Sta quasi albeggiando mentre esco dal Ronnie . Sono stanco ed insoddisfatto, non ho suonato molto bene, non c’era atmosfera, poca gente e per giunta distratta. Dovrei aver superato da un pezzo questi problemi, il piano bar è così, non sei quasi mai protagonista, fai parte del locale, un arredo, un discreto testimone di uno spaccato di vita, forse, neppure la migliore. Nel vicolo su cui si apre la porta di servizio, sta entrando il camion dei rifiuti. Tra poco l’aria si riempirà di odori dolciastri, pungenti e nauseabondi. Mi dirigo verso la fermata dell’autobus maledicendo il giorno in cui ho deciso di vendere la macchina ma, è risaputo che per un musicista, oggi si sciala domani si tira la cinghia. "Ciao bello, andiamo?" "Sì, a casa. Ciao." Si chiama Anna, da quattro mesi la vedo tutte le mattine nella vana attesa di un cliente nottambulo e libidinoso. Solo dieci anni fa avrei forse accettato l’invito ma, di certo non l’avrei trovata lì. Mostra infatti, sotto l’abitino da poco prezzo ed il pesante trucco, ancora un bel corpo ed un viso interessante. Solo lo sguardo denota stanchezza e rassegnazione. Ho fatto in fretta, l’autobus era puntuale e sono finalmente a casa. Da quando mia moglie se ne andata, ogni due giorni viene Lucia a mettere un po’ d’ordine ed è per questo che non mi vergogno molto a dare lezioni private di pianoforte nel pomeriggio. Mi sembra di essermi appena coricato e sono già sveglio. Guardo l’orologio, sono le 9 e stanno suonando alla porta. Lucia ha le chiavi, la posta la ritira la portinaia ed allora chi cazzo sarà mai? "Buon giorno, non volevo disturbarla ma … non riuscivo ad aprire." Di fronte a me, con un mazzo di chiavi in mano ed un’aria spaurita una ragazza niente male. La maglietta, tre taglie più grande, lascia intuire un bel seno sodo mentre la minigonna mette in risalto due gambe ben tornite. "Ma lei chi è?" "Lucia mi ha dato le chiavi e, sapevo di non doverla disturbare, non riuscivo ad aprire, lei non può venire, scusi, scusi…" "Calma! Buon Dio, non ho mai mangiato nessuno." L’irritazione che mi aveva subito assalito sta svanendo ed anche il sonno. "Allora, cerchiamo di capirci, Lucia oggi non può venire ed a pregato lei di sostituirla è così vero?""Sì, devo aver fatto un bel po’ di casino ma, ero imbarazzata." Immediatamente mi accorgo di avere indosso solo gli slip e di essere in erezione. "Non mi dirai che non hai mai visto un uomo nudo? Su, entra." Mi passa rapida davanti e va verso il salotto. "Se mi dice dove posso trovare scopa e strofinacci…" Le mostro il ripostiglio e me ne vado in bagno. Dovrei solo pisciare ma, l’idea di farmi una scopata mattutina mi arrapa per cui decido di prepararmi un bel bagno. Mentre l’acqua riempie la vasca mi rado. E’ giovane ed ha un bel culo. "Eih! Come ti chiami?" Grido cacciando la testa fuori dalla porta con il viso insaponato."Luana, Luana Rustichelli." Cristo! Un’altra madre accanita lettrice di fotoromanzi. "Ti chiamerò Lu e più pratico." Sto pensando a come fare per portarmela a letto. "Luuu… vieni un attimo per favore. " Entra decisa in bagno, sono già nella vasca. "Senti, senza farmi uscire, guarda in quell’armadietto lì in basso, ci deve essere un accappatoio pulito." Apre lo sportello e si china, la minigonna sale scoprendole le natiche, le ridotte mutandine bianche non riescono a trattenere il folto pelo che spunta qua e là. Sono eccitato, dall’acqua spunta il glande turgido e rosso. Si volta verso di me per tendermi l’accappatoio seguo il suo sguardo che va a posarsi sul mio cazzo. Depone per terra la morbida spugna ed inizia a spogliarsi. Rimango piacevolmente allibito. "Credo proprio di aver anch’io bisogno di un bel bagno rilassante." Che troia, così giovane e già così troia. Si toglie la maglia, arrotola la mini elasticizzata lungo le cosce, ora è la volta del reggiseno, un clic e due fantastiche tette con i capezzoli eretti balzano all’altezza del mio viso. L’afferro per un braccio tirandola a me. "Calma, abbiamo tutto il tempo no?" Anche gli slip sono ormai ai suoi piedi, il leggero segno lasciato dall’elastico non fa che mettere in risalto un monte di Venere ben prominente ed una fica pelosissima;"Ti piaccio? Non vedevi l’ora di scoparmi eh? L’ho capito sin da quando hai aperto la porta." Si inginocchia nella vasca ed incomincia ad accarezzarmi il cazzo con movimenti lenti. "Sì, E’ vero, cercavo un modo per attirare la tua attenzione e portarti a letto… ma ora non fermarti, accarezzamelo tutto." L’acqua annulla l’attrito, mi muovo avanti ed indietro con tutto il corpo assecondando le sue carezze. "Vieni più vicino che voglio toccarti anch’io, fatti ficcare un dito nella fica." Esce dall’acqua, mi porge l’accappatoio e, senza parlare corre verso la camera da letto. E’ già sotto le coperte, forse per asciugarsi, mi avvicino e di colpo la scopro. Le gambe piegate e divaricate, le mani stanno tormentando il clitoride. "Vieni, non farmi aspettare, sono già tutta bagnata, toccami, leccami, fammi godere." Mi allungo di traverso sul letto con la testa tra le sue gambe. Le mani corrono sul seno accarezzando le aureole e strizzando i capezzoli. Inizio a baciarla l’interno delle cosce. "Muovi quella lingua, penetrami tutta … succhiami." Porta le mani alle natiche divaricandole. La mia lingua guizza tra il buco del culo e la fica, lei si muove scompostamente mugolando. "Oh! Si che bello, come mi lecchi bene, non fermarti, così, sì così dai…" Con un dito entro in lei, pare impazzita. Come ti sento, arrivi sino all’utero. Muovilo su e giù come mi stessi chiavando… "Sì, così, che bravo, non mi fare venire però, voglio sentire il tuo cazzo duro." Continuo imperterrito a leccargliela, a volte freneticamente a volte con esasperante lentezza, voglio farla morire. Con le mani cerca di allontanarmi la testa, tenta di opporre una qual resistenza poi "Dai, dai, non fermarti, sto venendo … godo … godo … Ooooh!" Il lenzuolo è tutto intriso dei suoi umori, senza darle il tempo di riprendersi la penetro con un colpo deciso. Mi avvinghia con le sue gambe attorno ai fianchi guidando ed assecondando il mio movimento. "Chiavami, dammelo tutto, sfondami la fica … come ce l’hai duro!" Lo tolgo per strisciarglielo sul clitoride. "No! Non levarlo, lo voglio dentro, pompa, pompa…" Sento di essere prossimo all’orgasmo, porto le sue gambe ad appoggiarsi sulle mie spalle, le ficco un dito nel culo lubrificandole ben bene il foro, lei continua a divaricarlo, non resisto più. Un colpo di reni e sono passato dalla fica al culo. E’ tutta una contrazione. sento che sto per venire, l’afferro ai fianchi ed accelero. " Vieni bello, sì, fammi sentire che ti piace, inondami tutta, sborrami nel culo." "Uhm! Ah! … Ah!… "Mi vedo allo specchio in quella buffa posizione e sorrido. Teh! Che c’è da ridere? Non sono stata forse brava? Non ti è piaciuto?" "Sì! Moltissimo, sei stata stupenda, chi l’avrebbe mai detto." "Si è fatto tardi, devo andare, a far le pulizie pensaci tu. Se Lucia non sarà guarita tornerò domani altrimenti … ciao. E’ stato bello." Adesso ho proprio un appartamento che pare un casino. Acqua dappertutto nel bagno, la camera sottosopra e la cucina? Non parliamone. Meglio darsi da fare, alle 16 ho la prima ed unica lezione della giornata. Due ore con la signorina Fedora, una trentacinquenne "bene" che ama esibirsi in pezzi classici per allietare gli amici. Capelli corti biondastri, quasi piatta di seno, immancabili pantaloni di taglio inglese che nascondono però due chiappette nervose, occhiali austeri da presbite che accentuano uno sguardo penetrante. Direi proprio non bella ma con un certo non so che. Non lo nego, a più riprese ho tentato anche qualche avances desistendo però subito ai suoi: "Sia serio-oppure-vediamo di non perderci in chiacchere." il tutto accompagnato da gelidi sguardi ed aria insofferente. "Sempre puntuale signorina Fedora, si accomodi." "Non sono sola! Spero non le dispiaccia se la mia amica Paola mi attende in un angolino… Inoltre oggi faccio solo un’ora, dobbiamo andare a far shopping. Certo che non mi dispiace che ci sia anche Paola o come si chiama. E’ un pezzo di fica eccezionale, proprio il suo opposto. Capelli lunghi e neri che incorniciano un viso sensuale dove spiccano grandi occhi e labbra carnose, il seno è alto e voluminoso a stento trattenuto dal reggiseno bianco che si intravede sotto la camicetta. Una mini elasticizzata fascia i fianchi pieni ed un culo mozzafiato. "Possiamo incominciare?" "Si accomodi qui, accanto al pianoforte, ci sono delle riviste se vuole…" Le dita di Fedora scorrono sulla tastiera, seguo lei e lo spartito ma non posso fare a meno di notare anche Paola che continua a fissarmi ed a cambiare posizione. Ogni volta che accavalla le gambe intravedo gli slip ultra ridotti. "Attenta a questo passaggio, sì così, più trattenuto, quel sol è diesis, adesso con impeto." "Che ne dice Paola di questa allieva? Bravina non trova?" "Altroché! Merita un premio…" Così dicendo si avvicina a Fedora e la bacia sul collo. "Grazie, sei sempre così gentile." La sua freddezza pare svanita, accarezza il viso di Paola che mi guarda maliziosa. Ecco cos’è… una lesbica. Ora Paola, china su di lei, la cinge da dietro, le accarezza il volto, il seno, le sta leccando il lobo dell’orecchio. Non posso resistere, mi allungo sulla panchetta ed infilo una mano tra le cosce di Paola. "No! Lei no! E’ solo mia." "Su Fedora, non essere gelosa, possiamo divertirci tutti e tre … che ne dici?" Fedora si alza. "Cara, cara, sono così egoista…." Si abbracciano e la lingua di Fedora saetta sulle labbra di Paola mentre le mani le scompigliano i lunghi capelli corvini. Risponde prontamente al bacio aprendo la bocca e carezzandole il seno efebico. Mi sento escluso, ma che spettacolo… Si dirigono verso il divano. Paola inginocchiata slaccia la cintura dei pantaloni di Fedora e li fa scendere alle caviglie mostrando le gambe ed un body color carne. La stessa Fedora, dopo essersi sfilata il maglioncino, slaccia i bottoncini del body e si sfila pantaloni e slip anch’essi color carne. Vedo la fica di Fedora, è completamente rasata. Paola la fa distendere sul divano con una gamba sulla spalliera e l’altra appoggiata al pavimento. "Spogliati anche tu. Mi hai fatto venir voglia ed ora devi soddisfarmela." Le sue mani incominciano ad accarezzare i piccoli seni, si passa un dito sulle labbra, lo lecca e con lentezza esasperante scende lungo il collo sino all’ombelico, giocherella un po’ e poi, non trattenendosi, incomincia a toccarsi tra le gambe. Paola intanto è completamente nuda e mi sta voltando le spalle. "Toccati, mi eccita, accarezzati il clitoride, ce l’hai duro.." Sempre inginocchiata pone la testa tra le cosce di Fedora ed inizia a leccarla. "Non ti toccare Paola, voglio, essere io a farti venire, leccamela tutta intanto, senti com’è già bagnata?" Ora vedo il folto pelo di Paola ed un dito che si muove freneticamente su e giù tra le sue grandi labbra. Mi sposto ai piedi del divano, non voglio perdermi un attimo di quello spettacolo. Intuendo le mie intenzioni, Paola si sistema meglio tra le cosce di Fedora baciandola ed accarezzandola. Il suo bacino poggiato sul bracciolo si muove ritmicamente. Prese dai loro giochi non si sono accorte che anch’ío sono ormai completamente nudo e con il cazzo in fiamme. "Non smettere amore, lecchi così bene." Supplica Fedora. Mi porto alle spalle di Paola incominciando a leccarle il buco del culo. Reagisce bene inarcandosi un po’. "Lo voglio dentro, schiaffamelo nella fica ti prego." In piedi, le sollevo il bacino alla giusta altezza, è tutta bagnata, le divarico ancora le cosce ed entro in lei. "Uhm! Che bello, è fantastico Fedora… grazie." Mentre sto stantuffando Paola, vedo il viso di Fedora rapito dal piacere, il suo clitoride che spunta, la mano di Paola che le accarezza il monte di Venere e la sua lingua che si muove freneticamente. Fedora si accarezza il seno. strizza i piccoli capezzoli turgidi. "Non smettere, ficcami un dito nella fica." Paola scosta un po’ la testa e, da vera esperta, la penetra contemporaneamente nella fica e nel culo. Con l’altra mano si sta masturbando, sento le sue dita sfiorarmi i coglioni. "Vengo Paola, non ti fermare, muoviti. toccami l’utero, sì così…" Anch’io sto per venire, in sincrono con Fedora accelero i miei colpi. "Ah! Sborro…" "Anch’io…" "Brutti porci egoisti, non mi avete aspettato." Si lamenta Paola. Sono esausto, me ne vado in bagno mentre le due donne riprendono i loro giochetti. Cristo! Che giornata, ho la nausea, non parlatemi mai più di fica. Almeno… almeno sino a domani.
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