*Francesco* Ero lì al mio solito bar a sentire raccontare un sacco di fregnacce perso dietro i ricordi della giornata di ieri. Mi ero fatto inculare! Ancora non mi sembrava possibile. Se lo avessero saputo i miei amici del bar sarei diventato la barzelletta del paese. E se lo avesse saputo Laura! Era un sacco di tempo che cercavo di farglielo io ed invece me lo ero fatto fare. Però. Però. Non potevo mentire a me stesso. Ero stato io a volerlo, a cercarlo, addirittura a chiederlo. La storia era iniziata in tutt’altra maniera. La richiesta di Roberta non era di farmi inculare dal suo ragazzo! Era stata di scopare lei. Ed il pompino che mi aveva fatto in macchina era stato qualcosa di epocale. Poi ero stato io a lasciare andare avanti le cose. Questo almeno a me stesso non potevo negarlo. E poi chi avrebbe dovuto sapere qualcosa? E come? Roberta certo non si sarebbe esposta ad essere considerata la ninfomane del paese che si fa sbattere da due cazzi per volta. E anche Paolo sarebbe stato zitto. Come avrebbe potuto far sapere che mi ero scopato ed inculato la sua ragazza e che lui stesso mi aveva fatto un pompino? Certo che se però ci aveva visto qualcuno… Ero lì perso dietro a questi pensieri quando mi accorsi che sulla soglia del bar era apparso Paolo. Sembrava che lo avessi evocato. A guardarlo sentii qualcosa tremarmi dentro: era lui che mi aveva inculato! Che aveva sverginato il mio sedere! Sentii il buco del mio sedere contrarsi e inviarmi delle fitte. Mi faceva ancora male. Non tanto quanto avrei pensato, ma mi faceva ancora male. Sentii la mia voce tremare mentre lo salutavo. “Ciao Francesco“ mi rispose, “come va?” era una domanda neutra. Nessuno avrebbe potuto capire che si riferiva a quello che c’era stato ieri fra Roberta lui e me. “Bene grazie“ gli risposi cercando di riprendere il controllo delle mie corde vocali. Chiacchierammo del più e del meno e dopo circa un quarto d’ora mi sussurrò “Ho bisogno di parlarti da solo“ ebbi un tuffo al cuore pensando che mi volesse inculare ancora e feci un cenno affermativo. Poi a voce normale mi chiese “Francesco, ti va di andare a fare un giro? Qui si muore dal caldo!“ lo ammirai per il perfetto controllo della situazione. In fin dei conti s’era trovato con un altro cazzo fra i piedi mentre pensava di fottersi la sua ragazza. Anche per lui doveva essere stato un colpo al quale aveva reagito decisamente bene. “Si, dai. Almeno in macchina prendiamo un po’ d’aria” risposi. Pagammo ciascuno il proprio conto ed uscimmo sul marciapiedi. Girammo l’angolo e ci dirigemmo verso l’auto di Paolo era una stupenda BMW Z3 blu notte: una vera macchina dei sogni. “Hai una macchina stupenda“ gli dissi mentre salivamo a bordo e ci immettevamo nel traffico. “Ti piace?“ mi chiese, “Cavolo! Per una macchina così potrei fare uno sproposito“ risposi convinto. Lui mi guardò strano. “Senti” mi chiese “cosa ne pensi di quello che abbiamo fatto ieri?“ Lo guardai ammirato, era andato subito al punto dolente. Chissà se ero così trasparente. “Non lo so. Ieri m’era sembrato tutto facile. Oggi, invece, sono spaventato dalle possibili conseguenze“ gli rivelai. Paolo distolse lo sguardo dalla strada e mi guardò “Ti vuoi tirare indietro?” mi chiese. Prima che potessi rispondere Paolo inchiodò per evitare di tamponare una vettura che aveva frenato bruscamente davanti a noi. “Ma guarda un po’ ‘sto stronzo!” sbottò, “forse è meglio se ci fermiamo da qualche parte. Che ne dici se andiamo nel mio studio? È qui dietro“ mi chiese, “Si. Credo anch’io che sia meglio fermarsi“ gli risposi. Svoltò alla prima traversa e dopo pochi minuti: “Siamo arrivati“ disse parcheggiando la vettura nel suo posteggio riservato. Salimmo e Paolo mi fece entrare nel suo studio. Mi guardai intorno: c’era un salottino d’attesa, la postazione della segretaria e una porta che varcammo. Dopo un breve corridoio, più largo che lungo Paolo aprì un’altra porta: “Lì c’è il mio studio e qui c’è il salottino privato“. Mi introdusse nel suo salottino arredato con molto buon gusto in cui troneggiavano un divano e due poltrone rivestite di cuoio antico circondati da librerie su tutte le pareti. “Vieni, accomodati“ mi disse chiudendo dietro di se la porta, “vuoi bere qualcosa?“ chiese dirigendosi verso il mobile bar. “Cos’hai?“ mi informai, “Mah, un po’ di tutto. Bibite, alcolici analcolici…” mi rispose accosciandosi di fronte al frigo. “Hai della vodka?“ chiesi, “Certo. Anzi devo ricordarmi di rinnovarla, sta quasi per finire, anche io e Roberta beviamo sempre vodka. Sai poco fa eravamo qui“ mi rivelò tirandosi su da quella posizione che metteva in mostra i muscoli della schiena, “A si? Come sta?” chiesi, “Beh, direi che s’è rimessa completamente dalle fatiche cui l’abbiamo sottoposta ieri” mi rispose mentre versava il liquore nei bicchieri “e tu?” mi chiese. “A parte un po’ di dolore, va tutto bene. Però m’è venuta addosso una fifa tremenda” gli rivelai mentre tornava verso il divano dove mi ero seduto. Lui si sedette accanto a me e mi porse il bicchiere brinato pieno di vodka. Lo tracannai d’un fiato sentendo il liquido gelato che mi scivolava nello stomaco. “Se ne vuoi dell’altra puoi servirti” mi disse Paolo. “Si grazie. Ne ho proprio bisogno” risposi. “Senti ti va di parlarne?“ mi chiese “Credo di si. Non ne posso parlare con nessun’altro. Non è il genere di cose che si confida in giro. Non ne posso parlare neanche con Laura” “Ma con me ne puoi parlare. Quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto assieme. Siamo entrambi responsabili” mi disse Paolo “ti sei pentito d’essere stato con noi? O forse ti sei pentito di avere fatto sesso con me?” mi chiese. “Non lo so. Di certo mi è piaciuto scopare con Roberta. E anche farcela in sandwich mi è piaciuto molto“ gli dissi, “Allora ti dispiace di avere fatto sesso con me?” mi chiese, “Forse si. Ma no, non è che mi è dispiaciuto e che adesso mi vergogno“ gli rivelai. “Ti capisco, sai?“ mi disse Paolo “anch’io se lo avessi preso in culo avrei paura di farlo sapere in giro“ continuò. E le sue parole mi colpirono come una staffilata: “Mi reputi un culattone?“ gli chiesi temendo la risposta, “No, non intendevo questo. Io di sicuro non ti reputo un frocio. Ho visto come ti scopavi la mia ragazza e so che ti piaceva fartela. Però penso che un estraneo potrebbe avere questi dubbi. E poi io stesso non mi ritengo frocio per averti succhiato il cazzo. È stata una cosa nuova, ma non mi è dispiaciuta. E se dovesse ricapitare l’occasione forse lo farei ancora. Almeno con te“. Quella risposta che non girava intorno al problema e non lo sminuiva mi fece sentire meglio: “Allora forse è meglio che non ci vediamo più?“ gli chiesi, ma mentre pronunciavo quella domanda sapevo che io non ci sarei riuscito e speravo che anche lui provasse la stessa cosa. “Se tu vuoi così faremo così. Anche se a me dispiace. Mi trovo bene con te e sono sicuro che Roberta è del mio stesso parere“ mi rispose fissando il bicchiere vuoto dopo che anche lui lo aveva tracannato. “Se è così però ho bisogno di bere qualcosa“ disse, forse non rendendosi conto che aveva tracannato una bella dose. Si alzò e andò al bar. Lo guardai volgermi le spalle mentre si versava il liquore ed a quel punto presi una decisione. Mi alzai e lo raggiunsi. Ormai convinto lo abbracciai da dietro e posai il mio viso nell’incavo fra il suo collo e la spalla: “No non voglio perdervi. Non voglio perderti. C’è un’altra soluzione. Quello che c’è stato fra di noi deve restare un segreto fra noi tre, ma deve continuare ad esserci“. Paolo si girò col viso raggiante e mi abbracciò coprendo il mio viso di baci ardenti. Gli presi il volto fra le mani e lo baciai sprofondando la lingua nella sua bocca saporita. Ricambiò il mio bacio slinguandomi torridamente anche le labbra. “Quello che facciamo fra noi è un segreto fra di noi “ promise “resta però il problema di Laura. Tu vuoi che lei non ne sappia niente?” mi chiese, “In realtà non so che fare con Laura” risposi “sai fra di noi non va tutto bene. È un periodo in cui mi sembra che ci stiamo allontanando l’una dall’altro. Però io le voglio ancora bene e mi piacerebbe continuare a stare con lei. Come fate voi. Invidio molto la vostra coppia. Siete così affiatati”. “Ma guarda che l’affiatamento si crea” mi rispose “con mille attenzioni l’uno per l’altra. Per esempio l’affiatamento sessuale che c’è fra Roberta e me c’è anche fra voi due?” mi chiese. “Non proprio. Sai Laura è molto calda e disponibile ma ci sono alcune cose che non le posso chiedere” gli risposi. “Per esempio?” volle sapere lui, “Pensa che non ha mai voluto avere un rapporto anale con me” gli confessai. “Sai, quando ti dico che Robi ed io siamo molto affiatati vuol dire anche che fra Robi e me non ci sono segreti” lo guardai non capendo dove volesse andare a parare “infatti è anche di questo che ti volevo parlare“ mi guardò e mi sorrise mentre mi passava un braccio intorno alle spalle e mi conduceva verso il divano. “Oggi Robi e Laura si sono parlate“ “Cosa?“ chiesi con voce stridula. “Non ti preoccupare. Laura non ha scoperto niente però si è confidata con Roberta e le ha confessato che ti ama“ sorrisi a quella rivelazione, “e che vuole farsi sverginare il culo da te“. Paolo si fermò a guardare la mia reazione. Colpito da quella rivelazione mi alzai, mi diressi al bar dove mi versai un bicchierone di vodka che tracannai d’un fiato. “Uff, questa si che è una notizia!“ dissi mentre mi versavo un’altra dose, “ma che bisogno aveva di mandarmelo a dire tramite Roberta?“ gli chiesi, “No, non hai capito. Laura pensa di farti una sorpresa e Robi la sta aiutando“ mi disse Paolo accarezzandomi la spalla ed il collo. “Come?“ volli sapere, “L’ha convinta a portarti con noi in un weekend di solo sesso al mare“ mi rispose. “Tutti e quattro?“ gli chiesi non capendo, “Diciamo a due a due. Ma sai da cosa nasce cosa e se poi vogliamo unirci… non saremo certo noi a ribellarci“ mi rispose sorridendo. “Credi che Laura ci starebbe?“ gli chiesi, “Credo che tu, ci staresti“ mi rispose poggiando la mano sul mio cazzo e strofinandomelo. Non so di chi fosse la colpa ma ci urtammo ed il bicchiere pieno di vodka si rovesciò sulla mia camicia. “Guarda che disastro ho combinato” mi disse Paolo, “vieni, andiamo in bagno che ti pulisco”. Ci recammo nella stanza da bagno: “Togliti la camicia che te la risciacquo” mi disse, “Senti visto che c’è la doccia posso farmela?” gli chiesi guardandolo con intenzione, “Certo che puoi, anzi me la volevo fare anch’io” mi rispose Paolo ricambiando lo sguardo, “Se vuoi possiamo farcela assieme” gli proposi. Lui non mi rispose ma mi sbottonò la camicia accarezzandomi il petto mentre riprendevamo a slinguarci. Anch’io trafficai con i suoi bottoni ma le mani mi tremavano e non riuscivo a sbottonarlo. Paolo non si perse d’animo, si tolse la camicia strappandosela di dosso e mi abbracciò. Ci sbottonammo a vicenda i pantaloni cercando l’uno il cazzo dell’altro. Fu facile trovare il suo tronco ed anche lui lo trovò subito. Prendemmo così ad accarezzarci la verga ormai nudi. Tenendomelo in mano Paolo entrò nella doccia tirandomi dietro di se e aprì l’acqua. Il getto freddo mi rinfrancò e vederlo grondante di acqua eccitò ancor di più i miei pensieri. “Se continui così le conseguenze sono ovvie“ gli dissi allargando le gambe per lasciarmi masturbare meglio, “Lo so, ed è quello che voglio“ mi rispose, “vuoi che ti faccia un pompino?” mi chiese baciandomi il collo, “Si“ gli risposi baciandogli gli occhi e la fronte. Accarezzai la sua testa che scendeva verso il mio ventre mentre lui con la mano continuava a menarmelo. “Hai veramente un cazzo stupendo“ mi disse inginocchiandosi di fronte a me nel piccolo spazio della doccia e ansimando sulla cappella. “Ti piace?“ mugolai mentre me la prendeva in bocca tenendo l’asta con la mano. Non rispose ma sentivo la sua mano fare su e giù mentre teneva in bocca la cappella e allargai ancor più le gambe piegandole leggermente per agevolargli il compito. Lo prese in bocca tutto mentre con la mano mi accarezzava i coglioni massaggiandomi l’ano con la punta di un dito. “Aaahh, che bocca che hai“ gli dissi accarezzandogli la testa ed il collo muscoloso. Mentre lui continuava a fare su e giù con la testa, mi piegai di più sulle gambe allargando così le natiche all’esplorazione delle sue mani e acquistando un po’ di spazio per muovermi dentro quella calda bocca. Docilmente Paolo si lasciò fottere la bocca: sia mentre spingevo lentamente mentre lui stringeva le labbra vorticando la lingua sulla cappella sia mentre lo scopavo duro tenendogli la testa fra le mani. Se abbassavo lo sguardo potevo vedere il mio cazzo scomparire nella sua bocca e potevo vedere Paolo che inginocchiato di fronte a me si menava l’uccello. Lo risollevai staccandomi da quella bocca stupenda e gli baciai il viso. Non era come mi ero immaginato una situazione di maschio dominante e maschio succube. Eravamo due maschi parimenti infoiati e desiderosi di sesso. Guardandolo negli occhi gli misi il medio in bocca dicendogli “Insalivalo“. Paolo non disse nulla e guardandomi lo prese in bocca leccandolo tutto con la sua calda lingua mimando un pompino. Mentre con una mano gli accarezzavo la testa tolsi il dito dalla sua bocca, raggiunsi il suo buco e lo accarezzai infilandogli dentro la falangetta. Lui agitò il culo verso la mia mano e lo infilai tutto. Mi prese in mano il cazzo ed io mossi il dito allo stesso ritmo. “Siii, continua così. Fammi sborrare con la tua mano“ gli mugolai nell’orecchio. Lui fece di no con la testa e senza smettere di pomparmi con la mano si girò puntando il mio cazzo alle sue natiche allargate, appoggiò le mani ed il viso sulle piastrelle e mi disse: “No, voglio farti venire nel mio culo”. Mi avvicinai al suo viso e mentre gli leccavo un orecchio gli chiesi: “Vuoi che t’inculo?”. “Si” ripose e mentre lo faceva spinse il sedere verso di me strusciandolo sul mio cazzo che, duro com’era, s’era poggiato fra le sue natiche. Allargò di più le gambe e si piegò un poco in avanti. Presi in mano il cazzo e glielo puntai sullo sfintere spingendo un pochino. La cappella entrò subito senza alcuno sforzo. Si capiva che le mie dita lo avevano allargato abbastanza nonostante fosse ancora vergine. Così spinsi infilandoglielo tutto dentro: “Aarrggghh” si lamentò Paolo, ma non si sottrasse alle spinte. Sentivo il mio cazzo dentro quello stretto forno bollente che era il suo culo e cominciai a spingere e a ritrarmi. In quella posizione anziché fotterlo tenendolo per i fianchi, presi il suo cazzo, con entrambe le mani, masturbandolo. Dopo pochi istanti gli venni nel culo scaricandogli dentro tutto il mio sperma e contemporaneamente anche lui mi venne fra le mani, mandando la sua calda sborra ad appiccicarsi sulle piastrelle. Lasciai andare il suo cazzo e gli posai le mani sulle spalle per puntellarmi mentre continuavo a tenerglielo dentro. “Cazzo Francesco, mi hai aperto il culo” mugolò mentre mi baciava le mani e leccava le gocce del suo sperma che mi erano rimaste fra le dita. “Adesso dobbiamo mantenere lo stesso segreto” gli dissi. “Dici che è meglio tenerlo anche con Laura e Robi?” mi chiese, “Mah, questo non lo so. Fra te e Roberta decidi tu, per quanto riguarda me dipende da quanto piacerà a Laura prenderlo” e così dicendo mossi il mio cazzo nel suo culo. Paolo sculettò tenendolo dentro ma, l’emozione, l’alcool o chissà che altro me lo avevano fatto smosciare ed il mio bigolo uscì dal suo culo con un umido “Floc”. Mi chinai fra le sue natiche e tenendole aperte con le mani gli leccai il buco del culo slargato dal passaggio del mio cazzo notando che anche se lui non si era lamentato lo avevo fatto sanguinare al passaggio della mia minchia nel suo culetto vergine. Passare dal suo culo allo scroto ed all’uccello mi costò solo un po’ di contorcimenti ma ci riuscii. “Sei stato bravissimo“ mi disse guardandomi in viso mentre gli pompavo il cazzo e mi tirò su. Ci baciammo le labbra infilandoci la lingua. Potevamo sentire il nostro sapore nella bocca dell’altro mentre le nostre lingue vorticavano. “E’ bello succhiare il tuo cazzo ed è bello anche prenderlo in culo da te” mi disse mentre gli carezzavo il viso. “Anche a me piace prendere il tuo in bocca e nel culo. Vuoi che lo prenda adesso?” gli chiesi. Sentivo infatti il suo uccello ancora in tiro e volevo offrirgli sia la mia bocca che il mio ano benché fosse ancora dolorante, “Lo vorrei veramente ma prima di te c’è stata qui Robi che mi ha già fatto sborrare con la sua bocca ed è meglio non esagerare se vogliamo essere in forma per la nostra vacanza. Che ne dici?” mi rispose. “Penso che se riusciremo a farci stare anche Laura sarà un’esperienza fantastica “ gli risposi, “Beh, se gli dai una spintarella in questo senso oltre a spingerle il cazzo nel culo forse ci riusciamo“ mi disse. “Ci proverò senz’altro. E se ci riesco sarà una vacanza indimenticabile. Pensa potremo fotterci quelle due incredibili gnocche di Roberta e Laura. E forse dopo che l’avrò sverginata, anche tu potrai incularti la mia ragazza. E poi, ci siamo trovati“ gli risposi strusciandomi a lui.
Aggiungi ai Preferiti