Poche ore prima, senza che lei se ne accorgesse, avevo ascoltato con apprensione le confidenze telefoniche di mia figlia con un’amica, venendo a sapere che col fidanzato aveva dei seri problemi sessuali. “Appena cominciamo, pochi secondi e subito esplode… non so se mi spiego, sai cosa é l’eiaculazione precoce? Lui é proprio così, mi lascia sempre a secco”. Ero imbarazzata anche io, come avrei potuto parlare di queste cose con mia figlia,specialmente se lei non aveva nessuna intenzione di farlo? Ero ancora in pieno rovello qualche ora dopo, all’aeroporto, dove avevo accompagnato mia figlia che partiva per Praga per lavoro. Lei salutava e abbracciava il suo bel Maurizio e io, a distanza, ascoltavo il suo amico Vanni distrattamente. Ma Vanni é un maniaco sessuale, uno che il sesso ce l’ha stampato in fronte, e mi raccontava per filo e per segno le meraviglie dell’erotismo giapponese perché era reduce da una vacanza asiatica. Quando cominciò a raccontarmi le pratiche del cosiddetto bukkake, in cui sembra che le donne giapponesi siano esperte, cominciai a ridere e a prenderlo in giro. Non ci credevo e lui invece giurava di sì, parlandomi in aggiunta della semeterapia: secondo Vanni le giapponesi sono le migliori donne del mondo perché ingoiano sperma di continuo e lo usano anche come crema per la pelle.”Non ci credo…” “E invece si, guardi qui” mi fece lui, tirando fuori addirittura una rivista con foto molto eloquenti. Insomma, come si fa a non ridere se uno ti racconta cose simili? Ma doveva pure avere un fondamento questa storia della semeterapia, non poteva essere una barzelletta di Vanni. La sera, a casa, continuavo a rimuginare tutte queste cose. Poi telefonò Maurizio per avvisarmi che mia figlia era arrivata a Praga, tutto tranquillo. “Se non ti spiace, vorrei parlarti di alcune cose, ma non qui a telefono…” dissi a Maurizio e il tono di voce che avevo lo preoccupò subito, spingendolo a dire che sarebbe arrivato entro pochi minuti. E se si fosse offeso? Poteva permettersi una madre di immischiarsi nella vita privata della figlia? A pensarci bene rischiavo di combinare un guaio. Maurizio arrivò presto, si sedette in poltrona, attese gentilmente che io prendessi a parlare. “E’ un argomento delicato, mi spiace davvero, ti chiedo scusa, ma una madre si preoccupa sempre del bene dei figli, questo lo capisci…” dissi, prendendola alla larga. Poi raccontai che avevo ascoltato per puro caso una telefonata di mia figlia, che lei non sapeva niente e infine sbottai. “Mi risulta che non sei capace di far godere mia figlia, che pensi solo a te, vieni troppo presto, la lasci a metà…” Maurizio diventò di tutti i colori, poi sembrò sul punto di piangere. “E’ vero… non so che mi succede, mi eccito subito, non riesco a trattenermi…ma io non ho molta esperienza…” disse, poi rimase zitto. “Ragazzo mio, parliamone… é come se fossi tua madre…” dissi allora e gli feci una carezza, scompigliandogli i capelli. Mi venne addosso come per abbracciarmi, faceva tenerezza, gli diedi un bacio sulla guancia. Si rqnnicchiò fra i miei seni, lo sentivo tremare. Mi resi conto di colpo che eravamo abbracciati, che non c’era granché di materno in quell’abbraccio. E poi sentii in modo inequivocabile che era eccitato. “Ecco, vede, subito mi fa effetto..” disse lui. “Ma quanto effetto ti fa? Stai per venire di già?” dissi io, allarmata; sapevo che rischiavo di far precipitare il suo orgasmo ma a quel punto dovevo verificare. Tirai fuori il suo membro che sembrava paonazzo, davvero sul punto di esplodere. Cercai di porvi rimedio stringendo forte alla base, come per bloccare la sua eiaculazione, credo di averlo letto da qualche parte. E in effetti riuscii nell’intento. Adesso però non ero un medico ma una donna, e stavo impugnando un cazzo duro. “Oh, é bravissima… come ha fatto? Il peggio é passato…” disse lui. “Adesso ti spiego..” dissi, cominciando a praticare una lenta masturbazione e poi ad aumentare il ritmo. “Tu devi avvisarmi, appena senti che stai per godere me lo devi dire prima.. .” aggiunsi ancora. E quella volta mi misi proprio di impegno, mi volevo godere quel cazzo duro, impugnarlo, stringerlo, provocarlo. Guardai l’orologio. “Un minuto, hai visto che ce la fai a resistere?” dissi, rendendomi conto di colpo che ero io ormai ad essere bagnatissima e a voler godere. “Facciamo una prova diversa, questa é più impegnativa…” dissi allora. E mi ritrovai china sul suo membro, con la lingua che frullava intorno, la saliva che scivolava via, proprio come se avessi l’acquolina in bocca. “Si,spompina.. dai… fammi godere…” “Resisti” dissi io, spostandomi di colpo e tornando a stringere con forza estrema la base del pene. Silenzio. Trenta secondi di pressione dura. “Va meglio?” chiesi. “In che senso?” chiese lui. In fondo aveva ragione. Avevo bloccato la forza del flusso di sperma che cercava un ‘uscita. Però non era venuto. E io come premio ripresi a pompare, questa volta con lussuria, avidamente, sempre più veloce, come se volessi che schizzasse con forza. Ma al suo gridolino di preavviso bloccai con rabbia, intercettai, strinsi, chiusi. A conti fatti erano già passati dodici minuti dall’inizio, stava avendo un buon ritmo. Fu per questo che decisi che in fondo il premio se lo meritava o fu perché il mio sesso pulsava ed ero io a fremere, a volere ingoiare il suo schizzone caldo? Mi tornarono in mente le donne giapponesi, Vanni, la semeterapia, poi caddi in uno sprint finale a bocca aperta e lingua in fuori, pronta a farmi inondare tutta. “Sborrami adesso, vieni, schizzami addosso!” implorai,, fino ad essere accontentata e sentire nello stesso istante che anche il mio orgasmo era esploso. Non so per quanti minuti rimanemmo fermi, immobili. Ma quando Maurizio si alzò e si recò in bagno per me fu come una illuminazione. Avevo tre giorni di tempo, poi mia figlia sarebbe tornata e a quel punto dovevo essere riuscita a guarire Maurizio. “Vuol dire che farò una terapia accelerata… corso di semeterapia in tre giorni…” pensai di colpo. Mi alzai e raggiunsi Maurizio. “Tra un quarto d’ora ti faccio un secondo pompino… non credere che lo faccia per me, lo faccio per il bene di mia figlia.. riuscirò a fa resistere il tuo cazzo mezz’ora”. “Mi promette almeno che uscirò vivo?” disse Maurizio. Il suo membro era di nuovo indurito, lo guardai e scoppiammo a ridere.

