L’annuncio sul giornale recitava " Azienda leader del settore cerca ragazze con aspirazione a diventare fotomodelle (…) ottimo guadagno, presentarsi ore 16.00 presso …" . Con Marinella la mia amica del cuore, avevamo subito fantasticato su quella opportunità di lavoro, che coincideva con il nostro sogno di poter fare le fotomodelle. Ne parlammo a lungo, eravamo indecise se dire dei nostri progetti di presentarci alla selezione ai nostri genitori, ma pensando al burbero del padre di Marinella, decidemmo di non dire nulla a casa. Il giorno dopo Marinella venne a casa mia verso le ore 14.00, si era portata una borsa con i vestiti da mettersi, infatti per non destare sospetti ai suoi genitori, era uscita di casa con la tuta da ginnastica per non destare sospetti. Mi mostro il vestito che aveva scelto per l’occasione, un vestitino rosso molto corto, che la faceva apparire molto sexy, io scelsi invece una minigonna con lo spacco e una camicetta un po’ trasparente, misi tutto nella borsa di Marinella e indossata la tuta, dissi a mia madre che andavamo a fare una corsa nel parco. Andammo con il motorino di Marinella , e subito sorse il problema di dove andare a cambiarci, decidemmo per andare in un luogo un po’ appartato dove di solito vanno le coppiette un po’ fuori città, e li sotto un albero ci vestimmo per l’occasione e ci truccammo con il timore che passasse qualcuno, poi inforcato il motorino ci dirigemmo verso l’indirizzo indicato sul giornale. Suonammo alla porta ( eravamo emozionantissime) venne ad aprirci un signore molto gentile di circa 40 anni che ci chiese cosa volessimo, mostrammo l’annuncio sul giornale, e lui squadrandoci dalla testa ai piedi ci chiese " ma quanti anni avete ?".Marinella rispose prontamente dicendo "abbiamo 18 anni non si vede ? Ci fece entrare e ci disse di aspettarein un salottino con due poltrone. Dopo dieci minuti venne un altro signore un po’ più giovane ( forse 30 anni) che ci disse di seguirlo in un ufficio dove alla scrivania era seduto il tizio di prima. Quel signore di chiamarsi Teodori e di essere un reclutatore di fotomodelle per un agenzia di Milano, ci chiese i nostri dati e poi ci disse che saremmo state sottoposte ad un provino fotografico, e che se saremmo state scelte avremmo potuto intraprendere la carriera dei nostri sogni. Guardando le foto delle fotomodelle che erano attaccate al muro dell’ufficio cominciammo subito a sognare, che un giorno ci saremmo state noi in quelle foto. " Se siete pronte allora seguitemi, ci disse " e lo seguimmo in una stanza dell’appartamento che era adibito a studio fotografico, dove il ragazzo di prima stava armeggiando con le macchine fotografiche. Il ragazzo guardandoci disse a Teodori, che i vestiti che avevamo non erano indicati per le foto, io e Marinella ci guardammo sospettose, non avevamo alcuna intenzione di spogliarci ed io stavo già per andare via, quando Teodori capendo il nostro imbarazzo ci rassicurò dicendoci che, nella stanza accanto c’era un atelier con gli abiti che avremmo dovuto indossare. Entrammo con lui nell’atelier dove su di una sedia erano poggiati alcuni vestiti, Teodori c’è li mostro e ci invito ad indossarli, prima di andare via ci disse che gli abiti andavamo indossati senza reggiseno, e che dovevamo indossare anche degli slip particolari che erano in pratica dei tanga in quanto l’abito richiedeva quel particolare intimo.Chiuse la porta dietro di se, non prima di dirci che potevamo chiudere la porta a chiave. Così facemmo. Nella stanza c’era uno specchio enorme, guardai Marinella stavo per dirle che la cosa non mi convinceva, ma lei si era già spogliata e di fronte allo specchio stava già provando il tanga. Provai ad esprimerle la mia preoccupazione, ma lei invece scherzava sculettando di qua e di là nuda con addosso solo il tanga, io ero in forte tensione, volevo andare via, ma lei mi rassicurò con un bacio sulla guancia e scherzando mi disse "guarda che ti spoglio io" e così fece. Io ero come imbambolata, stavo ferma mentre lei mi aveva già tolto la camicetta, mettendo in mostra le mie tette, poi mi aveva sfilato la tuta e infine gli slip lasciandomi completamente nuda di fronte allo specchio. Mentre guardavo il mio corpo allo specchio, Marinella si mise dietro di me, ed appoggiandomi le sue tette nelle spalle mi abbracciò, dandomi un bacino sul collo che mi fece rabbrividire " sei bellissima mi disse, se fossi un uomo non so cosa ti farei mi bisbiglio all’orecchio, e intanto con le mani mi aveva preso le tette. Mi girai di scatto, non capivo cosa le stesse prendendo di là c’erano qui due, e lei trovava il tempo e la voglia per i suoi soliti scherzi. Le dissi di smetterla, e indossai il tanga e poi uno dei due vestiti che era una lunga tunica bianca con uno spacco che dalle spalle scendeva quasi fino al culo. Marinella invece indosso l’altro vestito che era simile al mio, ma che oltre allo spacco sulle spalle ne aveva uno lungo la coscia destra. Aprimmo la porta per andare nello studio fotografico, dove trovammo i due che stavamo parlottando tra loro. Cominciò Marinella a posare, una due tre foto, fu allora che Teodori mi disse che in attesa del mio turno avrebbe scambiato due chiacchiere con me, lo seguii nel suo studio. Lui si sedette nella scrivania e cominciò a farmi varie domande, su cosa mi avesse spinto a fare quel provino, ad un certo punto entrò nella stanza un altro tizio che non avevamo visto prima e consegnò a teodori una busta grande bianca. "Allora vediamo come sono venute queste foto " disse con tono trionfale, io non capivo, Marinella era ancora nello studio e già avevano sviluppato le foto ?? Sei veramente fotogenica mi disse con un sorriso malizioso, e mi mostrò una foto dove io ero completamente nuda. restai come una cretina senza parole, e lui continuava a mostrarmi altre foto dove appariva anche Marinella completamente nuda, e poi una foto dove lei mi abbracciava e mi toccava le tette. uno stato confusionale si impadronii di me, non capivo nulla di ciò che stesse accadendo.. Teodori mi svelò le sue vere intenzioni. "Allora carina, come reagirebbe il tuo papà se gli facciamo vedere queste foto ?" io restai zitta, il cuore mi pulsava come impazzito, cercavo di non far trasparire la mia paura, ma le lacrime sgorgarono copiose sul mio viso, non sapevo cosa fare. Allora Teodori mi disse "togliti quello straccetto che ti sei messo addosso, voglio vedere dal vivo come sei fatta" io restavo come pietrificata dalla paura, allora lui alzandosi dalla scrivania mi venne dietro ed accarezzandomi i capelli mi sussurrò " vogliamo vedere la tua amichetta a che punto è ??"lo guardai con occhi imploranti, avrei voluto raggiungere Mariella per scappare via, ma lui prendendomi per un braccio mi fece alzare e mi portò di fronte ad uno specchio che era nella stanza, con un telecomando spense la luce e come d’incanto il vetro diventò trasparente.Nello specchio si materializzò la stanza accanto dove c’era lo studio fotografico, e vidi Marinella completamente nuda in ginocchio che stava facendo un pompino al fotografo. Non capivo più nulla, intanto quel porco di Teodori mi aveva messo la mano sul culo, poi si avvicinò al mio orecchio e mi disse, " se fai la brava come Marinella, poi ti do le foto e tutto finisce qui, se no sono costretto a mandare le foto al tuo papà che di certo non sarà per niente contento della cosa". Mi girai verso di lui, le lacrime avevano già bagnato il vestito che avevo indosso gli dissi " per favore la prego" ma lui ignorandomi, mi misi le mani sulle spalle e fece cadere a terra la tunica lasciandomi nuda con il solo perizoma . Non riuscivo a muovermi ne fare nulla, lui allora mi fece girare verso lo specchio trasparente dove si vedeva Marinella ora distesa a terra con le gambe aperte con il fotografo che la stava leccando in mezzo alle gambe, non riuscivo a capire l’atteggiamento di Marinella che sembrava stesse partecipando alla cosa con la massima libertà e naturalezza, intanto Teodori mi aveva abbracciato e dopo avermi tastato le tette era sceso più in giù, ora avevo la sua mano dentro gli slip, cominciavo a sentirmi sempre più bagnata, e mi dava fastidio il fatto che lui potesse percepire questa mia eccitazione. Ad un certo punto si è staccato da me, e lasciandomi sola nella è andato nella stanza accanto deve c’era Marinella con il fotografo . Io restai come pietrificata davanti a quello specchio. Teodori mentre il fotografo continuava a leccare Marinella in mezzo alla gambe, si spogliò e inginocchiandosi dietro la testa di Marinella gli parò il cazzo sul viso, Marinella usci la lingua e cominciò a leccarglielo, intanto il fotografo sempre leccandola era salito più , prima sulla pancia, poi sulle tette, più su fino a penetrarla, lo capii dall’espressione di Marinella . Mentre guardavo quella scena come pietrificata, entro nella stanza il tizio che aveva portato le fotografie a Teodori, io cercai di coprirmi con la tunica che era ancora a terra, ma lui avvicinandosi me la strappo di mano e mi disse " non fare la scema se non vuoi finir male, fai quello che fa la tua amica e non te ne pentirai, e togliti quel perizoma ". La mia mente era completamente avvolta dalla confusione, e come un automa mi tolsi il perizoma restando completamente nuda .Lui si avvicinò, mi toccò le tette e poi mi chiese se fossi vergine, gli dissi di si ben sapendo di mentire sperando così di essere risparmiata, in verità Marco già l’anno scorso mi aveva sverginato, lui allora mi mise la mano in mezzo alle gambe, io cercavo di fare resistenza, allora lui prendendomi per un braccio mi portò verso la scrivania, mi fece sedere sul tavolo e mi fece sdraiare allargandomi completamente le gambe. Mi sentivo morire dalla vergogna, lui allungò la mano e mi penetrò con un dito. Poi si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò " dici pure le bugie, allora ora cambiamo metodo con te ". Con un brusco movimento mi rigirò sul tavolo, io gli dissi " per favore la prego" ma lui mi aveva già messo a pecorina contro il tavolo, chiusi gl’occhi mentre lo sentivo spogliare dietro di me, poi sentii il suo cazzo contro il mio culo che si strofinava, non capivo cosa volesse fare, quando poi sentii le sue dita inumidirmi l’ano capii.. Non l’avevo mai fatto con il culo, gli "dissi no la prego" ma con un colpo di reni mi penetrò, facendomi urlare per il dolore. Mi sbatteva come un ossesso, io mi sentivo il culo dilaniato ma intanto sentivo anche la vagina che grondava dall’eccitazione, continuò così per qualche minuto, poi uscii mi rigirò e mi disse di leccargli il cazzo, io balbettai qualcosa, ma intanto lui mi aveva già fatto inginocchiare e neanche il tempo di aprire la bocca che mi venne sul viso. Mi lasciò sola nella stanza. Mi alzai presi la tunica da terra e mi pulii il viso, quella stessa tunica che mi doveva far diventare fotomodella…. Mi avvicinai allo specchi per vedere dove fosse Marinella, volevo chiamarla per uscire da quell’incubo, la vidi invece che era messa in ginocchio contornata dai tre che a turno le facevano leccare il cazzo. Ad un certo punto cominciarono a masturbarsi , lei leccava ora un cazzo ora un altro fino a quando i tre le riempirono il viso di sperma, che cominciò a colargli sul seno. Teodori entrò nella stanza dove ero io, e mi disse, " Vieni da Marinella aiutala" io andai, guardando Marinella gl’occhi mi si riempirono nuovamente di lacrime, era li davanti a me quasi irriconoscibile nei lineamenti per la quantità di sperma che aveva addosso, ma lei mi sorrise. Allora Teodori mi disse, aiuta la tua amica a pulirsi ma con la lingua…lo guardai stralunata, ma lui dandomi una sculacciata mi disse " non abbiamo ancora finito con voi due, ma ci occorre un po’ di tempo per riprendere le forze , e ci piace vedere due ragazzine come voi che si leccano. Mi inginocchiai accanto a Marinella, provai a balbettare qualcosa, ma lei mi disse " non fare la scema io voglio tornare a casa viva per cui fai tutto quello che ti dicono" non sapevo cosa fare, Marinella stava li davanti a me, lo sperma le colava per tutto il viso, un calcio sul culo mi riportò a quella tremenda esperienza che stavo vivendo " ti ho detto di pulirla con la lingua " mi gridò Teodori, e così cercando di ricacciare indietro la repulsione che provavo cominciai a leccarle il viso.Lo sperma che aveva addosso era veramente tanto, cominciai a leccargli la guancia, intanto Marinella mi aveva messo le mani sulle tette , io non capivo il suo atteggiamento sembrava quasi fosse d’accordo con quei mascalzoni, ma in tutto quello che mi stava accadendo, quelle mani sul mio seno erano la cosa meno terribile. Mentre continuavo a leccarle il viso, le mani di Marinella scesero giù fini al mio pube, Marinella cominciò a toccarmi la figa con tanta dolcezza, quasi senza accorgermi allargai le gambe, e lei con la stessa naturalezza cominciò a masturbarmi. I tre intanto ci stavano attorno ed erano già nuovamente con i cazzi turgidi, il fotografo si mise dietro di me in ginocchio, ma Teodori lo fermò dicendo " non vedi che stanno cominciando a godere anche loro lasciale fare ancora un po’ ". Mentre leccavo ancora il viso di Marinella arrivai vicino alla sua bocca, Marinella allora socchiuse la bocca e mentre la leccavo sul labbro superiore, mise fuori la lingua. Il contatto della sua lingua con la mia mi fece eccitare ancora di più, e senza quasi volerlo ci ritrovammo a scambiarci un bacio di una sensualità eccezionale. Le nostre lingue cominciarono a girare come un vortice, il sapore di sperma che avevo in bocca si addolcì con le nostre salive che ci passavamo in bocca, mentre la mano di Marinella continuava a masturbarmi, anche la mia mano andò a cercare il suo sesso, ed una volta trovato cominciai ad esplorarlo. Era la prima volta che toccavo e baciavo una donna, ma l’estasi che si era impadronita dei nostri corpi ci porto a dimenticarci degli scomodi osservatori che avevamo intorno, e cademmo a terra in un abbraccio fatto di carezze e accompagnato da un bacio interminabile. Mentre eravamo sdraiate a terra, sentii una mano che mi toccava il culo piano con dolcezza, ancora avvertivo il tremendo dolore di prima, ma quella carezza mi rassicurava, piano alzai il culo mettendomi a pecorina, decisa ormai a non opporre un inutile resistenza a quel supplizio che oramai cominciava a piacermi. Sentii allora una lingua leccarmi piano sul culo, prima sulla natica poi piano piano verso l’ano che mi doleva molto, poi più giù sulla figa. Intanto Il terzo uomo si era messo in ginocchio dietro la testa di Marinella proendoci il cazzo, Marinella si staccò dalla mia bocca e cominciò a leccarlo, ed io feci lo stesso. Le nostre lingue giocavano a rincorrersi sul cazzo e quando s’incontravano giocherellavano tra loro, per poi ricominciare a leccare. Ad un tratto la lingua che mi stava leccando cessò, al suo posto sentii arrivare un cazzo che con la stessa dolcezza della lingua mi penetrò fino in fondo facendomi emettere un gemito di piacere. Teodori allora sfilò Marinella da sotto, e la fece mettere a pecorina di fronte a me, il terzo uomo si inginocchiò allora tra le nostre teste, e mentre Teodori prendeva Marinella da dietro, noi continuavamo a leccare il cazzo continuando il giochino delle nostre lingue. Ad un certo punto cominciai a sentire una strana sensazione che dal mio ventre si propagava in tutto il corpo, sentivo una stranissima sensazione di piacere che aumentava ad ogni colpo di reni che chi mi stava dietro mi dava, penetrandomi fino in fondo facendomi sentire il cazzo fino in gola. Allora il mio corpo cominciò ad incoraggiare quella penetrazione, ogni volta che sentivo il cazzo che stava per rientrare davo un colpo di reni indietro, così che il cazzo penetrasse sempre di più e quella sensazione mai provata si impadroniva sempre più di me, fino a quando cominciai ad urlare come un ossessa, il cazzo intanto che era davanti le nostre bocche cominciò ad eruttare un fiume di sperma, che io e Marinella ci contendevamo con le nostre lingue . Era una sensazione mai provata, che sembrava non finire più, ma anzi aumentava sempre più, Marinella davanti a me cominciò anche lei a gemere prima piano poi sempre più forte fino a quando ci ritrovammo insieme a gridare, infine cademmo quasi come tramortite a terra.Sentivo attorno a me quei tre che parlavano tra loro, io avevo gl’occhi chiusi e non riuscivo a muovermi, la sensazione che avevo provato era stata così violenta che quasi desideravo che non cessasse, la voce di Marinella mi riportò allora alla ragione " Dai Claudia apri gl’occhi che ti succede ?" . Aprii gl’occhi vidi Marinella che mi sorrideva , mi alzai ., i tre non c’erano più nella stanza e gli chiesi " ma cosa ci è successo ??" e lei con un sorriso mi disse " niente hai solo scoperto cosa vuol dire raggiungere un orgasmo." Ci alzammo e le chiesi " ma dove sono andati ?" e lei allora mi disse " Claudia quello che oggi ti è successo lo puoi ricordare solo se ti va di riprovare quelle sensazioni che prima ti hanno fatto godere come non mai " io non capivo ma lei continuò " quello che ci è accaduto oggi dobbiamo dimenticarlo, è l’unica condizione per tornare a casa capisci ??" Io annuii, e lei mi mostrò la busta con le foto che ci ritraevano nude " non le chiesi più nulla, ci rivestimmo con i nostri abiti e uscimmo da quella casa senza più vedere i nostri tre violentatori.Sul motorino l’aria fresca che ci arrivava in viso ci procurava una bella sensazione di libertà, lei mi propose di andare a casa sua dove non c’era nessuno per farci una doccia, ed io accettai anche perché non potevo tornare a casa in quelle condizioni. Arrivate a casa sua, ci spogliammo ed entrammo insieme nella doccia, mentre l’acqua ci pioveva addosso ci trovammo per un attimo una di fronte all’altra, e venne spontaneo baciarci con la stessa voluttà di prima. Le nostre mani correvano una sul corpo dell’altra, toccandoci ora sul seno ora tra le gambe, nella mia testa rivedevo tutto quello che ci era successo, quei cazzi che ci profanavano, il viso di Marinella grondante di sperma che io leccavo con avidità, fino a quando un altro orgasmo ci prese e ci avvolse insieme in un abbraccio stupendo. Finita la doccia, mentre ci stavamo asciugando i capelli suonò il telefono, Marinella andò a rispondere, disse "pronto" e la sua espressione cambiò di colpo facendola impallidire… le chiesi chi fosse… lei appoggiò la cornetta e mi disse " e’ Teodori, ha detto che ha dimenticato di darci i negativi delle nostre foto.. ci aspetta domani alla stessa ora…" Quella sera rincasando, mia madre aperta la porta mi accolse con l’affetto di sempre, abbracciandola in cuor mio mi sentivo come Giuda, mi sentivo tremendamente in colpa per quello che era accaduto. Avrei voluto non staccarmi mai da quell’abbraccio, che mi riportava alla serenità che di colpo avevo perduto dopo quell’avventura del pomeriggio; l’istinto era quello di scoppiare in lacrime e confidarle tutto quello che mi era accaduto, ma quel senso di colpa veniva sopraffatto dall’eccitazione provata e dalla mia fattiva partecipazione al coito, che iniziato in forma violenta mi aveva poi vista protagonista fino in fondo.Non le dissi nulla, e finita la cena andai subito a letto avanzando come scusa che dovevo finire di ripassare una lezione. Nel mio letto mi giravo e rigiravo, sentivo ancora forte il dolore dell’ano che era stato profanato in maniera tanto violenta; quel dolore però mi riportava in mente anche tutto il resto: io che fino a quella mattina ero una ragazzina che aveva vissuto il sesso solo con un coetaneo, in un coito che mi aveva si sverginato, ma non fatto godere più di tanto ( infatti i rapporti con Marco erano veramente sporadici ) mi ritrovavo la sera ad aver vissuto il mio primo vero orgasmo di donna, condito da un rapporto violento per di più con più uomini, e che mi aveva fatto scoprire il dolce trascinamento del piacere saffico provato con Marinella.Questi pensieri che passavano per la mia mente, non lasciarono indifferente il mio corpo. Già sentivo il mio sesso inumidirsi, e ciò dava un po’ di fastidio alla mia "coscienza" di ragazza per bene che poco prima stava per confidare tutto alla propria mamma. Ma l’eccitazione era già all’apice, ed allora cominciai a toccarmi… rivedevo il viso di Marinella gocciolante di sperma, risentivo in bocca il sapore dello sperma che ero stata costretta a leccare, e poi tutti quei cazzi che mi avevano profanata nel mio più intimo. IL mio bacino si muoveva ritmicamente simulando l’amplesso, mentre le mie dita sul clitoride si muovevano forsennatamente, stavo per arrivare all’orgasmo quando mi sentii chiamare dalla voce di mia madre: " Claudia prendi il telefono, c’è Marinella" . Mi fermi di botto temendo che stesse per aprire la porta, e risposi subito con la voce rotta dall’orgasmo mancato "si, chiudi che prendo il telefono da qui". Marinella al telefono aveva la solita voce allegra, mi disse " allora, come stai tutto bene ?" . "Si -le risposi- tutto bene anche se non riesco a mandare via dalla mente tutto quello che ci è accaduto, e mi preoccupa il pensiero di domani". " Non preoccuparti ho già un idea, ne parleremo domattina a scuola. Ora cerca di non pensarci e fatti una bella dormita, ciao ". Rimasi qualche istante come un automa al telefono, nonostante Marinella avesse già riattaccato, avrei voluto dirle dell’eccitazione che di cui era preda il mio corpo, e che non stavo pensando al problema di cosa fare l’indomani, ma bensì al suo viso che avevo ripulito di sperma con la lingua, ai nostri dolcissimi baci, alla "dolce" violenza che avevamo subito, che mi lasciava il ricordo non delle paura provata e delle lacrime versate, ma del godimento che avevo saputo trarne. E poi la dolcissima doccia fatta a casa sua, dove ci eravamo nuovamente ritrovate a godere una del corpo dell’altra, le carezze, i baci, la sua lingua sul mio seno, la mia mano sul suo pube .. come per incanto mi ritrovai nuovamente con la mano sul mio sesso, ed ancora con la cornetta in mano, immaginando di raccontare tutti questi pensieri a Marinella, arrivò l’orgasmo forte e violento . L’indomani fatta colazione, scesi in strada come ogni giorno alle 8.00 per aspettare Marinella che venisse a prendermi con il suo motorino. I ragazzi fermi alla fermata d’autobus, con cui ogni mattina mi divertivo a scambiare sguardi fugaci, mi sembravano tanti poppanti insignificanti, non so cosa fosse accaduto in quella notte, ma mi sentivo diversa, più donna. Un auto era ferma al semaforo, e per la prima volta mi ritrovai a scambiare il mio sguardo con un uomo adulto. Avrà avuto forse 40 anni, il viso non aveva alcuna espressione, ma dallo sguardo capivo che mi stava guardando con desiderio. Fu lui a staccare per prima lo sguardo, anche perché era scattato il verde ed le macchine avevano cominciato a strombazzare senza fine. Lui era ripartito, ed io avevo continuato a guardarlo senza sosta, fino a quando la sua auto fu inghiottita dal traffico cittadino." Che fai ? Te lo sposi ?" La voce di Marinella mi riportò al presente. " ma chi era quel bel tipo?" "uno qualunque " le risposi, e salendo sul motorino ci recammo verso la scuola. In cuor mio speravo che potessimo raggiungere l’auto del bel sconosciuto, ma nel traffico cittadino, è facile scambiare uno sguardo, com’è altrettanto difficile ritrovarlo. La notizia che nelle prime due ore, avevamo compito in classe di italiano mi sconvolse al punto di farmi stare veramente male. Quando arrivò il prof ero già pallida da morire, infatti fu lo stesso prof a chiedermi se forse non stessi bene, ed alla mia risposta ,che si non stavo bene, mi fece accompagnare fuori da Marinella ( che prontamente si era offerta ) per prendere un pò d’aria. Passeggiando lungo il corridoio Marinella mi chiese " ma stai veramente male ?" le risposi che di tutto avevo bisogno in quel momento, meno che di applicarmi per un compito in classe, le proposi di fare un po’ di scena con il preside, ed accampando la scusa che i miei erano al lavoro, di chiedergli di farmi accompagnare a casa con il suo motorino. " Ottima idea " esclamò Marinella, e con passo deciso ci avviammo verso la presidenza. Il bidello del piano vedendoci dirigere verso la presidenza ci fermò chiedendoci dove stavamo andando, Marinella che non sopportava quel tipo sempre tanto impiccione, lo attaccò subito sprezzante "dobbiamo parlare con il preside, vuol sapere anche di cosa ?? La mia amica sta male. vuole sapere anche la diagnosi ?" . Quando la discussione stava già per degenerare, si aprì la porta della presidenza, il preside burbero come sempre chiese cosa stesse succedendo , Marinella gli spiegò il motivo della nostra visita, non senza proferire la sua insofferenza nei confronti del bidello impiccione, il preside ci fece entrare." Claudia ha avuto un malore signor Preside " iniziò Marinella anticipandomi, " e vorrebbe andare a casa, ma considerato che i suoi genitori sono al lavoro vorrei poterla accompagnare io " . " Cosa ti senti " mi chiese il preside, stavo per aprire bocca per inventarmi qualcosa, quando fui interrotta da Marinella " Signor preside, sa bene che una volta al mese noi donne soffriamo più degli altri giorni..". Arrossii come un pomodoro, maledicendo in cuor mio Marinella e la sua solita sfacciataggine, ma l’effetto sul preside fu sorprendente, in evidente imbarazzo farfuglio qualcosa come " capisco. capisco" e chiedendoci i nostri nomi compilò subito il permesso per lasciare la scuola anticipatamente. Uscimmo ringraziando il preside per la comprensione dimostrata, e ci avviammo piano verso la classe, non appena girato l’angolo e fuori dallo sguardo del bidello impiccione, cominciammo a correre come due pazze, felici della guadagnata libertà. Arrivati in classe il prof mi chiese se tutto era passato, Marinella come sempre anticipò la mia risposta, e mostrando il permesso di uscita disse al prof, " Il preside mi ha detto che devo accompagnarla a casa ", il prof letto il permesso firmato dal preside ci congedò con la promessa che ci avrebbe dato la possibilità di poter recuperare il compito che era già stato assegnato alla classe. Preso il nostro zaino, tra gli sguardi d’invidia del resto della classe e varie battutine sulla sceneggiata che avevamo messo in campo, uscimmo dalla classe, e felici inforcammo il motorino per dirigerci verso casa di Marinella. Li potevamo stare tranquille e sole, i genitori di Marinella a differenza dei miei, erano veramente tutti e due al lavoro. Arrivate in casa, pensammo bene di festeggiare l’evento ( non era facile ottenere un permesso dal preside per lasciare anzitempo la scuola ) con una bella cioccolata calda. Mentre Marinella cominciò a darsi da fare in cucina, io seduta al tavolo le posi una domanda a brucia pelo, le chiesi " Non abbiamo avuto ancora modo di parlare di quello che ci è accaduto ieri, quando quello stronzo mi ha fatto spogliare dietro il ricatto delle foto, mi ha mostrato dallo specchio te che facevi un pompino al fotografo con la massima naturalezza.. non sembravi l’esempio di una ragazza costretta a prenderlo in bocca con la forza !". Marinella continuando a preparare la cioccolata mi rispose: " Credi ? Semplicemente quando mi ha mostrato le foto, ho capito subito l’antifona, ed ho creduto più semplice ( e meno pericoloso) simulare la mia partecipazione, ed il fatto che ora siamo qui a parlarne mi ha dato ragione. Fino a quando siamo uscite da quella casa, non sapevo cosa ci sarebbe accaduto dopo la violenza, e poi ti confesso che a me è anche piaciuto … specialmente quando poi sei arrivata tu !." La guardavo con gl’occhi stralunati, quasi non la riconoscevo, ma il pensiero che anche a lei era piaciuto il nostro incontro saffico mi eccitava." Io – le dissi – ieri sera non ho pensato ad altro, anzi, ti confesso che dopo la tua telefonata mi sono masturbata pensando a quello che era successo."Ero diventata nuovamente paonazza in viso, ero riuscita a dirle quello che ieri avrei voluto dirle per telefono, ed ora aspettando la sua reazione mi sentivo eccitata sempre più. " Sei proprio una stupidina – mi disse lei avvicinandosi al mio viso, e baciandomi sulla guancia – io ho fatto lo stesso, anzi ti dirò che ieri ho scoperto di volerti più bene." La sua vicinanza mi diede un impulso irrefrenabile a cercare la sua bocca, l’abbracciai forte a me e le nostre lingue s’incontrarono in un bacio appassionato. Sentivo la sua lingua che s’insinuava nella mia bocca, il sapore dolce della sua saliva, mi sentivo già completamente bagnata di piacere, avrei voluto che le sue mani che ancora mi stringevano cominciassero ad esplorare il mio corpo, che al ricordo delle carezze del giorno prima, fremeva per riprovare le stesse emozioni. Ma Marinella si era così immersa nel nostro bacio che non mosse le mani da quell’abbraccio, ed io ancora insicura non m’avventai a cercarle il seno, per prenderlo come avrei voluto tra le mie labbra, per leccarlo succhiarlo, e poi scendere piano più giù, prima sulla pancia per poi arrivare a quel monte di venere, che tante volte avevo visto, ma che solo ieri avevo scoperto una fonte di piacere ineguagliabile. " Ti immagini la faccia del preside se ci vedesse ora ?" Proruppe Marinella con la sua solita allegria, interrompendo il nostro bacio e ridendomi quasi in bocca. In quel momento la odiai, ma celai il mio risentimento per come aveva interrotto il nostro bacio che mi stava trascinando nell’oblio dei sensi , e risi insieme a lei pensando alla faccia del preside.Mentre ancora ridevamo, l’odore della cioccolata bruciata sul fornello, ci riportò al presente. " al diavolo la cioccolata " sbotto Marinella, e spento il fornello andammo nella sua stanza, tenendoci per mano. Già pregustavo le sue carezze, quando lei seria sedendosi sul letto mi disse " Ho un idea per oggi pomeriggio". Quelle parole ebbero l’effetto di far svanire l’eccitazione che animava il mio corpo, la mia coscienza di ragazza per bene riaffiorò prepotentemente, rividi in un attimo il viso della mamma, pensai a quello che sarebbe potuto accadere se fosse venuta a conoscenza di quello che era ci era successo il giorno prima, tremai all’idea di mio padre con in mano le foto di quel ricattatore che mi mostravano nuda con Marinella; due lacrimoni mi segnarono il viso. Marinella abbracciandomi mi disse allora " sei proprio una ragazzina, lascia fare a me, non ti preoccupare " e cominciò a spiegarmi il suo piano per il pomeriggio. Tornai a casa per l’ora di pranzo. La mamma come ogni giorno mi accolse sull’uscio e dandomi un bacio mi chiese se tutto era andato bene a scuola, risposi senza guardarla in viso che si, tutto era andato per il meglio, e con la scusa di andare in bagno mi staccai da lei. Ripassavo a mente il piano che Marinella mi aveva spiegato in ogni dettaglio, non ero convinta del tutto della sua riuscita, ma non sapevo trovare altre alternative, e quindi mi rassegnai a quell’idea. Finito di pranzare, mi ritirai subito nella mia stanza, ero terribilmente stanca, la mia mente piena di pensieri e dubbi, era riuscita a stancare anche il mio corpo e così mi addormentai profondamente." Svegliati principessa " una voce mi sussurrò all’orecchio, restai ferma sul letto con gli occhi chiusi, avevo riconosciuto la voce di Marinella, ma il tornare alla realtà da quel sonno profondo che mi aveva fatto evadere dai mille pensieri che affollavano la mia mente, non mi era gradito. " Guarda che se non ti svegli, ti spoglio tutta e ti lecco dalla testa ai piedi ". Mi alzai di soprassalto e le dissi " sei proprio una cretina di la c’è mia madre", ma lei con il suo sorriso mi riportò subito alla calma. " Dai andiamo è già tardi non t’immagini nemmeno cosa ci aspetta ". Indossai la tuta, e con la stessa scusa del giorno prima cioè di andare a fare un po di corsa nel parco, salutai la mamma, evitando con ogni scusa , prima allacciandomi le scarpe, poi per prendere la giacca della tuta d’incrociare il suo sguardo. Il tragitto sul motorino da casa mia, fino a quell’appartamento dove era finito il nostro sogno di fare le fotomodelle, fu rapido. Posteggiammo il motorino, e senza dirci nulla salimmo su. Ad ogni scalino il mio cuore batteva sempre più forte, sentivo forte la voglia di scappare, di mandare al diavolo tutti compreso Marinella, correre dalla mamma per confidarle tutto; non ebbi il tempo. Già eravamo davanti alla porta, e Marinella senza perdere tempo aveva già suonato il campanello. il mio cuore batteva così forte che Marinella mi sussurrò " stai tranquilla ci sono qua io ". Ci aprì Teodori lo stesso del giorno prima, il quale vedendoci ci salutò con cordialità invitandoci ad entrare. Lo guardavo con disprezzo, a differenza di Marinella che invece rispondeva con insolita cordialità. Entrammo nel suo studio e lui ci invitò a sedere. Marinella senza perdere tempo, interruppe quell’atmosfera di sana ipocrisia e disse. "Ascoltaci bene, Ieri ci siamo divertite anche noi, non ci dispiace quello che è accaduto, ti confesso però che saremmo volute tornare qua spontaneamente e non sotto il ricatto." Teodori ci guardava stralunato, e Marinella continuò con più forza: " Noi oggi possiamo godere come ieri, anzi di più.. Io e la mia amica nemmeno t’immagini cosa siamo capaci di fare, e ti dirò che possiamo anche continuare nel futuro questi nostri incontri, ma non sotto il ricatto." Teodori rimase ammutolito, non s’aspettava un atteggiamento del genere, e man mano che passava il tempo, mi rendevo conto che il piano di Marinella poteva funzionare. " Chiama i tuoi amici, mettiamo al centro della stanza tutte le foto che ci avete fatto ed i negativi, bruciamo tutto e poi diventiamo amici." Io ero immobilizzata dalla paura, temevo una reazione violenta da parte di Teodori, il quale invece con mia grande sorpresa, chiamò i suoi amici che erano nella stanza accanto e ci disse: " Ma di quale ricatto parlate ? Io ieri vi ho telefonato perché avevate dimenticato i negativi delle foto, anzi vi dimostro la mia buona fede " e consegnò a Marinella una busta con dentro alcune foto e dei negativi. Marinella l’aprì, erano le stesse foto che ci ritraevano nude, con l’aggiunta di una decina di foto, assai belle che ritraevano Marinella in posa con il vestito che aveva indossato. " Siete libere di andare via anche subito, non c’è alcun prezzo da pagare " continuò Teodori " ieri non è accaduto nulla, vero Marinella . ". Marinella rispose con le stessa sicurezza, "Certo hai ragione, ieri non è accaduto nulla " , e con la busta delle foto in mano uscimmò dall’appartamento . Io mi sentivo raggiante era finito un incubo, scendemmo le scale di corsa , arrivate al motorino abbracciai forte Marinella e le dissi " sei stata fantastica ", lei però smorzò d’incanto il mio entusiasmo. Aveva aperto il bauletto del motorino ed una volta messo dentro la busta con le foto, mi disse: " vieni andiamo a ringraziare i nostri amici". La guardai stupita " ma vuoi tornare sopra da quei tre ? " non credevo ai miei occhi, ma lei con un sorriso ammiccante mi rispose " I patti sono patti, non eravamo già disposte a tutto? Poi non è grazie a loro che abbiamo scoperto un modo più dolce di volerci bene ?". E così senza nulla dire la seguii su per le scale.Salendo le scale le dissi " ma sei proprio certa di quello che vuoi fare ? " Marinella per tutta risposta, mi prese per mano e strizzandomi un occhio mi disse " lascia fare a me, fidati. " . Arrivammo all’appartamento, io tremavo di paura, Marinella senza badare a nulla, suonò il campanello. Venne ad aprirci il fotografo, il quale vedendoci non ebbe il minimo stupore, e ci invitò ad entrare. Io camminavo dietro Marinella, arrivati nello studio Teodori ci accolse con un sorriso come se fossimo vecchi amici che si rivedevano dopo tanto tempo, andò verso Marinella ed abbracciandola disse " ero sicuro che di aver a che fare con due ragazze veramente in gamba". " Aspetta un po’ " esclamò Marinella, "oggi il gioco lo dirigiamo noi" e staccandosi da lui chiese dove fosse il terzo. Teodori lo chiamò " Andrea vieni che c’è una sorpresa" questo Andrea ( che era quello che mi aveva sfondato il culo senza pietà) arrivò subito, e vedendoci disse ridendo " si ricomincia ?" Marinella allora prese in mano la situazione e disse ai tre di spogliarsi, e di sedersi sul divano. I tre ubbidirono senza farsi ripetere l’ordine, in un baleno erano già completamente nudi, i loro cazzi già turgidi per l’eccitazione si paravano come aste, mentre li guardavo mi sentii inumidire gli slip, Marinella allora disse " il primo che si alza o che si tocca il cazzo, resta all’asciutto", e girandomi verso di me, mi abbraccio baciandomi . Sentendo la sua lingua penetrare nella mia bocca, mi dimenticai dei tre che nudi ci guardavano con desiderio, chiusi gl’ occhi e ricambiai con foga quel bacio. La mia lingua, in gioco sensuale entrava ed usciva dalla sua bocca, assaporavo la sua saliva, le donavo la mia.. Le lingue si rincorrevano in un vortice di piacere. Poi Marinella si staccò da me. Controllando che i tre spettatori, avessero obbedito ai suoi ordini, si mise dietro di me, e parandomi verso gli sguardi vogliosi dei nostri spettatori, cominciò a sbottonarmi la camicetta. Dopo qualche bottone, il mio seno apparì alla vista dei tre. Io ora li guardavo con sfida, mi piaceva quel gioco perverso in cui ero caduta, Marinella aveva preso in mano il mio seno accarezzandolo, io non staccando lo sguardo dai miei tre violentatori, cominciai a leccarmi le labbra, ansimando ad ogni carezza sul mio seno. Tolta la camicia, Marinella mi abbasso i pantaloni della tuta e con essi anche gli slip, lasciandomi completamente nuda. La sua mano ora era sul mio monte di venere, si insinuava tra le mie gambe procurandomi un piacere immenso, intanto i nostri spettatori erano arrivati ad un grado di eccitazione tale, che i tre cazzi sembravano quasi scoppiare. Mi giravi verso Marinella e con la stessa naturalezza, la spogliai lasciandola completamente nuda. Il suo seno, ora premeva contro il mio, ci abbracciavamo baciandoci con passione, ed intanto con le nostre mani ci masturbavamo reciprocamente. A quel punto Teodori chiese " ma a noi quando tocca ?", Marinella allora gli chiese "vorresti un bel pompino ?" Teodori rispose di si, ed allora Marinella ordinò al fotografo di prendere il cazzo di Teodori in bocca. Questi la guardò con stupore prorompendo con un esclamazione " ma io non sono mica frocio !". "Anche noi non pensavamo di avere una tale attrazione sensuale tra donne , se l’abbiamo scoperto è stato grazie a voi, chissà che non ti scopri frocio. Poi se a voi piace vedere due donne che si leccano, a noi piace vedere due uomini che si spompinano tra loro ". Rispose Marinella senza lasciare altro spazio alla discussione, e questi senza dire altro ubbidì. Ci inginocchiammo davanti al divano, e cominciammo a goderci quella scena che ci eccito ancora di più. Dopo un po, Marinella non contenta di come stava procedendo quel pompino tra uomini disse " aspetta ti faccio vedere io come si fa" e chinandosi su Teodori gli prese il cazzo in bocca. Il fotografo pose lo sguardo verso di me, capii quello che voleva, e senza farmelo ripetere, mi inginocchiai e cominciai a leccargli il cazzo. Eravamo vicine, inginocchiate che leccavamo e succhiavamo quei cazzi, quando all’improvviso sentii il terzo porsi dietro di me, temetti per un attimo che mi volesse nuovamente prendere il culo, Marinella avvertì questo mio irrigidimento, e mi disse " non ti scordare che il gioco lo conduciamo noi.. ordinagli quello che vuoi.". Andrea sentendo queste parole si staccò da me, e balbettò qualcosa, forse pensando che mi avrei vendicato della sua violenza sul mio culo con la stessa moneta, ma in quel momento sopravvenne in me uno spirito di vera padrona, guardai Marinella e gli dissi che mi sarebbe piaciuto vederla penetrare contemporaneamente da due cazzi, lei mi guardò stralunata, mi disse " ma io non l’ho mai presa in culo" , io le dissi che anch’io fino alla sera prima non avevo mai provato il piacere di essere sodomizzata, allora lei con un sorriso mi disse " giusto, perché non provare…però sei una vera porcellina Claudia". Senza porre altre domande fece stendere sul pavimento Teodori e si mise su di lui, e dopo aver leccato ben bene il suo cazzo, se lo infilò in figa chinandosi in avanti, così da porre il suo bel culo ben in alto. A quel punto io mi staccai dal cazzo del fotografo, non mi volevo perdere nulla di quella scena, Andrea allora si pose dietro Marinella, e dopo avergli leccato l’ano, la penetrò con lo stesso vigore che aveva adottato con me. L’urlo che Marinella lanciò una volta penetrata, mi fece quasi rabbrividire, quasi mi pentii di averla messa in quella situazione, allora mi misi davanti a lei, e cominciai a baciarla, il contatto della sua lingua con la mia, mi procurò un tale piacere, che quasi mi turbò; mi trovavo protagonista per la prima volta in un orgia con tre uomini, ma quello che più mi turbava e dava più piacere era il contatto con una donna ! Il pensiero di essere una lesbica s’impadronì di me, turbandomi ancora di più, questo pensiero, mentre baciavo con passione la mia Marinella, mi sconvolgeva, ma nel contempo eliminava ogni freno inibitorio nei suoi confronti , le dissi "io ti amo Marinella" e lei guardandomi con i suoi occhi grandi mi rispose " anch’io Claudia" e ci baciammo nuovamente con passione, dimenticandoci dei due che intanto stavano sfondando Marinella, e del terzo che intanto si era messo dietro di me, e senza che io me ne accorgessi mi aveva penetrata fino in fondo, sbattendomi forte. Fù Marinella che interruppe quel sodalizio di sesso sfrenato, alzandosi in pieno coito, e lasciando i due suoi amanti delusi, mi disse " ora prova tu, però ti voglio vedere all’azione con tre cazzi.". La guardai con occhi imploranti, ancora mi doleva l’ano per la violenza subita il giorno prima, ma lei fù inflessibile, e mi ordinò mi salire su Teodori che ancora steso in terra, mi invitò a prendere il posto di Marinella. Ubbidì senza dire parola, mi accovacciai su di lui, ed infilai il suo cazzo in vagina, Andrea era ancora al suo posto, pronto a sodomizzarmi nuovamente, ma quel punto si fece avanti il fotografo, che disse ad Andrea che già la sera prima aveva avuto il piacere di sfondarmi il culo, pretendendo il posto "d’onore", Andrea a malincuore accettò lo scambio, e si mise davanti al mio viso parandomi il cazzo. Era tutto imbrattato della merda di Marinella, mi rifiutai di leccarlo, ed a quel punto Marinella mi sconvolse ancora di più, si inginocchiò accanto a me, ed avvicinandosi al mio viso mi sussurrò " ti piace tutto di me, meno la mia dolce cacchina ?" e cominciò a leccare lei stessa il cazzo che un momento prima l’aveva profanata in culo. Osservavo quella scena ammmutolita, quando sentii il cazzo del fotografo spaccarmi nuovamente il culo. Gridai come un ossessa per il dolore, ma il mio grido fù strozzato dal cazzo di Andrea, che afferrandomi per la testa, ne aveva approfittato per mettermi il suo cazzo imbrattato di merda in bocca, mentre Marinella rideva divertita. Mi sforzai con tutta me stessa di non vomitare, e cominciai a succhiare e leccare il cazzo, Marinella intanto si era nuovamente avvicinata al mio viso, e cominciammo a fare il gioco del giorno prima, quando le nostre lingue si rincorrevano sul cazzo. Mi sentii prendere da una sensazione incredibile, mi sentivo il basso ventre sconquassato dai due cazzi, che mi penetravano senza sosta, con violenza, accompagnati dal ritmo del mio ventre che si muoveva in sintonia, intanto leccavo il cazzo che avevo davanti, e baciavo Marinella, per un istante mi sentii quasi mancare, fino a quando sentii l’orgasmo arrivare piano piano, cercavo con tutta me stessa di ritardare l’orgasmo pieno, e ciò mi dava la sensazione, che più cercavo di frenarlo e più forte arrivava, fino a quando mi sconvolse a tale punto, che mi ritrovai a gridare con tutta me stessa un godimento come mai avevo provato nella mia vita, che mi lasciò cadere quasi priva di sensi su Teodori.Rimasi li ferma, immobile con gli occhi chiusi, estasiata dal piacere provato, intanto sentivo il fotografo che imperterrito mi continuava a sfondare il culo, fino a quando lo sentii uscire, e spruzzarmi sulle culo, sulla schiena, fiotti di sperma caldo. Contemporaneamente Andrea che mi stava davanti cominciò ad eruttare sul mio viso, sui capelli il suo sperma, mentre sentivo la lingua di Marinella, che intanto si era spostata dietro di me e cominciava a ripulirmi la schiena piena di sperma leccandomi. Teodori a quel punto si tolse da sotto di me, io avevo ancora gli occhi chiusi inebriata dal piacere provato, non riuscivo a muovermi, li sentii dire qualcosa capii che Marinella reclamava un orgasmo che ancora non aveva raggiunto. Li sentii complottare qualcosa, ma rimanendo ancora immobile, non feci nulla, pronta a qualsiasi cosa. Sentii due mani forte che mi rigiravano sulla schiena, poi altre due mani che mi aprivano le gambe.poi una lingua dolcissima che cominciò a leccarmi piano, prima sul clitoride, poi piano sempre più in basso, mi sentivo nuovamente impazzire dalla frenesia, aprii gli occhi e vidi che era Marinella quella che mi stava leccando, intanto che Teodori da dietro la sbatteva forte, la sua lingua mi divorava, la sentivo penetrarmi dentro la vagina, poi salire piano più su, prendere il mio clitoride tra i denti, solleticarlo con la lingua, l’orgasmo arrivò forte insieme a quello di Marinella. Passò qualche minuto di silenzio, rotto solo dai commenti dei tre uomini che ancora ci guardavano stese l’una sull’altra in un abbraccio d’amore vero.Ci alzammo, è strano come quando un coito finisce ci si trova sempre un po’ in imbarazzo, in quella situazione io mi sentivo niente più di una puttana. Marinella invece era allegra come sempre, chiese dove fosse il bagno, mi prese per mano, e così ci avviammo nella stanza da bagno. Non parlammo di nulla, fino a quando ci infilammo insieme sotto la doccia, Marinella cominciò ad insaponarmi, soffermandosi nelle mie zone erogene con particolare malizia. Io la fermai, le dissi che ora volevo solo andare via da quella casa, e che mi dava fastidio sapere la presenza di quei tre nell’altra stanza. Lei mi guardò perplessa e mi disse " non sarai mica gelosa ?" Arrossii come sempre mi capita quando mi sentivo scoperta, lei mi abbracciò con immenso affetto, e mi disse, "non ti preoccupare, da domani per amarci non avremo bisogno di loro" e baciandomi mi riportò alla ragione.Da quel giorno, quei tre nostri amanti occasionali non li vedemmo più. Dopo qualche mese lessi sul giornale che erano stati arrestati per violenza carnale. Utilizzando lo stesso stratagemma, avevano cercato di incastrare altre due ragazze della città, due ragazze che a differenza di me e Marinella, non avevano scoperto in quella intrigante situazione, che la loro amicizia era qualcosa di più.
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