Il mio nome è Giovanna ed ho 47 anni. Comincio a scrivere questa storia perché stanno avvenendo delle cose, nella mia famiglia, davvero inspiegabili e che non immaginavo che potessero accadere proprio nel nostro nucleo familiare. La nostra famiglia è composta da me, mio marito Giorgio, che ha 56 anni e fa l’agente di borsa, ed i nostri tre figli: Calogero che ha 26 anni studente universitario fuoricorso, Domenico di 21 anni anche lui studente universitario e Gemma di 18 anni che è all’ultimo anno di liceo. Ciò che mi ha indotto a cominciare a raccontare i miei giorni in un diario riguarda alcuni episodi avvenuti tra la fine del ’99 e l’inizio del nuovo anno che mi hanno fatto nascere qualche strano sospetto nei confronti di mio figlio Calogero. Il giorno 27 Dicembre ero in bagno e stavo facendo la doccia, mi è parso di sentire dei rumori dietro la porta ben un paio di volte e, essendo a casa solo io e mio figlio Calogero appunto, non poteva che essere lui. Due giorni dopo, il 29, Calogero mi chiamo in camera sua e, con una scusa futile e chiaramente inventata, fece una cosa su cui riflettei dopo e cioè mi disse che aveva dei dolori all’inguine, io non pensai e non collegai subito il fatto con quello che era successo un paio di giorni prima; mi mostrai interessata al suo malessere e lui, senza alcun’esitazione, si abbassò i pantaloni e le mutande e mi fece toccare il punto che, a quanto diceva lui, gli doleva. Il porco mi tenne la mano sul suo inguine per qualche secondo, io non mi resi subito conto di quanto stesse accadendo fino a quando mio figlio non mi disse di abbassarmi e di guadare da vicino se “era gonfio”. Ancora del tutto ingenuamente mi abbassai di fronte a mio figlio e mi trovai davanti, molto vicino alla faccia, il suo grosso cazzo sollevato. A quel punto dissi velocemente a Calogero che non era nulla e fuggii via. Era chiaro l’intendo di mio figlio che, senza alcun pudore, stava provando a sedurre sua madre. Trascorsi due giorni d’inferno fino al giorno di capodanno. La sera del 31 eravamo tutti riuniti a casa per il tradizionale cenone e, insieme alla nostra famiglia, c’erano almeno altre dieci persone, parenti e amici. Tutta la serata era andata avanti in maniera del tutto normale e divertente ma, dopo cena, cominciarono ad avvenire cose ben strane: eravamo seduti davanti al tavolo verde a giocare a carte, eravamo tutti un po’ su di giri per lo spumante bevuto per i brindisi quando, ad un tratto, mi resi conto che qualcuno mi stava toccando le cosce. Mi voltai di scatto e vidi che alla mia sinistra era seduto mio figlio che, indifferentemente e continuando a giocare, a ridere e scherzare, teneva la sua mano in mezzo alle mie cosce e, lentamente, cominciava a salire verso la mia figa. Ero paralizzata e non sapevo cosa fare, avrei voluto urlare e schiaffeggiare mio figlio ma non potevo, così Calogero ebbe campo libero, raggiunse con la mano il suo obiettivo e mi toccò a lungo anche sotto le mutande e, quindi, arrivando ad infilare direttamente un dito nella mia passera. Sono stati istanti terribili anche per il timore che qualcuno si accorgesse di quello che stava avvenendo ma anche attimi di inspiegabile eccitazione, infatti mi bagnai completamente e me ne andai in bagno dove, assurdamente, non potetti resistere dal masturbarmi. Il giorno dopo, non appena ne ho avuto la possibilità, ho parlato con Calogero, in realtà ho urlato con lui e l’ho addirittura invitato ad andarsene da casa. Da quel giorno non ci parliamo più. In seguito ho scoperto una cosa assurda che credo mi porterà fino alla follia. Eravamo a tavola e stavamo pranzando, avevamo degli invitati e, quindi eravamo circa una decina di persone. Nel bel mezzo del pranzo ho notato che mio figlio Domenico aveva una strana espressione del viso, gli ho chiesto se si sentisse bene e lui mi ha detto che era tutto a posto. Poco dopo, casualmente, mi è caduto un coltello per terra, mi sono chinata a raccoglierlo e ho visto quello che stava accadendo: Domenico aveva la patta dei pantaloni aperta, il pene di fuori e sua sorella, Gemma, lo stava masturbando con un ritmo frenetico e preciso. Sono sconvolta, non immaginavo che la mia famiglia fosse in realtà un luogo di peccato assoluto. Confusa ed eccitata allo stesso tempo ho commesso il più grave dei peccati. Mi sono sentita autorizzata dal comportamento immorale ed incestuoso dei miei due figli più piccoli e sono crollata. Mio marito, come spesso fa la domenica, è andato a caccia molto presto, Gemma è uscita con il suo fidanzato, che la troietta continua ad avere malgrado spasimi con suo fratello Domenico e quest’ultimo è andato fuori città in gita con degli amici. Con Calogero non ci parlavamo da quando era avvenuto lo spregevole episodio del capodanno dove, mio figlio, mi aveva masturbato da sotto il tavolo. Abbiamo trascorso la mattinata ognuno per conto proprio anche se io, già da stamattina, ho cominciato a comportarmi in maniera assurda, infatti ho spiato mio figlio mentre faceva il bagno e, come una donnaccia, mi sono masturbata pensando al cazzo di Calogero. Poi abbiamo pranzato e, nel primo pomeriggio, è avvenuto il fattaccio. Calogero era in camera sua e io avevo le fiamme che mi salivano in tutto il corpo, ho perso la testa e sono andata da lui. Ho iniziato un discorso piena di vergogna e sostenendogli che volevo chiarire quanto era successo tra noi. Lui mi guardava e non parlava e io, presami di coraggio, mi sono avvicinata, alzandomi la gonna, mi sono seduta sulle sue gambe e ho iniziato a baciarlo e a leccargli le orecchie. Calogero non si è fatto pregare più di tanto, probabilmente non aspettava altro e ha cominciato a palparmi dappertutto fino ad infilarmi una mano tra le mutande e a masturbarmi insultandomi come una troia. Io non ragionavo più, gli ho slacciato la cinta, gli ho aperto in pantaloni, gli ho tirato fuori il grosso cazzo e, inginocchiandomi di fronte a lui, me lo sono infilato voluttuosamente in bocca. Ho cominciato a pompare instancabilmente sul cazzone di mio figlio, il quale ha cominciato ad insultarmi:”Mamma sei una gran pompinara, dai ciucciami il cazzo….. facevi la schizzinosa perché ti ho toccato la figa, ma anche tu morivi dalla voglia di compiere questo atto immorale con me, tuo figlio”. Quelle parole mi eccitarono ancora di più, ero bagnatissima, mi sbattevo il cazzo di mio figlio in faccia, me lo ficcavo tutto in bocca, lo alzavo e gli leccavo i coglioni. Ad un certo punto Calogero mi fece alzare e girare e, senza dire nulla, mi abbassò le mutante e, lentamente, infilò il suo cazzo nella mia figa. Mio figlio iniziò a fottermì prima lentamente poi in maniera sempre più veloce. Nel frattempo mi diceva:”Ecco mamma, ti sto scopando, chiavando sbattendo come una cagna dai dimmi che ti piace, dimmi che vuoi che il tuo bambino ti fotta sempre più forte”; ed io, completamente fuori di testa:”Si si si, fottimi bambino mio, sborrami sbattimi” e, dopo alcuni istanti ho sentito abbondantemente il liquido caldo di Calogero riempirmi la pancia.
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