Avevano invitato anche me, Kati, per quella festa, per il sabato sera.Mi era stato detto chiaramente che era un incontro all’insegna del sesso. La cosa mi allettava. Peraltro da un po’ che non andavo a nessun tipo di festa. Ho solo 34 anni, questo è vero, e sono ancora molto carina e piacente; ma da quando sono divorziata da mio marito (da 7) non avevo fatto niente di simile, niente che potesse farmi svagare un po’.Ma in quei pochi anni di matrimonio, di cose strane e trasgressive ne avevamo provate! Anche dei rapporti a tre, e persino a 4, per cercare di salvare il matrimonio. Il matrimonio non riuscì però a salvarsi. Ma quelle occasioni mi erano piaciute, e, in cuor mio, avrei voluto riprovare.Ma questa non sembrava essere l’occasione buona. Pensai di non andarci.Ma alla fine accettai. Anche se chi me la propose, Moreno, non era proprio un mio amico, ma un amico di amici; ed anche se, a parte lui, non conoscevo quasi nessuno di quella compagnia.Già, quasi. Perchè doveva esserci anche Gianni, un mio carissimo amico, e compagno di avventure sessuali sfrenate, che però non avevo sentito ancora. Era stato Moreno a dirmi della sua presenza. Forte della presenza anche di Gianni, alla fine decisi di andare. Mi dicevo “In fondo, Kati, cosa ti costa? Se poi l’ambiente non ti piace, con la prima scusa, esci e ritorni indietro, e ti rimetti a dormire. Se invece ti piace, beh, tutto di guadagnato. Non si sa mai che possa incontrare un uomo serio e divertente, magari con cui instaurare un bel rapporto”.La festa era a casa di Moreno, alle porte di Milano. Decisi di prendere un taxi per arrivare fin lì, perchè non avevo voglia di guidare. A Milano c’è traffico anche di sabato notte.Arrivata, pagai il tassista ed entrai. All’entrata c’erano due energumeni che mi fecero entrare senza problemi. Sembrava che mi aspettassero, e sembrava anche che mi conoscessero.Una volta entrata vidi si e no una decina di persone, alcune delle quali che conoscevo, ma solo di vista. Non vidi Gianni; nè Moreno. C’era anche Riki, un mio ex ammiratore, che non sapevo fosse lì, e mi venne incontro.Gli chiesi di Gianni, e mi disse: “Mah, che io sappia, lui non dovrebbe venire…”.Cercai Moreno, e con una diffidenza che doveva trasparire parecchio, gli chiesi dove fosse Gianni. Mi interruppe Marcello, un’altra mia vecchia conoscenza: “Cos’ha Gianni che noi non abbiamo? Non puoi stare con noi anche senza di lui?”. Gli risposi “no, voi non vi conosco, e quindi di voi non mi fido”.Moreno, venne da me, e mi tranquillizzò dicendo “Kati, dai resta con noi almeno un po’, se poi non ti diverti, te ne vai; senza rancore, però almeno prova, no?”.Decisi di provare almeno un po’, anche perchè, in quel momento, l’idea di rimettermi a letto da sola, era insopportabile.Nel frattempo alcuni di loro avevano già cominciato a lavorare.Uno che non avevo mai visto prima si mise dietro di me, mi circondò il corpo con le braccia e cominciò ad accarezzarmi, a palparmi con le mani aperte, parlandomi a voce alta, sollevandomi il vestito da dietro, scoprendo la carne nuda con finta sorpresa, stringendosi a me, piantandomi il davanti dei suoi pantaloni di cuoio nel culo, muovendosi ritmicamente per spingermi in avanti.Scoprii subito che costui era un omosessuale. Infatti, un secondo uomo, si avvicinò a noi, e si mise di fronte a me e mi abbracciò. Ma le sue mani si incontrarono con quelle del suo amico, e la sua bocca si unì a quella di lui sopra la mia spalla, mentre il suo sesso cominciava a strofinarsi col mio.Entrambi intanto giocherellavano con il mio vestito, e quando ormai lo avevano fatto risalire fin sopra il seno, lo tirarono contemporaneamente verso l’alto, obbligandomi ad alzare le braccia per sfilarmelo dalla testa. Non mi tolsero il reggiseno (che, a differenza delle mutande, portavo), ma si limitarono ad incastrarmelo sotto i seni, che accarezzarono entrambi con delle mani che mi sembravano enormi.Si presentò da me un terzo uomo, nudo, col sesso depilato ed a penzoloni, che mi portava un paio di stivali neri e con una punta altissima.Mi staccai per un attimo dai due per indossare questi scomodi stivali.Mentre i due che fino a poco prima mi avevano chiuso a sandwich, continuarono tra di loro le loro effusioni. Uno dei due, si appoggiò languidamente all’altro, inginocchiato, e cominciò ad accarezzarlo da dietro con la mano destra, mentre con la sinistra liberava il suo membro, che, raggiungeva delle dimensioni pazzesche. Lo stringeva in pugno e con l’altra mano, accarezzava la punta umida dello sfintere del suo compagno, introducendogli il dito indice dentro. E mentre una ragazza che sembrava non avere più di 20 anni si presentava davanti al ragazzo inginocchiato, offrendogli la fregna da leccare. Questo, inginocchiato e con l’indice del compagno nel culo, dava il meglio di sè, nel leccare la figa della ragazza, che gemeva e si contorceva, mentre con le mani si poggiava sulla schiena del suo partner, rendendo sempre più difficoltoso il suo compito.Intanto quello di dietro, estrasse l’indice dal culo ed introdusse la sua mazza, facendo urlare il ragazzo, che però ricominciò subito dopo, seppur dolorante, a leccare la ragazza, la quale stava per assumere una posizione che sempre più si avvicinava ad una pecorina.Ecco infatti che dietro di lei si presentò Riki, con il cazzo in mano pronto ad incularla. Noncurante della mancata lubrificazione dell’ano della ragazza introdusse tutto d’un fiato il suo membro nel retto della ragazza, la quale però non sembrava più di tanto infastidita, anzi. Continuando a farsi leccare dal sodomizzato sotto di lei, cominciava a godere anche di dietro, e i suoi spasmi muovevano anche la coppia maschile di fronte.Io, che ormai pensavo di essere stata estromessa dai giochi, mi godevo questi spettacoli di pura eccitazione incominciando a toccarmi la mia figa ormai fradicia di umori.In quel momento venne una donna, sui 40 anni, che non avevo ancora visto prima, che con una frusta in mano mi obbligò ad inginocchiarmi, e mentre ordinava a Marcello di introdurmi il cazzo in bocca, lei armeggiava dietro di me, a far non so cosa, ma mi sembrava che si stesse svestendo.Marcello si avvicinò a me, e sentii il rumore inequivocabile di una cerniera. Mi prese la mano destra, la mise intorno al suo cazzo e la scosse due o tre volte, fino a quando fui io a comandare questo movimento ritmico. Ma non avrei dovevo continuare ancora per molto. Infatti Marcello introdusse quasi subito la sua violacea asta dentro alla mia bocca; io cercai di dare il meglio di mè per farlo godere prima possibile, mentre lo vidi passare alla donna che era dietro di me, una di quelle mutande falliche. Lei la indossò e mi penetrò da dietro senza un minimo di preparazione. Non che ce ne fosse bisogno, visto che ero ormai un lago. Mi penetrò con una violenza sempre maggiore, quasi fino a farmi male, sempre di più, sempre di più, fino a quando alla fine, finalmente venni.Contemporaneamente a Marcello, che mi riversò dentro la gola tutto il suo seme, ed io bevevo con tanta goduria, perchè mi piaceva, perchè in quel momento ero in estasi.Terminato questo amplesso mi fecero sdraiare su un letto. Sotto di me c’era Moreno (no, lui no, di lui un po’ mi vergognavo) che introdusse subito il suo arnese dentro di me. Io ero ancora bagnatissima per poco fa, e quindi il suo cazzo, seppur notevole, scivolò dentro con una certa facilità. Marcello, che si era appena ripreso, si stese dietro di me, e mi inculò, dopo avere però accuratamente lubrificato il mio buchino. Diedero entrambi un ritmo notevole alle loro scopate. Ad un certo punto, anche Riki (il mio ex corteggiatore) si presentò davanti a me, e mi offrì il suo uccello da leccare e succhiare, cosa che feci sapientemente e diligentemente. Sembrava quasi che volesse vendicarsi dei miei rifiuti: imprimeva anche lui un ritmo ossessivo, mi penetrava in bocca con una violenza inaudita, ma a me, in fondo, piaceva; ero piena di cazzi, il mio corpo rispondeva ai ritmi ed agli stimoli che riceveva da più parti, ed io godevo, godevo come una maiala. E quando Riki venne, mi imbrattò il viso della sua sborra, che sembrava non finisse mai, sembrava che l’avesse tenuta tutta per me. Anche gli altri due mi vennero dentro, e mi sentivo imbrattata di sborra ovunque, nel culo, nell’utero, nella faccia, in bocca, sui seni, ovunque! Dovevo essere una cosa indecente! Venne una ragazza a leccarmi tutta, a pulirmi dallo sperma che avevo accumulato.Si divertirono con me anche gli altri, anche quelli che fino a poco fa si stavano sodomizzando. Vennero e mi penetrarono ovunque, davanti, di dietro, in bocca. C’era persino chi si masturbava da solo per venirmi sulla faccia.La notte fu lunga. Solo all’alba finì, ma non avevo la forza di andarmene a casa, così restai lì, a casa di Moreno fino al pomeriggio seguente. In realtà non fui la sola a restare lì: rimanemmo in 4 o 5.Il giorno seguente ero un’altra persona, molto gioviale, più allegra, e con tanta voglia di ricominciare ancora con queste belle feste.
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