Dopo quel primo incontro passarono alcuni giorni prima di rivederci. In quel periodo ero molto impegnato per un esame e non avevo tempo per pensare ad altro. Enrica la incontravo al mattino quando andavo in ospedale, un rapido saluto e poi di corsa a prendere il tram. Finalmente arrivò la mattina dell’esame, alle 10,30 venni interrogato e grazie alla mia memoria e a un po’ di fortuna mi portai a casa un bel trenta. Appena fuori dall’aula corsi a casa a dormire, erano alcuni giorni che pensavo più a studiare che a riposare.Alle cinque del pomeriggio dormivo ancora quando sentii suonare alla porta. Quasi come un automa andai ad aprire e mi trovai davanti agli occhi Enrica che un po’ preoccupata mi chiese del mio esame. La feci accomodare e le risposi che era andato tutto bene, lei con una gentilezza infinita volle prepararmi un the con alcuni biscotti. Accettai.Incominciammo così a parlare del più e del meno fino a che mi prese un “certo” desiderio. Senza far rumore entrai i cucina e mentre lei preparava il the, la cinsi da dietro. Lei si lasciò andare e sentivo il suo corpo che si appoggiava al mio. Già un po’ eccitato incominciai ad accarezzare il seno prosperoso e contemporaneamente a baciarla sulla guancia e a solleticarle con la mia lingua il lobo del suo orecchio. Lei iniziò a gemere e a respirare forte, segno del suo desiderio e della sua voglia, ben presto le mie mani andarono tra le sue gambe e cominciarono a palparla.A questo punto si girò e iniziammo a baciarci con la bocca, anche questa volta sentivo la sua lingua che si attorcigliava alla mia, il suo respiro diventava sempre più profondo e una emozione mi saliva alla gola . Le mie mani entrarono dentro al suo reggiseno e cominciai a palparle le tette e i grossi capezzoli. Sapevo che quei gesti le piacevano e sapevo che si stava bagnando. A un certo punto lei si spogliò completamente, era nuda davanti a me. Si inginocchiò, mi abbassò la cerniera dei pantaloni e iniziò a succhiarlo. Era una maestra, non solo riusciva ad ingoiarlo tutto, ma lo succhiava in un modo tale da farmi impazzire, prima facendo scorrere la lingua attorno al glande, poi con la punta solleticava il mio buchino e alla fine succhiava i maroni ad uno ad uno. A stento riuscii a non venire, poi si appoggiò al tavolo con le mani e mi chiese di entrarle dentro. La comunicai a penetrare in figa alla pecorina e ad ogni mia spinta lei gemeva. Sentivo la sua vagina umida e ad ogni colpo sentivo il rumore del cazzo che si infilava dentro. Tutto ciò non faceva altro che aumentare il mio desiderio, ma non volevo godere, preferivo dilatare il mio e il suo piacere cambiando posizioni spesso. Ci mettemmo allora sul letto dove la penetrai di fianco mettendolo dentro da dietro. Il suo desiderio aumentava quando riusciva a toccare con le dita il mio cazzo che entrava dentro di lei oppure quando si cominciava a toccare, con sempre più voglia, il suo clitoride. Andavamo avanti così per due ore intere fino a che quasi esausti non venimmo entrambi. Io sborrando copiosamente dentro di lei e lei sbrodolando tutto il suo sugo tra le cosce. Quando veniva vedevo uscire dalla sua figa un fiotto di liquido come se facesse la pipi, ma non era urina bensì il liquido della sua figa caldissima. A questo punto della nostra relazione iniziarono le sue confidenze e cominciò a mostrarmi alcune dei giochi che faceva col marito. Evidentemente lui era un uomo dotato e molto fantasioso. Un giorno venne a casa mia e mi disse: “Federico, perché non vieni da me che ti offro qualcosa?”Andai a casa sua e lei mi preparò un caffè poi con noncuranza iniziò a mostrarmi le gambe, le apriva e si sollevava leggermente la gonna. Io avevo già capito il giochino e mettendomi seduto proprio di fonte a lei, poi mi avvicinai, le apersi completamente le cosce e sollevai la gonna. Non portava le mutandine e la sua bella e carnosa figa appariva in tutto lo splendore. Era un piacere vedere come si masturbava davanti a me, come metteva dentro le sue dita e come le estraeva gia bagnate e come le succhiava con avidità. In quei momenti mi sembrava di avere davanti a me una gran puttana pronta a soddisfare tutti i desideri del suo padrone. E come tale cercavo di comportarmi. Mentre si offriva con questo spettacolo, aprii il frigorifero per estrarre un bel cetriolo da infilarle dentro, ma lei mi invitò a seguirla in camera sua. Si sdraiò sul letto a gambe aperte poi aprì il cassetto del comodino del marito e mi fece vedere un enorme fallo. Un po’ sorpreso le chiesi come mai e lei mi rispose che il marito si divertiva ad infilarle nella figa ogni oggetto e soprattutto quell’enorme pezzo di plastica a forma di cazzo. Lasciai la verdura e presi quel cazzo finto, all’inizio sembrava non entrare poi lei da vera porca iniziò a menarlo per bene e riuscì a infilarselo dentro tutto. Era uno splendido spettacolo, lei che si soddisfaceva con un gran cazzo in fica e io con l’uccello duro che le offrivo la mia cappella da succhiare. Andammo avanti un po’ poi lei volle mettersi alla pecorina con quell’enorme coso che le sporgeva mentre a me veniva riservato il buchino del culo. Così mentre lei si infilava il fallo dentro, io la penetravo nel culo e potevo sentire attraverso la sottile membrana che separa i due spazi quel affare dentro. Era una sensazione nuova mai provata ma decisamente piacevole. In poco tempo la sentii gemere fino a venire e dopo poco anch’io mi svuotai le palle sborrando copiosamente nel suo culo.Quando ci fummo un po’ ricomposti mi aprì un cassetto della scrivania del marito e mi fece vedere una serie di foto in cui lei era ritratta in tutte le posizioni con vari oggetti infilati dentro alla figa. Poi un po’ compiaciuto mi iniziò a raccontare i giochetti che faceva con lui. Dietro la pervenza di una signora tutta lavoro e casa si celava una gran donna con un appetito sessuale non comune.
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