturbarsi a sua volta e in poco tempo sentì che doveva eiaculare ancora. Lui era rimasto in ginocchio sul letto vicino al sessantanove delle due ragazze, e lesto senza pensarci un attimo penetrò analmente Lavinia. La ragazza appena accolse l’imprevisto pene soffocò i gemiti di piacere tra le gambe di Stefania che da sotto si godeva lo spettacolo della penetrazione. Pochi colpi e Danilo le inondò di sperma lo sfintere, e, quando sfilò il pene che andava lentamente ammosciandosi, l’ano lentamente si contrasse ed espulse una grossa goccia di sperma che Stefania, allungata la mano, raccolse con le dita portandosela alle labbra per gustarne il sapore.Il basso batteva inesorabile, e Stefania avvolta in un ipotetico palo di lap dance tornò lentamente al presente innamorata "di Danilo, di quella vita spensierata …" navigava a vista nel mare della soddisfacente percezione d’essere innamorata della vita.Impiegò un bel po’ di tempo per scuotersi dall’incantesimo del ricordo. Si sentiva già l’umidità impossessarsi della vagina, là dove gli effetti dell’eccitazione erano più evidenti; e i capezzoli le erano diventati ancora più duri. Continuò a ballare, crogiolandosi del calore del suo stesso corpo e delle voluttuose sensazioni che i compiacimenti pomeridiani le avevano apportato "Certo che ne ho di voglie! E sete di cazzo, di figa !" , si disse felicemente inquieta. "Questa sua infatuazione per Danilo, dove l’avrebbe portata? A quali nuovi conflitti? Pareva che, aver a che fare con l’amore costituisse per lei sempre un problema!" dialogava tra se e se.Purtroppo le piaceva innamorarsi, e davvero non sapeva come spiegare loro, a gli uomini, che per lei non esisteva la gelosia sessuale! Negli ultimi tempi non ci era riuscita anche esercitando su di sé un controllo rigoroso, ma questa volta poteva essere diverso. Danilo sembrava essere un buon candidato" Intanto viveva di nuovo il bisogno di sesso, molto sesso! Si studiò un poco e s’accorse di essere piena di smaniose coglie, come lo era nei momenti migliori. In momenti come quelli non le bastava mai. Diventava ipersensibile e vogliosa. Chiunque, uomo o donna, poteva riuscire a conquistarla. Accettava e prendeva il piacere comunque e da chiunque, oltre che dalle sue stesse mani. Le era sufficiente sfiorarsi alcuni secondi tra le cosce per raggiungere l’orgasmo. Si mosse leggermente attorno a Lavinia, che le stava ballando davanti, e i capezzoli sfregarono la schiena dell’amica. Un sospiro voluttuoso le sfuggì dalle labbra "Ah! come ne aveva voglia! Se ci fosse stato qualcosa prima di cena, non avrebbe esitato un istante. Si sarebbe immediatamente aperta per offrire il suo bel corpo alle brame di chi l’avesse voluta prendere" Sospirò di nuovo, ma di sconforto questa volta perché tutti erano pronti per andare a tavola "Quel suo irrefrenabile appetito, in certe occasioni, diventava persino insopportabile" pensò dirigendosi con passo voluttuoso verso il gruppetto di persone riunito di fronte al camino.Enzo s’era seduto su una sedia della sala, dietro la porta, il battente della quale, ripiegato, quasi lo nascondeva. Qualche istante prima di mettersi a tavola, Corinna andò con slancio fanciullesco a mostrargli con ambo le mani il suo compasso uno sguardo teneramente birichino chiedendogli:"Sono tornata bambina, Enzo. Sei contento ?""Sì", le confermò il marito, "sono contento""Ebbene, ridi allora" Enzo si mise a ridere "scusa se ero sopra pensiero, roba di lavoro. Le ferie stanno finendo e l’anno di lavoro invece riprende tra poco meno di quattr’ore""Bhe, non essere così funereo, perché siamo qui per divertirci, e per noi non ci sarà più un altro fine di millennio"Enzo, sorrise della banalità della moglie anche se in fondo aveva ragione ", al lavoro avrebbe pensato il due mattina" pensò prima di ridere "e dopo ti coinvolgerò per una bella scopata" promise scherzando, anche se non ve ne era bisogno dato che la serata si sarebbe svolta all’insegna del sesso. Qualche istante dopo Francesca annunciò che la cena era servita.Tutti, preceduti da Armando che dava il braccio a Francesca, entrarono in sala da pranzo, disponendosi attorno al tavolo secondo l’ordine previsto.L’abbigliamento delle signore, e delle ragazze era incentrato su gioielli e calzature, sandali slanciati e scarpe da gran gala con tacco vertiginoso che erano il perfetto contraltare alle capigliature agghindate per l’occasione; per gli uomini scarpe da vela indossate senza calze. La tavola luccicava di stoviglie e collane che risaltavano con più facilità sul petto nudo delle commensali, alcune di loro indossavano un giro vita a mo’ di cintura poco sotto l’ombelico ma appena sopra il monte di venere. Francesca portava una cintura di pelle nera con una fibbia argentata, mentre Corinna aveva optato una collana d’oro bianco che s’allargava sui seni lambendole i capezzoli che per quella vicinanza s’erano oltremodo gonfiati. Stefania, molto sbarazzina, aveva solo indossato un paio d’orecchini a clip. Al contrario di Lavinia che aveva forato entrambi i lobi in più punti sfoggiava una serie d’orecchini minuscoli; Federica, come la madre e la zia Marisa era ricorsa ad una collana semplice ma elegante, e soprattutto facile da togliere e impossibile da perdere tra i cuscini e i pouf della sala.Armando, brindò alla salute "Non vorrei fare un sermone", esclamò "Prima che straparli datemi una botta in testa" attese che le risate si sgonfiassero naturalmente e riprese "prendiamoci, scambiamoci le nostre energie, e … poi fermiamoci per un quarto a mezzanotte per preparaci all’evento che abbiamo pensato oggi pomeriggio tenetevi per il gran finale. Quindi lasciamo per un attimo le nostre voglie. Non ci potranno mai essere per noi troppi profumi, troppi compassi femminili aperti troppi uccelli che cantano come usignoli, troppi orgasmi dirompenti … per dieci minuti tenetevi stretta la voglia di scopare. Il gran finale sarà strepitoso"Appresa la notizia tutti brindarono con entusiasmo e s’iniziò la cena con il miglior auspicio."E’ vero Stefania che hai scritto un piccolo bon ton dell’orgia ?" chiese Marisa che le stava di fronte tre posti a sinistra di Danilo seduto vicino a lei "Si, mi piaceva l’idea di formalizzare un piccolo vademecum per i ritrovi sessuali, un po’ come esiste per lo stare a tavola" spiegò Stefania cercando di farsi sentire sopra le altre voci."Mi piacerebbe leggerlo un giorno …" commentò Marisa "mi intriga sapere come altri pensino che ci si debba comportare quando si scopa""Non è un prontuario di posizioni, ma di comportamenti" la corresse Stefania "Allora ci devi dire qualcosa d’altro …" intervenne Corinna in aiuto della cuginaFrancesca aveva ascoltato le parole di Marisa e siccome era stata lei a spronare la cugina di Matteo a riportare su carta le loro usanze sessuali, intervenne "Dai Ste, riportaci un passaggio" Stefania si mosse un poco a disagio sulla sedia. Non le piaceva dare sfoggio delle sue capacità, bloccata da una sorta di pudore che non le permetteva di vantarsi spudoratamente dei suoi traguardi. Però, le gentili richieste dei commensali fecero superare le sue ritrosie; incominciò, quindi con quelli che lei aveva posto come principi fondamentali"La regola vuole che le signore siano già completamente nude insieme alla padrona di casa o all’ospite d’onore; i signori, invece, possono arrivare anche più tardi, seguiti dal padrone di casa che sarà l’ultimo. Ricordiamoci tutti, uomini e donne, che si sceglie la partner con calma senza farsi concorrenza. Nella distribuzione delle alcove la regola principale è quella dell’alternanza di uomini e donne, da rispettare se possibile, aiutati anche dalla scelta di ampi divani che ne facilitano l’attuazione" L’attacco fu dei più felici tanto che l’intera tavolata gradatamente iniziò a seguire tutta, la disamina di Stefania "Una volta accomodati, le donne staranno, prima della copula, a gambe aperte mostrando la loro vagina affinché gli uomini e loro stesse possano contemplare i loro corpi prima della scelta. A questo punto non ci sono raccomandazioni, se non ricordarsi sempre che siamo signore e gentiluomini, e che stiamo partecipando ad un consesso ludico e spensierato"Il pubblico non sembrava soddisfatto, e benché Stefania desiderasse cambiare discorso per non dover sostenere quegli sguardi interessati ed esigenti. Malgrado tutto dovette continuare "Bene possiamo parlare del pompino. Durante il rapporto la donna deve stare con il busto ben eretto, facendo attenzione a non lasciare che la sua chioma precluda a gli altri la vista, ricordandosi che se è l’uomo a doversi muovere è il pene che si avvicina alla bocca e non il contrario. Nel caso in cui l’uomo sia seduto la donna deve ingoiare il fallo con movimenti lievi evitando tocchi bruschi al glande dell’uomo. Il pene va per lo più tenuto in bocca anziché il mano, qualora non sia ancora ben turgido aiutate il vostro cavaliere ad inturgidirlo, e poi tenetelo in bocca fino alla conseguente eiaculazione"La disamina, finalmente, sembrò piacere all’uditorio e Stefania ricevette altre richieste che lei, ormai più sciolta, si apprestò ad esaudire "Signore, per non dar disturbo a chi vi sta sotto durante un sessantanove, le gambe non si tengono distese indietro pesando sul partner, non si dondola il sedere anche se siamo eccitate, si dovrà cercare di mantenere la giusta distanza tra sé e il vostro o la vostra partner. Sempre per voi signore che vi trovate sopra nel sessantanove, cercate di tenere rigorosamente vagina e ano alla portata di un eventuale cavaliere nel modo più naturale possibile"Quindi aggiunse "È assolutamente vietato per le donne: presentarsi con il pube peloso, tenere le gambe chiuse, rigurgitare lo sperma appena raccolto nella propria bocca, rifiutarsi senza un motivo a uomini e donne, coprirsi il corpo con qualsiasi capo di vestiario, disperdere i propri succhi senza motivo, pretendere le attenzioni di una donna senza a sua volta renderle le stesse attenzioni, arrivare sporca ai convegni sessuali, scegliere i partner, pettinarsi durante l’amplesso e, anche se non visti, togliersi le scarpe. Scusate se v’espongo le cose non in perfetto ordine ma in un’altra occasione potrei farvi avere il mio libercolo"Il timer del forno trillò insistente e Francesca seguita da Corinna si fiondò in cucina interrompendo la dotta esposizione di Stefania tanto che lo scambio d’idee si spostò su altri fronti meno impegnativi e più generici."Per noi vecchi …" stava dicendo Enzo rivolto ad Alberto "ci piace vedere una ragazza vestita solo di un body succinto, e mi stupisco quando scopro di essere attratto di più dalla stoffa che le imprigiona piuttosto che dal loro corpo nudo. Capisco che siamo stati condizionati all’uso incontrastato della biancheria intima, e che paradossalmente abbiamo ricoperto la vagina ideale con della volgare stoffa""Le mutande sono la morte della bellezza" sentenziò Alberto "Non c’è mai stato indumento, nato per esigenze puramente igieniche, assurto a così tanta gloria. Sembra quasi che quando nasciamo ci forniscano delle mutande regolamentari, come una divisa: quelle degli uomini, con coppa, per contenere i coglioni; quelle delle donne leggermente sgambate, ma non molto … Ma soprattutto, e questo vale per entrambi, le mutande sono da togliere solo per brevi istanti bui e riparati a qualsiasi sguardo" Armando s’era aggiunto alla discussione rabboccando i bicchieri con dell’ottimo rosso "… e cosa mi dici della vagina cotonata ?" scherzò infine"L’abbiamo detto prima Armando, è pazzesco essere attratti da un pezzo di stoffa piuttosto da quello che c’è sotto" si riallacciò Enzo"Bhe, in realtà si mira ad eliminare l’ostacolo delle mutande …" precisò Armando "e quindi il vero obbiettivo rimane sempre la figa, per fortuna !""Si, certo. Però non è strano sentire di uomini estremamente eccitati da un capo di biancheria e sapere poi, che sul dunque hanno il cazzo moscio !" sbottò Enzo"Si, ma qui rasentiamo il patologico !" tentò di semplificare Alberto"Non è così raro come si crede ! Anzi il discorso lo puoi anche rigirare sulle donne. Perché molte ancora non si depilano ?" disse con fare oratorio "Perché anche loro nascondono, evitano di conoscere il proprio sesso e quello dei maschi" gli ripose subito con eloquenza"Bhe, questo discorso può portarci lontano, però è vero un concetto: ignorando forzatamente una cosa il tuo subconscio cerca di sostituirla con qualcosa d’altro. Noi sogniamo le donne con le mutande cucite addosso, e loro non si depilano perché la superficie esterna delle mutande non presenta alcuna peluria. Guardate …" disse Armando rivolto al televisore accesso che trasmetteva lo spettacolo di varietà che si preparava a festeggiare la fine del millennio. Lo show era popolato da una schiera di ballerine in bikini che facevano lo sfondo alla presentazione di un compunto presentatore e di una madrina forse troppo vestita "Sono tutte delle gran belle ragazze, ma manca loro la malizia di mostrarsi. Stanno tutte con le gambe troppo incrociate tenendo il culo indietro tanto che il bacino risulta stranamente sbilenco. Non si vede il cavallo delle mutande, il loro corpo risulta quasi ripiegato in due e lo slancio della coscia si perde per quella cazzo di postura" Gli altri annuirono e Armando riprese "Provate a pensarle dritte, erette con il bacino e tette in avanti, è tutta un’altra musica …""Meglio ancora se nude !" commentò all’improvviso Danilo"No, perché si rischia che qualche povero conformista urli il suo lamentoso biasimo rompendoci oltremodo i coglioni" sbottò Enzo"E’ vero. Anche se, una ripresa panoramica non ha la sufficiente definizione per lasciarti riconoscere un figa senza peli; sono le tette che si fanno riconoscere meglio con i capezzoloni" precisò Armando con maniacale dettaglio proprio degli ingegneri.La battuta coincise con l’entrata in sala di Francesca e Corinna provenienti dalla cucina e sul carrello portavano una pirofila contenente il classico piatto di inizio anno: il cotechino con le lenticchie. Tutto aderente alla tradizione tranne che nella forma: erano riuscite a ricostruire un fallo che ricordava molto quelli pompeiani. "E’ stata Federica a voler fare questa bambinata …" si schermì Corinna "Noi ci siamo opposte" tentò di scusarsi reggendo la parte della madre bacchettona"Più che altro per non perdere tempo. Abbiamo impiegato molto a fare le palle !" dichiarò Francesca in palese contrasto con Corinna "lei si vergognava, mentre per me era solo una gran perdita di tempo" ribadì ulteriormente."Ma, no Francesca è una bella riproduzione …" si lamentò teatralmente Corinna"E’ vero mamma, tu l’avresti voluto provare" rispose graffiante Federica, con lo scopo di fare una battuta."Rispetta tua madre !" la bacchettò per scherzo, ed aggiunse "allora la cappella la pigliamo io, e Francesca che l’abbiamo cucinato … a te solo mezza palla"Il dopo cenaLe danze cominciarono. La prima faccia che apparì felicemente contratta dagli orgasmi consecutivi che viveva, con le palpebre spalancate, la bocca ansimante e una fronte impegnata come un pensatore d’altri tempi, provocò una eccitazione così irrefrenabile che Lavinia prese a masturbarsi con il manico di legno di un cucchiaio da cucina. La testa di Corinna appoggiata allo schienale del divano era semi nascosta dalle gambe e dai glutei di Stefania, che sopra di lei godeva della sua vagina. Davanti ad entrambe, dal lato di Stefania stava Alberto che aveva conficcato a metà il grosso pene nello sfintere di Stefania. Comunque la sala era tutto meno che un luogo freddo e impersonale, e tutti parevano essere pronti a passare nel nuovo millennio con un baccanale memorabile. Un secondo, un terzo singulto si susseguirono, sul viso di Lavinia, poi un altro e un altro ancora, e ogni volta le risate e gli applausi di gioia raddoppiavano. C’era in quello spettacolo una particolare vertigine, un potere di ebbrezza e di fascino di cui era difficile dare un’idea. Il viso di Stefania era la quinta essenza dell’appagamento, della gioia carnale che sprizzava energico dai pori dilatati del volto sudato. Tutti erano attratti dalla perfetta compenetrazione dell’affusto di Alberto nell’ano, anch’esso perfetto, di Stefania, dal triangolo del pube rasato che si intravedeva fra le sue cosce quando Alberto si allontanava per preparare il suo affondo; tutte le espressioni umane, dalla gioia all’appagamento sessuale festeggiavano l’evento; c’erano tutte le età, tutte le lunghezze, tutte le forme, tutti i profili: dai seni al pene, dal vagina all’ano. Ci si poteva immaginare delle modelle d’una sfilata di moda, emblemi eccitanti del sesso che sfilavano una volta tanto nude senza gli inutili vestiti, che si animavano e si gettavano l’una nelle braccia dell’altra portandosi al piacere, e che andavano una alla volta a guardare in faccia con occhi vogliosi la gente del pubblico; in una parola un gioioso e imprescindibile baccanale.L’orgia diventava sempre più giocosa. La sala era diventata una grande fornace di complicità e giovialità dove ogni bocca era una carezza, ogni occhio un compiacimento, ogni faccia un sorriso, ogni donna una dea e ogni uomo il suo Giove. E il tutto mugolava e urlava. Le natiche che venivano di volta in volta ad aprirsi erano tanti inviti, che le donne erano felici di lanciare ai loro uomini, offrendo all’unisono vagina ed ano. E da tutta quella folla effervescente si sprigionava, come il vapore d’un bagno rilassante, un profumo inequivocabile, forte, ammaliate di sesso."Ohé! maledizione! Guarda quella faccia piena di sborra!"."Ragazze andiamo da Marisa prima che l’asciughi tutta lei"."Avanti un’altra! Ragazze chi vuole assaggiare la mia verga"."Francesca, guarda lì quel visetto umido, le manca solo un uccello in bocca. Ma non è tua cugina Lavinia?""Un’altra! Voglio un’altra figa da asciugare""Cazzo di chi è quel bel culetto alzato?""Ohilà! È bello dilatato, come è bagnata la sua vagina""Benedetta Corinna Baldini! Tu sei capace di soddisfare tutti gli uomini col culo sta’sera""Evviva! Evviva!""Che soavità, che bellezza Federica a sessantanove con Stefania, che precisione una bocca una vagina, una vagina una bocca!"In tutto questo bailamme bisogna comunque rendere giustizia ad Enzo. In mezzo a quella festa rutilante, lo si poteva ancora scorgere in cima alla scala che portava alle camere, come un uomo delle luci in un teatro. Si agitava con una furia incredibile tentando di riprendere tutto con la telecamera a mano. La sua bocca era completamente spalancata e ne usciva un grido che non si udiva, non tanto perché coperto dal clamore generale, ma perché non voleva inquinare la registrazione con il suo commento."Continuate!", aveva pensato per la terza volta ai suoi amici, impegnati in ardite e piacevolissime evoluzioni. Poi, camminando a passi lenti di fronte al richiamo sensuale della festa, gli veniva quasi la tentazione di andare anch’egli a proporre la sua nerchia, non fosse altro che per il piacere di farsi una scopata prima della mezzanotte. "Ma no, non sarebbe giusto; niente scopata! Avevano estratto a sorte e per il turno dieci undici c’era lui di turno", si ripeteva. "L’orgia ha un grande fascino sulle persone; non posso non documentare queste magiche evoluzioni. Vedremo chi avrà la meglio, tra le urla di piacere e gli ansimi di fiato corto!".Non vedeva altro che schiene, natiche, seni, vagine e peni in attività "Era meglio prima che dopo durante la scopata del passaggio epocale" pensò trasportato da un poco d’invidia. "Sbaglio" Enzo, era al momento ansimante vicino al camino con in mano una bibita. Quanto a Corinna e Marisa, avevano smesso da qualche minuto.La moglie di Alberto felice e deliziata nel più profondo del suo cuore dalla gioia del suo primo ed unico capodanno speciale gli si avvicinò e gli rivolse la parola scuotendolo leggermente per il braccio, poiché Alberto si era appoggiato al bracciolo e sonnecchiava."Alberto", disse Marisa, "sei già stanco ?"."Stanco", rispose l’uomo con uno sbadiglio che in quella festa deteneva il primato della lunghezza, "di cosa?""Vedo che ti sei appisolato", riprese Marisa, "è il baccano della tele che ti impedisce di ascoltare comodamente i nostri vagiti ? Ma stai tranquillo, Enzo ci sta facendo passare alla storia con il suo filmino"
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