Mi chiamo Enrico, ormai è un anno che mi sono laureato in Ingegneria Meccanica, ero andato ad un colloquio di lavoro, ma ero stato preferito da quella ragazza bionda bellissima, con la quale avevo colloquiato nel salotto prima di entrare, aveva diverse lacune nello studio che aveva fatto, ma la sua presenza era stata notevole per l’assunzione, infatti il Dirigente che presenziava alle presentazioni non era stato indifferente al suo fascino, ero rientrato a casa nero e demotivato, era l’ennesimo colloquio che facevo a vuoto, mi ero sdraiato sul divano del salotto e vagavo da un canale all’altro della televisione, in casa eravamo rimasti in tre, io e le mie sorelle Rita e Chiara, i nostri genitori erano andati a Piacenza per i funerali di una nostra zia, e non sarebbero ritornati che il Lunedì successivo, essendo Venerdì sapevamo che si doveva andare avanti da soli per tre giorni, Chiara era in casa perché lei lavorava fino alle 14, aveva iniziato a lavorare da quando si era appena diplomata, e ormai aveva 25 anni ed era soddisfatta della sua vita, l’unico suo cruccio era la discussione con il suo ragazzo e l’inevitabile rottura, erano già due mesi che non si sentivano, Rita con i suoi 23 anni continuava a studiare e ormai le mancavano 5 esami per la sua Laurea in Medicina, ed io con i miei 28 anni ero il capetto di casa se eravamo soli, poco dopo Chiara entrava nel salotto e si sedeva vicino a me carezzandomi i capelli, ti vedo nero, fratellone, come mai? a vuoto anche questo appuntamento? mi diceva con dolcezza, non sono nero, le rispondevo, ma incazzato da morire, sono stato proseguivo preferito a una bellissima fica solo perché io sono un maschio, e ti posso assicurare che non era affatto un pozzo di scienza, io ho parlato con lei e per questo che mi posso permettere di giudicarla, a quel punto Chiara si rialzava e mi dava un bacio sulla guancia e poi mi diceva, adesso fratellone ti preparo un bel Tè e ce lo gustiamo insieme alla faccia di chi non ci capisce, e mentre si alzava le davo uno schiaffetto sul culo che come al solito sentivo bello compatto, e lei ridendo mentre si allontanava mi diceva, tu non perdi l’occasione di sentirmi il culo ogni volta che te ne capita una, poco dopo ritornava con un vassoio con due tazze, e un bricco del latte e la zuccheriera, e nel centro la teiera fumante, me ne versava nella tazza e poi con fare professionale mi diceva, latte e miele? visto che stai giù credo che ti convenga metterci un po’ di miele che ne dici? io acconsentivo alla richiesta e lei faceva il tutto, poi si rimetteva seduta vicina a me con una gamba sotto al sedere, la corta gonna che aveva si scostava ancora di più facendomi vedere le mutandine bianche, quelle mutandine contenevano a fatica il pacco di fica nera che aveva, e rivelando ai bordi tutta una serie di riccioli neri che non riuscivano a contenere, Chiara si era accorta della mia insistenza a guardare quella meraviglia, e ridendo mi aveva detto, ma per caso stai cercando di sbirciare tra le cosce di tua sorella,? guarda che il giochino del dottore sono anni che non lo facciamo più, e non credo che ormai si possa ripetere, tu che ne dici? io a quel punto avevo un turbinio di pensieri, continuare sullo scherzo? o cambiare discorso e fare finta di niente? optavo per la prima ipotesi, infatti posando la tazza del Tè le dicevo, io come sai sono quasi due settimane che non vedo Laura, tu che io sappia sei a secco da circa due mesi, e vedere una bella passera così vicino non mi lascia indifferente, anche se è di mia sorella, ma sempre passera rimane, e poi non mi ricordavo che l’avevi cosi bella gonfia, lei leggermente arrossendo e non muovendosi da quella posizione mi rispondeva, che cosa vuoi dire con passera bella gonfia? questo veramente non lo capisco, io nel frattempo mi stavo dando da fare per cercare di nascondere l’erezione che ormai mi aveva attanagliato, e le rispondevo, vedi Chiara, passera gonfia vuole dire che hai un pacco di fica da paura, a giudicare da quello che vedo ne hai almeno mezzo chilo, ma il tuo ragazzo proseguivo, non ne era affascinato da quel monte di venere che hai? e lei continuando ad arrossire mi rispondeva, si ogni tanto me la prendeva tutta con la mano e me la tirava, dicendomi uno di questi giorni te la strappo e me la porto a casa, io ero appoggiato con la mano sul suo ginocchio, e senza dire niente l’avevo allungata in direzione della fica, e con il dorso della mano l’avevo accarezzata delicatamente dicendole, se non eri mia sorella adesso ti avrei strappato le mutandine per darle una leccata di almeno mezz’ora, e lei ormai notevolmente eccitata mi aveva risposto allargando di più le cosce, ma credo che anche ora che siamo cresciuti, un giochino al dottore e la paziente si potrebbe fare che ne dici? e poi non credo che sia incesto se me la leccassi, tu che ne pensi? eravamo tutti e due eccitati per l’astinenza forzata a causa della non presenza dei nostri rispettivi fidanzati, e prese con entrambi i lati le sue mutandine le, sfilavo e avevo la visione completa di quella meravigliosa fica che aveva Chiara, lei scivolava ancora di più sul divano e mi allargava le gambe, io mi tuffavo letteralmente su quella meraviglia iniziando a leccarla con tanta voglia e tenerezza, lei in più con le mani si era prese le labbra e me le allargava per favorirmi il contatto migliore al suo clitoride, lo aveva completamente eretto e duro come un fagiolo, l’odore che emanava quella fica dolce e tenera era un misto di muschio e eccitazione, era completamente fradicia,e continuava a colare, con le gambe faceva forza sui piedi e si arcuava con la schiena, mi permetteva così di avere tutta la sua intimità a portata di bocca, e con la lingua le avevo raggiunto il suo buchetto del culo e cercavo di entrarle dentro, si stava godendo questo trattamento Chiara con una serie di mugolii e lamenti, ed infine con un tremito ancora più intenso si accasciava facendo una sborrata da campionato per la quantità di liquidi emessi ,mi aveva letteralmente riempito la bocca, Chiara aveva un’espressione di dolcezza e rilassatezza incredibili ,finalmente aveva trovato lo sfogo da tanto represso e lo aveva trovato proprio con me, mi guardava e mi carezzava con una dolcezza infinita, e poi con un filo di voce mi diceva, adesso fratellone tocca a me calmarti e farti partecipe delle mie voglie, allungava una mano e mi prendeva attraverso i pantaloni il mio bastone che ormai non riuscivo più a contenere, lo accarezzava e sentiva con la mano, e poi mi diceva, accidenti fratellone, ma hai un bell’attrezzo nascosto sotto questa stoffa, e poi slacciatami i pantaloni e fatti scendere gli slip rimaneva incantata nel vederlo, me lo riprendeva in mano e lo scappellava, e con l’altra mano mi carezzava le palle, poi facendomi rialzare in piedi e lei seduta sul divano iniziava a farmi il più bel bocchino della mia vita, ci sapeva proprio fare Chiara a succhiare a succhiare il cazzo, mi faceva dei giochini con la lingua sulla cappella che non avevo mai sentito, e poi riusciva a prendermelo tutto facendoselo arrivare fino in gola, io ormai avevo conquistato i suoi seni che sotto la camicetta che portava per casa era senza reggipetto, sentivo due caporelli dritti e duri, ma la mia curiosità era accentuata dal fatto che li aveva lunghi almeno tre centimetri, nel frattempo Chiara continuava a succhiarmi il mio bastone sempre meglio e svelta, e una mano me l’aveva messa in mezzo alle chiappe e con un dito aveva conquistato il mio buchetto, e poi molto lentamente lo aveva infilato dentro, quella mossa non aveva fatto altro che accelerare il mio orgasmo, l’avvisavo della mia imminente sborrata e lei accelerava ancora di più la sua suzione, ed infatti sentivo il primo getto che invadeva la gola di Chiara seguito da altri di pari potenza, credo di avere fatto una sborrata come poche volte, ma la quantità doveva essere enorme, non finivo mai di schizzare tutto il mio piacere nella bocca di mia sorella, lei continuava a leccarmi la cappella e deglutirne tutto quello che usciva, e poi guardandomi negli occhi mi diceva, credo che ne avevi proprio bisogno di scaricarti, ne hai fatta un mare di sborra, ma tu quando vieni sborri sempre così tanto? io me la guardavo e carezzandole il viso le dicevo, senti chi parla, tu mi hai affogato prima o non te lo ricordi? e lei continuando a segarmelo molto lentamente mi rispondeva, ma il tuo cosone non scende mai? io le rispondevo che se scendeva era perché me ne ero fatte almeno quattro, lei continuando a toccarmelo e carezzarlo mi diceva guardandomi negli occhi, che dici tu, che se me lo infilo nel culo questa meraviglia sarebbe incesto? a scopare lo so che lo è, ma dal momento che non prendo la pillola avrei optato per il culo, già l’ho assaggiato li e ti debbo dire che mi piace forse anche di più, io mentendo anche a me stesso le rispondevo, ma perché non lo sai che nel culo non è peccato, altrimenti ci sarebbe l’imene anche li non credi? allora lei correndo in cucina mi diceva, non ti muovere che adesso lo proviamo dove piace a me, ritornava dopo qualche minuto ed era euforica, aveva in mano un piatto con dentro una decina di dadini di burro, in mano aveva dei tovaglioli di carta e porgendomi il piatto mi aveva detto, dai datti da fare con questi cubetti, dove li devi mettere lo sai, sbrigati perché non vedo l’ora di assaggiare questa meraviglia, si metteva piegata sul divano e mi allargava le chiappe con le mano, vedevo quella meravigliosa fica che si mostrava in tutta la sua bellezza, era più forte di me, mi inginocchiavo e cominciavo a leccarle sia la fica che il buco del culo, però mi resisteva poco, si allargava ancora le gambe e mi rifaceva una sborrata abbondante come la prima, e poi quasi rantolando mi supplicava di incularla perché non vedeva l’ora, prendendoli con il tovagliolo e spingendoli con il dito le mettevo tre cubetti di burro dentro al culo, poi prima con un dito e poi con due le preparavo il buchetto all’introduzione del mio bastone, un altro cubetto me lo spalmavo sulla cappella infuocata e durissima, poi le poggiavo la punta sul buco e iniziavo a spingere lentamente, al solo contato del mio manganello sul suo buco aveva avuto un altro orgasmo, le vedevo le coscie che erano fradice di umori, poi finalmente la cappella si era fatta strada nel culo, le stavo entrando dentro molto lentamente e questo non faceva altro che aumentare la sua goduria, poi era lei che mi veniva incontro spingendosi da sola il mio bastone nel culo, alla fine le toccavo le chiappe con le palle, a quel punto iniziava a lamentarsi sempre più forte, avevo iniziato a pomparla nell’intestino sempre più svelto, e lei era orami partita nel godimenento, diceva frasi senza senso e aveva iniziato a farsi un ditalino, io le stavo pastrugnando i seni che erano meravigliosi e compatti, e i suoi caporelli mi facevano impazzire, adesso me la stavo inculando veramente alla grande e Chiara ormai godeva e gridava senza ritegno alcuno, infatti mi ripeteva come un ritornello, dai spingi senti come è bello, si inculami più forte, madonna che cazzo meraviglioso che hai, se lo avessi saputo te lo avrei dato 10 anni fa per come mi piace, e poi ci puoi sborrare tutte le volte che vuoi e mi diverte senza pericolo, ma anche io avevo i miei limiti, infatti l’avvisavo che stavo per riempirle il culo di un’altra razione abbondante si sperma, e infatti al primo schizzo Chiara urlava tutto il suo piacere e cominciava a tremare e sborrare tutto il suo godimento, ormai era impazzita dal gusto che provava con il mio bastone nel culo, e alla fine mi si accasciava tra le braccia distrutta dai continui orgasmi, la facevo adagiare sul divano ancora ansante e tremante, e mentre pendevo un tovagliolo di carta per pulirmi mi giravo e vedevo Rita che era sulla porta del salotto con il pigiama alle ginocchia e si stava masturbando alla grande, anche lei aveva una micetta nera meravigliosa, le spiccava il triangolino sulla pelle bianca sembrava un quadro d’autore per come era bella e ben fatta, aveva la destra nella fica e la sinistra si toccava il seno, una mammella stupenda della terza misura che si reggeva da sola sfidando la legge di gravità, l’avevo vista e ormai non era il caso che mi coprissi, le facevo segno con la mano di venire verso di me, e lei a quel punto raccogliendo i pantaloni del pigiama si era avvicinata a noi, Chiara non si era resa conto di niente, quando Rita mi fu vicina le presi la mano e me la misi sul cazzo che continuava ad essere dritto, lei non proferiva parola, era rossa in volto e continuava a guardarmi il pisello mentre me lo stringeva e lo segava leggermente, io rialzandole di nuovo la giacca del pigiama avevo scoperto il seno e iniziavo a succhiarle il capezzolo, poi con una mano le ero sceso in mezzo alle gambe, Rita aveva una passera bellissima e fradicia di umori come la sorella, le trovavo il clitoride che sentivo durissimo, lei mi accennava un allargamento delle gambe per favorirmi le manovre sulla sua fica, Chiara era ancora sdraiata di spalle e non aveva visto nulla di quello che era accaduto negli ultimi tre minuti, si era messa una mano in mezzo alla fica e pensando di essere sola con me aveva detto, ma lo sai che ho una voglia di farmi un ditalino guardandoti solo in cazzo senza toccarlo? poi si girava e nel vedere Rita il sorriso le moriva sulle labbra, ma io mettendole una mano sulla bocca le dicevo, non ti preoccupare tesoro siamo solo noi e basta, vedi che il sistema di andare d’accordo lo troviamo, non credi? e poi non siamo tutti qui da tanti anni senza mai uno screzio? vedrai che adesso che ci siamo scoperti per come la pensiamo noi potremmo, ma,…. ma questa è un’altra storia.
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