Che belli che sono i condomini. Perché ti offrono tante finestre in cui guardare. Hai solo l’imbarazzo della scelta. Se poi hai anche un po’ di fortuna, ti può capitare anche di assistere a qualcosa di inaspettatamente eccitante. Eccola li. Terza finestra a destra del 4 piano. Ha solo una tendina trasparente bianca a cercare di celare agli sguardi indiscreti l’intimità della casa. Ma a quanto pare gli inquilini di quell’appartamento non se ne curano molto. Intorno al loro condominio infatti ci sono solo abitazioni basse. In teoria nessuno può vederli. Ma con un binocolo, anche a qualche decina di metri, per me son visibilissimi. Avranno circa 30, 35 anni. Lui un uomo come tanti, circa uno e ottanta fisico asciutto capelli lunghi, tipo casual. Lei invece, una ragazza particolare. Non si può definire una bellezza, ma sicuramente non è una racchia. Ha quel qualcosa che non saprei descrivere se non come fascino. L’eleganza dei movimenti è parte del suo DNA. Uno e settanta, mora, capelli corti con la frangetta, formosetta. Non fraintendetemi. Non è obesa. Ha solo tutte le curve al posto giusto. E che curve. Già da vestita è un bocconcino invitante, ma quando si spoglia… mmmh. Una quarta abbondante con aureole larghe e capezzoli turgidi, dei fianchi stretti e un sedere da favola ne farebbero un ottima modella per qualsiasi artista. E tutto questo ben di dio, mi appare tutte le sere al naturale. Tutte le sere alle 19 rincasa, appoggia le borse in un angolo e comincia subito uno spettacolo straordinario. Inizia a spogliarsi e indossa la sua tenuta da casa preferita. Un kimono bianco che le arriva si e no a mezza coscia. E nient’altro. Il monolocale nel quale vivono mi rende facile spiarla in tutti i suoi movimenti.. Ormai li conosco abbastanza bene. È più di una settimana che li spio. E quando arriva il suo compagno comincia lo spettacolo. Dopo i soliti baci di saluto, lei comincia a spogliarlo restandogli avvinghiata. Gli sfila la giacca, la camicia, gli slaccia i pantaloni e li fa cadere a terra ed infine, mentre scendendo gli bacia il petto, gli succhia i capezzolini, l’ombellico, arriva con la bocca sullo slip ben teso. Lentamente glielo abbassa continuando a giocare con la bocca e la lingua su di lui. Appare così alla mia vista per pochi istanti un organo ben teso e sviluppato. Saranno circa 18, 20 cm. Ma quello che colpisce è il suo diametro e l’enorme cappella. Lei fa fatica a racchiuderlo fra le dita della mano quando lo impugna per portarselo alla bocca e cominciare la sua pratica preferita: il pompino. A questo punto lo fa sedere sul divano. Rimando inginocchiata a terra, si accomoda fra le sue gambe e mentre comincia a succhiarglielo, a leccarglielo e a menarglielo con la mano sinistra, con la destra comincia a farsi un ditalino. Vanno avanti così parecchi minuti, fino a quando lei si alza, si gira e si siede sul cazzo durissimo e teso. Se lo fa entrare lentamente nella figa e, quando è tutto dentro di se, si adagia sul petto di lui un po’ di traverso. allargando le gambe porta la mano di lui sul suo clitoride per farsi masturbare e girandosi con la testa verso il suo uomo, cominciano a baciarsi. Sembra quasi che si siano messi in posizione davanti alla finestra per farsi guardare da qualcuno. E quel fortunato qualcuno, anche se loro non lo sanno, sono io. Con i potenti binocoli che mi son procurato, mi sembra di stare li a pochi passi da loro. Vedo il cazzo durissimo di lui entrare in quella figa allagata e depilata. Non posso resistere alla voglia di masturbarmi e continuando a guardare, me lo prendo in mano e comincio a menarmelo. Ma sta sera, a quanto pare, sono in vena di novità. Ad un tratto, lui toglie la mano dalla figa di lei, la solleva di peso facendo uscire il cazzo dalla sua figa e glielo appoggia sul buco del culo. Lentamente, molto lentamente, lei comincia a scendere. Centimetro dopo centimetro vedo quel grosso cazzo sprofondare nel culo della moretta fino alla radice. L’espressione di goduria nel suo volto è quasi sconvolgente. Non so neppure io se concentrarmi nell’osservazione della penetrazione anale, o sul volto stravolto dal piacere di lei. Ad un certo punto, lui, non so da dove l’abbia preso, le appoggia un vibratore sulla figa. Comincia prima a farglielo scivolare fra le labbra e poi, d’un tratto, gli infila dentro la punta. Ma la cosa sconvolgente, è che il vibratore le entra grazie ai movimenti del bacino che lei sta facendo. Va incontro a quel pezzo di plastica con un’ ingordigia che ben presto la fa sentire piena d’ambo le parti. Solo allora lui comincia a muovere la mano che impugna il godmichè. Le fa entrare e uscire i due membri alternativamente mentre lei si sta menando il clitoride. È uno spettacolo talmente sconvolgente per me che, nel giro di 5 minuti, spruzzo un enorme quantità di sperma sul termosifone davanti a me. Come tutti i sabati, nella tarda mattinata vado nel grande centro commerciale che c’è a circa 10 km da casa mia. La spesa settimanale era diventata un rito piacevole che negli ultimi mesi mi portava via qualche ora del mio tempo libero. Ma in quella settimana, le sorprese non erano ancora finite. Preso il carrello nel parcheggio esterno, entro nell’atrio del centro commerciale e, quando sto per entrare nel grande supermercato, li vedo! Sono proprio loro due. La coppietta della finestra del quarto piano. E per la prima volta, la vedo vestita in gonna al posto dei soliti pantaloni che abitualmente indossava quando la vedevo rincasare nei giorni scorsi. Una di quelle gonne lunghe fino ai piedi, ma con uno spacco davanti che arriva non molto lontano dall’inguine. Quando cammina, i bordi dello spacco, lasciano intravedere anche il bordo delle calze autoreggenti. Una camicetta colorata ma alquanto leggera e lasciata ampiamente aperta, completa il suo abbigliamento. Immediatamente comincio a seguirli facendo l’indifferente. Prendo alcuni pacchi di non so cosa dal banco delle offerte speciali posto proprio all’ingresso, giusto per non dar nell’occhio col carrello ancora vuoto. Dopo un po’ che li seguo, noto che si sono spartiti i compiti. Lui preleva dagli scaffali solo i cibi che stanno da una certa altezza in su. Lei solo quello posti in basso. E ogni volta che ha bisogno di qualcosa, si accovaccia aprendo leggermente le gambe, solo parzialmente nascosta dal corpo di lui. Infatti, si mettono sempre in una posizione tale che qualche occhio attento come il mio, possa godere dello spettacolo. Ormai non ho più dubbi. Son proprio degli esibizionisti. Prendendo coraggio, comincio a seguirli sempre più da vicino. E ad un certo punto, son talmente vicino che, quando lei si abbassa per l’ennesima volta, prendo anch’io una cosa dallo scaffale e butto l’occhio nello spacco. E in quel momento la vedo. La sua figa liscia è a meno di un metro dai miei occhi. Nuda. Leggermente dischiusa e perlata. Quando si alza, per un istante i nostri occhi si incontrano e lei mi fa un sorriso malizioso, come per farmi capire che sa quel che ho visto. Per ringraziarla Contraccambio il sorriso arrossendo un po’ e la vedo mentre si allontana ancheggiando leggermente. Mi ha ipnotizzato. Li seguo ancora e noto che si addentrano in una corsia che espone biancheria intima. Lei prende un paio di capi in mano per vederli meglio, ne sceglie uno alquanto succinto e si dirige verso il camerino che c’è li vicino. Entra lasciando il carrello fuori e chiude la tenda, ma non del tutto. Un piccolo spiraglio permette di sbirciare all’interno. Prendo anch’io in mano qualche capo di intimo maschile facendo finta di valutarli. Voglio guardare dentro quel camerino e mi serve una scusa per rimanere in quella corsia.Ecco.. si toglie la gonna. Mmmmh vederla mezza nuda a pochi passi da me, me lo fa diventare duro come l’acciaio. E da come si muove, da come si mette in posizione all’interno del camerino, sa di essere guardata. Non ci son altre spiegazioni. Ci mette una vita a indossare il perizoma. Si gira e si rigira per guardarsi allo specchio. Ma è solo una scusa per farsi ammirare. Ad un certo punto, chiama il suo uomo e si mettono a parlottare. Dopo poco lui si dirige verso gli scaffali e prende altri due capi e glieli porta, aprendo ulteriormente la tenda. Sempre facendo finta di scegliere anch’io qualche capo, mi avvicino ancora di qualche passo per avere una migliore visuale. Solo a quel punto mi accorgo che fra i camerini, c’è solo un’esile tenda di separazione e che volendo, si può vedere nello specchio del camerino adiacente. È come un lampo per me. Prendo tutto il mio coraggio, una paio di boxer dallo scaffale e mi dirigo nel camerino adiacente al loro. Mi spoglio per provare i boxer lasciando cadere i miei slip molto vicini alla tenda divisoria e rimango nudo, col cazzo in tiro, coperto solo da una maglietta leggera. Cerco di vedere attraverso lo spiraglio mentre mi masturbo e vedo lei che si mostra a 90° con le gambe leggermente divaricate. Non so resistere e comincio a masturbarmi. I miei movimenti non devono essere molto leggeri in quanto, quasi subito, vedo che si alza dalla posizione in cui era e viene verso lo spiraglio. Di scatto, mi sposto subito per non farmi beccare li davanti, ma continuo a masturbarmi, inarcandomi all’indietro e protraendo il cazzo in direzione dello specchio e della fessura fra i due camerini. Questa volta, le parti si sono invertite. Son io mi esibisco in una sega e lei guarda. L’eccitazione è così forte che non ci metto molto a venire, spruzzando lo sperma in direzione della fessura. Raccolgo da terra i miei slip, mi ripulisco, mi rivesto ed esco dal camerino, ma loro non ci son più. A sto punto mi dirigo alla cassa pensando che è da quando ero un ragazzino che non mi facevo tante seghe come da quando quei due son entrati nella mia vita.Ormai è quasi un mese che li spio dalla finestra e, dopo l’incontro ravvicinato al supermercato, purtroppo non ho avuto altre occasioni di avvicinarli. Mi stanno facendo impazzire quei due. Sembra quasi che sappiano che li spio tutto il giorno. Si mettono sempre in posizioni acrobatiche, in modo da farsi vedere bene, anche quando potrebbero mettersi comodi e godersi una sana scopata fra loro. Per fortuna, domani è sabato e non dovrò andare e lavorare. Fra le seghe che mi faccio guardandoli, e le ore piccole a cui vado a dormire per lo stesso motivo, son proprio stanco e domani mattina non riuscirei ad alzarmi presto. Sono le 9 di sera e mi rimetto come tutte le sere al mio posto di osservazione preferito. Ormai mi son organizzato. Un piedistallo per i binocoli, una sedia comoda davanti alla finestra, un portacenere sullo sgabello a fianco alla sedia e un paio di birre a terra appena tolte dal frigo. Ma sta sera, vedo che ci sono novità. Invece di mettersi sul divano o sul letto, si stanno vestendo per prepararsi ad uscire. Senza pensarci due volte lo faccio anch’io. E in un battibaleno sono giù in macchina che li aspetto. Voglio proprio vedere dove vanno. E magari, se capita l’occasione, provare finalmente ad agganciarli.Dopo un quarto d’ora finalmente li vedo apparire dal portone del condominio,, salire sulla loro auto, mettere in moto e partire. Li seguo immediatamente e, per fortuna, prendono una strada non troppo trafficata, rendendo il mio compito più agevole. Dopo qualche decina di chilometri, si fermano nel parcheggio di un pub. Quella dev’essere la loro meta per sta sera immagino. Proseguo ancora un centro metri e poi faccio inversione. Raggiungo il parcheggio, mi do un ultima sistemata e poi entro anch’io. Il posto è tranquillo e più che un pub, è un piano bar. Musica soft, luci soffuse, divanetti semi nascosti da piante. Devo dire che è proprio un bel posto e son felice di averlo potuto scoprire. Li vedo. Son seduti sugli sgabelli al banco, giusto nell’angolo. Dopo una rapida occhiata, vedo che l’unico posto di osservazione interessante, dovrebbe essere un divanetto proprio di fronte a loro. Ordino una birra e vado a sedermi nel divanetto prescelto. Loro devono avermi notato, perché subito lui si mette in piedi e spostando il suo sgabello, si mette in modo da coprire la visuale di lei ad altri sguardi indiscreti oltre al mio. Lei è seduta sullo sgabello, con la gonna che aveva al centro commerciale che le scende lateralmente sulle gambe, lasciandole quasi totalmente esposte. A questo punto, lui comincia ad accarezzargliele e lei le scosta leggermente. Come l’altra volta, non porta intimo. Quei due son proprio degli esibizionisti fantastici penso fra me e me. Decido a quel punto di provarci in qualche modo e di sondare le loro reazioni. Mi alzo dal divanetto per andare ad ordinare un’altra birra, dirigendomi verso di loro e fermandomi proprio sull’angolo dove sono loro, ma dall’altro lato. Lei in questo modo mi è proprio di fronte. Mentre aspetto il barista continuo a fissarla e, inaspettatamente, come l’altra volta, allarga di più le gambe, scosta leggermente la mano del suo uomo e mi mostra la figa guardandomi negli occhi e sorridendo maliziosamente. – Ciao, io sono luca, posso offrirvi qualcosa da bere? Giusto per fare 4 chiacchere in compagnia. — Volentieri. Piacere, io sono Anna. Prenderò una birra anch’io.– Piacere Giorgio. E birra sia.- è successo tutto così in fretta che non so neppure dove ho trovato il coraggio di attaccare bottone. Ma a quanto pare, la fortuna aiuta gli audaci e finalmente avevo scoperto almeno come si chiamava. Anna si era leggermente ricomposta nel presentarsi. Aveva richiuso le gambe, ma non le aveva ricoperte. Dovevo stare attento a non fare passi falsi. Potevano anche solo accontentarsi dell’esibizionismo, non erano necessariamente interessati a cercare qualcuno da aggregare nei loro “giochi”. Nascosta dal bancone alla vista del barista e da Giorgio a quella degli altri clienti del bar, Anna era visibile solo a me. E mentre parlavamo del più e del meno, ogni tanto giocava con le gambe, accavallandole, in modo da mettersi sempre più in mostra e farmi intravedere ogni tanto la sua figa depilata. Nel soffitto c’erano dei faretti che puntavano sul bancone, molto discreti, ma che illuminavano parzialmente anche la zona circostante e, “casualmente” lei si era messa con le gambe proprio in questa zona illuminata. Era veramente uno spettacolo. Birra dopo birra, siamo rimasti li un paio d’ore a chiacchierare e ormai eravamo tutti e tre un po’ alticci. E le gambe ormai si aprivano sempre più a lungo e sempre più in largo lasciandomi ammirare la sua figa in piena luce. Ma fin’ora nessuno era ancora entrato in argomento sesso. Ci limitavamo a quel gioco di sguardi facendo finta tutti e tre di ignorare cosa stesse facendo Anna. Ad un certo punto, Anna, venne fuori con una battuta che per poco non mi fece andare di traverso la birra che stavo bevendo.- devo confessarti una cosa – mi fa – mi hai fatto eccitare come non mi era mai capitato quando al supermercato ti sei fatto una sega nel camerino in mio onore –dopo due ore che parlavamo tranquillamente, non mi sarei mai aspettato un “attacco” così diretto da parte sua, cosa che mi lasciò spiazzato per qualche secondo. Ma subito mi ripresi dicendole: – devo farti una confessione anch’io. Dopo una settimana che vi guardavo con il binocolo dalla finestra, quando vi ho visto al supermercato, non mi son riuscito a trattenere da seguirvi. E quando sei entrata nel camerino, la voglia di vederti nuda, finalmente da vicino, ha preso il sopravvento su di me. Io non ho fatto nulla. Hanno fatto tutto la mia mano e il mio… e sta sera, quando siete usciti vi ho seguito, sperando di avere l’occasione per riuscire a conoscervi. Devo dire che fin’ora è andato tutto oltre le mie più rosee aspettative. Ho avuto una piacevole compagnia per tutta la serata e ho potuto apprezzare le tue grazie da vicino senza l’ausilio dello specchio. Mi sa che fra poco, o andrò a casa, o al bagno, perché la mia mano dentro la tasca dei pantaloni, non vuole saperne di stare ferma-nel sentire la mia confessione , questa volta, son rimasti loro stupefatti. Si son guardati negli occhi per un istante e poi, son scoppiati in una risata liberatoria.- perché invece di andare in bagno o a casa tua, non ce ne andiamo da qui e andiamo tutti da noi? -disse Giorgio. – volentieri – rispondo. – vi seguo con la mia macchina fino a casa.– E se invece la lasci qui e la veniamo a riprendere domani? Andiamo via con la nostra, così potremo parlare un po’ prima di arrivare. Non vorrai mica rompere questo momento magico no? – – per me va bene. Aspettate, pago il conto e andiamo.- – non se ne parla nemmeno. Stasera sarai nostro “ospite” in tutto e per TUTTO!Usciti dal locale, ci dirigiamo verso la loro macchina e stranamente, Giorgio mi dice : – ho un idea migliore; che ne dici se andiamo con la tua? Così domani, avrai la scusa per tornare a trovarci. Dovrai riportarci a prendere la macchina qua. –- per me va benissimo. Ma non credo che ormai avrò bisogno di scuse per venire a trovarvi. A meno che non siate voi a cacciarmi, senza voler diventare invadente o rompiscatole, quando vorrete, basterà un fischio e farò come i 4 salti in padella: sarò pronto in 5 minuti J.- apro la macchina e prima di salire, vado da perfetto gentiluomo ad aprire lo sportello posteriore ad Anna, ma Giorgio mi interrompe e mi dice di farla salire davanti, che dietro sarebbe salito lui. Detto fatto. Apro lo sportello anteriore e Anna, nel salire, accentua i movimenti in modo da allargare le gambe e farmi vedere che è ancora eccitata dalla piega che ha preso la serata. A questo punto salgo in macchina anch’io, metto in moto e partiamo in direzione di casa loro. – sai, è tanto che Anna ed io fantasticavamo su certi argomenti, quindi ora ti parlerò francamente. Siamo sposati da 3 anni e fin da subito, tutti e due avevamo fantasie un po’ libertine, ma non c’era mai venuto il coraggio per metterle in pratica, almeno finchè non ci siamo trasferiti in quell’monolocale. Li ci siamo sentiti un po’ più liberi, meno soffocati dalle vecchie conoscenze e ci siamo aperti di più alle nostre voglie e nel giro di 15 giorni, abbiamo deciso che era ora di viverle. Senza il bisogno di andare a cercarle, ma lasciando che le occasioni si creassero più o meno spontaneamente. Come è successo al supermercato.- mentre Giorgio parlava, Anna era un po’ inquieta sul sedile e si muoveva in continuazione. Finchè an un certo punto, prese la mia mano destra e se la mise sulla coscia scoperta, accarezzandola e accarezzandosi. Giorgio, seduto dietro fra i due sedili anteriori, ma appoggiato con i gomiti agli schienali, non si era perso niente. Lentamente, cominciai ad accarezzarle le cosce, arrivando quasi ad intrufolarmi sotto la gonna, ma senza mai farlo. Non volevo correre troppo. Volevo eccitarla ma non volevo sciupare tutto per andare troppo in fretta. Finalmente arrivammo a casa loro, parcheggia l’auto e salimmo. Anna aprì la porta di casa, mi invitò ad entrare e subito dietro di me entrò Giorgio. Mi fecero accomodare sul divano e, mentre Giorgio prendeva tre birre dal frigo, Anna si sedette a fianco a me, sul bracciolo del divano, lasciando ben esposte le sue gambe polpose. Giorgio ci pose le birre e, dopo aver brindato, si sedette per terra, davanti ad Anna, e cominciò ad accarezzarle le gambe. – Sai Luca, a noi è sempre piaciuta l’idea di aver qualcuno che ci guarda mentre scopiamo. Anna, fin da quando l’ho conosciuta, si è subito dimostrata molto esibizionista. Ma ultimamente, mi ha confessato che, oltre a volersi far guardare, le sarebbe piaciuto provare a farlo in tre. Avere due maschi che la corteggiano tutta la sera, che la accarezzano, che la facciano sentire una regina. E sta sera, tu ci sei riuscito proprio bene. Devo dirti che siamo stati molto fortunati ad incontrarti. Avevo una paura folle che la nostra prima volta, andando male, bloccasse mentalmente Anna. Invece devo dire che, non solo l’hai sempre fatta sentire a suo agio, ma a quanto sento con le dita, qua sotto, l’hai proprio eccitata. – – in effetti, questa sera, quando ti ho visto entrare, ti ho riconosciuto quasi subito. Mi ricordavo di te. Sapessi che scopate ci siamo fatti con Giorgio ripensando all’episodio del supermercato. Come ti ho visto, sta sera, mi son subito sentita elettrizzata e speravo dentro di me che tu non fossi il solito cafone. Devo dire che son rimasta piacevolmente conquistata dal tuo modo di fare. Sei brillante, intelligente, ironico e non sei mai caduto nel volgare. E poi, con tutte quelle allusioni più o meno velate che facevi sul sesso, mi hai fatto sentire tranquilla. Solo quando ci hai confessato che ci spiavi dalla finestra ho provato per un attimo un po’ di rabbia e di imbarazzo. Ma è passato quasi subito lasciandomi in uno stato di eccitazione incredibile. Dopo un primo momento infatti, sapere che ci hai visto, mi ha elettrizzata come non lo sono mai stata in vita mia. E anche dopo, in macchina, sei sempre stato al tuo posto, anche dopo che ti avevo preso la mano, non sei stato frettoloso. Questo mi ha fatto molto piacere.- e così dicendo, Anna, mi mise una mano sulla coscia, molto vicina all’inguine, e mi diede un bacio sulla bocca. Molto sensuale, ma veloce. Solo uno sfiorarsi di labbra. Era proprio un bacio di ringraziamento sincero. Giorgio, nel frattempo, aveva fatto salire le mani ben oltre l’orlo della gonna e stava masturbando Anna. Ma dopo il bacio che mi aveva dato Anna, le allargò le gambe, la tirò un po’ più avanti sul bracciolo, e cominciò a leccarle la figa. Era due ore che avevo un erezione che, a fasi alterne, mi faceva sentire l’uccello sempre più duro. Giuro che se me lo fossi toccato in quel momento, sarei venuto subito. E glielo dissi. –ragazzi, è tutta la sera che vedo la figa di anna, vedo te che gliela accarezzi, ed è due ore che ho un erezione incredibile, sono così eccitato, specie ora che vi vedo da vicino, che se provo solo a sfiorarmelo, vengo subito.- – mmmmhh si Giorgio… così… lo sai che mi fai morire quando me la lecchi in quel modo. Mmmhh Luca.. non preoccuparti, ti capisco perfettamente… aaahhh non mi manca molto… mmmmhh nemmeno a me…. Anzi…. Aaaaaaaahhhhhhh siiiiiiii cosìììììì…. Aaaaahhhhhh si dai Giorgioooo .. godoooooo aaaaaahhhhhhhhhhhh -e mentre l’orgasmo scoppiava in lei, mi afferro l’uccello da sopra i pantaloni per sentirlo palpitare e fremere nella sue mano, portando anche me sull’orlo dell’orgasmo. Per fortuna, mi lasciò quasi subito altrimenti sarei venuto nei pantaloni. Si alzò dal bracciolo, si tolse la gonna e andò a sedersi sul bordo del letto matrimoniale.- ora voi due spogliatevi, vi voglio tutti e due qui, sul letto, nudi. E voglio che mi lecchiate tutta, dalla testa ai piedi. –non ce lo facemmo ripetere due volte e in un batter d’occhio, eravamo nudi entrambi. Ci sedemmo a fianco a lei e, facendola sdraiare, cominciammo a leccarle le tette. Mentre lei ci accarezzava la nuca con le mani, le stimolavamo le tette, le aureole, i capezzoli, e con le mani intanto le accarezzavamo le cosce, i fianchi, il bacino, l’ombellico. Giravamo intorno alla sua figa senza toccargliela quasi come se ci fossimo messi d’accordo prima. Anna si dimenava sul letto in preda al piacere e ci spingeva la testa, ora verso il seno, ora verso il suo ventre, senza però riuscire ad interrompere la nostra opera. Eravamo noi i suoi padroni. Perfettamente sincronizzati, come se ci conoscessimo da tempo, la stavamo facendo eccitare sempre più. E anche quando Anna provò a prendere in mano i nostri uccelli, per iniziare a farci una sega, entrambi le togliemmo la mani dai nostri sessi. Volevamo che si concentrasse solo sul piacere che le stavamo dando. – Questa sera, sei la NOSTRA regina Anna. E ti faremo provare tutto il piacere che riusciremo a darti. Ma devi avere pazienza. Voglio che ci arrivi per gradi. E anche Luca, a quanto pare, è della mia stessa idea. — Anna, devi rilassarti e concentrarti su quello che ti stiamo facendo. Lasciati andare al piacere. Lascia che il piacere invada tutto il tuo corpo, dalla testa ai piedi. Giorgio ha ragione. Sta sera, sarai la REGINA!!! – Giorgio a questo punto, lentamente, si sposta verso il suo ventre, leccandole la pelle dello stomaco, l’ombellico e raggiungendo finalmente l’inguine. Sempre restando sdraiato, scende a leccarle l’interno coscia. Scende giù fino al ginocchio, al polpaccio, alla caviglia, fino a prenderle in bocca l’alluce e a succhiarlo. Così facendo, si era messo al contrario rispetto ad Anna e, quando risalendo verso il ventre di lei continuando a leccarla, Anna l’ebbe a portata di bocca, impugno l’uccello duro di Giorgio e lo ingoiò tutto fino in gola. Si misero così in posizione di classico 69. Lui sotto e lei sopra. Non potevo certo lasciarmi sfuggire l’occasione di approfittare di quel culo così invitante. Mi portai dietro di lei e cominciai a leccarglielo. Anna stava succhiando Giorgio mentre noi ci contendevamo la figa e il culo. I mugolii intanto, cominciavano a riempire la stanza finchè ad un certo punto, Anna, lasciò il cazzo di Giorgio e quasi urlando mi disse: – Luca… scopami… scopami ora… mentre Giorgio me la lecca… è sempre stato un mio sogno… ti prego… non farmi aspettare ancora… scopamiiiiii – Senza aspettare oltre, mi portai dietro Anna mentre lei riprendeva in bocca il cazzo di Giorgio. Mi appoggiai con le mani sul suo culo, appoggiai la cappella alla figa e lentamente cominciai a strusciargliela fra le labbra. Stranamente, Giorgio non era infastidito da ciò che facevo ma anzi, quando con la cappella arrivavo vicino alla sua lingua, invece di lasciarmi spazio, si allungava slinguandomi. Anna gemeva sempre più forte e così Giorgio, prendendomi l’uccello in mano, lo posizionò sull’entrata della figa di Anna e mi spinse dentro lentamente.- Aaaaaahhh siiii finalmenteee… fatemi sentire la vostra troiana…. Mmmmmhhhh cosììììì daiiii….- Anna era sull’orlo dell’orgasmo e anche noi non eravamo da meno. Giusto il tempo per darle qualche colpo su è giù che venimmo tutti e tre insieme. Io nella figa di Anna, lei sul mio cazzo e Giorgio in bocca ad Anna. Fu l’inizio di un amicizia che dura da due anni.

