Vi ricorderete di certo della foto scattata e quasi rubata a mia moglie. Anna mi disse, anzi mi ordinò, di distruggere il rullino ma io, come potrete ben pensare, mi guardai bene dal farlo solo che il problema fu quello di dove sviluppare quello scatto tanto prezioso. Scartata subito l’ipotesi del nostro fotografo abituale, presi in considerazione l’idea di portare le foto in altri laboratori ma anche questa ipotesi mi sembrò pericolosa tanto che cominciai a pensare di andare in un’altra città dove non ero conosciuto. Forse era una idea folle ma la prudenza mi sembrava sempre poca e la voglia di vedere quella foto mi assaliva sempre di più. Capitò qualche giorno dopo di dovermi recare in un’altra città per lavoro e così non mi feci scappare l’occasione. Dopo esser passato davanti a diversi laboratori, alla fine optai per uno che si trovava quasi alla periferia della città che reclamizzava lo sviluppo in un’ora; entrai e consegnai con una certa emozione il prezioso materiale al titolare che era un giovane ragazzo dall’aria molto gentile il quale mi disse di ripassare dopo una trentina di minuti avendo in quel momento poco lavoro. Consegnai il rullino con il cuore in gola ma deciso, salutai e mi diressi verso un bar vicino . Furono trenta minuti interminabili che passai pensando a ciò che il fotografo avesse potuto vedere o, come mi avevano detto alcuni amici, se la cosa avveniva in automatico, confezionamento compreso. Arrivato il momento tornai nel negozio e fui subito riconosciuto con un saluto e con un sorrisetto che a me sembrò celare quasi una complicità ma ormai ero pronto a qualsiasi sua reazione anche se il mio nervosismo era divenuto evidente, mi rassicurai però subito quando vidi la busta con le foto che sembrava del tipo sigillato (forse in quel negozio c’era veramente un impianto di sviluppo automatico). Lui fece per consegnarmi la busta ma, prima di darmela e prendendomi di “contropiede”, mi chiese se effettivamente avevo scattato solo tre pose ….solo che mentre lo diceva, con un guizzo improvviso aprì la busta ed estrasse le foto…… sfogliò con velocità quelle stampe nere ed arrivò in un attimo ad Anna….per me fu un colpo ma lui con fare professionale mi fece vedere in velocità prima i due ritratti ed infine…. (bastò un piccolo sguardo sia a me che a lui per capire che quella non era una foto proprio “normale”) esplose nei nostri occhi lo sguardo di mia moglie inguainata in quelle magnifiche calze nere con le gambe accavallate e magnificamente scoperte. Fu un attimo interminabile durante il quale l’adrenalina salì a livelli mai provati prima…….. pagai ed uscii con i miei preziosi scatti. In auto tolsi subito le tre foto (trovavo eccitanti anche i due ritratti perché mi ricordavano l’imbarazzo di Anna che per la prima volta si vestiva in quel modo per me ) e le poggiai sul sedile al mio fianco per poterle ammirare con la dovuta calma. Erano proprio belle quelle foto, molto eccitanti …..quelle gambe accavallate che scoprivano il ricamo delle calze, quell’abito così audace mi facevano vedere mia moglie in una veste che mai avrei osato pensare, ma ciò che inaspettatamente mi colpì molto furono i due ritratti …… gli sguardi di Anna mi suscitarono diversi interrogativi ………. mi sembrava imbarazzata, in difficoltà ma al tempo stesso la vedevo eccitata, complice o ancor di più sottomessa a quella situazione solo per compiacermi. In effetti, pensandoci bene, mi tornarono alla mente quelle frasi che lei pronunciò al ristorante quando lasciò decidere a me quello che doveva fare….. capii che la strada da seguire, anche se con le dovute misure, era proprio quella. La mia mente era ormai invasa dalla voglia di fotografare Anna ma non tanto e non solo per il fatto di avere le foto quanto per portare avanti quella specie di intrigo fantastico che ormai si era intrufolato tra di noi. Quella sera, eccitato dalle foto, di cui mia moglie non sospettava l’esistenza, feci capire ad Anna che avrei volentieri fatto l’amore con lei …..ne avevo una voglia irrefrenabile ed inoltre ne avevo bisogno per arrivare allo scopo che mi ero prefisso…… le fotografie. La stavo scopando da dietro quando iniziai a dirle che avrei desiderato riprenderla in pose sexy, ma lei per due volte fece quasi finta di non sentirmi e così decisi di riprovare ad usare il linguaggio ed il tono già sperimentato al ristorante e le dissi che……. volevo …..scattarle delle foto …….il risultato fu quasi magico…… mi disse di si e così subito decidemmo di organizzare per la sera successiva in quanto i figli erano invitati a casa dei nonni. Il giorno dopo, eccitato ma anche esaltato come un ragazzino, andai immediatamente dal mio fotografo di fiducia, per controllare la macchina fotografica ed acquistare rullini idonei per lo scopo. Passai la giornata pensando a come avrei dovuto fotografarla, in quali pose, con che luce fino all’ora del rientro a casa….. trovai Anna vestita normalmente, aveva già preparato la cena, mangiammo senza accennare minimamente a quello che sarebbe potuto accadere dopo . Finito di mangiare Anna si alzò ed andò in camera da letto….. aspettai per qualche minuto fino a che lei mi chiamò….. era seduta sul divano divinamente vestita e truccata (ebbi la sensazione che si fosse seduta quasi per difendersi dai miei sguardi), l’abito corto, scarpe con tacco alto e le calze autoreggenti che spuntavano dispettose. Presi la macchina fotografica ed iniziai a farle dei ritratti, quindi passai a pose intere, le chiesi di accavallare le gambe, ero emozionantissimo, cominciai a dirle di sollevare l’abito per scoprire le mutandine…. arrivai alla fine ad averla davanti a me completamente nuda…. continuai a scattare ….dopo le chiesi di indossare di nuovo l’abito, le calze e le scarpe..volevo farle foto dove si intravedesse la sua nudità mentre era seduta……. sembrava una scena di quel famoso film americano con la differenza che Anna era meno spavalda ma decisamente più eccitante. Fu una serata fantastica che non dimenticherò mai come mai dimenticherò quelle foto che custodisco gelosamente e che, tra l’altro, costituiranno il punto di partenza per un’altra storia che mi ripropongo di raccontarvi in seguito.
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