Lui e Lei, Un Uomo ed Una Donna, non ha importanza che essi siano, può essere chiunque, anche Tu che stai leggendo.E se leggendo hai vissuto con loro, hai provato quei turbamenti, quelle sensazioni, vuol dire che sei vivo e che, forse, hai la speranza di poter vivere anche tu quanto hai letto.E’ solo un fiume di parole messe insieme, che comunicano tanto e niente, dipende esclusivamente da TE.”Ma è finita la storia?” Chiederai.Non lo so.”Ma faranno l’amore?” Insisterai.Non lo so.OvertureCos’è la sensualità?Anche qui possiamo trovare un elenco di risposte trite e ritrite dalle maggiori eminenze grigie, sessuologi, psicologi e chi più ne ha più ne metta.A mio avviso la sensualità può essere, anzi lo è, un gioco di ruolo.Banale?No, basta pensare semplicemente al fatto che, sia l’uomo che la donna, desiderano, per se stessi che per il partner, essere l’oggetto del desiderio, essere il tramite per l’eccitazione, essere il centro dell’attenzione, essere ….Si “essere” il centro per dare e ricevere l’apice del piacere.La complicità è ciò che conta, che ci deve essere in entrambi, tra entrambi, che deve permettere di escludere qualsiasi inibizione, l’unica regola è lo scambio reciproco del piacere, e non ha importanza chi prima, chi dopo, se durante, scoprire l’uno nell’altra cosa più ci, gli, piace e donare/donarsi piacere, nel rispetto reciproco.In questo gioco non deve e non può entrare assolutamente la violenza, morale e/o fisica, l’obbligo di dire e/o fare qualcosa che non si vuole, ma rispettarsi, non deve esistere sottomissione, ma tutti e due si è parte attiva.La complicità è un gioco, e, come tutti i giochi di società, ognuno deve attendere il suo turno per poi arrivare a giocare insieme.Capitolo primoSono li sdraiati sui cuscini, abbracciati, i loro cuori battono insieme, lenti, cullati da quel tamburo, in silenzio.Non c’è bisogno di parole, non esiste vocabolario in grado di sfornare alcun vocabolo che possa descrivere ciò che stanno provando: i loro sentimenti.Sono li nel loro mondo, senza tempo ne spazio, sono i loro sensi che gli permettono di comunicare.Lui la bacia, un bacio caldo, avvolgente, un bacio che comunica tutta la sua bramosia, il suo desiderio.Le sue mani scivolano lente su di Lei, le sue dita la sfiorano, s’intrufolano nei capelli, corrono leggere sulle orecchie e lungo il collo, tremano ….Tremano, perché ha paura di rompere l’incantesimo, quella magia che permette loro di essere li insieme, ha il terrore di dire parole ridicole, inutili, che possano, in qualche modo, infrangere ciò hanno vissuto, che stanno vivendo, come un oggetto raro di cristallo preziosissimo, introvabile, o solo per pochi eletti.Ma i loro sensi sono un bene che tutti hanno, è vero, ma solo in pochi sono in grado di poterli vivere come loro li stanno vivendo.Mi richiederete se faranno l’amore, ma neanch’io posso sapere ciò che stanno vivendo, cosa decideranno …., sono solo un tramite che vi permetterà di scoprirlo.Lei è li fra le sue braccia, che si lascia cullare da quelle lunghe ed interminabili attenzioni che le provocano continue sollecitazioni alle terminazioni nervose sparse in ogni micron del sul corpo.Quelle continue sollecitazioni, quelle costanti ma incostanti scariche elettriche, nonostante l’orgasmo appena provato, continuano a provocarle piacere.Ad entrambi piace, e Lei glielo comunica rispondendo appassionatamente a suoi baci.”Perché mi ami in questo modo!?” chiede Lei.”Amare una donna, per me, non significa solo possederla e farle sentire la mia mascolinità, ma significa anche solo guardarla mentre prova piacere: come con te!””Cosa intendi dire!””Adesso, prima, io ho potuto, nonostante la promessa, sentire completamente il tuo corpo, vederlo, cosciente di essere io il mezzo tramite il quale hai potuto provare ciò che hai provato. Ti ho guardata, ti ho vista levitare, ho sentito quell’onda che arrivava, che ti ha travolta e poi delicatamente ti ha adagiata sulla riva del mare e dopo lambirti mollemente con la risacca. Eri li, sei qui fra le mie braccia, perché mi chiedi come faccio ad amarti così?!””Ti ho promesso che ti avrei amata nel modo più dolce di cui ero capace senza violarti, e l’ho fatto, non voglio entrare nella tua vita e mancarti di rispetto e perdere rispetto. Ti desidero, e lo sai, ma nulla sarà se tu, che tu non voglia!”Lei era visibilmente turbata.Quanti uomini l’avevano corteggiata, desiderata, amata?, quanti l’avevamo mai amata così come l’aveva appena amata.Se Lei gli aveva permesso di “giocare”, e così pure Lui, è sicuramente perché entrambi hanno bisogno di qualcosa, di qualcuno, che li faccia sentire importanti, e Lei è importante per Lui, perché con Lei e tramite Lei, Lui è riuscito a comunicarle come la voleva amare.Anche Lui è importante per Lei, perché Lui la sta amando come Lei avrebbe voluto, vuole essere amata!Lei è libera di parlargli di tutto perché la ascolta, sono partecipi allo stress l’uno dell’altra, ma non si mancano, e questo a loro permesso di creare e di entrare nel loro mondo segreto.”Perdete ogni speranza o voi che entrate qui!”Lui la strinse a se, così forte che quasi le mancò il respiro.”Mi manchi, quando non ti sento, dolce Cucciolo!”Capitolo secondoLei ha mai “giocato” con un uomo?Probabilmente no!Non ne avrà avuto il coraggio?Non ne ha mai avuto il modo?Non lo so, ma sicuramente, in un attimo, le sono passate le immagini di tutte le volte che ha fatto l’amore, ma mai una volta, forse, ha mai “giocato” nello stesso modo in cui Lui ha “giocato” con Lei!Cosa avrebbe provato ad essere Lei, in quel momento, a “condurre” il gioco.Lei lo desiderava, lo desiderava sentire dentro di se, nel sue ventre, già sconvolto dalla passione …”Ti posso amare come tu hai amato me?””Sono il tuo Oggetto/Soggetto del desiderio!””Non so … cosa …. come … fare!””Non aprire quella porta verso la realtà, lasciala chiusa, e permetti ai tuoi sensi di guidarti!”E così fece.I loro cuori ripresero a battere forti come tamburi, ma sempre all’unisono.Lei lo fece sdraiare sui cuscini, si chinò su di Lui e gli accarezzò il viso.Il suo tocco era leggero come un’ala di farfalla, così morbido, da essere paragonato ad una leggera brezza primaverile.Si chinò su di Lui, e gli sfiorò le palpebre con le labbra, scese sulle guance, agli angoli della bocca, le dita giocavano arruffandogli i capelli, con la lingua fu Lei, adesso, a gustare il sapore della sua lingua cercata voluttuosamente fra le sue labbra.Il calore del camino continuava ad alimentare la loro passione, il fuoco continuava a scoppiettare allegramente e giocare con i loro corpi lanciando intorno ombre ridicole.L’incantesimo non si è spezzato, la magia ancora li avvolge, il tremore delle loro mani non si è spento.”Amami!” Le disse Lui con un sussurro.Adesso erano le sue mani che indugiavano su di Lui, che ne sentiva la consistenza da sopra i vestiti.”Si, piccolo, ti amerò, giocherò con te, come mai ho fatto prima!”Adesso era Lei a slacciare, con dita frementi di desiderio, i bottoni della sua camicia, a sentire il solletico sui polpastrelli generato dalla peluria del petto, a sfilare la camicia dai jeans ed aprirla completamente.Era Lei che, con i palmi delle mani, che si appoggiava dolcemente sui suoi pettorali, che vedeva i suoi occhi socchiudersi per gustare quella dolce pressione.Era Lei che, poteva appoggiandosi sul suo petto, poteva unire fisicamente il suo cuore al proprio.Era Lei che, così sdraiata, poteva respirare il suo respiro caldo e sentirne l’eccitazione.E Lui, Lui cosa sentiva: sentiva la freschezza della sua pelle, i suoi seni morbidi sul suo petto, i suoi capezzoli turgidi premere decisi.La volle abbracciare e cercò la bocca da baciare.”NO! Fermo!” gli disse.”Voglio essere io, adesso, a desiderarti.”Lo baciò, e mentre lo baciava le sue mani gli esploravano il torace, ne saggiava la consistenza, premeva sul ventre, lo stringeva, lo …., lo desiderava.La camicia volo via, e lei, sdraiandosi di nuovo su di Lui, poté assorbire dalla sua pelle tutta la fragranza, il calore, lasciarsi cullare dal suo respiro che la sollevava ritmicamente.Con dolcissimi baci, gli copriva il volto, il collo, dietro le orecchie, sulle spalle, provocandogli scariche violente di eccitazione provocandogli quasi dolore.Lei adesso si sdraiò completamente sopra di Lui, ed in questo modo poté sentire dai jeans la sua erezione contro il suo ventre.Questo la eccitò ancora di più.Capito terzoSi lasciò scivolare al suo fianco e le sue mani iniziarono una lunga discesa verso il basso, arrivando al limite posto dai pantaloni ed indugiò sul suo inguine fino a poter verificare la consistenza della sua eccitazione.Ormai era decisa.Quelle onde stavano ritornando e le sentivano, entrambi le sentivano questa volta.Un’altra barriera venne eliminata, le dita slacciarono il bottone ed abbassò la cerniera per poi sfilargli i jeans facendoli volare e raggiungere gli altri indumenti a tenergli compagnia.Stavolta fu Lei ad inginocchiarsi di fronte a Lui, fra le sue gambe, accarezzarlo, guardarlo, vedere, toccare, prendere atto di quanto fosse eccitato, di quale fosse stata, fino a quel momento, la forza che aveva dovuto reprimere per rispettare la promessa fattale.Anche Lei, egoisticamente, ne era compiaciuta, ma era anche felice perché si rese conto di cosa era, ancora, in grado di scatenare in un uomo.Aveva mai toccato un uomo in quel modo?Non lo so!Ma quella porta, verso la realtà, era chiusa, Lei è riuscita ad aprire totalmente la sua porta dei suoi sensi.Lui fremeva, bramava all’inverosimile sentire le sue mani su di lui, essere “giocato”, ed, a parte l’evidente erezione, c’erano anche tutti gli altri muscoli che sussultavano sotto il delicato tocco delle sue mani.Con movimenti lenti, quasi studiati anche se non era vero, anche gli slip, la definitiva ultima barriera fra loro, furono eliminati ed abbandonati.Da quel momento fu un crescente, per Lei e per Lui, di sensazioni, di emozioni, di piacere.Lei tornò a sdraiarsi su di Lui e poté sentire il suo sesso gonfio e turgido, premere direttamente al contatto della pelle del suo ventre, ne avvertì il calore, i sussulti.Le onde si gonfiavano ancora di più.Si baciarono di nuovo, si strinsero fortemente, la passione che mettevano nel baciarsi era tale da togliersi il respiro l’un l’altra.Per Lei erano momenti indimenticabili.Non stavano facendo l’amore, ma era come se lo stessero facendo, tanto forti erano sensazioni che provavano al solo contatto dei loro corpi, dei loro sessi.Quelle onde li stavano trasportando, per Lei di nuovo, verso l’alto, su, più su, dove già si stavano formando nuove piccole increspature bianche.Un vulcano, prima di esplodere, avverte tutti coloro che vivono intorno a lui con dei terremoti più o meno violenti, con crepe che si aprono tra le rocce nella terra.… e Lui era come un vulcano, i segni erano inequivocabili, l’esplosione sarebbe potuta giungere in qualsiasi momento, l’eruzione avrebbe potuto avvenire senza il minimo preavviso, i segnali erano chiari, al di sopra di ogni possibile dubbio.Ormai niente e nessuno avrebbe potuto arrestare tutto questo.Lei era una vulcanologa, esaminava il suo vulcano, poteva controllarlo, fino ad un certo punto, ma poteva sicuramente guidare l’esplosione finale e la relativa eruzione.LEI LO SAPEVA, era Lei che giocava adesso e dettava le sue regole.Capitolo quartoEra felice di essere li con Lui in quel mondo.Poteva sentire, dire, fare tutto in quei momenti senza spazio e senza tempo.Si sollevò appoggiandosi con le braccia ed accarezzò il suo corpo scivolando su di lui, i seni ed i capezzoli gonfi e turgidi anch’essi, lo sfioravano dappertutto.A quel contatto i capezzoli s’inturgidirono ancora di più, la pelle era così tesa che da un colore nocciola divenne un rosato come quello delle fragole, e da essi partivano scariche violente che le attraversano tutto il corpo, e tali scariche venivano anche trasmesse ed avvertite da Lui.Lei scese ancora più giù, fino a lambire il suo sesso, dolcemente lo guidò nella valle segnata dai seni, scese ancora ed i capezzoli gli accarezzarono le cosce.Aveva davanti agli occhi, a pochi centimetri, il membro, sentiva il calore che emanava, il glande, di un colore rosa porpora, era lucido dalle secrezioni fuori uscite per l’eccitazione.Le sue labbra si appoggiarono delicatamente sul membro con un leggerissimo bacio.Inginocchiandosi fra le sue gambe prese ad accarezzargli le cosce, risalendo fino all’inguine, con le dita raccolse dolcemente i testicoli potendone palpare la consistenza, tanto erano pronti a scaricare fuori il loro contenuto.I suoi tremiti erano tali e paragonabili a suoi di prima, e Lei ne era felice, si era felice perché ne era Lei l’artefice.Adesso era Lei che poteva vederlo, osservarlo, mentre, sollecitato, lo stava portando al culmine del piacere, era Lei che lo accompagnava sopra quell’onda che prima aveva cullato e poi travolto lei.Le sue dita avvolsero il suo membro, scivolavano languidamente intorno ad esso, s’intrufolavano nella peluria del pube, a volte quasi a bloccargli il respiro, altre a farlo ansimare, altre ancora a farlo sussultare.I suoi occhi si riempivano di quanto stava guardando, di solito era Lei che “subiva”, più o meno passivamente, di quelle attenzioni, ma adesso no, adesso era lei a procurargli e provare piacere nel donare piacere.Al tatto delle sue dita lo sentiva sussultare, il suo membro guizzava come se godesse di vita propria, e ne era Lei l’artefice, solo con se le sue mani stava procurando lo stesso piacere di cui prima ne era stata oggetto.Si rendeva conto, come vulcanologa, che tutto ciò non sarebbe potuto durare a lungo, ma era sua intenzione riuscirci, era sua intenzione portarlo allo stesso apice a cui prima Lei era arrivata, e voleva che ciò avvenisse cercando il più possibile mentre ne era cosciente (cosa, per altro per Lei, non facile).Capitolo quintoSi rese conto che, se avesse così continuato, il vulcano sarebbe esploso, per cui rallentò le sue attenzioni al suo sesso.Le sue dita lo abbandonarono, se così si può dire, dedicandosi a tutto il resto del suo corpo.Lui riuscì, per quanto fosse possibile, a riprendere possesso del suo corpo (cosa inutile), perché Lei lo baciava, lo accarezzava, le sue labbra lambivano ogni centimetro della sua pelle, la sua lingua esplorava ogni millimetro del suo corpo, le sue mani lo obbligavano a voltarsi ora sul ventre, ora sulla schiena, scivolava lungo la sua spina dorsale, procurandogli spasmi ai muscoli dorsali tali da perderne ogni controllo, scariche che partivano dal punto su cui si posava fino ad invaderne totalmente il cervello.Era in balia totale delle sue attenzioni, Lei lo stava conducendo all’apice del piacere, stava innalzando quell’onda fino al punto critico, fino al punto di non ritorno.Lo rigirò per l’ennesima volta sulla schiena, lo baciò, un bacio carico di sensualità, di passione, di libido, tale era la forza del suo desiderio, una forza, non repressa, non soffocata, ma a lungo non alimentata.Le sue labbra avvolsero i suoi capezzoli, scivolarono giù lungo i fianchi, sul ventre, per poi tornare ad incontrarsi con il turgore del suo membro.Nuovi baci delicati dedicò al glande, ne seguirono il contorno, piccoli e delicati morsini diede lungo tutta l’asta fino alla radice sul pube per poi risalire lentamente.Lui ansimava, sembrava un mantice, dalla sua bocca non uscivano altro che sospiri di piacere, e Lei ne era compiaciuta, il suo petto si sollevava e si abbassava veloce, il ventre si contraeva spasmodicamente, stava cercando di prolungare il più possibile il momento fatidico, ma Lei se ne rese conto.”Perché ti opponi?””Lasciami, permettimi, di condurti dove tu prima mi hai accompagnata, guidata, io non ho opposto nessuna resistenza!””Non ti piace?” chiese provocatoriamente.”Mi piace, eccome se mi piace; vorrei non finisse mai!”La sua voce era profonda, caricata dall’eccitazione.”Non finirà!” rispose Lei.”Abbandonati a me, come io mi sono a te abbandonata, come io mi sono da te lasciata guidare, tu il timoniere che porta la barca sul mare, come io la vela che si lascia gonfiare dal vento!””Baciami, ti prego ….” le chiese, e Lei, felice, assentì a quell’unica sua richiesta.Non ci fu bisogno più di parole ancora, Lui era divenuto quella barca e Lei lo Skipper.Durante quel bacio, Lei sentiva il suo sesso premere contro il suo ventre, era così forte la voglia di accoglierlo dentro di se, che con il pube iniziò un nuovo gioco.”Sei mio!” gli disse, in quelle due parole era rinchiuso tutto il suo desiderio.Il bacino roteava lentamente, piccoli movimenti circolari, la sua schiena si sollevò leggermente, quel tanto che bastava affinché le grandi labbra della vagina venissero a contatto con il suo sesso.Delicatamente, quelle labbra calde e tumide di desiderio, lo lambirono e lo avvolsero.Lei stessa, a quel contatto, provò uno spasimo, senti i muscoli vaginali contrarsi e dilatarsi incontrollabili, le secrezioni aumentare, di nuovo quel calore divampò dentro di lei.”Lo voglio dentro di me!” urlò, ma dalla sua bocca non uscì una parola.Si sollevò, inginocchiata su di Lui, e guardò, si osservò, e quello che vide non era altro che se stessa, o meglio, era il suo corpo, perché Lei era di nuovo proiettata fuori, che “giocava” con Lui e, nel donargli piacere, Lei stessa ne era coinvolta attivamente in prima persona.Con le dita di una mano premette il suo sesso contro la sua vagina, fra le grandi labbra, completamente gonfie e dilatate, con continui movimenti pelvici, percorrendo tutta la lunghezza del pene, dai testicoli al glande.E quando le grandi labbra lo avvolgevano completamente, Lui poteva sentire i muscoli vaginali quasi volessero risucchiarlo dentro di Lei.Anche Lei avvertiva quella bramosia, ……. ma non era ancora il momento!Quanto poteva mancare ancora all’eruzione, quante scosse di terremoto si sarebbero ancora scatenate prima del momento fatidico!Lei continuò con quel gioco, la sua clitoride premeva e si strofinava continuamente su di Lui,Per quanto tempo? Dei sussulti del ventre, dei guizzi del pene, furono il segnale.Lui la guardò, trattenne il respiro, Lei gli sorrise “Si, piccolo mio, non resistere!”, gli disse continuando con quelle intime carezze.Il suo corpo tremò, scosso da fremiti, il vulcano esplose ….Dal prepuzio, il liquido caldo uscì copioso, inondandole la mano; uno, due, tre, colate laviche, con la vagina Lei poteva avvertire, come una sonda, le contrazioni violente del pene, mentre quel liquido si riversava fra le sue dita, fra le grandi labbra, sui loro pubi.Lei cessò con i movimenti del bacino; Lui aprì gli occhi e la guardò, si sorrisero.”Sei mio!” disse Lei …”Sei mia!” disse Lui …No, non si erano ancora uniti nella totalità dell’amplesso, ma un fondamento di verità c’era, loro si appartenevano perché erano riusciti ad unirsi come mai prima.L’eruzione del vulcano, violenta e devastante all’inizio, come era iniziata cessò, le ultime gocce di liquido uscivano lente, il membro lentamente iniziò a scivolare il quella fase di quiescenza prima di una nuova manifestazione.Ma Lei, Lei lo teneva sotto stretta sorveglianza, la sua vagina avvolgeva il membro non più gonfio e turgido, come solo una madre può avvolgere fra le braccia il suo bambino per proteggerlo.Lei si chinò su di Lui, Lui si sollevò seduto, con le braccia si cinsero l’un l’altra, in un bacio, un bacio pieno di amore, paghi del piacere donato e ricevuto.I loro cuori battevano ancora insieme, forti, tum, tum, tum, all’unisono.Di nuovo i loro corpi era così uniti da essere quasi un tutt’uno, ma le loro anime …., le loro anime volavamo alte, loro si unite in un’unica anima, come due aquile unite per la vita volano alte nel cielo azzurro e sotto il sole, e sotto di loro i picchi delle montagne coperte dalle nevi perenni.Capitolo sestoErano esausti, i corpi madidi di sudore, i loro sessi bagnati dai loro orgasmi, …Si sdraiarono sui cuscini.”Piccolo mio, ti ho guardato mentre godevi, ed ero il timoniere, ti ho guidato, ho sentito ogni tua pulsazione, ogni momento, ogni attimo, ti giuro, mai ho provato una tale intensità di emozioni come adesso con te!””Dolce cucciolo, mi sono lasciato da te guidare, ho voluto essere l’Oggetto/Soggetto del tuo piacere, per il mio piacere, come te, prima, lo sei stata per me; ho sentito il tuo corpo desiderarmi, il tuo sesso lambirmi, il tuo ventre bramarmi, anch’io, ti giuro, mai ho provato tali sensazioni!””Perdete ogni speranza o voi che entrate nel nostro mondo ….”
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