Il seguente racconto tratta argomenti adatti ad un pubblico adulto. Le tematiche affrontate sono a sfondo incestuoso, quindi, chi dovesse sentirsi offeso da questo tipo di contenuti è pregato di non proseguire nella lettura.Finalmente Schiava:- Mamy? Mamy?Cavoli!.. Quanto tempo era trascorso da quando mi ero addormentata?Ricordo solo che avevo fatto tempo a cambiarmi le calze completamente smagliate e a risciacquarmi un po’ per poi cadere come un sasso nel sonno più profondo.Il ricordo di ciò che era accaduto poche ore prima mi appariva come un’immagine lontana, sfumata, quasi uno sogno di cui la mente riesce a rievocare solo pochi frangenti. Destarmi da quel sonno fu terribile. Vestire nuovamente quel corpo indolenzito mi faceva sentire sporca. Cosa avevo fatto? Come avevo potuto?Avrei voluto starmene su quel letto, al buio in eterno ma, udii la voce di Marco:- Mamy? Ci sei?Quando voltai lo sguardo verso a radiosveglia mi stupii nel vedere che il “sonnellino” era durato per ben tre ore ed era ormai l’ora di cena.Con le poche forze che avevo, e cercando di ingoiare il mio senso di vergogna e di sporcizia gli risposi che avevo dormito un po’ e che l’avrei raggiunto subito.La luce elettrica della lampadina del bagno. L’acqua fresca sulla mia pelle. Lo specchio. Il viso che mi stava osservando sembrava non risentire di quel tumulto interiore che mi stava soffocando. Era lì, immobile, fresco, forse inconscio di ciò che era accaduto veramente. Potevo nascondere quell’episodio a me stessa come si fa con un brutto sogno, come se si trattasse dei postumi di una bella sbornia?Mi feci coraggio e armata del mio miglior sorriso, dopo una decina di minuti, raggiunsi mio figlio in sala. L’ondata di pensieri che mi aveva investita sin dal risveglio mi aveva fatto dimenticare persino come ero vestita e fu mentre percorrevo il corridoio che con un gesto meccanico, quasi a ritrovare la perduta decenza, abbassai la minigonna. – Ciao signorino!!!- Ciao mamy!- Scusa Marco, ma mi sono addormentata e non ho ancora preparato nulla per cena. – Non c’è problema mamy. Tanto devo terminare un lavoretto al computer e.. se non hai bisogno di una mano ne approfitto per finirlo. Pero’… mamma… noto che… – Cosa Marco?- Non hai rispettato il nostro patto.- Cosa intendi?- Beh.. la mini.. l’hai abbassata.. non l’hai lasciata come te l’avevo sistemata.- Ohh Marco.. No!No!.. ti assicuro.. si deve essere abbassata mentre dormivo.. l’ho tenuta tutto il giorno come volevi tu.- Huuummmmm… devo crederci? he!he! – Si, Marco veramente! Anzi, non puoi immaginare quanto fossi preoccupata che in quelle condizioni suonasse alla porta qualcuno.- E… non è arrivato nessuno?- Hemmm… no… fortunatamente no.. he!he!Un sorrisino nervoso cercò di celare l’imbarazzo e la menzogna.- ma si, mamy.. ti credo.. he!he!.. anche perché se qualcuno ti avesse vista vestita in quel modo.. non credo che ti avrebbe lasciata molto in pace.. he!he!- dai Marco.. cosa vuoi dirmi?.. non mi avrai fatto vestire apposta in quel modo.. per farmi rischiare di… …- he!he!he!.. ma no mamy he!he!… lo sai.. sono il tuo stilista personale e.. ci tengo solamente a vederti al massimo dello splendore.I suoi occhietti continuavano a sorridermi furbetti. Conclusi la conversazione prima di lasciarlo andare al pc stupendomi di me stessa per l’ennesima volta:- Beh.. mi sa tanto che più che il mio stilista personale sei.. il mio “birichino” personale, he!he!- Hihi!.. forse si.. ma non è colpa mia se ho una mamma così carina!.. e poi.. a te non dispiace vero?- Su, su furbetto, meglio che tu vada al pc prima che ti venga ancora qualche idea strana su come far vestire la tua mamma.Mentre parlavo mi ero avvicinata al tavolo della cucina per distendere la tovaglia. Marco era dietro di me.- he!he! mamy.. pero’ adesso che mi ci fai pensare..Continuava a sorridermi.- Va bene mamma.. per adesso sei salva he!he!.. Non feci tempo ad udire la conclusione della frase che una sculacciata leggera schioccò improvvisa sulla mia natica.La sensazione che avevo provato poche ore prima, dopo l’arrivo degli idraulici, si impossessò di nuovo della mia mente. Il senso di disgusto per quella nuova Irene che non conoscevo, lasciò il posto ad una voglia sfrenata di trasgredire e di sentirmi una volta ancora sottomessa.La mia bocca si serrò in un sorriso complice impedendomi di pronunciare altre parole, ma facendo intendere a Marco che non mi dispiaceva essere sculacciata dalle sue mani leggere. Avrei voluto di più. Sentivo caldo. Nella mia mente iniziò a figurarsi l’immagine del sesso di quel giovane che mi stava alle spalle. Quanto lo desideravo! Mi dissi che ero una vera troietta a lasciarmi andare a pensieri simili. Troietta? Si, anche quella appellativo mi eccitava. Dichiararmi troia mi dava la libertà di provare tutto il piacere che desideravo. Volevo lasciarmi andare alla perversione di quel gioco abbandonandomi ai piaceri di quell’inesplorato mondo. Quella che doveva essere una cura, era tramutata improvvisa nella mia malattia, forse nemmeno tanto improvvisa, probabilmente aveva da sempre albergato inerte nel mio corpo. Dovevo far capire a Marco, che ero completamente sua, che quel corpo, oggetto delle sue fantasie, sarebbe stato, da oggi in avanti, a sua disposizione.Febbricitante dalla voglia la mie labbra si dischiusero nuovamente:- Oooo piccolo.. ma sei proprio terribile.. mi sculacci sempre!- Già mammina.. pero’ non ti faccio male vero?- Hummm… huuuu.. si che male hi!hi!hi! (sorridemmo entrambi a quella mia uscita)- Allora mamy hai bisogno di un massaggino.. poverina!- Humm.. non è che te ne approfitti della tua mammina per toccarle il sedere? Non dirmi che ti piace il culetto della tua mamma?- Ohh.. si che mi piace!.. anzi.. non credo che tu abbia ben chiaro quanto sia bello il tuo sedere mamma!.. è un peccato anche che tu lo tenga così coperto!- Ma dai.. vorresti che lo scoprissi?La voglia di mostrarmi nuda mi stava soffocando. Volevo sentirmi trattata come una schiava. Avevo bisogno di una scusa per mostrarmi a lui. Forse in breve tempo Marco avrebbe trovato il modo di rendermi la sua serva, ma quello stato di eccitazione mi spinse ad accelerare i tempi.- Marco?.. devo confidarti un segreto..- Cosa mamy? Dimmi..- Beh.. ecco.. mi vergogno moltissimo a dirlo proprio a te.. però è anche causa tua se è accaduto..- Dai mamy! Non tenermi sulle spine..- Te lo dico ad un patto.. che non dici nulla al papà.In realtà avrei confidato ogni cosa a Giovanni, ma sentivo che quella scusa mi era necessaria per proseguire nel gioco. Sentivo che in quel modo avrei messo nelle mani di Marco un’arma perfetta per potermi sottomettere completamente alle sue fantasie più perverse. – Mamy.. su dai.. dimmelo.. non farti problemi…- Beh.. ecco… sai oggi.. dopo che sei andato via.. acci com’è difficile..- Allora?- Prima ho mentito quando ti ho detto che non è venuto nessuno.- Ahhhhh….- E’ venuto l’idraulico.. anzi.. due idraulici..- Huuu.. he!he!… e brava la mia mammina!.. Mi tiene nascoste queste cose! Dai dai racconta!.. Chissà che facce hanno fatto quando ti hanno vista conciata in quel modo!- Non puoi immaginare Marco. Temevo che mi saltassero addosso da un momento all’altro.- Mamma.. prometti di dirmi la verità?- S…s.. si- E’ successo qualcosa?- Si Marco.- Dimmi cosa.- Veramente vuoi che te lo racconti?.. mi vergogno terribilmente.- Ormai mamma sei obbligata a dirmelo. Su, avanti.. sono troppo curioso di sapere cosa è accaduto.Iniziai a riferirgli tutto, da quando ho aperto la porta ai due fino a quando mi sono inchinata e tutto il resto, cercando però di evitare di entrare troppo nei dettagli.Ad ogni mia parola osservavo il viso di Marco diventare sempre più paonazzo, la sua erezione ormai ergeva davanti ai miei occhi, sotto i suoi pantaloni, incontrollabile, anche se fingevo di non notarla.- Ti assicuro. Non volevo.. ma non potevo farci nulla, erano in due.. e io vestita in quel modo.. non potevo ribellarmi Marco..Fingevo di aver subito quella situazione contro la mia volontà, ma ad ogni mia frase cresceva sempre più la voglia che mi stava stringendo in una morsa lo stomaco.- Marco ti prego. Prometti di non dirlo a papà!- Acci mamy.. che racconto!.. Ti avevo detto che nessuno sarebbe resistito al tuo fascino.. ma.. beh.. non possiamo tener nascosta una cosa del genere al papà!- Ti prego Marco! Sarebbe una tragedia in famiglia!.. Non dirglielo.. non vorrai che mi lasci?? Farei di tutto perché non lo sapesse!Finalmente ero riuscita a rivelarmi per quell’Irene che troppo a lungo avevo tenuto nascosta: disposta a tutto per essere l’oggetto del desiderio, per essere posseduta, usata, umiliata, per provare in eterno il piacere dei sensi. Mi sembrava di impazzire dalla voglia e avrei voluto che ogni uomo lo sapesse.- Beh mamy.. potrei anche non dirglielo.. ma, … mi è sembrato di udire che saresti disposta a tutto per non farglielo sapere?- Si Marco.. non posso rischiare di avventurarmi in un guaio simile con il papà, lo amo troppo e non voglio rovinare il nostro rapporto.. ti prego.. “farei di tutto”!- Huummm.. se la metti così mamy un modo ci sarebbe.. ti faccio una proposta, puoi accettarla e mi terrò la bocca sigillata.. oppure l’alternativa.. beh.. la conosci. Però se accetterai, non si potrà più tornare indietro, non ci sarà posto per nessun ripensamento.- ……..va bene. Dimmi cosa vuoi. Starò alle tue condizioni.- Bene mamy.. fino a questo momento abbiamo giocato allo stilista e alla modella e mi sembra che sia stato divertente per te almeno quanto lo è stato per me ma, adesso, cambiamo gioco.Rimanevo zitta, incantata, lasciando che quelle parole toccassero ogni nervo del mio corpo. Aspettavo una sola parola, sapevo che sarebbe arrivata presto, e l’attesa mi stava facendo tremare sotto il tocco delle sue impalpabili dita.- Diciamo solo mammina che, dovendo mantenere un segreto.. nulla ci vieta di tenerne uno un po’ più grande. D’ora in avanti mammina, sarai la mia modella un po’ particolare.- …. cosa intendi Marco?- Fingiamo che io sia uno stilista un po’ esigente he!he!.. Ecco.. se lo fossi veramente vorrei che le mie modelle mi ubbidissero in tutto e per tutto.. potremmo dire che esigerei la loro più totale sottomissione ai miei capricci e alle mie volontà da “artista” he!he!, e tutto questo.. senza ribattere mai!.. Un po’ come delle brave servette!Quella parola mi lacerò il diaframma come se fossi stata colpita da una fucilata. Non potevo respirare. La voce mi uscì rantolante e bassissima.- ..vuoi che sia una specie di serva per te Marco.. una schiava?- He!he!.. che parolona mamma!.. comunque, si. Dovrai fare ogni cosa che ti comanderò.- Marco, non credevo che tu volessi una cosa del genere dalla tua mamma. E’ questa l’unica alternativa?- Si.- Allora non mi resta che fare come mi chiedi.. come mi comandi.- Non fare quel faccino preoccupato mammina. Vedrai. Prendila come una specie di gioco.. però ricorda.. ..papà!..- Va bene Marco. Sei un vero monello a ricattarmi così ma.. va bene, farò tutto quello che vuoi.Cercai di sorridergli, anche se dopo quelle parole non potevo assolutamente immaginare in che stato fosse il mio viso.- Su su! Mammina! Cosa mi prepari di buono?.. ho un languorino!Di nuovo lo schiocco di una sculacciata. La mano aperta totalmente appoggiata alla mia natica. Mi destai dal sogno e per poco non feci cadere la bottiglia che avevo preso tra le mani.- Ops Marco.. he!he!.. per poco non mi fai cadere tutto.. certo che hai preso proprio gusto a sculacciarmi!- He!he! mamy.. direi che è più che divertente!!.. però…. non vengono tanto bene con questa minigonna così fasciata.- Hemmm.. ecco.. a me sembrava che ti fosse venuto fin troppo bene…- Humm… no, no.. secondo me verrebbero meglio se non ci fosse.. ne la minigonna ne le calze..Mi girai verso di lui con gl’occhi sgranati, ma non ebbi nemmeno la forza di reggere al suo sguardo.- ma.. cosa dovrei farci?.. non vorrai che ne metta una ancora più leggera?- No, voglio che la togli.. lascia solo il top e le scarpe.- Ma.. ma.. Marco.. Sei impazzito? Non vorrai che rimanga nuda davanti a te?- Mamma?.. iniziamo male!.. hai già dimenticato le parole di pochi istanti fa? La voglia mi aveva spinta lungo una strada che non conoscevo, ma solamente dopo quella sua frase compresi cosa voleva dire essere la sua schiava e che quel gioco non avrebbe avuto una fine semplice. – Marco.. sei un mascalzone!.. far spogliare la tua mamma!.. e va bene.. se proprio ci tieni così tanto a vedermi praticamente nuda farò quello che vuoi.. Tremavo ma, ubbidii.Presi i collant da sotto la gonna e li sfilai. Ero seduta per levare e poi rimettere anche i sandali. Poi, nuovamente in piedi, iniziai a sfilare, con studiata lentezza, la minigonna.Ero rossa in viso e non riuscivo a muovermi.Lasciai che la mini cadesse ai miei piedi.Rimasi in silenzio, nuda, con la mia fighetta depilata ormai in un bagno di umori che avevano iniziato a scorrere lungo le cosce, completamente esposta ai suoi occhi.- Woooowwww mamma!!!! Sei stupenda!- Ti piace così tanto vedermi in questo stato?- Cavoli mamma!!! È da chiedere?- Ma ti eccita vedermi così? – Non si nota mamma?Mi stava indicando la sua erezione attraverso i pantaloni. – Beh mamy, visto? Non ci voleva molto! E’ bellissima! Eccitantissima!!- Marco? Ma davvero ti faccio questo effetto? Ti eccito così tanto?Stavo per parlare di nuovo, quando lo vidi aprire la cerniera lampo dei suoi pantoloni. Li abbassò un po’ e poi fece altrettanto con le mutandine ormai troppo tese dalla sua erezione.Il suo sesso guizzò all’improvviso fuori dagli slip facendomi soffocare per l’ennesima volta.Era di notevoli dimensioni. Liscio, lungo, dritto e la sua rosea cappella puntava verso il mio sguardo vellutata e prepotente al contempo. Quell’asta si ergeva davanti ai miei occhi, lasciandomi inerme, senza forze ma, con il solo desiderio di poterlo toccare. Volevo sentire il suo profumo. Sfiorare le mie labbra su quella pelle. Mi sembrava di impazzire dalla voglia di essere posseduta dal sesso di mio figlio.- OooHhhh.. Marco! Non stavi scherzando! Ti eccito veramente tanto! Sembra durissimo!- Dovresti sentirlo con la mano mamy per giudicare.- Dici veramente? Vuoi che lo tocchi?Fu lui a prendermi la mano guidandola su quell’asta rovente.Mi stavo bagnando in modo vergognoso. Gli umori mi colavano lungo l’interno coscia come mai era avvenuto prima.- Come è liscio Marco! Certo che la tua mammina ti ha fatto proprio bene! E… magari ti piacerebbe vedere meglio la mia passerina?- Si mamma! Fammela vedere ancora meglio.- Ok Marco.. ma,.. non è che poi ti vengono strane idee e mi violenti?- Come hanno già fatto gli idraulici?- Si come loro.- Beh.. mamma.. non saprei.. se continui ad accarezzarmi così rischio di perdere il controllo e.. non si sa mai..- Dici veramente Marco? Saresti capace di violentare la tua mamma?.. Avresti il coraggio di penetrarmi e trattarmi come una donna di strada?- Di bene mamma.. non una “donna di strada”.. ma, una puttana! Una baldracca! Una troia.- Ooooohhh Marco!! Vuoi che sia la tua troietta?- Lo sei mamma! Posso farti tutto quello che voglio e tu non puoi ribellarti! Sei la mia troia! Coricati sul tavolo.Non capivo più nulla. Le sue parole mi uccidevano dal piacere. Eseguii il suo ordine e per dimostrarmi ancora più docile, con le mani allargai al massimo le grandi labbra. – Marco, ti prego! Adesso sei il mio padrone! Fami tutto quello che vuoi! Voglio sentirti scorrere dentro di me, fino al mio stomaco. Ti regalo il mio corpo. Esploralo in ogni maniera. – Mammina.. sei veramente malata di sesso, sei una porca!.. ancora più di me! Ecco da chi ho preso in famiglia he!he!Mentre parlava aveva iniziato a frugarmi con due dita. Le faceva scorrere dentro di me ruotandole e divaricandole ogni tanto. Mi stava dando così tanto piacere che quando parlò nuovamente iniziai ad essere scossa dai sussulti del primo orgasmo.- Vedi mamy, era da tantissimo che sognavo questo momento. A lungo ho dovuto placare la mia voglia da solo e ora anche tu pagherai un piccolo prezzo prima di avere ciò che tanto desideri.Ero ancora senza forze per la violenza di quell’orgasmo. Ero in estasi, e la voglia non accennava a placarsi.- Cosa devo fare? Dimmi tutto.. farò tutto quello che mi chiedi.- Nulla mamy.. per ora nulla…Mi stava sorridendo in modo oserei dire perfido. Sentii le sue dita ritrarsi dal mio corpo. Volevo di più. Volevo essere presa in ogni modo. Volevo.. Si era allontanato dal tavolo di un passo. Mi osservava coricata sul tavolo. Non riuscivo a penetrare il suo sguardo. Sapevo di piacergli, sapevo di essere l’oggetto delle sue fantasie, ma ora i suoi occhi mi fissavano come se fossi qualcosa di cui vergognarsi. Non capivo. – Cambiati mamy. Finisco le mie cose.. chiamami quando è pronto.Abbassai lo sguardo sconfitta dalla consapevolezza che il mio desiderio, per adesso, non avrebbe trovato ulteriore appagamento. Non riuscivo a guardarlo e risposi con un debole “si”.Lo vidi salire le scale verso le camere da letto. Rimasi qualche secondo ad osservare il mio corpo e solo allora capii cosa era accaduto: una cosa che nella foga del momento non ero riuscita a percepire.Fissavo incredula l’estremità della mia gamba, la caviglia e il piede: il seme di Marco le ricopriva. Marco era venuto solo toccandomi. Era un sogno, un eccitantissimo sogno reso ancora più bello dal poterlo vivere in due e da quello che osservavo sulla mia pelle, Marco vi si era perso proprio come avevo fatto io.Trovai le forze per cambiarmi, rinfrescarmi un po’ e preparare la cena. Decisi di rimanere praticamente nuda come mi aveva lasciato Marco e di indossare solamente un grembiulino da cucina come unico riparo. Quando ritornò in cucina il suo viso era di nuovo sorridente e agitava in mano un foglietto stampato al computer. Ero curiosa di sapere di cosa si trattasse, ma, sotto sua espressa volontà, avrei dovuto aspettare fino alla fine della cena prima di essere accontentata.Durante la cena Marco mi parlo spesso della scuola e dei suoi amici.Si scusò molto di non potermi portare, come promesso, al bar Andrea (il suo compagno di scuola) ma il padre stava rinnovando il locale e non voleva trovare disordine il mattino dopo in presenza dei tecnici. Mi promise comunque che ci saremmo andati la settimana successiva e aggiunse:- Sai mamy.. domani, Andrea, ci ha invitato tutti a casa sua per tutta la giornata. Faremo una grigliata ai bordi della piscina. Forse, non è ancora proprio la stagione per fare il bagno ma, si può comunque prendere il sole. Il suo sorriso mi trascinava. Quegli occhietti vispi che brillavano davanti a me e che riuscivano a dominare i pensieri per ciò che era appena accaduto mi entusiasmavano. Pendevo letteralmente dalle sue labbra. Le labbra di un ragazzo che era riuscito a spalancare vie sconosciute ad una donna molto più matura di lui anche se forse lo ero solo sulla carta d’identità.- che bello Marco!.. immagino che ti divertirai molto!..- immagini male mamy!.. ci “divertiremo” molto, insieme!- Ma.. vuoi che venga con te?- Proprio così mamy! Domani, voglio che mi accompagni a casa di Andrea. Saremo in un decina circa, tutti maschi e voglio che tutti vedano che bella mamma ho.Rimasi silenziosa ad ascoltarlo, iniziavo ad intuire quello che avrei dovuto fare. – Ma sei proprio sicuro che i tuoi amici gradiscano anche la mia presenza?- Non ricordi mamy?.. te l’ho già detto.. ti hanno votata come la mamma più bella di tutta la scuola e.. dai commenti che sento le volte che passi a prendermi.. he!he!.. sono certo che saranno felicissimi di vederti.Gli feci un sorrisino complice. Mi sentivo totalmente coinvolta da quella nuova proposta. Arrivai addirittura con fare da vera birichina a dirgli:- Hummm immagino che il mio stilista.. scusa.. “esigente” he!he!.. voglia che metta un bell’abitino per l’occasione.- Beh naturale mamy. A proposito, prima, quando sono salito per finire il lavoro al pc, ho trovato qualche minuto per sistemare il tuo guardaroba.- Cosa?- Si.. già.. ho messo in una scatola tutti i vestiti che non potrai più utilizzare normalmente.. penso che nei prossimi giorni dovremo anche andare in centro per fare un po’ di shopping.- Acci!.. non scherzavi quando dicevi che eri esigente he!he! Speriamo che tu ne abbia lasciato qualcuno nell’armadio.. non vorrai farmi andare in giro nuda he!he!- Huuummm… mamy… non sarebbe un’idea malvagia!.. beh.. per adesso mi accontento dei vestitini che ti ho lasciato. L’importante è che domani tu faccia tutto il possibile perché il morale dei miei amici rimanga altissimo he!he!Anche se fino adesso il tono era piuttosto scherzoso (non sufficientemente scherzoso pero’ da lasciarmi indifferente) quella sua affermazione mi scosse una volta ancora in quella giornata tanto irreale quanto interminabile. Con tono sottomesso e di nuovo eccitata più che mai risposi:- .. Farò tutto quello che vuoi Marco ma, spiegami meglio, cosa vuoi che faccia esattamente?- He!he! non lo immagini mamy?.. Voglio che tu ci vada vestita in modo indecente, scandaloso. Voglio che tu provochi i miei amici. Devi assecondarli in ogni loro richiesta, anzi, le devi prevenire. Voglio che li ecciti come hai fatto con me. Devono sapere quanto è troia la mia mammina!- M.. M.. Marco? Ma non è troppo rischioso? E se poi lo dicessero in giro.. o peggio.. se lo scoprissero i loro genitori?- He!he! mamy!.. se non lo facessero loro.. lo farei io! Non sai quante storielle ho già raccontato su di te a scuola. Storielle che ti pongono sempre in contesti, direi, più che maliziosi.- Vuoi dire Marco che a scuola mi vedono come una zoccola?- Beh.. hai usato proprio la parola giusta.. pensa che i miei raccontini, passando di bocca in bocca, sono giunti fino all’orecchio dei professori e una volta, passando per il bagno dei professori ho sentito distintamente il prof. di elettrotecnica e quello di meccanica che parlavano di te. Dicevano che sei una gran zoccola e una super figa!.. Lo ricordo bene perché è avvenuto all’ultimo colloquio con i genitori.. lo ricordi?- Che vergogna!!.. si che lo ricordo!.. ricordo bene anche il prof di meccanica ed elettrotecnica.. ecco perché mi guardavano in quel modo. Ricordo che sono stati severissimi nei miei confronti, come se fosse colpa mia per le tue insufficienze!- Bene mamy.. comunque ti ho spiegato quello che devi fare domani.Risposi che accettavo tutte le sue condizioni e che avrei affrontato i rischi. Ero così eccitata da aggiungere che avrei aumentato il rischio comportandomi come una vera troietta di fronte a chiunque Marco volesse, anche con i professori se ci fossero stati e se lui me lo avesse chiesto.Dopo poco sentii il suo cellulare suonare. Si allontanò qualche minuto da tavola.Colsi l’occasione per preparare il caffè e servirlo in salotto. Mi distesi sul divano lasciando che il grembiulino scivolasse quasi completamente fino in vita, lasciandomi scoperta, vestita solamente delle mie scarpe, del top e di un desiderio che non avevo mai provato prima.Quando lo vidi tornare mi disse che doveva nuovamente scappare al computer. Se ne andò in camera dopo aver bevuto una tazzina di caffè, ma prima di lasciarmi nuovamente sola disse agitando nella mano il foglio stampato al pc: – Ora mamy puoi sfogare la tua curiosità.. leggilo e studia tutto con attenzione!

