Ogni anno lo stesso problema, dove passare l’estate? A diciassette anni e con pochi soldi in tasca di andarsene in giro neanche a parlarne, per alcuni anni ero stato parcheggiato a casa di mia sorella, a Ladispoli, ma quest’anno è impossibile e quindi un altro parcheggio questa volta da mia zia, a Tor san Lorenzo.La prima settimana mi scorre addosso come un macigno, non conosco nessuno e fare amicizia non è facile, qui si conoscono tutti da anni e le comitive sono chiuse come ricci. Poi arriva lo spiraglio tanto cercato sotto forma di un gavettone rimediato senza colpa. Una secchiata di acqua gelida che mi colpisce in pieno mentre giro in motorino e mi fa finire lungo per terra.Nulla di grave ma mi rialzo incazzato nero e mi volto verso gli autori dello scherzo con la ferma intenzione di mollare un cazzotto al primo che arriva a tiro. Mi blocco immediatamente, la secchiata me la hanno tirata due ragazze e spaventate dal mio volo sono corse ad aiutarmi.”Ti sei fatto male?” mi chiede una brunetta alta e molto ben fatta.”Cacchio Stefania! Eri sicura che fosse lui!” ribatte l’altra, una rossa sgraziata.”Tiziana non rompere!””Bene visto che ormai conosco i vostri nomi è il caso che mi presento, io sono Renzo” dico sorridendo.”Allora non ti sei fatto niente, scusaci ma ti abbiamo scambiato per Pino. Ci vediamo” dice sorridendo Stefania mentre scappa a prendere altra acqua seguita da Tiziana.Dieci giorni dopo io e Stefania ci mettevamo insieme. Inizialmente si pomiciava e basta, Stefania aveva quindici anni e non voleva andare oltre, ma dopo sei mesi la convinsi a fare l’amore.La nostra storia si svolse come tutte le storie d’amore tra giovani con le solite incomprensioni familiari, la sua famiglia è benestante mentre la mia no e questo ha creato non pochi scompensi alla madre di Stefania che proviene da una famiglia di preti d’alto rango, ma si è addolcita notevolmente da quando la chiamo mamma. Per fortuna suo padre è il mio migliore alleato, gli ricordo se stesso da giovane e l’affinità tra noi è tale che anch’io riconosco in lui il figlio di puttana che in realtà è. Serafino è molto più avanti di me nell’arte di fregare il prossimo e debbono passare ben dieci anni per rendermi conto di che cosa sia effettivamente capace.Pur avendo tutte le carte in regola e tutte le amicizie politiche giuste, Serafino non aveva mai ottenuto la dirigenza nell’azienda comunale in cui lavorava come responsabile dei collaudi. Continuava ad andare a Milano con un’elevata frequenza per testare tutti i materiali che l’azienda voleva acquistare, io credevo che lo facesse per prendere le mazzette che inevitabilmente appaiono quando dipende da te la spesa di vari miliardi, ma in casa di Stefania non giravano così tanti soldi da suffragare la mia ipotesi.Poi, all’improvviso, Serafino muore per un infarto mentre si reca al lavoro e tutto il mondo crolla addosso alla mia futura suocera. Rita non ha mai lavorato, figlia di un gerarca fascista e di una nobildonna di provincia è cresciuta nel vescovado dello zio fino a quando non ha conosciuto Serafino, è la classica madre di famiglia borghese, decisamente oca, che si porta magnificamente bene i suoi anni.Vengo mandato nell’ufficio di Serafino per prendere i suoi effetti personali ma i suoi colleghi sono stranamente reticenti fino a quando capiscono che sono esterno alla famiglia e mi danno un paio di buste piene di cianfrusaglie, lettere e fotografie.”Controlla bene e seleziona attentamente cosa portare a casa” mi dice un collega di Serafino con un tono da cospiratore.Esco e mi metto in macchina a controllare tutta quella paccottiglia ma non trovo niente di interessante e quindi passo alle foto. Ci sono foto di Rita, di Stefania e di altra gente che non conosco. Ma sono foto strane in cui Serafino ha lo stesso atteggiamento delle foto con Rita, solo con un’altra donna. Infine apro una lettera e scopro che manteneva una seconda famiglia a Milano, una famiglia ufficiosa che vedeva nei ritagli di tempo, ora capisco perché non era mai diventato dirigente, non lo aveva mai voluto perché sarebbe stata la fine dei viaggi a Milano.Certo che a Rita l’ha fatta sporca, con la scusa dei collaudi la mollava regolarmente a casa con la figlia per andarsene a Milano dall’altra e, da quello che mi ha detto Stefania, non frequentava molto il letto della moglie neanche prima dell’infarto tanto che Rita ha sempre fatto di tutto per mantenersi in forma ed essere attraente.C’è da dire che ci è riuscita, è di altezza media e solo leggermente appesantita, i chili di troppo le si sono posati sul culo e le cosce ma è tutta roba soda che fa assumere ad una donna matura quell’aspetto florido che mi ha sempre eccitato molto.Avevamo acquistato degli appartamenti in una cooperativa edilizia e dopo un paio di mesi dalla morte di Serafino ce li consegnarono, così io e Stefania ci siamo sposati ed io mi sono ritrovato con una corte di donne intorno.Già, un vero harem, sullo stesso pianerottolo oltre a noi abitava Rita con la madre; Gina la sorella del mio fu suocero, una mora imponente con la figlia Patrizia ed il marito Roberto che ormai da oltre dieci anni era impotente per via della mole elefantiaca. In pratica avevo intorno due donne di poco oltre la quarantina e da molto tempo in astinenza ed una ragazza di venti con forti complessi per un seno enorme, complessi che le avevano sempre fatto rifuggire i ragazzi. Oltre a mia moglie.A Stefania piace scopare ma non in modo particolare, è come bloccata, se c’è un poco di luce posso scoparla solo alla missionaria, al buio invece si lascia andare di più e si scatena in pompini fantastici ma niente di più. Insomma una situazione talmente pallosa che quasi non mi va più di fare sesso.Ad un certo punto della nostra tranquilla vita matrimoniale, anche troppo tranquilla, si inserisce un fenomeno di disturbo. Stefania viene spedita dalla banca in cui lavora a Milano per un corso alla Borsa di quattro mesi, il corso c’è anche il sabato così la rivedrò più o meno a Natale. Inizialmente non vuole partire ma quando capisce che razza di occasione le si è presentata, fa le valigie e va’.La mia condizione di scapolo scatena l’istinto materno di mia suocera e della zia di Stefania. Rita mi piomba in casa alle ore più impensate e Gina “capita per caso” quasi tutti i giorni. La cosa è talmente strana che rasenta il ridicolo, non riesco a stare solo in casa mia per più di venti minuti. Un mese dopo sono talmente stufo di tutte quante che cerco di evitarle il più possibile.Una sera sono in cantina a ripescare dei vecchi Urania per rileggerli quando sento le voci di Rita e Gina ed immediatamente accosto la porta della cantina sperando di evitarle.”Dai Gina apri la cantina che prendo i plaid” “Mi piacerebbe aprire le gambe per qualcuno di mia conoscenza invece di questa porta…””Ancora con questa storia! Trovati un amante fai qualcosa, qualsiasi cosa ma lascia stare Renzo””Piace anche a te vero? Me ne sono accorta di come ti strusci quando lo saluti””Ma che dici! E’ mio genero…””Dico che è un gran bel pezzo di ragazzo e che ce la fa sbrodolare a tutte, e quando dico tutte includo anche Patrizia””Patrizia!? Non ci crederò mai, è talmente timida che non gli rivolge quasi la parola!””Patrizia se lo sogna quasi tutte le notti venendo nel sonno. Comunque noto che non hai escluso né me né te quindi ti piace””Patrizia…che puttana! E che puttana sei pure tu! Potresti essere sua madre ed invece di pensare che è il marito di tua nipote pensi a scopartelo!””Certo che penso a scoparmelo, e ci penso da quest’estate. Con il costume bagnato e nonostante l’acqua fredda si vedeva un bozzo notevole, deve avere un cazzo di tutto rispetto il bambino””Smettila Gina!””Che troia che sei Rita, ti stai eccitando!””Ma che dici!””Dico che ti si sono drizzati i capezzoli. Ti piacerebbe farti strizzare le tettone dal tuo bel genero…””Sei una porca terribile, comunque alle mie tette può ancora attaccarsi visto che nonostante la misura stanno ancora su senza reggiseno, mentre le tue invece…””Tu porti una quarta, io una sesta…””Mettila come ti pare ma io sono ancora in forma…””Anch’io se per questo, le mie tette non sono poi così rovinate come credi… hai preso questi cazzo di plaid?””Che c’è, all’improvviso hai fretta?””Debbo aiutare Patrizia a pettinarsi, stasera va al cinema con Renzo a vedere un film horror…””Con Renzo? Come con Renzo, perché non si trova un ragazzo…””Lo sai che hanno la passione dei film horror quindi non rompere”Rimasi in cantina per altri dieci minuti dopo che se ne erano andate a rimuginare su quello che avevo sentito. Bel nido di vipere, Rita compresa, non si erano minimamente preoccupate di Stefania, per loro era una cacciatrice in meno in gara per l’unica preda, io.Neanche ero rientrato in casa che si apre la porta ed entra Rita.”Ciao bellezza, hai cinque minuti?””Ciao mamma, certo che ho cinque minuti per te. Cosa c’è?””Questa sera volevo uscire per andare a ballare al circolo ufficiali, mi ha invitata Rinaldo, e ti volevo chiedere se vado bene vestita così””Prima o poi Rinaldo ti farà la festa””Lasciaglielo credere, ma stai sicuro che da me non avrà niente…lui”Mi guardai Rita, camicetta bianca semitrasparente con sotto una canottierina di filo che stentava a contenerle le tette libere senza reggiseno, una gonna a portafoglio blu che le fasciava l’abbondante sedere, un bel paio di calze di seta nere ed un paio di scarpe nere con il tacco bello alto. Le chiacchiere di poco prima mi ronzavano in mente. Mi siedo sul divano con un’espressione di piena approvazione.”Sei uno schianto, stasera gli scoppierà nei pantaloni…””Renzo! Che modo di parlare a tua suocera…” mi riprende Rita venendomi vicina.”A proposito ho saputo da Gina che stasera esci con Patrizia” dice soprappensiero mentre mi si avvicina ulteriormente.”Andiamo al cinema, il solito horror””E come mai ce la porti tu?””A parte che l’horror mi piace, ma se non la faccio uscire io non uscirebbe mai”Ribatto girandomi leggermente verso Rita, nel sedersi la gonna si è leggermente aperta lasciando intravedere il reggicalze. Rita non può non accorgersi di dove sto guardando anche perché indugio a lungo ed invece di ricomporsi si gira leggermente anche lei sollevando un poco il ginocchio suldivano facendo così aprire del tutto la gonna.”Bene, divertiti allora; ma ricordati che Patrizia è la cugina di tua moglie…” dice Rita mentre si rialza, rimane in piedi davanti a me tendendomi le mai per aiutarmi ad alzarmi.”Non lo dimentico mamma, non ti preoccupare” la rassicuro prendendole le mani ed alzandomi.”Ciao bellezza” dice sorridendo mentre si avvicina per darmi un bacio sulla guancia.Cerco di liberare le mani per poterla baciare anch’io ma Rita mi trattiene la destra e se la porta sul seno mentre mi da un bel bacio lungo sulla guancia. La mia mano avvolge interamente la sua tetta e la strizza leggermente, poi Rita si allontana ed esce di casa sculettando.Alle otto esco per recuperare la cuginetta. Patrizia è vestita come una puttana ed io me la guardo allucinato per dieci secondi prima di parlare, una mini mozzafiato, un golfino aperto talmente da far vedere il reggiseno, tacchi a spillo vertiginosi ed un rossetto rosso fuoco.”Cazzo! Ci romperanno i coglioni tutti i ragazzi che incontreremo” sbottai.”Perché?” balbetta piegando le spalle per nascondere il seno enorme.”Come perché, se sono solo ed incontro una ragazza come te le rompo le scatole sia se è con il ragazzo che se è sola! Non capirò mai perché non hai un ragazzo, sei anche bella oltre ad essere bona”Patrizia ormai era completamente ripiegata su se stessa, timida fino all’inverosimile si vergognava del suo aspetto appariscente. Io me ne fregavo e la trattavo come volevo, più di una volta nel salutarla l’avevo abbracciata agguantandola per il culo e baciandola sul collo. A parte diventare di tutti i colori dell’arcobaleno Patrizia non aveva mai detto niente.Zio Roberto era riuscito ad estrarsi dalla poltrona ed era uscito nel corridoio.”Dovresti vestirti così per andare al lavoro e non per uscire con il marito di tua cugina. Forse troveresti un ragazzo…”Gina aveva sentito tutto ed era arrivata anche lei.”Lasciala stare Roberto, una volta che è andata in ufficio con la mini si è ritrovata le mani dell’avvocato sul sedere. Andate ragazzi e divertitevi” ci saluta mentre spinge Roberto nuovamente in poltrona e viene a chiudere la porta.Patrizia è già in ascensore quando mi sento prendere per mano.”Ed a me non mi saluti?” mi chiede piano Gina.”Ciao zia, te la riporto per le undici” le dico mentre le bacio una guancia.”Perché non mi saluti mai come fai con Patrizia?” mi chiede senza lasciarmi la mano.”E come?” le chiedo mentre sento un brivido corrermi lungo la schiena.”Come quando la baci sul collo” risponde tirandomi a sé.Gina è la fotocopia della figlia con meno tette, così l’abbraccio baciandola sul collo mentre le palpo il culo.”mmmm…” mugola leggermente quando il mio dito medio le preme sul solco delle natiche”Così va meglio?” sussurro.”Salutami sempre così bel bambino”Quando entro in ascensore Patrizia è arrossita fino alle orecchie, ha sentito tutto.”Andiamo bona” le dico sorridendo.Non ho nessuna intenzione di portarla al cinema, ho da poco scoperto di avere tre troie praticamente a disposizione e voglio sfruttare la situazione visto che con Stefania ormai si scopa più per dovere che per piacere.”Mi è passata la voglia di andare al cinema, ti va di andare a bere qualcosa?” chiedo distrattamente a Patrizia.”Va bene” sussurra.”Ehi, su con la vita…”La porto al bar del tennis sfoggiandola alla grande, Patrizia fa un effetto travolgente, di altezza media e con una gran massa di riccioli biondi ha un bel paio di gambe slanciate sottolineate maggiormente dai tacchi vertiginosi che porta. Non è la prima volta che usciamo per andare al cinema insieme, a Stefania i film dell’orrore non piacciono e non è mai venuta con noi ma non è gelosa della cugina imbranata. Quando esce con me obbligo Patrizia a camminare con le spalle erette in modo da avere le tette ben esposte, due cose enormi, deve farsi fare i reggiseni su misura. Stefania invece sfoggia un fisico perfetto, con una bella terza di seno ed un culetto adorabile anche se intoccabile.Passiamo due ore a chiacchierare, o meglio passo due ore a chiacchierare con Patrizia che ogni tanto dice una parola ma che ride continuamente alle cazzate che dico. Alla fine la convinco ad andare a vedere gli aerei che atterrano a Fiumicino dalla strada che costeggia le piste.Durante il tragitto Patrizia si agita come un’anguilla con il risultato di far salire la mini fino al punto di lasciarle scoperta la fica. Ci siamo solo noi e gli aerei ci passano a trenta metri sopra la testa con un frastuono terribile ed al secondo passaggio mi accorgo che Patrizia si è sbottonata di nascosto il golfino, ogni passaggio un bottone, ormai ha le tette quasi di fuori. Senza una parola le passo una mano dietro la nuca e la tiro verso di me per baciarla lei mi abbraccia e risponde con ardore al bacio.”Succhiamelo” è la prima parola che le dico dopo averla baciata. E’ come se le avessi dato uno schiaffo ma voglio una puttana non un’innamorata, una troia disposta a tutto, felice di farsi sbattere da me. Allungo il sedile e mi slaccio i pantaloni calandoli insieme ai boxer, il mio cazzo svetta duro come il marmo. Patrizia se lo guarda ipnotizzata, le prendo una mano e ce la metto sopra ma lei rimane inerte a fissarlo così l’afferro nuovamente per la nuca e le abbasso la testa sul mio cazzo. Patrizia apre la bocca e comincia a succhiarlo ma non sa fare i pompini, lo succhia e basta. Dopo poche pompate le tiro su la testa e la bacio nuovamente.”Non ti schifi?” mi chiede piano.”No, non c’è nulla che mi faccia schifo nel sesso. Spogliati che voglio scoparti…””Non potresti usare altre parole…” dice con voce ancora più bassa.”Senti troia io godo ad usare le parolacce, mi eccitano. Ti piace il mio cazzo duro? Sì? Sono anche le parolacce che lo fanno diventare così duro, quindi spogliati che te lo voglio sbattere nella fica, ti voglio dare una bella ripassata, voglio farti godere come una vacca e voglio godere tra quel paio di tettone”Le avevo afferrato i capelli e le avevo piegato il capo all’indietro, con l’altra mano tentavo di sfilarle il golfino. Patrizia finisce di slacciarlo e se lo toglie insieme al reggiseno. Abbasso anche il suo sedile la sdraio e mi metto tra le sue gambe, le tette sono morbidissime, tantissime, le strizzo mentre lecco i capezzoli e Patrizia comincia a mugolare.”Parla ad alta voce… fatti sentire… cosa vuoi che ti faccia?””Leccamela…””Come? Non ti sento””LECCAMELA! E POI SCOPAMI, FICCAMELO DENTRO!”Le afferro i collant e li strappo, gli slip fanno la stessa fine ed alla fine Patrizia è con la fica di fuori. Una peluria fitta, le alzo le gambe accoccolandomi davanti a lei e tuffo la faccia nella sua fica, la lecco per bene succhiandole il clitoride mentre le stuzzico la fica con un dito. Patrizia mugola agitandosi sul sedile alzo gli occhi e vedo che si sta’ tormentando le tette con una mano mentre succhia il medio dell’altra. Mi sollevo ed appoggio la cappella alla sua fica ficcandone dentro un pezzettino, è completamente bagnata e sembra che risucchi il mio cazzo nella sua fica, le alzo le gambe e le appoggio le caviglie sulle mie spalle, con la punta delle scarpe mi solletica la nuca, è scivolata in avanti sul sedile quando mi sono alzato e mi sta fissando a bocca aperta.”Non sei vergine, chi ti ha sverginato?””E’ stato Savino” balbetta.”E brava troia, sei stata fidanzata con quello stronzo di un calabrese per dieci giorni prima di scoprire che aveva una fidanzata che preparava il matrimonio al paesello, e sono bastati per farti sverginare…””Non sono una troia!” urla mentre tenta di risollevarsi.La schiaccio sul sedile con una mano e lentamente le infilo dentro il cazzo.”Certo che lo sei, ora più di prima. Sei la MIA troia, tu farai tutto quello che voglio, quando voglio e con chi voglio” le dico dolcemente mentre me la scopo.Patrizia ha immediatamente smesso di agitarsi e mi pianta le unghie nelle braccia. Cazzo quanto è stretta! La luce del lampione mi permette di vedere il mio cazzo che scivola dentro e fuori dalla sua fica. Mi eccita da matti guardarmi mentre scopo.”Oddio!…DAIIIIII!…SPINGI!…HAAAAAAAAAAAAAA!”E’ talmente eccitata che viene immediatamente mentre io continuo a fottermela per altri cinque minuti poi non resisto più alla sua fica stretta e le schizzo dentro un fiume di sborra stramazzandole addosso.”Ehi che scopata! Sei fantastica quando ti lasci andare…” le dico mentre mi rimetto a sedere sul mio sedile.”Mi sei venuto dentro…io non uso nulla, posso rimanere incinta…””Non ci provare, domani vai dal tuo ginecologo e ti fai dare una pillola del giorno dopo, e ti fai consigliare tra spirale e pillola””Perché se rimango incinta ti dispiace molto?” mi chiede nuovamente timida.”Ti faccio abortire a calci. Se voglio un figlio me lo faccio dare da Stefania tu sei il mio giocattolo e basta, ed adesso puliscimi per bene…” le dico sorridendo mentre l’afferro per i capelli e le spingo la testa verso il mio cazzo. Mi lecca fino all’ultima goccia di sborra dal cazzo poi si siede e comincia a rivestirsi.”Mi hai rotto i collant e gli slip, mamma se ne accorgerà immediatamente…” sussurra”E tu mandala da me per le spiegazioni, dai sbrigati che voglio andare a casa”La riportai a casa per mezzanotte e me ne andai a letto pensando a come contenere Gina perché, sicuro come la morte, domani mi sarebbe piombata in casa come una furia.Puntuale come un orologio Gina suona alla porta neanche cinque minuti dopo che sono rientrato dall’ufficio, non faccio in tempo a chiudere la porta che mi ammolla un ceffone.”Brutto stronzo, pezzo di merda, piccolo testa di cazzo cosa ti sei messo in testa con mia figlia?” mi assale.Senza battere ciglio le restituisco lo schiaffone con una forza tale che Gina barcolla all’indietro per finire seduta sul divano. Mi piazzo davanti a lei a gambe larghe e l’afferro per i capelli alzandole il viso.”Come ti permetti di prendermi a schiaffi, ti faccio saltare i denti a calci stronza! E’ colpa mia sei tua figlia è una puttana? Quando le ho messo le mani addosso si era fatta salire la gonna fino alla gola ed il suo golf era abbottonato da un solo bottone! E poi non mi pare che le abbia fatto schifo, tutt’altro, credo che un cazzo come il mio non lo ha mai visto ed ha goduto come una vacca quindi non rompere, se Patrizia è una troia forse ha ripreso dalla mamma e visto che non sono scemo io ne approfitto!”Gina era rimasta di sasso durante la mia tirata.”Che ti credi non ce l’hai mica solo tu il cazzo, Roma è piena di cazzi stronzetto!””Non come il mio, chiedilo a tua figlia” sogghignai.”Cazzaro e fanfarone che non sei altro! Avrai un cazzetto ridicolo e ti vanti tanto!” mi ride in faccia Gina mentre si libera dalla mia mano.Senza dire una parola mi slacciai i pantaloni e lo tirai fuori, il mio cazzo ha sempre fatto un impressione incredibile sulle ragazze sembra che me lo abbiano trapiantato da un negro per quanto è nero, una volta andai da un dottore a chiedere spiegazioni ma l’unica risposta che mi seppe dare è che, probabilmente, era un regalo di mio padre visto che è brasiliano.La situazione mi intrigava ed il mio cazzo rispondeva di conseguenza indurendosi e protendendosi verso la faccia di Gina, quando sono eccitato mi diventa talmente duro da puntare verso il cielo anche se sono in piedi.”Madonna santa!” esclama Gina”Non lo vedi?” le dico sorridendo.Gina allunga una mano e lo accarezza delicatamente, poi lo afferra e comincia lentamente a masturbarmi.”Prendilo in bocca””Non mi entrerà mai…””Tua figlia se lo è infilato in gola fino alla radice…””Lascia stare mia figlia! Specialmente adesso che ho visto che cosa hai tra le gambe…””Già, vuoi sacrificarti tu al suo posto, forza succhia…””Non ti basta tua moglie vero? Vuoi scoparti tutta la famiglia…””Proprio tutta no, zio Roberto non è il mio tipo” ribatto ridendo mentre la prendo per la nuca tirandola verso il mio cazzo.Gina ha giusto il tempo per dare un paio di succhiate quando sentiamo zio Roberto che la chiama a voce spiegata.”Che rompicoglioni!” esclama Gina mollando il mio cazzo.”Ehi! Mi lasci così?” le dico mentre Gina si avvia alla porta.”Mi piange il cuore lasciare un attrezzo del genere ma quando Roberto strilla così è meglio andare” mi risponde Gina mentre esce di casa.Rimango come un coglione in mezzo al salone, con le brache abbassate ed il cazzo dritto come un fuso. Lentamente mi abbasso per tirarmi su i pantaloni e con calma cerco di rimetterlo dentro quando sento uno strillo.”Renzo!”Mi guardo intorno e vedo Rita che mi sta fissando dalla finestra della sua cucina che guarda direttamente dentro il mio salone. Cazzo! Non mi sono accorto che la tenda era aperta! Ma non può avermi visto con Gina altrimenti avrebbe strillato prima, poi Rita rientra in casa e si precipita da me.”Ma che ti salta in mente di calarti i pantaloni in mezzo al salone? E con l’affare dritto per giunta!” mi assale Rita.”Mi sembra di essere in casa mia…””Allora chiudi le tende!””Hai ragione, scusami non me ne sono accorto…””Cosa stavi provando sul tuo…coso?” mi chiede imbarazzata.”Come dici?””Bè… ho visto un coso così scuro, così ho pensato che ci stavi provando sopra qualche cosa…””No, nessuna prova, tutta roba naturale, tutta roba mia” le rispondo sorridendo, Rita rimane a bocca aperta diventando completamente rossa in viso.”Oh Dio!” balbetta.”Già, il terzo tipo…””Come?” chiede Rita stupita.”Il cazzo è di tre tipi: piccolo, medio e Oh Dio!” le dico con fare angelico godendomi il suo imbarazzo.Rita deve avere due capezzoli molto lunghi, le si vedono chiaramente sotto la camicetta quando non è eccitata ma adesso sporgono notevolmente. Fisso il mio sguardo sulle sue tette ma Rita non può arrossire ulteriormente e non sapendo cosa fare si volta e se ne va. Si ferma sulla porta per dirmi che domenica la devo accompagnare a Todi a trovare una sua zia.E vai! Così mi ha fottuto anche la domenica! Avevo un mezzo appuntamento con Patrizia ma adesso salta tutto.* * * * * * * * *La settimana non porta novità, Gina non si è fatta vedere e Patrizia mi avrebbe dato buca per domenica dovendo andare con i genitori in Abruzzo così domenica mattina mi imbarco con Rita e la porto a Todi.Una bella giornata invernale fredda ma con il sole ed è piacevole gironzolare per Todi con Rita che, oltre ad essere una donna spiritosa, fa una gran bella figura tutta truccata, con la pelliccia di visone ed i tacchi a spillo dimostrando dieci anni di meno dei suoi 45.Lei decide di passare subito dalla la zia che è una vecchia rompi palle acida e maleducata così, sfruttando un momento in cui la vecchia è andata a preparare il caffè, dico a Rita di farla breve che mi ero stufato e volevo andarmene a spasso con lei a visitare la città.Le brillano gli occhi a queste mie parole e venti minuti dopo il caffè siamo davanti al duomo a passeggiare e guardare le vetrine. La gente ci guarda di sottecchi, si capisce che non siamo madre e figlio visto che Rita mi tiene per la vita e mi si struscia continuamente contro.Dopo poco Rita comincia un pellegrinaggio in tutti i bar alla ricerca di un bagno ma non ne riesce a trovare uno disponibile ed alla fine esasperata si infila in un portone trascinandomi dentro.”Mamma ma ti sei rimbambita? Vuoi fare pipì nell’androne?””Renzo non essere volgare! Non devo fare pipì, è che ho la guepiere corta e mi si sta infilando nella… be hai capito dove, è un tormento e devo slacciarla” così dicendo si infila per le scale che portano alle cantine scendendo pochi gradini.”Per favore guarda che non venga nessuno…” mi chiede mentre si alza la gonna e cerca di sganciare la guepiere che le sta tormentando la fica ma dopo cinque minuti di armeggiamenti si arrende.”Renzo per favore fallo tu, io non ci riesco…” sussurra rossa come un peperone.Mi avvicino inginocchiandomi davanti a lei mentre si solleva la gonna, ha due belle gambe che il reggicalze della guepiere sottolinea in modo eccellente e lentamente infilo le dita sotto i ganci che chiudono la guepiere proprio all’altezza della sua fica.”Brutta maiala non porti le mutandine!””Renzo per favore!” ribatte Rita con tono incazzato ma la sua fica la tradisce perché sento che si sta inumidendo, così le slaccio i ganci ed alla fine della manovra le faccio scivolare lentamente un dito nella fica.”Ohhhhh! Ma cosa fai? Leva quel dito…” biascica Rita ma le sue mani non tentano neanche di allontanarmi.”Non immaginavo che fossi una rossa naturale” le dico mentre continuo a infilare e sfilare le dita.Rita mugola ma non riesco a capire cosa dice così le prendo una gamba e me la appoggio su una spalla esponendo per bene la sua passera. Sfilo le dita e le sostituisco con la lingua, le succhio il clitoride, ficco la lingua bene dentro mentre le titillo il buchetto con un dito. Rita ha lasciato la gonna e con tutte e due le mani preme la mia testa sulla sua fica. Sento che sta per godere inizia a tremare e mugola più forte poi, proprio nel momento in cui gode, le infilo il pollice nella fica e due dita nel culo cominciando a fotterla. Rita viene come un fiume, ha più di un orgasmo e sento il suo succo che mi cola per il braccio e sul mento, la mia lingua è impazzita sul suo clitoride ed alla fine mi allontana la testa.”Basta! Basta… mi fai morire… sei un demonio…” balbetta ormai scarica mentre si ricompone la gonna.Mi alzo e la bacio con passione, inizialmente Rita si scansa sentendo il sapore della sua passera ma poi risponde tirandomi verso di se con una gamba.”Sei una gran bella fica Rita, e devi essere anche una scopata coi fiocchi””Sei uno stronzo! Come ha fatto Stefania ad innamorarsi di te…” strilla Rita allontanandomi bruscamente.”Rita non ti voglio infinocchiare dicendoti che mi sono innamorato di te. Mi piaci e molto, mi piaci come donna e me lo fai diventare duro come il ferro ma io sono sposato con tua figlia e non voglio lasciarla. Quindi giochiamo a capirci, per ora questa è una storia di sesso e basta se ti sta bene così possiamo divertirci altrimenti continua ad ammazzarti di ditalini!” le dico brutalmente poi mi giro e me ne vado.Fai come cazzo ti pare, prendere o lasciare tanto io avevo già il ripiego di Gina e Patrizia.Ero quasi arrivato alla macchina quando sentii dietro di me il ticchettare veloce di tacchi alti poi la mano di Rita mi prese sottobraccio. La guardo diritta negli occhi per capire cosa avesse deciso ma non serve perché sfodera un gran sorriso e mi dice “Dai andiamo a casa, saremo più comodi” e mi stampa un bacio sulle labbra.
Aggiungi ai Preferiti