Mi chiamo Mauro (nome inventato come tutti quelli in questa storia) ed avevo 19 anni quando fui chiamato per prestare servizio militare lontano dai miei con cui ero vissuto serenamente per tutti questi anni .La mia famiglia, una normale famiglia media, era composta oltre che da me, dai miei genitori e da mia sorella più piccola di me di un anno .Durante il servizio di leva, accadde un fatto gravissimo: persi mio padre in un incidente mentre tornava dal lavoro. Quindi restarono sole mia madre e mia sorella con il dolore di aver perso mio padre, la sua protezione e la sua compagnia, quando non era al lavoro, lontano, come dicevo .Quando ogni tanto mi veniva concessa una licenza, tornavo subito da loro, per confortarle dal dolore troppo presto arrivato per mia madre, ancora giovane e bella con i suoi 43 anni .Finalmente, un anno di naia passò ed io potevo tornare in compagnia della mia famiglia, ora più che mai bisognosa di un uomo in casa .Mia sorella mi accolse per prima accortasene dietro la finestra, dove trepidava in attesa del mio ritorno al paese, alla mia casa, al mio letto, dove amavo rifugiarmi nelle giornate noiose della mia adolescenza .I giorni passavano, ma non con quella serenità che li caratterizzava quando la mia famiglia, seppure con mio padre quasi sempre fuori al lavoro, era completa .Mi accorsi ben presto che, da quando mia madre era rimasta vedova, era diventata più ansiosa e che le mancasse la sicurezza di un uomo accanto. Alcune notti, passava dalle camere mia e di mia sorella per parlarci e per darci la buonanotte, e da ciò capivo che la notte le era difficile addormentarsi e che le mancasse chi abbracciare nel letto, perché sfogava questo suo istinto con noi, ma in particolare con me quando mi salutava prima di andare nella sua stanza .Una notte si confidò con me che con papà aveva progettato di dare a me e a mia sorella un fratellino per occuparsene nelle giornate lunghe che si vivevano nella nostra casa immersa nella campagna lontano dai prossimi centri abitati del paese. Mentre ne parlava si accarezzava la pancia e sospirava. Non era una mia impressione, ma mentre lo faceva mi guardava all’altezza del pube sotto le coperte .Quando uscì dopo la solita buonanotte, non potei fare a meno di pensare a quello che aveva detto, ma soprattutto a quello che mi era sembrato avesse fatto, cioè guardato me come un uomo e non come suo figlio .Scoprii la mattina dopo che stava consultando riviste per prossime neo-mamme e la cosa mi incuriosì alquanto. Chiesi a mia sorella se aveva avvertito anche lei lo strano comportamento della mamma, ma mi disse di stare tranquillo perché la mamma, aveva appena avuto le sue cose e quando passano è normale provare desiderio sessuale. Immaginavo per mia madre questa essere una vera tortura perché non aveva suo marito per sfogarsi e cercavo di starle più vicino possibile, aiutandola nelle faccende di casa .Una sera mentre riassettavamo dopo cena, lei era curva sul bordo del lavabo della cucina intenta a lavare i piatti ed io per lo spazio stretto tra questo ed il tavolo le dovetti passare dietro strusciandole le gambe contro le sue natiche. La cosa mi eccitò all’istante ma mi ritrassi per evitare che mia madre sentisse l’affare che si era fatto gonfio dentro i pantaloni. Nulla da fare, proprio in quel momento mia madre appendeva un mestolo sullo scolatoio sopra il lavabo e appoggiò il suo culo sul mio rigonfiamento e lì, in quella posizione, indugiò quel tanto da farmi capire che lei aveva voglia .Dopo aver sbrigato le faccende della sera, ci sedemmo tutti sul divano per guardare, al solito, la televisione. E a mia sorella le si chiudevano gli occhi per la stanchezza, così decise di andare a letto prima, perché all’indomani avrebbe dovuto andare a scuola e doveva svegliarsi fresca per affrontare una prova scritta di matematica .Tra il lusco e il brusco, mi sistemai più comodo sul sofà dove c’era ormai più spazio, ma notavo che mia madre si avvicinava sempre più a me con le gambe, finché, fingendosi anche lei spossata, fece per accomodare le gambe sul bracciolo vicino, ma subitaneamente cambiò direzione e le appoggiò sulle mie gambe. Nel fare questo movimento, le si scostò la gonna lunga ma con un spacco all’altezza delle ginocchia, e chinò la sua testa sul bracciolo di prima. Socchiusi gli occhi mi chiese scusa, ma che aveva bisogno di far defluire nelle vene delle gambe perché era stata in piedi quasi tutta la giornata .A me venne in mente la brillante idea di massaggiargliele e così riuscii a far risalire lo spacco fino alla sommità delle sue calze autoreggenti .Mi aspettavo una reazione di fastidio da parte di mamma, mentre lei mi chiedeva solo di continuare, che la stavo facendo rilassare. Allora il mio tocco si fece più leggero e arrivai a sfiorarle le mutande sotto la gonna. Come feci per ridiscendere con la mano, lei, con uno scatto felino, mi afferrò la mano con la sua fermandola laddove era arrivata e mi disse che erano mesi che non aveva contatti con un uomo e che quel tocco le aveva ricordato di essere una donna .Mia madre è una bella donna, come vi ho già detto, ma era mia madre e non poteva pensare lucidamente quello che aveva poc’anzi detto, così le ricordai di essere suo figlio, ma lei sicura si risedette scavalcando le gambe dalle mie e mi rispose che quella sera per lei ero solo il suo uomo e dopo avermi sfiorato le labbra con le sue le appoggiò completamente per darmi un bacio appassionato mentre mi scapigliava dolcemente e mi attirava a sé con tutta se stessa. Finché le caddi addosso e con le mie gambe questa volta tra le sue appena distese e larghe le partecipai il mio trasporto ormai cotto di lei e del suo odore di femmina in calore .Si accorse che anch’io mi ero eccitato e si alzò tutta stravolta per tirarmi per un braccio ed invitarmi nella camera matrimoniale. "Là staremo più comodi !" – mi disse .Era letteralmente infoiata, perché fu lei a spogliarmi e ad invitarmi a farle lo stesso .Quindi, con il solo boxer addosso la girai e le sfilai il maglione, poi con le mani da dietro verso l’abbottonatura della sua camicetta le cominciai ad aprire la scollatura. Ricordo quanto fosse calda la sua pelle sotto il collo al contatto. Quindi si rigirò e mentre mi baciava sulla bocca e mi mordeva il lobo di un orecchio mi sussurrava di toglierle anche il reggipetto. Io, mordendole la pelle del collo lo feci quasi subito e le cominciai a succhiare le poppe che ne erano spuntate, erano un po’ sgonfie ma pienotte come piacevano a me nelle donne dell’età di mia madre .Si buttò all’indietro sul lettone e tentò di sfilarsi da sola la gonna che le era rimasta slacciata dalle mie precedenti incursioni sul divano di là .Presto mi rizzai in piedi e liberai il mio pene dalle mutande e le sfilai le sue .Le andai sopra e lei accolse la mia penetrazione con un lungo sospiro, poi iniziai un coito lungo a colpi di reni con il ritmo che mi suggeriva il mio desiderio di copulare con mia madre da quando mi aveva fatto intendere di voler restare comunque gravida, a qualunque costo prima che l’età la sfiorisse e non fosse più fertile nei prossimi anni .Il trambusto svegliò mia sorella, tanto è vero che nella foga avevo tuttavia avvertito rumori provenire dal corridoio .Era mia sorella diciottenne che, prima origliava dietro la porta, poi l’aveva scostata per vedere che cosa stavamo facendo .Di spalle a mia madre, che avevo penetrato in ginocchio sul letto, vedevo mia sorella portarsi la mano alla bocca e gli occhi sgranare di meraviglia, poi subito dopo voltarsi indietro per scappare impaurita nella sua stanza .Io intanto, noncurante ed eccitato come un cavallo alla monta, sborrai finalmente tutto il contenuto delle mie gonadi nel ventre di mia madre e mi stracchinai sul letto abbracciando lei che mi era caduta addosso, adesso sì spossata per la mia virile pompata .Nei giorni a seguire, io e mia madre continuammo a fare l’amore finché lei ebbe i dolori tipici alle ovaie e fu impossibile montarla oltre. Era rimasta incinta di me con tutti i sintomi di nausea e malessere generale che caratterizzano i primi mesi di gravidanza .Intanto, si era fatta curiosa mia sorella e cercava di capire che cosa stesse accadendo a me e a sua madre. Questa le confidò che il fratello l’aveva resa di nuovo madre e che avevano concepito insieme un bambino, perché lo desiderava da tanto tempo. Poi aggiunse che un giorno anche lei, con la persona giusta, avrebbe desiderato perdere la sua verginità per mettere al mondo un figlio. Claudia, mia sorella, rispose che questo desiderio glielo avevano fatto venire loro con i loro rapporti incestuosi che spiava di notte, ma che desiderava anche lei essere riempita dal fratello, di cui si era innamorata intanto, per il modo impetuoso di fare l’amore e perché l’aveva apprezzato nudo con la sua muscolatura possente e sognava di essere posseduta da me le notti che seguivano, fino ad avere le nausee che aveva sua madre o almeno fino a che a turno mi avrebbero spartito una notte per ciascuna per montarle come si deve e fare in quella casa una bella nidiata di bambini sani e forti come il papà .Mia madre acconsentì e mi comunicò il desiderio di Claudia, in cui presi a venire regolarmente tutte le sere a seguire fino a che annunciò la sua di gravidanza .Attualmente la famiglia si è ampliata, in casa pervade un odore stantìo di latte di donna, di seni turgidi e gonfi e di talco per le cambiate, e si è riempita di allegria, di dolci schiocchi di poppate, di pannolini e di bambini, un po’ che mi ha dato alla luce mia madre e un po’ più somiglianti a mia sorella. Ed ogni anno loro sono felici di darmi la soddisfazione di essere padre, restando incinte di me che sono, ormai il loro maschio da monta esclusivo .
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