Cominciamo con il dire che mi trovavo in quell’età in cui cominci ad interessarti all’altro sesso ma non hai il coraggio di ammetterlo, o per lo meno in quel periodo in cui io mi comportavo così. Forse non ero proprio precoce, i miei amici e compagni di scuola erano già molto più svezzati di me ed i loro racconti non mi erano mai del tutto chiari; così, nonostante il mio interessamento effettuato su riviste specifiche (anche quelle per donne che mamma e mia sorella maggiore lasciano spesso in giro e che sono sempre piene di spiegazioni sul sesso femminile) e su internet, avevo una confusione maledetta che non faceva altro che peggiorare la situazione. Fatto sta che il mio interesse per l’altro sesso diventava sempre più bramoso; seguivo continuamente tutte le presenze femminili della scuola cercando qualche visione particolarmente frizzante, qualche gonna che si alza più del dovuto, qualche perizoma che spunta da quei stupendi pantaloni a vita bassa che tanto sono di moda, o qualche porzione di seno che le magliettine troppo sbottonate offrono alla vista di chi vuole vedere (vale a dire tutti). Ma il posto dove più d’ogni altro esercitavo la mia arte voyeristica era casa. Mia madre e mia sorella erano scrutate giorno e notte, ogni occasione era buona per buttare un occhio a qualsiasi cosa fosse disponibile. Loro del resto non facevano proprio nulla per nascondersi: mia madre quando gira per casa usa sempre e solo magliette, camicie o felpe smesse di mio padre che sono decisamente comode per il suo esile ma ben proporzionato fisico, mia sorella invece tante volte nemmeno quello e non è difficile trovarla per casa solo con l’intimo addosso, e l’intimo che una ragazza di 19 anni usa non è sempre dei più castigati.Voglio far presente che mamma è una splendida quarantenne dal fisico asciutto e sodo, derivato da una lunga milizia sportiva anche ad alti livelli nella pallacanestro ed ad un’attuale assidua frequentazione di palestre di aerobica; non ha delle grosse tette, ma da quello che ho per il momento percepito deve avere dei capezzoli estremamente lunghi e ben eretti, il culo poi è il suo forte, e quello lo posso garantirlo dal momento che d’estate usa spessissimo costumi che non lasciano nulla all’immaginazione. Lei lavora la mattina come rappresentante di cosmetici ed accessori per l’immagine femminile e quindi per deformazione professionale ed immagine di ciò che vende è sempre molto ben vestita e truccata, senza eccedere nel volgare, ma sempre con una punta provocante in modo da far capire che l’immagine risulta sempre determinante nella vita delle donne.Questo suo modo di essere in questo mio momento risulta essere una bomba innescata che potrebbe esplodere in ogni istante: avere l’immagine della donna provocante in casa, anche se questa donna è la mamma, innesca pensieri e fantasie che quando partono sono difficili da controllare e spesso vengono sfogati chiudendosi in bagno e lasciando libertà a fantasie e soprattutto alla mano.La mattina chiaramente il bagno è un campo di battaglia, ed è naturale che non ci possono essere turni se non per espletare le funzioni fisiologiche più intime, ma l’accavallarsi di persone che si lavano con quelle che si pettinano o si truccano è una costante, ed è normale che ci si vesta un po’ alla volta durante questo via vai. Vedere mia sorella e mia madre in intimo che girano per casa mentre infilano le calze, la gonna o il golfino è normale, e mentre prima la cosa non la notavo nemmeno, ora mi crea terribili imbarazzi nel mascherare gli effetti che l’organo maschile subisce a quelle viste. Inevitabilmente mia sorella, ma ultimamente anche mia madre, mi prendono in giro con battutine sulle protuberanze che si notano nei boxer o sotto i pantaloni. E’ successo qualche volta che sia schizzato fuori dai boxer sotto i loro sguardi, lasciandomi nella più totale vergogna, ma creando molto interesse da parte femminile portandole ad apprezzamenti divertiti nei confronti delle dimensioni del mio membro.Comunque quelle furtive visioni mattutine non erano più sufficienti, così un po’ alla volta cominciai a spiare mia sorella mentre studiava in camera sua e mia madre quando si cambiava tornando a casa dal lavoro. Le visioni rubate delle mie due donne erano molto più eccitanti di quelle concesse spontaneamente, il fatto di vederle senza che loro lo sapessero era molto intrigante e soprattutto mi faceva vedere situazioni e gesti differenti, tocchi e carezze che in pubblico non avvengono. Infatti mia sorella studiando si siede o si stende sul suo letto in posizioni strane che lasciano ampi spazi a viste eccitanti del suo culo o della figa che anche se velati dalle mutandine risultano fantastici, ma spesso vengono esaltati da carezze che inconsciamente o no lei stessa si fa fra le gambe portandosi ad un livello di eccitazione che purtroppo non sono mai riuscito a godermi fino in fondo.Per mia madre è diverso, intanto devo stare molto più attento, appostarmi dietro la porta di camera sua senza far rumore, poi lei non l’ho mai vista eccitarsi, ma spogliarsi con calma a ritmi quasi provocatori sì, penso proprio per un suo piacere, difatti lo fa spesso guardandosi allo specchio, forse solo per verificare se nonostante l’età resta attraente ed ancora provocante, fatto sta che provocante lo è e molto e l’effetto che mi fa ne è la prova, se poi, come ogni tanto fa, si cambia l’intimo (forse troppo provocante per essere tenuto in casa tutto il giorno) tutto viene esponenzialmente ingrandito portandomi a non poter evitare di rifugiarmi in qualche posto solitario per sfogarmi. Spesso questo rifugio è il classico bagno, dove la cesta della biancheria sporca è un ottimo posto dove rintracciare reperti così profumati che risultano decisamente provocanti; l’importante è andarci subito dopo che ci sono passate loro, subito dopo che si sono cambiate, in modo da trovare quei tessuti velati, quei pizzi così provocanti ancora caldi e ricchi degli umori e degli odori propri della donna. A quel punto la masturbazione diventa quasi un rito, diventa molto più estasiante attraverso l’esaltazione di tutti i sensi, quello visivo, quello olfattivo, quello tattile e spesso anche quello gustativo succhiando e leccando ciò che resta di loro su quei tessuti che così a lungo sono stati a contatto con le parti genitali femminili. Non ultima l’eccitazione dovuta ad indossare questi capi, soprattutto se sono ancora caldi dei loro corpi, a provare le sensazioni che certi indumenti possono trasmetterti, il massaggio che un paio di collant sa darti. Questa è un’esperienza che ho provato a fare anche quando mi trovo da solo a casa, rinchiudendomi in camera di mamma e rovistando fra cassetti ed armadi, provare l’emozione di abbigliarmi da donna, di indossare l’intimo più provocante, perizomi ricamati, reggiseni, collant velatissimi (preferisco questi alle autoreggenti, questi compiono un massaggio inguinale impareggiabile), minigonne con spacchi mozzafiato e camicette di seta impalpabili.Mi guardo allo specchio e mi trovo comico, ma la sensazione di indossare ciò che mia madre porta creandomi eccitazioni uniche mi fa innalzare in modo esagerato il tasso ormonale medio. Sono riuscito pure ad indossare mutandine e collant usati per una giornata intera sotto i pantaloni, e vi garantisco che girare per scuola e per la città abbigliato in quel modo è solamente fantastico.Comunque questa è solo l’introduzione a quanto volevo raccontare, un escursus per far capire la mia situazione sessuale, a quale stato di agitazione ormonale mi sto trovando e quanto ormai risultano importanti le presenze femminili che girano costantemente in casa.Infatti proprio alcune sere fa è successo un fatto che probabilmente cambierà la mia vita. Devo dire che, come avrete notato, la figura di mio padre non compare mai in questo racconto, il fatto è che mio padre è un architetto che lavora per una ditta che esegue lavori di un certo livello in ogni parte del mondo, e lui è costretto a lunghi viaggi ed a permanenze prolungate fuori di casa. Ora ad esempio è in qualche paese tropicale per la realizzazione di un villaggio turistico; si trova fuori di casa già da tre settimane e ne rimarrà per almeno altrettante. Se questo è un problema per mia madre che si vede mancare la persona amata ed il sostegno morale e sessuale della vita, per me lo è un po’ meno, infatti questo vuoto oltre a concedermi spazi maggiori nella mia attività voyeristica, fa sì che mia madre sia sempre più spesso portata all’autoerotismo, sempre più spesso la posso ammirare in carezze spinte; non sono mai arrivato a vederla masturbarsi completamente, ma mentre cucina, fa i lavori di casa, ma soprattutto quando si rilassa davanti la tv o il pc e mentre pensa di non essere vista, mi è capitato di vederla massaggiarsi l’inguine da sopra ma anche da sotto le felpe che abitualmente porta in casa, con espressioni del viso che evidenziano uno stato di eccitazione avanzato.Comunque l’altra sera si è concretizzato quanto non avrei mai pensato potesse succedere. Eravamo io e mia madre soli la sera davanti alla televisione (mia sorella era in gita scolastica per alcuni giorni), guardavamo tranquillamente uno di quei telefilm americani che ormai riempiono le nostre serate; io ero seduto in un angolo del divano, mia madre era distesa sullo stesso, con la testa nell’angolo opposto e le gambe allungate in modo tale da posare i piedi sulle mie ginocchia. Era splendida con una felpa bianca sicuramente abbondante che in quella posizione lasciava ammirare completamente le sue bellissime gambe coperte da collant neri che la mia esperienza valutava 20 denari. Lei non ci faceva caso (penso) ma il telefilm non era certo il mio primo interesse, dopo qualche momento in cui lei trovava la posizione più comoda, la felpa si era sistemata in modo tale che dal mio punto di vista riuscivo a scorgere il pizzo di una mutandine nera estremamente eccitante che come al solito mia madre indossava sotto il collant.Approfittai per cominciare un massaggio ai suoi piedi, probabilmente senza nessuno secondo scopo, ma solo per eccitarmi al contatto della calza e dal profumo che questa emanava; lo sfregamento dei piedi risultò particolarmente provocante sia per me ma probabilmente anche per lei, perché notai un particolare rilassamento ed in qualche momento la chiusura degli occhi accompagnata da una smorfia di soddisfazione.Il mio pene cominciava a dare segni di vita e penso che mia madre se ne doveva essere accorta avendoci i piedi proprio sopra, comunque continuai la mia opera, allungando a volte la mano sul polpaccio per arrivare fino al ginocchio; lei faceva finta di nulla ma cominciava ad agitarsi, si girava e rigirava, la felpa ormai era arrivata ben sopra l’addome, e la vista era diventata ormai completa, uno splendore, un sedere inguainato da delle calze velatissime che evidenziavano un intimo provocantissimo che ormai per meta era stato fagocitato fra le due splendide chiappe. La vista opposta (ricordo che si girava i continuazione donandomi viste plurime e complete) era quanto di più non potessi sperare, la figa di mia madre penso che non abbia rivali, ormai me la potevo godere quasi completamente, infatti gli slippini che indossava presentavano solo un pizzo sulle bordure, mentre la parte centrale era un impalpabile tessuto trasparente che mi consentiva di percepire una vulva glabra, priva completamente di peli.Stavo per scoppiare, i piedi di mia madre ormai massaggiavano non so quanto inconsapevolmente il mi cazzone, le distanze dal corpo di lei mi permettevano ormai di arrivare ad accarezzargli le cosce, ma certo ormai non mi sarei fermato a loro così senza quasi accorgermi mi ritrovai a carezzarle il culo, un culo che come ho già accennato è una cosa splendida, rotondo e sodo al punto giusto; comunque era il culo di mia madre e per me era la casa più provocante al mondo.Non ci volle molto, due carezze a quelle chiappone, un dito che passa sul solco creato dalle stesse, un massaggino ben assestato del piede e l’irrimediabile avvenne; sono abbondantemente venuto imbrattando tutto il pigiama ed i piedini di mamma.Non sapevo cosa fare, penso di essere diventato di tutti i colori, non sapevo cosa dirle; lei non si alzò neanche dalla sua posizione, butto l’occhio, percepì perfettamente la situazione, mi carezzò le mani che ancora non si erano staccate dal suo sedere e mi disse; “Ora si deve rimediare, fai in modo di ripulirmi subito le calze.”Io cominciai subito a strofinare con il bordo della casacca del pigiama, senza però risultati apprezzabili così lei “Non penso che sia quello il sistema giusto, non risolvi e non è gradevole, né per me né per te; prova ad inumidire la parte, prova ad asportare quanto ci si trova sopra con qualche cosa di umido, prova a fare come quando in bagno mi ripulisci le mutandine appena dimesse”.Se prima ero di tutti i colori, ora non potevo immaginare come mi trovavo; allora mamma sapeva, sapeva e non mi diceva nulla, non mi sgridava, approvava. Non ci pensai un momento di più e cominciai a leccarle i piedi, ad assaporarne gli aromi, me li ficcai in bocca e cominciai a ciucciarli avidamente. Finalmente quegli indumenti che avevo annusato e gustato per tutto quel tempo, ora erano pieni, pieni di lei, di mia madre, di quella donna che più di ogni altra mi eccitava. Anche lei sembrava gradire dai mugoli che giungevano alle mie orecchie. Che momenti, che sensazioni furono quei primi istanti in cui capisci che anche lei lo vuole, che anche mamma gradisce le tue attenzioni, quelle attenzioni che tu le donavi giornalmente pensando di non essere visto e che invece scopri lei sapeva, e probabilmente ne era eccitata. Non c’è nulla di così eccitante di quei primi ed innocenti momenti.Ora, ripuliti i piedi, la lingua non poteva più fermarsi e cominciai a risalire passando dai polpacci per soffermarsi un momento all’interno delle ginocchia ed arrivare, attraverso la coscia, all’interno coscia. A quel punto mamma ebbe un sussulto, l’interno coscia fu il momento in cui lei oltrepassò il limite di non ritorno; mi prese la testa e se la portò in mezzo le gambe.Ero fuori di me, quel profumo era la cosa più inebriante avessi mai provato, non c’è vino o droga che possa portarti ad uno sballo tale, la figa di tua madre è sicuramente la cosa che più ti manda fuori di testa, cominciai ad annusare e leccare e succhiare come mai sarò capace più di fare; ero fuori di me, eccitato al massimo nella ricerca di trasmettere a lei quanto stavo provando io. Una sua contrazione e la spinta delle sue mani sul mio capo furono l’inequivocabile segno che pure lei era venuta.Rallentai la mia iniziativa e con estrema calma scivolai fino a trovarmi sopra di lei faccia a faccia. Ci fissammo con un espressione felicemente ebete stampata sui nostri volti per un tempo che non riesco a quantificare, poi serenamente e quasi inconsapevolmente le nostre labbra si toccarono in un bacio tanto casto quanto eloquente.Rimanemmo accanto in silenzio per molto tempo, ognuno con i suoi pensieri ripercorrendo attimo per attimo quanto appena accaduto. Poi lei si alza, spegna la televisione, mi prende per mano e mi porta in camera sua; con l’abilità che ormai avevo imparato ad apprezzare comincia a togliersi la felpa restando solo con i collant ed il completino in pizzo nero ad incorniciarle quel corpo da me ammirato da troppo tempo, dicendomi “Ora che lo puoi ammirare senza nasconderti, cosa ne dici del corpicino della mamma, valeva la pena di fantasticare su di lui, di nasconderti per poterlo ammirare? Sono ancora desiderabile per un uomo od un ragazzo come te? Sono meglio io o è meglio tua sorella? Si, lo so che spii pure lei, lo so che momento stai passando. Non pensare mai che una mamma non si accorga di quello che capita al proprio figlio o alla propria figlia. Vieni qua che ora è giunto il momento di finire ciò che la natura ha voluto che iniziasse.”Ero paralizzato, non riuscivo a muovere un muscolo, quanto era stato detto, ma soprattutto quanto vedevo era troppo perché accadesse in un unico momento. “Sempre che tu lo voglia”, furono le parole che mi sbloccarono, si avvicinò a me e cominciò a togliermi il pigiama ormai completamente imbrattato di sperma, ed al completo denudamento si inginocchiò e cominciò a ripulirmi il cazzo dai residui precedenti.A ripulitura effettuata la mia eccitazione era talmente alta che le venni nuovamente in bocca in maniera più copiosa rispetto a prima, tanto da lasciare allibita e sorpresa mia madre che mi disse “Certo ti basta poco, devi esserti caricato da parecchio tempo per essere così sensibile alle stimolazioni, comunque la cosa mi fa enormemente piacere, perché avremo tempo per scaricarti a dovere, tanto più che anche io ho bisogno di scaricare tre settimane di astinenza.””Mamma è vero che sono carico come non mai, ma non mi sembra poco per un ragazzo della mia età trovarsi in questa situazione con sua madre, con mia madre, la donna che più ho desiderato nella mia vita, la donna che ho spiato, che ho sognato, la donna che mi ha accompagnato nelle fantasie erotiche delle prime e molteplici masturbazioni adolescenziali. Sei una splendida donna, desiderabile con delle forme fantastiche che riesce ad esaltare con estrema cura e dovizia nella scelta del vestiario e dell’intimo, portando qualsiasi maschio degno di questo nome ad un livello massimo di eccitazione …” non mi permise di finire, mi abbraccio violentemente lasciandosi poi adagiare sul letto.Mi ritrovai nuovamente sopra di lei, ma questa volta io ero nudo e lei quasi, anzi forse meglio che nuda, sensuale come non mai nei suoi completino ricercati e perfetti per far perdere la testa a chiunque, maschio o femmina siano.Cominciai a baciarla lentamente partendo dalle guance ai lobi delle orecchie, dentro le orecchie, sul collo e giù fino ad arrivare al seno, provocando in lei crescenti effetti difficilmente controllabili. Io non penso di essere certamente più bravo di mio padre, ma sono convinto che la trasgressione di un rapporto incestuoso con il proprio figlio sia terribilmente eccitante per una madre, e che così anche i goffi ed inesperti movimenti di un giovane ragazzo diventano immediatamente splendide sensazioni eroticamente incontrollabili.Riuscì non so come (forse con il suo aiuto) a toglierle il reggiseno, dal quale spuntarono due capezzoloni lunghi quanto una falange e duri come un chiodo, splendidi, provocanti che sembravano desiderare solo di essere ciucciati; ed è questo che io ho fatto, li ho presi in bocca e ciucciati come penso nessuno glielo abbia mai fatto.Si era irrigidita tutta di colpo, io ne approfittai per aspirare e contemporaneamente allargare la bocca in modo da riempirla completamente con il piccolo seno di mia madre; e continuai ad aspirare forte forte finche lei non urlò, a quel punto mi fermai, diedi una lunga e languida leccata a quei chiodini che ormai avevano raggiunto le dimensioni di due birilli (veramente sorprendenti) quindi prima che lei si riprendesse li presi fra i miei denti stringendo con avvedutezza. La sua reazione fu immediata, come una scossa elettrica che prima ti paralizza e dopo alcuni secondi ti scaraventa a terra priva di vita.Mi spaventai un pochino, ma la sua espressione felice ed il suo sorrisino mi tranquillizzarono. Allungai le mani verso le cosce massaggiandole delicatamente, avvicinandomi con estrema pazienza ma risolutezza verso il monte di venere che mia madre ha veramente pronunciato (per me è un sintomo di terribile femminilità), che ritrovai non solo umido, ma bagnato, fradicio di umori femminili. Era venuta sicuramente sotto il trattamento che le avevo riservato alle tette. Me ne compiacei, portai la mano bagnata al viso, la annusai e cominciai a succhiarmi un dito per volta, ma non riuscì a finire perché me la prese lei, e senza farsi problemi se la mise in bocca assaporando il suo sapore. La cosa mi eccitò terribilmente (come se ne avessi bisogno), scivolai verso il basso e le ripassai tutto l’inguine con la lingua da sopra il tessuto del collant nero, una cosa che avevo visto su internet, una cosa che facevo spesso alle sue calze trovate in giro, una cosa che mi fece impazzire dal momento che ora dentro c’era lei, che il profumo ed il sapore venivano costantemente rigenerati, che il calore del corpo era reale e si riusciva persino a distinguere il pulsare del sangue che continuamente rigenerava il gonfiore dell’organo sessuale femminile. Stavo nuovamente per venire e penso che mamma se ne stesse accorgendo, infatti con un abile e collaudato movimento si rigirò, lasciandomi la figa fra le mie labbra (non penso che volesse privarsene) ma prendendo il mio cazzo in bocca, succhiandomelo senza ritegno, neanche fosse una cannuccia in una bottiglia di champagne. Mi sentivo una cosa unica con lei, sfilai il collant fino dove riuscivo, spostai lateralmente lo slip e presi le sue magnifiche grandi, ma veramente grandi labbra in bocca. Erano enormi, sembravano due bistecche, due pezzi di carne umidi, anzi bagnati, appiccicaticci di un sugo che non avevo mai assaggiato, ma che era talmente buono da pensare che fosse quello il nettare degli dei.Succhiai e succhiai che mi sembrava che le due bistecchine diventassero sempre più grandi, e lei succhiava e succhiava che fra un po’ avrebbe rischiato di staccarmelo. Sensazioni irripetibili che mi portavano fuori di testa, non riuscivo più a pensare, non capivo più dove ero e con chi, poi un’illuminazione, i scorsero davanti agli occhi le immagini istruttive carpite da internet, il clitoride femminile, la parte più sensibile della donna. Volevo darle il colpo di grazia, smisi di aspirare e con la lingua cominciai a cercare un po’ più in alto, un oggetto caldo e sensibile che si elevasse dal resto. Non faticai a trovarlo, perché se il monte di venere era pronunciato e le labbra erano veramente grandi, il clitoride non poteva essere che un piccolo cazzetto, un nocciolo di carne delle dimensioni di almeno due centimetri che dopo qualche leccata circolare presi nelle mie labbra e cominciai a fottermela. Il movimento del suo bacino iniziò una danza meravigliosa, le mie labbra erano una figa stupenda per il suo cazzo-clitoride, le parti si erano eccitantemente invertite, lei era il maschio che mi stava scopando, che si eccitava a cavalcarmi; con uno scatto di reni si girò mettendomi sotto e lei sopra, in ginocchio sopra la mia faccia, alzandosi ed abbassandosi quanto bastava, mentre con una mano dietro la schiena mi stava facendo una sega mai vista. Io non durai gran che venendogli in mano ed innondandole la schiena e quel magnifico culo che in quella posizione potevo solo immaginare. Lei durò poco di più, facendomi provare un qualche cosa che mai avrei immaginato; venne in una maniera grandiosa, innondandomi letteralmente la faccia, ebbe una produzione di umori incredibilmente copiosa, stentai ad ingurgitarla tutta. La mia faccia era completamente imbrattata dal liquido che non ero riuscito a prendere in bocca (e non per mia volontà), così mamma, dopo aver finito di urlare come mai la avevo sentita, si chinò su me e cominciò a lavarmi la faccia come mamma gatto fa con i suoi gattini. Il lavaggio finì con un intreccio di lingue che durò decine di minuti, non sembrava mai finire, non volevamo mai farlo finire, finché stremati ci accasciammo una vicino all’altro addormentandosi come due angioletti.Quella notte finì così come era cominciata, senza accorgersi. Non ci fu l’atto sessuale completo, non scopammo, ma quel giorno non era importante farlo, quella notte ci amammo di un amore dove il sesso era importante, ma molto più importante era la consapevolezza di poterlo fare, di volerlo fare senza sporcare un rapporto madre figlio, senza perdere l’amore che mamma e figlio devono portarsi dentro per tutta la vita, cementando un rapporto già esistente innalzandolo al massimo delle aspirazioni.Questo rapporto continua ancora e penso continuerà per sempre oltre i limiti che l’età vorrebbe imporre, anzi si è arricchito di molteplici sfumature che magari in altri racconti potrò sviluppare.Comunque ricordate che il rapporto che si può instaurare fra un madre ed i propri figli non può avere limiti, è quello che maggiormente si può sviluppare fra due o più esseri umani. Se avete motivo di dirmi qualche cosa di buono o meno, siete liberi di scrivermi, cercherò di rispondere a tutti, buoni e cattivi.

