Ormai mi capitava spesso di attardarmi a chattare.Quando mio marito e mio figlio di quasi 19 anni dormivano, cercavo di distrarmi dalla giornata pesante, cercando qua e là sul web di fare una chiacchierata, ma sempre preferendo siti hard.Era il mio piccolo segreto.Quella sera avevo fatto l’amore con mio marito e dopo essere andata in bagno, accertatami che Davide stesse dormendo, sono entrata nello studio e ho aperto il computer.Ho trovato la persona giusta e dopo qualche minuto la mia mano era già scesa giù tra le cosce in un crescendo estremamente piacevole.Indossavo una vestaglietta da notte corta.Stavo bene, l’eccitazione saliva ed ero contenta di poter vivere quella mia debolezza in totale solitudine. La notte avvicinava il mio interlocutore (o interlocutrice?) tanto da sentire la sua presenza lì, in quella stanza.Così mi toccavo senza affondare, mantenendomi in uno stato di piacere ininterrotto, ma evitando l’orgasmo. Le cosce spalancate. Due dita dentro la fica, che muovevano un’onda lunga di piacere e soddisfazione contenuti.“Davide!!”Me lo trovai ritto sulla porta aperta che mi guardava.Mi ricomposi di colpo sperando che trovandosi la porta sulla mia destra non mi avesse visto.“Cosa fai … perché non dormi…”“Non sapevo che fossi qui…” azzardò lui “volevo andare in bagno…”“Be’ … sì …. certo … andiamo a dormire … anch’io vado ora…”Lui si avvicinò. Ero terrorizzata. Avevo le cosce scoperte per metà. La vestaglia era risalita per intero sotto le mie chiappe. Feci uno sforzo per tirarla giù, ma avrei dovuto alzare il mio corpo per favorirne la discesa e questo avrebbe accentuato il mio disagio.Rimasi così mentre lui veniva verso di me.“Buonanotte … mà”Si accostò alla mia guancia e mi diede il bacio della buonanotte sulla guancia destra.“..notte” dissi io girandomi appena.I suoi occhi erano fissi giù a scrutare tra le mie gambe. Davide non disse altro. Ma quegli occhi sembravano non volersi staccare dalle mie cosce.“Vai a dormire … sono quasi le due…”“Sì … ciao mà…”Con mio grande sollievo, si girò e si avviò verso la sua camera.Scappai anch’io a letto cercando di non pensarci su più di tanto e riuscii a dormire quasi subito.Era tardissimo ed ero stanca.La mattina lo trovai che si faceva un caffè.Un saluto rapido e uscimmo tutti e due. Mio marito era già andato.Ma sulla porta di casa non riuscii a trattenere uno sguardo verso la sua patta.Fu questione di un attimo. Non che i suoi jeans fossero particolarmente rigonfi. Ma la semplice vista del normale ingrossamento sul davanti, mi provocò come una scarica elettrica che mi toccò direttamente nell’anfratto più intimo e mi sentii improvvisamente bagnata.Mi rividi la notte prima sulla poltroncina seminuda e lui che mi guardava in silenzio.Fui invasa da un improvviso desiderio che non era propriamente desiderio di lui, ma di quella pazza situazione trasgressiva. Corsi a toccarmi nel bagno. Non credevo a me stessa. Il ricordo di quell’incontro notturno con mio figlio mi era ormai penetrato dentro.
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